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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

12 gennaio - E’ sempre bello correre il cross del Vallone, ormai da molti anni inserito nel circuito Monga; certo per i milanesi non è vicinissimo, ma da assiduo partecipante posso dire che vale proprio la pena di arrivare fin qui a Cittiglio, più precisamente nella frazione San Biagio. Percorso decisamente vallonato, proprio per la sua denominazione; non c’è un metro di piano, è un continuo salire e scendere anche se sempre con pendenze minime, tranne in una situazione, al passaggio dallo “zeppello” (così definito dal bravo speaker, Davide Passeri), uno strappetto di pochi metri, ma se ci arrivi cotto rischi di piantarti. La giornata di sole, unitamente all’assenza di pioggia o neve da lungo tempo, ci ha permesso di correre su un fondo perfetto; le chiodate oggi si potevano lasciare nella borsa, poi chi è abituato si sarà sentito più sicuro nell’utilizzarle comunque.

La gara maschile di cross lungo (3 giri, circa 6 chilometri) è stata vinta, anzi dominata col tempo di 19:46, da Badr Jaafari (Varese Atletica), promessa di categoria e di fatto, dato che già corre i 3.000 metri in 8:31 e i 10.000 in 30:41; al secondo posto un meno giovane che non molla mai, Fabio Caldiroli (Calcestruzzi Corradini), categoria SM50, il quale chiude col tempo di 21:16. Terzo posto tempo per Franco Zanotti (21:33, Gruppo Alpinistico Vertova).

Le donne correvano il cross corto (2 giri, circa 4 chilometri); prova vinta in 15:55 da Roberta Vignati (Free Zone), seguita da Elena Begnis (16:10, Atl. Arcisate) e Daniela Benaglia (16:20, Atl. Saletti).

Infine è stata la volta degli SM60 e oltre, anch’essi correvano per due giri. Un finale incerto ha portato i primi tre a chiudere molto vicini tra loro, questo l’ordine di arrivo 1) Pasquale Maresca (16:12, Gruppo Alpinistico Vertovese), 2) Pier Alberto Tassi (16:18, Atl. Lumezzane), 3) Francesco Mazzilli (16:18, Atl. Casorate).

In totale sono stati 238 i classificati, pochi rispetto ai tempi d’oro del Trofeo Monga, ma se consideriamo che questo fine settimana in Lombardia si correvano ben tre corse campestri (Trofeo Brianzolo e Cross per Tutti, oltre a questa gara), sono dati accettabili.

Bene, anzi, molto bene l’organizzazione curata dall’Atletica Verbano e la cosa ormai non sorprende più. Tende e spogliatoi posti all’interno di un edificio agricolo situato a fianco della cascina che fungeva da ritiro pettorali, ristoro e premiazioni. Solite postazioni di riscaldamento … volante, grazie alle “torce”, dei tronchi d’albero posti in po’ ovunque che bruciavano fornendo parecchio calore; apprezzabile, anche perché nel corso della mattinata il sole ha riscaldato, ma alle 08.30 del mattino la temperatura era di meno 2 gradi.

Prossima tappa del Trofeo Monga, la quarta, a Bolgare (BG), il 19 gennaio.

6 gennaio - Se questo prestigioso Cross Country ogni anno è capace di attrarre gli atleti élite più forti della specialità, altrettanto avviene per tutte le categorie amatoriali; ovviamente ci sono anche podisti di ogni livello, ma soprattutto qui vengono a correre i più forti in ambito corsa campestre, chi vuole confrontarsi con i pari categoria sa che troverà pane per i suoi denti. Insomma, un eventuale podio è tanta roba, ma anche riuscire a finire nei primi 10 di categoria non sarebbe proprio da buttare.

Il percorso si trova dentro e attorno allo stadio Angelo Alberti di San Giorgio su Legnano; secondo molti tecnici, è il più classico e più bello per una corsa campestre, ed io condivido questa valutazione. Tratti lineari dove si può spingere bene si alternano a curve secche con inversione di direzione; le “collinette” spezzano il ritmo ma possono essere la rampa di lancio per i più forti. Per correre veloci su questo percorso serve un mix di potenza ed agilità, ovviamente oltre alla necessaria preparazione fisica, perché la corsa campestre prevede degli sforzi di durata relativamente breve ma molto intensi. Il tracciato di gara è disegnato perfettamente, godibile per chi assiste e favorevole per chi corre: vedi quasi sempre i tuoi avversari, ovunque si trovino.

In questa edizione era assolutamente asciutto, tuttavia col susseguirsi delle batterie tendeva a cedere in alcuni punti (curve, salite, discese); l’utilizzo delle scarpe chiodate era raccomandabile, soprattutto per i più forti (perché più capaci di trarre il massimo beneficio dalla spinta), anche se con chiodi molto corti (7-8 mm, in pratica quelli da pista).

La dimostrazione che i master più forti si danno ogni anno l’appuntamento è nelle presenze, così come nei tempi realizzati. Estraggo alcuni nomi e prestazioni che trovo di alto livello, spulciando tra le varie categorie; non me ne vogliano quelli non evidenziati, anche se ce ne sono parecchi che hanno corso molto forte.

Non si può non partire da quel fenomeno che risponde al nome di Davide Raineri, classe 1973: tra i tanti primati che detiene prendo quello che mi appare il piu prestigioso, il record del mondo di categoria sul miglio, 4:13:96 ( Golden Gala 2019 ). Qui ha corso e, direi ovviamente, vinto in 16:47, alla media di 3’10/km. Salvatore Gambino (personale di 2:22:24 in maratona) ha vinto la categoria SM40 in 17:04 (3’13/km). Claudia Gelsomino (SF50), oltre ad aver vinto in 15:06, ha realizzato il miglior tempo assoluto tra tutte le categorie master. Infine, Bruno Bedana vince nella SM70 in 16:55, dando un minuto al secondo classificato.

Di seguito trovate i vincitori; nel guardare i tempi è da tenere presente che le distanze variano in base alla categoria di appartenenza. Questo il dettaglio: km 5,3 (1 giro medio + 2 completi) per SM 35-40-45-50; Km 4 (2 giri completi) per SM-SF 55 e oltre.

SM35 Mattia Paolo Parravicini 17:42 - SF35 Lia Tavelli 15:13

SM40 Salvatore Gambino 17:04 – SF40 Elena Begnis 15:38

SM45 Davide Raineri 16:47 – SF45 Katiuscia Nozza Bielli 15:41

SM50 Roberto Pedroncelli 18:09 - SF50 Claudia Gelsomino

SM55 Riccardo Dusci 14:17 – SF55 Elena Fustella 16:21

SM60 Maurizio Leonardi 14:27 – SF60 Francesca Barone 18:15

SM65 Michele Di Scioscio 15:40 – SF65 Anna Maria Galbani 19:51

SM70 Bruno Bedana 16:55 – SF70 Fiorella Bonnin 24:39

SM75 Aldo Borghesi 19:00 – SF75 Maria Pirastu 26:21

SM80 Fernando Rocca 19:34

SM85 Giuseppe Boschi

 

VIDEO Passaggio degli atleti

6 gennaio - Solo Africa ai vertici di questa 63^ edizione del Campaccio Cross Country: più precisamente Etiopia, che batte Kenya con due ori e un argento. Però bene gli italiani, non lontani dal podio e con interessanti prestazioni cronometriche, in particolare per Yeman Crippa, a soli 5 secondi dal bronzo, e col sesto posto di Nadia Battocletti, al suo primo anno nella categoria promesse. 

Grande partecipazione di tutti gli atleti, ricordo che si correvano anche le categorie amatoriali e quelle giovanili; ma anche tanto pubblico; in questo senso ha contribuito molto la bella giornata di sole, relativamente fredda.

La gara femminile vede le africane subito in testa, con Battocletti che fino quasi a metà percorso resta con le prime; fino a quel momento non lontane le altre italiane, in particolare Valeria Roffino. Una gara molto incerta fino agli ultimi metri e che si risolve in volata, infatti le prime due vengono accreditate con lo stesso tempo: vince l’etiope Hailu Tesfay (19:27), davanti a Margaret Kipkemboi, la vincitrice della recente Boclassic. Terzo posto per Gloriah Kite, a soli due secondi (19:29). Ottima la sesta posizione, col tempo di 19:58, di Nadia Battocletti, stesso piazzamento ottenuto alla BoClassic del 31 dicembre scorso, quando era stata la prima delle atlete europee in gara. Complessivamente bene le altre italiane, piuttosto ravvicinate tra loro: Valeria Roffino (7^, 20:32), Federica Zanne (8^, 20:43), Martina Merlo (9^,20:43), Sara Dossena (10^, 20:45) e Angela Mattevi (11^, 20:46).

La gara maschile appare incerta per diversi chilometri, con Crippa che resta sempre nel gruppo di testa, talvolta facendo lui stesso l’andatura, non lontani gli italiani Marouan Razine e Yohannes Chiappinelli. Intono al km 7 avviene il cambio di ritmo, lo impone soprattutto l’etiope Mogos Tuemay, che si sfila dalla concorrenza e vince col tempo di 29:01; secondo posto per il connazionale Lamecha Girma (29:11) e terzo per il keniano Robert Keter. Vicinissimo al podio Crippa, dopo un avvincente duello viene battuto da Keter solo negli ultimi 250 metri, ma può parzialmente consolarsi per avere a sua volta superato il turco Aras Kaya e lo svedese (naturalizzato) Robel Fsiha, rispettivamente primo e secondo agli europei di Lisbona, dove Crippa aveva conquistato la medaglia di bronzo. Anche qui bene gli altri italiani: Marouan Razine chiude al sesto posto in 29:36, Yohannes Chiappinelli (8°, 29:50), Sergiy Polikarpenko, categoria promesse (9°, 30:06), Michele Fontana (10°,30:14).

Come da tradizione il Campaccio Cross Country, gara di prestigio internazionale che si correrà il 6 gennaio, presenta un autentico parterre de roi, basti pensare che al via della gara élite maschile ci sarà l’intero podio maschile dell’ultimo campionato europeo di specialità. Il vincitore, Robel Fsiha (svedese, di origine eritrea), la medaglia d’argento Aras Kaya (Turchia) e quella di bronzo, il nostro Yeman Crippa, protagonista di un 2019 di alto livello di cui ricordiamo, tra gli altri successi, il notevole 27:10 ottenuto ai campionati mondiali di Doha. Ma nella gara maschile élite ci sarà anche una pattuglia di africani di grande livello: l’etiope Lamecha Girma, medaglia d’argento sui 3.000 metri all’ultimo mondiale; il suo connazionale Mogos Tuemay, che vanta un primato di 27:43 sui 10.000 metri; il keniano Robert Keter, col tempo di 13:22 è primatista mondiale sui 5 km (corsa su strada).

Italia ben presente: oltre al già menzionato Crippa ci sarà Yohannes Chiappinelli, argento a squadre con gli U23 agli Eurocross e bronzo a Berlino 2018 nelle siepi. Inoltre alcuni tra i più forti specialisti della corsa in montagna: Cesare Maestri, argento mondiale 2019 delle distanze classiche, Francesco Puppi, argento “lunghe distanze” in Argentina e Xavier Chevrier bronzo europeo 2019 a Zermatt. 

Sembrava fosse della partita ed invece nella gara femminile non ci sarà la turca Yasemin Can (8:33 sui 3000 metri) e vincitrice del Campaccio 2019; invece presenti Winfred Mutile Yavi (Barhain, di origine keniana), recente il suo 15:15 sui 5.000 metri. Norah Jeruto Tanui (Kenya), un personale di 30:07 sui 10 chilometri (Praga 2019). Gloriah Kite, terza alla Boclassic di alcuni giorni orsono.

Italiane presenti con Nadia Battocletti, prima europea alla BoClassic; Sara Dossena, 5^ e prima europea alla scorsa edizione, sulla via della ripresa verso Tokio 2020; al via anche Valeria Roffino, che nel mese di ottobre ha realizzato il pb alla mezza di Lodi(1:15:22 e Giulia Viola, appena rientrata alle gare dopo un importante infortunio che l’ha fermata quasi un anno.

Come di consueto le gare degli atleti elite saranno precedute dalle varie categorie amatoriali e giovanili. Ecco il programma completo:

Ore 09:15 partenza gara Master SM 35-40 + Seniores Maschili (23-34 ANNI*) + Runcard di pari età (20-44)

Ore 10:00 partenza gara Master SM 45-50 + Runcard di pari età (45-54)

Ore 10:35 partenza gara Master SF e Master SM 55 ed oltre + Runcard F e di pari età M (+55)

Ore 11.20 partenza gara Ragazze

A seguire: partenza gara Ragazzi; partenza gara Cadette; partenza gara Cadetti

partenza Esordienti F; partenza Esordienti M

Esordienti M/F, ragazzi/e cadetti/e gareggeranno per categoria e non per anno di nascita.

Ore 12:45 partenza gara Allieve

Ore 13:15 partenza gara Allievi (Memorial Sergio Meraviglia)

Ore 13:40 partenza gara Juniores, Promesse e Seniores Femminile

Ore 14:13 partenza gara Promesse e Seniores Maschile

Ore 15:10 partenza gara Juniores Maschile

31 dicembre - Mi si perdonerà l’enfasi, ma lo conosco personalmente questo ragazzo, una bella persona prima ancora che un forte atleta. Una gara pazzesca, alzi la mano chi lo aveva pronosticato, almeno sul podio e invece ci è salito, e sul gradino più alto. Una BoClassic che ha entusiasmato chi c’era ma anche chi l’ha seguita in televisione. L’ultima vittoria italiana a questa prestigiosa manifestazione risaliva a ben 31 anni fa, con Salvatore Antibo. Oggi si confidava in un podio per Yeman Crippa, sembrava l’atleta più in forma tra gli azzurri al via ed invece probabilmente ha pagato una lunga ed entusiasmante stagione agonistica.

La gara: partenza su ritmi piuttosto lenti, dopo il primo giro sono ancora quasi tutti insieme. Gli africani sollecitano l’andatura verso il km 4 e restano in sei atleti, poi cinque al 5° passaggio. Tra questi Crippa e Faniel, che spesso si mettono davanti al gruppetto. Nel sesto giro si sfila Crippa e restano in tre: Telahun Bekele, Amos Kipruto (i favoriti per la vittoria) e Eyob Faniel; il quale sembra averne al punto che spesso è lui a fare l’andatura girando ad un ritmo che poco alla volta costringe alla resa Kipruto. All’ottavo ed ultimo giro Faniel si mette saggiamente in scia all’etiope, forse vuole rifiatare, forse non vuole dare riferimenti, di certo sa che Telahun Bekele è dotato di finali molto forti. A 500 metri dall’arrivo inizia la volata: che speranze può avere un maratoneta contro un pistaiolo che corre i 5.000 metri in 12:50? Eppure succede che l’etiope provi ad allungare, ma Eyob prima lo affianca e poi fa un cambio di ritmo pazzesco; la gara finisce a 200 metri dall’arrivo, con Telahun Bekele che cede di schianto; ha deciso che era impossibile anche solo stargli attaccato.

Eyob Faniel vince in 28:21, tempo che ritocca il suo personal best sui 10 chilometri (precedente Manchester 2019, 28:24) e realizza la quinta miglior prestazione di sempre a questa manifestazione. Segue Telahun Bekele (28:28 Etiopia); terzo posto in 28:37 per il keniano Amos Kipruto. Seguono Albert Chemutai (28:50 Kenya) e Yemaneberhan Crippa (28:54).

Grande soddisfazione per Eyob, almeno altrettanto quella del suo allenatore, Ruggero Pertile. Ma un pensiero è doveroso verso chi lo ha scoperto ed accompagnato nei primi passi: Giancarlo Chittolini.

Gli altri italiani, fino al ventesimo posto: 10° Razine Marouani (29:39) – 11° Osama Zoghlami (30:01) – 13° Yohannes Chiappinelli (30:14) – 14° Said El Otmani (30:16) – 16° Ahmed El Mazoury (30:28) – 17° Yassine El Khalil (30:52) – 18° Abdoullah Bamoussa (31:39).

La gara femminile ha visto una partenza fulminea delle africane, Netsanet Gudeta (che cerca il terzo successo in questa gara) Mercy Cherono, Margaret Chelimo, Gloriah Kite, Tariku Alemitu; alla fine del primo giro hanno già 100 metri di vantaggio su tutte le altre, un ritmo impossibile da tenere sino alla fine. Dopo due giri restano in quattro e poi in tre; molto bene Nadia Battocletti, sesta e prima delle europee. Dopo una fase tattica torna a crescere l’andatura, l’ultimo giro è una lunga volata, al traguardo è prima la keniana Margaret Kipkemboi (vice campionessa del mondo a Doha sui 5.000 metri) che col tempo di 15:30 eguaglia il record della gara ( Agnes Tirop, 2017); seconda Netsanet Gudeta (15:31), terza Gloriah Kite (15:32). Prima italiana (e prima europea) Nadia Battocletti, sesto posto con una prestazione davvero buona, ha chiuso col tempo di 16:11.

Le altre italiane in gara: 10^ Martina Merlo (16:39) – 11^ Giovanna Epis (16:40) – 12^ Sara Dossena (16:41) – 13^ Giulia Viola (16:55) – 14^ Nicole Reina (16:59).

Si rinnova l’appuntamento con la BoClassic, gara prestigiosa che si correrà il 31 dicembre per le vie del centro storico di Bolzano. Atletica di alto livello ma anche opportunità per tutti di confrontarsi sul percorso di km 1,250, da ripetere un dato numero di volte in base alla categoria di appartenenza.

Gara maschile che presenta un favorito d’obbligo, l’etiope Telahun Haile Bekele, col miglior tempo di accredito grazie ad un ottimo 12:52, ottenuto al Golden Gala, Roma nel 2019. Come sempre non mancheranno atleti di prestigio, a cominciare dal keniano Amos Kipruto, terzo alla maratona di Doha.

Gli italiani non mancheranno di fare la loro parte, dato che si presentano con i più forti rappresentanti: Yemaneberhan Crippa, che a Doha sui 10.000 metri ha portato il suo personale a 27:10, ma anche Yohanes Chiappinelli, Eyob Faniel e Yassine Rachik.

La gara femminile si preannuncia ragionevolmente più equilibrata, con l’etiope Netsanet Gudeta Kebede che nel luglio 2019 ha corso i 10.000 metri in 30:40. Già vincitrice qui a Bolzano nel 2015 e 2018. Principali avversarie Margaret Chelimo Kipkemboi (Kenya), argento sui 5.000 metri ai campionati del mondo di specialità (Doha,14:27) e un’altra keniana, Mercy Cherono.

Italia anche qui molto ben rappresentata con Sara Dossena, Nadia Battocletti, Angela Mattevi, Giovanna Epis.

Il programma delle gare:

ore 12.00 partenza della gara non competitiva “Alto Adige Charity Run”
ore 13.00 partenza della gara podistica amatoriale BOclassic Ladurner (4 giri da 1,250 km)
ore 13.50 partenza della gara giovanile BOclassic Raiffeisen (1 o 2 giri da 1,250 km)
ore 14.30 partenza della gara BOclassic Handbike (4 giri da 1,250 km)
ore 15.00 partenza della BOclassic Elite femminile (4 giri da 1,250 km)
ore 15.30 partenza della BOclassic Elite maschile (8 giri da 1,250 km)

Le gare saranno seguite in diretta tv e streaming da Raisport a partire dalle 14.50,  orario di partenza delle donne, mentre alle 15.30 partirà la gara maschile (si prosegue fino alle 16,35).

Poteva bastare ed avanzare la tragedia già capitata a Latina, ed invece eccone un’altra, sia pure - sembra - non riconducibile alla gara. Ryan Paul Tonna, poliziotto maltese, 37 anni, è deceduto alcune ore dopo la partecipazione alla mezza maratona. Si trovava al ristorante in compagnia dei suoi amici, magari si stavano raccontando come erano andate le cose; secondo una prima ricostruzione ha avuto un improvviso malore. E' stato subito soccorso dai sanitari della Croce Rossa, che si trovavano in servizio proprio per la manifestazione e hanno provato in tutti i modi a rianimarlo, anche con l’utilizzo del defibrillatore: ma non c’è stato nulla da fare.

Fra le ipotesi c'è quella che sia stato fatale un boccone di cibo che lo avrebbe soffocato, dunque niente che si possa mettere in relazione alla gara. In ogni caso, per la completezza delle indagini è stata richiesta e fornita la documentazione sanitaria in possesso degli organizzatori, che risulterebbe in piena regola.

Questo il comunicato del comitato organizzatore:

Nelle ultime ore siamo rimasti in silenzio per rispetto e continuiamo a non aver voglia di parlare dell’esito della manifestazione. Siamo troppo tristi. Ryan, un nostro amico maltese, dopo aver partecipato alla mezza maratona ci ha lasciati così, mentre pranzava con i suoi compagni di viaggio. Esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla sua famiglia.

15 dicembre - In un anno difficile per le mezze maratone (oltre la metà hanno perso partecipanti), questa manifestazione riesce invece a far registrare un ottimo risultato, con 2765 atleti entro il tempo massimo da regolamento (2:30);  2827 quelli che hanno comunque conclusa la prova. Questo risultato  colloca Cittadella al nono posto, su scala nazionale, per numero di classificati. Il dato degli iscritti (3200), contro quello dei classificati rientra nella normalità (-11,5%); cito questo a riconoscere la serietà di chi organizza perché troppo spesso si riscontrano delle differenze abnormi, e poco credibili sui dati precedentemente dichiarati.

Sono numeri in leggero aumento, dato che nel 2018 furono 2656 i finisher (2625 quelli entro il tempo massimo di 2:30).

Percorso veloce, ottima organizzazione, pacco gara imbattibile, questi i commenti di chi era presente.

La notizia della giornata è la netta vittoria di Sara Dossena (Laguna Running): a dire la verità era difficile dubitarne, per l’assenza delle africane e più in generale di atlete in grado di batterla. Chiude col tempo di 1:11:36, davanti a Lorenza Beccaria (1:15:59, Atletica Saluzzo) e Caterina Mangolini (1:20:16, Atletica Estense). Sara Dossena ha realizzato il secondo miglior tempo italiano dell’anno sulla distanza; il primo,  1:10:19, è sempre il suo, ottenuto alla Stralugano. In realtà ci sarebbe anche un 1:10:28 ottenuto alla Great North Run di Newcastle, una gara che però non soddisfa né i requisiti di pendenza né quelli di distanza.

Gara maschile più combattuta, con Paolo Zanata (Atl. Casone Noceto) che ha prevalso 1:08:08; secondo posto per Paolo Gallo (1:08:23, Atl. Giò 22 Rivera), terzo per Giacomo Esposito (1:08:57, Tornado).

(M.L.) Per quanto riguarda il percorso ed i tempi realizzati qualcosa deve esser successo rispetto all’edizione del 2018; avevo manifestato alcune perplessità sulla lunghezza, in base alle prestazioni realizzate e dei riscontri dei GPS: questi normalmente regalano metri, che invece qui mancavano. Questo l’articolo di riferimento leggi qui

Le cose nel 2019 pare siano andate diversamente, qualcosa è cambiato: una prima indicazione ci viene dagli atleti che hanno partecipato anche nel 2018 e sono finiti nelle prime posizioni (Esposito, Gallo, Franceschini,): hanno peggiorato tutti le prestazioni della precedente edizione. Sarebbe interessante sapere come siano andate le cose a livello amatoriale. Naturalmente può darsi che si tratti solo di coincidenze, ma così non fosse, ovvero se sono state sistemate le situazioni che inducevano più di un dubbio, non si può che apprezzare gli organizzatori di una manifestazione oggettivamente bella e ben riuscita, e che non ha certo bisogno di 'scontare' metri per essere apprezzata.

 

Chiarisco subito che parkrun (mi dicono che si scrive così) esiste da un pezzo, solo che non ero ancora riuscito a prendere contatto con questa realtà, un’iniziativa finalizzata alla corsa nei parchi e, più in genere, nelle aree verdì cittadine. Stamattina è stata la volta buona, al Parco Nord, una grande area verde alla periferia di Milano (640 ettari), che si estende tra numerosi comuni dell’hinterland (Sesto San Giovanni, Bresso, Milano, Novate, Cinisello Balsamo, Cormano, Cusano Milanino); una vera e propria oasi per i runner, ma non solo. E’ addirittura dotato di un velodromo. L’accesso per parkrun è situato in fondo a via Suzzani.

Oggi erano 90 i partecipanti, ma spesso si raggiungono numeri più elevati, forse il freddo intenso, zero gradi alle 9, ora della partenza, può avere scoraggiato qualcuno. Sembra di essere ad un ritrovo tra un gruppo di amici, credo che la maggior parte dei partecipanti nel tempo siano diventati dei veri e propri habitué, e quindi amici. Era da un po’ che non vedevo il tapascione più famoso, Ettore Comparelli e la cosa mi ha fatto piacere. In effetti di iniziative come queste non ne manca nessuna. Foto di rito e partenza, data da Marco Airaghi, in arte il capitano scatenato.

Sono due giri uguali, con passaggio dalla partenza, per un totale di 5 chilometri. Il percorso è un misto di asfalto e facile sterrato, con qualche breve passaggio nei prati. Oggi c’era qualche piccola complicazione in più, determinata dal fondo su cui si correva, qualche tratto ghiacciato, ma c’era sempre la possibilità di evitarlo. Percorso un pochino tecnico, qualche curva ed alcune ondulazioni, a renderlo più interessante, meno noioso, certamente un po’ più impegnativo.

Ognuno correva col suo passo, alcuni proprio camminavano, ma la (relativa) sorpresa è stata quella di vedere anche gente che andava forte; i record della manifestazione dicono 15:43 (Stefano Casagrande) e 18:54 (Katia Figini), ma anche nelle categorie più “datate” si corre forte, con over 60 che girano sotto i 4’/km.

Non si paga niente per correre i parkrun, eppure all’arrivo trovi un the caldo e vari cibi solidi, talvolta portati dagli stessi partecipanti.

Interessante il sistema di rilevazione dei tempi, tanto semplice quanto funzionale: all’arrivo un codice a barre viene associato ad un token, viene letto ed il gioco è fatto.

Mi è piaciuto e ci tornerò sicuramente.

 

Parkrun organizza corse cronometrate di 5km, gratuite, settimanali, in tutto il mondo. Queste corse sono aperte a tutti, gratuite, sicure ed è facile prendervi parte. Si corre ogni sabato.

Questi eventi si svolgono in gradevoli spazi verdi ed invogliamo le persone di qualsiasi abilità a prendervi parte: da quelli che stanno muovendo i primi passi nella corsa fino agli olimpionici; dai più giovani a quelli con più esperienza. Tutti sono benvenuti.

Al momento in Italia sono 15 le sedi che ospitano i parkrun.

https://www.parkrun.it/

Iliass ha appena corso i 5.000 metri indoor in 13:35:87, in una gara a Boston; si tratta del secondo miglior tempo italiano di sempre, dopo Yeman Crippa (13:23:99, Birmingham 2017). Con questo risultato si migliora nettamente rispetto al suo precedente primato, ottenuto sempre a Boston (2019, 13:51:87).

Una gara di alto livello ha costituito la miglior motivazione per migliorarsi, si è piazzato al quarto posto dietro forti atleti, nell’ordine: Edwin Kurgat (13:24:04), Donn Cabral (13:25:56) e Charles Thiboutot (13:30:79).

Iliass ha origine marocchine ma è italiano da quando aveva 18 anni. A 14 si recava al campo sportivo SNAM di San Donato Milanese. Dista 3 chilometri da Ponte Lambro, località dove abitava, e ci andava di corsa. Da qui è iniziato il suo percorso nell’atletica, sotto la guida di Claudio Valisa, uno che di atleti se ne intende: basti pensare ad un certo Genny Di Napoli, che portò ad altissimi livelli. Iliass ha fatto intravedere qualcosa di buono già nelle categorie giovanili (3:48 sui 1500 metri, poco sopra 8 minuti nei 3.000 metri), ma il salto di qualità lo ha fatto dal 2016, negli Stati Uniti. Purtroppo non si è stati capaci di “vedere” le prospettive del ragazzo, da qui la sua scelta di recarsi negli Stati Uniti per studiare, e correre. Attualmente frequenta l'Università di Syracuse, stato di New York.

Oggi Iliass, tuttora tesserato in Italia con l’Atletica Riccardi, oltre alla grande prestazione realizzata sui 5.000 metri, è arrivato a correre i 10.000 metri in 28:25, questi due risultati lasciano immaginare molto sulle sue ulteriori prospettive di crescita.

Con questo risultato ha già ottenuto il minimo sui 5.000 metri per il campionato europeo che si svolgerà a Parigi, nell’agosto 2019. Ma ora pensiamo possa godersi un momento di meritato riposo, proprio in Italia, dove prevede di passare il periodo natalizio.

Un grande in bocca al lupo, Iliass.

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