Podismo, una passione invischiata dalle pastoie legali
Il recente record di partecipazione alla maratona di Roma, con un numero di atleti stranieri (circa 7700) che ha superato gli italiani (circa 7400), però non risulta dalle classifiche ufficiali dei competitivi, che risultano “soli” 7478, a fronte degli oltre 15mila complessivi dichiarati dal comunicato ufficiale (15175 per l’esattezza, su 19mila iscritti): ciò ha suscitato, soprattutto sui social, una serie di interrogativi, sulla singolare collocazione dei maratoneti cosiddetti “turisti”, non ammessi cioè alla gara agonistica (sebbene il loro sforzo, e il conseguente rischio sanitario, sia esattamente lo stesso degli agonisti) per la particolare normativa medica italiana (e, per ora, della sola Francia, dove però si annuncia un cambiamento da settembre), che impedisce la partecipazione a chi non sia tesserato per una Federazione riconosciuta a livello internazionale o non sia in possesso di una certificazione medica equivalente a quella richiesta per i tesserati italiani (ma che nessun paese al mondo richiede).
Abbiamo chiesto un commento a Sebastiano Scuderi, autore di numerosi interventi statistici e di commenti sul fenomeno (qui l’ultimo, sul “doppio conteggio imposto dalla Fidal: https://podisti.net/index.php/commenti/item/11202-maratone-e-soprattutto-mezze-2023-continua-la-crescita.html), che ben volentieri ce lo ha concesso.
Cos’è il podismo?
Tutto cominciò, o almeno ebbe il suo incremento decisivo, il 2 dicembre 1973: da quella data fino al 2 giugno 1974 fu bloccata la circolazione delle auto alla domenica. La crisi energetica in un anno portò in Italia l’inflazione dal 5 al 25%. In questa situazione gli Italiani trovarono un modo intelligente di superare la crisi e la depressione, e si fecero largo le prime camminate coi nomi più strani, “tapinate”, “tapasciate”, “corride” soprattutto in occasione delle feste patronali, delle fiere, delle ricorrenze. Erano quasi tutte manifestazioni non competitive con l’unico scopo di stare insieme, di esorcizzare con la fatica i problemi sociali, economici e politici del tempo: oggi solo in Piemonte ogni anno sono in calendario FIDAL oltre 200 manifestazioni tra strada, cross e montagna, oltre al centinaio organizzato dagli Enti di Promozione Sportiva.
Ma, a parte queste manifestazioni organizzate, i parchi e le strade sono percorsi a tutte le ore da podisti di ogni età, perché correre fa bene alla salute non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale: quando si corre si è soli con se stessi e con i propri pensieri, il cervello si apre e tutto è più semplice; questa non è poesia, ma realtà, provare per credere.
Alla fine degli anni ’70 all’interno dei Dopolavoro Aziendali si formò il Gruppo Podismo con lo scopo di aggregare tutti i podisti e sviluppare iniziative di socializzazione; in 30 anni i soci hanno percorso migliaia di chilometri, fino alla mitica maratona di New York.
Nel 1982 lo Stato volle regolamentare la materia e così si arrivò alla Normativa sulla tutela sanitaria in Atletica Leggera, in cui venivano indicati TRE tipi di Certificato: Agonistico, Non Agonistico per tesserati EPS e FIDAL e Ludico motorio.
Lo Statuto FIDAL attualmente in vigore, al comma 2 sul tesseramento recita: c) Gli Atleti. Sono atleti i tesserati di qualsiasi categoria prevista nel Regolamento Organico che svolgono attività sportiva agonistica e non agonistica di cui al Regolamento Organico.
Il Regolamento Organico precisa, all’articolo 11 – 2: Gli Amatori (20 anni e oltre) svolgono attività ludico motoria e amatoriale.
Dunque la FIDAL NON può rifiutare il tesseramento di un Amatore: deve prevedere questa categoria, anziché inventarsi prima il cartellino giornaliero e poi la Runcard. Questo darebbe modo alle Società di poter tesserare anche chi vuole semplicemente correre con gli altri, agonisti o non agonisti.
Ma questo non risolverebbe il problema degli stranieri, a meno che non si tesserassero anche loro come Amatori.
Forse non tutti conoscono la nostra Costituzione, ma l’articolo 32 stabilisce che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. E come ho scritto sopra, la legge autorizza la partecipazione col certificato non agonistico: che può essere rilasciato dal medico di base.
Postilla 12 aprile 2024: a un organizzatore che aveva chiesto lumi alla Fidal su una propria gara, la risposta è stata:
La partecipazione di cittadini stranieri a manifestazioni turistico-sportive non ricade sotto l'egida della Fidal, pertanto la Federazione non può rilasciare una modulistica dedicata.
Trattandosi di un'attività non competitiva gli organizzatori devono riferirsi in autonomia alla legislazione vigente sia in termini assicurativi che di eventuale certificazione medica necessaria.
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