Rodolfo Lollini
La Cinque Mulini entra ufficialmente nella storia con l’Heritage Plaque IAAF
Che la gara che dal 1933 si disputa a San Vittore Olona facesse parte della storia del running e più precisamente di quella del cross lo sapevamo già. Però lo scorso 29 marzo, in occasione del galà di apertura dei Campionati Mondiali di Cross Country ad Aarhus, il Presidente IAAF Sebastian Coe ha conferito alla Cinque Mulini la prestigiosa Heritage Plaque, la targa mondiale dell'atletica leggera. Insieme alla corsa italiana sono state insignite altre cinque manifestazioni: i Cross Country Championship inglesi ed americani, la Maratona Atene, quella di Boston ed il Gran Premio Cantones de La Coruña.
"Queste sei gare hanno catturato l'immaginazione di atleti e fan, nel corso dei decenni, per i quali sono in cima alla lista degli eventi sportivi che devono essere vissuti perché sono diventati parte del folclore dello sport mondiale e luoghi del patrimonio culturale“, ha dichiarato Coe. “E’ il riconoscimento più ambito che premia il lavoro di diverse generazioni di uomini e donne che ogni anno compiono il miracolo della Cinque Mulini” ha risposto, commosso il Presidente dell’USSVO - Unione Sportiva San Vittore Olona - Giuseppe Gallo Stampino. Il Consiglio Direttivo dell’USSVO 1906 ha di deciso di apporre la Heritage Plaque presso il Mulino Meraviglia, emblema e culla della gara. Quindi già dalla prossima edizione, la numero 88, sarà possibile ammirarla per tutti i concorrenti ed il pubblico della Cinque Mulini.
La 6^ Rimini Marathon incorona Mohamed Hajjy
31 marzo - Ai romagnoli, maestri di business e campioni d’ospitalità, non poteva certo sfuggire una ghiotta occasione per popolare la riviera fuori stagione, ammesso che una 'fuori stagione' sia rimasta. Ecco quindi nascere, già da alcuni anni, la Rimini Marathon, con il consueto ed opportuno corollario di gare di contorno. A cominciare dal sabato 30 Marzo, con la Kids Run. Giretto da un paio di chilometri per i ragazzi delle classi elementari che metteva in palio premi per circa 3000 euro in buoni per cancelleria alle scuole più numerose. Per passare alla domenica mattina con Family Run sugli 8km e la Ten Miles, 16km abbondanti, entrambe non agonistiche.
Alle 9.30 è scattata la maratona, con un percorso che ha privilegiato il lungomare in direzione sud, quasi fino a Cattolica e ritorno. Buona l’organizzazione, con il Palasport Flaminio a fare da struttura portante per servizi vari e e spogliatoi. Va inoltre segnalato che gli oltre settantamila tra bicchieri, piatti e buste che sono stati distribuiti erano realizzati in materiale compostabile e biodegradabile.
Venendo ai risultati tecnici, col tempo di 2h23’05” s’impone Mohamed Hajjy dell’Atletica Castenaso, che stacca di quasi 5 minuti Youness Zitouni (ASD Pod Il Laghetto) e di quasi 9 Elia Generali, compagno di squadra del Castenaso. Prima tra le donne Josann Attard Pulis (MLT Starmax) col crono di 2h53’12”, argento per l’atleta di casa Federica Moroni (Golden Club Rimini) in 2h56’02” e terzo posto per Francesca Bravi (grottini Team), anche lei sotto le 3 ore con 2h59’34”.
Come da premesse iniziali, ancora di più in questi casi è importante il riscontro numerico. Molto positivo. Nella Ten Miles si è passati dai 1034 arrivati dell’anno passato a ben 1460. Ottimo exploit anche sulla distanza regina, con 1851 concorrenti che hanno oltrepassato la finish line dei 42 chilometri, compresi i concorrenti della maratona in carrozzina che ha visto la vittoria di Simone Baldini e Giulia Campani. Se si pensa che il totale del 2018 era stato pari a 1442 arrivati, si capisce bene come questa manifestazione sembra abbia tutti i numeri per migliorare ancora la sua posizione nel ranking nazionale. Contando anche le altre gare, gli organizzatori hanno dichiarato di aver raggiunto un totale di circa 10000 presenze.
Nuova via della seta: importiamo le squalifiche a vita per i furbetti!
State tranquilli: non vogliamo entrare anche noi nel dibattito circa l’opportunità o meno di aprire la nuova via della seta tra Cina ed Italia. Non che ci manchino le idee, ma certamente saremmo fuori tema disquisendone su queste colonne. Però dopo quanto avvenuto domenica scorsa alla Maratona Internazionale di Xuzhou, una proposta vorremmo lanciarla anche noi.
Cosa è successo durante la 42 chiometri che si è svolta in questa cittadina situata nella provincia orientale di Jiangsu? Nulla di trascendentale, salvo che una runner di cui conosciamo solo il soprannome, Meng, è stata colta in fallo, mentre pedalava su una bicicletta al posto di correre. Fermata da un funzionario, ha abbozzato, salvo poi risalire in bici poco distante e concludere tranquillamente la sua impresa nel non indimenticabile tempo di 5h38’26”.
Di furbi e furbetti però è pieno anche il bel paese, tra tagliatori, portatori sani di chip altrui ed anche praticanti di un biathlon sui generis, pedalando fino ad un certo punto e poi correndo in prossimità del traguardo. La differenza sta che qui Meng è stata sorpresa, poi controllata ed infine cancellata dalla classifica finale, ma non finisce qui. Per lei é in arrivo una squalifica a vita.
Noi non sappiamo come si svilupperà la vicenda politico commerciale della nuova via della seta. Cosa sapremo esportare in Cina e nemmeno cosa importeremo in più rispetto ad oggi. Di certo se adottassimo anche qui un metro più rigido di quello attuale nei confronti dei furbi che la fanno quasi sempre franca e quando vengono puniti se la cavano a buon mercato credo che sarebbe un’importazione di grande giovamento per la cultura sportiva nel nostro mondo della corsa.
Non vedente completa mezza maratona accompagnato solo dai suoi cani guida
Oggi vi raccontiamo la bella storia di Thomas Panek, un uomo che attorno ai vent’anni di età ha perso la vista, ma non si è certo perso d’animo. Domenica 17 Marzo ha terminato la mezza maratona di New York in 2 ore e 20 minuti. Chi completa 21 chilometri merita già tutto il nostro rispetto. Se si tratta di una persona non vedente ancora di più. Tuttavia, ciò che ha reso eccezionale la sua prova, deriva dal fatto che ci è riuscito senza nessuna persona ad assisterlo. I suoi tre angeli custodi che si sono alternati alla guida si chiamano Westley, Waffle e Gus, ma non sono esseri umani. Si tratta di tre cani. Labrador retrivers che hanno frequentato un’apposita scuola fondata proprio da Panek. Una associazione no-profit creata proprio per addestrare gratuitamente gli animali ad assistere chi si trova nelle sue condizioni ed ama correre. Adesso ci aspettiamo che Panek voglia riprovarci in maratona. Ne ha già corse più di venti, ma con il nuovo special team, magari rinforzato da qualche elemento, sarà tutta un’altra cosa.
Il 30 Marzo “Oltre il Miglio c’è di più”
Si avvicina la partenza della trentesima stagione del circuito di mezzofondo più amato dai lombardi e non solo da loro. Prima tappa a Pioltello (MI), come da recente tradizione. Occasione perfetta per guardare avanti, ma anche per celebrare tutti i campioni delle varie categorie. Insieme a chi ha conquistato un podio, nelle premiazioni di fine giornata e che riguarderanno le classifiche generali dell’anno scorso. Tra i riconoscimenti individuali e di squadra, non mancheranno anche delle splendide targhe per i fedelissimi che nel 2018 hanno partecipato a tutte le tappe. Perché il Club ti colpisce, ti fa innamorare, poi ti vizia e ti coccola e alla fine crea dipendenza e non puoi più farne a meno.
L’ultima volta Vi avevamo anticipato che c’erano delle novità che andranno ad aggiungersi al collaudato telaio delle gare sui 1609 metri. Stiamo parlando del trofeo “Oltre il Miglio c’è di più”. In quattro tappe sarà infatti possibile gareggiare anche in prove di velocità e concorsi di lanci e di salti. Più precisamente in queste date/località:
- 6/4 a Voghera (PV) su 80m e nel lancio del giavellotto
- 14/4 a Milano su 150m e getto del peso
- 5/10 a Chiavenna su 400m e salto in lungo
- 12/10 a Carate Brianza su 200m e salto in alto
Classifiche comparate in funzione dell’età e dei relativi punteggi FIDAL renderanno la competizione ancora più interessante. Insomma, ci sarà da divertirsi. Per ulteriori informazioni potete navigare qui: http://www.clubdelmiglio.it/
Saluzzo (CN) – 7^ Mezza del Marchesato
Il Marchesato di Saluzzo era un antico Stato italiano che comprendeva territori piemontesi e francesi a cavallo delle Alpi. La cittadina in provincia di Cuneo e la locale società di atletica hanno quindi deciso d’intitolare in questo modo la maratonina che domenica 17/3 è partita dal centralissimo Corso Italia. Tracciato che poi ha attraversato i comuni di Manta, Verzuolo e Lagnasco per concludersi nuovamente a Saluzzo, in Piazza Cavour.
A tagliare il traguardo sono stati in 727, con un bel balzo in avanti rispetto ai 487 dell’anno scorso, per questa gara FIDAL che era valida anche come Campionato nazionale ACLI di Mezza Maratona. Nel contesto di un weekend dedicato alla corsa che era iniziato sabato pomeriggio con le gare dedicate a tutti i bambini dai 5 ai 13 anni.
Con il tempo di 1h05’52” il keniano Sammy Kipngetich ha bissato il successo dell’anno scorso. Dietro l’alfiere dell’Atletica Saluzzo si sono classificati Kipchumba Philemon dell'Atletica Recanati 1h06’40”, seguito dopo solo 11 secondi da Giovanni Grano della Nuova Atletica Isernia.
Vittoria e record della manifestazione col tempo di 1h14’15” per un’altra atleta di casa, la non ancora ventenne Ayele Meseret Engidu che regola con facilità Elisa Stefani dell’Asd Brancaleone Asti (1h16’21”) e la compagna dell’Atletica Saluzzo Lorenza Beccaria (1h17’50”), per la grande soddisfazione del presidente Gianni Bonardo, contento sia dei risultati tecnici che della perfetta riuscita della manifestazione.
Vittorio Veneto (TV) – 6^ Maratonina della Vittoria
Partiva proprio a fianco al monumento ai caduti del primo conflitto mondiale questa mezza maratona che domenica 17/3 ha contato 1319 classificati impegnati su un percorso circolare che toccava i vicini comuni di Cappella Maggiore e Sarmede prima del rientro per l’arrivo a Vittorio Veneto. Di certo, rispetto ai 1000 arrivati tondi in mezza maratona del 2018, l’incremento è stato notevole anche se va ricordato che l'anno passato si svolgeva anche una maratona.
Manifestazione podistica che prevedeva ufficialmente anche l’opzione di partecipazione a piedi nudi o con calzature minimaliste come sandali o le calze in gomma tipo guanto, per intenderci. Era inoltre programmata la non competitiva Vittorio City Run su due percorsi a scelta da 6 o 12 chilometri. Non propriamente una semplice passerella per le vie cittadine, ma una bella passeggiata nelle incantevoli zone collinari a ridosso dell’abitato. Non abbiamo cifre precise, ma in totale si stima che a questa festa del running abbiano partecipato oltre 4000 persone. Evento podistico ben organizzato e con ricco pacco gara che per i finisher dei 21 chilometri offriva una bella medaglia, insieme a guanti, calze tecniche ed altri omaggi gastronomici.
Venendo ai risultati tecnici dell’evento principale, analizzando i tempi va ricordato che praticamente il tracciato non prevedeva un metro di pianura, con continui saliscendi dai 145 metri di altitudine della partenza scendendo più volte a quota 90 fino al ritorno a Vittorio Veneto. In questo contesto la vittoria è stata appannaggio del keniano Joash Kipruto Koech (Atl. Potenza Picena) col tempo di 1h06’27”. A 34” il marocchino Rachid Benhamdane (Dinamo Sport), terzo l’altro keniano Ken Mutai a 54”. Posizioni che si erano già cristallizzate al passaggio ai 10 chilometri.
Migliore degli italiani è stato Roberto Graziotto (Tornado), quinto in 1h10’25”.
Kenia primo anche tra le donne con Vivian Jerop Kemboi dell’Atletica Castello in 1h15’39”. Combattuta la sfida per la piazza d’onore. Alla fine la spunta Giovanna Ricotta (Boscaini Runners) in 1h22’25”, precedendo di soli 15” Maurizia Cunico dell’Atletica Noceto.
Giù le mani dalla pista di Pero!
Pero è una cittadina al confine con Milano, nota in quanto sede del centro fieristico che nel 2015 ha ospitato l’Expo. Il suo centro sportivo, eredità dei mondiali di calcio del 1990, sorge vicino alle rive del fiume Olona ed accanto all’autostrada Torino-Trieste. Intitolato a Gianni Brera, ospita varie strutture, tra cui campi di calcio, un impianto al coperto ed una pista di atletica. Se ci consentite il termine, la pista è abbastanza spelacchiata, ma frequentatissima. Ci vanno i ragazzi delle scuole e gli atleti dei gruppi sportivi che annoverano tra le loro fila sia atleti amatori che di elite, i quali preparano su quel campo mondiali ed olimpiadi.
Dalle colonne de “Il Giornale”, Antonio Ruzzo ci fa sapere che l’amministrazione comunale ha deciso che la pista di atletica non serve più. La riqualificazione del centro, tramite un bando che poi consentirà ai vincitori di gestire l’impianto, prevede di risistemare i due campi del dio calcio, oltre le tribune e relativi spogliatoi. Per rendere il bando più allettante si concede di costruire un bel ristorante. Dove? Domanda retorica. Al posto dell’anello di atletica. Verrebbe graziosamente lasciata una pistina da 100 metri. Magari poi riconvertita in parcheggio. Ufficialmente o ufficiosamente, come già capita da altre parti e come abbiamo documentato su questo sito più volte. Ovviamente di progetti alternativi per costruire una pista da altre parti, nemmeno l’ombra.
Gianni Brera, che agli inizi della carriera giornalistica scrisse di atletica e dal 1953 al 1956 fu anche consigliere nazionale FIDAL, si rivolterebbe nella tomba.
Quelli che celebrano il record sui 10k di una bambina di 6 anni…
Navigando su internet alla ricerca di storie interessanti sul mondo della corsa per Voi lettori di Podisti.net, ci siamo imbattuti in una notizia che ci ha lasciato esterefatti. Una premessa: poiché siamo contrari a quanto fatto e pubblicizzato, su questo articolo non troverete nomi.
Però in Italia, nel 2018, c’è chi fa correre una bambina di 6 anni per 10 chilometri in una gara. E non parliamo di aguzzini, bensì di genitori. E non per una sola gara, ma abitualmente. E non per finirla, ma per “fare il tempo”… Non contento, segnala il crono registrato a chi raccoglie le migliori performance continentali per anno di età su di un sito. Vengono fatte le opportune verifiche, non chiedeteci quali, ne come sia possibile in una gara non competitiva… Non lo sappiamo, tra l'altro nel frattempo sono passati dei mesi. Però alcuni giorni fa questo organismo “certifica” il record europeo femminile, categoria, scusate ci viene da ridere, 6 anni. La notizia viene ripresa da almeno una testata giornalistica generalista, con tanto di foto dell’atleta in gara e celebrazione. Ci “casca” anche un sito del nostro settore, che solo in un secondo momento modifica la news eliminando immagini e generalità della bimba.
Ecco, quello che volevamo dire è che per noi, a 6 anni è giusto correre, ma per divertirsi. Anche in gara, ma su distanze congrue all’età ed al momento di crescita delle bambine in questione. Come quelle immortalate dal nostro “One Billion Photo”, al secolo Roberto Mandelli, nell’immagine di apertura.
La Diamond League cancella i 5.000 metri
Brutte notizie per gli amanti del mezzofondo ed in generale delle distanze più lunghe dell’atletica leggera. Specialmente quando certe decisioni arrivano dall’organismo mondiale, la IAAF e riguardano la Diamond League. Per chi non conoscesse bene questo circuito di gare, in pratica stiamo parlando della coppa del mondo di atletica leggera. Sono i 14 meeting più importanti dell’anno e si svolgono in 13 nazioni in tutto il mondo. Dotata di un montepremi milionario e giunta alla sua decima edizione, la manifestazione prevede la presenza di 32 specialità del programma olimpico, 16 maschili e altrettante femminili che si alternano fra loro nelle varie tappe, in maniera che alla fine vengano disputate 8 gare per ogni specialità. Quali competizioni sono escluse rispetto al programma a cinque cerchi? I 10000 metri, la maratona, le gare di marcia, il lancio del martello, le staffette, in quanto non individuali e le prove multiple.
Le ragioni sono sostanzialmente quelle televisive. Il lancio del martello esigerebbe il campo sgombro da altre gare in contemporanea, decathlon ed eptathlon sono troppo lunghe e complicate. Impossibili da svolgere in una serata. Marcia, maratona e diecimila durano troppo.
Tutto questo fino al corrente anno, in quanto come comunicato dalla IAAF lunedì scorso, tra le novità della Diamond League 2020 ci sarà anche quella che la distanza massima saranno i 3000 metri, implicitamente cancellando i 5000 dal programma. Troppo lunga una corsa di circa un quarto d’ora per i palinsesti televisivi. La gente comune, non noi malati di corsa, si annoia e cambia canale. A commentare le novità è intervenuto anche il presidente IAAF Sebastian Coe, gran mezzofondista, ma che ironia della sorte, non aveva certo nei 5000 metri la sua distanza preferita. Lui vinceva 800 e 1500.