Basta poco per tornare ad essere dei mostri
E’ passata solo una settimana, ma sembra un secolo. Siamo usciti ed abbiamo pienamente apprezzato tutto quanto ci pareva scontata normalità. Correre lontano da casa, per i nostri soliti giri. Senza restare attaccati ad una catena lunga 200 metri, come pericolosi cani da guardia. Senza nessuno che ci gridasse “Dove vai scemo?” oppure “Devi morire!”. Siamo tornati trasparenti. Non ci notano più. Al massimo torniamo ad essere quegli stupidi che corrono, bontà loro. In compagnia degli amici di sempre, giusto con qualche accortezza, come mantenere il distanziamento e le mascherine.
Ecco, da quello che ho visto correndo in giro, parlando con altri podisti o vedendo alcune immagini alla televisione, ritengo che il discorso mascherine non sia stato ben compreso da tutti noi. Se praticamente in tutta Italia è ormai possibile correre senza indossare la mascherina, a non tutti sono chiari due concetti. O meglio fanno finta di non ricordarli.
Il primo è che anche quando si corre esistono un prima e un dopo. Due fasi durante le quali si ritorna ad essere cittadini normali, obbligati a coprirsi naso e bocca.
Il secondo è che se mentre corri incontri altre persone, passando vicino a loro, è altrettanto obbligatorio e prima ancora un tuo dovere non diventare fonte di contagio o quantomeno di preoccupazione per il tuo prossimo. Bene cercare di passare al largo, ma se anche al posto di un metro ce ne sono due o tre, credo che tirarsi su la mascherina o una scaldacollo per qualche secondo resti un dovere morale prima ancora che giuridico.
Per favore, continuiamo a restare trasparenti agli occhi dell’opinione pubblica e dei media, non roviniamo l’onorabilità della nostra categoria con comportamenti irresponsabili. Facciamo in modo che i legislatori si occupino di altri argomenti e appena sarà possibile, consentano di ritornare a gareggiare.
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