Rodolfo Lollini
Canelli (AT): continuiamo così, facciamoci del male
L'8 settembre a Canelli si è disputato il Campionato Italiano assoluto sulla distanza dei 10 km. Ad ospitare la prova è stata la “Corsa sulle strade dell’Assedio di Canelli”. Gara che si svolge nelle strette, sottolineiamo strette, vie centrali della cittadina astigiana da anni. Manifestazione che aveva sempre avuto una dimensione locale, mentre questa volta doveva fare i conti con numeri ben diversi dal solito.
E’ successo di tutto. Spiace usare un'espressione forte e peraltro già impiegata in altri nostri articoli, in occasione di altre rassegne nazionali. Abbondantemente organizzate e generosamente distribuite sul territorio dalla FIDAL. Stavolta con l’aggravante che al posto dei soliti master, abituati ad essere dei “can da bòtte”, erano di scena gli assoluti. La crème della nostra atletica.
Gli assoluti non sono stati fatti entrare a tempo debito nelle griglie di partenza, ma lasciati a scorrazzare oltre la linea del via. Poi si è perso un quarto d’ora per spingere tutti indietro, come acciughe. Ovviamente quando si è partiti, schiacciati e sullo stretto, ci sono state delle cadute. Un atleta ha avuto una spalla lussata e stante il fatto che l’ambulanza era già impegnata in un altro intervento, ha dovuto attendere mezz’ora prima di essere soccorso e 45 minuti prima che i sanitari gli risistemassero la spalla che era uscita dalla sua sede. L’ambulanza ha finito per bloccare il percorso e quindi dopo un giro, ovvero dopo aver fatto correre gli atleti per oltre 3 chilometri, la gara è stata interrotta. Fermi ragazzi, abbiamo scherzato. Adesso ricominciamo… Ci sono volute altre due ore prima che fosse data una seconda partenza, con tanti saluti alla preparazione pre-gara, alimentazione, riscaldamento e compagnia bella. Al secondo tentativo è filato tutto liscio, anche perché nel frattempo oltre un centinaio di partecipanti avevano deciso di averne viste abbastanza e se ne erano già tornati a casa... Le prove giovanili, femminili e master hanno avuto altri inconvenienti, tra ritardi ed approssimativo conto dei giri, ma non ci perdiamo in dettagli, la frittata più gustosa ve l'abbiamo già descritta.
(Si veda http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/4787-assoluti-di-canelli-cronaca-di-un-naufragio.html )
Ma continuiamo così, facciamoci del male, senza una efficace supervisione da parte della FIDAL dell’organizzazione e della messa in pratica delle linee guida da osservare in occasione di queste manifestazioni. Linee guida che forse non sono nemmeno così complete, o vengono disattese senza nessuna reazione federale, visto il ripetersi di queste figuracce.
Jennifer Smith è l’atleta più pesante al mondo ad aver completato una maratona
In attesa che il Guinnes dei Primati, “certifichi” il record, riportiamo la notizia che arriva dagli USA e più precisamente dalla cittadina di Clinton nello stato dello Iowa, dove si sono svolte le “Mainly Marathons Heartland Series”. Una manifestazione che organizza 42 chilometri per diversi giorni consecutivi. Se vogliamo, sono i cugini americani della “Dieci maratone in 10 giorni” che si è appena svolta sul nostro lago d’Orta.
Il quinto giorno, lo scorso 23 Agosto, ai nastri di partenza si è portata anche Jennifer Smith, non prima di salire sulla bilancia che ha registrato il peso di 346 libbre, equivalente a circa 157 chilogrammi.
Sostenuta ed anche accompagnata da parenti ed amici ad ogni passaggio dei dodici giri previsti, la donna che ha avuto un passato molto complicato tra bulimia ed un incidente che l’ha costretta a letto per parecchio tempo, è riuscita a completare la prova.
Si è trattata in sostanza di una lunghissima camminata, durata 11 ore e 50 minuti, ma questo poco importa, così come l’omologazione del record. Ciò che conta è averla stimolata al movimento e lanciare un messaggio positivo a tutti coloro che si trovano in analoghe condizioni. Uscire dal suo guscio per fare del moto, non può che far bene. Nel frattempo Jennifer sta già pensando al primato sui 50 chilometri.
Speriamo solo che chi vuol battere il suo record, basato sul peso a non sulla prestazione cronometrica, non progetti d’ingrassare per diventare più pesante di lei!
Completa maratona trainando un’auto per beneficenza
Avete presente quando Vi sentite particolarmente stanchi e fate fatica a finire un allenamento? Oppure in maratona Vi sembra di trascinare un auto, tanto avete le gambe pesanti? Ebbene, c’è chi i famosi 42,2 chilometri li ha fatti tutti rimorchiando una BMW da 1,7 tonnellate.
Autore dell’impresa è stato l’ex marine Max Glover lo scorso 3 Agosto presso il circuito Bruntinghthorpe Proving Ground nel Leicestershire, a sua disposizione per 24 ore, il tempo cui è durata la prova.
Il britannico ha fatto questa faticaccia con l’obiettivo di raccogliere fondi a favore di Julie Parker un’amica affetta da una rara malattia e che recentemente è stata operata. La Parker soffre infatti di una rara condizione chiamata carenza di alfa-1-antitripsina, il che significa che le manca un inibitore dell'enzima protettivo che la rende più vulnerabile al fumo, alla polvere e ad altri materiali tossici. Ciò aumenta il rischio di malattie polmonari. A causa della sua malattia ha appena subito un doppio trapianto polmonare, ma ora sta molto meglio.
Il ricavato della giornata sarà destinato ad un ente benefico di Harefield, consentendo ad altri pazienti di ricevere trapianti salvavita. Glover invece ha deciso di rinunciare all’abbonamento con l’ACI. Nel caso la sua auto restasse in panne, prenderà l’imbracatura nel baule e ci penserà lui stesso a trainarla alla più vicina officina ;-)
Corri con i Run della Fontana il 14 Settembre a Pregnana Milanese
Siamo oggi in compagnia di Stefano Cislaghi, una delle anime della Polisportiva Pregnanese per parlare della gara non competitiva di sabato 14 Settembre, ma cominciamo con una curiosità, cosa sono questi “Run della Fontana”?
La fontana che si trova a Pregnana in via Vittorio Emanuele, di fronte al Municipio, è diventata il ritrovo abituale di un gruppo di podisti, per una corsa mattutina prima degli impegni giornalieri, o serale dopo il lavoro. Poi abbiamo giocato con la parola Run. In inglese la pronuncia di run suona come ran, rane in dialetto milanese.
Siete pronti per il 14 Settembre?
Si, tutto è programmato per assicurare una perfetta edizione della “6a Corri con i Run della Fontana”. Si partirà alle ore 17, ma vi aspettiamo già dalle 16 in Piazza S. Pietro e Paolo a Pregnana Milanese. Ci spostiamo dal Campo Sportivo in una posizione più centrale.
Ci sarà un servizio di spogliatoi?
Certo, ma non solo quello. Anche il deposito borse ed il… deposito bambini, nel senso che per i genitori che partecipano alla Corri con i Run della Fontana è possibile usufruire, su prenotazione a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., del servizio di custodia dei bimbi. Ed alla fine della gara sarà possibile anche ricevere un massaggio da parte di specialisti del settore.
Parliamo del percorso.
Sono 12 chilometri su sentieri sterrati in pianura.
E’ un bel tracciato, confermo per esperienza diretta. Ci saranno altre distanze?
Certamente. Si potrà optare per la 5 chilometri sempre su sterrato oppure un giro da 3, quest'ultimo senza barriere architettoniche percorribile a tutti
Bravissimi. Per concludere hai altro da dire sulla “6a Corri con i Run della Fontana”?
Oltre allo zainetto come pacco gara, ci sarà anche una estrazione a premi fra tutti i partecipanti e il ricavato sarà devoluto a ONLUS Arcobaleno Rho che si occupa di creare momenti ricreativi per diversamente abili e per le loro famiglie. Tutte le info si possono trovare su www.rundellafontana.it oppure scrivete a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Quelli che celebrano il record sui 10k di una bambina di 7 anni…
Loro insistono ed allora insistiamo anche noi. I personaggi sono sempre gli stessi e continueremo a non citarli, ma allo stesso tempo a porci degli interrogativi circa il senso di fare certe cose e poi pubblicizzarle.
Siamo purtroppo in Italia e come successo nel 2018 alla stessa “gara”, poi spiegheremo perchè scritto tra virgolette, una bimba di 7 anni ha corso 10 chilometri in un tempo che è stato definito “record europeo”. Anche qui le virgolette sono d’obbligo, perché la gara non è omologata FIDAL, il percorso meno che meno ed ovviamente nessun giudice federale farebbe correre una bimba di 7 anni su questa distanza.
A seguire, la stessa litania del 2018: il crono è inviato a chi raccoglie le migliori performance continentali per anno di età su di un sito che “certifica” il record europeo femminile, categoria, scusate ci viene da ridere, 7 anni. Sarebbe bello sapere chi ha conferito al sito l’autorità di certificare record. L’anno scorso era ovviamente la categoria 6 anni. La notizia viene ripresa da alcuni “siti sportivi” o generalisti, con tanto di foto dell’atleta in gara e celebrazione della bambina e dei genitori allenatori. Tristezza.
Francamente noi continuiamo a pensare che a 6 o 7 anni è giusto correre, ma per divertirsi. Per carità, anche gareggiando, ma su distanze congrue all’età ed al momento di crescita delle bambine in questione. Come quelle immortalate dal nostro “One Billion Photo”, al secolo Roberto Mandelli, nell’immagine di apertura.
Noi runner abbiamo il cuore d'oro
Siamo a New York, zona World Trade Center. Il cuore della metropoli. La città si sta animando per un'altra giornata lavorativa. C'è un runner che sta completando il suo giro, prima della rapida doccia e successiva corsa verso il posto di lavoro. Sul suo tragitto c'è uno dei tanti senza tetto, seduto sul marciapiede. E' scalzo. Il runner cosa fa? Si ferma, si toglie le scarpe e gliele regala, proseguendo a piedi nudi. Non sappiamo se si è trattato di un'azione istintiva o "premeditata". Magari era già qualche giorno che vedeva il poveretto in quelle condizioni. Poco importa, quello che conta è il gesto, generoso, anonimo. Salvo che il tutto viene ripreso da un automobilista e finisce sui social network, per poi essere riportato dai media di tutto il mondo. Cosa ci volete fare, noi runner siamo fatti così. Abbiamo un cuore forte e sappiamo tenerlo in allenamento, con allenamenti molto duri, ma non solo. Anche con azioni del genere.
Premiato Maratonificio di Orta, fornitori Casa Reale
Sabato 3 Agosto è partita la sesta edizione della “Orta 10 in 10”, kermesse podistica che per dieci giorni offre quotidianamente la possibilità di correre una maratona, ma non solo. Nel menù, ogni anno più ricco, si sono aggiunte le opzioni 10 chilometri, maratonina e da quest’anno anche la ultra da 50 chilometri. Domenica siamo andati anche noi a dare un’occhiata, anzi qualcosa di più, perché il richiamo della foresta ci ha spinto a riprovare, dopo quasi una decade, i fatidici 42195 metri, invogliati da un tempo massimo di otto ore che rassicurava sul fatto di riuscire, in qualche modo, a portare a casa il risultato.
Luogo di partenza, arrivo e quartier generale il Lido di Gozzano, dove alle ore 8 partono in contemporanea tutte le gare. Percorso impegnativo, nominalmente solo al 15% in sterrato, ma specialmente all’inizio con tanti sassi e radici a cui fare attenzione. Anche il dislivello, dichiarato di 330 metri per i maratoneti, forse è qualcosa di più o almeno così è sembrato al nostro GPS che ne ha contati 437. Insomma, di tratti in perfetta pianura ce ne sono pochini. Partiti dal lido, il tracciato costeggia il lago, molto spesso in zone gradevolmente ombreggiate. Si tocca Pella e si arriva, in salita fino a Ronco, al giro di boa della mezza, da dove si ritorna alla partenza. Per mezzimaratoneti a quel punto è finita, mentre i maratoneti devono rifare il giro. Ai partecipanti alla 50km toccherà un altro pezzetto.
Circa 200 atleti al via domenica, di cui grosso modo la metà impegnati sulla distanza regina. Tra di loro molti partecipanti che resteranno qui tutti i dieci giorni per riuscire a collezionare le dieci medaglie che unite insieme formeranno un bel medaglione puzzle. Oltre a dar luogo ad una classifica generale di tutta la manifestazione. Nel plotone dei maratoneti molti specialisti o forse sarebbe meglio dire innamorati di questa distanza. Loro apprezzano Orta perché consente di appuntare altre dieci bandierine nei loro peraltro già ricchi registri che per l’Italia sono coordinati proprio dalla Casa Reale dei 42km, il Club Super Marathon Italia che organizza questo evento. Alcuni sono veri e propri personaggi che meriterebbero degli articoli di descrizione a parte.
Ottima l’organizzazione, con cronometraggio, ristori, pasta-party, docce, toilettes e tutto quanto necessario. Gli accompagnatori possono aspettare i runner godendosi la spiaggia del lido e facendo un bagno. Inoltre per le serate sono programmate diverse animazioni comprensive di gite in barca e tanto altro. Servizi che prevedono anche un parcheggio per chi è venuto in camper ed una struttura scolastica dove i più parsimoniosi possono passare la notte, anzi le notti.
Chiudiamo con i vincitori del 4/8: Marco Bonfiglio (Impossibile Target) sui 50km, Marco Ferrari (Atl Paratico) in Maratona, Gabriele Signorelli (CUS ProPatria Milano) per la mezza ed Ivan Doniselli (La Michetta) nei 10km. E ricordando che fino al 12/8 c’è gente che corre tutti i giorni sul lago. Se volete, potete andare anche Voi, in quanto è possibile iscriversi anche in mattinata, arrivando per tempo.
Lonato (BS) – 20° Miglio di Lonato
Cambia ancora sede, ma non diminuisce la qualità del servizio offerto il 20° Miglio di Lonato che sabato 20/7 u.s. è stato disputato presso la Comunità Missionaria Villareggia. Location forse meno glamour del centro cittadino, ma luogo più semplice da raggiungere in auto, compreso il facile parcheggio. L’istituto ha un bel parco piantumato con diverse varietà come pini, palme ed ulivi.
Si è corso su un giro da 500 metri tra i vialetti del parco ed intorno all’edificio centrale. Tracciato leggermente mosso, con una salitella iniziale seguita da contropendenza e ultimi cento metri ancora in ascesa. Ideale per gli esordienti che hanno fatto un giro e ragazzi/cadetti che hanno doppiato. Quindi i realtà, rispetto alle distanze canoniche, hanno corso rispettivamente 500 e 1000 metri. I miler avevano anche un altro rettilineo di lancio per raggiungere, dopo tre giri, i fatidici 1609 metri. Per farlo partivano da una bella rotonda sotto gli occhi di una madonnina ed all’ombra della vicina chiesa, come si può vedere nell’immagine in copertina.
Venendo all’aspetto tecnico, i circa duecento atleti impegnati hanno dato vita a manches combattute. Segnaliamo solo il migliore tra gli uomini, il classe 2001 Andrea Lanfranchi (Atletica Rezzato) che in 4’31” ha sorpreso i più esperti avversari, mentre al femminile vittoria di Mara Ghidini (Atletica Brescia) in 5’10”. I risultati dettagliati li trovate qui, sul sito FIDAL che i giudici di Brescia hanno reso disponibile sul portale federale praticamente in tempo reale, grazie al sistema chip da loro gestito.
Tutto è filato liscio. Gli unici piccoli ritardi sono da ascrivere ad alcuni atleti della stessa società che si sono erroneamente scambiati i pettorali/chip. Premiazioni per tutti i partecipanti delle classi giovanili, per i primi tre delle categorie master ed i primi dieci assoluti.
Dopo le vacanze si riprenderà con le ultime tre prove a Segrate (21/9), Chiavenna (5/10) e Carate Brianza (12/10).
Sabato 20/7 a Lonato ultimo miglio pre-vacanziero in una nuova location
Prima della pausa agostana, il Club del Miglio ha un ultimo sussulto in quel di Lonato (BS), dove sabato 20 p.v. la locale società di atletica ospiterà la settima tappa del circuito.
Il 20° Miglio di Lonato non si svolgerà però nella suggestiva cornice del centro cittadino, a causa di lavori che lo rendono impraticabile ai fini podistici. E nemmeno al Parco in località Pozze, utilizzato nel 2016 per un’analoga emergenza. L’appuntamento è fissato per le ore 19 presso la Comunità Missionaria Villareggia, Via San Zeno, 7 – Lonato del Garda.
Le gare inizieranno alle ore 20 con gli Esordienti sui 400 metri, poi Ragazzi e Cadetti impegnati sui 1000 metri. A seguire Master Femminili e poi Maschili, cominciando sempre dalle categorie meno giovani. Premiazioni previste alle ore 21.45
Recensioni: “Emil Zatopek” di Rick Broadbent
Catalogare come semplice biografia il libro edito dalla casa editrice dal non facile nome “66thand2nd” (314 pag - 22 euro), sarebbe molto riduttivo, in quanto l’autore ha svolto un lavoro scientifico molto approfondito, come testimoniato dalla bibliografia e dalle numerose fonti, comprensive d’interviste ai protagonisti ancora viventi.
Broadbent racconta la vita di questo bravissimo mezzofondista, forse il migliore di tutti i tempi (unico a vincere 5000-10000-maratona in un’olimpiade), ma non solo. Per capire meglio il personaggio ed il contesto competitivo, viene narrata la storia dell’atletica di quei tempi, dal miglio alla maratona. Partendo addirittura dai grandi predecessori, primo fra tutti Paavo Nurmi. Quindi c’è molto spazio anche per i rivali, a partire dal suo preferito, Alain Mimoun. E non solo per quanto avviene sulle piste, ma anche relativamente alle loro condizioni di vita. E poi le sfide incrociate, il susseguirsi delle prestazioni record e quindi anche i confronti a distanza. In questo, da profondo conoscitore del suo paese, forse si dilunga troppo nei racconti sugli atleti britannici, se proprio vogliamo trovare un difetto al testo. Atleta praticamente autodidatta, Zatopek è stato il precursore di metodi di allenamento, molto duri, poi copiati in tutto il mondo.
Il sottotitolo del libro è “Una vita straordinaria, in tempi non ordinari”. Niente di più vero se pensiamo che Zatopek è passato da una Cecoslovacchia libera, all’invasione nazista, alla “liberazione” russa con il regime comunista. Fino alla nuova invasione sovietica dopo la primavera di Praga del 1968. E lui in mezzo, prima sfruttando la possibilità di essere inserito nell’esercito e quindi poter svolgere un’attività sportiva professionistica, a differenza di quasi tutti i suoi avversari stranieri. Diventando una star coccolata e suo malgrado uno spot pubblcitario vivente di come il sistema fosse vincente. In seguito la fase più difficile, quando appoggiando apertamente le aperture del premier Dubcek, si ribella al tentativo di “normalizzazione” sovietica. Il tutto nella fase terminale della sua carriera agonistica. Non gli verrà perdonato nulla: espulsione dall’esercito, fine di tutti i privilegi, perdita del lavoro, cancellazione delle onoreficenze acquisite. Per motivi economici dovrà pure vendere la casa, faticosamente costruita. Anche se sarà più fortunato di molti suoi compagni ed amici, come il suo primo (ed unico) allenatore. Jan Haluza, arrestato dalla polizia politica, incarcerato e torturato. Il tutto a costo di un forzato allineamento di Emil al regime. Fino alla tardiva riabilitazione dopo il crollo del muro di Berlino e della cortina di ferro. Ma saranno passati oltre vent’anni, tutt'altro che piacevoli. Da leggere.