Bazzano: l’allegria del Pignoletto, la mestizia per Roberto Otta
17 novembre - In un calendario a singhiozzo, nel quale per esempio domenica scorsa Bologna, Modena e Reggio proponevano un evento ciascuna (quelli di Modena e Reggio erano entrambi di grande richiamo, e ai tempi belli non si pestavano i piedi), mentre questa domenica le caselle rischiavano di restar vuote, bene hanno fatto i bolognesi del San Rafèl (che vuol dire San Ruffillo, non San Raffaele) a inventare una doppia competitiva all’estrema periferia della provincia sul confine con Modena, intitolandola al bianco frizzantino di questi colli che recentemente è passato anche a indicare una “contrada”, e resistendo alle paure della giornata elettorale in cui dovremmo tutti pensare solo a votare e guai a chi osa profanare il sacro giorno con la corsa (seeh, alle 12 la percentuale di votanti stava intorno all’11%).
Il successo, favorito anche dall’offerta di tre tracciati non competitivi tra i 5 e i 18 km, al prezzo davvero modico di 2.50, è stato travolgente (1500 gli iscritti secondo il comunicato) e ha messo in seria difficoltà gli organizzatori: le due competitive dovevano partire alle 9, ma alle 9,30 c’erano ancora delle lunghe file al ritiro pettorali o alle iscrizioni dei camminatori; partenza e arrivo erano nella piazza del municipio, in basso, ma lo spazio per le tende era stato ricavato in alto, oltre il castello (a 700 metri! avvisa Italo Spina quando mi vede arrivare), senza segnalazioni, nemmeno per i parcheggi che abbiamo gestito in maniera individuale fidando nella tolleranza dei vigili (la piantina annessa al sito indicava il “parcheggio della Coop”, ma senza darne le coordinate, e comunque penso sia andato esaurito presto anche quello).
Gara lunga con 329 arrivati e dominio del vignolese Lotfi Gribi in 1.01:35, con 4 minuti abbondanti su Roberto Gheduzzi (Mud & Snow Casona) e 6 sul primo bolognese, Arturo Ginosa, che a sua volta ha preceduto di mezzo minuti l’altro modenese, Zeno Vistoli. Tra le donne, la giovane rappresentante di Mud & Snow Dinaleeh Calzolari, con 1.12:53, ha avuto la meglio per meno di due minuti sulla veterana riminese Federica Moroni; terza a 6 minuti la bolognese Francesca Battacchi.
Nei 10 (e passa) km, successo su 97 partecipanti di Riccardo Pagani in 45:46 su Alex Magagnoli 46:30 e Andrea Aldrovandi 46:44; quinta assoluta Gloria Venturelli, una F 45 che vincendo sulle donne con 49:38 ha dato quasi 4 minuti alla coetanea Laura Ricci, che ha preceduto allo sprint la molto più giovane Michela Guidotti.
Percorsi gradevoli, che ricalcavano in parte quelli della defunta “Da la zresa a la barbera” di Savignano e in parte il trail dell’Abbazia di Zola, con passaggi presso cantine che non lesinavano ristori moderatamente alcoolici: il tratto campestre, generalmente tra i vigneti (involontaria imitazione del Valtellina Wine Trail), faceva affrontare a tutti un mezzo km piuttosto ripido e scivoloso in discesa, con successiva risalita all’agriturismo Corte d’Aibo (cioè albio, èlbi, l’abbeveratoio dei porci), dopo del quale i concorrenti dei 18 km (poi diventati 17) erano mandati su un percorso nel territorio di Monteveglio che riecheggiava un po’ la “Camminata dell’anno 1000”, mentre quelli dei 10 (poi divenuti 10.8, pare per l’inagibilità di un tratto) dovevano risalire il greppo fatto in discesa, e tornati alla strada asfaltata dovevano stare ben attenti a scegliere la freccia giusta a sinistra per non scendere di nuovo dove erano stati un quarto d’ora prima (lo sbandieratore era un po’ interdetto tra quelli che passavano per la prima volta e quelli reduci dal giù e su).
Da lì, il percorso era lo stesso dell’andata, fino alla piazza di partenza e arrivo (con ulteriore risalita poi al castello per recuperare le proprie cose alle tende: ma i competitivi potevano lasciare una borsa custodita in piazza).
Ricche le premiazioni, sia degli assoluti (5 uomini e 5 donne per entrambi i percorsi) sia delle 10 categorie, maschili e femminili, delle due gare; nutrito il pacco gara dei competitivi (che avevano sborsato dai 15 ai 25 euro ciascuno), mentre per i non comp, il promesso pacco di pasta all’uovo è andato presto esaurito e sostituito da 5 mandarini. Richiestissimo anche il piatto di pasta e fagioli; tanto che si è dovuto provvedere a una seconda ondata, stavolta di pastasciutta.
Presenti non solo le principali società bolognesi, ma anche parecchi podisti modenesi e reggiani, quasi tutti come cani sciolti perché le loro società non hanno ritenuto opportuno di partecipare ufficialmente (ho notato solo il Finale Emilia e la Formiginese). Non potevano mancare Lolo Tiozzo, Lucio Casali, e Anna Cavallo, i cui occhi in cima alla Corte d’Aibo aiutavano il pallido sole a illuminare il paesaggio sfumato del fondovalle.
Ma vorrei che il ricordo finale di questa giornata fosse per Roberto Otta, un caro amico bolognese del Pontelungo, che ci ha lasciati a 77 anni il 26 agosto scorso: da un anno almeno la malattia non gli aveva più permesso di essere tra noi, che però non dimenticheremo facilmente le sue qualità, non solo sportive ma soprattutto umane, la sua modestia unita a una partecipazione affettuosa che le nostre piccole imprese non meritavano. Oggi, chi gli voleva bene ha corso con lui.
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