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Idoneità agonistica: sarà antipatica, ma non la si falsifica!
Da Delia Gori, presidente del Gruppo Sportivo FIASP “Domenica in forma” di Ragogna (UD), abbiamo ricevuto una recente sentenza del Tribunale sportivo della Fidal, che il 31 ottobre 2023 ha inflitto 8 mesi di squalifica a un atleta (che qui non nominiamo, ma le cui generalità sono facilmente recuperabili dalla sentenza), soprattutto per aver “corretto” le date dei propri certificati medici di idoneità agonistica.
https://www.fidal.it/upload/files/GIUSTIZIA/sentenza%20biasatti-signed.pdf
In realtà, di reati ce ne sono anche altri, e più gravi (contraffazione di documenti ufficiali, per esempio; diffamazione; ecc.), e di questo la Fidal ha investito le autorità giudiziarie competenti. Ma in campo sportivo, desumiamo che l’imputato/condannato dal 2019 in poi ha omesso di sottoporsi alle visite mediche annuali, obbligatorie per ottenere il tesseramento agonistico, e (con la pallida scusa che col Covid ci sarebbe stata una proroga automatica delle idoneità precedenti!) si è limitato a correggere, di anno in anno, la data del suo certificato, e sulla base di questo “documento”, oltre ad ottenere il tesseramento per la società “Domenica in forma” e per la Mostrorun di Udine, ha partecipato a varie gare, anche di notevole lunghezza e intensità:
* Venice Night Trail del 9 aprile 2022
- Jesolo Moonlight Trail dell’11 giugno 2022
- Cansiglio Run - Giro podistico Piana del Cansiglio del 20 giugno 2022
- Trial del Cinghiale Palazzolo sul Senio del 3 novembre 2022
- Trieste Urban Ecomarathon dell’8 gennaio 2023
Chi vuole, legga le giustificazioni (in buona parte divertenti) addotte dal soggetto, che involontariamente ci porta a conoscenza di comportamenti, ehm, chiacchierati della sua compagna e di altre che sembrano averla preceduta (Sonia, Maura, Nadia, birichine!).
A noi basta la sentenza (un nostro collega giornalista ha commentato: tutta 'sta pantomima per otto mesi??) e, sia pur premettendo che solo in Italia e in Francia vigono norme così restrittive per partecipare a gare competitive, purtroppo o per fortuna siamo in Italia, dove la salute viene tutelata in una certa maniera; e se a qualcuno non va bene può cambiare nazionalità oppure iscriversi da italiano a una corsa estera, assumendosi i suoi rischi, che comunque sono inferiori a quelli possibili se si mette in auto per strada o se esercita il mestiere di muratore o se fa una scampagnata turistica in bicicletta.
Tutto giusto, per carità, ma non è ancora concesso di darsi l’idoneità self-service. Sottoscriviamo la considerazione finale della presidente Delia Gori: “Un richiamo alla serietà nello sport sarebbe opportuno”.
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- Fonte Classifica Fidal
Squalifiche Fidal: 15 mesi a Marco Mazzetto, 12 a Luisa Betti, 9 a Federica Boifava
Due sentenze che riguardano il nostro mondo sono state pubblicate l‘8 agosto, a seguito di una lunga serie di accuse e controaccuse che hanno popolato i social nell’ultimo biennio.
Il Tribunale federale della Federazione Italiana di Atletica Leggera ha provveduto a squalificare l’ultrarunner Luisa Betti per dodici mesi per: “aver quantomeno dall’anno 2012 e sino all’anno 2019 prodotto, utilizzato e comunque beneficiato di un documento di identità falsamente alterato recante quale propria data di nascita il 27/08/1987 anziché la reale del 27/08/1985, utilizzando altresì e falsamente dichiarando mediante apposizione di rituale sottoscrizione, plurima certificazione medica recante tale data di nascita del 27/08/1987”. Lo stesso documento era stato prodotto anche al Tribunale Nazionale Antidoping nel procedimento a carico della stessa atleta.
Il Tribunale, accettando l’intervenuta prescrizione “per le condotte dell’incolpata tenute negli anni 2012 e 2013, in relazione alle competizioni alle quali l’incolpata aveva partecipato, essendosi concluse le relative stagioni sportive da oltre otto anni” e considerando “che non risulta provata la sussistenza di un effettivo vantaggio goduto dall’incolpata in ragione dei comportamenti antiregolamentari ascrittile né la sussistenza del dolo specifico, che giustificherebbe l’applicazione delle aggravanti richieste dal Sostituto Procuratore Federale”, ha applicato lo squalifica di dodici mesi, rispetto ai tre anni richiesti dall’accusa.
Infine, lo stesso Tribunale ha disposto “la trasmissione degli atti alla Procura Federale, per le valutazioni di competenza in ordine ad altri eventuali profili di responsabilità emersi nel corso dell’udienza innanzi al Tribunale Federale in relazione alle società coinvolte nei tesseramenti della signora tesserata Luisa Betti nonché in relazione alla redazione e sottoscrizione dei certificati di idoneità agonistica da parte dei medici sportivi che li hanno rilasciati”.
Altra sentenza del Tribunale Federale, con protagonista sempre la Betti, che aveva segnalato alla Procura federale “comportamenti disciplinarmente rilevanti posti in essere dal signor Carlo Esposito (all’epoca dei fatti non tesserato FIDAL e, pertanto non più oggetto del presente procedimento), dal tesserato signor Marco Mazzetto e dalla signora Federica Boifava (all’epoca dei fatti tesserata FIDAL), e la “pagina facebook aperta al pubblico e denominata ‘Carl Marc’ e amministrata dal signor Marco Mazzetto, per plurime frasi denigratorie e offensive della signora ”. La Procura aveva altresì ricevuto “segnalazione a firma del signor Marco Mazzetto, con la quale si evidenziava di aver ricevuto plurime offese da parte della signora Luisa Betti tramite la medesima pagina facebook aperta al pubblico e denominata Carl Marc”.
La Procura, considerando anche le responsabilità oggettiva delle società per le quali Betti e Mazzetto erano stati tesserati, “all'esito dell'istruttoria e analizzata la documentazione in atti, nonché le difese delle parti costituite, ha ravvisato la responsabilità di tutti i soggetti deferiti, ad eccezione della Stars Bergamo Atletica”, mentre per la signora Boifava “non emergevano comportamenti illeciti nei confronti della signora Bett:, ma la stessa Boifava durante la prima audizione offendeva la Procura Federale e il suo operato, oltre a non partecipare alle successive audizioni”, applicando le seguenti sanzioni:
- l’ammonizione per la tesserata Luisa Betti (tess. JL000 310- Società MT073);
- la sanzione della sospensione di mesi 15 (quindici) per il signor Marco Mazzetto (tess. GB 7366 - Società BO468);
- la sanzione della sospensione di mesi 9 (nove) per la signora Federica Boifava (già tess. RR368826): non emergevano comportamenti illeciti nei confronti della signora Betti da parte della signora Boifava, la quale, tuttavia, durante la prima audizione offendeva la Procura Federale e il suo operato, oltre a non partecipare alle successive audizioni;
- la sanzione dell’ammenda pari a euro 500,00 (cinquecento/00) per la GS Athlos Matera (tess. MT073);
- la sanzione dell’ammenda pari a euro 333,33 (trecentotrentatre/00) per l’ASD Unione Sportiva Zola Predosa (già tess. BO571);
- la sanzione dell’ammenda pari a euro 333,33 (trecentotrentatre/00) per l’ASD Triiron (tess. MT073)
- l’assoluzione della società Stars Bergamo Atletica (tess. BG795).
Per completezza informativa, precisiamo che le società Athlos MT (condannata), Bergamo Stars (assolta) sono quelle presso cui è stata tesserata Luisa Betti; la US Zola Predosa e la Triiron (condannate) sono le società di Mazzetto.
DOWNLOAND PDF "SENTENZA FALSIFICAZIONE BETTI"
DOWNLOAD PDF "SENTENZA BETTI-MAZZETTO-BOIFAVA"
Minore in corsa ad Arona: sentenza emessa, giustizia fatta?
Prima di andare in ferie la Giustizia Federale ha depositato la sentenza relativa alla partecipazione di un minore alla StraArona di 10 km, fatto denunciato da noi il 14 aprile (leggilo qui) e da Bio Correndo, come citato negli atti.
In sintesi il Signor Antonio Puricelli, segretario e dirigente dell’Amatori Atletica Casorate Primo, aveva iscritto 54 atleti ed “erroneamente” altri due soci.
La mattina della gara avendo pagato tutti i 56 pettorali, cedeva il pettorale 204 al figlio di dieci anni Marco, consegnando però il chip alla OTC.
All’arrivo i giudici giustamente segnavano il pettorale e lo inserivano in classifica.
Pur essendo chiara e riconosciuta la violazione dei regolamenti federali, sono state rilevate alcune attenuanti e le pene ridotte: 20 anziché 30 giorni di inibizione del Puricelli e sanzione di 366 euro anziché 500 alla Società.
Avendo seguito in diretta la vicenda, desidero sottolineare alcuni aspetti non correttamente indicati.
L’avvocato della Società ha portato a scusante che si trattava di gara non competitiva e, quindi, tutti potevano partecipare: in realtà la gara era competitiva e su percorso omologato di 10 chilometri (parallelamente la Pro Loco aveva organizzato una passeggiata non competitiva con partenza differita di 5 minuti, di cui non risulta, naturalmente, traccia).
Val la pena di sottolineare che da quest’anno la partecipazione di non tesserati FIDAL o EPS (perché in realtà di ciò si tratta) a manifestazioni competitive FIDAL territoriali comporta una sanzione di 2000 euro a carico della Società organizzatrice.
L’avvocato ha anche fatto presente di aver chiesto e ottenuto l’oscuramento della foto con il minore: ritengo che il diritto di cronaca sia inviolabile, se una fotografia documenta una irregolarità – e così è stato, perché la foto è stata allegata agli atti – deve essere comunque e sempre ammessa. In questo caso non era imputabile al minore, ma al padre, in più la foto ha evidenziato la mancanza del chip sulla scarpa del bambino e contribuito alla riduzione della sanzione.
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- Fotografo/i Arturo Barbieri
Il Tribunale Nazionale Antidoping sospende Gianluca Tonetti
Il sito del CONI ha pubblicato oggi la seguente notizia:
La Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping, in accoglimento dell’istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping, ha provveduto a sospendere in via cautelare il sig. Gianluca Tonetti (tesserato FIDAL), riscontrato positivo alla sostanza Triamcinolone Acetonide Metabolita a seguito di un controllo disposto dalla NADO Italia al termine della gara di Atletica “ Campionato Italiano Individuale Km 100 Assoluto e Master” svoltasi a Seregno il 15 aprile 2018.
Per saperne di più:
Gianluca Tonetti (Erba 1967) è un ex ciclista professionista (dal 1989 al 1993 e dal 1999 al 2005), con due partecipazioni al Giro d'Italia e una alla Vuelta di Spagna, un terzo posto alla Coppa Agostoni e la vittoria del Trittico Lombardo 2001. Come podista, tesserato per il Team OTC Ssd Arl di Lurate Caccivio (CO), vanta tempi di 1.14 / 1.17 sulla mezza maratona, 2.37/2.40 sulla maratona (con partecipazioni recenti alle 42 di Verona, Abbiategrasso, Salsomaggiore ), ma soprattutto si è distinto alla Cento di Seregno, dove nel 2016 partecipò alla 50 km giungendo 6° in 3.20, e nei due ultimi anni andando in progressione: nel 2017 giunse 3° alla 100 km in 7.15, e quest'anno appunto 2° in 7.05:26, vicecampione d'Italia della specialità.
La sostanza dopante di cui sono state trovate tracce nel suo fisico è un corticosteroide, solitamente usato contro le malattie infiammatorie e le tendiniti, in genere per iniezione intrarticolare che deve essere eseguita da un medico specializzato. È stata messa fuorilegge dal 2014: uno dei suoi principali beneficiari pare sia stato il ciclista inglese Bradley Wiggins (Team Sky), vincitore nel 2012 del Tour de France, sei titoli mondiali, olimpionico in quattro Giochi consecutivi, e detentore del record dell'ora: Wiggins avrebbe usufruito di particolari esenzioni terapeutiche dovute alla presunta asma di cui soffrirebbe.
Tornando a Tonetti, segnaliamo che la Cento di Seregno si trova già priva della vincitrice femminile 2018, Cristina Pitonzo. Avanti un altro!
Quanto al tribunale antidoping, è di ieri la notizia della squalifica di dieci mesi della tennista Sara Errani, che giustifica il suo doping coi tortellini preparati dalla mamma.
Come diceva quello, spesso le tragedie finiscono in farsa.
Antidoping: positiva la neo campionessa italiana 100 km Cristina Pitonzo
La Prima Sezione del TNA, in accoglimento dell'istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping, ha provveduto a sospendere in via cautelare Cristina Pitonzo (tesserata FIDAL) riscontrata positiva alla sostanza Betametasone a seguito di un controllo disposto dalla NADO Italia al termine della gara “Campionato Italiano Individuale Km 100 assoluto e Master - La Centochilometri di Seregno” svoltasi a Seregno il 15 aprile 2018.
Qui, Cristina Pitonzo, tesserata per il G.S. Maiano, società di Fiesole (FI), aveva vinto il titolo italiano di specialità con il crono di 8:32:16, staccando in modo netto Julia Fatton (8:48:06) e Daniela De Stefano (8:48:43).
Squalificato perché all’arrivo col figlio disabile è accompagnato dal cane
Domenica si è svolta a Barletta la seconda edizione della “Pietro Mennea Half Marathon”. Il collega Annoscia registrava nel suo pezzo: “2532 gli arrivati con due squalificati” uno era “Nicola Tanzi (Barletta Sportiva): attendiamo le motivazioni…” Per Nicola Tanzi le motivazioni erano quelle di avere tagliato il traguardo con un cane al guinzaglio. Fiocco, questo il suo nome, non era presente in partenza e nemmeno lungo il percorso. Aspettava il suo padroncino, il figlio di Nicola, al traguardo e quando lo ha visto arrivare è scappato dalle cure della moglie di Nicola (o forse è stato lasciato andare, ma non è questo il punto). Il cane si è così unito al gruppetto formato da Tanzi che insieme ad altri due amici runner avevano spinto la carrozzella su cui era sistemato il figlio di Nicola che è disabile. Ne è seguita una squalifica, francamente difficile da capire. Noi non siamo favorevoli ai cani in corsa, per tanti motivi. Compreso quello di averli visti in prima fila alla partenza, con grave rischio per la loro incolumità e quella dei concorrenti che possono inciampare negli animali stessi o nel guinzaglio. Tuttavia in questo caso, anche leggendo le regole federali appare evidente che l’animale non ha costituito intralcio né pericolo per gli altri partecipanti. E di certo nemmeno un aiuto per Tanzi. Sottolineiamo inoltre che si è trattato di una breve apparizione, venti metri su oltre venti chilometri di gara. Nicola Tanzi ci ha fatto una risata (amara) sopra. Io invece, avendo svolto il mestiere di giudice di gara, seppure in un altro sport, suggerisco caldamente al giudice in questione, che non merita neppure di essere citato, di leggersi l’articolo zero del regolamento, quello del buonsenso. Se proprio ci tiene a squalificare qualcuno, si dedichi ai tagliatori, ai bombati o ai portatori di chip altrui. Quelli però bisogna essere un po’ più bravi per prenderli.
Quattro anni di squalifica a Lahcen Mokraji
Lahcen Mokraji, atleta marocchino nato nel marzo del 1979 e molto noto in Italia, è stato squalificato per 4 anni in quanto, dopo un prelievo effettuato il 19 novembre scorso al termine della maratona di Verona dove si classificò al terzo posto, gli sono state riscontrate tracce di clenbuterolo.
Tesserato per l’Atletica Desio, nel suo palmares Mokraji vanta molte vittorie, come ad esempio la maratona di Reggio Emilia del 2011 e 2014, le mezze di Crema, Gualtieri, Trecate e tante altre ancora.
La squalifica di Mokraji decorre dal 12 febbraio 2018 e scadrà il 12 dicembre 2021 (è stato sospeso il 12 dicembre 2017).
I personali di Mokraji:
10.000 metri: 30’15”90 (Binasco 2012)
10 km: 29’59” (Cuneo 2014)
Mezza maratona: 1h01’37” (Ostia 2012)
Maratona: 2h12’29” (Reggio Emilia 2011)
Lhoussaine Oukhrid squalificato quattro anni per epo!
Il marocchino Lhoussaine Oukhrid, tesserato per il Caivano Runner, è stato squalificato quattro anni per l’assunzione di Epo. Era stato trovato positivo ad Agropoli lo scorso 15 ottobre durante il campionato italiano di mezza maratona nel quale Oukhrid era arrivato terzo.
La squalifica decorre dal 16 gennaio 2018 con scadenza 30 ottobre 2021.
Questi i personali di Lhoussaine Oukhrid:
5.000 – 13:41.79 (Rovereto 2012)
10.000 – 28:56.8 (Carate Brianza 2012)
10 km su strada – 28:56 (Cuneo 2013)
Mezza maratona – 1:02:41 (Piacenza 2015)
Maratona – 2:12:04 (Firenze 2015)
Giovinazzo e Babbo Natale: Azzeccagarbugli chi?
La squalifica dell’amico Francesco Cannito non mi ha per nulla sorpreso.
Alla Maratona del Mugello 2015, per motivi pratici, avevo il pettorale ben visibile sulla parte inferiore dell’addome, mantenuto da una cinghia che qualche volta si trova nel pacco gara. Alla partenza, una giudice mi ha fatto notare che il pettorale si chiama tale perché va portato sul petto, e mi avrebbe squalificato se non lo avessi applicato come prescritto dal regolamento. Non ho obbedito alla sua richiesta, logica ma assurda, perché era troppo tardi, non certo per spirito d’insubordinazione. La sfortuna ha voluto che lo stesso arbitro fosse sul traguardo a registrare manualmente i numeri dei pettorali. Ha puntato meccanicamente i suoi occhi sul mio petto, e non trovandolo, ha portato il suo sguardo più in basso, perdendo qualche frazione di secondo che avrebbe potuto dedicare agli altri concorrenti, nel frattempo, sopraggiunti numerosi. “Te l’avevo detto!”, ha esclamato con animo irato, e mi stava squalificando. Non so neanche io perché, poi, mi abbia graziato. Non mi ero vestito né da Babbo Natale né da carnevale. Ero in regola per tutto il resto. Eppure una giudice di una (grande) Regione, che non ha un giudice come Governatore, voleva squalificarmi.
Al pari della giudice toscana, anche l’ultraottantenne Luigi De Lillo, come afferma Roberto Annoscia, conosce i regolamenti “a memoria”, è persona irreprensibile che ha dedicato un’intera vita al volontariato, e soprattutto lucida.
Azzeccagarbugli lui? I suoi detrattori, piuttosto.
Si dimentica che le gare Fidal sono competitive, e la prima regola è che i concorrenti devono riconoscersi. Alle Olimpiadi di Atene, Stefano Baldini non poteva mimetizzarsi sotto le sembianze di un dio greco. E lo stesso vale anche per chi aspira al podio nelle categorie maschili e femminili.
Vi volete divertire travestendovi da carnevale o da Brigitte Bardotte? Bene! Tutte le non competitive sono vostre. Che poi le norme Fidal vadano aggiornate alle esigenze delle maratone di massa, questo è un altro discorso.
Perché a Ravenna sì e a Giovinazzo no; perché a tizio sì e a caio no. Anche coloro che commettono reati gravi adducono queste giustificazioni. Viene punito chi viene scoperto.
Mi auguro che non passi l’interpretazione dell’ammenda di 100 Euro. Le trasgressioni sono tali e tante da rendere la Fidal ancor più ricca e i maratoneti sempre più poveri.
NdR: In Spagna il pettorale si chiama dorsal, in Francia dossard. Se ne desume che quando corriamo là, secondo la giudice mugellana, dovremmo spillarci i “dorsali” sulla schiena? E aspetto di vedere quale trattamento sarà riservato in Italia alle atlete che graziosamente esibiscono il proprio “torso” nudo fatta salva l’area off-limits celata dal reggiseno: sarebbe davvero un reato contro l’estetica se fossero costrette a coprirsi con una maglietta su cui spillare il numero (o si potrebbe brevettare un pettorale stile cerotto, non bisognoso di spille?).
Quanto al Cannito, non è che a Ravenna o Reggio non sia stato “scoperto”: semplicemente i giudici Fidal locali hanno usato il buon senso, che evidentemente difetta all’irreprensibile giudice De Lillo, governato dal giudice Emiliano. La Puglia è una “regione etica”, e semmai il giudice De Lillo andrebbe perseguito per omissione di atti d’ufficio e dissipazione di pubblico denaro (l’ammenda da 100 euro è legge, non credo soggetta alle interpretazioni), non avendo proposto per la squalifica o almeno la multa tutti gli altri partecipanti alla maratona che non indossavano la maglietta societaria. E soprattutto quelli vestiti da bersagliere o in altre fogge disdicevoli all’austerità etica regionale, ma ben documentati dalle nostre foto.
La corsa è una cosa seria, guai a chi ci va per divertirsi! [F. M.]