Rodolfo Lollini
L'Università di Milano cerca volontari per uno studio sull'efficacia dei plantari
Riceviamo e pubblichiamo volentieri l'appello dell'Università di Milano, Corso di Laurea in Tecniche Ortopediche, alla ricerca di 80 runners per un importante studio statistico sull'efficacia dei dispositivi medici su misura nella corsa. Lo studio, condotto dal Prof. Matteo Maria Parrini, Presidente del Corso di Laurea in Tecniche Ortopediche e dal Prof. Nicola Perrino, è finalizzato alla valutazione, in soggetti che corrono con e senza plantare, della relazione tra plantare e performance dei corridori.
L'obiettivo è rispondere a domande quali: può un'artesi plantare influenzare il controllo neuromuscolare, con una riduzione immediata e a lungo termine del dolore? Il controllo neuromuscolare può inoltre avere effetti preventivi nell'insorgenza della sindrome femoro-rotulea e delle principali tendiniti? Può, infine, un plantare su misura rappresentare un'ottima prevenzione agli infortuni? I plantari rispondono alle aspettative dei corridori? Quali plantari rispondono in maniera efficace?
L'Università di Milano è alla ricerca di corridori, sia amatoriali che professionisti, disponibili a uno studio statistico. I soggetti selezionati saranno sottoposti ad una valutazione clinica e posturale, un esame stabilometrico ed un'analisi computerizzata del passo e della corsa, oltre al monitoraggio dell'efficacia dei dispositivi medici utilizzati. Sono test non invasivi, che non prevedono assunzione di farmaci o sostanza alcuna. Si ricercano 40 soggetti, ambosessi, di età 18-65, che corrono abitualmente senza plantari su misura e 40 soggetti, ambosessi, di età 18-65, che corrono abitualmente con plantari su misura (non sono valutabili plantari di serie prefabbricati).
La ricerca si svolge nelle sedi universitarie in Milano. Non è prevista ricompensa alcuna, se non il beneficiare dei risultati di sofisticati e costosi sistemi di analisi senza esborso alcuno. L'eventuale plantare su misura progettato e costruito per l'atleta, sarà fornito a titolo gratuito con la sola condizione che l'atleta segua il protocollo di verifica e collaudo per un periodo limitato di 6 mesi.
Candidature entro e non oltre 22/07/2019 al seguente link: CLICCA.
Per chi vuole saperne di più ecco alcune premesse premesse scientifiche, diffuse dall'ateneo interessato: "La corsa è uno sport sempre più praticato da uomini e donne di tutte le età. Correre può aiutarci ad alleviare tensioni ed allontanare preoccupazioni, aiuta a tenere sotto controllo il peso e gli zuccheri nel sangue, migliora lo stato della circolazione e per molti è anche un toccasana per l'umore. Insomma, correre fa bene, è vero, ma possono esserci delle controindicazioni. Infatti, nella corsa, è fondamentale un corretto appoggio del piede. Durante il cammino l'appoggio del tallone determina un impatto che va dall'80 al 100% del nostro peso corporeo; durante la corsa questo valore può essere anche 7 volte superiore. Una migliore tecnica di corsa e un migliore appoggio possono portare un grande beneficio. Diversi studi confermano che il 70% dei podisti appoggia il piede di tallone, solo il 30% lo appoggia di mesopiede o di avampiede. E' oramai noto che l'appoggio del tallone ha un impatto molto più traumatico per le articolazioni. Durante la corsa il piede attraversa tre fasi fondamentali: la fase di appoggio, la fase di swing e la fase di spinta. Durante la fase di appoggio ammortizziamo il peso del corpo. La parte laterale della pianta del piede si appoggia al suolo e va a scaricare il peso sull'arto inferiore. Qui i muscoli si contraggono caricandosi di energia elastica. E' proprio l'arco plantare che accumula il 30% di questa energia. Senza questo recupero energetico i grandi campioni correrebbero i 200 metri a 13 km/h, invece dei 38 km/h. Nella la fase di spinta il piede è in posizione arretrata rispetto al baricentro, i muscoli scaricano l'elasticità della loro forza per spingere il corpo in avanti, quindi l'energia elastica accumulata nella fase di appoggio viene restituita ai muscoli. I muscoli del bacino avviano la fase di spinta, proseguita poi dai muscoli della gamba e termina con i muscoli del piede. Terminata la fase di spinta inizia infine la fase di oscillazione. E' quindi osservabile come una ripetizione infinita e scorretta di un movimento così complesso possa aumentare il rischio di infortuni". Per maggiori informazioni: www.studio-unimi-plantarisumisura.it - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
E’ più cattivo Al Capone o… Passo Capponi?
Si narra che il sanguinario gangster Al Capone riuscisse sempre a non fare i conti con la giustizia, comprando poliziotti, giurati e chiunque fosse un possibile mezzo per farlo finire in carcere. Sempre uscito pulito dalla sua lunga serie di morti ammazzati ed attività illecite, alla fine riuscirono ad incriminarlo per evasione fiscale. Un suo ristorante dichiarava un numero di coperti serviti infinitamente inferiore alla quantità di tovaglie che venivano mandate in lavanderia. Un intelligente escamotage che alla fine lo mandò dietro le sbarre. Per sempre.
Recentemente ho scoperto come il nemico pubblico numero uno della FIDAL ed in particolare dell’antidoping sia il presidente della Passo Capponi e già dall’assonanza nel nome della società si capisce subito come Alessio Guidi sia il nuovo Scarface.
Di cosa è accusato questo losco figuro? Innanzi tutto di aver organizzato una gara “abusiva”, quindi un evasore fiscale FIDAL (e vai con i parallelismi col criminale statunitense). Peccato che in questo caso non esistano volantini che richiamino al suo nome o siti internet che leghino la sua persona o la società che presiede, alla manifestazione in qualità di organizzatore.
E poi di che gara parliamo? In effetti non una vera gara. Insomma, niente a che vedere con le vere competizioni, ma nemmeno con le moltissime non competitive che poi casualmente hanno una partenza tutti insieme, magliette e medaglie ricordo, tempi cronometrati, ma per carità poi elencati solo in ordine alfabetico. Nessun premio in palio, anche se poi molto spesso salgono sul podio i primi tre che sono arrivati lì. Per caso. Ma non sono premi in danaro, per carità.
Qui si parla di un ritrovo tra amici per fare un lungo. Una maratona per Bologna, dopo che la gara ufficiale era saltata per l’ennesima volta. Messa insieme col passa parola e che ha raccolto meno di 50 persone. Nessuna iscrizione, nessuna medaglia, niente. Il vuoto pneumatico.
Ma non è tutto perché il fatto grave, ma cosa dico grave, gravissimo, criminale, è che all’allenamento si presenta un plurisqualificato per doping. Che non vince perché non c’è una gara. Ma compare in una foto. Mentre taglia il traguardo? No. Con una coppa in mano? No. Baciato dalle Miss? No. Esibendo un premio che non ha ricevuto? No. Abbracciato al summenzionato Guidi, novello Al Capone del Passo Capponi? No. E’ nel gruppo di tutti i partenti, per la classica foto di inizio seduta, di quelle che nei weekend sui social media ne puoi trovare a iosa.
Perché come sanno anche i bambini, oltre a non accettare caramelle dagli sconosciuti, se Vi trovate a fare un allenamento, va bene presentarsi educatamente, ma poi vanno prese tutte le generalità dei partecipanti, bisogna collegarsi col sito FIDAL e verificare che nessuno sia sotto squalifica. Pazienza che poi, se non siete Giudici, non avete nemmeno l’accesso.
Quindi per avere organizzato una gara che non c'è e per la quale non esistono prove convincenti di questa tesi e per aver corso un lungo tra amici, nel cui gruppo era presente un plurisqualificato (probabilmente senza nemmeno conoscerlo), l’Al Capone dal Passo Capponi, è stato squalificato fino al 23 6 2021: due anni.
No, no è uno scherzo dovuto ad un colpo di caldo, tutto tristemente ed incredibilmente vero, leggete qui
Dopo il doping, in Kenia saltano fuori anche uomini finte-donne
Li (le?) avevamo evocati /-e non più tardi di ieri a margine delle ultime notizie su Caster Semenya, per spiegare che in quel caso si trattava di una situazione completamente differente. Ricordavamo come la storia dell’atletica sia passata anche da uomini che si sono spacciati per donne, vincendo campionati e titoli olimpici. Salvo poi essere scoperti molto tempo dopo.
Analoga vicenda accade ora in Kenia. Dopo il flagello del doping che ha contaminato anche la Rift Valley, adesso arrivano pure le false donne. Giusto per non farsi mancare niente. In questo caso si tratta di Sheys Jepkosgei, atleta a livello internazionale che ha conseguito successi e piazzamenti in manifestazioni all’estero (Malesia, Marocco, Tanzania, Zambia) seppur non di primissima fascia. Il vizio del trasformismo lo ha tradito (-a??) , in quanto pare sia stato sorpreso in ospedale mentre sotto falso nome sostituiva un’altra infermiera, tale Pamela Mulupy. Una volta condotto nei locali della polizia e confermato lo scambio di persona è stato appurato che il sesso dichiarato sui suoi reali documenti non corrispondesse alla verità.
Insomma Sheys Jepkosgei è un uomo e non una donna. Verrà giudicato per questo scambio di persona dalle autorità locali nei prossimi giorni. A seguire immaginiamo che anche la IAAF provvederà a squalificarlo a vita.
Caster Semenya è un uomo: così la IAAF e la genetica
19 giugno - Eccoci a parlare ancora di Caster Semenya. Argomento spinoso e dove si corre il rischio di fare eccessive generalizzazioni, banalizzando troppo i concetti, oltre che mancare di rispetto a determinate categorie di persone. Cercheremo di fare del nostro meglio.
Il riassunto della situazione è il seguente. Caster Semenya, come altre atlete che si trovano nelle sue condizioni, ha una produzione naturale di ormoni maschili (in particolare testosterone) molto più elevata di quella che normalmente hanno le donne. Da ciò ne consegue un vantaggio competitivo che le consente di correre più velocemente delle altre sue avversarie “normali”. Non a caso è campionessa mondiale ed olimpica in carica. Per ovviare a questa situazione che sta ammazzando il mezzofondo ed in particolare gli 800 metri (su distanze maggiori il vantaggio scema fino a diventare ininfluente) la IAAF aveva approvato un regolamento che costringeva a cure ormonali. Una specie di doping al contrario che personalmente non mi vedeva favorevole (clicca qui per l’articolo).
La battaglia tra Semenya e IAAF era proseguita sui tavoli di vari tribunali e se il TAS di Losanna aveva rigettato il ricorso della sudafricana, successivamente la Corte Suprema Federale Svizzera aveva ordinato alla IAAF di sospendere immediatamente l'attuazione dei regolamenti di eleggibilità contro Caster Semenya.
Ieri c’è stata la nuova replica IAAF che ha presentato un lunghissimo dossier per sostenere come la Semenya sia in realtà un uomo. Da qui in avanti si entra nelle congetture e nei si dice. Premettiamo subito che qui non siamo di fronte ad una truffatrice, ovvero un uomo che si è spacciato per donna, come tristemente avvenuto in passato anche per campionesse olimpiche scoperte molti anni dopo o solo in occasione del loro decesso. Caster Semenya pare abbia organi genitali femminili, ma all’esame genetico, i cromosomi sono XY ovvero diseguali, maschili. Non XX, uguali, femminili.
Ecco che salta fuori il problema. Con chi facciamo gareggiare Caster e le sue 'sorelle'? Senza trattamento la Semenya vale sugli 800m 1’54”. Circa 5 o 6 secondi più veloce delle donne. Con gli uomini (altra proposta IAAF in caso di mancato trattamento), non avrebbe scampo, essendo il limite mondiale a 1’40”. Se si tratta come sancito dal summenzionato regolamento di eleggibilità, da prima della classe diventa una ottocentista normale. Insomma un gran pasticcio. Forse la nascita di una categoria ad hoc potrebbe farle correre libere, ma ovviamente col rischio della ghettizzazione e della marginalità.
Recensioni: “Popoli in corsa” di Marco Patucchi
Marco Patucchi è un apprezzato giornalista economico che dal 1991 lavora a “La Repubblica”. Nella versione digitale serale del quotidiano, da qualche anno tiene anche una rubrica intitolata “Mappe”, dove può scrivere della sua passione, la corsa.
Con alle spalle già altre esperienze editoriali sportive, nelle 160 pagine di “Popoli in Corsa” - Edizioni Correre – 18€, l’autore ha raccolto il meglio della sua produzione su “Mappe” dal 2012 agli inizi del 2016. Sono quindi contributi brevi, ognuno di due o tre pagine che consentono una lettura intermittente, anche se chi Vi scrive se lo è divorato tutto d’un fiato. Essendo gli scritti legati ai fatti del giorno, si potrebbe pensare all’effetto brioche, ovvero buona quando appena preparata e mangiata calda, un po’ meno se fredda e consumata in un secondo momento. Ma non è così. Salvo rare eccezioni, si tratta di personaggi o avvenimenti che anche se letti a distanza non perdono d’interesse.
Sono tanti gli atleti che vengono descritti, dai top runner a podisti amatori, organizzatori. Ognuno con una storia interessante o aspetti, anche tra i personaggi più famosi, che sono sconosciuti ai più. Vicende felici, altre insolite o purtroppo tragiche, bruscamente interrotte, magari sullo sfondo di avvenimenti o scenari globali come le guerre o le recessioni economiche. Il tutto partendo dall’ultimo fatto accaduto in qualche parte del mondo, ma anche a ricorrenze oppure dalla quotidianità dei runner comuni nel contesto di una Roma bellissima, visitata correndo. Talvolta la corsa è solo un tramite, ma non per questo meno efficace nel raccontare storie che meritano di essere conosciute. Talvolta Patucchi lavora anche di fantasia, confessandolo alla fine del pezzo, che è spesso ancora più godibile e verosimile.
Insomma un libro da leggere, magari alla fine di un allenamento, o da regalare a qualche amico con cui si corre insieme. Per poi commentarlo nelle uscite seguenti. Meglio se in occasione di una seduta tranquilla e non durante delle ripetute…
Gianni Mauri: sogno una Fidal 'casa di tutti', più aperta al dialogo con la gente
Siamo oggi in compagnia di Giovanni, detto Gianni, Mauri, Presidente FIDAL Lombardia ormai da due anni e mezzo. Quindi nel momento giusto per poter fare un bilancio dell'attività svolta e di quanto in programma nel prossimo futuro.
Grazie Rodolfo. Io credo molto nell'idea di una Federazione che, ad ogni livello, provinciale/regionale e nazionale, sia sempre meno burocrazia e sempre più una casa aperta al dialogo e al confronto con i suoi tesserati. Facile da dire ma complesso da fare in un quadro legislativo e di norme che, sempre più, costringono a un iper-lavoro amministrativo e a grandi responsabilità, i dirigenti delle nostre società e la struttura periferica della Federazione. Norme ed adempimenti in gran parte sono dovuti a leggi e disposizioni sempre più stringenti. Un quadro attuale che è inoltre appesantito da un'aria "elettorale" che caratterizza il nostro Paese in perenne campagna elettorale ed anche la Federazione. (NdR Elezioni FIDAL Italia previste per l’autunno 2020 con l’attuale presidente Giomi in uscita automatica dopo due mandati).
A rischio di cominciare l'intervista un po' in ginocchio, alla "Bruno Vespa", non posso che farTi i complimenti per il Tuo rapporto con i mezzi d'informazione. Fossimo negli States saresti un "Media Darling" e non solo per come sei giudicato, ma da come ti rapporti con noi.
Grazie Rodolfo, troppo buono, ma il mio obiettivo è, con gli strumenti di comunicazione nostri (sito regionale, social) e sui vari media di contribuire a rendere più visibile, conosciuta, apprezzata la grande attività (750 gare/anno) che si fa nella nostra Regione, frutto dell'immenso lavoro di reclutamento, promozione, sviluppo tecnico ed organizzativo che fanno le nostre 570 società affiliate, i nostri dirigenti di società e i nostri tecnici, oltre alla disponibilità (volontaria) dei giudici di gara, del personale e dello staff del Comitato Regionale. E poi tu quando c'è da pestare duro, non ti tiri indietro, come nel caso del recente articolo sui campionati italiani master di staffette e prove multiple.
Un disastro...
L'attività nazionale e le manifestazioni sono tantissime (forse troppe) e in generale ben organizzate; una giornata storta può capitare a chiunque e il caso a cui ti riferisci rientra tra questi...ma solo chi non fa nulla no sbaglia. Sono appena tornato dai Campionati Italiani Master di Corsa in Montagna (Pompegnino di Vobarno) ed è stato tutto splendido, l'organizzazione, gli atleti, i giudici, i volontari...così un evento diventa una fantastica promozione del nostro sport e del territorio! Il nostro mondo "Atletica" ha talvolta un modo di agire "disinvolto", tutto è dovuto... ma ricordo a me stesso e a tutti noi che solo dal lavoro comune, dalla condivisione e dalla collaborazione di molti si può reggere un carico di campionati, di manifestazioni (di ogni livello) che non ha uguali in Italia. Il mio impegno e quello dei consiglio regionale di FIDAL Lombardia è per una attività che dia pari dignità a tutto il nostro mondo (dalla promozione, al settore giovanile e scolastico, alla attività di sviluppo dei nostri giovani verso l'alto livello, ai masters) ma, parliamoci chiaro, pretendiamo che chi può dia qualcosa.....un esempio, io apprezzo l'attività dei master ma mi aspetto che si dedichino non solo alle loro gare ma diano anche una disponibilità volontaria come giudici o come aspiranti tecnici o come volontari alle gare. Il nostro mondo cresce con l'impegno di tutti e noi adulti abbiamo il dovere di dare ai nostri giovani atleti esempi positivi di disponibilità, di volontariato e di presenza/sostegno alle nostre gare. Criticare dalla tribuna chi lavora in campo per la nostra attività è solo sterile e fuori luogo! Sui Master vi dico che in Lombardia, grazie all'impegno di molti, in primis il consigliere regionale Virginio Soffientini, abbiamo dato da due anni piena dignità all'attività Master e ne sono contento, ma è doveroso anche dire che è inderogabile una revisione dell'attività federale. Troppi campionati, troppe attività e sovrapposizioni che spesso tolgono linfa vitale ed energie a quello che deve essere il nostro primo obiettivo: l'attività dei giovani e il sostenere lo sviluppo dei talenti verso l'alto livello.
Ne parleremo in una prossima occasione. Torniamo nei territori di tua competenza: quali sono i miglioramenti di cui ti senti soddisfatto?
Crediamo di aver messo al centro del nostro sforzo gli atleti, le atlete, i loro tecnici e le società. Sergio Previtali il nostro fiduciario tecnico ha fatto e sta facendo un notevole lavoro assieme a tutta la struttura, abbiamo in media una iniziativa tecnica ogni 4 giorni; l'obiettivo è di costruire nuovi tecnici e di confrontarci con quanti già operano mettendo insieme le esperienze, superando steccati e diffidenze. In un anno abbiamo messo in piedi un’ottantina tra raduni, clinic, giornate di aggiornamento e di confronto. Sotto la mia presidenza abbiamo aperto (e sono pienamente operanti) ben 5 centri tecnici; Mariano Comense (lanci), Chiari (salti), Nembro (mezzofondo/fondo/montagna e marcia), Bergamo (ostacoli) e Alzano Lombardo (velocità). Abbiamo fatto molteplici manifestazioni e attività con altre Regioni (Emilia, Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, etc) e con gli svizzeri. I risultati dei nostri giovani sono eccellenti (100 giovani nelle squadre nazionali) ma... non abbiamo fretta, l'obiettivo è costruire il futuro dei nostri giovani il meglio possibile e a breve li aiuteremo (atleti/tecnici/società) con un Progetto Talento di entità mai vista (per ora 45.000 euro ma stiamo cercando altre risorse), per una parte di aiuta BCC Milano che ringrazio. Inoltre abbiamo un apprezzata area "Centro Studi" curata da Gianmario Castaldi che propone articoli tecnici, report da convegni e molto altro.
Immagino che avresti ancora tanto da dire
Esatto. Poi si potrebbe continuare a parlare per ore di tutti quei campionati che stiamo portando in Lombardia con il duplice scopo di movimentare /qualificare la nostra attività ed anche di evitare costosissime trasferte agli atleti delle nostre società (che hanno casse esangui). Stiamo cercando di migliorare la nostra attività con dei Meeting, qualificando le gare a livello tecnico (notevole l'attività delle gare curate di mezzofondo fondo (piste buone, orari adeguati, atleti che si sacrificano a fare il ritmo giusto) hanno portato a piogge di primati personali, di minimi per le rassegne internazionali, di un grande miglioramento collettivo. La sfida (complessa e difficile) è quella di migliorare anche la qualità organizzativa dei nostri eventi istituzionali (campionati regionali e di società) ed abbiamo costituito un gruppo di splendidi giovani (Competition Support Team) che si mettono a disposizione per dare una mano dove serve (dai tabelloni, a spostare gli ostacoli, a collaborare con i giudici, a rastrellare la sabbia, etc). Un grazie di cuore a questi giovani e a quanti aiutano la nostra Atletica. In questi due anni inoltre, conscio dell'importanza delle piste e dell'impiantistica ho costituito lo "Sportello Impianti" (a disposizione di società, di uffici tecnici comunali, etc) e sono andato in decine di Comuni, dialogando con Sindaci ed Assessori. Con orgoglio vi devo dire che, anche grazie al lavoro attuale e di chi mi ha preceduto nel precedente quadriennio (la professoressa Vanni e il precedente consiglio regionale) i risultati sono lusinghieri; molte piste rifatte (grazie al sostegno di Regione Lombardia), molte in cantiere (tra cui l'Arena, i lavori inizieranno a breve) e moti progetti nei piani triennali dei Comuni (con piste e mini-impianti). E poi credo molte nel portare la nostra bellissima Atletica nel cuore delle città, abbiamo portato l'Asta, lo sprint e l'alto in Fiera Milano e molti eventi in piazza sono stati fatti e altri sono in cantiere (via aspettiamo in luglio alle Aste in piazza a Nerviano e Saronno).
Riconoscendoti una buona dosa di onestà intellettuale, dicci anche se c'è qualche punctum dolens, e come pensi di rimediare.
Sono tante le cose da fare e sono graditi i suggerimenti di chi ci legge; in primis potenziare il nostro settore sanitario in modo da essere sempre in grado di aiutare atleti e società in caso di infortuni e della successiva riabilitazione, sviluppare e sostenere il gruppo Giudici Gare, migliorare sempre più il lavoro della "famiglia Comitato," essere più vicini alle società e supportarle nel loro impegno, dialogare con chi organizza e ricercare un rapporto di collaborazione con quanti negli anni hanno lasciato la Fidal per andare verso altri Enti. Il nostro è, e deve essere un lavoro quotidiano e di squadra e qui devo ringraziare I Comitati Provinciali che fanno un lavoro notevole sui territori. Inoltre abbiamo potenziato la nostra struttura con un segretario generale (il bresciano Rolando Perri), con uno Sport Manager (Marco Riva, che ci aiuta anche per il marketing e la ricerca sponsor) e con l'avvocato Boroni che assiste le società per gli aspetti legali, burocratici e statutari.
Grazie Gianni: è stato un piacere. Ci risentiamo presto per proseguire questa chiacchierata se sei d’accordo
Certamente! E grazie a Voi per lo spazio che mi avete concesso e un appello a chi legge. Dateci una mano per il nostro bellissimo Sport!
Tra ville e giardini con tanti tagliettini
Non calpestare le aiuole è un divieto ben conosciuto dai frequentatori degli spazi verdi. Mentre ai parchi questa possibilità è spesso concessa, nei giardini il divieto è molto diffuso. Se poi in mezzo ai giardini ci passi mentre stai disputando una corsa podistica, come quella di venerdì scorso, 14 giugno a Varese (qui un comunicato relativo alla manifestazione), allora se vai in mezzo al prato, non solo non rispetti una norma del regolamento comunale di Varese, ma riduci di diversi metri il percorso di 10,6 chilometri che era stato disegnato.
Insomma stai tagliando, stai infrangendo il regolamento FIDAL, stai barando. Purtroppo ci giungono diverse segnalazioni di furbetti che nel passaggio nelle varie zone verdi previste dal tracciato (Villa Panza, Villa Mirabello, Giardini Estensi) invece di seguire i vialetti hanno brutalmente tagliato. E non ci riferiamo al fatto, sempre deprecabile, di morsicare un angolo per disegnare bene la curva. No, qui si parla di gente che ha preso la diagonale. Senza vergogna. E senza peraltro subire sanzioni. Infatti risultano tutti felicemente classificati, quelli che sono arrivati in fondo. Ed hanno tagliato… anche il traguardo.
Bergamo - Miglio dei Mille, ma erano di più!
Bella serata di atletica, mercoledì 5 giugno, al campo sportivo Putti. Grande partecipazione in pista, con oltre 300 atleti in gara e tribune stracolme. A superare senza dubbio quota mille, nome dato alla manifestazione in quanto, per i pochi che non lo sapessero, fu proprio lo stesso Garibaldi a definire Bergamo la città dei Mille. In omaggio ai circa 180 orobici che fecero parte del suo esercito. Eroi capaci di riunificare l’Italia nel 1860.
Molti atleti, tanta gente ed una cornice suggestiva. L’impianto è pratico e funzionale, L’anello aiuta gli atleti, grazie ad un ottimo fondo. Gli alberi che circondano la pista regalano un piacevole colpo d’occhio. Mentre di fronte alla tribune è ben visibile la pista indoor. Per noi milanesi è un po’ un colpo al cuore, se si pensa che la pistina del Campo XXV Aprile non è ancora pronta a quasi dieci anni dall’inizio di questa storia che sembra ormai senza fine.
Tornando alle gare, si è cominciato poco dopo le 19.15 con gli Esordienti sull’ottavo ed il quarto di miglio. Mentre per le categorie Ragazzi/e e Cadetti/e si è gareggiato sulla distanza metrica dei 1000. Per i Ragazzi il più veloce è stato Riccardo Maccherone (Atl. Brembate Sopra) in 3’16”4 mentre al femminile è stata la sua compagna di squadra Michela Papalia (3’19”6). Sempre sugli scudi l’Altetica Brembate Sopra anche tra i Cadetti con Daniele Magri in 2’43”4. Samira Manai (AV Sporting Team) la Cadetta più veloce, in 3’04”7. Arrivati ai 1609 metri, fa piacere registrare che il migliore delle serie uomini sia stato un Allievo, Edon Ponik (Free Zone) in 4’44”7, mentre al femminile l’ha spuntata l’evergreen Laura Avigo dell’Atletica Lonato. 5’49”9 il tempo, ma parliamo di una SF50. Per ogni dettaglio su tutti i risultati, potete cliccare qui. Noi concludiamo facendo i complimenti a Maurizio Oberti ed a tutto lo staff del Comitato Provinciale FIDAL Bergamo.
Campionati Italiani 10k: formula OK, data sbagliata
Ho letto con attenzione l’articolo di Sebastiano Scuderi sui recenti Campionati Italiani Master di corsa su strada sui 10 chilometri che si sono svolti lo scorso 1° giugno a Genova. Con partenze dal primo pomeriggio ed una temperatura intorno ai 30° gradi.
Comincio subito con gli aspetti che mi vedono concorde con l’autore del pezzo precedente. Organizzare a Giugno è poco opportuno. Far correre in queste condizioni, nel primo pomeriggio è demenziale. E se mi venite a dire che la gente arriva da tutta Italia e quindi non si può iniziare troppo presto o finire troppo tardi ecco allora che la data scelta risulta ancora più infelice.
Al contrario, il fatto di correre su un circuito non dovrebbe spaventare nessuno. Anzi ciò diventa maggiore garanzia di assenza di traffico ed inoltre di miglior controllo delle vie interessate, evitando sgradevoli quanto pericolose invasioni automobilistiche. Tra l’altro, con i vari giri, si riesce a seguire meglio la gara ed incitare più volte gli atleti. Aspetto che in una competizione a manches è il non plus ultra, in quanto i compagni delle diverse categorie, in riscaldamento o defaticamento prima o dopo la loro batteria sono ben contenti di poter vedere come stanno andando i loro amici e dargli la carica. E’ uno degli aspetti più belli tra compagni di squadra durante queste trasferte ed a cui lego bellissimi ricordi.
Le sei andate e ritorno, ma che in realtà significano tre giri dai Bagni San Nazaro alla Chiesa di Boccadasse, mi sembrano la giusta misura. E se qualcuno si ritira, il problema torna ad essere il caldo e non la tentazione di transitare sull’arrivo. Stiamo parlando di runner ad un campionato italiano e su una distanza di 10 chilometri. Non di esordienti senza esperienza alla prima maratona. Se invece il problema è il caldo, allora, vedi sopra. Chissà come faranno quelli che correndo su pista passano 25 volte sul traguardo in un diecimila…
La divisione in batterie è la più opportuna, in quanto permette di gareggiare avendo bene in vista gli avversari per il titolo di categoria. I tempi di attesa prima dello sparo, contenuti. Il caos in partenza limitato. La categoria da esporre con un secondo pettorale sulla schiena è molto utile. Partenze generali sono sconsigliabili. Prima cosa costringono oltre mille atleti, ma a volte sono anche di più, a sostare per lungo tempo prima del via. Inoltre il rispetto delle gabbie e parlo per esperienza personale in diverse occasioni valide per il tricolore, è una chimera. Tutto bello in teoria, ma in pratica no.
Aggiungo inoltre che con le gabbie si parte dal presupposto che gli M35 siano più veloci degli M40 e a loro volta degli M45 e così via. Peccato che con questo sistema ad esempio questi tre signori, freschi campioni italiani SM60: Maurizio Vagnoli 36:53 SM65: Michele Gallo 39:02 SM70: Luciano Faraguna (Atl. Paratico) 44:09, dovrebbero partire dalle retrovie e lottare diversi chilometri per sorpassare gran parte dei corridori che li precedono. Insieme a tanti dei loro avversari diretti o atleti che lottano per il podio e che hanno tempi non molto diversi da quelli elencati.
Caster Semenya può tornare a correre senza restrizioni… per il momento
Poteva mancare una nuova puntata della soap opera che vede come interprete principale Caster Semenya? Certo che no, è la risposta a questa retorica domanda.
Ieri infatti la Corte Suprema Federale Svizzera ha ordinato alla IAAF di sospendere immediatamente l'attuazione dei regolamenti di eleggibilità contro Caster Semenya che recentemente aveva visto rigettato anche il suo ricorso al TAS - Tribunale Arbitrale per lo Sport. Il Regolamento di eleggibilità della IAAF per la classificazione femminile, relativo agli “Atleti con differenze di sviluppo sessuale” ed entrato in vigore lo scorso 8 Maggio, prevede infatti cure ormonali per abbassare i naturali livelli di testosterone di queste atlete.
Quindi l’atleta sudafricana può continuare a gareggiare senza doversi sottoporre ai trattamenti “coatti” di cui Vi avevamo parlato in questo nostro precedente articolo che potete trovare cliccando qui.
Grande soddisfazione da parte della campionessa olimpica sugli 800 metri che ha dichiarato: "Sono grata ai giudici svizzeri per questa decisione.Spero che seguendo il mio appello potrò di nuovo”. Ovviamente, non finisce qui…