Roberto Annoscia
Monaco Run: record italiano per Dossena e due record mondiali
17 febbraio - Quarto posto per Sara Dossena alla Monaco Run, la 5 chilometri sulle strade del Principato di Monaco, che conclude in 16:03, stabilendo così la miglior prestazione italiana sulla distanza, migliorando il 16:31 ottenuto da Yusneysi Santiusti a Oderzo nel 2017.
La 34enne bergamasca del Laguna Running, allenata da Maurizio Brassini, è giunta al traguardo alle spalle dell’olandese Sifan Hassan, che ha vinto con il record del mondo in 14:44, della britannica Laura Weightman, seconda in 15:29, e della danese Anna Emilie Moller, terza in 15:35.
Sara ha dichiarato: “Sono contenta per questo tempo, adesso il mio obiettivo è la maratona, ma questa gara mi è servita anche per correre a ritmi che per me sono insoliti. Credo sia giusto mettersi in gioco anche in distanze non proprie per migliorarsi sempre”.
Record del mondo anche in campo maschile: lo svizzero Julien Wanders vince in 13:29, miglior prestazione mondiale che segue i suoi recenti primati europei dei 10 km e della mezza maratona.
Secondo il norvegese Sondre Moen in 13:37, terzo il polacco Krystian Zalewski in 13:53.
E’ da ricordare, infine, che la IAAF, la Federazione mondiale di atletica, riconosce i primati sulla 5 chilometri solo dal 2018.
Barcellona (ESP) - eDreams Mitja Maratò Barcelona 2019
10 febbraio - Il keniano Eric Kiptanui e la etiope Roza Dereje sono i vincitori della eDreams Mitja Maratò Barcelona, la 21097 metri, IAAF Gold Label, che si è corsa nel capoluogo catalano.
La gara maschile si è risolta allo sprint con Kiptanui che ha preceduto l’etiope Abebe Degefa, in una competizione che non contemplava alcuna ricerca di record, non prevedendo neanche pacemaker.
Il gruppo di testa è passato al 5° km in 15:03; ma il debuttante (sulla distanza) svedese Napoleon Solomon, specialista sulle siepi, preso il comando della gara, ha alzato il ritmo conducendo il gruppo a superare il 10° km in 29:26. Nel gruppetto di testa, con lo svedese, il trio keniano composto da Kiptanui, Jonathan Korir e Meshack Koech, il duo etiope formato da Abebe Degefa e Betesfa Getahun, l’ugandese Moses Kurong. Proprio l’ugandese, terzo un anno fa, si è ritirato poco dopo.
Passaggio al 15° km in 43:52 sempre con lo svedese a guidare il sestetto; ma, poco prima del 20° km, passato in 58:16, ecco l’improvviso aumento di ritmo di Degefa e Getahun, ai quali ha risposto immediatamente Kiptanui: in velocità il 28enne keniano si è lasciato alle spalle i rivali ed è andato a chiudere vittorioso in 1h01:44, correndo l’ultimo mille in 2:30.
Degefa ha chiuso ad un secondo, mentre Getahun, distaccato di tre secondi, ha tagliato il traguardo in terza posizione.
La gara femminile ha registrato, invece, il dominio della 21enne Dereje che ha preceduto nettamente la connazionale Dibabe Kuma: Dereje era partita con l’obiettivo di battere il record mondiale di mezza maratona, ma ha terminato in 1h06:01, lontana 70 secondi dal primato del mondo (1h04:51 di Joyciline Jepkosgei, il 22/10/2017 a Valencia); non è riuscita neanche a migliorare il record nazionale, fermandosi a 16 secondi dal crono realizzato venerdì scorso da Senbere Teferi (e Netsanet Gudeta) a Ras Al Khaimah, “limitandosi” a migliorare di un minuto il proprio personale.
Dereje, guidata dal pacer – il connazionale Fekele Darsema - è passata al 5° km in 15:37 (troppo lento per il record), con le sole Kuma e la keniana Lucy Cheruiyot a farle compagnia, mentre le keniane Sally Chepyego (a 12 secondi) e Celestine Chepchirchir (a 48”) seguivano più distaccate. Il passaggio al 10° km è avvenuto in 31:10, con Dereje in testa, inseguita da Kuma; distaccata di 24 secondi la keniana Chepyego.
Al 15° km, superato in 46:51, con Dereje finalmente a ritmi da record (3:04 e 3:05 al km), Kuma è staccata di una trentina di metri, mentre lo svantaggio di Chepyego è divenuto oramai di 76 secondi.
Oramai solissima, Dereje è passata al 20° in 1h02:43, ma non è riuscita nelle ultime fasi a rimanere sotto i 66 minuti netti, chiudendo, come detto, in 1h06:01.
Secondo posto per Kuma in 1h06:45, stessa posizione dello scorso anno ma con deciso miglioramento del personale stabilito proprio qui (1h08:37). Terza Chepyego in 1h08:30.
16391 gli atleti in classifica, 5117 le donne.
Classifiche:
Uomini -
1 Eric Kiptanui (KEN) 1:01:04
2 Abebe Degefa (ETH) 1:01:05
3 Betesfa Getahun (ETH) 1:01:07
4 Jonathan Korir (KEN) 1:01:10
5 Napoleon Solomon (SWE) 1:01:17
6 Robel Fsiha (SWE) 1:01:19
7 Meshak Koech (KEN) 1:01:21
8 Ashenafi Moges (ETH) 1:01:22
9 Rui Pinto (POR) 1:02:56
10 Samuel Barata (POR) 1:02:59
Donne
1 Roza Dereje (ETH) 1:06:01
2 Dibaba Kuma (ETH) 1:06:45
3 Sally Chepyego (KEN) 1:08:30
4 Lucy Cheruiyot (KEN) 1:08:32
5 Charlotte Arter (GBR) 1:09:41
6 Silenat Yismaw (ETH) 1:10:45
7 Ann-Marie Mcglynn (GBR) 1:12:00
8 Miriam Dattke (GER) 1:12:17
9 Sonia Samuels (GBR) 1:12:20
10 Lily Partidge (GBR) 1:12:20
Barletta (BT) - Barletta Half Marathon 2019
10 febbraio - Gran lavoraccio per la Barletta Sportiva che ha organizzato l’edizione 2019 della Barletta Half Marathon, uno degli eventi più sentiti e partecipati di tutto il Meridione.
Numeri ufficiali sugli iscritti della vigilia non sono stato capace di rilevarli, in fase di partenza gli addetti ai lavori hanno parlato di 2500 partecipanti complessivi, tra ufficiali e 'portoghesi', so solo che una marea umana si è mossa allo sparo del Giudice.
Le classifiche ufficiali finali parlano di 2084 finisher, tra cui 292 donne, per un’autentica festa sportiva.
Raduno fissato in Piazza Castello, in zona centrale, ottima l’idea di far lasciare le vetture degli atleti presso il parcheggio di un noto ipermercato non troppo distante.
Sarebbe stata utile l’installazione di qualche bagno chimico in più dato il numero elevato di partecipanti, anche se in tanti non hanno compreso che nella villa antistante era a disposizione la struttura pubblica.
Giornata climaticamente perfetta, quasi primaverile, con aria fresca e cielo soleggiato, solo nel finale si sono sentiti gli effetti dell’aumento della temperatura, soffrendo un po’ questo improvviso e momentaneo caldo.
Ben organizzata la distribuzione di pettorali e chip (già cominciata dalla sera prima), con suddivisione per zone di provenienza; un po’ distante il punto di consegna dei pacchi gara, pacchi gara contenenti la bella maglia a maniche lunghe celebrativa, oltre a prodotti alimentari.
Iscrizione fissata a 20 euro, senza step temporali, ma con la possibilità di realizzare sconti iscrivendosi contemporaneamente a eventi gemellati.
Purtroppo problemi si sono riscontrati a livello di segreteria, con alcune iscrizioni ricostruite in corso, ma che hanno portato a sforare i tempi tecnici, con la partenza avvenuta con circa mezzora di ritardo, rispetto alle ore 9.00 previste, con i tappeti di rilevamento elettronici sistemati all’ultimo istante, quando gli atleti erano già dietro la linea di partenza, pronti e “riscaldati”.
Ottimo il lavoro dello speaker Paolo Liuzzi, sempre vitale e frizzante, più forte di ogni difficoltà, oltre alla solita competenza. Incredibile l’operosità degli addetti ai lavori, tutti hanno dato davvero il massimo, Enzo Cascella, il presidente, e Assunta Paolillo, erano dappertutto.
Fasi di pre-gara abbellite dagli sbandieratori, dai tamburi, dalle signore in costumi tipici, tutto “molto bello”, tutto a caratterizzare una manifestazione sempre molto ben gradita da tutti gli atleti.
Presente in fase di avvio anche il presidente della Fidal Puglia, Giacomo Leone, poi richiamato a Palo del Colle per la contemporanea prova dei CdS di corsa campestre.
Partenza ritardata, dunque, ma che ha visto un primo via riservato ai campioni della solidarietà, gli spingitori con Spiry e Tommaso, l’incredibile Cosimo Girolamo da Alberobello, due stampelle e una gamba sola, persone che compiono vere imprese che vanno oltre lo sport, esempi di vita.
Poi, finalmente dopo tanta attesa, il via alla Mezza competitiva: da subito in testa tre grossi calibri, Mimmo Ricatti, Pasquale Rutigliano e Pasquale Selvarolo, dietro gli outsider e poi un lungo lunghissimo fiume umano, che davvero sembrava non finire mai.
Il percorso, oramai, certificato e standardizzato, ha compiuto inizialmente un giro della zona Castello ripassando sul punto di partenza dopo circa un chilometro e mezzo, per poi avviarsi in città passando sotto la statua di Eraclio, con tratti anche sull’antica e scomoda pavimentazione e, progressivamente, avviarsi sul Lungomare Pietro Mennea, percorrendolo verso Levante, tornare indietro e, circa al 13° km, entrare nel fossato del Castello, sullo sterrato, e poi uscire verso il Lungomare, questa volta a ponente. Il giro di boa circa al 17° e il ritorno verso il traguardo, con l’ultimo tratto cittadino, il lungo viale, la svolta a sinistra e il tappeto rosso che conduce all’arrivo.
Tracciato certamente non facile, con diverse curve e conseguenti cambiamenti di ritmo: alcuni mi parleranno della presenza di un leggero venticello nei tratti sul mare, altri lamenteranno la curva finale, un po’ pericolosa quando spingi al massimo.
Personalmente, per le prossime edizioni, effettuerei la blindatura della zona arrivo: troppi cittadini e troppi corridori già arrivati hanno attraversato il viale di arrivo, mettendo a repentaglio prestazione e salute di chi ancora arrivava. Poi, sarà stata la mezzora di ritardo, saranno state le troppe manifestazioni che si ripetono in città, ma per la prima volta ho sentito i residenti di Barletta lamentarsi dell’ennesima chiusura al traffico del centro cittadino…
Tornando alla cronaca, da registrare l’improvviso ritiro di Mimmo Ricatti al 7° km per un dolore al polpaccio: lotta per la vittoria ristretta così a Rutigliano e Selvarolo, con il secondo più giovane e ricco di forze. E, in effetti, il ragazzone di Andria, da quest’anno tesserato per l’Atletica Casone Noceto (Parma), mette in campo tutta la sua gioventù e va ad imporsi meritatamente in 1h09:53: per Pasquale Selvarolo il giusto tributo dalla folla che lo applaude convinta.
Secondo posto per il bitontino Pasquale Rutigliano (OlimpiaEur Camp Roma), instancabile e dovunque sempre sul podio, che chiude in 1h11:29, con il bravissimo Massimiliano Strappato (Atletica Amatori Osimo), terzo in 1h12:11.
Sempre deciso, Vito Loconte (Atletica Sprint Barletta) è quarto in 1h13.59, seguito dallo splendido duo della Free Runners Molfetta, i due compagni anche di allenamento, Pietro Antonio Tamborra e Michele La Vista, rispettivamente quinto e sesto in 1h14:06 e 1h14:10. Festeggia al meglio la nuova maglia della Runners Cerignola, Giuseppe Bonavita, settimo in 1h14:38, seguito dall’altro e altrettanto bravo rappresentante dell’Atletica Amatori Osimo, Mattia Franchini, ottavo in 1h15:23, e dal caparbio Emanuele Coroneo (La Mandra Calimera), nono in 1h15:34. Decimo il triatleta della Montedoro Noci, Michele Insalata, in 1:15:54.
1782 gli uomini classificati, chiude Pasquale Mastrapasqua (Barletta Sportiva) che realizza il suo record negativo, ma soprattutto sfida la sorte avendo corso con oltre 39° di febbre!
Tra le donne, è inizialmente in testa la molisana Paola Di Tillo, con Daniela Tropiano ad inseguire. Man mano, il divario diminuisce sempre più con Tropiano che raggiunge e scavalca la collega e si avvia verso l’ennesimo trionfo di queste ultime stagioni, affermandosi in 1h27:06. Il bello di Daniela Tropiano (Atletica Monopoli) è che può vincere o perdere, ma non lascia mai il suo sorriso!
Sempre potente, Paola Di Tillo (Gruppo Sportivo Virtus Campobasso), deve accontentarsi del secondo posto in 1h28:49; è terza la forte salentina Alessandra Scatigna (Salento Is Running Carmiano), in 1:32:22.
Ottima Emoke Csilla Pummer (Free Runners Molfetta), quarta in 1h34:09, seguita dalla coriacea Maddalena Carella (La Fenice Casamassima), quinta in 1h36:32, e dalla determinata Rosanna Simonetti (Running Academy Lucera), sesta in 1h38:01. Brava Marilena Piccirilli (I Podisti di Capitanata Foggia), settima in 1h38:24, seguita dalla mitica Vittoria Elicio (Atletica Amatori Corato), ottava in 1h38:47, e dalla capace Anna Maria Natale (Atl. Padre Pio S. Giovanni Rotondo), nona in 1h38:52. Chiude la lista delle 10 top, Luana Chiara Piscopo (Dream Team Bari), che taglia il traguardo egregiamente in 1h39:03.
292 le donne giunte al traguardo: completa la lista Teresa Lops (Amici del Cammino Barletta) in 2h54:20.
Bellissima la medaglia al collo di ciascun finisher, i colori di Barletta e l’immagine di Ettore Fieramosca, uno dei simboli barlettani. Ricco, come tradizione, il ristoro finale, ma non c’è tempo perché, mentre ancora arrivano gli ultimi, comincia la cerimonia di premiazione…
Si celebrano subito i due podi maschile e femminile, le note di “We are the Champions” dei Queen celebrano i migliori tre uomini e le migliori tre donne. Il Trofeo, premio tecnico, premi alimentari ricompensano lo sforzo e la prestazione di questi valenti atleti.
E’ il turno delle varie categorie, sono chiamati i primi otto di ciascuna: targa e premio in natura anche per loro, già la gioia di salire sul podio ricompensa gli sforzi.
A chiudere, targhe e confezioni di gnocchi per le prime cinque società con più atleti giunti al traguardo: nonostante le risorse umane sacrificate per l’organizzazione vince la Barletta Sportiva, che rinuncia al proprio premio e lo lascia agli altri team che seguono.
Un premio va anche a Cosimo Girolamo e a tutti i collaboratori, Enti e singoli, che hanno permesso l’effettuarsi di questa bella manifestazione e della conseguente mattinata di sport.
I saluti di speaker Paolo e via; ora, il resto del lavoro per gli addetti per ripristinare la città al suo volto abituale…
Come già scritto, non è davvero facile organizzare una manifestazione di questo livello e con questi numeri, la mezza di Barletta si conferma gara di primo piano: sarebbe auspicabile magari trovare continuità nelle collaborazioni esterne, perché questa manifestazione merita tanto, e tanto sa offrire ai suoi partecipanti.
Sei mesi: pena mite per l' "ingenuità" di Marco Bonfiglio
Sei mesi di squalifica a Marco Bonfiglio, il maratoneta ed ultramaratoneta abbiatense: questa la sentenza definitiva della Prima Sezione del TNA, a seguito della positività accertata al Betametasone, dopo la 3^ edizione della Ticino Marathon, lo scorso 14 ottobre 2018.
Ecco la sentenza: La Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping, nel procedimento disciplinare a carico del sig. Marco Bonfiglio (tesserato FIDAL), visti gli artt. 2.1, 4.5.1 delle NSA, afferma la responsabilità dello stesso in ordine all’addebito ascrittogli e gli infligge la squalifica di 6 mesi, a decorrere dall’11 febbraio 2019 e con scadenza al 10 giugno 2019, così dedotto il presofferto. Visto l’art. 10 NSA dispone l’invalidazione del risultato conseguito in gara. Condanna il sig. Bonfiglio al pagamento delle spese del procedimento quantificate forfettariamente in euro 378,00.
Marco Bonfiglio (Impossibile Target) aveva vinto la 60 km in 4h14:01: a questo punto la vittoria dovrebbe passare al secondo classificato, Gianluca Pietra (Canottieri Ticino), che concluse in 4h57:37.
Bonfiglio, atleta molto amato e da anni tra i più valenti ultramaratoneti, aveva più volte espresso la sua buona fede, dichiarando pubblicamente “di aver assunto del Bentelan, ma ritengo giusto evidenziare che la cura è stata fatta sotto controllo e su prescrizione medica a fini terapeutici, come ampiamente documentato nelle opportune sedi. Quel che mi è stato correttamente contestato, infatti, è stata l’omessa comunicazione di utilizzo del farmaco, ma è stato altresì riconosciuto ed accertato dalla Procura Nazionale Antidoping che lo stesso è stato utilizzato per fini esclusivamente terapeutici. Purtroppo, con colpevole ignoranza della normativa, ricordando a tutti che sono un atleta amatoriale, in totale buona fede ho commesso una ingenuità che mi è costata cara".
Tragico addio di Maura Viceconte
10 Febbraio - Sono quelle notizie che non si vorrebbe mai dare: ma Maura Viceconte, per 12 anni (2000-2012) primatista italiana di maratona, ha terminato di vivere oggi, a soli 51 anni.
Sembrano non esserci più dubbi che Maura si sia tolta la vita impiccandosi a un albero, davanti alla sua casa di Chiusa San Michele, in Val di Susa (TO): i carabinieri hanno ritrovato il corpo nel primo pomeriggio. Ancora sconosciuti i motivi del gesto, anche se per anni la maratoneta aveva combattuto con un tumore. A novembre dello scorso anno aveva diffuso un docufilm sulla sua vita, "La vita è una maratona - La corsa il modo di vivere".
Triste notizia davvero, soprattutto per chi – come chi scrive – l’ha vista correre e vincere numerose maratone, come Cesano Boscone (1994, campionessa italiana), Venezia (95), Montecarlo (97), Carpi (98), Roma (99), Vienna (2000, dove corse in 2h23:47, per anni il primato nazionale), Praga (2001) e Napoli (2003).
Agli Europei di Budapest nel 1998 aveva vinto il bronzo in 2h28:31 dietro la portoghese Manuela Machado (oro) e la russa Madina Biktagirowa (argento). Alle Olimpiadi di Sydney nel 2000 chiuse dodicesima in 2:29.26.
E’ ancora oggi la detentrice del record italiano dei 10.000 con 31:05.57 stabilito nel 2000 a Heusden.
Addio Maura, nei nostri occhi resteranno per sempre le tue imprese!
Undici uomini sotto l'ora alla Ras Al Khaimah Half Marathon
8 Febbraio - La 13^ edizione della Ras Al Khaimah Half Marathon conferma le previsioni della vigilia: undici atleti hanno concluso entro l’ora, entro i fatidici 60 minuti! E cinque donne sono arrivate entro 1h06:30!
Il 19enne keniano Stephen Kiprop si è imposto in 58:42 (PB, record della corsa eguagliato e quinto crono di sempre sulla distanza), precedendo allo sprint di due secondi l’etiope Abadi Hadis (58:44, PB eguagliato). Terzo l’altro etiope Haftu Fikadu in 59:08 (PB).
Quarto posto e record europeo per il 23enne svizzero Julien Wanders in 59:13, che va a migliorare il precedente, 59:32 appartenente al britannico Mo Farah, che lo stabilì nel 2015 a Lisbona (Wanders è detentore anche del primato europeo sui 10 km su strada, in 27:26, stabilito il 30/12/2018 alla Corrida di Houilles).
Quinto il keniano Morris Gachaga in 59:22 (PB), seguito dall’etiope Mule Wasihun, sesto in 59:34, e dall’altro keniano Daniel Kipchumba, settimo in 59:36. Ottavo l’etiope Amedework Walelegn in 59:39, un secondo prima di Abel Kipchumba, nono, a sua volta seguito dal connazionale keniano, Shadrack Kiminning, decimo in 59:42. Undicesimo, infine, il turco Kaan Kigen Ozbilen in 59:48.
La gara è subito partita con ottimi ritmi con passaggio del gruppo di testa al 5° km in 14:13 e al 10° in 28:10 (15 uomini al comando), per subire un’incredibile accelerata tra il 10° e il 15° superato in 41:48, per un parziale di 13.38, con il gruppo guidato da Hadis seguito ad un secondo da Kiprop e a circa otto dal trio formato da Fikadu, Wanders e Gachanga.
E i due fuggitivi hanno incrementato il loro vantaggio rimanendo soli al comando con passaggio al 20° in 55:46 (Hadis sempre in vantaggio di un secondo su Kiprop), seguiti da Wanders (56:03) e Fikadu (56:04).
Negli ultimi 400 metri è partito lo sprint con Hadis inizialmente in testa, ma superato negli ultimi cento metri da Kiprop che ha conquistato il successo ed eguagliato il 58:42, primato della corsa, stabilito dal connazionale Bedan Karoki un anno fa. Altra volata per il terzo posto con Fikadu che ha preceduto Wanders.
Da segnalare che gli ultimi 1097 metri sono stati corsi da Cherono in 2.55!
Altrettanto spettacolare la gara femminile, con sprint finale a tre, tutto etiope, vinto dalla 23enne (24 anni il 3 maggio) Teferi Senbere, al debutto sulla distanza, in 1.05.45 (il crono più veloce all-time per una debuttante) sulla campionessa mondiale sulla mezza, Netsanet Gudeta, stesso tempo della vincitrice (PB), e Zeineba Yimer, terza in 1.05.46 (PB), ad un secondo.
Quarta l’altra etiope Degitu Azimeraw in 1h06:07 (PB), sulle keniane Jemeli Aiyabei, quinta in 1h06:14 (PB), Peres Jepchirchir, sesta in 1h07:36, Paskalia Kipkoeck, settima in 1:07:38, e Naom Jebet, ottava in 1h08:19. Nona la sudafricana Gerda Steyn in 1h12:35 sulla prima europea, la finlandese Anne-Mari Hyrylainen, decima in 1h13:40.
La gara delle donne, partita 15 minuti prima di quella maschile, ha visto il gruppo di testa – formato da sei atlete trainate da alcuni pacemakers uomini - passare al 5° km in 15:31 e al 10° in 31:02; al 15° (al comando Teferi, Gudeta, Yimer, Azimeraw e Aiyabei, staccata Kipkoech) sono transitate in 46:43 per passare, oramai in tre, con Azimeraw e Aiyabei distanziate, al 20° in 1h02:26. Nel finale, il suddetto sprint, con gli ultimi 1097 metri corsi in 3:18 da Teferi Senbere.
Classifica maschile:
Bib |
Name |
Country |
5km |
10km |
15km |
20km |
Finish |
Gender Rank |
Cat. Rank |
6 |
14:14 |
28:11 |
41:49 |
55:47 |
58:42 |
1 |
1 |
||
2 |
14:13 |
28:11 |
41:48 |
55:46 |
58:44 |
2 |
2 |
||
7 |
14:13 |
28:11 |
41:56 |
56:04 |
59:08 |
3 |
3 |
||
17 |
14:13 |
28:11 |
41:56 |
56:03 |
59:13 |
4 |
4 |
||
13 |
14:13 |
28:11 |
41:56 |
56:11 |
59:22 |
5 |
5 |
||
14 |
14:14 |
28:12 |
42:03 |
56:26 |
59:34 |
6 |
6 |
||
5 |
14:13 |
28:11 |
42:16 |
56:29 |
59:36 |
7 |
7 |
||
8 |
14:14 |
28:12 |
42:00 |
56:29 |
59:39 |
8 |
8 |
||
11 |
14:13 |
28:12 |
42:04 |
56:36 |
59:40 |
9 |
9 |
||
43 |
14:14 |
28:10 |
42:13 |
56:35 |
59:42 |
10 |
10 |
||
15 |
14:14 |
28:11 |
42:16 |
56:42 |
59:48 |
11 |
11 |
||
10 |
14:13 |
28:11 |
42:08 |
57:00 |
1:00:20 |
12 |
12 |
||
12 |
14:14 |
28:11 |
42:17 |
57:14 |
1:00:36 |
13 |
13 |
Classifica Femminile:
Bib |
Name |
Country |
5km |
10km |
15km |
20km |
Finish |
Gender Rank |
Cat. Rank |
28 |
15:32 |
31:03 |
46:43 |
1:02:27 |
1:05:45 |
1 |
1 |
||
24 |
15:32 |
31:03 |
46:43 |
1:02:26 |
1:05:45 |
2 |
2 |
||
27 |
15:32 |
31:03 |
46:43 |
1:02:27 |
1:05:46 |
3 |
3 |
||
29 |
15:32 |
31:02 |
46:43 |
1:02:40 |
1:06:07 |
4 |
4 |
||
35 |
15:32 |
31:03 |
46:44 |
1:02:42 |
1:06:14 |
5 |
5 |
||
22 |
15:44 |
31:27 |
47:34 |
1:04:02 |
1:07:36 |
6 |
6 |
||
32 |
15:33 |
31:08 |
47:33 |
1:04:02 |
1:07:38 |
7 |
7 |
||
36 |
15:45 |
31:27 |
47:41 |
1:04:38 |
1:08:19 |
8 |
8 |
||
124 |
17:20 |
34:33 |
51:46 |
1:08:51 |
1:12:35 |
9 |
9 |
||
142 |
17:25 |
34:42 |
52:06 |
1:09:53 |
1:13:40 |
10 |
1 |
||
3377 |
18:08 |
35:36 |
53:26 |
1:11:23 |
1:15:12 |
11 |
10 |
||
3845 |
18:40 |
36:15 |
53:57 |
1:12:30 |
1:16:28 |
12 |
11 |
Vittoria marocchina alla 68^ Beppu Oita Mainichi Marathon
3 febbraio - La 68^ edizione della Beppu Oita Mainichi Marathon, corsa appunto tra le due città di Beppe e Oita, nell'isola di Kyushu in Giappone, registra il successo del marocchino Hicham Laqouahi e della giapponese Haruka Yamaguchi.
Laqouahi (del team Demadonna) si è imposto in 2h08:35 precedendo gli etiopi Abdela Godana, secondo in 2h09:04, e Yihunilign Adane, terzo in 2h09:11.
A seguire tre giapponesi, tutti sotto le due ore e dieci minuti: Kohei Futaoka, quarto in 2h09:15, Ryo Hashimoto, quinto in 2h09:29, e Yuji Iwata, sesto in 2h09:30.
Edizione eccezionalmente senza vento, con temperatura massima di 16 gradi e tasso di umidità del 55%.
Trainato dai tre pacemaker, il gruppo di testa (composto inizialmente da 40 atleti) è passato al 5° km in 15:00, al 10° in 30:20, al 15° in 45:15 e al 20° in 1h00:30. Alla mezza, con il gruppo oramai ridotto a 20 corridori, il passaggio è avvenuto in 1h03:50, facendo sperare di poter abbattere il record del percorso stabilito nel 2013 dal giapponese Yuko Kawauchi in 2h08:15.
Passaggio al 25° km in 1h15:53 e, al 30° - con l’uscita di scena dell’ultimo pacer – il gruppo passa in 1:31:10, ancora in tempo utile per battere il record. Al 33° km l’etiope Godana prova l’allungo, ma provoca solo la decisiva reazione di Laqouahi che prende il comando della gara, inseguito dal trio formato dagli etiopi Godane e Adane e dal campione uscente, il sudafricano Desmond Magubo.
Passaggio al 35° in 1h46:29, ma al 40°, superato in 2h01:47, già si registra un rallentamento: l’arrivo sulla pista dello Stadio Comunale fa segnare 2h08:35, niente record del tracciato e neanche personale per Laqouahi (che vanta 2h08:27 alla Maratona di Lisbona nel 2018).
Da segnalare che il campione uscente Mokgobu ha chiuso al 9° posto in 2h10:42 alle spalle di altri due giapponesi, Shogo Kanezane, settimo in 2h10:19, e Hayato Sonoda, ottavo in 2h10:40.
In campo femminile, facile vittoria per Haruka Yamaguchi in 2h36:51, che infligge un forte distacco alle altre due componenti il podio, le connazionali Mai Fujisawa, seconda in 2h47:31, e Mika Nakamura, terza in 2h48:23. Resiste quindi il record del tracciato stabilito da Hiroko Yoshitomi in 2h33:00 nel 2018.
Classifiche:
Uomini
1- 2:08:35 Hicham Laqouahi (MAR)
2- 2:09:04 Abdela Godana (ETH)
3- 2:09:11 Yihunilign Adane (ETH)
4- 2:09:15 Kohei Futaoka (JPN)
5- 2:09:29 Ryo Hashimoto (JPN)
6- 2:09:30 Yuji Iwata (JPN)
7- 2:10:19 Shogo Kanezane (JPN)
8- 2:10:39 Hayato Sonoda (JPN)
9- 2:10:42 Desmond Mokgobu (RSA)
10 2:10:48 Shoya Osaki (JPN)
Donne
1- (137) 2:36:51 Haruka Yamaguchi (JPN)
2- (366) 2:47:31 Mai Fujisawa (JPN)
3- (390) 2:48:23 Mika Nakamura (JPN)
4- (578) 2:52:53 Yuko Kusunose (JPN)
5- (611) 2:53:23 Natsuko Ishikawa (JPN)
6- (687) 2:54:43 Sonoka Nakajama (JPN)
7- (749) 2:55:52 Eri Hayashi (JPN)
8- (979) 2:59:00 Junko Ishikawa (JPN)
9- (980) 2:59:00 Asami Endo (JPN)
10 (1188) 3:04:10 Tomoko Oba (JPN)
Saina e Nageeye vincono la Marugame Half Marathon
3 febbraio - La keniana Betsy Saina e l’olandese Abdi Nageeye sono i vincitori della 73^ Marugame Half Marathon, IAAF Silver Label road race, che si è svolta in mattinata nella città giapponese della prefettura di Kagawa.
La gara femminile si è decisa nell’ultimo chilometro quando la keniana, vincitrice uscente, ha staccato la giapponese Ayuko Suzuki, con la quale aveva corso insieme tutta la gara, andandosi ad imporre in 1h07:49, per un fantastico bis, il personale notevolmente migliorato (precedente 1h09:17 sempre a Marugame, un anno fa) e il terzo miglior tempo di sempre in questa mezza.
Infatti, Saina e Suzuki erano passate insieme al 5° km in 16:02, al 10° in 32:06, al 15° in 48:15 e al 20° in 1:04:25, prima del cambio di ritmo decisivo della vincitrice, che diventa così la quinta donna nella storia della manifestazione a vincere per due volte – prima di lei Eunice Kirwa (2016/2017), Tiki Gelana (2012/2013), Kayoko Fukushi (2006/2007/2011) e Yasuko Hashimoto (2003/2004).
Al debutto sulla distanza, la Suzuki, pur sconfitta nel finale, è rimasta soddisfatta del suo crono, 1h07:55; terza la 41enne australiana Sinead Diver in 1h08:55, che migliora di 25” il già suo record mondiale SF40, precedendo la britannica Charlotte Purdue, quarta in 1h09:46, per la prima volta in carriera sotto i 70 minuti.
Anche tra gli uomini, la gara si è decisa nel finale, poco prima del 20° km, quando l’olandese Abdi Nageeye ha staccato il keniano Simon Kariuki e ha tagliato il traguardo in 1h00:24, stabilendo il nuovo record nazionale (migliorato di 46” il precedente che apparteneva a Greg van Hest e resisteva da venti anni), undicesima prestazione europea di sempre.
La gara maschile ha visto il passaggio del gruppo di testa al 5° km in 14:16, ma da quel momento Kariuki ha presa il comando passando al 10° in 28:24 (con 20” di vantaggio sul gruppo) e al 15° in 42:46, mantenendo inalterato il distacco dagli inseguitori.
Progressivamente il 29enne Nageeye ha cominciato a rimontare e al 20° km è passato per primo in 57:18, avviandosi, come già detto, verso il successo, migliorando anche il personale di 1 minuto e 14 secondi.
Secondo posto per Kariuki in 1h00:43 (pb migliorato di 42”), terzo per l’australiano Jack Rayner in 1h01:36; quarto il primo giapponese, Takato Suzuki, che ha preceduto di un’inezia il connazionale Masao Kizu, entrambi classificati in 1h01:45, con relativo doppio pb.
Da segnalare infine il ritiro di Yuki Sato e Kenta Murayama, due dei maratoneti giapponesi più in forma, caduti nelle fasi iniziali della gara.
Classifiche
Uomini
1 Abdi Nageeye (NED) 1:00:24
2 Simon Kariuki (KEN) 1:00:43
3 Jack Rayner (AUS) 1:01:36
4 Takato Suzuki (JPN) 1:01:45
5 Masao Kizu (JPN) 1:01:45
6 Keita Yoshida (JPN) 1:01:46
7 Gen Hachisuka (JPN) 1:01:46
8 Takuya Fujikawa (JPN) 1:01:46
Donne
1 Betsy Saina (KEN) 1:07:49
2 Ayuko Suzuki (JPN) 1:07:55
3 Sinead Diver (AUS) 1:08:55
4 Charlotte Purdue (GBR) 1:09:46
5 Rachel Cliff (CAN) 1:10:28
6 Mao Ichiyama (JPN) 1:10:49
7 Rui Aoyama (JPN) 1:12:38
8 Mei Matsuyama (JPN) 1:12:54
Gravina in Puglia (BA) - 19° Giro del Falco
3 febbraio - Passano le edizioni, siamo alla diciannovesima, ma il Giro del Falco nel Bosco Comunale di Gravina in Puglia resta una grande festa. Terminata la corsa campestre, o più propriamente il breve trail, è così cominciato l’incredibile post gara, fatto di tante portate, gustate in compagnia, che rendono questo appuntamento indimenticabile.
Dopo il doloroso incendio del 2017, per il secondo anno consecutivo il ritrovo della manifestazione è spostato dalla zona Rifugio al Centro Visite San Nicola la Macchia, qualche chilometro più in fondo.
Il parcheggio delle auto è fissato su una stradina senza uscita, ad oltre un chilometro di distanza dal punto di ritrovo: alcuni volontari bloccano gli ospiti e invitano a lasciare le auto secondo le loro indicazioni, alcuni cartelli consigliano di prendere i borsoni, evitando di tornare poi indietro, percorrendo più volte la tanta strada.
Eseguiamo tutto secondo le disposizioni e camminiamo fiduciosi, salvo accorgerci che più avanti c’è una vasta zona dove sarebbe stato possibile parcheggiare, come fanno i locali lasciati passare…
Molto bello ed accogliente il Centro Visite, non manca davvero nulla, dal bar ai bagni, alla zona spogliatoi e deposito borse. C’è persino la musica diffusa dagli altoparlanti, in zona partenza, non immagino cosa pensino gli animali del bosco.
Come da tradizione, ottimo il benvenuto da parte di tutti i soci della Dorando Pietri, la società organizzatrice, a tutti gli arrivati; una citazione a parte merita il “baffo d’oro” di questa associazione, Vito Loglisci, attualmente anche presidente, sempre affettuoso e simpaticissimo.
Iscrizione fissata a 5 euro, veloce la distribuzione di pettorali e di pacchi gara: un simpatico scaldacollo accompagna i soliti prodotti alimentari, in tutto in un utile sporta in tessuto.
Dopo la forte pioggia della notte, siamo quasi miracolati a trovare una giornata dal clima decisamente favorevole, non piove più, il vento è assente, la temperatura è persino troppo calda per i primi di febbraio nel bosco.
A presentare la manifestazione Giovanni Tucci, membro del direttivo della società organizzatrice, che per una volta all’anno si dedica a questa mansione, tutto compreso positivamente, pur con i limiti di chi lo fa occasionalmente.
Due le partenze previste: alle ore 9.30 cominceranno tutti gli uomini, dai giovanissimi sino alla SM65, impegnati sul giro lungo da 6,5 km; a seguire, sarà la volta delle rimanenti categorie maschili e di tutte quelle femminili, impegnate sul tracciato di 4 km. Non numerosa la partecipazione, complessivamente sono 231 gli atleti iscritti.
Tutto è oramai pronto, i giudice richiamano al via i protagonisti del giro più lungo, sono 142 i partenti, tenuti agevolmente dietro la linea. Lo sparo del Giudice e via gli atleti si lanciano sul giro iniziale di circa 2,5 chilometri che li riporterà sul punto di via, da dove andare a percorrere i seguenti 4 chilometri.
E, solo dopo il loro passaggio, sarà dato il via alla seconda serie, con gli atleti che fremono per partire…
Non dura molto l’attesa, in un “attimo” ritroviamo i protagonisti di questa prima serie, conduce l’allievo Vittorio, segue Gervasi, poi Mele, Moliterni, Malo, Pepe, Nicassio, De Marinis e Di Lorenzo.
Passano tutti i protagonisti, vanno via e finalmente tocca anche ai protagonisti della seconda serie, 89 complessivamente, 37 le donne.
Lo sparo e via, comincia anche la loro gara, peccato che dopo un chilometro, ad un bivio, forse per un nastro rotto e per l’assenza di addetti, diversi atleti sbagliano tracciato, arrivando fino ad un torrente da guadare, comprendendo allora l’errore e tornando indietro, per fortuna sembra senza troppi ribaltamenti nelle varie classifiche di categoria.
Tutto regolare, viceversa, per i protagonisti della prima serie e per i primi della seconda, su un tracciato già molto tecnico e difficile, con tanti tratti nel terreno fangoso e scivoloso a causa della pioggia della notte e con diversi passaggi tra i rovi, con le gambe degli atleti notevolmente segnate dalle foglie spinose.
Per fortuna, le condizioni climatiche durante lo svolgimento della corsa sono state ottimali e allora, senza dover registrare alcun inconveniente per gli atleti se non qualche caduta e la pesantezza degli arti inferiori nel post gara, andiamo a celebrare i vincitori.
La gara più lunga, la prima serie, vede il successo del trentunenne siciliano, ma di stanza a Reggio Emilia, in Puglia per lavoro, Fabio Gervasi (Atletica Castelnovo Monti): bravo e simpatico, riesce ad avere la meglio sul giovanissimo Giovanni Vittorio, altamurano tesserato per l’Aden Exprivia Molfetta, secondo; terzo posto per il sempre brillante, Giuseppe Mele (Dynamyk Fitness Palo del Colle). Al quarto posto, Giuseppe Moliterni, il presidente dell’altra società di Gravina, la “festina Lente!”, grande amante delle corse in natura ed organizzatore dell’oramai famoso Trail delle 5 Querce in calendario a maggio. A seguire, il duo della Futurathletic Team Apulia, il giovane (SM) Albano Malo, quarto, e il consolidato Luca Pepe, quinto. Sesto il gravinese, ma tesserato per la Podistica Carosino, Vittorio Braico, a precedere il primo Runcard, Angelo D’Onghia, settimo; ottavo il positivo Fabio Portesani (Nadir on the road Putignano), sull’attivo Maroc De Marinis (Club Runner 87 Castellaneta), nono, e il capace Vito Detoma (Amici Strada del Tesoro Bari), decimo. 128 i finisher.
Nella seconda serie, cominciamo con le donne, con il successo della sempre tenace Silvana Iania (Free Runners Molfetta) che va ad imporsi sull’impetuosa Lorenza Verdura (Gravina festina lente!), seconda, e sulla febbricitante e bravissima Marilena Brudaglio (Atletica Tommaso Assi Trani), terza. Quarta la mai doma Ornella Donghia (Nadir on the road Putignano) davanti alla mitica Anna Francione (Runners Ginosa), quinta, e alla compagna di squadra, la valida Rita Simone, sesta. Bravissima Annamaria Porfido (Amatori Atl. Acquaviva), settima, a precedere la sempre combattiva Antonella Colasanto (Free Runners Molfetta), ottava; l’irriducibile Samanta Cirillo, tesserata per l’altra società (ancora) di Gravina, la Smart Runners, nona; la decisa Apollonia Valerio (Amici Strada del tesoro Bari), decima. 33 le arrivate.
Tra gli uomini s’impone il coriaceo Cosimo Papapietro (Top Runners Laterza) sui terribili Giovanni D’Aprile (Atletic Club Altamura), secondo, e Matteo Triggiani (Dynamyk Palo del Colle), terzo. Quarto l’onnipresente Vincenzo Palumbo (Tommaso Assi Trani), davanti all’abile Pietro Leone (Gravina festina lente!), quinto, e al gradito “ospite” Luciano Balzani, tesserato per la SP Seven di Forlì, sesto. A seguire il duo dinamico della Dynamyk, Riccardo Spione, settimo, e Donato Calamita, ottavo, davanti al “volante” Francesco Cariello (3^ Regione Aerea Bari) e al fantastico Marino Valerio (Avis in corsa Conversano), SM70, decimo, primo di categoria nonostante l’errore di percorso. 47 gli arrivati.
Da segnalare l’elevato numero di partecipanti senza pettorale, ben accolti dagli organizzatori, ma davvero poco rispettosi di chi fa innumerevoli sacrifici per organizzare, per giunta quasi tutti con la pretesa di voler per forza tagliare il traguardo, nonostante gli inviti dei Giudici Fidal.
All’arrivo vasetti di yogurt e frutta permettono di riprendere le forze immediatamente; dopo essersi cambiati, tolti i panni madidi di sudore e fango, comincia la festa.
Fumanti patti di pasta e ceci, mozzarelle, fettine di mortadella, salsiccia cotta alla brace, focaccia, dolcetti, vino, acqua, il tutto in rapida e continua ripetizione: davvero pochi saranno stati gli atleti che poi a casa hanno pranzato. Il bello è che tutto avviene in comunione con gli amici corridori, prestazioni, tempi, crono, rivalità vanno tutte dietro le spalle, in quei momenti si mangia, si ride, si beve ci si diverte, come in un’unica allargata famiglia.
Ma, come per tutte le cose belle, c’è un termine, bisogna concludere la manifestazione con le doverose premiazioni che cominciano con le categorie femminili, per passare successivamente a quelle maschili, sino ad esaurimento. Per tutti, un classico e originale trofeo, fette di tronco riportanti logo e sede della manifestazione, oltre a differenti premi. Onestamente, più di un atleta si è lamentato per il criterio di distribuzione dei premi: ad esempio, Giuseppe Mele, terzo assoluto e primo SM35, ha ricevuto una borsa in tessuto contenete soli cinque pacchi di gara, dal valore davvero esiguo, rispetto, a premi molto più consistenti per i vincitori di altre categorie e giunti, magari, in fondo…
Premiazioni svolte alla presenza, nelle ultime fasi del Vice Sindaco di Gravina, con delega allo sport, Maria Nicola Matera, che ha simpaticamente premiato i bravi atleti delle categorie più “grandi”.
Tra le società, vittoria della Gravina festina lente! con 25 finisher, su Amici Strada del Tesoro Bari ( 19) e Happy Runners Altamura (13).
I premi ai primi atleti gravinesi giunti al traguardo, il ricordo di amici che non ci sono più e di alcuni altri momentaneamente assenti e, infine, la foto di gruppo degli organizzatori, a chiudere definitivamente la manifestazione.
Intanto, percorrendo il chilometro e passa per raggiungere l’auto, questa volta per giunta in salita e sotto il sole oramai padrone, il piacere di aver assistito ad una manifestazione densa di festa ed amicizia, per l’agonismo puro c’è spazio da… domenica prossima!
Scende del 4% il numero dei maratoneti italiani nel 2018
Come da tradizione, il mensile “Correre” in allegato con il numero di febbraio ha pubblicato la Maximaratona, che riporta numeri, nomi e tempi di tutti i maratoneti dell’anno precedente.
Ebbene, nel 2018 sono stati 37.874 gli italiani a tagliare il traguardo almeno una volta, per un totale di 59.911 tempi su 106 maratone italiane e 126 estere.
Ma il dato più importante, a nostro avviso, è la flessione in negativo del numero di maratoneti: dopo quattro anni di crescita continua, nel 2018 si è infatti registrato un calo del 4% rispetto al record assoluto del 2017 (39.460).
Il calo però riguarda soltanto gli uomini, scesi a 31.002 rispetto ai 32.755 del 2017; viceversa, le donne continuano ad aumentare, un crescita costante che prosegue dal 2013: nel 2018 sono state ben 6.871 le maratonete.
Altro dato che colpisce che sono sempre più folte le fasce degli arrivati al traguardo con i tempi più alti: calano tutte le "fasce" fino a 4h30', mentre crescono in percentuali man mano maggiori i maratoneti che concludono la prova tra le 4h30 e le 4h45 (+8% = 3.010 maratoneti), tra le 4h45 e le 5 ore (+ 18,6% = 2.358), tra le 5h e le 5h30' ore (+20% = 2.272) e infine dalle 5h30' in poi, dove si registra l'aumento più grande (anche perché è la fascia più ampia): + 26,6%, cioè 1.868 maratoneti.
Daniele Menarini, condirettore di Correre, sostiene che il netto calo di maratoneti è dipeso anche dalla diffusione del trail running, meno costoso e meno competitivo della maratona e quindi più accessibile e gradito. Sempre lo stesso Menarini sostiene che sul rallentamento dei maratoneti incide la diffusione del fitwalking; noi aggiungiamo anche la crescita del numero delle donne, mediamente più lente.
E Menarini prevede che se la maratona italiana tornerà a crescere, sarà proprio per merito delle donne e dei praticanti del fitwalking.
Infine i numeri delle maratone: con Roma (-1629, ma sempre la più corsa con 11.675 classificati), Firenze (-832, ma sempre seconda con 7.606 finisher), Venezia (-990), Verona (-655) in calo, ma Reggio Emilia (+160), Pisa (+434), Ravenna (+396), Parma (+183), Treviso (+644, ma era campionato italiano Master) e Milano (+256) in aumento.
Crescono i partecipanti alle maratone estere, dove si abbina viaggio e corsa: la “solita” New York (4 novembre, 2.983 italiani), Valencia (2 dicembre, 1.870), Berlino (16 settembre, 1.019) e Parigi (8 aprile, 736).