Gare Fidal : avanti gli stranieri, tutti
Sia pure in mancanza di una comunicazione ufficiale, pare ormai certo che gli stranieri potranno partecipare liberamente alle mezze e alle maratone italiane del calendario federale.
Una decisione che certamente farà felici gli organizzatori italiani, in particolare quelli che prevedono gare in località a vocazione turistica, come Venezia, Firenze, Napoli, Roma: ma in realtà ne beneficeranno un po’ tutti.
Di cosa si tratta esattamente? Fino a questi giorni la partecipazione di atleti stranieri era automaticamente accettata se appartenevano a team riconosciuti dalla federazione di appartenenza; in pratica erano equiparati a tutti gli effetti ad un tesseramento Fidal. In alternativa potevano sì partecipare, ma a condizione di disporre di certificato medico sportivo agonistico e di tesseramento Runcard. Per uno straniero non tesserato con una federazione significava doversi sottoporre a visita medica (costo in Italia da 50 a 80 euro, nei paesi europei qualche centinaio di euro). Non solo: era obbligatorio il tesseramento Runcard, altri 30 euro. Una richiesta che evidentemente appariva risibile, dato che la Runcard, a parte la possibilità di poter correre le gare agonistiche, fornisce sconti e vantaggi usufruibili solo in Italia. In sostanza, allo straniero, dei punti al supermercato Pinco Pallo o dello sconto per un acquisto di scarpe in qualche negozio italiano frega meno di niente.
Insomma, pareva loro un’autentica gabella, oltre ad una inspiegabile complicazione burocratica. E nulla più.
Di fatto queste limitazioni hanno sempre ridotto il numero di stranieri, anche se ogni organizzatore si è sempre ingegnato nell’escogitare “modalità” per aggirare l’ostacolo, sotto forma di autocertificazioni, dichiarazioni di essere in possesso dei requisiti, ecc ecc.
Siccome gli stranieri che partecipavano non erano comunque pochissimi, viene da pensare che la federazione italiana non abbia mai esercitato un severissimo controllo su queste pratiche.
La stessa Fidal che ora pare dia via libera, adeguandosi a quanto già avviene nella maggior parte dei paesi stranieri.
Che cosa accadrà, quindi, nelle gare agonistiche? Se non sono tesserati come agonisti a tutti gli effetti, cosa che invece sarebbe se appartenessero a gruppi sportivi nel loro paese (le nostre ASD, associazioni sportive dilettantistiche, per intenderci), potranno comunque essere regolarmente classificati? Concorrere per i premi assoluti e di categoria? Verranno equiparati ai nostri Runcardisti, quindi con alcune limitazioni (esempio no premi in denaro)? Oppure non potranno proprio essere classificati (tipo come si fa - raramente - con le non competitive: ti do il tempo, in ordine alfabetico, e via andare)?
Attendiamo che il tutto sia ufficializzato ed allora ne sapremo di più
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