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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

Un’altra gara che in questo infausto 2020 non si farà, in mezzo alle tante. Alza bandiera bianca la Trento Half Marathon in programma il 4 ottobre. Conoscendo bene la realtà di questa manifestazione sono convinto che ce l’abbiamo messa tutta, ma di fronte ad una precisa disposizione delle autorità locali c’è ben poco da fare. E anche da sperare in uno sblocco della situazione che pare sempre più imminente, tuttavia una manifestazione di queste dimensioni e con il coinvolgimento di tutte le categorie, oltre ai master, non poteva più aspettare per decidere. Resta una fiammella sulla possibilità di poter fare il Gir al Sas, storica gara ad invito sui 10 k, che spegnerebbe 74 candeline il prossimo 3 ottobre.

Questo il comunicato completo del comitato organizzatore

Cari runner 

abbiamo continuato a credere di poter organizzare la 10a edizione della Trento Half Marathon del 4 ottobre. Con ottimismo abbiamo coltivato la speranza di poter tornare a correre tutti insieme. Ora con rincrescimento dobbiamo rassegnarci ad assumere la sofferta decisione di annullare la Trento Half Marathon l’edizione 2020. Avremmo voluto organizzare una 10a edizione col botto, ma resta un sogno. Le ordinanze provinciali vietano ogni pubblica manifestazione fino al 14 ottobre. Siamo consapevoli della situazione e riteniamo giusto che prima di tutto sia da salvaguardare la salute dei nostri concittadini e dei runner. Siamo rimasti con le dita incrociate, nel tempo sospeso da marzo ad oggi, fiduciosi di poter tornare alla normalità, ma non sono solo le condizioni sanitarie ora che ci convincono a non tergiversare oltre.  Evitiamo ogni una discussione fra audaci e prudenti, che per noi resta, nel serraglio di vecchie inesauste futili abitudini in relazione alla pandemia e alla ripartenza. Il Trento Running Festival vuol essere prima di tutto una festa per tutti i partecipanti. Lo è durante la preparazione, con il Corri per Trento del Marathon per i trentini, lo è per chi viene da fuori a gareggiare e godere della scenografia della città, lo è la gara e per molti ancora di più il dopo con abbracci e amicizie che si consolidano nel terzo tempo con il pasta party e le premiazioni. Il sogno, le speranze oggi si infrangono, perché oltre l’imperscrutabile situazione sanitaria viene ormai meno il tempo per poter adempiere compiutamente agli impegni, anche finanziari, che la manifestazione impone. Il comitato aveva sospeso le iscrizioni dal 1° maggio e agli iscritti, che verranno contattati verrà offerta, a discrezione, la possibilità del rimborso o del trasferimento dell’iscrizione ad una edizione successiva.

Vogliamo concludere con un arrivederci a tutti i runner per la 10a Trento Half Marathon al 3 ottobre 2021 con l’impegno a farne un’edizione superba e con la speranza di vedervi numerosi a correre su un percorso rinnovato e super veloce e per il ritorno a una grande festa in una manifestazione che vorremmo da record. 

 Un saluto sportivo dal comitato Organizzatore

ASD Città di Trento

 

www.trentorunningfestival.it

 

 28 giugno 2020. Ieri c’è stata la tappa numero 14 delle maratone della speranza, erano 11 poi diventate 20, a grande richiesta dei soci del club ma anche tanti che strada facendo hanno apprezzato l’idea del presidente del Club Supermarathon, Paolo Gino.

Doveroso ricordare che tutto è nato dalla voglia di correre comunque (ognuno a modo suo e compatibilmente con le restrizioni) in un periodo difficile, ma soprattutto ha funzionato bene l’idea della raccolta fondi (appena passata quota 31.000 euro!).

Il calendario sin dall’inizio prevedeva tutte quelle gare che non si potevano fare, diciamo… normalmente. Il via lo ha dato la “Milano resisti marathon” (Milano Marathon), l’ultima doveva essere “Suviana Suchefinita” (maratona del lago di Suviana). Invece il circuito si chiuderà il 9 agosto sul lago d’Orta, con le due tappe “lago d’Orta forever” e “20 di speranza, 20 di dono”, ed è bello che sia così, perché proprio da quelle parti si corre da anni la Orta 10in10 (ma anche 20in20), una kermesse aperta a tutti su distanze che vanno dai 10 chilometri alla Ultra di 57. Ed è ancora più bello perché ad organizzarla è proprio il Club Super Marathon.

Quest’anno sul lago dorato potrebbe essere più difficile correre, ma si confida di riuscire a farlo e le speranze aumentano giorno dopo giorno, di pari passo col miglioramento della situazione generale, un fatto ormai accertato. In ogni caso è certo che in diversi si ritroveranno sul percorso, almeno individualmente. Un bel percorso (ho avuto modo di correrci varie volte, proprio durante la Orta10in10), peraltro attrezzato di fontanelle per cui non è nemmeno difficile farla in autosufficienza.

La tappa odierna prevedeva la “Pistoia Abetone mon amour”, è stata una special edition che ha coinvolto numerose autorità locali. Presenti, tra gli altri, Giordani Chiappelli, che ha corso tutte le 44 edizioni della Pistoia-Abetone. Decisamente apprezzabile l’iniziativa del Comitato Promotore della Ultramaratona Pistoia-Abetone, che ha voluto promuovere una raccolta fondi a favore dell’ospedale di San Marcello Pistoiese (cittadina dove è situato uno dei traguardi intermedi della gara, al km 30).  La gara virtuale prevedeva le consuete distanze, 30 e 50 chilometri, invece i dislivelli richiesti erano addolciti rispetto alla versione originale, rispettivamente 500 e 750 metri positivi.

Prossima tappa il 5 luglio “i conti tornano” (la sei ore dei conti e poi a seguire tutte le altre. Il traguardo più bello sarà quello di raggiungere i 41.195 euro di fondi raccolti perché, come è giusto ricordare, l’intera iniziativa è nata proprio per la passione e la voglia di aiutare concretamente l’emergenza sanitaria.    

 
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Insieme alla pista tornano le corse in montagna, in effetti questa del Trofeo Ciolo è la prima dopo il lockdown. Le restrizioni non hanno scoraggiato gli organizzatori dell’Atletica Capo di Leuca, che dopo il bel campionato del mondo WMRA (World Mountain Running Association) del 2019 svoltosi proprio su questo percorso, hanno voluto dare continuità ad una manifestazione sempre più apprezzata nel corso degli anni.

Un’edizione che si è inevitabilmente svolta in condizioni diverse, per soddisfare le regole anti-covid: partenze a cronometro, un atleta ogni 30 secondi con l’ordine stabilito in base al tempo di accredito (sui 10 km), ciò ha evitato al massimo ricongiungimenti e sorpassi. Il percorso, rispetto a quello tradizionale, è stato sostanzialmente invertito e su giro unico, per un totale di 4550 metri (dislivello 264 positivo e 142 negativo), ma è rimasto ugualmente spettacolare; tracciato chiuso al traffico e al pubblico, con ritiro pettorali programmato; pacco gara che, tra le altre cose, conteneva una mascherina personalizzata della manifestazione (una seconda veniva consegnata all’arrivo). Ristoro finale con liquidi/solidi in busta chiusa. Erano 200 gli iscritti, 190 i classificati, numeri bassi in rapporto a quelli storici del Trofeo Ciolo, certamente influenzati dalla situazione generale; in parte può anche avere inciso la mancanza del certificato medico, scaduto durante il lock down e non rinnovato per tempo (la manifestazione è rimasta incerta fino a pochi giorni prima).

Per quanto riguarda la parte agonistica ha vinto un big di questa specialità, Francesco Puppi (Atl. Valle Brembana), campione europeo e mondiale di corsa in montagna su lunghe distanze, suo il tempo finale di 19:51. Curioso notare che al secondo posto si è classificato il suo allenatore, Tito Tiberti (Free Zone). Completa il podio Emanuele Coroneo (Atl. Corigliano).  Scorrendo la classifica troviamo al quarto posto Gianluca Scarcia (patron del comitato organizzatore) e al sesto posto Paolo Germanetto, responsabile Fidal trail e corsa in montagna.

Tra le donne primo posto per un’atleta tesserata per la società che ha organizzato la manifestazione (Atl. Capo di Leuca), Marta Alò, seguita da Rosa Rella (N.E.S.T.) e Maia Passaseo (N.E.S.T.).

    

 
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Certo che non si può ancora parlare di normalità, ma l’aria respirata al Campo XXV Aprile il 26 giugno infondeva ottimismo, complice la voglia di tutti, atleti, tecnici, addetti ai lavori, giudici inclusi. Gara omologata e quindi tempi validi a tutti gli effetti.

E i risultati non hanno deluso le aspettative: in testa a tutti l’azzurro Chituru Ali, in verità uno specialista sugli ostacoli che ha voluto effettuare dei test sui 150 metri. Aveva cominciato bene a Brusaporto (BG) chiudendo in 15:80, qui addirittura si è migliorato con il tempo di 15:38, miglior prestazione italiana under 23 (Chituru è nella categoria promesse). Molto bene anche Virginia Troiani, vince i 400 metri portando il suo personal best a 53:02 (precedente 53:53, 2018).

Oltre ai 150 e 400 metri si sono corsi gli 800 metri e la staffetta 4 x 100. Per quanto riguarda le restrizioni e limitazioni, corsie occupate alternativamente e disinfezione blocchi dopo ogni partenza. Pubblico (ancora) non ammesso, potevano entrare solo i tecnici e dirigenti, previo controllo della temperatura e firma di un modulo dove si autocertificava la propria condizione. Peccato perché di gente ne era arrivata tanta, che ha finito per assieparsi (assembrarsi) all’ingresso del campo ed in ogni posto all’esterno da dove potesse vedere.

Adesso speriamo in un ulteriore sblocco della situazione, in questo senso il prossimo consiglio federale del 30 giugno potrebbe aprire le porte a diversi meeting. Gli organizzatori, gli atleti e gli appassionati sono in impaziente attesa. Nel frattempo in Lombardia sono già in cantiere diversi meeting, in pratica nel mese luglio si gareggerà ogni fine settimana, a cominciare dal prossimo a Mariano Comense, poi ancora Milano XXV Aprile, Nembro, Casalmaggiore...... C'è tanta voglia di atletica.

22 giugno 2020. Ci hanno provato gli organizzatori, tra l’altro in Austria sono riprese le corse in montagna (in Italia accadrà a breve, 28 giugno prima gara), ma si trattava di un campionato del mondo, quindi un evento di elevata importanza e partecipazione, difficile garantire le necessarie condizioni di sicurezza. Da non dimenticare inoltre che, in quanto campionato del mondo, la decisione era anche legata al parere della WMRA (World Mountain Running Association).

Apprezzabile la decisione degli organizzatori, tutt’altro che comune, di prevedere l’opzione rimborso del costo di iscrizione, oltre alla possibilità di trasferirla all’edizione 2021.

Ecco il testo ricevuto da Andreas Stern, presidente del Comitato Organizzatore

Cari runner, amici e amanti della corsa in montagna,

con rammarico dobbiamo annunciare che, dopo attenta e approfondita valutazione con la consultazione con la WMRA, i Campionati del mondo di corsa in montagna di Masters a Telfes a settembre 2020 saranno posticipati al 03. - 05. settembre 2021.

La situazione con la pandemia Covid-19, i requisiti organizzativi che ne conseguono con esso, le restrizioni di viaggio per le destinazioni internazionali e le regole relative alle corse a distanza tra ogni partecipante, rendono impossibile organizzare un evento equo. Di comune accordo, tutto lo staff ha deciso che quest'anno si svolgerà solo la corsa Telfer Wiesen e la corsa per bambini, mentre non si correrà Schlickeralmlauf.

Vogliamo ringraziare tutti quelli che ci hanno dato fiducia, le iscrizioni già effettuate verranno automaticamente trasferite all’edizione 2021. Se questa soluzione non è gradita sarà sufficiente inviare i propri dati (con IBAN e BIC) e verrà rimborsata la quota già versata.

Nell’attesa di rivedervi in tanti sulla start line nel 2021, vi auguriamo una buona ripresa degli allenamenti e delle gare, quando si potranno fare.

Saluti sportivi, Andreas Stern - OK Chef Schlickeralmlauf

 

Domenica, 21 Giugno 2020 22:50

Brusaporto (BG) - Riparte l'atletica leggera

Brusaporto, 20 giugno 2020. Coraggio, entusiasmo, passione, ecco i principali ingredienti che in questo week end hanno fatto ripartire l’atletica leggera. A Brusaporto, ma anche Formia, Imola, Rubiera, Mariano Comense, Piacenza (se ricordo tutte le manifestazioni in programma). Si è tornato a “respirare l’odore del tartan”, vale per gli atleti ma anche per molti tecnici e addetti ai lavori; si è visto anche tanta Fidal, il presidente Fidal Lombardia Gianni Mauri, i due vice Luca Barzaghi e Roberto Goffi, il consigliere nazionale Sabrina Fraccaroli, Sergio Previtali, fiduciario dei tecnici in Lombardia, parte assolutamente attiva in questa riunione.

La scelta di Brusaporto, oltre alla disponibilità di un bel centro sportivo (invidia per chi viene da Milano), non credo proprio fosse casuale: siamo nella zona più colpita dal coronavirus, era giusto, e bello, ripartire proprio da qui. Controlli temperatura all’ingresso e obbligo di usare le mascherine, come da regole anti covid.

Le gare, ma è più corretto dire le prove ( la dicitura è T.A.C. test allenamento certificato), erano tutte relative alla corsa: 150,300, 800 e 1500 metri. Si è trattato di una “prima” figlia di un progetto iniziato ad aprile, attraverso il quale si è voluto dimostrare che si poteva fare atletica, nel rispetto di tutte le restrizioni imposte, nell’impaziente attesa di tornare a gareggiare sul serio.

Per le caratteristiche della manifestazione i tempi e le prestazioni non erano omologabili, il rilevamento era sostanzialmente manuale. Nelle prove di velocità si occupavano le corsie alternate, on 3 atleti per batteria (la pista di Brusaporto dispone di 6 corsie); nelle gare del mezzofondo è stato deciso di far partire tutti gli atleti distanti 100 metri, a questo punto in prima corsia, con i tempi rilevati manualmente dai tecnici degli atleti o dagli addetti dell’organizzazione (Atletica Brusaporto).

Si sono visti diversi atleti di buon livello, a cominciare da Vladimir Aceti e Edoardo Scotti, rispettivamente 16:10 e 16:14 nei 150 metri; sfida doppiata sui 300 metri, stavolta prevale Scotti (32:98), Aceti fa 33:30. Il miglior tempo sui 150 metri è del promettente Ali Chituru (15:80), anche se la sua specialità sono gli ostacoli.

Bene Vittoria Fontana nei 150 metri (17:04) e l’eptatleta Sveva Gerevini, che ha corso 150 e 300 metri (18:10 e 39:16).

Le prove del mezzofondo sono state una sorta di corse ad inseguimento; negli 800 metri interessante la prova dell’allievo Francesco Pernici, 1:52:1, sempre con cronometraggio manuale. Sulla stessa distanza Laura Renna ha chiuso in 2:18:7. Invece nei 1500 metri Sebastiano Parolini e Ilaria Luzzana hanno fatto registrare i tempi migliori, 3:56:1 e 4:40:9.

Alla fine che si può dire di questa prima? Sia in pista che in tribuna i pareri erano diversi e spesso discordanti; alcuni puristi dell’atletica storcevano il naso “questa non è atletica”, il commento più ricorrente. Personalmente, e considerando la situazione passata e (ancora) quella attuale, io il naso me lo turo e mi accontento. E non solo perché vedevo tecnici ed atleti contenti di aver ricominciato.

Dopo lunga attesa è arrivata la decisione, non sarà una gara virtuale, ma nemmeno una gara vera. Una sorta di tapasciata, perché la partenza è libera, tuttavia cronometrata, in tempi di coronavirus non si può fare di meglio.

Il sito della manifestazione è in fase di aggiornamento, mancano molte informazioni: a cominciare dal regolamento, o per meglio dire modalità di partecipazione, però già molte cose sono note per chi intende partecipare.

Evento previsto per il 18 luglio, iscrizioni aperte dal 15 giugno, partenza libera dalle 07.00 alle 19.00. Tutti i partecipanti verranno dotati di chip, in modo che il loro tempo resterà agli atti, pare che generi anche una classifica; così facendo assomiglia ad una delle tante “finte” non competitive, anche se la partenza non sarà unica.

Resta da capire come verranno gestite le partenze; al momento non è indicato e non sarà semplicissimo perché questa manifestazione è molto partecipata (oltre 3.000 partecipanti in media nelle ultime edizioni). Cosa accade se si presentano centinaia di runners tutti insieme? Verrà istituita una sorta di lista di attesa? Partenze individuali o in piccoli gruppi? A breve se ne saprà di più. 

Certo che la domanda sorge spontanea, come è possibile di questi tempi far correre così tanta gente, più o meno insieme? La risposta, che ognuno commenta come meglio crede, risiede nel fatto che il programma approntato dagli organizzatori, e accettato dalle autorità locali della Provincia Autonoma di Bolzano, soddisfa gran parte dei requisiti (limitazioni) richiesti. Niente ristori, premiazioni, pasta party, inoltre una logistica diversa con ampi spazi e distanze per evitare, direi ridurre, gli assembramenti. 

Resta il fatto che dovrebbe essere una sorta di “prima” nel dopo coronavirus, o quantomeno in una fase di ripresa delle attività sportive. Difficile che i numeri possano essere quelli degli anni passati, il terrorismo sparso a piene mani, la caccia ai runner untori e le altre forme di condizionamento credo che abbiano lasciato più di un segno.

I puristi delle competizioni dure e pure storceranno il naso, invece tanti altri si accontenteranno di tornare a correre qualcosa che assomiglia ad una gara.

 

Sarà che bisogna accontentarci, in mancanza di gare vere, ma è stato davvero buono il lavoro svolto da Luca Tocco nel mettere in piedi un 10.000 che ha visto un’alta quantità e qualità partecipativa; un’idea nata dal suo gruppo sportivo, Alpi Apuane, ma da lui portata avanti e perfezionata come meglio credo non si potesse fare. Interessante, anche se leggermente più complicato per chi voleva partecipare, il meccanismo di verifica dei risultati (tramite Strava o Garmin Connect). Erano 953 gli iscritti, tanti gli atleti forti, basti vedere i tempi realizzati.

La prova è formalmente chiusa, ma diversi non hanno ancora fatto pervenire i propri risultati, pertanto si deve parlare di classifiche ufficiose attorno alle quali, dopo l'organizzazione vera e propria, stanno lavorando Luca Tocco e Marco Mazzei; interessante quest’ultimo, un giovane 23enne che in tempi di coronavirus ha trovato il modo di laurearsi in informatica. E non corre nemmeno piano, gira le mezze maratone a 3’30/km di media e promette di migliorare.

In campo maschile prevale Stefano La Rosa, col tempo di 29:26, a breve distanza Eyob Faniel (29:33), chiude il virtuale podio Luca Parisi (29:55). Quindi i primi tre hanno corso sotto 3’/km, ma anche i primi 10 sotto 31 minuti, non male davvero. Spicca un M40, Salvatore Gambino, che con 30:59 registra il nono tempo.

Tra le donne davvero ragguardevole la prestazione di Francesca Tommasi, categoria promesse (classe 1998); chiude col miglior tempo in 33:04; segue Giovanna Epis (33:35) e l’evergreen Valeria Straneo; alla faccia dei suoi 44 anni corre i 10.000 metri alla media di 3’35/km (34:05 il tempo finale).

Assente Sara Dossena per una tendinite anche tra le donne non sono comunque mancati nomi e prestazioni di rilievo (Collinge, Giomi, Incerti, Montrone).  

Alcuni atleti hanno scelto la pista per il proprio test, magari perché inserito nel contesto del loro programma. Si auspica che i tempi riportati, ed eventuali aggiustamenti, siano riferiti ai 25 giri, perché tanti (e completi) devono essere per fare 10.000 metri. Mi rifiuto di pensare che qualcuno abbia dato retta al proprio GPS, che notoriamente regala diversi metri, diciamo almeno 200-300 su questa distanza. Invece sono certo che, a supporto della regolarità della prova, Luca Tocco & C. abbiano ben verificato questa cosa.  Ringrazio pubblicamente Francesca Tommasi, per avere lei stessa precisato questa anomalia nel contesto di un nostro scambio di opinioni in merito (per chiarezza, il suo 33:05 corrisponde realmente a 10.000 metri) . Al suo esordio su questa distanza, ha corso peraltro nel contesto di un allenamento piuttosto impegnativo, dando prova di essere davvero forte anche nel mezzofondo più lungo che c’è. Da evidenziare che è già forte nei 3.000 metri (9:33) e 5.000 (15:44). Una bella promessa, di categoria e di fatto.

 
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Ormai qualcuno ci ha preso gusto e dopo la positiva esperienza del 3.000 metri del 18 maggio ( LEGGI QUI ) non poteva mancare un’altra distanza classica, il miglio (1609,34 metri), anch’essa associata a Genny Di Napoli; il 30 maggio 1992 realizzò il record italiano con il tempo di 3:51:96. Anche in questo caso le date dovevano coincidere, sia pure con una finestra più ampia, si poteva infatti correre dal 29 al 31 maggio.

Un’iniziativa organizzata dalla ASD Don Kenya Run in collaborazione con il Club del Miglio e raccontata anche su questo sito, LEGGI QUI  l’articolo del collega Rodolfo Lollini; stesso sistema della gara sui 3.000 metri, ognuno correva dove gli pareva dal 29 al 31 maggio ed inviava l’evidenza del proprio gps, ma con qualche piacevole novità: classifiche anche per categorie e per team, in questo caso sia sulla numerosità del gruppo che in base ai tempi realizzati.

Se nel caso del 3.000 metri c’era stata la partecipazione di molti atleti elite (totale 142 presenze) questa volta, sia pure con molti atleti di spicco, si è registrata una maggiore presenza dei master, peraltro di ottimo livello prestativo. In totale sono stati 181 i partecipanti. Significativo il contributo degli atleti appartenenti al circuito del miglio, organizzato dal medesimo Club, quest’anno al palo per il blocco del calendario. Chissà se si riuscirà a fare qualche prova in autunno.  

Femminile

1-Nicole Reina, Cus ProPatria, 4:48; 2- Anna Arnaudo, Cus Torino, 4:57; 3-Gaia Pigolotti, NAT Varese 5:03

Maschile

1-David Nikolli, Cento Torri, 4:09; 2-Samuel Medolago, A. V.Brembana, 4:12; 3-Filippo Dallù, Cus Propatria, 4:12

Classifica per società, in base al numero dei partecipanti

Primi a pari merito, Corro Ergo Sum e G.S. Montestella (24) 2- DK Runners (22)

Classifica per società, in base ai tempi realizzati (i migliori tre per team)

1-Cus Propatria 2-DK Runners 3-Pol. Aurora

Ecco il link con tutte le classifiche dettagliate: generali, a squadre e di categoria

E adesso? Beh, dopo 3.000 metri e miglio un bel 5.000 metri ci starebbe proprio bene.

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