Rodolfo Lollini
Quattro ex atleti Dinamo Running Team rispondono al presidente Luca Spada
Non c'è pace tra gli ulivi della prima ormai defunta squadra "professionistica" di trail running, precipitosamente chiusa dopo solo sei mesi. Oggi rilanciamo la risposta al presidente Luca Spada (qui trovate il nostro pezzo sull'argomento) che quattro ex atleti Dinamo Running Team hanno inviato alla testata www.spiritotrail.it:
Con riferimento all’intervista apparsa su Spirito Trail in merito alla decisione presa dal signor Luca Spada di chiudere l’attività del Dinamo Running Team, gli atleti del team intendono fornire alcune conclusive precisazioni nella speranza di mettersi definitivamente alle spalle questa triste vicenda.
L’iniziativa di creare il primo team professionistico nel settore del trail running è stata certamente innovativa e lodevole.
Una sfida di tale portata ci ha affascinato ed all’inizio del 2023 abbiamo aderito con entusiasmo ad un progetto triennale apparentemente fondato su solide basi che avrebbe dovuto inserirsi nell’ambito dei piani di sviluppo marketing del main sponsor.
Il progetto sotto il profilo sportivo ha pienamente raggiunto, sia pure in soli 5 mesi, gli obiettivi. I risultati si sono tradotti in visibilità e promozione marketing e di immagine per il main sponsor.
In questo contesto come atleti ringraziamo sports e team manager che, in questi mesi, ci hanno seguito 24 ore su 24 nella pianificazione della nostra attività, nella preparazione delle gare e durante lo svolgimento delle stesse, coordinando, gestendo e contribuendo in modo fondamentale al raggiungimento dei nostri risultati sportivi e di conseguenza di quelli del Dinamo Team. Si specifica che non era certamente compito di sports e team manager assicurare la sostenibilità economica del team, né tantomeno aveva la responsabilità nella gestione delle strategie e nelle modalità di comunicazione e marketing del main sponsor.
Avendo raggiunto incredibili risultati sul piano sportivo (obiettivo per cui è stato formato il team) e’ stata quindi con estrema sorpresa che all’inizio di agosto (dopo poco più di 5 mesi di attività), senza alcun tipo di preavviso, abbiamo ricevuto una comunicazione con la quale venivamo informati che l’attività del team veniva chiusa e che Dinamo Team SSD sarebbe stata messa in liquidazione.
La comunicazione ricevuta da noi atleti era accompagnata da un accordo di risoluzione consensuale con effetto 1 settembre in cui veniva chiesto di rinunciare a qualsiasi pretesa nei confronti di Dinamo Team SSD per la risoluzione anticipata del rapporto di collaborazione a fronte del pagamento di due mensilità (luglio e agosto), la possibilità di usare la carta debito a disposizione degli atleti fino ad esaurimento per le spese sportive quali trasferte gare e l’impegno di Dinamo Team SSD di firmare l’autorizzazione per il cambio di società sportiva.
Nella suddetta comunicazione nessun riferimento ai bonus previsti per i risultati sportivi conseguiti da diversi tra noi ed alle spese di trasferta sostenute ancora da rimborsare, nessun indennizzo proposto per la risoluzione anticipata dell’impegno di tre anni firmato solo qualche mese prima (con rinuncia ad altre possibili sponsorizzazioni).
A completamento della proposta la “generosa” offerta di un buono di 200 euro per l’acquisto sul sito di prodotti del main sponsor e l’obbligo di indossare comunque, a contratto chiuso e senza compenso alcuno, la maglia Dinamo Team fino al 15 settembre.
Il tutto accompagnato dalla richiesta di firmare ed accettare entro 5 giorni la proposta per non perdere anche questi importi a fronte della messa in liquidazione della Dinamo Team SSD.
Una comunicazione ed un ultimatum che ci hanno lasciato spiazzati e senza parole per modalità e tempistiche. Alcuni di noi hanno accettato la proposta dopo mille riflessioni pur di lasciarsi dietro le spalle questa sfortunata vicenda altri hanno lottato per avere quanto dovuto almeno fino a quel momento, altri non hanno ancora ricevuto quanto spettava loro e stanno combattendo per averlo.
In ogni caso, lo scioglimento del team dopo soli 5 mesi di attività lascia la sensazione di avere creduto in un progetto concepito sicuramente con entusiasmo ma proposto a tutti noi senza una adeguata pianificazione.
Sappiamo bene che in questi pochi mesi di attività tutti noi, proprietà, dirigenti, manager, atleti, abbiamo incontrato e via via superato diversi problemi, ostacoli che fanno parte dell’avviamento di una start up. Riteniamo che attraverso la volontà e l’impegno di tutti, qualsiasi ostacolo si sarebbe potuto superare ce ne fosse stata l’intenzione.
Volontà che evidentemente è mancata e lo dimostra il fatto che nessuno di noi a partire dallo staff è stato coinvolto, o anche solo informato delle iniziative di chiusura che evidentemente erano state progettate già da tempo.
Il nostro coinvolgimento nelle decisioni aziendali non era certamente un atto dovuto da parte della proprietà ma semplicemente un segno di rispetto nei confronti di chi, con corpo e anima, si è lasciato coinvolgere in un ambizioso progetto, vestendo dei colori e mettendoci la faccia.
Non solo ci sono stati tolti contratti, ci è stato tolto il rispetto e questo è quanto più ci ha ferito.
Peccato, Dinamo Running Team avrebbe potuto essere un'occasione di crescita per tutto il movimento del mountain e trail running ed invece così non è stato, non certo per la scelta dei componenti del team.
Gli atleti (in ordine alfabetico)
Anselmi Matteo
Macchi Andrea
Magliano Camilla
Minoggio Cristian
Un cane fa perdere la Maratona di Buenos Aires a Robert Kimutai Ngeno
Le crisi negli ultimi chilometri sono ben conosciute dai maratoneti. I professionisti sono preparati a simili evenienze e si allenano per correre bene anche quando il serbatoio degli zuccheri è vuoto. Tuttavia la scorsa domenica 24 settembre, durante la maratona di Buenos Aires, il 29enne keniano Robert Kimutai Ngeno ha dovuto fronteggiare un insolito problema. Per sua grande sfortuna questo problema è capitato proprio mentre stava portando a termine la gara della vita. Passato alla mezza maratona col gruppetto dei migliori in circa un'ora e tre minuti, dal km 25 aveva preso la testa della gara in solitario. Al chilometro 38, quando cominciava a pregustare il successo, è stato inseguito da un cane che lo ha costretto a cambiare direzione e zigzagare, senza che nessuno dell’organizzazione lo aiutasse. E’ questo è abbastanza grave perché se ci rendiamo conto sia impossibile proteggere tutti i concorrenti, almeno chi si trova in testa dovrebbe godere di una certa protezione. Fortunatamente il cane non lo ha morso e grazie all’aiuto di alcuni spettatori ha potuto ripartire. Ovviamente dopo aver perso secondi preziosi ed aver spezzato il ritmo. La vittoria è sfumata e Ngeno ha chiuso al terzo posto con il crono di 2:10:16 ed un miglioramento di tre minuti del precedente personale, oltre al premio di 3000 dollari. I primi due posti sono stati conquistati dai suoi connazionali keniani, Cornelius Kibet Kiplagat che ha intascato 10000 dollari e dalla medaglia d'argento olimpica dei 10.000 metri Paul Tanui. Essendo solo alla sua seconda maratona, auguriamo a Robert Kimutai Ngeno di rifarsi al più presto, magari chiedendo l’autorizzazione a World Athletic di portare con sé in gara una pistola scacciacani.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
A Berlino pokerissimo Kipchoge e strabiliante record di Tigst Assefa
Oggi a Berlino doveva essere la gran festa di Kipchoge e così è stato. Il miglior maratoneta di tutti i tempi ha fatto cinquina nella gara che lo ha consacrato recordman mondiale, chiudendo ancora al primo posto per il quinto anno consecutivo. Fatica chiusa dal keniano col tempo di 2:02:42 ovvero a un minuto e mezzo dal suo primato, ma pur sempre tra le prime prestazioni di tutti i tempi, l'ottava se non andiamo errati. E crono che vale come passaporto per le olimpiadi di Parigi, dove tenterà un incredibile tris di vittorie a cinquestelle, iniziate nel 2016 a Rio e proseguite nel 2021 a Tokio. Podio di tutto rispetto completato dal connazionale Vincent Kipkemoi in 2:03:13 e dall'etiopico Tadese Takele (2:03:24). Tuttavia, incredibile a dirsi, nel gran galà berlinese i riflettori non sono stati concentrati solo su re Eliud. Anzi la sua performance non è stata la notizia più importante della giornata in quanto l'etiopica Tigst Assefa ha sbriciolato il primato della keniana Brigit Kosgei (2:14:04 il 13/10/2019 a Chicago) con un superlativo 2:11:53 !!! Distacchi da tappone di montagna per le validissime Sheila Chepkirui - Kenya (2:17:49) e la tanzaniana Magdalena Shauri (2:18:41).
Sicura la cavalcata della Assefa, nell'ambito di una prova in negative split. Ecco i vari passaggi: 5 km 15'59, 10 km 31'45, 15 km 47'26, 20 km 1:02:52, mezza maratona 1h06'20, 25 km 1h18'40, 30 km 1h34'12, 35 km 1h49'41, 40 km 2h05'13. Ma chi è Tigst Assefa, potrebbero domandarsi coloro che non seguono con attenzione la specialità. L'etiopica seguita dal manager italiano Gianni De Madonna compirà 27 anni il prossimo 3 dicembre ed è nata come ottocentista, vantando un personale sotto i due minuti. Si è convertita negli ultimi anni alle gare su strada dove viaggia sotto i 31 minuti sui 10 km e ha un personale di 1:07.28 in mezza maratona. Passata di recente ai 42 km ha corso solo tre volte su questa distanza. Vincitrice l'anno scorso a Berlino, l'impressione è che con lei ci divertiremo anche in futuro... Chi invece ha avuto una giornata storta è stato il nostro Eyob Faniel che intenzionato a riprendersi il record nazionale si è fermato al 35° km.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Riprende il Corrigiuriati nel ricordo di Alfredo Rizzo
Con il mese di settembre riprende quella bella abitudine che si chiama “CorriGiuriati”: Domandiamo al patron Gigi Baglioni qualche informazione in più sulle prime tappe dopo la ripresa.
“Grazie Rodolfo, come sempre a fine estate riprende la nostra attività del giovedì sulla pista milanese del Campo Giuriati, il luogo migliore per correre in compagnia”
I primi appuntamenti?
“Con partenza sempre alle ore 13, il 21/9 avremo la staffetta americana a terne su 10000 metri, con cambi possibili ad ogni giro e composizione libera delle squadre sul posto). Il 28/9 i 3000, mentre il 5/10 sarà la volta dei 5000 per il 24° Memorial Garimoldi). Seguirà un ristoro, col contributo volontario dei partecipanti con cibi e bevande”.
In occasione di quest'ultima data, sarà inaugurata ufficialmente la targa a ricordo di Alfredo Rizzo (1933-2023).
“Esatto. Per chi non lo ha conosciuto, ricordo brevemente che è stato atleta olimpionico a Roma 1960 e vanta 30 presenze in Nazionale tra il 1956 e il 1966. Ha 6 titoli nazionali su distanze tra 800 e 5000 m. E' l'ideatore del percorso sterrato esterno (alternativo alla pista) che tuttora porta il suo nome”.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Entrata trionfale del Club del Miglio a Cormano
Dopo la pausa estiva, sabato 16 settembre è ripartito il circuito italiano dei 1609 metri. Sede nuova per il Club in quel di Cormano ad accogliere il Miglio Ambrosiano, una delle tappe storiche del Club che nel corso delle sue 33 edizioni è approdata in moltissime location. Di certo dalle vie cittadine della periferia milanese di fronte al Campo Colombo e dove fu organizzata la prima “ruspante” edizione, ne è passata tanta di acqua sotto i ponti. Il Centro Sportivo di Cormano è quanto di meglio un atleta/cliente possa aspettarsi. Ampi parcheggi, ottimi spogliatoi, un bel giro di riscaldamento che si può percorrere in tutta sicurezza e quel che più conta, una pista rinnovata e molto veloce. Tutto bello, ma poi sono gli uomini che fanno le situazioni e anche qui il voto è molto alto nella perfetta combinazione che si è formata tra gli esperti dirigenti dell’Atletica Ambrosiana, i volontari del Tiremm Innanz ed i padroni di casa della Nuova Atletica Astro. Impeccabili. Molto gradita anche la medaglia consegnata a tutti coloro che sono saliti sul podio nelle varie categorie.
Giornata lunghissima che è partita alle ore 9 con le gare del Trofeo Oxyburn (100, 400, 5k marcia e salto in lungo) dedicato ad assoluti e master e proseguita nel pomeriggio con le competizioni giovanili che hanno visto in campo dagli Esordienti ai Cadetti su 60, 80, 400, 1000, lungo, peso e Vortex. Graditissima e significativa la visita del primo cittadino di Cormano, Luigi Gianantonio Magistro. Limitandoci alle gare sui 1000 metri, tra i cadetti pochi centesimi hanno diviso i primi tre con Javier Mercuri (Milano Atletica) a vincere in 2:47.09, davanti ad Alessandro Zarfino (Atletica Riccardi) 2:47.54 e al torinese Niccolò Salustri (Atletica Ivrea) 2:47.96. Nei Ragazzi è stato un duello a decidere tra Francesco Lollo (Atletica Cesano) in 3:09.43 ed Edoardo Piluso (CUS Pro Patria) 3:09.90 con terzo posto per l’elvetico Lorenzo Bracchi (Virtus Locarno) in 3:10.31. Pochi centimetri anche tra le Ragazze, con la sondriese Caterina Vavassori (GP Valchiavenna) in 3:18.59 davanti a Silvia Boga (Atletica Cesano) 3:18.97, terza Sofia Sguera (SAO Cornaredo) 3:19.83. Tra le Cadette netto successo per Matilde Paggi (GP Valchiavenna) in 3:02.34 davanti a Francesca Gazzola (Atletica Riccardi) 3:06.10 e Giulia Armagno (Atletica Arcisate) 3:10.21. Qui troverete tutti i risultati in dettaglio.
Conclusione come da copione con il Miglio. Nel femminile vittoria per Licia Bombelli (Atletica Brescia 1950) in 5’26”32, con podio completato da Lia Tavelli (Atletica Lonato) ed Elide May Gravina (Road Runner Club), mentre al maschile è venuto a trovarci un ambasciatore del GP Valchiavenna che ne ha approfittato per dare a tutti appuntamento per la nona tappa, prevista proprio a Chiavenna (SO) il 30 settembre. Il suo nome è Lorenzo Tomera, Allievo classe 2006 che in 4’41”56 ha avuto la meglio su Alessio Sposato (US Nervianese 1919) e Leonardo Maffei (Atletica Arcisate). In attesa di sbarcare in Valtellina, per ulteriori approfondimenti ricordiamo la rubrica radiofonica “Spazio Miglio”, in onda ogni mercoledì alle ore 20 su Radio Active.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Il sogno Dinamo diventa un incubo
“Dinamo Running Team: un sogno che si avvera - La corsa in montagna mi ha dato moltissimo in questi anni. Ho un debito di riconoscenza verso questo sport che voglio ripagare con il DINAMO Running Team: il primo team professionistico di trail running”. Così esordiva Luca Spada, Presidente e Fondatore del Dinamo Running Team, lo scorso 14 febbraio. Nel progetto erano stati coinvolti, anzi sarebbe meglio dire ingaggiati, i migliori atleti italiani, tutti facenti parte della squadra nazionale. Eccoli nella presentazione del sito societario: “L’altoatesina Julia Kessler, la milanese Fabiola Conti e la piemontese Camilla Magliano sono la rappresentanza femminile del team. Il giovane su cui puntare è il trentino Alberto Vender, a cui si affiancano i nomi degli altri componenti maschili: Cristian Minoggio, Andreas Reiterer, Davide Cheraz, Riccardo Montani, Mattia Gianola, Matteo Anselmi e Andrea Macchi, il capitano della squadra”. Trail runner molto validi, come testimoniato dai loro punteggi ITRA - International Trail Running, anche al di sopra dei 900 per gli uomini. Giusto per dare un riferimento, il “marziano” Kilian Jornet Burgada ne ha 946. Situazione non molto “simpatica” in quanto allettati da questa proposta, alcuni di loro hanno lasciato le loro attività professionali per abbracciare il nuovo sogno professionistico sportivo che si è trasformato in un incubo essendo restati senza "lavoro". Ieri Luca Spada ha rilasciato un’intervista a www.spiritotrail.it nella quale ha tenuto immediatamente a sottolineare come la omonima società produttrice di integratori alimentari goda di ottima salute (ed allora non si capisce perché dopo solo sei mesi di vita non abbia fatto uno sforzo per sostenere il progetto della società sportiva). Successivamente dichiara che gli stipendi sono stati pagati fino a quando la società sportiva è restata in vita ed è stata fatta una transazione con gli atleti. Però manca all’appello ancora una tesserata e sui social non mancano i mugugni dei diretti interessati. In sostanza tutti gli atleti si sono trovati da un giorno all'altro, a metà stagione, a doversi trovare un'altra sistemazione. Cosa non facile in quanto non esistono molte squadre professionistiche di trail e nessuna italiana. Il tutto dopo che a febbraio avevano firmato dei contratti triennali. Quanto ai motivi strutturali che hanno portato a questo veloce e triste epilogo, Spada si è lamentato con gli atleti, ma soprattutto il Team Manager per avere difettato in fase di comunicazione e supporto agli sponsor. Inoltre punta il dito sul Responsabile della comunicazione in quanto si è concentrato più sugli aspetti sportivi che altro e quel che è più grave, circa il 90% dei followers erano in realtà dei falsi profili sui social, con grave danno d’immagine nei confronti dei loro partner commerciali. Quanto alla possibilità di cambiare management (che immaginiamo avesse scelto lui) e proseguire l’avventura appena iniziata, Spada ha risposto di “non essere stato in grado di fare questo passo”. Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Il pagellone degli italiani a Budapest 2023
Eccoci qui a festeggiare il bel successo azzurro a Budapest, ma senza voler passare per dei bastian contrario, anche ad evidenziare cosa poteva andare meglio. Le piste di miglioramento, per evitare di finire mescolati nel pensiero unico del “tutto va bene”.
L’Italia chiude al 13° posto nel medagliere con un oro, due argenti ed un bronzo, prodezza che non riusciva da Edmonton 2001. Terzo miglior risultato di sempre, solo dietro a Goteborg 1995 e ai favolosi mondiali casalinghi a Roma 1987. Però con più medaglie di noi finiscono ben cinque nazioni europee: Spagna, Gran Bretagna, Olanda, Norvegia e Svezia.
Passando al “Placing table”, la classifica a punti che calcola anche tutti i piazzamenti fino all’ottavo posto, con 51 punti risaliamo ottavi, insieme ad Australia e Olanda. Di europei davanti c’è solo la Spagna che peraltro ha beneficiato della doppietta (maschile e femminile) sui 20 e 35 km di marcia. Quattro ori. Non saremo certo noi italiani a considerare di minor valore questa disciplina, però con la cancellazione della 50 km, sostituita dalla 35, queste gare fotocopia (con vincitori fotocopia), ci hanno lasciato alquanto perplessi. Insomma, nel Placing Table che è una fotografia più completa, ci siamo confermati leader del continente. Con francesi, belgi, austriaci e tedeschi a totalizzare, tutti insieme, una sola medaglia. Non oso immaginare drammi e processi in corso tra i nostri cugini d’oltralpe…
Venendo ai nostri settori, per come li abbiamo divisi noi:
SALTI: un oro e 14 punti grazie a San Tamberi, ma anche ad una consistente Iapichino ed ai triplisti Ihemeye e Dariya Derkach. Molto bene.
LANCI: un argento e 10 punti. Il tutto grazie al medagliato Leonardo Fabbri, pesista in ascesa ed alla continuità di Sara Fantini, sesta nel martello. Bravi anche loro.
VELOCITA’: un argento, 19 punti. Il sesto posto della Folorunso nei 400hs sarebbe stato troppo poco, ma con le staffette abbiamo recuperato alla grande. Staffette che testimoniano di un movimento solido (per metterne in campo quattro ci vuole una doppia squadra) e di una grande scuola (vedi capitolo cambi di testimone). Ottimo
MEZZOFONDO: zero medaglie, zero punti. Voto insufficiente. Tristezza attutita da qualche finalista ma fuori dagli otto ed atleti come la Cavalli, Barontini ed altri ottocentisti che ci fanno ben sperare di crescere. Oltre a Crippa e Battocletti che siamo sicuri torneranno a farsi valere.
PROVE MULTIPLE: zero medaglie, zero punti, zero atleti partecipanti. Il voto mettetelo voi… Il fatto che mancasse Dario Dester, sesto agli europei è una giustificazione, ma mostra come per essere presenti costantemente in una disciplina da nazioni evolute, servano impianti e tante strutture anche indoor che a casa nostra difettano.
MARCIA: un bronzo e 8 punti grazie a Stano e la medagliata Palmisano. La marcia c’è sempre. Molto bravi.
MARATONA: zero medaglie, zero punti, un decimo, un undicesimo ed un dodicesimo posto che sanno tanto di brodino. Il piatto che si dà ai malati, come la nostra maratona. Con enorme rispetto per chi almeno si è piazzato e senza evocare Baldini, Bordin o Straneo, il voto è sotto il fatidico sei. Poi speriamo che gli assenti (Aouani, …), chi era impegnato in pista (Crippa), chi c’era ma è come non ci fosse stato (Faniel), chi stavolta ha fatto esperienza (Chiappinelli) ci assicurino un futuro migliore. Forza ragazzi.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Cartoline dalla Budapest di Maratona - quinta puntata
Ultima puntata dei nostri commenti sulle gare mondiali prima del “pagellone finale” in edicola domani e ringraziamento finale a tutti coloro che hanno interagito con foto/commenti in calce all’articolo o su Facebook.
Re Jakob: perso qualche certezza sui 1500 metri, ma buttatela via voi una medaglia d'argento, vedere la sua gara nei 5000, gli ultimi mille a 2’21”, il giro in 53” e la volata scientifica è una libidine.
“I cambi della 4x100 USA sono da giochi senza frontiere” (Stefano Tilli). Confermiamo, da rivedere alla moviola.
“Tortu ha il blocco dei blocchi”: sempre Stefano Tilli, come dargli… tortu?
Lo slalom borderline in semifinale 4x400 metri dello scugnizzo Sibilio, da manuale. Peccato per la sua assenza e quella di Ayomide Folorunso nelle finali.
Dear Mr Coe, Victor (nomen omen) Kiplangat, è un degno vincitore di una maratona mondiale che non va cancellata dal programma iridato.
Il giro da 5 km è una buona distanza ed un ottimo compromesso per garantire pubblico e spettacolo in una maratona.
Daniele Meucci ha corso da ingegnere e meritato il decimo posto
Yohanes Chiappinelli 11°: complimenti. Caro Yoghi, sei molto simpatico e ti vogliamo bene, ma ci devi spiegare perchè al km 25 vai davanti a tirare, salvo poi finire in calo? Hai 2’09’46” di personale, come fai a dire che volevi fare selezione? Con tutti i califfoni che c’erano in gara? Ma stai dietro coperto!
Commentatori RAI che non guardano: gli italiani spariscono dal gruppo dei primi nel loro totale disinteresse. L’israeliano Maru Teferi cade al rifornimento e non se ne accorgono. Recupera e negli ultimi metri sorpassa per l’argento Gebresilase e non se ne accorgono fino a quando supera la linea del traguardo. Viva la RAI.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Cartoline dalla Budapest delle staffette - quarta puntata
Puntata numero quattro delle nostre "elucubrazioni" o “deliri”, fate voi. Grazie a tutti coloro che ci stanno scrivendo, commentando su Facebook o in calce al testo. Grazie a chi ci scrive o manda immagini dagli spalti a Budapest.
Brava Epis, ma… : felicitazioni sincere a Giovanna Epis che ha corso con il cuore e anche con la testa, ma con tutto il dovuto rispetto, se il movimento femminile di maratona festeggia un dodicesimo posto c’è poco da stare allegri. Vediamo domani con i maschi.
Pagellone per “discipline”: non è una promessa, bensì una vera minaccia, con l’ultima puntata faremo un bilancio per gruppi (velocità, mezzofondo, …) del mondiale magiaro. Siete tutti avvisati…
Che cuore gli ottocentisti: Barontini e Tecuceanu fanno il PB e sono anche sfortunati di non finire nella terza semifinale, altrimenti avremmo avuto, meritatamente, un finalista.
Stecchi non stecca in una super finale dell’asta: vabbè… non abbiamo resistito al gioco di parole. Perdonateci.
Battocletti crolla nell’indifferenza RAI: sui 5000 Nadia sembra in controllo, è nei primi posti, poi purtroppo va in crisi. Peccato che il telecronista principe continui a parlare (ed ascoltarsi) senza accorgersi di nulla. Strappacuore l’intervista della Battocletti con la Caporale. Si sentiva bene, era pronta al cambio di ritmo, avendo la mamma araba capiva cosa si dicevano le big al comando. Che peccato: forza Nadia!
Super staffette: quattro finali su quattro, un argento, un quarto posto, le staffette cambiano il giudizio sul settore velocità del mio pagellone finale.
La coperta di Linus per Filippo: date un testimone a Tortu anche nelle prove individuali.
Nemmeno i master fanno simili disastri: gli USA non sbagliano i cambi nelle due 4x100 e questo fa già notizia, ma riescono a fare la frittata nella 4x400, andando fuori zona. Già a sbagliare in questa gara bisogna impegnarsi, ma poi farlo in un’innocua batteria, all’ultimo cambio, quando sei in comoda posizione per qualificarti. Nemmeno i master più anziani ai campionati regionali…
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Ghiaccioli e pistole ad acqua al Parkrun milanese
Le ferie non fermano, ma nemmeno rallentano il Parkrun di Milano che durante tutto il mese di agosto registra ogni sabato un numero di presenze a tre cifre. Regola rispettata anche oggi 26 agosto con 136 finisher. Ad accoglierci non c’è il leader spirituale, il “Capitano Scatenato” Marco Airaghi e nemmeno il Race Director per definizione, ovvero Max Fava, in missione a Budapest. Probabilmente per spiegare agli organizzatori come si gestiscono le gare... Poco male, perché Massimiliano Sangalli e gli altri volontari non fanno sentire la loro mancanza.
Solita folta delegazione anglosassone. Al tradizionale briefing in lingua inglese cerco d’indirizzarli in direzione opposta rispetto al tracciato di gara, per guadagnare posizioni in classifica, purtroppo senza successo.
Si parte puntuali alle 9. Fa caldo, ma non caldissimo, ormai “solo” 28 gradi sono un lusso anche se in generale le prestazioni cronometriche ne risentono. Al passaggio al primo dei due tradizionali giri da 2,5 km, oltre alle foto ed all'immancabile incoraggiamento, a sorpresa veniamo “colpiti” da una pistola ad acqua che ci rinfresca e soprattutto ci rincuora.
A vincere è una vecchia conoscenza, uno di quelli che non mollano mai, Francesco Barletta che in 18’43” regola la coppia figlio e padre, Giacomo e Franco Talamazzini, tutti e tre dell’Euroatletica 2000. A seguire un tris inglese composto da Andy Parker (Nuneaton Harriers AC), Sam Chapman e Matthew Burton (South Shields Harriers and AC), settimo Antonio Leonardi della SAO Cornaredo. Prima donna Charlotte Bates (Maidstone Harriers) in 21’05” che precede di soli due secondi una habitué come Neve Wu. Terza Giampiera Farre dei Road Runners.
Una gradita sorpresa all’arrivo, dove oltre al classico rinfresco viene gentilmente distribuito un ghiacciolo a tutti i finisher: ottima idea di Rita Della Toffola. Fa notizia Ettore Comparelli, oggi in completo stile Jamaica che termina con uno sprint che non gli vedevamo fare da anni e poi si candida pubblicamente come ultimo frazionista della 4x100 caraibica.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net