Zola Predosa (BO), Trail dell’Abbazia: un messaggio per tutta la regione
Il 12 settembre scorso, quando nella stessa località si svolse la prima gara competitiva di tutta la regione dopo sei mesi e mezzo di buio, mi auguravo che “il coraggio di ripartire” mostrato da questo comune giovane e a misura di gioventù, ma anche accogliente per noi vecchi podisti, fosse seguito da altri in regione.
Così non è stato, quantomeno in provincia di Bologna: e allora è toccato di nuovo a Zola, al suo associazionismo sportivo, al sindaco Davide Dall’Omo, quarantacinquenne con un grande passato nella pratica e nella gestione dello sport (e che a Natale ha passato il Covid senza farsene fiaccare), e alla famiglia Montecalvo al completo (Nicola è nella foto 432), di riprendere in mano le sane abitudini di un trail apprezzato fin dal 2013, e rilanciarlo in una data come questo sabato 1° maggio.
A settembre, vista la lunga disabitudine all’agonismo, si era offerto un trail “light”, ridotto, rispetto al glorioso passato, a 7 km con 200 metri di dislivello, e salutato da un successo impensabile con 150 partecipanti (sui 120 inizialmente fissati), e iscrizioni chiuse molto in anticipo.
Stavolta si replica, su una lunghezza raddoppiata e irrobustita nel dislivello, che toccava i 550 metri, con un paio di salite brevi ma tostissime tra i km 8 e 11,2, dove addirittura gli organizzatori avevano sistemato corde alpinistiche per trascinarci su.
Previsti 250 iscritti, ammessi alla fine (per bontà loro e l’intelligente comprensione della Fidal regionale, qui rappresentata da Christian Mainini) in 350, e se avessero lasciato aperti i cancelli ne sarebbero venuti almeno 500: C’È FAME DI CORSA, DI ARIA APERTA, DI RITROVO TRA AMICI, DI ALLEGRIA, DI SALUTE, e solo una comunità di ragazzi in gamba come quelli di Zola sembra per ora capirlo dalle parti di Bologna (quanti erano venuti con le loro biciclette lungo il percorso a segnalarci la direzione, spesso aiutati da vigilesse pure loro giovani e carine!).
Un numero così alto ha reso impossibile la partenza individuale a cronometro, 20” l’uno dall’altro, usata la volta scorsa, e si è optato per partenze ogni 5 minuti, scaglionate per gruppetti di 50, tutti a debita distanza e con mascherine per i primi 500 metri. Tariffa di iscrizione davvero economica, a 10 euro, comprensiva di pacco-gara, della mascherina nuova data al traguardo, e di un ristoro intermedio che non era di sola acqua (come annunciato), ma di tè, bevande idrosaline e altro.
Perfetta come sempre l’organizzazione: parcheggio più che sufficiente a fianco del ritrovo; campo sportivo recintato dove si accedeva solo dopo verifica della febbre (al mio 35.4 mi sono chiesto come facevo a stare in piedi). E, come già si sapeva, un bellissimo percorso, i cui panorami sono ben visibili dalle foto di Teida Seghedoni (ecco un altro piacevole ritorno, assieme a quello di Jader che qui è di casa): vedere nel suo servizio le foto 13-22, e poi 66 e seguenti, 284, 375, 414 e tanto altro.
Ottime le segnalazioni con frecce, ma nella maggior parte del percorso bastava seguire l’accurata rasatura dei prati che ci ‘scavava’ il tracciato nel rigoglio vegetale di questa stagione meravigliosa (a proposito: i meteo- astrologi avevano previsto pioggia al 90%, infatti c’era il sole).
Doveroso dire dei vincitori, rinviando alla graduatoria integrale per la lista di tutti i 329 classificati, equamente divisi fra Bologna, Modena, Reggio, Ferrara, Ravenna e oltre (e va detto che pur non essendoci chip, la divulgazione delle classifiche è stata di una celerità incredibile): ha dominato Jacopo Mantovani tra gli uomini, con tre minuti di vantaggio sul secondo; il terzo, Favaron junior, era stato secondo nel 2020. Il quarto, il modenese Xhemalaj, coi suoi 27 anni è tra i giovanissimi del lotto. Settimo assoluto il 50enne Massimo Sargenti, primo appunto della categoria over 50.
1 01.01.57 Mantovani, Jacopo. 1980 1 M Under M50 CSI Sasso Marconi
2 01.04.52 Bianchi, Filippo. 1986 5 M Under M50 Pro Sport
3 01.04.59 Favaron, Fulvio. 1992 8 M Under M50 Unione Sportiva Zola Predosa
4 01.05.19 Xhemalaj, Saimir. 1994 29 M Under M50 Modena Runners Club ASD
5 01.06.11 Gervasi, Fabio. 1988 12 M Under M50 Atletica Castelnovo Monti.
Tra le donne, vittoria assoluta di Mélina Clerc Grosjean, trentatreenne, che ha preceduto di due minuti l’intramontabile Isabella Morlini, vincitrice del 2020 e che oggi si accontenta del successo tra le over 50 (in realtà non li ha ancora compiuti, ma fa testo il millesimo)
Under F50 1 01.11.14 Clerc - Grosjean, Mèlina. 1988 3 Tornado Team
F Under F50 2 01.17.48 Mezzadri, Elisa. 2000 87 ASD Francesco Francia
F Under F50 3 01.22.55 Tognini, Sara. 1981 109 ASD La Galla Pontedera Atletica
Over F 50 1 01.13.08 Morlini, Isabella. 1971 2 Atletica Reggio ASD
F Over F 50 2 01.33.49 Sitta, Emanuela. 1969 239 GP I Cagnon
F Over F 50 3 01.33.50 Casadio, Monica. 1959 258 GPA Lughesina
Ma lasciatemi dire che il bello di questa corsa sta nei podisti normali o sub-normali (categoria nella quale mi ci ficco volentieri, incurante del disprezzo di quel tal pamphlettista bolognese – oggi ovviamente assente - che negli squalificati webinar cui partecipa esecra il fatto che noi, gente da 4 ore abbondanti in maratona, o l’allegrone delle foto 242-245, ci permettiamo di profanare con le nostre pelate o pancette o le andature rasoterra il sacro recinto dell’atletica sublime).
Viva dunque Paolino Malavasi (foto 489-90) che incrociato in un avant-indré verso il km 8 mi ha mormorato “Divoc-can, s’lè dura!” (dove Divoc non è una bestemmia ma solo Covid letto al contrario, perché noi podisti siamo contro il Covid ben più che i fanatici del “tutti a casa”). E viva il Giuseppe Cuoghi della Cavazzona, classe 1947 (foto 221-5, 672-8), che ha vittoriosamente conteso il penultimo posto all'amico Lele Vassalli da Ferrara, classe 1971 (quello delle foto 242-5); mentre i cugini Giaroli si impegnavano in una lotta cuginicida vinta da Angelo (foto 321, 617) con 4 secondi su Paolo; e vivano gli sposi Claudio e Simona da Modena, che procedendo come sempre in coppia (foto 187-8) sono stati sotto il rispettabile traguardo delle 2 ore.
Viva tutti questi, e naturalmente viva anche la prof Isabella o l’operaio Saimir, che nei giorni festivi non vanno agli happy-hour o alle dirette Facebook, ma spendono le proprie fatiche dovunque un organizzatore coraggioso e responsabile gliene offra l’occasione.
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