Direttore: Fabio Marri

* Per accedere o registrarsi come nuovo utente vai in fondo alla pagina *

Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

14 maggio 2025. Si torna indietro, oppure è un passo in avanti, dipende dai punti di vista; certamente si semplifica il lavoro degli organizzatori perché, se consideriamo che la maggior parte dei premi sono al di sotto della soglia di 300 euro, c’è meno lavoro amministrativo da gestire.

Ora si torna alle regole del 2024, o meglio, quelle che erano in vigore dal 29 febbraio e sino al 31 dicembre 2024; quindi si reintroduce l’esenzione che era stata tolta. Della serie, ci abbiamo provato, non ha funzionato bene, rimettiamo a posto le cose. Forse letta così fa un po’ sorridere, ma è un fatto che tassare del 20% premi di 10,20,30 euro appariva un po’ anomalo.

Invece fa un po’ arrabbiare che questa decisione avvenga a stagione abbondantemente iniziata, con calendari chiusi e regolamenti approvati.

E ancor più questo passaggio è discutibile:

Con il d.lgs. 33/2025, la soglia di esenzione è stata nuovamente introdotta, con decorrenza retroattiva dal 29 febbraio 2024, cioè in continuità con quanto previsto dal Milleproroghe, e dunque applicabile anche alle somme erogate dal 1° gennaio 2025 in poi.

Vale a dire che tutti i pagamenti di premi fatti da gennaio ad oggi potevano non rientrare nella tassazione, ma è ovvio che si tratta di gare trascorse ed è ragionevole pensare che i conti siano già stati chiusi, con buona pace degli organizzatori e degli atleti che si sono visti trattenere il 20%. Quindi peggio per gli organizzatori che hanno pagato puntualmente, con le incombenze amministrative del caso.  

Altro passaggio che era e continua ad essere discutibile:

Il limite di 300 euro annui non è soggettivo, cioè non riguarda la totalità dei premi percepiti da uno stesso sportivo nel complesso, bensì l’importo erogato da ciascuna ASD o SSD a ciascun beneficiario. Ciò significa che un atleta può percepire più premi, ciascuno sotto la soglia, da più società sportive diverse, beneficiando più volte dell’esenzione.

In pratica si legge che se la stessa ASD organizza più gare e il medesimo atleta supera complessivamente la quota di 300 euro, a questo punto scatta la ritenuta del 20%. E’ una circostanza un tantino anomala, se ci pensiamo bene: ad esempio, se parliamo lato montepremi ad un atleta che partecipa ad una sola gara in un anno, e vince un premio di 400 gli viene trattenuto il 20%, ad un altro che ne fa 10 vincendo sempre 300, quindi =3.000 euro, non ha alcuna trattenuta.

Attenzione ad un passaggio, che tutto sommato pare ovvio: l'esenzione vale per qualunque importo sopra i 300 euro, se un atleta percepisce 300 euro per una vittoria, ma nel contempo batte il record della gara premiato, ad esempio, con 100 euro, i due importi si sommano, e quindi scatta la ritenuta del 20%. 

Credo che la riforma dello sport fosse una buona idea, gli addetti ai lavori sanno che c’è un certo “disordine” nella gestione delle ASD e questo limite dei 300 euro/beneficiario  vuole proprio risolvere questo aspetto, ma l’applicazione della norma di prestava e tuttora si presta a diverse osservazioni critiche.  

QUESTO E' IL DECRETO NEL SUO INSIEME

QUI PER CHI VUOLE ANDARE ALLA NORMA SPECIFICA

Sabato, 10 Maggio 2025 16:18

Lecco - Lake Como Ultra Trail

Si è corsa oggi la Utlac 15, versione ridotta di un menù di gare ben più ampio e impegnativo, eppure la fatica garantisco che è stata tanta.

10 maggio 2025. Il cielo ha risparmiato i partecipanti, infatti la pioggia come d’incanto ha smesso di scendere proprio in corrispondenza dello start, ovviamente il percorso era tutt’altro che asciutto.

Un primo chilometro in piano, giusto per un minimo di riscaldamento, i più veloci sfilano via, gli altri, dopo l’attraversamento sul lago, all’ingresso del Parco del Monte Barro, sono tutti d’accordo: si cammina, grazie ad un tratto di 7/800 metri con pendenze limite ribaltamento. Seguono, fino a poco dopo il km 4, dei sentieri anche corribili ma poi si prende il Sentiero delle Creste e la salita diventa davvero faticosa, perfino qualche passaggio dove ci si aiuta con le mani; e non è una cattiva idea, visto che le gambe dopo le precedenti salite ti hanno abbandonato. Da queste parti si raggiunge il punto più alto del percorso, a 768 metri, mentre il dislivello totale D+ è di 740 metri, a fronte di una lunghezza dichiarata di km 13,5. Ogni tanto si scorgono delle viste panoramiche davvero belle, che la nebbia riesce a nascondere solo in parte.

Finalmente si scende, anche se spesso su tratti piuttosto tecnici, scivolosi, le rocce sono bagnate e il fango non manca. Il ristoro è in corrispondenza della Baita degli Alpini di Galbiate, c’è tutto quello che deve esserci per recuperare le energie, almeno in parte.

Da qui a mio avviso la parte più godibile del percorso (salvo alcuni tratti), sentieri boschivi, sempre tendenti a scendere; si procede facilmente, sia pure sempre con la difficoltà del fondo bagnato. Penultimo chilometro che ripercorre il tratto di andata, quindi con notevole pendenza, le gambe dovrebbero aiutare a controllare la velocità, ma … non ci sono più. Si attraversa nuovamente il ponte e ci si perde un pochino, Lecco si è svegliata e la gente passeggia, c'è parecchia confusione e si vedono meno fettucce che ti suggeriscono dove andare, ma con la (sia pur poca) lucidità rimasta, sai che devi proseguire sul lungo lago, arrivo in zona Monumenti ai Caduti, stesso punto da dove si era partiti.

Riporto qualche informazione essenziale sulla cronaca della gara; vittoria al maschile per Mirko Bertolini (La Recastello Radici Group), tempo 1h12’11, tra le donne Concilio Daiana (O.S.A. Valmadrera). Mi piace evidenziare il secondo e terzo posto delle gemelle Gandin (Polisportiva Pagnona), Eleonora e Isabella, sono classe 2003. Infine, giusto notare nella mia categoria (M60-69) lo svizzero Luca Borlini, che la vince chiudendo in 1h39’20 (!!); praticamente quando sono arrivato io aveva fatto la doccia e credo non solo quella.

Note in ordine sparso

Per chi piace la “corsa in natura” qui siamo al top, qualche tratto tecnico di troppo (è un trail, suvvia!) ma il percorso è complessivamente molto gradevole.

Forse un ristoro in più ce lo metterei, fortunatamente la giornata era fresca; del resto il regolamento dice chiaramente “ corsa in regime di autosufficienza”. E poi forse noi “stradisti” siamo abituati ad essere molto (troppo?) coccolati.

Percorso ben segnato, oltretutto con fettucce di colore arancione, impossibile non vederle, e posizionate correttamente, sia prima che dopo gli eventuali cambi di direzione.

L’immagine dell’altimetria non era fedelissima, quantomeno nel mostrare le pendenze in gioco; qui è una cosa strana, ci sono organizzatori che per 100 metri dislivello , magari su un tratto di 2,3 chilometri, mostrano salite che sembrano delle arrampicate di grado 6+, altre che “spianano” il percorso. Mah.

ALTIMETRIA PERCORSO (i chilometri in realtà non sono 15, ma 13)

Non mi piace mai commentare dei pacchi gara, non lo considero un elemento che qualifica nel bene o nel male una manifestazione, tuttavia qui era davvero di qualità.

Parcheggi complicati e molto costosi, capisco che siamo in centro città, ma qualche facilitazione in più potrebbe esserci per chi affronta una discreta spesa, magari perché non viene da vicino.

All’atto della registrazione ho avuto problemi di caricamento del certificato medico sportivo sulla piattaforma Wedosport, che (giustamente o meno) impone questo passaggio; continuava ad apparire il bollino rosso, ma in realtà quando mi sono presentato al ritiro pettorale armato di certificato ed evidenza della registrazione presso Fidal … mi hanno detto che era tutto a posto.

7 maggio 2025. Già, credo sia stata una sorpresa per tanti, se non per tutti. Rocco Ritchie, figlio della celebre rock star Madonna ( il nome completo è Madonna Louise Veronica Ciccone), si è trovato al via della Trieste Spring Run, gara sulla distanza della mezza maratona che si è corsa domenica 4 maggio.

Foto Martino Zucchini - racephoto.it

Inglese, classe 2000, ha portato a casa un discreto 1h40’22, quindi una media di 4’45/km, che gli è valso il 330° posto assoluto su 1312 classificati. Invece nella sua categoria (SM), si è piazzato 87° su 212.

La gestione della sua gara non si può dire sia stata da esperto runner, un passaggio al km 10 alla media di 4’27/km, poi scesa a 5’01/km nella seconda parte; del resto il bellissimo e panoramico percorso della Trieste Spring Run inganna parecchio, perché “scende” tanto, in particolare dopo il primissimo tratto da Duino (144 metri sul livello del mare) e fino al Castello di Miramare (la gara, infatti, tecnicamente parlando ha un’omologazione di tipo B).

Siamo nel tratto in discesa, in uscita da una delle gallerie, foto Magadalena Bunar - racephoto.it 

Non ho notizie in merito ad una sua pratica del running più o meno assidua.

Il figlio di Madonna e del regista e produttore cinematografico Guy Stuart Ritchie, è un artista, pittore, utilizza lo pseudonimo di Rhed, pare non voglia essere considerato solo perché figlio di due celebrità.

Sui quotidiani ci sono immagini che lo ritraggono a Barcola, la famosa spiaggia dei triestini. Chissà se nel dopo corsa ha fatto anche un tuffo.

 

 

4 maggio 2025. Una serata di grande atletica, anche se tra la lista degli iscritti e quella dei presenti in gara c’è stata una certa discrepanza, ad esempio quella sui 5.000 mt femminili delle gemelle Gitonga, entrambe assenti; oppure, sui 1.000 metri maschili, mancavano Sebastiano Parolini e Joao Bussotti, giusto per restare su nomi di un certo rilievo. 

Ma complessivamente è stata di sicuro una buona conferma per l’Athletic Elite Meeting: l’edizione numero 11 dell’appuntamento atletico più “rivoluzionario” del panorama italiano, per la prima volta a Cernusco sul Naviglio, applaude due nuovi record italiani, portando a 21 i limiti nazionali superati nel corso della storia della manifestazione organizzata da Athletic Elite. Elisa Valensin, la 18enne milanese all’esordio con la maglia delle Fiamme Oro, riscrive la Migliore Prestazione Italiana Under 20 dei 300 metri piani con 37.17.

Di rilievo anche il nuovo primato italiano dello junior Paolo Bolognesi (Edera Atl. Forlì) che con 36.32 realizza la Migliore Prestazione Italiana Under 20. 

Nel mezzofondo la novità della presenza delle wavelights, le lepri luminose, a indicare i riferimenti, non solo relativamente ai record; ad esempio sui 5.000 maschili era previsto anche il tempo finale di 14’15.

I 5.000 metri hanno visto la vittoria del ruandese Yves Nimubona (Atl. Casone Noceto) in 13:34.26 sul burundese Elie Sindayikengera (nome nuovo della Quercia Dao Conad) a 13:34.54 e sull’etiope junior Birhane Mengistu a 13:35.20, ma esulta Giuseppe Gravante (Calcestruzzi Corradini Excelsior) per la prima volta sotto i 14 minuti con 13:50.70 (personale migliorato di 25 secondi e quinto posto). 

Al femminile vittoria per la burundiana per Micheline Niyomahoro (Nissolino) in 16:11.11: Sakina El Adel (Lagarina Crus Team) distrugge il personale portandosi a 16:44.30, Laura Ribigini (Arcs CUS Perugia) è terza in 16:49.14.

 

SERVIZIO FOTOGRAFICO

4 maggio 2025. Andata in scena oggi la Eset DK Race, gara nazionale sulla distanza di 10 chilometri, valevole come campionato regionale master individuale e di società, oltre ad essere la prima tappa del circuito Losa Challenge; dopo questa di apertura seguiranno la Losa Experience, 17 maggio, una 5 km valevole come campionato regionale, e il Trofeo Sempione, 10 km, che si terrà presso l’Arena di Milano, il prossimo 15 giugno.

Netto incremento dei classificati, 718 vs ultima edizione del 2023 quando erano stati 555; sicuramente ha inciso in modo significativo l’assegnazione dei campionati regionali di specialità.

Vittoria tra gli uomini in 28’49 per Yohannes Chiappinelli (C.S. Carabinieri), primatista italiano di maratona (2h05’24); secondo posto per un atleta altrettanto importante come Luca Alfieri (Casone Noceto) , suo il tempo di 29’23. Chiude il podio Leo Paglione (Firenze Marathon), anche lui sotto i 3’/km con 29’44.

Gara femminile vinta in 32’46 da Elisa Palmero (C.S. Esercito); la forte atleta allenata da Massimo Magnani ha iniziato davvero bene il 2025, realizzando un notevole 1h09’02 a Reggio Emilia. Secondo posto per la promettente atleta del Ciad, Fraida Hassanatte, categoria promesse (33’16). Si rivede a buoni livelli Sara Galimberti (Dk Runners), terza in 34’27.

Competizioni di buon livello, con tre uomini sotto i 30 minuti e 12 sotto i 31; invece tre le donne sotto i 3’30/km (35 minuti). Molti primati personali nel mondo master.

Lunedì, 28 Aprile 2025 12:53

Highlights dello scorso week end

28 aprile 2025. Abbiamo evidenziato un estratto di alcuni principali eventi del 25 e 27 aprile.

25 aprile, 50 k di Romagna; numeri che continuano a crescere per questa manifestazione, che nell’occasione fa anche registrare i nuovi record del percorso, grazie alla ceca  Petra Pastorova (3h20’42) e al keniano Simon Kamau Njieri (2h29’45).

LEGGERE QUI PER SAPERNE DI PIU

27 aprile, Marsala Marathon; buon esordio di questa maratona (192 classificati), in particolare se consideriamo il periodo di “alta stagione” podistica, premiata anche con i numeri realizzati sulla mezza distanza

LEGGERE QUI PER SAPERNE DI PIU

27 aprile, Sarnico-Lovere; continua a correre davvero forte la bresciana Sara Bottarelli, al bis in questa gara; praticamente senza avversari il forte keniano Simon Ekidor Dudi

LEGGERE QUI PER SAPERNE DI PIU

27 aprile, London Marathon; dal punto di vista del prestigio spicca la maratona di Londra, soddisfazione per i colori italiani grazie a Sofiia Yaremchuk, al primato italiano sulla distanza, 2h23'14

LEGGERE QUI PER SAPERNE DI PIU

27 aprile, Maratona di Padova; partecipazione sempre di buon livello, 1468 atleti classificati, e 2880 sulla mezza maratona. Piace evidenziare dopo molti anni il ritorno sui 42,195 di Emma Quaglia, atleta dal passato prestigioso; stravince la sua categoria (SF45) e si piazza al quarto posto assoluto in 2h42’18. Molto interessante l’esordio sulla mezza per la mezzofondista Federica Del Buono, vittoria e tempo eccellente, 1h11’26

LEGGERE QUI PER SAPERNE DI PIU

27 aprile, Mujalonga Sur Mar; come da tradizione propone ottimi riscontri tecnici, i primi tre uomini corrono sotto i 30 minuti, vittoria a Eyob Faniel.

LEGGERE QUI PER SAPERNE DI PIU

27 aprile, Eset-WMD Milano; il meeting di Giorgio Rondelli (a cui è dedicata la copertina) si conferma un essenziale punto di riferimento per l’atletica leggera su pista, e ogni anno i risscontri tecnici lo confermano. Sono tanti i tempi di rilievo, si evidenziano quelli di Simone Valduga (classe 2004) che corre i 1500 metri in 3’41’’88 (record personale); l’atleta del Ciad Fraida Hassanatte, vittoriosa sui 5.000 metri in 16’16’’01 (con 7 atlete sotto i 17 minuti);  bene anche i 5.000 mt maschili, 5 atleti sotto i 14 minuti

QUI TUTTE LE CLASSIFICHE

27 aprile, Valzurio Trail, Nasolino (BG) lo spostamento di 24 ore, la data originaria era il 26 aprile, non ha creato problemi agli atleti e agli organizzatori

LEGGERE QUI PER SAPERNE DI PIU

 

Vittoria per il keniano Sebastian Sawe e l’etiope Tigist Assefa, ritiro per Yeman Crippa, nuovo primato personale per Sofiia Yaremchuk, Kipchoge a 40 anni chiude al sesto posto, Kiplimo al suo esordio in maratona è secondo in 2h03.37.

27 aprile 2025. Tanto per non cambiare questa maratona ha presentato una start line davvero stellare, cosa che si è riflessa anche nelle performance: il terzo classificato del 2024 , Emile Cairess, in questa edizione sarebbe entrato solamente nei primi dieci.

Gara maschile che al passaggio della mezza maratona vede ancora insieme un folto gruppo di atleti (passaggio in 1h01.30) ma poi si decide al km 30, quando Sawe allunga e corre diversi chilometri sotto i 2’50/km. Resiste a breve distanza il solo ugandese Jakob Kiplimo, che chiude in 2h03.37, il record men della mezza maratona è autore di una splendida prova nel suo esordio in maratona, al punto da far pensare che oggi possa essere il primo ad abbattere il muro delle due ore. Entusiasmante la volata per il terzo posto tra il keniano Alexander Munyao (vincitore a Londra nel 2024) e l’olandese Abdi Nageeye, vincitore a New York nel 2024: prevale di un nonnulla il primo, sono infatti accreditati dello stesso finale di 2h04.20.

Con il tempo finale di 2h02.27, oltre a sfiorare il suo primato personale di 2h02.25, realizza il settimo miglior tempo di sempre in maratona.

Forse per Kipchoge è stata l’ultima maratona di alto livello, ha chiuso al settimo posto in 2h05.25, preceduto dal campione olimpico di maratona, l’etiope Tamirat Tola (2h04.42).

Purtroppo ritirato Yeman Crippa dopo il 30esimo chilometro, al momento che scrivo non è dato sapere se per infortunio o altre ragioni; peccato perchè il passaggio alla mezza in 1h01’55 prometteva bene, forse anche troppo bene?.  

Nella gara femminile vittoria in 2h15’50 per l’ex primatista del mondo, l’etiope Tigist Assefa, che realizza il miglior tempo di sempre in gara sole donne; cedimento netto verso il km 35 della keniana Joyciline Jepkosgei (2h18’44). Terzo posto per Sifan Hassan, che chiude in 2h19’00.

Splendida la prova di Sofiia Yaremchuk, che con 2h23.14 (passaggio alla mezza in 1h11’39) migliora il suo primato personale di due secondi e il record italiano. Se si considera che il percorso di Londra è oggettivamente meno veloce di Valencia (dove aveva ottenuto il precedente record) è bello pensare che questa ragazza ci darà  e si darà ancora grosse soddisfazioni.

 

 

 

 

 

26 aprile 2025. Si è svolto oggi, presso la sede di Fidal Milano, un convegno tenuto da due autentici professionisti dell’atletica leggera, Giorgio Rondelli e Silvano Danzi. Il focus era su due campioni come Giovanna Epis e Pietro Arese ed i rispettivi metodi di allenamento, ma in realtà è stato particolarmente utile per i tecnici e gli appassionati che hanno potuto apprendere nozioni che andavano ben oltre le semplici tabelle.

E’ stato bello ritrovarli insieme, anche perché in passato tra i due tecnici il rapporto non è stato così facile, oggi invece hanno messo congiuntamente a disposizione le enormi conoscenze di cui dispongono.

Silvano Danzi ha raccontato l’evoluzione di Pietro Arese, rivisitando le tappe che negli ultimi 12 mesi lo hanno portato a crescere davvero tanto, fino a cogliere un prestigioso bronzo sui 1500 metri agli europei nel 2024. Il riferimento della sua esposizione era focalizzato sull’altura, e su quanto e come ha inciso nella preparazione e nello sviluppo del suo atleta. Molto interessante il dettaglio sulle modalità dell’allenamento in quota: altitudine, quanto tempo, quante volte e tanti altri particolari di notevole interesse.

Giorgio Rondelli invece ha parlato della crescita di Giovanna Epis, atleta che allena dal 2017, quando correva la maratona in 2h32’31 e fino al suo record personale di 2h23’46, ottenuto ad Amburgo nel 2023. Allenatore con grande esperienza e di “vecchia scuola” , ma non per questo meno capace di portare significativi contenuti e contributi all’atletica leggera odierna. Ha ben evidenziato i cambiamenti della preparazione verso la maratona , una sorta di “mezzofondo prolungato verso i 42,195 chilometri”, visto ormai le prestazioni che si realizzano. Si è dichiarato favorevole all’altura, che tuttavia deve essere “un vestito fatto su misura per gli atleti”, perché non tutti possono trarre gli stessi benefici, essenziale personalizzare al meglio la relativa preparazione.

La partecipazione all'evento ha assegnato 0,5 crediti formativi ai tecnici tesserati per la Federazione Italiana di Atletica Leggera.

13 aprile 2025. In mezzo a tante discussioni, denunce e litigi è un fatto che l’atletica leggera continui a vivere un momento d’oro. I campioni europei 2025 sono Nadia Battocletti, che nell’occasione porta il suo personal best sulla 10 k a 31’10, e Iliass Aouani, che grazie ad una notevole capacità tattica di gestione della gara, vince la maratona con un tempo interessante, 2:09.05, perché ottenuto su un percorso non proprio scorrevole. Giovanna Epis chiude al quinto posto, tempo 2:29’14.

Al recente Cross del Campaccio, avevo intercettato papà/coach Giuliano Battocletti: si parlava di un 2024 spettacolare, ma lui mi disse "vedrai che il 2025 sarà anche meglio". Detto e fatto, dai cross alla pista e alla strada, ovunque corra Nadia è spettacolo, e successi. 

Oro a squadre nella 10 k al femminile, con tre atlete nella top ten, grazie al contributo di Sofia Yaremchuk (7^, nuovo pb in 31’39), Valentina Gemetto (9^ in 31’44, nuovo pb ).

Nella gara maschile è Eyob Faniel il primo degli italiani, 9° in 28’14 (a soli 6 secondi dal suo record personale); a seguire Francesco Guerra (17° in 28’35), Luca Alfieri (30° in 29’05), Yassine Bouih (30° in 29’48) e Badr Jaafari (52° in 29’53).

Nella mezza maratona corsa ieri, bronzo individuale di Sara Nestola e argento a squadre, grazie al contributo di Rebecca Lonedo (7^ in 1:12.43) e Nicole Svetlana Reina (17^ in 1:14.11).

Sul podio argento anche per il team maschile: Yohannes Chiappinelli è quinto in 1:02.11, Ahmed Ouda 14° in 1:02.58, Xavier Chevrier, 17° in 1:03.33 e Pasquale Selvarolo, 19° in 1:04.02.

Complessivamente molto positiva la trasferta in Belgio, l’Italia porta a casa 6 medaglie: tre ori, un argento e due bronzi.

8 aprile 2025. Oggi è, o dovrebbe essere, più facile di ieri scegliere le scarpe, l’offerta è davvero ampia, ma proprio per questo un podista, magari alle prime armi, potrebbe faticare un po’ di più a trovare il prodotto giusto per le proprie esigenze.

Allora inquadriamo subito queste Bondi 9: vanno davvero bene per la maggior parte dei podisti, semplicemente perchè appartengono alla categoria cosiddetta “massimo ammortizzamento”, quella che è, o dovrebbe essere, la preferita da chi non ha problemi di appoggio (magari causa eccessiva pronazione). Una volta si sarebbe definita categoria “A3”, in realtà si tratta di una classificazione ormai superata, grazie ai diversi materiali utilizzati rispetto a tempo addietro.

Il drop, quindi lo “sbalzo”, la differente altezza tra tallone e avampiede è di 5 mm, se vogliamo un po’ ridotto, ma ancora nei limiti, magari richiede un minimo di adattamento se si è sempre corso con scarpe aventi drop particolarmente elevati (10-12 mm). Si ricorda che le due situazioni contrapposte comportano svantaggi e svantaggi; con un drop elevato si lavora molto più di tallone, la corsa può risultare più confortevole, caviglia e polpacci “lavorano” meno, e questo può essere il limite. Al contrario, un drop basso, o addirittura zero, favorisce una corsa più naturale, un appoggio più avanzato ed un maggior coinvolgimento del piede e dei polpacci. Proviamo a dire che per chi comincia o non corre molto sono meglio le scarpe con drop alto, però è una buona idea nel tempo, attraverso il giusto adattamento, passare a “sbalzi” più contenuti. Questo discorso vale per chi corre in piano, perchè in salita tendenzialmente è meglio utilizzare scarpe più alte posteriormente, perchè il gesto tecnico quando si sale prevede già una sollecitazione importante di tendini e polpacci.

Tornando alle nostre Bondi 9 il produttore ci racconta questo:

Le Bondi 9 sono caratterizzate da una nuova intersuola in schiuma EVA applicata tramite un processo innovativo, che offre una corsa morbida e ammortizzata, divenuta sinonimo di Bondi. La schiuma è più leggera, più resistente e più dinamica, e conferisce una maggiore resistenza e comfort. Inoltre l'intersuola presenta geometrie rinnovate e un Active Foot Frame™ concentrato sul retropiede per migliorare il supporto e il controllo. Infine, 2 mm di altezza dello stack in più e un MetaRocker™ fluido garantiscono una corsa morbida e ammortizzata.

La tomaia strutturata in tessuto con traspirabilità variabile secondo le zone crea una sensazione più confortevole, mentre il nuovo collarino sagomato 3D offre una sensazione ancora più morbida e una calzata più comoda. La suola della Bondi 9 è rifinita in Durabrasion Rubber per proteggere le zone ad alta usura, assicurando trazione, passo dopo passo”.

Ci ho corso “dentro” per circa 150 km e posso confermare che il confort è elevato, si sono adattate subito e bene ai miei piedi, e i miei piedi a loro. Un passaggio importante: peso 72 chili e corro con le Bondi 9 ad un ritmo di 5’/km, per un totale di 30-40 km/settimana, prevalentemente in piano, anche perché a Milano e dintorni il massimo del dislivello che puoi trovare è rappresentato dai cavalcavia; ho un appoggio sostanzialmente neutro, una leggera pronazione, accentuata anche dai ritmi lenti a cui corro, che però non vale la pena correggere.

Le Bondi 9, ammortizzano o sono reattive? Sento spesso parlare di scarpe ammortizzanti/protettive e di scarpe reattive/performanti, ma anche di miracolose scarpe che ti proteggono e ti fanno anche andare forte. Non esistono! Una scarpa che protegge è ovviamente più strutturata e pesante, un’altra con la quale gareggiare e fare allenamenti veloci è più leggera e meno protettiva, ovviamente. Ecco quindi che i brand più importanti per gli amatori (che rappresentano il 90% del mercato) sono sempre alla ricerca di una soluzione che rappresenti il miglior compromesso possibile. Per non andare in confusione e sbagliare nelle scelte, oltre ad avere ben chiaro quanto scritto sopra, una buona soluzione è quella di alternare due paia di scarpe, secondo il tipo di allenamento o gara che si deve fare. A mio avviso nelle Bondi 9 il compromesso è ben riuscito, ottima scarpa da allenamento ma anche per distanze, come mezze e maratone, a condizioni di non avere problemi di appoggio e di non pesare troppo (diciamo 80 chili e oltre). Invece è ragionevole pensare che chi corre a ritmi veloci, diciamo vicino ai 3’/km sui 10 k e 3’30/km sulla mezza, possa trovare meno soddisfazione, salvo che per le classiche uscite lente/rigeneranti, ma credo non siano questi ultimi il principale target di Hokaper le Bondi 9.

Una divagazione sulla durata delle scarpe che, ebbene si, durano meno di una volta (e costano di più). Quando si devono cambiare? Difficile rispondere in modo preciso, di certo per le tipologie massimo ammortizzamento e stabili (le “vecchie” categorie A3 e A4) almeno 500-600 chilometri si dovrebbero fare (quelle intermedie e in genere più leggere, categorie A1 e A2, durano di meno).

Però le variabili sono tante, riassumo le principali.

La superfice su cui corriamo, l’asfalto consuma battistrada e stressa l’intersuola più rapidamente; il ritmo a cui corriamo, più è lento e più la scarpa tenderà ad usurarsi maggiormente; se il nostro appoggio non è omogeneo; se calziamo le scarpe sbagliate; se siamo un po’ pesanti…

Però non guardiamo solamente il battistrada, potrebbe anche avere un consumo omogeneo (determinato da appoggi neutri) anche dopo 7-800 chilometri, invece l’intersuola potrebbe aver perso gran parte della sua capacità di ammortizzare. Infine, “sentitevi”; nel corso degli anni chi corre avrà una sensibilità sempre maggiore e facilmente si accorgerà da solo quando è il momento di cambiare scarpe.

Le scarpe oggi durano di meno e pesano anche di meno, la (grande) differenza la fanno i materiali utilizzati, quella bella sensazione di confort, morbidità, probabilmente si paga anche in termini di durata.

Quanto dureranno le mie Bondi 9? Ve lo racconto più avanti.

 

Ultimi commenti dei lettori

Vai a inizio pagina