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Apr 07, 2024 1909volte

Milano Marathon poco amica degli atleti italiani

partenza prima ondata partenza prima ondata foto Colombo/Lapresse

7 aprile 2024. Si è appena corsa la maratona di Milano, i risultati reali, ovvero quelli che sono pubblici a tutti, dicono di 6911 partecipanti (8.545 iscritti dichiarati) che hanno concluso la gara entro il tempo massimo ammesso di 6h30’. Decisamente un ottimo risultato in termini quantitativi, infatti migliora nettamente sia quello del 2023 (4635) che del 2022 (4935); che poi Milano meriti di più, molto di più, è un altro discorso sul quale credo siamo in molti ad essere d’accordo. Interessante il contributo dei numerosi partecipanti stranieri in versione “turistico-sportiva” (quasi 1500) che, pur avendo concluso la loro gara e vedendo registrato il proprio risultato cronometrico, secondo le vigenti normative correttamente non vengono inseriti nella classifica ufficiale.

Dal punto di vista cronometrico il risultato dei primi tre atleti maschi(2h07’12-2h07’36-2h07’52) è sostanzialmente identico a quello del 2023; leggermente peggio hanno fatto le donne, 2h26’32-2h27’12-2h30’52 contro 2h26’13-2h26’30-2h28’08 del 2023, sempre relativamente alle prime tre posizioni.

Sono quindi lontani i fasti degli anni passati, quando Titus Ekiru vinse in 2h05’05 nel 2021, o addirittura 2h02’57 del 2020 (o anche 2h19'34 della etiope Gebremaryam), tempi che proclamarono Milano come la sede “della maratona più veloce mai corsa in Italia”; purtroppo poi sappiamo come sono andate le cose, con l’atleta keniano squalificato per doping, 10 anni, mica poco. Risultati ovviamente rimossi dall'albo d'oro. Milano resta comunque saldamente al primo posto col notevole 2h03'54 del keniano Kipiego.

Fatto un minimo di cronaca, (cfr. anche https://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/11522-a-kipkosgei-e-gebeyahu-la-wizz-air-milano-marathon-2024.html vorrei soffermarmi sul montepremi, davvero ricco, 13.000 euro ai vincitori, 6500 per il secondo posto e così via, moltiplicato per due (uomini/donne) genera un totale di 56.000 euro, a cui aggiungere quello degli italiani, come vedremo più avanti). Davvero niente male, quantomeno per gli standard delle gare italiane, e tutto sommato stupisce che le prestazioni cronometriche non siano state di livello eccezionale; ciò comporta un sensibile risparmio per gli organizzatori (soprattutto al femminile), dato che il montepremi prevedeva un “malus” del 50% per prestazioni superiori a 2h10’ e 2h27’ (maschile e femminile).

La cosa che in realtà mi aveva colpito è il montepremi destinato agli italiani, che di norma è sempre stato il 25% sul totale. Salvo eccezioni.

Nell’immagine sottostante, a sinistra vedete una prima release, chiamiamola così, come appariva dal sito della società organizzatrice, che mostra (mostrava fino a pochi giorni dalla gara) un montepremi assolutamente ridicolo per gli atleti italiani, largamente al di sotto del 25%, come previsto dalle normative vigenti, almeno sino al 31/12/2023. Infatti, almeno sino al 2 aprile, il regolamento non  era approvato da Fidal, diversamente sarebbe stato pubblicato nel calendario.

Certo che un premio di 250 euro per vincere la classifica degli italiani temo non abbia sortito un enorme entusiasmo italico a partecipare. Ma veniamo alla “seconda release”, a destra nella foto; il montepremi per gli italiani sale a 1200 euro, sempre per il primo classificato e poi a scalare.

 

Il nuovo regolamento è stato poi pubblicato sul sito Fidal, quindi approvato, a pochissimi giorni dalla gara. Come si può notare il totale è di 5.000 euro, meno del 10% sul totale, quindi sempre ampiamente al di sotto del 25%. Però va bene così, perché una nuova, nuovissima norma Fidal, talmente nuova da non essere nota in prima battuta agli addetti ai lavori, prevede di poter limitare a 5.000 euro il montepremi riservato agli atleti italiani, qualora il complessivo sia superiore a 20.000 (quello di Milano Marathon è ben oltre); in realtà, come si legge, può variare da 5.000 fino al 25% della norma, pertanto Milano Marathon poteva oscillare da 5.000 a 14.000 (sempre da aggiungere la componente riservata agli italiani), ma ha scelto il “minimo sindacale”.

Quindi siamo nella regolarità e nel rispetto delle normative, tuttavia viene da chiedersi come è possibile che nessuno si fosse accorto del clamoroso errore iniziale, e se è normale cambiare un montepremi a pochi giorni dalla gara, quando è ovvio che le scelte sono ormai state fatte: del resto stiamo parlando di correre una maratona, ben poco da improvvisare. Tutto ciò certamente non avrà invogliato gli atleti italiani a partecipare.

Ora dobbiamo rilevare che ci troviamo col primo italiano e prima italiana che portano a casa 1200 euro, comunque niente male e ben più del sesto e sesta assoluta che, arrivati oltre un quarto d'ora prima, portano a casa 500 euro. Rispetto e anche invidia per i forti master Giovanni Vanini (2h25’08, nuovo personal best) e Damiana Monfreda (2h54’42),ma qualche riflessione sulla attuale formula andrebbe fatta.

Pasticciaccio montepremi Milano Marathon a parte credo che gli organizzatori dovrebbero fare qualche ragionamento sul fatto che gli atleti italiani, intendo di fascia alta e medio-alta, non si vedono proprio a questa gara, e non è certo la prima volta (escludiamo le eccezioni nel tempo ad alto livello di Yeman Crippa o Iliass Aouani). Certo, si devono fare delle scelte, ma non è bello così; oltretutto credo che ogni organizzatore di gare dovrebbe dare un contributo allo sviluppo dell’atletica italiana, favorendo la partecipazione degli atleti italiani, e la Federazione dovrebbe imporre o almeno suggerire qualcosa in questa direzione (non necessariamente attraverso il montepremi). Ma la mia è forse una visione un po’ troppo romantica, magari persino fuori luogo di questi tempi.

Sempre sul versante della “propensione” verso gli atleti italiani (dal punto di vista di chi organizza le gare e gestisce gli atleti di maggior valore) è molto interessante e meritevole di menzione quanto è accaduto alla Stramilano dove, evidentemente, qualcosa è stato ben fatto in questa direzione. Basta guardare la classifica per notare gli ottimi riscontri cronometrici, con 56 atleti sotto 1h10’, con 21 italiani ma anche 12 francesi, 6 svizzeri, etc.; alla fine il discorso non è solo quello di “favorire” gli italiani, ma di una partecipazione anche qualitativa che coinvolga una vasta platea di atleti, non solo africani.

Chiunque si intenda di atletica sa che è importante avere gare combattute a diversi livelli: se tra il primo o i primi ci sono troppi buchi rispetto a chi arriva dopo, le gare perdono di interesse. Ne risente lo spettacolo per chi guarda e non è stimolante per gli atleti stessi, cosa che invece accade se si ritrovano in un certo numero, con simili capacità, c’è maggior competizione ma anche collaborazione per correre più velocemente.

Credo che gli organizzatori dovrebbero fare qualche riflessione per avere gare più belle, a tutti i livelli, cominciando proprio dagli atleti italiani che, come dimostrato alla Stramilano, se ci sono le condizioni non corrono poi così piano.

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