Maratone per pochi irriducibili: 62 (+141) a Ponte Buggianese (PT)
25 ottobre – Questa domenica ci sentiamo un po’ come i partecipanti alla maratona verdiana del 23 febbraio, temendo che possa essere l’ultima volta, prima di un lungo lockdown (quello che i politici negano a parole e istituiscono nei fatti).
Vedo che alla Ecomaratona di Alba, fortemente limitata dagli organizzatori che avevano stabilito un tempo massimo tale da scoraggiare la più parte del nostro mondo, in 69 hanno finito la 42 km (compresi gli 8 che oltre il tempo massimo ci sono comunque andati), e in 215 la mezza.
A Ponte Buggianese, località presumibilmente sconosciuta ai non toscani (pochi km a ovest di Montecatini, recuperata da un’antica palude nella quale si è corsa la non competitiva di 10 km, vedi foto 11), le ore concesse erano 8, e ci si poteva iscrivere fin la mattina della gara, ragion per cui molti reduci da Pescara di domenica scorsa si sono incamminati fiduciosi verso il circuito “Alfredo Martini” (1921-2014, ciclista dei tempi eroici, compagno di squadra di Coppi, maglia rosa al Giro del 1950 dove finì terzo dietro i supercampioni Koblet e Bartali… quando c’era anche Totò; poi commissario della Nazionale, che portò ai successi mondiali di Moser Saronni Bugno e non solo).
Il giorno prima era piovuto, il cielo era ancora imbronciato e la temperatura sotto i 10 gradi (diventeranno 19 nelle ultime ore di corsa quando un sole velato ci sovrasterà e il vento si farà più forte al punto da far cadere alcune transenne).
Per fortuna, nessun pubblico amministratore aveva preso alla lettera i diktat terroristici, improvvisati (ma in quale repubblica di Bananas si fa un decreto alla settimana che contraddice il precedente?) e antisportivi, che già erano stati firmati ma sarebbero entrati in vigore solo da lunedì; anzi, il sindaco della località era presente ed ha partecipato all’allestimento, che anzitutto esibiva il rigoroso rispetto delle misure anti-Covid (ingresso contingentato - foto 4-5 -, mascherina fino a dopo il via - foto 9 - , gel preliminare sulle mani, misurazione temperatura, autocertificazione, distanziamento nella pista fino alla partenza per scaglioni, coi nostri numeri di pettorale marcati sull’asfalto). Originale la consegna ad ogni atleta di un cartone numerato, contenente il ristoro da disporre sul tracciato e accessibile solo dallo stesso (radiocorsa alla fine diceva di un corridore che andava a frugare nei cartoni degli altri; se fosse vero bisognerebbe proprio essere morti di fame: a me è sparito un bicchiere, già usato in un paio di passaggi!): acqua, cola, banana, cornetto, cioccolato, gel, birra analcoolica; bottigliette supplementari di acqua erano disponibili in zona traguardo.
Discreto anche il pacco gara, inclusivo di una felpa di valore, anche oltre le 70 garantite dal regolamento; efficiente la segretaria (la vedete nella foto 6 alla consegna del cartone-ristoro), che addirittura mi pratica uno sconto sulla cifra che sarebbe stata in vigore per l’iscrizione tardiva (“ti ho riconosciuto, l’anno scorso ti ho iscritto io alla Vinci-Collodi”), e sarà assidua nell’assistenza anche dopo la conclusione delle fatiche.
Mancano docce e spogliatoi, come da norma, ma si può accedere alla zona toilette fornita anche di lavandini. Funziona regolarmente il bar da cui alla fine mi caverò lo sfizio di due calici, uno di bianco uno di rosso locale.
La pista, disegnata molto bene, con lunghi rettilinei interrotti da curve a gomito (foto 7), misura 2000 metri esatti, ma era stata ‘allungata’ di qualcosa con transenne che ci facevano prendere le curve dal lato esterno, in modo da aggiungere quei 10 metri a giro che alla fine avrebbero portato, su 21 giri, alla fatidica lunghezza dei 42,195: sulla correttezza dei dati vigilava l’altro “sindaco”, il Simonazzi da Mantova, che infatti dopo la caduta delle 'chicanes' di cui sopra rimprovererà la terza donna assoluta perché, al suo ultimo giro, imposta le curve dal lato corto.
Abbiamo dunque rivisto gli amici ‘pescaresi’, il supermaratoneta presidente Paolo Gino, che ha spesso corso (foto 19) affiancato al suo consigliere Gianfranco Toschi (al rientro, dopo un intervento chirurgico), salvo farci scoprire, vedendo le classifiche, che aveva un giro di vantaggio! Ol sindic, invece, ogni tanto si esibiva in scatti cui nemmeno io riuscivo a resistere, e chiuderà addirittura in 5.50 cioè 4 minuti meglio che a San Marino e 14 meno di Pescara! Riuscirà a battere i due vecchi amici Carlotta Gavazzeni (alias signora Piccinelli) e Giordano Lucidi, di cui personalmente ricordo un arrivo allo sprint con Govi e il sottoscritto alla maratona di Caen del 1994, e che rimane il principale indiziato per una burla tirata alla maxiclassifica di Correre, quell’anno.
Lucidi e Gavazzeni sfruttano addirittura le 8 ore a disposizione per allungare la distanza di maratona, arrivando, lei a 54 km (insieme a Gaspare Belotti, che aveva corso la maratona col Sindic), lui a 52.
Ad ogni sorpasso, o incrocio su rettilinei opposti, era tutto uno scambio di battute: sul tale che non smette di sparare (in attesa delle bombecarta avanzate ai suoi concittadini nei tumulti anti-chiusura) gli insulti che costituiscono la sua unica cifra stilistica, contro i maratoneti, colpevoli di andare dove lui, plurisqualificato, non può più farsi vedere. E di ammonimenti al figlio Maurito Malavasi che non ha scrupoli a doppiare il papà Paolo (solitario in foto 20); o le domande a quelli che nella maglietta hanno il nome di Bibbiano (ma, precisano, è quello di Toscana). Il più allegro è l’enfant du pays Massimo Morelli, che ridendo e scherzando o corteggiando arriva dietro persino alla Carlotta.
Poi c’è chi corre seriamente e non ha tempo per chiacchiere: come il ritrovato Massimo Cortella, capelli lunghi (un po’ grigi rispetto ai tempi che “i se g’ha dà na maia che xera na strassa”) e t-shirt gialla, che indicato al 15° posto a metà gara, scalerà fino all’11° finale (il sistema di chip Icron, stavolta in formato-rotolo di cerotto, ad ogni giro proietta sullo schermo i nostri tempi e piazzamenti, a lungo lasciandomi sperare in un secondo posto di categoria che svanirà solo al momento delle premiazioni per la misteriosa apparizione di un concorrente prima non censito…); il sempre più inarrivabile Leandro Pelagalli da Prato, dominatore degli M 70 con 3 o 4 giri sui piazzati; Mauro Gambaiani che si migliora di 8 minuti su Pescara, poi la coppia inossidabile Alle-Simo, che il chip separerà di 13 secondi, stavolta a vantaggio di lui (ma l’uomo non separi ciò che Dio e i fotografi hanno unito! foto 16-18); e Ilaria Razzolini, che si dimostra lettrice di Podisti.net e anche questa volta accompagna l’amica non vedente Chiara, probabilmente rinunciando a concorrere per il podio di categoria che sarebbe stato alla sua portata.
Ci rivedremo a breve? La risposta è nel grembo dei DPCM ultimo, che si apre con un chiarissimo rimando al “decreto-legge 23 febbraio 2020”, “convertito, con modificazioni” e “successivamente abrogato dal decreto-legge n. 19 del 2020 ad eccezione dell'art. 3, comma 6-bis, e dell'art. 4” (una legge che si basa su un’altra legge abrogata tranne un articolo e mezzo??), e prosegue con ben 90 “nonché”, 66 “epidemiologico” e soli 6 “epidemico”, ripristinando le “mascherine di comunità” che erano state soppresse una settimana fa (ma vanno portate anche "al disopra del naso", cioè sugli occhi, come Zorro o più); e il suo autore, dopo aver chiuso le palestre perché sono state cattive (ma non doveva chiudere subito quelle 'cattive' lasciando vivere quelle in regola?) promette perfino i "ristori", non sappiamo se in cartoni individuali, o con il gel per far scorrere meglio la supposta. Grasso che colerà per gli avvocati, mentre noi di mezzana cultura cerchiamo di districarci tra enigmi e sgrammaticature, e per smaltire l'uggia ci tuffiamo nel medioevo luminosissimo (rispetto a quello dei decreti d'oggi) della piazza Duomo di Pistoia.
Ecco il comunicato-stampa coi risultati, pervenutoci da Giancarlo Ignudi
Sulla distanza della maratona (km 42,195) hanno preso il via quasi100 concorrenti.
La vittoria assoluta è andata al rappresentante del Gruppo Sportivo Orecchiella Garfagnana Damiano Lippi,che termina la gara nel tempo di 2h54’31, secondo si classifica Marco Bonamigo (Runcard), al terzo posto il bolognese Bruno Trebbi (Polisportiva Monte San Pietro), quarto Mirko Cardelli (Montecatini Marathon) e quinto Manuel Amantini (Pietralunga Runners).
Nella categoria veterani si presenta per primo sulla linea d’arrivo Alberto Cappello (Alpi Apuane) che conclude nel tempo di 3h15’18’’, al posto d’onore Mimmo Caraccioli (Toscana Atletica Empoli) e terzo, Thimoty Chaplin (Isolotto Firenze).
Paolo Scalella (Club Supermarathon Italia) vince nella categoria veterani argento in 3h48’22’’, il secondo posto se lo aggiudica Michele D’Alvano (Atletica Cascina) e il terzo Giovanni Onorato, compagno di colori del vincitore.
Il pratese Leandro Pelagalli (Prato Promozione) ottiene il primo posto nella categoria veterani oro terminando la gara in 4h00’54’’, seconda posizione per Nicola Gaggiano (Nuova Virtus Cesena) e terzo Fabio Marri (Modena Runners Club).
Nella classifica assoluta donne si aggiudica la gara ,Andrea Salas (Orecchiella Garfagnana - foto 12) in 3h17’06’’, seguono poi al secondo e terzo posto, Elena Malaffo (A.s.d. Team Sport) e Marta Doko (Gruppo Sportivo Lamone Russi).
Nelle donne veterane il primo posto va alla sanmarinese Mona Fristad (Gruppo Podistico Atletica San Marino) in 4h06’18’’, secondo gradino del podio per la fiorentina Debora Buffalino (Unione Sportiva Nave) e terzo posto per Michela Aniceti (Polisportiva 29 Martiri Figline Prato).
Nelle donne veterane argento l’unica classificata e stata la romagnola Paola Grilli (Amici della Fa
Nella 10 km (141 hanno finito la gara) nella categoria assoluti successo per il fiorentino Domenico Passuello (Il Fiorino) che compie la distanza nel tempo di 33’05’’, precedendo di 24” Samuele Oskar Cassi (Toscana Atletica Futura) e di 31’’ Adriano Curovich (Podistica Castelfranchese); seguono Federico Matteoni (Orecchiella Garfagnana), Filippo Bianchi (Il Ponte Scandicci), Andrea Belluomini e Mario Bendoni, entrambi dell’ Orecchiella Garfagnana, Andi Dibra (Il Fiorino), Antonio Prestianni (Podistica Castelfranchese) e Simone Gamenoni (La Stanca Valenzatico).
Nella categoria veterani, il primo posto è andato a Luca Silvestri (Montecatini Marathon) in 35’25’’ su Giulio Buchignani (Alpi Apuane) e Massimiliano Lunardini (La Galla Pontedera Atletica).
Adriano Matteoni (Orecchiella Garfagnana) ottiene il primo posto nella categoria veterani argento in 39’56” , al secondo posto Roberto Mei (Silvano Fedi Pistoia), terzo Sergio Matteucci (Rossini Ponteaserchio).
Lo spezzino Claudio Cevasco (Atletica Favaro) si impone nella categoria veterani oro concludendo la gara in 45’33’’; secondo posto per Sirio Salvadori (La Galla Pontedera), terzo Silvano Panichi (Silvano Fedi Pistoia).
Nella categoria assolute donne si aggiudica la gara Ilaria Lasi (Atletica Vinci) che conclude in 37’56, precedendo di 1’31’’ Laila Hero (Atletica Arcobaleno) e di 1’36’’ la compagna di squadra Damiana Lupi; seguono Costanza Del Bravo (Atletica Castello Firenze) e Beatrice Macelloni (Atletica Vinci).
Nelle donne veterane ottiene il primo posto la lucchese Flavia Cristianni (Lucca Marathon) in 44’15’’, seconda classificata Tiziana Pacini (Virtus Orentano), terza Sabrina Casini (Montecatini Marathon).
“Tanto di cappello a Ponte Buggianese”, come scrive il comunicato stampa del G.P. Parco Alpi Apuane:
In uno dei momenti bui di questo periodo, l’attività del GP Parco Alpi Apuane Team Ecoverde è andata avanti, con risultati come sempre ottimi. A Ponte Buggianese, nel percorso del ciclodromo, è andata in scena la “Ponte Buggianese Run” sulle distanze di dieci chilometri, mezza maratona e maratona. Molti sono stati gli atleti biancoverdi al via, con le prestazioni migliori arrivate da Giulio Buchignani, argento di categoria sulla dieci chilometri, e da Alberto Cappello, oro di categoria e argento assoluto nella maratona, con buone prove per Roberto Ria, Guglielmo Landi, Francesco Frediani e Igor Marracci sulla distanza più breve.
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