Direttore: Fabio Marri

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Fabio Marri

Fabio Marri

Probabilmente uno dei podisti più anziani d'Italia, avendo partecipato alle prime corse su strada nel 1972 (a ventun anni). Dal 1990 ha scoperto le maratone, ultimandone circa 280; dal 1999 le ultramaratone e i trail; dal 2006 gli Ultratrail. Pur col massimo rispetto per (quasi) tutte le maratone e ultra del Bel Paese, e pur tenendo conto dell'inclinazione italica per New York (dove è stato cinque volte), continua a pensare che il meglio delle maratone al mondo stia tra Svizzera (Davos e Interlaken; Biel/Bienne quanto alle 100 km) e Germania (Berlino, Amburgo). Nella vita pubblica insegna italiano all'università, nella vita privata ha moglie, due figli e tre nipoti (cifra che potrebbe ancora crescere). Ha scritto una decina di libri (generalmente noiosi) e qualche centinaio di saggi scientifici; tesserato per l'Ordine giornalisti dal 1980. Nel 1999 fondò Podisti.net con due amici podisti (presto divenuti tre); dopo un decennio da 'migrante' è tornato a vedere come i suoi tre amici, rimasti imperterriti sulla tolda, hanno saputo ingrandire una creatura che è più loro, quanto a meriti, che sua. 

30 gennaio – 221 classificati nella maratona (di cui 46 donne), 207 nella mezza (39 donne), sono cifre che, se rapportate ai dati del 2021, collocherebbero questa nuova 42 km più o meno sulle cifre di gare ben più blasonate come Napoli, Palermo, Sanremo, e per esempio ben davanti al Mugello o a Pescara o Catania. È la risposta concreta che il Club Supermarathon (alias “Popolo delle Lunghe”, o PDL: marchio depositato dal capitano d’industria Paolo Gilardi) dà alla crisi pandemico-burocratica che attanaglia da due anni il nostro sport.
Vale la pena di accostare la contemporaneità di questa maratona (e dell’assemblea annuale del Club che l’ha preceduta) con l’altra cosiddetta Maratona svoltasi nel Palazzo per eccellenza, che potremmo intitolare “Maratona dei Tengofamiglia” e sul cui traguardo stava scritto “24 settembre – Penzione pettutti”.
A 226 km di distanza, il Club ha presentato il suo programma di maratone (direttamente organizzate, o ‘affiliate’ tramite l’Asd “Orta 10 in 10”). Tra le novità assolute, la Maratona della Battaglia, a Curtatone (di Mantova) a maggio, fortemente voluta dal “Sindic” Marco Simonazzi; la maratona dei Trulli a Locorotondo in ottobre; il ritorno di una 42 in Val d’Aosta a giugno, e (diciamolo piano) a Bari in novembre. Questi sono fatti (e citare tutti gli altri sarebbe troppo lungo): altri annullano, qui si propone e a volte si impone (molto divertente l’intervento in assemblea di un socio-organizzatore, che garantisce sull’effettuazione della sua gara, “e se non mi danno il permesso, me lo do io da solo”).
E se qualche volta, l’impressione che ne ricavano i ‘puristi’ che pontificano su riviste patinate e su blog squalificati è quella di maratone fai-da-te, auto-organizzate solo per acquisire totali abnormi di 42 terminate, la taccia non vale per le corse sopra citate (come non varrà per la 100 km delle Alpi dell’8 ottobre, valida come campionato nazionale Fidal sulla distanza); né vale per Pesaro, che ha ottenuto l’omologazione della Fidal Marche (sia pure con la definizione di “corsa da 42 km circa”, e l’apertura agli iscritti degli Eps, cosa che ai tempi dei colonnelli federali era inaudita). Pazienza, i tempi conseguiti a Pesaro non entreranno nelle statistiche, e anche su quei “42km circa” i nostri Gps hanno mosso obiezioni; però intanto si è corso, e dal 1° febbraio … vedremo (per il 6 comunque sono al momento confermate Terni e Circeo, per il 13 la maratona sulla Sabbia di S. Benedetto del Tronto). Sempre che il Palazzo, adesso che si è garantita la pensione, non tiri fuori dal cilindro qualche altro protocollo nefasto.

Veniamo allora alla 42 “circa” di Pesaro, località che pare abbia visto una maratona 45 anni fa, e tutt'al più poteva invidiare la contigua maratona Barchi-Fano (bella e... in discesa!), in una regione che già ha sofferto l’eutanasia della maratona del Piceno (Servigliano / Fermo). Ma il comitato locale, ben sostenuto da Matteo Ricci (sindaco eletto e rieletto col 60% dei voti) è riuscito a creare un tracciato tutto all’interno del Comune (non si sa mai che i sindaci confinanti siano dei proibizionisti), con qualche bizzarria e contorsione, ma a suo modo ‘completo’, chiuso al traffico e in totale sicurezza per chi correva. Verso le ultime battute, un incidente stradale ha fatto chiudere la strada adiacente al nostro tracciato, ma senza il minimo coinvolgimento della “bicipolitana” di Baia Flaminia su cui si muovevano gli ultimi, il Gelati della Bassa emiliana o la Carlotta dell’alta Lombardia, e l’indomito Toschi che ha sempre parole di saggezza per tutti quanti lo affiancano.

Il percorso partiva e arrivava appunto dal lungomare di Baia Flaminia, una zona abbastanza tranquilla della città a nord del portocanale, e per i primi 20 km si snodava sulla panoramica collina di San Bartolo, in direzione della Romagna, raggiungendo per due volte l’abitato di S. Marina a 160 metri slm. Strada godibile, salita agevole e da prendere con calma dato anche il tmax alquanto generoso; clima freschino, che rende meno amara la sorpresa della mancanza di ristori o quanto meno di beveraggi, che tutti ci aspettavamo al km 11 dove finisce il “bastone” e si inverte la marcia.
Probabilmente, i corridori della 21, partiti con noi ma evidentemente più veloci, hanno prosciugato tutto: sta di fatto che a mia disposizione c’è un limone intero, che assalto e ingerisco a morsi, e quanto al bere, verso il km 14 una voce amica suggerisce, alla Gaetano Pappagone, “l’aqqueqquì”, indicando un piazzaletto a lato, che nel salire avevamo trascurato, ma la cui fontanella ora diviene refrigerio obbligatorio.
Dopo un km, c’è invece un problema logistico; troppo piccola la freccina che indica di svoltare a destra, e sibillino il cartello del km 15, messo praticamente a cavallo del bivio: per mia fortuna, una collega podista mi porta sulla retta via, e  quando, dopo un altro km di strada-trail, siamo al secondo punto di ristoro (“mi dispiace ma non abbiamo più niente”, tranne un po’ di tarallucci e fette di limone), scongiuriamo uno degli addetti (che ormai lì non ha più niente da dare) che risalga fino al bivio, sennò i 42 km “circa” saranno ancor più “circa”.

Si passa dalla villa che fu l’ultimo o penultimo nido d’amore (ehm ehm) di Pavarotti, ed eccoci di nuovo a Baia Flaminia, in un punto dove sono accostati i cartelli 21-22-23-24-25 km. C’è stato spiegato la sera prima, e un numero sufficiente di addetti ce lo ripete e indica: per raggiungere il fatidico chilometraggio, occorre passare per quattro volte sotto il traguardo (con rilevamento sia manuale, sia chip, sia fotografico ad opera di Sergino, fotografo, arrotino e pittore), poi entrare in un mini-circuito, da dove si uscirà solo dopo la quarta “assoluzione” (prudente chiedere conferma: è il quarto passaggio, vero?).

Mentre passo io, arrivano i primi: vince l’habitué di questi tipi di gara, il 43enne Mohamed Hajjy, in 2:33:34, precedendo due mostri sacri, reduci da ben altri teatri: Alberico Di Cecco (02:36:54), nono alla maratona di Atene 2004, vincitore in una 42 di Roma, secondo a Venezia, Padova, Firenze, che battendo oggi Giorgio Calcaterra (02:37:19) gli restituisce il ‘favore’ ricevuto al Passatore 2011, quando l’allora taxista batté di 3 minuti lui, esordiente. In 2:40 arriverà il quarto, Stefano Velatta, 46enne più volte distintosi ultimamente sulle lunghe distanze.

A noi peones tocca invece di imboccare la “bicipolitana”, costeggiare il Foglia di qua e di là, prendendo infine l’altra ciclabile, quasi rettilinea, che ci porterà, tra spiaggia e ferrovia, sino al confine di Fano, al km 33,5 (ma confesso che dopo i 4 giri in tondo il mio Gps ha sballato i conti), nei pressi del Village Marinella, dove appunto Marinella (Satta, cestista e 252 volte maratoneta) ci prende i numeri rilasciandoci l’ultima greencard.

È insomma un avantindree di 8+8 km, nei quali riconosciamo o magari scambiamo qualche battuta tra colleghi: la prima è Federica Moroni, sesta assoluta e come al solito prima donna, una quasi-cinquantenne che non li dimostra affatto e a queste gare non manca mai perché i suoi tempi le garantiscono trofei certi in ambito regionale: vinse la maratona della ripartenza, a San Marino nel 2020, e ha rivinto spesso dalle sue parti, salvo permettersi un’escursione a Valencia due mesi fa dove i suoi tempi le hanno fruttato il 54° posto tra le donne. Ma a Pesaro vince in carrozza, 23 minuti sulla seconda Francesca Ferraro, e 40 sulla terza Michela Morri che batte allo sprint la giovane jesina Elisa Bellagamba.

Ma non occupiamoci più di campioni, e salutiamo piuttosto, da un distacco valutabile a 7-8 km, Leandro Giorgio Pelagalli, inarrivabile rivale di categoria con 443 maratone concluse (tutte più che dignitose); e poco dietro, Paolo “Scoubidou” Fastigari, che ne fatte “solo” 225. Finirà appena sopra le 4 ore il contabile ufficiale del Club, lo psichiatra Franco Scarpa (che certamente di casi degni di studio qui ne troverà a bizzeffe), cui spetta di verificare l’esistenza e convalidare le maratone dichiarate dai consoci. Intanto arriva alla fine della sua 412^ maratona (o più), e quando arriverò io lo troverò intento a trasportare in luogo sicuro l’urna elettorale del Club, dove certamente non troveremo voti per Amadeus o Terence Hill o Siffredi.

Intanto si continua a correre, ciascuno come può: sotto antibiotici da 3 giorni (non è Covid!) proprio non ce la faccio a reggere il ritmo di Daniela Lazzaro, veneta compagna di tante corse e anche di questa: fino all’ultimo giro di boa, quando in presenza di Marinella (e di un succulento ristoro) le faccio un complimento e lei, ringraziando, si invola prendendosi alla fine 9 minuti; mentre si accontenta di 7 Paolo Farina, pugliese, ideatore della maratona Federico II che non poté correre perché operato a un ginocchio, e ora pensa alla rinascita di Bari. Mantengo invece in limiti onorevoli (quasi beffardi) il distacco dall’avv. Paolo Reali di Latina; e adesso, rientrando a Pesaro-City, tocca a noi incoraggiare chi ritroviamo ancora nel tratto ascendente (c’è un altro ristoro, che vale per chi scende e per chi sale): i concittadini coniugi Saracini/Terenziani, la prof di inglese Laura Failli con cui condivisi tratti della Vinci-Collodi e del Passatore, il ‘trombettiere’ forlivese Lorenzo Gemma che corre più o meno col braccio al collo dopo l’infortunio sul Lamone tre settimane fa; la coppia Rizzitelli-Capecci, almeno 1800 maratone fra tutti e due, miss Carolina Agabiti che aveva incantato l’assemblea della vigilia col suo abito a pizzi.

Incrocio ora ol sindic Simonazzi, al mio km 40, e gli racconto come nel palazzo di fronte, l’Opera Padre Damiani, ebbi il primo grande sconforto della mia vita, quando a 8 anni mi trovai a cominciare un mese di colonia estiva, lontano dal paesello, senza conoscere nessuno. Davanti all’ingresso mi misi a piangere a dirotto, una “signorina” mi chiese perché, e io vergognandomi a dire che soffrivo la nostalgia, dissi che avevo fame… Ma nei giorni successivi conobbi il primo Santo della mia vita (Pesaro per me è piena di prime cose), appunto il padre Pietro Damiani (1910-97), orfano in tenerissima età, poi fabbro, barbiere, calzaturiere, infine prete impegnato nel dare una casa ai bambini abbandonati della guerra, soprattutto i piccoli profughi dell’Istria. Per loro istituì il collegio Riccardo Zandonai (in onore del concittadino e amico musicista), alla cui soglia il bambino spaesato del 1958 pianse, riacquistando poi il sorriso ai racconti del Santo.

Allo stagionato e nostalgico maratoneta non rimane che percorrere il tratto di strada che facevamo ogni sera, in fila per due, dopo cena; poi si passa il ponte, ed eccoci a Baia Flaminia, a quel traguardo da oltrepassare per la quinta e ultima volta.
Ristoro che fa dimenticare le carenze di tre ore prima: scorrono a fiumi birra e coca, per mandar giù ghiotti panini imbottiti. Doccia in albergo (long stay un po’ caruccio), o gratis nel vicino palasport; poi si riparte per la stazione, facendo in tempo a salutare gli amici visti 20 km fa e che vanno a concludere; di nuovo ol Sindic, poi Luca Gelati, la pantera rosa Carlotta Gavazzeni e Gianfranco Toschi a chiudere le 8 ore di sfilata.

Doveroso ricordare anche lo svolgimento della maratonina, in pratica la prima metà collinare della nostra 42, vinta da Andrea Barcelli (1:14:14) e, molto nettamente tra le donne, da Paola Braghiroli (1:25:17), Ma lasciatemi solo citare il ritrovato Alberto D’Addese, tra gli ultimi a tenere in vita, come assessore di Carpi, la fu-maratona d’Italia, e oggi tornato alle gare – come si suol dire – dopo lunga e penosa malattia, per fortuna ad esito fausto. Il Circo darà tante altre occasioni per rinascere.

 

Servizio TG3: https://www.youtube.com/watch?v=JmY6sCZGL3Y

 

Venerdì, 28 Gennaio 2022 10:05

Emilia-Romagna: altre gare che si sfilano…

28 gennaio – L’ultima notizia è che la 46^ “Valli e Pinete” di Ravenna, storica 21 km cui si erano aggiunte una 10 e una 30 km, non si svolgerà nemmeno il 6 marzo come era stato calendariato. Siccome il sito tradizionale degli organizzatori risulta bloccato e non più aggiornato (continua a essere “puntato” sulla edizione del 1° marzo 2020, che alla pari della maratona di Bologna fu la prima corsa ad essere annullata causa Covid; come non si svolse la successiva edizione ravennate, del 7 marzo 2021), la notizia appare sulla pagina Fb della Atletica Mameli; ed è pure stato aggiornato il sito della Endu per le iscrizioni: la data che ora viene proposta è il 27 marzo, in una sorta di calcolo epidemiologico per cui in tre settimane l’emergenza-virus sarà passata.

Evidentemente, l’appello di Michele Marescalchi http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/8267-calendario-nel-covid-marasma-chi-lo-accresce-e-chi-lo-avalla.html non sta sortendo grandi effetti: il 27 marzo è già affollato da gare di rilevanza nazionale come le Maratone di Roma e Treviso, le mezze di Vigevano “Scarpa d’oro” e del lago di Caldaro (e sabato 26 sono programmate le due eco-ultramaratone di Firenze e Radda in Chianti); senza dire che a pochi km da Ravenna, a Pieve Sestina di Cesena, sarebbe prevista una 13 km, e tra Bologna e Ferrara (a Lovoleto di Bentivoglio) l’8^ competitiva della Canapa.

Ma quanto al calendario bolognese, è bene non farci troppo affidamento: a oggi, risulta già annullata la 10 km competitiva di Viadagola, facente parte del calendario regionale Fidal (13 febbraio); e quanto alla Camminata del Pontelungo di Bologna (27 febbraio), il presidente della Podistica Pontelungo, Giuliano Nervo, ci anticipa una probabile mancata autorizzazione da parte del Comune di Bologna. Sia pur continuando a fare il tifo per la gloriosa società bolognese dei Righi e degli Otta, nel caso che si verifichi l’ipotesi peggiore invitiamo gli appassionati locali a cercarsi eventuali soluzioni di riserva: chissà che non venga confermato il 10° Gran Premio Città di Misano, nell’autodromo intitolato a Marco Simoncelli.

E per concludere con le vicende di una regione che troppe volte si autoproclama all’avanguardia (salvo vedersi scoperchiati gli altarini), segnaliamo che la seconda Maratona di Classe, già programmata per il 31 dicembre scorso, e stando al sito Atleticando.net dell’Uisp Emilia-Romagna spostata a questo 20 febbraio https://www.atleticando.net/gara.php?id=40977&ts=19020#

non appare affatto sui nostri radar, malgrado i ripetuti tentativi di contattare gli organizzatori con tutti i mezzi disponibili.

I latini dicevano “Finis coronat opus”; invertendo l’ordine dei fattori, siamo al “Corona finit opus”.

SERVIZIO FOTOGRAFICOCLASSIFICA GENERALE - 23 gennaio – Finalmente si corre a Modena città, per la prima volta nell’anno nuovo, e quattro mesi dopo l’ultimo Diecimila competitivo nella frazione di San Donnino. E si corre sia in modo competitivo, con un totale di 223 classificati, sia in forma non competitiva, con partenza libera: il defunto Gianni Vaccari, storico presidente al cui nome è intitolata la gara agonistica, non era granché d’accordo coi cosiddetti partesspremma, ma con la pandemia e le regole più o meno sensate che ne discendono bisogna venire a patti, e allora… se vuoi avere i permessi di organizzare, vai col distanziamento, colle mascherine e il greenpass (leggo anche sui social che a un iscritto sarebbe stato richiesto il supergreenpass, e siccome non l’aveva, sarebbe stato escluso: uso il condizionale), niente tende sociali e niente allegre tavolate del ristoro finale.

Contentiamoci, e segnaliamo come fatto positivo quello che in altri tempi sarebbe sembrata una seccatura: l’estrema difficoltà nel trovare parcheggi, in mancanza di quel pratone dove, negli anni gloriosi, lasciavamo ordinatamente l’auto (il “consumo di suolo”, a parole aborrito, nei fatti l’ha portato via). Significa che sono venuti in tanti, anche da fuori provincia e regione (Lombardia, Toscana soprattutto), favoriti anche dalla morìa di corse nei paraggi. Pure fra gli organizzatori c’è don Abbondio e c’è padre Cristoforo; e accanto alla lista quotidiana delle vittime per Covid (ovvero “con” Covid, che sarebbe utile distinguere), c’è la lista settimanale delle gare vittime del Covid e soprattutto dei protocolli.


Viva la Madonnina, dunque, che qualche decennio fa organizzava quello che fungeva da prologo alla più titolata Corrida; mentre oggi, della Corrida c’erano solo due patetici foglietti nel pacco gara, che invitano agli allenamenti “Prepara la Corrida – Lunedì 31 gennaio 2022”, ma contemporaneamente avvertono che non il solo 31 ma anche il 29 e 30 si potrà unicamente partecipare alla “Virtual Corrida”, scattandosi un selfie e “taggando i social”, e beninteso versando un obolo dai 5 ai 20 euro, a seconda dei benefit desiderati.

La sostanza è che la Madonnina, partita come “lepre”, per il ritiro del suo “campione” vince lei la gara.

Decisamente diverso dal solito, oggi, il percorso: forse ci rimettono di più i non competitivi, cui è tolto il tradizionale passaggio sull’argine del Secchia e per Freto, per le stradette dove Baldini preparò l’alloro olimpico, in cambio di un giro più circoscritto fin verso la tangenziale; mentre ai competitivi importa meno il panorama (oltretutto stamattina c’era il nebbione con temperatura mai sopra lo 0), e forse l’inaugurazione sportiva della nuova pista ciclopedonale sorta sul tracciato della ex ferrovia toglie visioni ma regala rettilinei e tratti nei quali spingere a fondo l’acceleratore, pur di stare attenti ai possibili tratti ghiacciati e opportunamente ‘salati’.

Prova ne siano i tempi di rilievo realizzati sui 10mila, misurati alla perfezione (la mia impressione è che l’ultimo km sia stato accorciato di una venticinquina di metri corrispondenti al surplus accumulato nei precedenti, e alla fine tutto fosse a prova di Pitagora): il vincitore degli Assoluti maschi (57 in tutto, partiti alle 11 dopo la conclusione delle due batterie precedenti), il 22enne Marco Casini della Delta Sassuolo, con 30:46 ha preceduto di soli 3 secondi Michele Belluschi tesserato Recanati, che tra dieci giorni compirà 30 anni, e su questa distanza è accreditato di 30:33 (mentre in maratona, a Pisa un mese fa è stato sotto le 2h23).

Emozionante comunque l’arrivo, coi primi 5 racchiusi in 10 secondi, e 22 atleti entro i 3:30/km.


Eccellenti risultati anche tra i Master (115 classificati, tra gli M 45 e oltre), regolati nettamente da un cinquantenne, Massimo Sargenti tesserato per la realtà podistica più viva della provincia, i Modena Runners del presidente Alberto Cattini, che dopo la Cinque Mulini e prima del Campaccio ha corso – dice lui – in scarico finendo in 42:43 assieme al suo compagno di squadra Paolo Pedrielli.

Ma torniamo ai primi: Sargenti in 35:17 (dunque 3:32/km) ha prevalso per 13 secondi su Fabio Poggi da San Vito e Niki Stanzani della Fratellanza, accreditati dal chip dello stesso tempo (ma i due giudici d’arrivo, il Reginato in solluchero per le 13 vittorie consecutive del Modena, e gli impenetrabili occhi cerulei di Simona Neri, hanno sentenziato quest’ordine). Da notare il quinto posto del sindaco emerito Luca Gozzoli, classe 1966, Modena Runners pure lui, e finale di 36:07.

Ma permettetemi di guardare oltre la metà, anzi verso la fine dell’ordine d’arrivo, che addirittura come in F1 classifica 6 atleti “a un giro”, e tra loro ci sono due classe 1947, il bolognese Umberto Margelli e il modenese di confine Giuseppe Cuoghi. Risalendo, vedo la lotta tra i due Malavasi risolta in favore di Paolino (classe ’51) su Luciano (classe 50). In mezzo ai due sta il gentleman dei Pico Runners, Claudio Morselli; ma davanti a tutti, spacca il minuto (50:00) Maurizio Pivetti, classe 56, presidente provinciale del podismo Uisp e che rilancia l’idea di fare a Modena un museo del podismo (a proposito, sabato prossimo una troupe cinematografica andrà nei luoghi natali del Lupo per documentare con lui le corse degli anni eroici: se qualcuno vuole fare la comparsa… ma come all’Eroica, sono prescritti gli abiti d’epoca).


Veniamo alle 51 donne (che hanno corso tra le due manches maschili) e ad un altro arrivo allo sprint, 3 in 5 secondi: Paola Braghiroli da Forlì, classe 1979, in 37:30 supera di 4 secondi la coetanea Gloria Venturelli della MDS Sassuolo, che a sua volta la spunta di un solo secondo sulla molto più giovane Arianna Lutteri della Corradini. Quarta assoluta, e prima della categoria F, la reggiana over 50 Rosa Alfieri (tesserata Minerva), che con 38:14 distacca di cinque minuti Sonia Donnini, altra MDS.

Su tutti (o dovremo scrivere tutt* o tuttə? chiederemo la pronuncia esatta a Valentino Ristallo, oggi in veste sbandieratrice) ha vigilato e informato Roberto Brighenti, tornato alla casa madre da dove, addestrato da Gianni, era partito per diventare (adatto la frase originariamente riferita al modenese Lodovico Antonio Muratori di cui oggi cade l’anniversario della morte) “il primo onore d’Italia”.

Il 6 febbraio, a suo tempo compleanno di Ugo Foscolo e François Truffaut, rischia di produrre l’ennesimo “effetto notte” sulle corse podistiche, o magari di farne tanti “sepolcri”, in attesa che si avverino le promesse dei virologi da talk show e dei supermari governativi, secondo cui i vaccini avrebbero prodotto l’immunità di gregge e solo quei cattivoni di no-vax avrebbero pagato con la morte la loro renitenza.

Infatti, nel giorno in cui il governo informa (https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/) che 46,9 milioni di italiani hanno completato il ciclo vaccinale, e sommandoli ai guariti si arriva a 49,2 milioni (91,1%), e che già 27,5 milioni (69,5%) hanno ricevuto il booster, cioè avrebbero dovuto essere garantiti secondo le promesse spalmate come miele sull’obbligo vaccinale, da Vicofertile (PR) arriva il comunicato che “la 19° Edizione di ATHLETES RUN, Gara podistica Competitiva di Km 10,00 del 06 Febbraio 2022 in programma a VICOFERTILE (PR),  causa emergenza sanitaria è stata posticipata al 1° Maggio 2022”.
“Emergenza sanitaria” che stando ai testi ufficiali doveva essere debellata da quel pezzo. Sul posticipo… vedremo all’epoca, intanto aggiungiamo l’Athletes Run alla lista degli altri “sepolcri” del 6 febbraio, come la Mezza delle due Perle a S. Margherita Ligure e la Stabiaequa ecc. ecc.

Invece, un annuncio contrario viene da Terni, e ben volentieri riprendiamo il comunicato ufficiale. 

L’11ª edizione di Acea Ambiente Maratona di San Valentino si svolgerà nel pieno rispetto delle regole anti-covid. È quanto assicura Amatori Podistica Terni che organizza l’evento. “I tempi richiedono senso di responsabilità” dice Luca Moriconi, Presidente di APT. “Vista la situazione dei contagi, ci siamo a lungo confrontati sia internamente che con le altre società sportive e con le istituzioni sull’opportunità di confermare la manifestazione. Abbiamo deciso di farla con l’impegno a rispettare e far rispettare tutte le misure anti-covid, per garantire a tutti la massima sicurezza. Monitoriamo costantemente l’evolversi della situazione pandemica per adeguare il programma alle normative vigenti. Per dare una garanzia aggiuntiva agli atleti che decidono di iscriversi, abbiamo inoltre lanciato l’iniziativa “Traguardo o rimborso” che assicura agli iscritti il rimborso totale della quota di iscrizione nel caso che la situazione sanitaria ci imponga la cancellazione dell’evento all’ultimo minuto. Speriamo che questo incoraggi gli atleti ad iscriversi, nella tranquillità che non perderanno la loro quota.”.
Al ritiro dei pettorali è necessario esibire il Green Pass, compilare l’autocertificazione e indossare la mascherina FFP2, che va indossata anche per accedere alle griglie di partenza e tenuta per i primi 500 metri del tracciato.
Non è stato possibile confermare, invece, alcune delle iniziative legate alla manifestazione a causa della necessità di evitare gli assembramenti, come ad esempio la Family Charity Run, il Pasta Party e i bus per le visite guidate. Ci sarà invece la madrina dell’evento, Justine Mattera, che a 50 anni splendidamente portati correrà la mezza maratona, e alla vigilia della gara, insieme al mental coach Antonio di Marco, condurrà una sessione di allenamento condiviso.
Iscrizioni ancora aperte fino al 31 gennaio. L’organizzazione garantisce il rimborso della quota nel caso di cancellazione dell’evento a causa della situazione pandemica
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Aspettiamo un uguale annuncio dalla Maratona della Maga Circe, prevista per lo stesso giorno a S. Felice Circeo (e si tratterebbe di un recupero addirittura dal dicembre 2020).

Quanto alla domenica 23 che viene, dopo la cancellazione, causa mancata immunità di gregge, della Montefortiana, della maratona di Ragusa, della maratonina di Castel S. Elia (VT), del Mugello GP Run a Scarperia, de La Rotta di Pontedera, confermiamo che avrà luogo la Classica della Madonnina a Modena, nella veste competitiva di 10 km dedicata allo storico presidente Gianni Vaccari, con tre partenze per categorie alle 9-10-11, e la non competitiva col via tra le 8 e le 8,45. Per fare le cose alla meglio, gli organizzatori chiedono alle società aderenti di segnalare entro giovedì 20 il numero dei non competitivi che parteciperanno.

Lunedì, 17 Gennaio 2022 17:03

Alegher! salta anche Bologna Marathon 2022

17 gennaio – Sant’Antonio abate protegge gli animali e grazie al grasso del suo porcellino tiene lontano l’herpes. Ma non si è ancora aggiornato a protettore dal Covid, quello vero e anche quello del terrorismo di Stato (in base al quale, se fai indigestione e al test risulti positivo al virus, sei immediatamente arruolato fra i malati di Covid anche se non lo sapevi; e se hai il cancro ma muori da ‘positivo’, sei conteggiato fra i morti di Covid): per cui gli è toccato di essere l’involontario santo eponimo dell’annuncio di un’altra cancellazione di maratona, quella di Bologna, abrogata del tutto senza bisogno di referendum a sette settimane dalla data fissata.

D’altra parte, in una regione che del rispetto farisaico dei protocolli ha sempre fatto una bandiera, e non a caso fu la prima ad annullare una maratona all’insorgere del contagio (Bologna, 1° marzo 2020), e che in questo anno primo dell’era vaccinale ha già fatto saltare Ravenna-Classe (alla vigilia di Capodanno, che secondo il sito Atleticando.net dovrebbe recuperarsi il 20 febbraio, mentre per il sito degli organizzatori è rinviata a data da destinarsi), Crevalcore, Salso-Busseto, sarebbe stato strano che salvasse la maratona del capoluogo.
Adesso, stiamo a vedere se la maratona di Rimini, programmata due settimane dopo Bologna, avrà il permesso o il coraggio di svolgersi: da quel 20 marzo 2022 si è già tolta la Stramilano ma (siccome il teatro dell’assurdo va sempre di moda) vi si è riposizionata la mezza di Bergamo City Run, inizialmente collocata al 30 gennaio, e ora spostata (dice) per “garantire ai propri partecipanti un evento in totale sicurezza”.

Ecco il comunicato di Bologna Marathon 2022:

Il confronto tra lAmministrazione comunale e gli Organizzatori ha fatto emergere numerose possibili criticità e fattori di rischio, non legati allorganizzazione in se della gara, ma alla complessità dell'attuale situazione pandemica, portando alla sofferta decisione di annullare l'edizione 2022 di un evento che avrebbe coinvolto migliaia di atleti (le iscrizioni avevano già superato quota 1.400) oltre ai numerosi operatori e volontari.

Nessuno spostamento di data verrà proposto sul 2022 per non appesantire un calendario Fidal già oberato e per non gravare su altri eventi. Gli organizzatori lavoreranno quindi per una prossima edizione per il 5 marzo 2023.

“Organizzare la prima Bologna Marathon attesa in città da molti anni – spiegano gli organizzatori - è stata un’impresa non facile e in cui in pochi credevano. L’edizione 0 [chissà perché adesso è retrocessa a 0], svoltasi lo scorso 31 ottobre, ha visto 4.000 runners presenti nelle diverse distanze e, con 1.582 finisher, e si è posizionata al quinto posto tra le Maratone Italiane come numero di partecipanti a conferma delle grandi potenzialità che un appuntamento podistico come questo ha per la città di Bologna.

Sono stati fondamentali sia il supporto di Partner che hanno creduto nel progetto, sia la tenacia e l’instancabile lavoro fatto dal Team di Bologna Sport Marathon in collaborazione con il Comune di Bologna.

Collaborazione che si è fatta ancora più stretta già dallo scorso novembre, producendo diversi importanti risultati tra cui la definizione di un nuovo percorso, sia per la maratona che per la 30 Km dei Portici, caratterizzato da un minor impatto sulla città e una proposta più interessante dal punto di vista tecnico per i runners partecipanti, senza pregiudicarne il carattere cittadino e la partenza e arrivo nella splendida Piazza Maggiore.

Gli sponsor avevano confermato il loro sostegno e tutto procedeva a pieno regime e si stava definendo nei dettagli ogni aspetto della manifestazione.

Ma per una Maratona non è sufficiente un ottimo lavoro di organizzazione, serve che si sprigioni un’energia che nasce dall’entusiasmo, dalla condivisione dei partecipanti e dei cittadini, fino ad arrivare ad una vera e propria grande festa dello sport e della città.”

“Ringraziamo gli organizzatori – è il commento dell’assessora allo Sport Roberta Li Calzi – per il lavoro fatto insieme in questi mesi affinché si potesse svolgere questo evento così atteso e importante. Giustamente ha prevalso il senso di responsabilità davanti a una situazione ancora così condizionata dalla pandemia”.

Notevole, che un assessore allo sport ringrazi gli organizzatori per NON fare una gara; e se ci fosse ancora Umberto Eco scaverebbe sotto la frase degli stessi organizzatori sulla mancanza di “un’energia che nasce dall’entusiasmo, dalla condivisione dei partecipanti e dei cittadini”: non sarà che gli Apocalittici Amministratori avessero fatto mancare la “condivisione”?

Se non altro, grazie per la mancanza di ipocrisia nel proporre una improbabile data successiva, che ovviamente non sarebbe stata rispettata: perché tra picchi e plateau, tra immunità vaccinale che non è immunità ma insomma, se porti la mascherina, stai in casa, fai la Dad ecc., al massimo sarà poco più che un raffreddore; e alla fine, andrà tutto bene perché l’hanno detto sia il Papa sia lo Zecchino d’oro, e lo dicono perfino in film beneauguranti come La scelta di Sophie e Il silenzio degli innocenti... Ma nel frattempo, ci raccomandiamo, non correte; tutt’al più, oggi che è S. Antonio, andate alla fiera di Decima (30 km da Bologna) dove emettendo meno droplet che potrete, gusterete caldarroste, vin brulè, ciacer, ciribusle, mistocchine, frittelle e gnocchini. Cosa volete che sia, rispetto al virus letale della maratona?

In questo continuato scoccare a morto delle campane, viene in mente una poesia del grandissimo poeta dialettale milanese Delio Tessa, scritta nel 1939 all’approssimarsi di un altro tempo cupo: L'è el dì di Mort, alegher! - Sotta ai topiett se balla - se rid e se boccalla; - passen i tramm ch'hin negher - de quij che torna a cà - per magnà, boccallà: - scisger e tempia... alegher - fioeuj, che semm fottuu! - I noster patatocch - a furia de traij ciocch, - de ciappaij per el cuu, -  de mandaij a cà busca - m'àn buttaa via la rusca, -  scalcen a salt de cuu, - scappen, sti sacradio…

Davvero, non c’è Speranza?

 

 

12 gennaio - A Modena ci credevano in pochi, che si facesse davvero la storica Corrida di San Geminiano, ideata mezzo secolo fa da due personaggi come Gigliotti e Finelli, da sempre gara internazionale del calendario Fidal in concomitanza con la sagra di Modena del 31 gennaio.

Se negli anni precedenti (escluso lo sciagurato 2021), già da Natale la città cominciava a essere tappezzata da manifesti con la rituale vignetta di Fremura, e in tutte le gare della provincia erano distribuiti i volantini con le modalità di partecipazione; e ancor prima sul sito della Fratellanza, organizzatrice della manifestazione, apparivano tutte le info del caso: invece quest’anno, ancora a tre settimane dall’evento, non era apparso niente. Ben difficile che si potesse mettere in piedi qualcosa, tanto più in una situazione di emergenza, reale e soprattutto enfatizzata, come l’attuale, che già aveva portato all’annullamento, domenica scorsa, della prima (teorica) corsa podistica dell’anno nuovo.

Nessuna sorpresa dunque per l’annuncio, emanato nel pomeriggio di mercoledì, che già nel titolo tendeva a smussare l’annullamento sotto l’etichetta, abusata e stucchevole, della corsa virtuale. Ecco il comunicato stampa diffuso dalla Fratellanza 1874 Modena:

La Corrida di San Geminiano sarà, purtroppo, ancora una volta in edizione ‘Virtual’, ma la Fratellanza1874 
vuole riprogrammare la gara internazionale e l’evento popolare nel lunedì di Pasqua (18 aprile 2022).

Sono queste le decisioni finali in vista della Festa del Patrono con il Covid-19 che, a causa della recente nuova esplosione di casi, ha rimesso in discussione la manifestazione che era già in rampa di lancio.
“Tra la festa dedicata al Patrono Cittadino e la Corrida, appunto di San Geminiano, vi è una totale identità da 48 anni – spiega il presidente della Fratellanza 1874, Maurizio Borsari –. Il Covid-19 sta condizionando questa identità tanto che già nel 2021 siamo stati costretti a proporre un’edizione ‘Virtual’ della manifestazione per poter dare continuità all’ormai storico binomio.
Con un numero variabile che va da 5000 a 6000 partecipanti, indipendentemente da norme, decreti e linee guida, le condizioni attuali impediscono un’organizzazione e svolgimento in sicurezza della Corrida sia competitiva, sia non competitiva che è anche quella di tutti, delle famiglie, dei piccoli e cioè quella che più la identifica con la Festa del Patrono”.
La Fratellanza 1874 però non si arrende e ha richiesto lo spostamento della gara internazionale che si svolgerà, assieme alla manifestazione popolare non competitiva, il giorno 18 Aprile 2022 (Lunedi di Pasquetta).

A parte che i cinque-seimila partecipanti li vedevamo, forse, dieci anni fa, mentre negli ultimi tempi gli iscritti alla competitiva erano alcune centinaia (665 nell’ultima edizione del 2020), cui si aggiungevano, a largheggiare, un paio di migliaia di non competitivi e soprattutto di camminatori sul percorso ridotto, va aggiunto che l’anno scorso gli aderenti alla gara virtuale furono un migliaio, in maggioranza dell’Accademia Militare quindi… non proprio volontari.

Quanto al recupero, ammesso che lo si possa fare lunedì 18 aprile, sarà da vedere se sarà al mattino (quando, seppur in teoria, è programmata a ridosso del centro di Modena una affollata non competitiva a beneficio della Croce Blu), oppure nel tradizionale orario delle 14,30. Ma intanto bisogna arrivarci a questo 18 aprile, quando il calendario nazionale Fidal propone già la 24 ore di Torino, classificata Bronze; e a 24 km da Modena è annunciato il recupero di maratona e mezza di Crevalcore, cancellate lo scorso 6 gennaio.

Nel frattempo e a breve termine, è riconfermato lo svolgimento a Modena della fiera di Sant’Antonio, il 17 gennaio, a fungere da apripista, o meglio (per usare le parole del sindaco) “prova generale” per l’identica (quanto all’aspetto commerciale) fiera di San Geminiano due settimane dopo. È vero – e ne prendiamo atto – che sono annunciate speciali misure di sicurezza, a cominciare dall’allargamento della zona occupata dalle circa 400 bancarelle,  una settantina delle quali saranno tolte dalle vie più strette e spostate in piazze adiacenti, e che  “chi partecipa alla fiera, facendo acquisti o avvicinandosi ai banchi, dovrà essere dotato di Green Pass rafforzato, così come tutti gli operatori”, che dovranno pure mettere a disposizione dei clienti guanti monouso per toccare la merce, oltre all’usuale gel, e a pretendere l’uso della mascherina (vedremo: intanto sui giornali di oggi è apparsa la notizia che delle circa 500 multe inflitte a no-mask modenesi, per 300mila euro, solo una quinta parte è stata pagata).

Mentre, a pagare per primo è sempre lo sport (la seconda è la scuola). Plaude la Confesercenti, protestano i sindacati delle forze di polizia locale: “Apprendiamo con sconcerto che a pochi giorni dalle data dell'evento, e nonostante la nostra regione sia diventata da lunedi 10 zona gialla e  la curva dei contagi sia in costante aumento, il Comune di Modena ha comunque inteso dare corso alla Fiera”, producendo il rischio serio di ricadute su sanità, scuola e attività produttive, data anche la previsione di un picco epidemico proprio in concomitanza delle manifestazioni. Le note sindacali coinvolgevano anche la Corrida di San Geminiano, ma di questa abbiamo visto che non devono più preoccuparsi (e stavolta la pubblica amministrazione non c'entra, almeno ufficialmente). Per le bancarelle, staremo a vedere: tra quattro giorni sono garantite, tra 18… ni (ma più sì che no).

Quanto al podismo modenese, prove di resistenza sono annunciate dalla Polisportiva Madonnina, che conferma per domenica 23 gennaio la sua "Classica", purtroppo istituzionalizzando la partenza libera (8-8,45) per i percorsi non competitivi da 5 e 11,5 km, ma allestendo dalle 9 in poi la sua "Corri con Gianni" (Vaccari, storico presidente), 10 km su due giri, con tre partenze distinte: Master alle 9, Donne alle 10, Assoluti alle 11. Un tempo, la "Classica" era la prova generale per la Corrida; adesso, diventa la Prova Unica del gennaio modenese, e non dovrà nemmeno preoccuparsi della concorrenza esterna perché le due alternative tentatrici di quel giorno, la Montefortiana e la Galaverna di Pianoro, quest'ultima tra le gare più antiche e belle del calendario bolognese, hanno alzato bandiera bianca. Chissà se sarà la volta buona che i bolognesi, solitamente sciovinisti e restii a passare il Panaro per correre (il loro confine occidentale è Bosco Albergati), verranno a Modena Ovest.
Insieme a loro, o a chi ci sarà, commemoreremo non solo Gianni Vaccari, ma anche Serse Fantuzzi, valoroso amatore modenese, ultimamente tesserato per il Cittanova: giovedì 13 alle 15 è partito per l'ultimo viaggio dalle camere ardenti del Policlinico. Chi scrive lo ricorda tra i primissimi compagni di corse lunghe, alla fine degli anni 80 e inizio 90, quando la maratona di Vigarano si svolgeva su 4 giri passando per S. Agostino, e ci andavamo insieme su un'auto marchiata "Carrozzeria Rinnova", luogo dove lavorava insieme al compagno di corse Mauro Ballista.
Tout passe, tout lasse, ma non è vero che, nel nostro cuore, tout se remplace.

9 gennaio - Bagnacavallo, provincia di Ravenna, dista 25 km dal capoluogo; ma a Ravenna (per l’esattezza, a Classe) 10 giorni prima era stata annullata la maratona che doveva chiudere l’anno 2021. Invece Enrico Vedilei, anima con la sua Krakatoa sport della “Ultramaratona della Pace sul Lamone”, dopo la forzata rinuncia all’edizione 2021, e dopo altre dolorose persecuzioni da parte di sindaci limitrofi e nemici lontani invidiosi del successo delle sue tante “6 ore”, ha tenuto duro ed è riuscito, sia pure con patemi fino al penultimo momento, ad allestire la 13^ edizione della sua gara, quest’anno dedicata per la prima volta alla mamma scomparsa, Adalgisa Di Nardo, che si aggiunge al nome del suocero Vittorio Costetti. I patemi, come è noto, erano legati al decreto natalizio palermitano, che seppure senza dirlo chiaramente, ha indotto molti a sospendere o a ordinare la cancellazione di gare (poi, il capo del governo sbotta: possiamo andare nei negozi e non a scuola? Aggiunga pure “e non a correre all’aria aperta?”).
La fortuna di Vedilei è stata avere una Sindaca che sa leggere e ragionare, e oltre tutto capisce anche di legge: Eleonora Proni, da sette anni prima cittadina, laureata con 110 in Storia contemporanea a Bologna con una tesi di Storia economica contemporanea "L'Ordine degli avvocati di Bologna. 1874-1945"; e autrice di apprezzati saggi storici, che all’ansiosa domanda di Enrico, se si poteva correre, ha sentenziato che “per lo sport non è cambiato nulla, quindi il permesso già dato s’intende confermato”. E per metterci la faccia, come tutti gli anni è venuta a dare il via ai quasi 200 partecipanti (numero massimo prefissato), detratti alcuni che all’ultimo istante si sono scoperti ‘positivi’, allo stesso modo di molti assistenti sul percorso di 45 km, da completare in sette giri di un anello da 6,4 km.

Poco ha potuto un altro nemico, il maltempo: abbiamo tutti visto le immagini del litorale romagnolo sotto la neve, come è stato anche per Traversara, frazione di 500 abitanti a 4 km da Bagnacavallo: condizioni quasi proibitive, con l’aggiunta del fango, ma come ci si poteva fermare, dopo tutta la pena durata per riuscire a partire? Dei 190 partiti sono arrivati in 152; e sarebbero stati 153 se uno dei più assidui supermaratoneti, il “trombettiere” e maresciallo Lorenzo Gemma da Forlì, già più di 900 maratone all’attivo, non fosse scivolato sul ghiaccio con conseguenze che l’hanno costretto a interrompere in anticipo la sua fatica.

Tanti fedelissimi nelle prime posizioni: ha vinto il pavese Stefano Emma, qui terzo nel 2020, nel 2021 campione italiano della 50 km su strada, in 2h51’21’’; cinque minuti sopra il record della manifestazione, ben giustificabili dato il clima, e solo 36 secondi davanti al biellese Stefano Velatta, già due volte vincitore al Lamone. Terzo Gabriele Turroni in 2h56, molto staccati tutti gli altri dopo il ritiro di altri due titolati concorrenti, Matteo Lucchese (tre volte primo su queste strade, compresa l’ultima edizione) e Giovanni Quaglia.

Nomi del tutto nuovi fra le donne, dove Ilaria Bergaglio risolve a proprio favore nella seconda parte il duello con Francesca Rimonda, distanziata di oltre sette minuti al traguardo: 3h19’57’’ contro 3h27’16’’. Dopo altri dieci minuti giunge terza la giovane Francesca Ferraro in 3h37’33’’, con una andatura “diesel” che le fa recuperare varie posizioni, anche giovandosi dei ritiri di agguerrite concorrenti.

Molti atleti di punta al via, tutti per un ultimo test in vista della 100km del Conero dove si giocheranno le carte per una maglia della Nazionale; ma un’uguale attenzione, e forse un tifo maggiore, è andata ai corridori “della fascia destra della classifica”, quelli che a dispetto dell’età e delle ironie altrui non mancano ad appuntamenti come questo: decima assoluta, Luisa Betti, reduce dalle 4 maratone di Forte dei Marmi, e ispiratrice addirittura di Sergio Tempera in veste di pittore, che la vede aleggiare sui partenti come “termine fisso d’eterno consiglio”.

A farle corona, due scafati ultrarunner come Paolo Saviello e Werter Torricelli; più indietro la coppia familiare di Maurito & Paolo Malavasi, la coppia coniugale Luciano Bigi e Monica Esposito, le veterane Rita Zanaboni e Marina Mocellin, che di trofei ne hanno raccolti parecchi in quarant’anni di scarpinate; la chioma bionda di Greta Massari e gli occhi di cobalto di Adele Rasicci emergevano ad ogni tornata a illuminare l’ambiente. Alla fine, festa e allegria di naufraghi per tutti.

 

Trieste, 9 gennaio – Sette corse competitive, dall’estremo dei 169 km con oltre 7000 metri di dislivello (distanza ridotta intorno a 164 per la neve che ha costretto ad ‘abbassare’ il punto di partenza) fino alla mezza maratona (in realtà di 18,2 km), in coda alla quale si è corso sullo stesso tracciato anche in forma non agonistica.

Riassumo e integro quanto ricevuto dai comunicati ufficiali, che abbiamo pubblicato in due serie fin da sabato 8

http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/8205-trieste-corsa-della-bora-terzo-trionfo-per-kienzl-nell-ipertrail.html

http://podisti.net/index.php/cronache/item/8212-trieste-s1urban-ecomarathon-s-impongono-milani-e-giudici.html

Sì è conclusa con successo la settima edizione della AICS Corsa della Bora, evento clou del trailrunning italiano organizzata da Asd SentieroUNO, che ha radunato atleti da tutto il mondo, dall’Ungheria alla Francia alla Germania fino alla Nuova Zelanda.

Otto le gare su diverse distanze e ancor più variegati scenari del Friuli Venezia Giulia e della vicina Slovenia: la competitiva principale, la 164 Km S1 Ipertrail, è partita (nella serata di venerdì 7) dalle cime del monte Canin lungo un percorso transfrontaliero a diverse altitudini, per terminare a Portopiccolo di Sistiana. Sul podio maschile, al primo posto si è classificato l’altoatesino Peter Kinzl (già vincitore delle due precedenti edizioni) col tempo di 26h 21’ e 36”, seguito da Marco Gubert (27:37:05) e da Martin Perrier (28:53:08). La vittoria femminile va a Laura Trentani (35:17:39), seguita dopo un serrato confronto dalla slovena Klara Bajec (35:46:39) e dalla francese Claire Cussonneau (37:32:42). Una gara impegnativa con tratti in notturna e in mezzo alla neve, segnata da un alto numero di abbandoni e molte sorprese: 30 sono gli arrivati (fino alle 47 ore dell’ultimo, venuto dalla Romania), altrettanti i ritirati.

 

Il Mezzo Ipertrail, ossia gli ultimi 83 km della gara principale, vede ai primi posti, in ordine, l’austriaco Markus Schieder in 9h54, con un’ora e 10 sull’altoatesino Andreas Kostner che ha sua volta ha preceduto di un’altra ora e 10 il corregionale Andrea Tiefenthaler; mentre tra le due sole donne al traguardo ha prevalso in15 h 04 Maura Tasin che ha inflitto oltre 3 ore e mezzo a Manila Valentini: 19 i classificati in tutto.

 La notturna da 79 km S1 Night Trail, partita a mezzanotte tra sabato e domenica, è stata vinta dal trentunenne sloveno Matic Čačulovič in 7h 50, due soli minuti prima di Luca Carrara; molto staccato il terzo, il 27enne tedesco Max Haubensack. Tra le donne primo posto per l’austriaca 36enne Cornelia Oswald in 9h 03, seconda a 50 minuti l’aostana cinquantenne Francesca Canepa, a sua volta 23 minuti davanti alla coetanea Roberta Feliciani. 108 gli arrivati, di cui 17 donne.

 Nella S1 Trail da 57 Km, partita da Basovizza alle 7,30 di domenica, la classifica colloca al primo posto su 246 totali il 29enne Ivan Favretto in 5h01, un quarto d’ora prima del quarantenne Luca Arrigoni, che ha preceduto di 2 minuti lo slovacco Marian Priadka. La trentina Irene Zamboni, non ancora quarantenne, ha vinto tra le 55 donne in 6h 49, 18 minuti meno della croata Maja Urban, giunta con 20 minuti sulla terza, la svizzera Helga Fabian.

Ufficialmente omologata Fidal la S1 Ecomarathon da 42,195 Km, dove hanno tagliato il traguardo a Portopiccolo con il miglior tempo il monfalconese Alessio Milani (2h45) e la friulana Fabiola Giudici (ottava assoluta in 3h32).

Il primo posto della 28,4 km S1 Urban (partita dal Molo Audace di Trieste) va al trentino Christian Modena in 2h 03, seguito dai due atleti della Trieste Atletica Enrico Pausin (2h14) e Alessandro Naimi; e alla monfalconese Michela Miniussi in 2h 42. 211 gli arrivati, tra cui 58 donne.
Il ventitreenne Mirko Cocco, in 2h 13, e la 34enne triestina Caterina Stenta, quinta assoluta in 1h 31, si sono invece imposti nella S1 Half da 18 Km, la più partecipata coi suoi 691 arrivati tra cui 263 donne. La gara è partita a mezzogiorno di domenica dal balcone di Opicina, transito obbligato e stazione di ristoro di tutte le gare

 Alle premiazioni, il direttore di corsa Tommaso De Mottoni ha parlato di “un’edizione incredibile a livello di sforzo organizzativo, più dell’anno scorso in cui c’era la certezza dei divieti, mentre quest’anno avevamo la speranza della normalità ma ci siamo ritrovati in una situazione di estrema difficoltà. Eppure le istituzioni, le associazioni e le aziende ci hanno sorretto. Abbiamo avuto quasi 2500 iscritti ma ne abbiamo persi 500 persone per positività al virus, e altri 500 non si sono presentate, ma il nostro sforzo è ancora più importante, una reazione positiva verso la sicurezza ma volta a un futuro di nuova normalità”. 

Il Sindaco triestino Roberto Dipiazza ha lanciato un’idea: “Il prossimo anno la faremo partire da Piazza Unità d’Italia”.
La sindaca di Duino-Aurisina Daniela Pallotta ha ringraziato l’organizzazione per “un evento grandioso ed emozionante, stamattina ho visto atleti con un grande entusiasmo negli occhi. Lo sport è ancora più importante di questi tempi, perché rappresenta salute e attività all’aria aperta.

 

[F.M.] Ed eccomi di nuovo qua, tornato negli stessi luoghi che un anno fa mi avevano affascinato, e convinto dall’estrema efficienza degli organizzatori.

http://podisti.net/index.php/cronache/item/6822-dalla-bora-di-trieste-soffiano-folate-propizie-arriveranno-in-italia.html

La situazione sanitaria (perché bisogna sempre cominciare parlando di questa), rispetto al 2021 di quasi assoluto lockdown (stavano cominciando le primissime vaccinazioni, per giunta poggiate su un vaccino la cui inefficienza è stata dimostrata dai fatti) è un po’ migliorata: adesso stiamo quasi tutti tra le 2 e le 3 dosi, ma quotidianamente le sirene medical-mediatiche danno i numeri dei contagiati, trovando cifre uguali o superiori rispetto a un anno fa (certo, ma con tamponi enormemente superiori!), e dicendo solo a bassa voce che il 95% dei ‘positivi’ se la cava stando chiuso in casa, e magari se non facesse il tampone non saprebbe neanche di aver il virus. Poi ogni settimana salta fuori un decreto lambiccato, compromissorio, incomprensibile e dalle interpretazioni multiformi… (mi sono iscritto solo quando è parso di capire che il decreto di Natale non aveva proibito le corse, sebbene parecchi sindaci si siano dimostrati di opposto parere).

Siamo tutti d’accordo che occorre la massima cautela e il rispetto delle norme (la copertura vaccinale, certo, che male non fa; e anche le regolette incomprensibili e contestate dagli stessi primari dei reparti Covid), e attesto che l’organizzazione guidata da De Mottoni è in prima fila per la nostra sicurezza, tant’è vero che ha adottato misure da “zona arancione” anche se siamo solo in “giallo”: obbligo di FFP2 in tutti gli spazi comuni (inclusi i punti ristoro al chiuso), greenpass rafforzato (o in alternativa, greenpass più tampone) da esibire all’atto dell’iscrizione, rinuncia al pasta party ufficiale. Più di così non so cosa si potrebbe fare, e se di una cosa ho sentito qualcuno lamentarsi è l’estrema numerosità delle comunicazioni, almeno quotidiane: fino al briefing online obbligatorio la sera antecedente, dove i collegati erano tanti che abbiamo fatto fatica a trovare la linea.

Facendo la somma dei classificati, rispetto ai 997 di un anno fa su 5 gare (mancavano i due ipertrail, che peraltro aggiungono solo una cinquantina di unità), vedo che siamo arrivati a 1455, senza contare i partecipanti alla 18 km non comp; e sono convinto che senza la precarietà cui ci costringono i padroni del vapore, saremmo stati anche di più. Ma come si fa a prenotare e pagare un albergo senza la certezza che potrai andarci davvero?

Rispetto all’anno scorso, il Centro maratona è stato spostato, dal centro sportivo di Visogliano (sulla collina) al Portopiccolo di Sistiana, più scomodo quanto ad accessi (l’auto andava lasciata varie centinaia di metri prima, alla caccia di un posto libero nei parcheggi autorizzati), ma indubbiamente dotato di un fascino straordinario, e che, venendo alla logistica delle gare, obbligava tutti i corridori ad almeno un mezzo km di suggestiva spiaggia ghiaiosa prima del traguardo sul braccio sinistro del porto.

Espletate le formalità obbligatorie, dopo di che ci veniva dato il braccialetto passepartout da esibire in ogni occasione, ognuno sciamava, con mezzi propri o navette dell’organizzazione, verso i vari punti di partenza. La maratona certificata Fidal quest’anno è partita dalla piazza Cavana, adiacente alla maestosa piazza Unità (e a quella deliziosa trattoria della Siora Rosa che sabato sera mi aveva riconciliato con la vita) avviandoci tutti in gruppo, a differenza delle partenze pressoché individuali del 2021, sulla salita di San Giusto e poi, anche percorrendo la scalinata Joyce, alla chiesa di San Giacomo: quando giungevamo alla partenza dell’anno scorso, cioè l’inizio della ciclabile Cottur sulla vecchia ferrovia, i Gps segnavano già 2 km e un centinaio di metri saliti (sui 1280 dichiarati – forse qualcosa di meno in effetti). Logicamente, i km in più sono stati tolti verso la fine, da Aurisina in poi, dove ci è stata risparmiata la discesa-risalita alla Grotta Azzurra, e in pratica dal km 39 siamo finiti sull’asfalto della Litoranea (chiusissima al traffico, incluso lo svincolo per l’autostrada) e poi scesi al Portopiccolo dove ci siamo ricongiunti, sulla spiaggia, a chi concludeva i 57 e i 79 km.

In mezzo, direi lo stesso percorso del 2021, perfettamente segnato (un solo sbaglio ce l’ha fatto fare il sorvegliante a un attraversamento stradale verso il km 30, che ci ha mandato verso una carraia anziché sul sentiero bandellato; ma ragionando e ironizzando un po’ – eravamo in tre -, dopo 300 metri abbiamo ritrovato i segni e tutto è finito in gloria.

Per strade e sentieri, si ritrovano i vecchi amici: Michele da Trieste, compagno della maratona di Bologna, o se ne conoscono di nuovi, Christian dei Runners Bergamo e Astrid "Sorriso" milanese, segretaria della Iuta: tra tutti (prima che mi distacchino…), mandiamo il nostro pensiero affettuoso a “don” Gregorio Zucchinali, esempio di probità, dedizione, coraggio.

Qualche chiacchiera in più la si scambia ai ristori, frequenti e ben forniti, con tè e brodo quasi sempre caldissimi, e possibilità di scegliere tra frutta (“te la do io, non toccare!”; e all'uscita un cartello scrive a lettere cubitali DISQUALIFICAZIJA! per chi gettasse le bucce a terra), panini al formaggio o una tentatrice mortadella alle cui lusinghe cederò due volte. Se l’agonismo non è esasperato, scattiamo qualche foto, specie all’altezza degli impagabili panorami prima e dopo la balconata di Opicina, verso Miramare, e ancora sulle rampe di Contovello/Prosecco dove ci sono anche due fotografi ufficiali.

Arrotondate per difetto le indicazioni di meno 7 e meno 4 km che ci danno agli ultimi due ristori, comunque il discesone verso il Porto ci induce addirittura a medie sui 6/km che credevamo ormai irraggiungibili. Poi il ricongiungimento finale coi colleghi degli altri percorsi (c'è perfino un ragazzo che avrà sì e no vent'anni e si è stancato di giocare a basket...), e l’ultimo tratto di spiaggia in comune, fino al piccolo arco dell’arrivo, sul molo.

Dopo di che, medaglia originale, raffigurante il dio Borea che soffia sulla Venezia Giulia, altri sacchetti di ristoro, recupero del nostro ricambio lasciato lì la sera prima, e… sorpresa! Contrariamente agli annunci della vigilia, il tendone ieri adibito a consegna pettorali oggi è occupato da un ristorantino con tante squisitezze locali (zuppa d’orzo, gnocchi al gulasch…), annaffiate da birra locale e dalla “Bora calda” (vin brulé). Poi, un cartello non troppo visibile indirizza a spogliatoi e docce, all’interno dello stabilimento balneare. La doccia più calda e confortevole che ricordi in 32 anni (sic) di maratone affrontate; e anche la doccia più pulita, grazie al lavoro continuato di due addetti, cui vanno complimenti e benedizioni da tutti.

Nell’aria che si oscura, il porto di Sistiana visto da noi che ci allontaniamo lungo la salita (mentre laggiù si concludono gli arrivi) è l’ultima sublime visione di questa giornata perfetta.

 

Modena, 4 gennaio - Testo ricevuto alle 22 di oggi: “Buonasera a tutti, abbiamo appena finito la riunione della Polisportiva, dopo attenta analisi e dopo acceso dibattito, abbiamo deciso di rimandare l’iniziativa di domenica 9/1/2022 ‘Du pas per campagna’ a Marzaglia di Modena. Vedremo di fissare altra data. Grazie e scusate il poco preavviso – Nuova Marzaglia ASD e APS”.

È solo l’ultimo (per oggi, ma vedi più sotto) degli annunci che in questi giorni stanno circolando, anche nell’attesa di un ennesimo decreto che stringerà ancora di più la morsa, sia pur salvaguardando la sacralità dei saldi e chiudendo molti occhi sul rispetto delle ordinanze (avete visto come è andata colla proibizione di fuochi artificiali a Napoli o il divieto di assembramento nelle piazze di Bologna?).

Per il giorno della Befana, dopo l’annullamento della maratona di Crevalcore, al momento risultano rinviate o annullate:

        - Caminada de Baco a Bovolone (VR);

         - Attraverso Le Colline Pucciniane di Bozzano - Massarosa (LU)

         - Befana a Casa Bonello di San Miniato (PI)

         - Corri per La Befana di Roma

         - Corsa Podistica Dea Befana di Spresiano (TV)

         - Running Befana a Quarto (NA)

 

Temiamo che l’elenco si allungherà, ma per ora resistono la mezza maratona sul Brembo di Dalmine (BG), il Trail del Poggiolo a Casola Valsenio (RA) e la Corsa della Befana a Rimini.

Anche da Montepulciano ci arriva la conferma, che prontamente rilanciamo, dell'effettuazione del cross:  
Domani 6 Gennaio a Policiano organizzata dalla Polisportiva Policiano con il patrocinio del Comune di Arezzo e la Fidal, si disputerà la 39^ edizione della Befana Campestre che apre ufficialmente la stagione dei Cross sotto le rigide norme anticovid. Saranno presenti complessivamente oltre 400 atleti in rappresentanza di tutte le provincie Toscane e non solo infatti saranno presenti atleti di club siciliani e piemontesi umbri ed emiliani. 
La gara sarà valida come 3^ prova del Grand Prix di Cross Toscano e prova di Promocross  provinciale oltre al Grand Prix classico organizzato dalla U.P.Policiano ed il CSI.              
Il ritrovo presso la Polisportiva Policiano è alle ore 10,00 con obbligo di Green Pass. Alle ore 10,45 partirà la gara di km 4   open composta da Master ed Amatori.

Mentre sabato 8 si svolgerà la Corricelle di Celle Ligure, rinviata un mese fa (8 dicembre), ma per cause meteorologiche, non 'virali'; sebbene il recupero attuale sarà solo per la gara competitiva di 6 km, preceduta da corse 'promozionali' per i più giovani, mentre le non competitive sono annullate perché "molto complicate da gestire in modalità “Covid_19”. (così dice il comunicato degli organizzatori).

Domenica 9, annullata per esempio la 20 km “Crema d’inverno”, sono confermate la Bora di Trieste e l’Ultramaratona del Lamone a Bagnacavallo. Poi lunedì 10, con la proclamazione di altre “zone arancione” (anche per effetto dei bagordi e dello spensierato liberoscambismo di Capodanno), il ritorno dei bambini (sebbene non vaccinati) a scuola, e il ritorno dei virologi nei talk-show (specie delle virologhe, che ad ogni apparizione si fanno più carine e suadenti), aspettiamoci il peggio.

Che continua ad arrivare (aggiornamento delle 11 di mercoledì 5) sotto forma di quest'altro comunicato:

L’Atletica Savoca comunica a malincuore che, con forte senso di responsabilità e su richiesta dei sindaci dei comuni di Sant’Alessio Siculo e Savoca, sono stati rinviati a causa del crescente aumento dei casi Covid-19 il convegno tecnico di atletica leggera e la gara podistica nazionale “10 Km di Capo Sant’Alessio”, prima prova del Grand Prix Sicilia di corsa su strada, che erano in programma rispettivamente sabato 8 a Savoca e domenica 9 gennaio a Sant’Alessio Siculo. 

Come dicevamo rievocando la maratona di San Silvestro ad Assisi

http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/8174-ultimo-dell-anno-di-grazia-1999-assisi-in-maratona.html

alcuni dei partecipanti fecero sì e no la doccia, per andarsene a Roma, dove il giorno seguente si svolse un’edizione straordinaria della maratona, a inaugurare l’anno del Giubileo. Lo sportivissimo papa Wojtyla benedisse, tra gli urbi e gli orbi, anche i partenti; Podisti.net riferì dell’avvenimento, prima con un servizio di cronaca, cui si affiancarono due pezzi di lettori-collaboratori, il primo scritto alla vigilia e che esprimeva disappunto perché l’evento aveva cancellato tutto il resto (anche allora, sebbene per tutt’altri motivi, le corse saltavano…) ; il secondo, a giochi fatti, che rivestiva di toni epico-sacrali il divertimento di alcuni protagonisti. Ecco quanto pubblicammo 22 anni fa.

 

Kiprono, poi Grand’Italia

Stefano Morselli

Una Maratona straordinaria dal punto di vista climatico e meravigliosa per i luoghi in cui si è svolta, la gara maschile è stata di altissimo livello tecnico con molti ottimi maratoneti; i dubbi della vigilia sono stati spiazzati via dalle prestazioni cronometriche dei migliori, 3 atleti sotto le 2h09' sono garanzia di qualità e merce rarissima in Italia. Se poi 2 su 3 di questi atleti sono italiani, la cosa rende ancora più significativa la gara per i nostri colori.

Un plauso al grande Josephat Kiprono (cronometricamente il quinto uomo al mondo sulla distanza) che al 40° Km ha lanciato l'attacco decisivo. Un grande Giacomo Leone, secondo a pochi secondi a 2h08'41", ha confermato una classe di livello mondiale, la stessa che lo ha portato al 4° posto all'ultima Maratona di New York e soprattutto alla vittoria nella stessa qualche anno prima.

Senza togliere nulla a nessuno, però il capolavoro odierno l'ha costruito un atleta che sino a stamattina era considerato di seconda schiera, quel Francesco Ingargiola che mai come oggi era riuscito ad essere protagonista in una grande manifestazione. Oggi spinto da una preparazione puntigliosa e da una raggiunta maturita agonistica, ha letteralmente polverizzato il proprio record con uno straordinario tempo di 2h08'49" che lo catapulta di fatto nell'élite della maratona italiana all-time.

Non vorremmo essere nei panni di Massimo Magnani, selezionatore della squadra nazionale, che avendo a disposizione soli 3 posti per l'Olimpiade di Sidney, da stasera dovrà gestire 6 atleti di cui 3 con il posto già prenotato come Baldini, Modica e Goffi e 3 riserve di lusso come Leone, Ingargiola e Caimmi, che dovranno solo sperare nei problemi altrui.

A nostro avviso una situazione del genere sembra alquanto difficile da gestire: un atleta come Caimmi che mostra un grande potenziale, ma che cronometricamente non ha ancora raggiunto la maturità dei compagni, sarebbe opportuno dirottarlo da subito sui 10.000,   gara in cui potrebbe, se ben preparato, rappresentarci degnamente in finale. Con 5 atleti la situazione rimarrebbe comunque complicata ma visti i precedenti, sarà difficile che tutti arriveranno in forma e senza acciacchi vari all'evento: pertanto chi oggi è una semplice riserva potrebbe divenire l'atleta di punta di una nazionale che mai come in questo momento è parsa così importante a livello mondiale.

In campo femminile la gara romana, se pur con grandi atlete al via, non ha avuto un riscontro cronometrico interessante: la vittoria non è scappata a Tecla Loroupe che nel finale però si è vista arrivare come una fionda l'etiope Gadisse Edatto a soli 7". Nessuna italiana nelle prime dieci, con il forfait di Ornella Ferrara, impegnata poche ore prima a San Paolo del Brasile nella classicissima "Corrida".

 

Millennium Marathon - Roma annulla tutto

Roberto Santiloni

Quando ero piccolo mi facevano giocare ad un passatempo con le carte assai carino, che si chiamava "Asso piglia tutto". Ora che sono diventato grande e pratico l'attività podistica da un annetto, mi fanno giocare a "Roma annulla tutto". 
Il primo gennaio si correrà, nella capitale, la Millennium Marathon che, oltre ad avere una cassa di risonanza a livello mondiale, visto che è la prima gara del 2000, ha il potere di inibire qualsiasi iniziativa podistica si voglia intraprendere da parte di qualsivoglia società. 
E così la Best Woman, che è una classica del giorno di Santo Stefano, è stata anticipata di una quindicina di giorni, mentre la Corsa di fine millennio in programma in questi giorni a Centocelle (popoloso quartiere di Roma) è stata annullata già da tempo.

Ora ben difficilmente si comprendono i motivi per cui queste gare siano state annullate o spostate di data, visto che innanzitutto si tratta di percorsi di 10 Km e poi, cosa che nessuna istituzione sportiva ha considerato, non tutti i podisti romani potranno o vorranno partecipare alla Maratona o alla Stracittadina.
Qualcuno favoleggiava che tutte le gare prossime alla data della Maratona erano state annullate apposta per consentire agli atleti di arrivare "freschi" al grande appuntamento. Dio mi guardi dal voler contraddire un simile atto di carità e comprensione, ma a chi ha messo in giro questa voce sfuggono un paio di particolari: primo, chi deve correre una 42 Km sa già quali sono le cose che non deve fare, quali sono da evitare e quali sarebbe meglio non fare; secondo, mi piacerebbe sapere quanti (visto che è l'ultimo capodanno del millennio) la sera prima staranno attenti a diete, non berranno altro che acqua, andranno a letto alle 10 la sera e insomma rispetteranno le regole del bravo podista.
Perché invece non ammettere che privare tanti atleti di queste gare minori non è stata poi un'idea così geniale ?

 

Benedetta  maratona!

Fausto Giuliani

Nell’Anno Domini 1999 l’allora Papa Giovanni Paolo II promulgò la seguente bolla:

In occasione dell’imminente Anno Santo tutti i pellegrini che il giorno 1 del mese di Gennaio dell’anno 2000 si recheranno in Piazza San Pietro e da lì partiranno di corsa, verso le 12,40, in maglietta, pantaloncini e scarpette e percorreranno in lungo e in largo la Città di Roma arrivando fino alla Moschea da un lato (la forza della tolleranza religiosa …) e fino alla Basilica di San Paolo dall’altro, per poi giungere, dopo ben 42 chilometri e 195 metri, in Via dei Fori Imperiali, riceveranno, oltre alla medaglia contemplativa, al ristoro ed alla commiserazione di parenti e amici, l’indulgenza plenaria valida per tutto l’anno giubilare. E’ fatto assoluto divieto però di abusare, durante le festività natalizie, di dolci e allettanti cibarie quali panettoni, torroni, vini, fritti in genere, biscottini o tozzetti che dir si voglia, con obbligo assoluto di andare a letto non oltre i trenta minuti seguenti la mezzanotte dell’ultimo dell’anno.

“Beh, per noi podisti, meglio che farsi la Scala Santa in ginocchio …” pensarono subito i nostri tre amici pellegrini Fausto, Tony e Riccardo. E così partirono alla volta della Capitale con una borsa carica del più assortito vestiario e con tanta speranza di poter anche questa volta raggiungere l’agognata meta.

Sul posto comunque i tre trovarono tanti altri pellegrini, provenienti dai punti più disparati d’Italia: qualcuno, dopo il veglione di fine anno aveva avuto il coraggio o l’incoscienza di salire su di un treno e, tra un riposino e l’altro più o meno comodo, si era diretto verso il Vaticano per cimentarsi in questa rilassante corsetta. Qualche altro pazzo, forse informato anche del contenuto del famoso “Editto di Assisi”, aveva percorso la maratona il giorno precedente nella famosissima città umbra e, con il relativo pettorale attaccato sulla schiena, si accingeva a ricevere una doppia benedizione nel percorrere la stessa distanza soltanto ventiquattro ore dopo … ma, si sa, la fede religiosa non ha limiti!

A cospargersi di pomate, di unguenti miracolosi, a scegliere gli indumenti con i quali coprirsi nel corso dei primi chilometri i nostri tre amici trovavano sul posto molti conoscenti dei Castelli che per l’occasione avevano organizzato un torpedone dalla vicina Frascati: Claudio l’Avvocato, Mauro l’Ispettore, Ugo e Tiziana, Enzo, Pino, Claudio da Finocchio, Gizzi e la mitica Nicchia che in partenza lanciava il famoso grido di incitamento “Nnamo zuzzi !” (Su andiamo, sporcaccioni – n.d.r.) epiteto ormai famoso in quasi tutte le città del mondo.

Con tanto di benedizione del Santo Padre iniziava così questa nuova avventura sotto uno splendido sole seppur con una temperatura tale da indurre i nostri a coprirsi con una felpa che poi manterranno fino al traguardo; ciò ovviamente per evitare il gelo nei molteplici punti percorsi all’ombra e soprattutto nella fase finale del percorso quando il sole aveva ormai abbandonato gli intrepidi podisti ormai privi o quasi di energie ma cosparsi di tanto sudore che sulla pelle diveniva sempre più ghiacciato. Alla partenza Fausto e Tony non osavano seguire il più intraprendente drappello frascatano  preferendo adottare invece una tattica più accorta; nei pressi del terzo chilometro venivano raggiunti dall’imprecante Riccardo che era partito dalle retrovie in quanto aveva invano atteso i due indaffarati prima del via a cercare un sito per eliminare liquidi in eccesso; Tony e Fausto, ignari dell’appuntamento prestabilito si erano inseriti nel bel mezzo del gruppo per godere del bel sole in attesa del via. Riccardo comunque con il suo bel passo si allontanava in modo perentorio tra le scuse dei suoi compagni che, di comune accordo, coprivano chilometro dopo chilometro contenendo comunque qualsiasi voglia di strafare.

La temperatura era sempre piuttosto rigida ed ogni volta che l’ombra occupava l’intera parte del percorso risultava gradevole la scelta iniziale relativa all’abbigliamento con tanto di felpa come efficace protezione; facevano quasi compassione del resto gli addetti agli spugnaggi, opportunamente evitati, che invano offrivano spugne intrise di acqua gelida. - Non la prenderei nemmeno se fosse stata intinta nell’acqua santa! - rifletteva Tony a bassa voce, tanto per non incappare in una scomunica immediata.

Intorno al 15° chilometro Fausto iniziava a sentire strani sintomi: come se le gambe divenissero via via più legnose; cosa peraltro inspiegabile per chi di strada in allenamento ne percorre molta di più. Lungo la via il tandem veniva ripreso da Claudio di Finocchio e da Aldo, pellegrino della Capitale; i quattro insieme percorrevano qualche mille. Alla mezza maratona fermavano il cronometro a 1h 53’24”, media 5.23 a km, ma le avvisaglie precedenti stavolta le sentiva anche Tony, mentre Claudio e Aldo pian piano si staccavano.

Con la speranza che il Centro Storico (con i suoi comodi sampietrini …) potesse in qualche modo risollevarli, i nostri due beniamini cercavano di farsi coraggio l’un l’altro.

Ma proprio quando Roma si mostrava agli atleti con tutto il suo splendore per Fausto cominciavano i guai: Piazza di Spagna e Fontana di Trevi con la gran folla acclamante non riuscivano a debellare l’immensa fatica e così, mentre Tony si allontanava, seppur barcollando, nei pressi del Pantheon, Fausto restava solo in balia dei propri pensieri  - ma come è possibile … mancano ancora 13 chilometri e non ce la faccio più! Ma come, ho seguito alla lettera il diktat papale, non ho toccato dolci né spumanti, sono andato a letto presto, eppure mi trovo in questa situazione. Non è possibile … ma sia ben chiaro … non mi ritiro, a costo di chiuderla in quattro ore e mezza questa “benedetta” maratona -  E mentre procedeva caracollando non si capacitava nel vedere come altri atleti avessero potuto correre in assoluta tranquillità addirittura augurando in continuazione Buon Anno alla gente che festante gremiva il percorso.

Subito dopo il 30° chilometro, nei pressi di Piazza Venezia, Fausto aveva però la brillante idea di utilizzare la sosta al ristoro nel modo migliore: ingurgitava sali minerali, succhiava voracemente spicchi di arance, mangiava avidamente qualche zuccherino e quant’altro nella speranza di poter ridare linfa vitale al suo fisico ormai fortemente debilitato. In quel mentre lo raggiungeva Claudio di Finocchio con il quale percorreva un paio di chilometri: tra i due non si capiva bene quale fosse quello più distrutto. Ma Claudio era evidentemente più provato e pertanto incapace anche di corricchiare dietro a Fausto che man mano sentiva le energie tornare.

La corsa verso la Basilica di San Paolo, con quel sole sul tramonto che ti sbatteva in fronte tanto da far sembrare quel calvario un viaggio verso una meta ignota, si tramutava in una perfetta cavalcata che il nostro amico miracolato ormai conduceva intorno ai 5.15 – 5.30 a chilometro.

Lungo quella Via Ostiense, che tanto dolore gli aveva arrecato negli scorsi 42 di Marzo, Fausto pareva ormai lanciato in pieno recupero verso un tempo finale che mezz’ora prima sembrava impossibile da raggiungere. E mentre copriva gli ultimi chilometri riusciva anche ad intravvedere la possibilità di arrivare entro le quattro ore, e via via più avanti, a rendersi conto persino di poter togliere qualche secondo al proprio personale.

Lungo quella Via Ostiense, percorsa in doppio senso, piena di podisti ma clamorosamente silenziosa, dove si udivano soltanto i passi, più o meno pesanti, dei poveri tapascioni-pellegrini, Fausto raggiungeva e superava il povero Mauro che aveva osato troppo nella prima parte e si stava pian piano arrendendo a dei maledetti crampi che lo azzannavano come belve inferocite.

Fausto concludeva la sua corsa degnamente in 3.56.30, limando seppur di poco la sua precedente miglior prestazione ottenuta sempre su queste strade (e su questi sampietrini …) la scorsa primavera in 3.57.13; all’arrivo ritrovava Tony (3.51) e Riccardo (3.45), entrambi soddisfatti per l’indulgenza ottenuta.

Dopo aver dismesso, non senza difficoltà, gli abiti del sacrificio, i tre decidevano di attendere il povero Mauro, ormai ridotto allo stremo e con lui, distesi lungo una delle poche aiuole libere di Via dei Fori Imperiali, aggredivano una busta piena dei tanti agognati tozzetti natalizi,  in attesa di ritrovare le forze per tornare a casa soddisfatti con una splendida medaglia al collo. 

                                                                                     

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