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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

Il Marocco domina la 6^ edizione della Oman Desert Marathon, un’impegnativa gara corsa dal 18 al 23 novembre, sulla distanza di 165 chilometri; 6 tappe di 21, 25, 29, 28, 42 e 20 chilometri, in questa sequenza. La tappa della maratona, corsa in notturna, prevedeva complessivamente 1500 metri di dislivello.

El Murabity, 4 volte vincitore della Maratahon des Sables, ha chiuso col tempo 14h23’42, seguito a poco più di tre minuti dal fratello più giovane, Mohammed (14h26:54). Terzo gradino del podio per il forte atleta locale, Sami Al Saidi (14h28:49).

Prova femminile dominata da un’altra atleta del Marocco, Aziza Alraji; 23h33:31 il suo tempo finale. La francese Kathleen Leguin è seconda ad oltre tre ore (26h35:28), terza la britannica Karen Day (28h55:48).

Primi italiani al traguardo Filippo Rossi, col tempo di 21h31:53 (12° assoluto) e Daniela Carpani, 33h07:04 (8^ assoluta). In totale sono 16 i partecipanti dall’Italia che hanno completato la gara.

La Oman Desert Marathon è una gara che richiede notevole impegno e adeguata preparazione fisica; si svolge interamente nei deserti dell’Oman, da correre in quasi totale autosufficienza, solo l’acqua viene fornita ai checkpoints lungo il percorso. 107 i partenti, 90 quelli che hanno regolarmente terminato tutte e sei le tappe.

Prossima edizione: 22 – 30 novembre 2019

http://www.marathonoman.com/

In data 17 novembre avevamo pubblicato un articolo relativamente ad una serie di sentenze della giustizia federale (leggi qui); tra queste quella relativa alla Napoli City Half Marathon. Questo lo specifico passaggio “ …alla Napoli City Half Marathon, 373 erano gli atleti sprovvisti di tesseramento Fidal (o Runcard), invece regolarmente inseriti in classifica…”. 

Riceviamo oggi una comunicazione dall’Ufficio Gara di questa manifestazione, di cui prendiamo volentieri atto e diamo notizia, dove si informa che la Corte di appello federale, in data 19 novembre, ha annullato la sanzione, in quanto l’infrazione non è stata commessa.

Sotto trovate il testo che ci è stato trasmesso. 

Quindi, successivamente al ricorso e rivalutati i fatti, la giustizia federale ha preso atto che gli irregolari passano da 373 a 22. Beh, viene da dire che di certo non si sono sbagliati di poco. Inoltre, in realtà 10 di questi sono atleti appartenenti a federazioni straniere, quindi titolati a partecipare, secondo le normative italiane. Poi, sempre leggendo la nuova sentenza, ci si perde un po’ coi numeri: se da una parte riferisce di 22 irregolari, da un’altra indica in 25 gli atleti con posizioni anomale che, sempre secondo il loro calcolo, si riducono a 12, sempre vanno dedotte le partecipazioni straniere. Ma 25 meno 10 fa 15, non 12…. Forse ci sfugge qualcosa. 

Comunque la sostanza, che poi è quella che conta, è che la sanzione è stata annullata, anche perché un numero così esiguo di atleti anomali (12 o 15 che siano), sul totale di oltre 5.000, non costituisce dolo o colpa, al limite una semplice svista.

SCARICA LA SENTENZA QUI

 

C’è un ragazzo che amava ed ama l’atletica e che ad un certo punto della sua vita l’ha coniugata con la sua professione. Matteo Vecchia è stato un buon atleta e anche oggi si difende niente male, ma il suo vero obiettivo, che probabilmente ha scoperto strada facendo, era quello di volerla vivere sia da atleta che da professionista del settore. Parliamone insieme.

Ciao Matteo, cominciamo da quella che può essere la curiosità, quantomeno per chi non ti conosce, perché Don Kenya?

Un nome affibbiato dai miei compagni di allenamento, quando avevo 18 anni; chissà, forse per il mio fisico e il mio modo di correre, per la mia ammirazione nei confronti degli atleti keniani, a cui spesso mi riferivo e di cui tante volte parlavo.

Ecco quindi svelato l’origine del nome del tuo negozio.

Già, automatico, direi quasi inevitabile.

Un passo indietro, da dove inizia la storia in atletica? Quali specialità preferivi?

Come spesso accade, si inizia per gioco: papà Maurizio mi porta a correre la Stramilanina e, molto semplicemente, scopro che mi piace correre e non mi riesce neanche male. Papà è stato il mio primo avversario, che ho lasciato vigliaccamente indietro. Oppure mi avrà lasciato vincere? Chissà. Da qui in avanti tanta atletica in pista, preferendo i 3000 e i 5000, sono arrivato rispettivamente a 9:09 e 15:56.

Torniamo al negozio, aperto quand’eri giovanissimo, anche se ora hai solo 28 anni. Come sono andate le cose?

Si, in effetti avevo solo vent’anni, ma è stato un passaggio quasi inevitabile, un modo per vivere appieno la mia passione. Mi trovo a mio agio e mi pare proprio che la gente si trovi bene con me. Da atleta credo di conoscere bene le esigenze di chi è forte, o vuole diventarlo, ma pongo particolare attenzione anche a chi corre per stare bene ed ha bisogno di un diverso supporto. Poi la corsa prende, eccome se prende…! e il runner in qualche modo cresce con me, io divento testimone e partecipe del suo percorso, qualunque esso sia.

Certo che hai scelto una piazza difficile: Milano possiede già diversi negozi specializzati e diverse catene di distribuzione, anche ben focalizzate nel running. Come hai fatto a trovare spazio?

Sono partito con una buona base, conoscevo tante persone, diversi atleti che seguivo nelle gare; il passaparola è scattato facilmente; poi credo di aver scelto una zona “furba”, dove mancava il riferimento di un negozio specializzato nel running. E poi…tanto lavoro, tanta applicazione.

Momenti più belli, momenti più brutti...

Il furto subito 5 anni fa, un ricordo bruttissimo: arrivare all’apertura del negozio e trovarlo completamente svuotato, un’immagine che mi porto ancora dietro. Volevo mollare tutto, ma poi è prevalsa la voglia di ripartire, anche grazie alle manifestazioni di affetto di tanta gente. Il momento più bello, invece, lo scorso 10 novembre, giorno che coincideva con l’ottavo compleanno di questa avventura: incredibile! Saranno venute 500 persone a trovarmi, una giornata bellissima.

Ed ora avanti con un salto di qualità, una scelta importante. Le principali ragioni?

Si, la vendita online, una scelta meditata a lungo ed ora il progetto, pienamente condiviso con i miei due soci, è diventato realtà. Risponde a varie esigenze, tra queste adeguarsi al nostro settore e soddisfare chi è più lontano e non deve essere costretto a venire ogni volta in negozio.

Solo vendita online? Quali marchi?

No, questo è solo un punto di partenza, gli obiettivi sono ben più ambiziosi. Intanto abbiamo predisposto un configuratore (un po’ come avviene nel settore automobilistico) per individuare la scarpa giusta in funzione dei classici parametri di scelta (peso, marchio preferito, etc.); abbiamo lavorato molto su questa idea ed i tanti test effettuati dimostrano la validità del sistema. Inizialmente Brooks e Nike sono i marchi più presenti, ma ovviamente puntiamo ad offrire tutta la gamma di prodotti disponibili.

Altre particolarità? Progetti futuri?

L’Elite Team che già esiste, un gruppo di atleti (ed amici) di buon livello. Così come il Friends Team, sono atleti di alto livello che metteranno a disposizione le esperienze e conoscenze nell’atletica elite, tra questi Mattia Moretti, Yemaneberhan Crippa, Giordano Benedetti. I progetti futuri sono tanti, vogliamo fortemente che sia un sito di servizio a chi corre, qualunque sia il livello e l’obiettivo. Invece, come progetto vicino, anzi, vicinissimo, invito tutti ad approfittare dei nostri Black Days, da oggi, 20 novembre a domenica 25 novembre.

https://www.donkenyarun.com/

18 novembre - Il campionato italiano sui 50 chilometri torna a Salsomaggiore e festeggia la vittoria di Pasquale Rutigliano (Olimpiaeur Camp), primo assoluto col tempo di 3:14:23; secondo è l’attuale campione sulla doppia distanza, Matteo Lucchese (Avis Castel S.Pietro), che chiude non troppo lontano col tempo di 3:16: 14. Completa il podio Marco Menegardi (Bergamo Stars Atletica), tempo di 3:27:01.

Prima e campionessa tra le donne Federica Moroni (Golden Club Rimini), tempo di 3:38:57 (ottava assoluta). Seconda piazza per Eleonora Chiara Turrini (Atl. Montanari & Gruzza-3:59:04) e terza Monica Testa (Atl.Casone Noceto-4:12:18).

Complessivamente sono stati 278 i classificati sulla 50 chilometri, 133 sulla distanza più breve di 23 km.

Ecco l’elenco completo dei campioni italiani master sulla distanza di 50 chilometri, anno 2018


Uomini
SM35: Matteo Lucchese (Atl. Avis Castel San Pietro) 3:16:14
SM40: Pasquale Rutigliano (Olimpiaeur Camp) 3:14:23
SM45: Davide Ansaldo (Gruppo Città di Genova) 3:34:07
SM50: Giampaolo Vanoncini (Fò di Pe) 3:58:51
SM55: Paolo Maino (Gardasportevents) 3:49:59
SM60: Massimo Cugnasco (Cambiaso Risso Running Team Genova) 4:19:07
SM65: Carluccio Bordoni (2002 Marathon Club) 4:18:25
SM70: Giovanni Grassini (Runner Varese) 5:05:53
SM75: Adriano Leidi (Atl. Eni) 5h08:06

Donne
SF35: Monica Testa (Atl.Casone Noceto) 4:12:18
SF40: Sonia Ceretto (Maratoneti del Tigullio) 4:16:58
SF45: Federica Moroni (Golden Club Rimini) 3:38:57
SF50: Maria Luisa Meniconi (Atl.Winner Foligno) 4:28:35
SF55: Annamaria Masetti (Atl. Banca di Pesaro Centrostorico) 4:47:44
SF60: Maria Rita Zanaboni (Amici dello Sport Briosco) 6:35:14

 

 

Domenica, 18 Novembre 2018 19:11

Miglior prestazione mondiale sui 15 chilometri

E’ Joshua Cheptegei, con il grande tempo di 41:05 (media 2'44/km) a realizzare a Nijmegen, Olanda, l’impresa di migliorare il precedente record sulla distanza, che durava ormai dal 2010 (Patrick Komon, 41:10). Cheptegei, ugandese, 22enne, ha già dei tempi considerevoli sui 5000 metri, 13:24, e 10.000 metri, 26:49. Gara decisa dopo pochi chilometri, con l’ugandese che saluta la compagnia, sia pure di ottimo livello. Secondo con notevole distacco (42:34) è l’eritreo Abrar Osman (pb 13:04 sui 5000 metri); terzo il campione del mondo sui 5000 metri, Muktar Edris (Etiopia, 42:55).

L’italiano Yassine Rachik, bronzo alla maratona europea di Berlino, chiude al 12° posto, col tempo di 45:06.

Ugandese anche la vincitrice, Stella Chesang (47:19), davanti a Evaline Chirchir (Kenya-47:35) e Susan Krumins (Olanda-47:41), che nell’occasione polverizza il suo precedente personale sulla distanza (49:30)

Da notare che dal 2018 per questa distanza non viene più riconosciuto il record del mondo, perciò si parla di "miglior prestazione".

Capita frequentemente di venire a conoscenza di irregolarità, magari anche di viverle in prima persona. Dai tagliatori ai podisti con pettorale fotocopiato o dell’anno precedente, fino a gare palesemente irregolari per i più svariati motivi.

Spesso viene da chiedersi se poi succede qualcosa, oppure se i furbi, siano essi podisti oppure organizzatori, riescano sempre a farla franca. Beh, qualche volta la giustizia arriva.

Siamo andati a leggere le ultime sentenze ed appurare che talvolta qualcosa davvero succede, magari non sempre e con tempi che appaiono biblici. Ecco un elenco di soggetti di vario genere che sono stati sanzionati, con diverse modalità; abbiamo preso un paio di casi per tipo di “reato”, a titolo esemplificativo. Non ce ne vogliamo quelli che sono stati menzionati, e…nemmeno quelli che non lo sono, sia pure appartenendo alla medesima categoria.

La gara “XI Lago Maggiore Half Marathon” del 15 aprile 2018, sanzionato il responsabile con 20 giorni di inibizione e 366 euro di multa alla ASD perché, contrariamente a quanto previsto dal regolamento che vieta la contemporaneità di gare competitive e non competitive sulla medesima distanza, ha accolto entrambe le tipologie di podisti partecipanti, quindi sia i tesserati, sia quelli che magari una visita medica non sanno neanche cosa sia. In merito a questa tipologia di irregolarità verrebbe subito da fare l’obiezione che trattasi di cosa piuttosto comune. E poi ancora: è facile soddisfare (aggirare?) la regola, basta un tappeto di rilevamento al km 21 per i non competitivi, non chiamarla maratonina ed…è fatta, vedi Milano 21. Ma non è l’unica.

Tra l’altro, la stessa ASD del Lago Maggiore, ha recentemente organizzato una manifestazione dove tutte, ma proprie tutte, le distanze erano “doppiate “, perfino una maratona non competitiva.

Ecco la sentenza.

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen47TF_Ottone%2B1_procn32PF.pdf

Ecomarathon Eco Trail, Muggia (anno 2017), viene punito il responsabile con 45 giorni di inibizione e la ASD con 1.000 euro di multa per aver consentito la partecipazione di atleti non tesserati; circostanza aggravante il fatto che tali atleti siano stati anche premiati, di fatto togliendo il premio ad atleti regolarmente tesserati.

http://www.fidal.it/upload/Decisionen43_TF_FERLORA%2B1_Procn34_PFn45TF.pdf

Qui sotto la problematica è la medesima di cui sopra, con numeri decisamente consistenti.

Alla XVIII Agropoli Half Marathon (anno 2017), sono stati ben 205 atleti su un totale di 609, a non risultare in regola col tesseramento. Idem alla Napoli City Half Marathon, 373 erano gli atleti sprovvisti di tesseramento Fidal (o Runcard), invece regolarmente inseriti in classifica.

Attenzione, la sanzione relativa a Napoli City Half Marathon è stata revocata:

http://www.podisti.net/index.php/in-evidenza/item/2881-sentenza-napoli-city-half-marathon-la-giustizia-federale-cambia-decisione.html

Questi sono due casi per rendere l’idea, ma in realtà è lungo l’elenco delle manifestazioni che hanno consentito la partecipazione irregolare di diversi atleti. Ovviamente, in questo e in tutti gli altri casi citati, ci si riferisce sempre al regolamento Fidal. Del resto pare ovvio che, se la gara è Fidal, si deve (dovrebbe) corrispondere ai regolamenti della federazione.

http://www.fidal.it/upload/40%20decisione02663820181002082843.pdf

http://www.fidal.it/upload/30%20decisione%20capalbo02315120180926081350.pdf

Insulti a giudici, una “malpractice” più diffusa di quanto non si creda, certo non siamo a livello di quanto accade nel calcio, però in questi casi non si è certo scherzato: aggressioni verbali e anche fisiche a vari componenti della giuria in occasione di una gara di marcia (C.D.S.)

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen46TF_Marroccella%2B2_ASDEnterprise%2B2_proc.n31PF.pdf

http://www.fidal.it/upload/files/decisionen29_2018TF_Cerutti%2B1.pdf

Naturalmente non poteva mancare Facebook, piattaforma che spesso scatena gli istinti peggiori, a prescindere dai torti che si subiscono e dalle ragioni che si posseggono.

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen20_2018TFDellAquila%2B1.pdf

http://www.fidal.it/upload/41%20decisione02663720181002082813.pdf

http://www.fidal.it/upload/files/decisionen21_2018TF_procn06_2018PF.pdf

Scambi di pettorale e tagliatori, una pratica sempre (troppo) diffusa

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen30TF_2018Procn20_2018PF_SALVALAIOeCHINELLATO%2B2.pdf

http://www.fidal.it/upload/files/decisionen2_2018TFMarchiori%2B1.pdf

http://www.fidal.it/upload/decisionen18_2018TF%20De%20Pasquale%20Vocale.pdf

Questo è uno spaccato, sia pure molto ridotto, del nostro mondo. E’ comunque confortante sapere che le regole non rispettate ogni tanto trovano riscontro da parte della giustizia federale; certo che a ben guardare, mediamente, si tratta di rischiare qualche centinaio di euro e qualche settimana di inibizione. Insomma, può valere la pena sgarrare.

Tutto bene, forse, però…..

Uscendo per un momento dall’ambito “punitivo”, piacerebbe anche sapere cosa pensa la federazione di molte gare che l’hanno salutata (spesso anche con buone ragioni), ma continuano ad organizzare gare agonistiche a tutti gli effetti, sotto l’egida degli EPS, enti di promozione sportiva che, per statuto, dovrebbero soprattutto promuovere lo sport.  E oltretutto si tratta di enti che ricevono sostanziosi contributi dal Coni. Alla fine sono soldi che non entrano nelle casse federali, non so fino a che punto compensati dall’imbarcata di RunCard, spesso low cost per indurre all'iscrizione gli ex liberi o i tanti social runners, sempre più numerosi.

D’altra parte molti organizzatori, in particolare di gare medio-piccole, sono stati costretti a fare la scelta degli EPS; ad esempio, c’erano una volta le mezze maratone regionali, che raccoglievano 4-5-600 partecipanti ed avevano una tassa gara di 400 euro. Ora la stessa manifestazione si chiama bronze, è obbligatoriamente di tipologia nazionale e costa 1200 euro. Fate un po’ voi i conti.

Il risultato delle scelte della Fidal è che ad oggi il 70% delle mezze maratone sinora corse nel 2018 ha perso partecipanti; alcune hanno alzato bandiera bianca, altre (direi più saggiamente) hanno cambiato tipologia e distanza. Altre ancora stringono i denti, provando ad andare avanti, ma è difficile, molto difficile. Che ci fosse la necessità di mettere ordine nel calendario gare non vi è alcun dubbio, sulle modalità ci sarebbe da discutere; certamente ci vorrebbe anche maggiore attenzione da parte dei comitati regionali, che approvano sistematicamente ogni richiesta di inserimento di gare, anche nuove, in un contesto già super affollato

Si sapeva, eccome si sapeva, però quella maglia e quella medaglia ha dovuto aspettarle tanto…

Daniela De Stefano è formalmente la campionessa italiana sulla distanza di 100 chilometri, la manifestazione è quella di Seregno, datata 15 aprile 2018. Il risultato sul campo aveva visto la vittoria di Cristina Pitonzo, poi risultata positiva al controllo antidoping, come aveva riportato il collega Roberto Annoscia:

Cristina Pitonzo-squalificata-per-4-anni-perde-il-titolo-italiano-della-100km

Quel giorno Daniela corse 100 chilometri in 8:48:43, piazzandosi terza assoluta e seconda nella classifica del campionato italiano. Adesso, una comunicazione della Fidal le “riconosce” il titolo a tutti gli effetti.

Tesserata per la ASD Castrovillari, 39 anni, ricercatrice scientifica nella vita, ultramaratoneta nell’atletica, Daniela ha cominciato tardi a correre forte e a lungo, ma pare proprio che stia recuperando il tempo perduto.

Ora è ufficialmente campionessa italiana, certo non è la stessa cosa finire una gara ed essere gratificati col titolo sul campo; chissà se ci sarà un minimo di cerimonia di consegna o se addirittura maglia e medaglia le verranno recapitate con un pacco postale, a domicilio.

Comunque sia, Daniela sapeva e sa di essere forte, e di poter ancora migliorare.

Sono quindicimila le presenze complessive registrate nel week end 10 e 11 novembre, mentre maratona e mezza hanno fatto rispettivamente registrare 1591 e 1956 classificati, dati in decisa crescita rispetto al 2017, anche grazie all’opportunità del campionato italiano di maratona. Di certo questa è una manifestazione capace di entrare nelle scelte di molti podisti. 

Record della gara sulla maratona, sia al maschile che al femminile; il keniano Wilfred Kipkosgei Murgor vince e fissa il nuovo primato in 2:12:36. Secondo posto per il connazionale Silah Kipkemboi Limo (2:13:05) e terzo per l’etiope Sefe Wendemu (2:.15:14). 

Gara femminile dominata dall’etiope Aberu Ayana Mulisa, che porta il nuovo record della gara a 2:36:32. Secondo posto per la croata Nikolina Stepan, 2:48:07 e terza posizione per la lituana Ruta Simkunaite, tempo 2:58:38. 

Nell’occasione, la 20esima edizione della Maratona di Ravenna ha assegnato anche i titoli italiani assoluti di specialità; ad onore del vero giusto evidenziare che i livelli, sia partecipativi che qualitativi, sono stati piuttosto bassi, ma certo che di questo chi organizza non ha alcuna responsabilità. Gli atleti più forti a livello nazionale sono pochi e ancora meno motivati, doverosa una riflessione all’interno della federazione. O si ha la forza, attraverso i vari corpi sportivi militari, di imporre la loro partecipazione, e quindi tutta la programmazione delle attività, oppure succede che questi atleti, sia pure regolarmente stipendiati, si organizzino per proprio conto e facciano le loro scelte in base a pura convenienza personale.

Detto questo, onore al merito per Alessio Terrasi, tesserato G.P. Alpi Apuane: un ragazzo che conosco, a mio personalissimo parere arrivato un po’ troppo presto alla maratona, ma sta certamente crescendo bene sotto la guida di Tommaso Ticali. E’ questo 28enne palermitano il nuovo campione italiano di maratona col tempo di 2:19:14, che peraltro costituisce il suo nuovo record personale. Seguono Francesco Bona (2:19:28), che ha ceduto nettamente nel finale di gara, e Luca Parisi (2:22:51).

Al femminile, con il tempo di 2:59:19, la nuova campionessa è la romagnola Eleonora Gardelli (Corri Forrest), seguita in classifica da Elisa Zannoni (3:00:07-Atletica 85 Faenza) e Linda Pojani (3:04:35-Atletica Reggio). Pensare che nel 2014 fece "scandalo" la Claudia Gelsomino quando divenne campionessa italiana col tempo di 2 ore e 51 minuti, peraltro a 45 anni. Comunque brava Eleonora, oltretutto solo 32enne, quindi con margini di miglioramento potenzialmente consistenti.

Nella mezza maratona maschile, vittoria per il keniano Gideon Kiplagat Kurgat in 1:07:31, stesso crono per il marocchino Yassin El Khalil, classificato al secondo posto. Terza posizione per il suo connazionale Rachid Benhamdane (1:07:45). Primo italiano è Alberto Della Pasqua (ASD Dinamo Sport), tempo finale di 1:10:05.

In campo femminile vittoria di Rosaria Console in 1:14:50, davanti alla ruandese Primitive Niyirora (1:18:09) e all’ungherese Tunde Szabo (1:20:47). 

 

Buon livello tecnico alla Maratonina Città di Crema, con ben tre donne sotto il record della gara (precedente Sara Bottarelli, 1:15:11). Vince la ruandese Clementine Mukandanga (Runner Team 99) con un notevole 1:11:57; bene anche la seconda classificata Lenah Jerotich (Kenya-Atletica 2005) che chiude in 1:12:47; terzo posto col tempo di 1:15:40 per Ivyne Lagat (Kenya-Ilove Athletic Terni). Prima italiana Barbara Bani, che di tanto in tanto lascia la corsa in montagna per cimentarsi con buoni risultati anche in pianura. 
Gara femminile che si decide al passaggio del km 15 (tempo di 51’), con la Mukandanga che sferra l’attacco decisivo sulla Jerotich, guadagnando un margine che via via aumenterà fino a risultare di quasi un minuto all’arrivo.

Al maschile la competizione è spettacolare e molto più incerta. La gara si infiamma subito grazie a Sammy Kipngetich che impone un ritmo forsennato, con passaggi velocissimi: 8:45 ai 3 km (2’55/km) e 14:45 ai 5 km (2’57/km). Con lui restano solo Tola Megerse, Cosmas Kigen e Hosea Kisorio. Segue una fase tattica, nel corso della quale gli atleti si studiano fino al km 9, quando Kipngetich sferra un attacco che pare decisivo. Guadagna terreno e mantiene un vantaggio sempre intorno a un centinaio di metri. Dietro si forma la coppia Tola Megerse e Kigen. Situazione cristallizzata sino al km 18, quando il suo vantaggio comincia leggermente a diminuire, ma è vicino al km 20 che la gara si infiamma: Tola Megerse stacca Kigen e corre un mille metri ben sotto i 3 minuti, nonostante un tratto tortuoso, raggiunge Kipngetich in vistoso rallentamento e lo supera a 800 metri dall’arrivo. Vince così in 1:04:30 l’etiope Dereje Tola Megerse, secondo Sammy Kipngetich (Kenya-Atletica Saluzzo) e terzo il keniano Cosmas Kigen, col tempo di 1:04:45. Una gara davvero avvincente.
Primo italiano, e quinto assoluto, è Francesco Carrera (Atl. Casone Noceto), che nell’occasione realizza il suo personal best fissando il nuovo primato in 1:06:04. Tra gli italiani bene anche Giovanni Gualdi, che alla soglia dei 40 anni chiude in 1:08:09 (settimo posto) con una gran volata finale.

Come spesso accade in questa gara, buoni anche i crono fatti in campo amatoriale: tra i tanti segnalo Giorgio Campana Binaghi (Runners Bergamo, SM50, 1:13:30), Claudia Ghirardi (Polisportiva Cral ASD, SF45, 1:26:16) e Liliana Maccoppi (Bike&Run, SF50, 1:33:31). Tempi che ovviamente sono valsi il primo posto nelle rispettive categorie.

Complessivamente sono 875 i classificati, in una giornata favorevole dal punto di vista climatico, 11 gradi alla partenza e 15 all’arrivo.

Come da tradizione, si è tenuta pure la 10 chilometri non competitiva, la Marian Ten, giunta alla nona edizione; un prologo alla maratonina con un serpentone divertente e colorato con oltre 700 partecipanti. Manifestazione ancora più importante dal punto di vista sociale, per la presenza di persone diversamente abili e un numero impressionante di spingitori.

Mercoledì, 07 Novembre 2018 18:50

Prima maratona di Abu Dhabi, 7 dicembre

Difficile immaginare una partecipazione in massa del mondo amatoriale a questa prima edizione della Abu Dhabi Marathon che si correrà il prossimo 7 dicembre. Lontana, costosa, viene dopo tante altre maratone, però che possa attrarre, magari in prospettiva, non c’è dubbio. Intanto per favorire l’affluenza inserite anche le distanze di 10, 5 e 2,5 km, tutto aiuta a fare numero, le gare italiane insegnano. Il tutto sotto la regia di RCS Sport, che ha partecipato e vinto al bando concorso indetto per l’organizzazione della gara. 

Sono ben 379.000 i dollari destinati al montepremi e questo la dice lunga sugli obiettivi degli organizzatori: la gara è importante se si fanno i tempi, i tempi si fanno se si mettono premi significativi, in questo modo arrivano gli atleti più forti. Un’equazione praticamente matematica. 

Ecco quindi arrivare gli atleti elite, anzi, super elite: Abraham Kiptum, il keniano che ha appena realizzato il record del mondo sulla mezza maratona (Valencia, 28 ottobre) ma ha anche un personal best di 2:05:02. Anche meglio, sulla stessa distanza, il connazionale Stanley Biwott (in foto), vincitore nel 2016 della maratona di Londra col notevole tempo di 2:03:51.

Forse meno prestigiosa, ma altrettanto rappresentativa, la presenza al femminile: Gelete Burka (Etiopia), nel 2018 ha portati i suoi personali sulla mezza a 1:06:11, vincendo la mezza maratona di Valencia, e 2:20:45 alla maratona di Dubai. Le farà compagnia l’atleta del Bahrain Eunice Chumba Chebichii, anche lei con personal best sulla mezza di 1:06:10 e 2:24:27 in maratona. 

Facile immaginare che non saranno solo questi gli atleti più forti, del resto manca ancora un mese alla gara, e non è consuetudine rendere noti i nomi definitivi con così largo anticipo.

Per curiosità, il costo del pettorale ad oggi è di 83 euro (350 AED di valuta locale).

p.s. nella foto con Stanley Kipleting Biwott, alla partenza di un allenamento di circa 30 km, in progressione di ritmo. Contrariamente a quanto si crede gli atleti africani percorrono un notevole numero di chilometri di corsa lenta, anche molto lenta ( tipo 5’/km, per loro è andare piano), questo contribuisce a creare nel fisico tutti gli adattamenti necessari a sopportare i successivi carichi di lavoro. Così non fosse ….non sarei riuscito a fare qualche chilometro con loro. Comunque alla fine sono stati 32 chilometri (per loro), in un contesto bellissimo, le piantagioni di the sulle Nandi Hills. Pochissimi i tratti in piano, inesistente l’asfalto. Media finale 3’18/km, che a 1998 metri sul livello del mare è tanta roba..

 

 

 

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