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Roberto Annoscia

Roberto Annoscia

Domenica 4 marzo 2018 ha portato un lutto anche nel mondo dell’atletica: è morto, infatti, all'età di 89 anni, nella sua casa di Oxford, in Inghilterra, Sir Roger Bannister, il primo uomo a correre il miglio in meno di 4 minuti. Nato ad Arrow (Londra) nel marzo del 1929, Bannister – in un pomeriggio ventoso del 6 maggio 1954 – corse all’Iffly Road di Oxford in 3’59”4 la distanza tanto “cara” agli inglesi pari a metri 1609,34. Tre gli atleti in gara Chris Basher, Chris Chataway e Roger Bannister, davanti a 1.200 persone, Tira inizialmente Basher, poi provvede Chataway, per lasciare campo libero a Bannister che ai 1500 metri passa in 3’43, che non fa presagire nulla di buono: ma Roger, pettorale 41, percorre gli ultimi 109 metri in 17 secondi, con il cranio rovesciato all’indietro, per poi tuffarsi, stravolto, sul traguardo prima di svenire per lo sforzo, per essere prontamente festeggiato dal pubblico all’annuncio dello speaker. Nella carriera di Bannister, unitamente alla suddetta impresa, anche l’oro europeo sui 1500 a Berna 1954 e il bronzo a Bruxelles 1954, oltre il quarto posto alle Olimpiadi di Helsinki 1952. Oltre i trionfi in atletica, Bannister è stato un brillante neurologo, anche se dal 2011 ha dovuto convivere con il morbo di Parkinson.

E’ l’idolo di casa Mo Farah a vincere la prima edizione della Vitality Big Half, la mezza maratona di Londra, tagliando il traguardo di Cutty Sark (Greenwich) in 1h01:40 al termine di uno spettacolare sprint finale. Chiude in seconda posizione il keniano Daniel Wanjiru in 1h01:43, terzo l’altro britannico Callum Hawkins in 1h01:45; i tre hanno corso insieme per tutta la durata del percorso per poi giocarsi la vittoria allo sprint partito all’inizio dell’ultimo miglio. Il quattro volte campione olimpico e sei volte campione mondiale (sui 10000 e 5000 metri) di origine somale, in preparazione per la London Marathon del 22 aprile, al termine della gara ha dichiarato che è stato grandioso correre nella capitale inglese davanti al suo pubblico, di essere stato favorito dalla spietata concorrenza e di sentirsi in ottima forma, anche se la mezza è completamente diversa dalla maratona. Tra le donne, dominio britannico con conquista dell’intero podio: successo di Charlotte Purdue in 1h20:29 (pb) su Lily Partridge (1h21:06) e Charlotte Arter (1h21:35). Alla manifestazione, disputata in ottime condizioni climatiche, hanno partecipato oltre 11000 atleti.

2h10:45 il crono finale per Daniele Meucci che conclude la Lake Biwa Marathon, a Otsu, in Giappone, al sesto posto, stabilendo il record personale, alla decima maratona della carriera. Il 32enne ingegnere pisano dell’Esercito si migliora infatti di undici secondi rispetto al crono ottenuto alla Maratona mondiale di Londra dello scorso anno, che gli era valso – anche lì – il sesto posto. Dopo il passaggio al 5° km in 15:18, al 10° in 30:22, al 15° in 45:26, al 20° in 1h00:39, Meucci è passato alla mezza in 1h03:58; al 25°, passaggio in 1h15:40, Daniele perde il contatto dal gruppo di testa al rifornimento, avendo per la forza di rientrare presto; al 28° chilometro però si stacca dal gruppo di testa finendo all’undicesimo posto al passaggio del 30° km (in 1h31:04), avendo però la forza di reagire e cominciare la rimonta (passaggio al 35° in 1h47:20, al 40° in 2h03:40), concludendo appunto al sesto posto, in una giornata climaticamente calma e umida. La 73^ edizione della Lake Biwa Marathon è stata vinta dal debuttante keniano Macharia Ndirangu in 2h07:53 davanti al connazionale Albert Korir (2h08:17) e al neozelandese Jake Robertson (2h08:26, primato nazionale e personale). Quarto l’altro keniano Michael Githae (2h09:21), quinto l’etiope Abera Kuma (2h09:31). “Negli ultimi dieci chilometri ho un po’ sofferto – ha dichiarato Meucci al sito della Fidal - ma soprattutto quando sono rimasto da solo. Forse ho pagato un rientro sul gruppo dei primi dai quali mi ero staccato, a causa del caos che si era creato nel rifornimento del 25° km. Mi sarei probabilmente difeso meglio, se non avessi speso quelle energie, anche se ho recuperato diverse posizioni nel finale. Questa era una gara importante, ma sempre di passaggio verso Berlino (Campionati Europei ad agosto, nda). In più a gennaio ho avuto problemi a un ginocchio che mi hanno costretto a circa 20 giorni di lavoro alternativo, in un momento cruciale, togliendo quella continuità necessaria nella preparazione della maratona”.

Domenica prossima, 4 marzo, come annunciato dal sito Fidal, Daniele Meucci sarà in gara alla Lake Biwa Marathon a Otsu, in Giappone: per il 32enne ingegnere pisano dell’Esercito si tratta della decima maratona della carriera. A sette mesi dal sesto posto ai Mondiali di Londra (in 2h10:56, pb), dopo lo stage federale di preparazione ad Asmara, in Eritrea (seguito dal tecnico Massimo Magnani), Meucci torna a correre sulle sponde del lago Biwa dove nel 2015 fu secondo in 2h11:10 alle spalle del keniano Samuel Ndungu, vittorioso in 2h09:08. Partenza alle 12.30 locali, corrispondenti alle 4.30 in Italia. Notevole la concorrenza: il keniano Ezekiel Chebii (PB 2h06:07 nel 2016), l'etiope Abera Kuma (PB 2h05:56 nel 2014), lo svizzero-eritreo Tadesse Abraham (PB 2h06:40 nel 2016), il nipponico Takuya Noguchi (PB 2h08:59 nel 2017), oltre ai tanti altri giapponesi. Da segnalare, infine, che su queste strade nel 2001 Giacomo Leone, attuale presidente della Fidal Puglia, ottenne il primato italiano in 2h07:52, poi migliorato da Stefano Baldini fino all’attuale 2h07:22. Le nove maratone di Daniele Meucci 21.03.2010 Roma 2h13:49 (11°) 03.11.2013 New York 2h12:03 (13°) 17.08.2014 Zurigo 2h11:08 (1°) 01.03.2015 Otsu 2h11:10 (2°) 22.08.2015 Pechino 2h14:54 (5°) 01.11.2015 New York (rit.) 21.08.2016 Rio de Janeiro (rit.) 30.04.2017 Rimini 2h16:06 (1°) 06.08.2017 Londra 2h10:56 (6°)

Venerdì, 02 Marzo 2018 13:57

Mondiali Indoor: Dibaba oro, Trost bronzo

La 27enne etiope Genzene Dibaba vince, come da pronostico, i 3000 metri ai mondiali Indoor di Birmingham per la terza volta consecutiva: quarta medaglia iridata al coperto, se si aggiunge l’oro sui 1500 nell’edizione 2012. Primo chilometro in controllo con passaggio in 3:14.67 con in testa la tedesca Konstanze Klosterhalfen, che riuscirà a tenere la testa della corsa anche ai 2000 (6:07.62), quando la Dibaba cambia passo e va a concludere in 8:45.05 (ultimo chilometro in 2:37.43), controllando il rientro delle rivali che riescono a ridurre lo svantaggio, ma senza impensierirla più di tanto. L’olandese Sifan Hassan parte, infatti, in rimonta, recupera posizioni e riesce, allargando la traiettoria nel rettilineo di arrivo, a tener dietro la scozzese Laura Muir, che sfiora il clamoroso sorpasso. 8:45.68 il tempo della Hassan, 8:45.78 quello della Muir; quarta la keniana Hellen Obiri in 8:49.66, deludente negli ultimi due giri. Da evidenziare che l’Italia conquista la medaglia di bronzo nel salto in alto femminile grazie alla 25enne friulana Alessia Trost con la misura di 1.93 ottenuta alla seconda prova, primato stagionale, dietro la “neutrale” (russa) Mariya Lasitskene Kuchina (2,01) e alla statunitense Vashti Cunningham (1,93 ma un errore in meno di Alessia).
Martedì, 27 Febbraio 2018 19:03

Barletta (BT) - 2^ Pietro Mennea Half Marathon

Pietro Mennea continua a correre, Pietro Mennea continua a vincere: purtroppo non lo fa materialmente, dalle gare brevi e veloci siamo passati alla mezzamaratona, ma i risultati danno sempre ragione al campione olimpico e già primatista mondiale dei 200 metri.

Seconda edizione della Half Marathon a lui intestata, e si migliorano i già alti numeri raggiunti nella prima edizione: 2781 iscritti per 2532 arrivati, a fronte dei rispettivi 2704 e 2510 di un anno fa. Numeri davvero da top, numeri da primato regionale in fatto di iscritti ed arrivati in una manifestazione, su una distanza amata ma certamente non facile e che richiede allenamento nelle gambe. 

Si distingue anche quest’anno la Barletta Sportiva, mega società di oltre duecento atleti, presieduta da Enzo Cascella, una società che eccelle per attivismo organizzativo e presenzialismo in (quasi) tutte le gare del mondo, annoverando fra le sue file supermaratoneti e ultramaratoneti che girano il globo per gare; come è costante la presenza in regione. Diversi gli eventi organizzati, diverse le distanze, spicca chiaramente proprio la mezza, che rinverdisce la tradizione di Barletta con la 21,097 km sin dai tempi in cui organizzava Peppino Topputi.

Quartier generale fissato in Piazza Castello: si rinnova questa pregevole location, con la villa comunale a far da base logistica per i podisti. Nei locali attigui di una raffinata sala bar-pizzeria è predisposta la consegna di pettorali, chip e pacchi gara, con efficiente suddivisione per province pugliesi e fuori regione, con ulteriore frazionamento per la provincia di Bari (con la quale – atleticamente – si fonde la BAT), per non creare code e conseguenti attese. Distribuzione cominciata dal sabato, proprio per agevolare i partecipanti, ripetendo quanto avviato un anno fa. Invariata la quota di iscrizione pari a 15 euro, soltanto però per chi ha avuto la prontezza di iscriversi entro il 31 dicembre; 18 euro per chi l’ha fatto entro il 31 gennaio, 20 per chi lo decide nel mese di febbraio: l’anno scorso non c’erano step temporali.

Rispetto all’anno scorso manca il sole, la temperatura è notevolmente più bassa e il vento spira forte, vero handicap per il tratto sul lungomare. Per fortuna, nonostante il cielo scuro, di pioggia ne sentiremo poca, con piccoli spruzzi non appena partiti gli atleti, e più consistenti durante la cerimonia di premiazione.

Ravviva l’atmosfera la voce di Paolo Liuzzi, lo speaker della manifestazione: Paolo è nato protagonista, sin da quando molto più giovane correva soltanto, attirava per la sua capacità di parlare, raccontare... Continua a farlo oggi, ammalia la gente e piace: mi chiedo solo dove trovi sempre tanta energia positiva.

Altra energia positiva non si può non riceverla dalle tante foto di Mennea, dalla canotta celebrativa del suo trionfo a Mosca ricevuta nel pacco gara (insieme a una confezione di gnocchi e ad una bottiglia di integratore), dalle sue frasi che inneggiano allo sforzo, alla sofferenza, che portano poi ai risultati e alla gioia.

E altra energia positiva la dona la squadra delle pacer: il “delle” non è sbagliato, Mariella Di Leo gestisce una squadra di ottime atlete, che saranno capaci di ben guidare i gruppi secondo le andature scelte.

E, infine, lasciatemi citare gli atleti che concluderanno la loro gara sulla carrozzella, sulle sedie a rotelle, spinte da quei volontari definiti “spingitori” che per una volta rinunciano alla loro prestazione, al risultato, ma godono dell’energia che questi sfortunati ragazzi trasmettono, contenti di aver concluso la gara, guidati dagli “angeli custodi”.

Frattanto, abbandonati giubbotti, tutte e cappelli, gli atleti hanno indossato il completo da   gara, pochi temerari correranno con la sola canotta, la maggior parte non disdegna di indossare una maglia tecnica; numerosi anche i pantaloni lunghi rimasti sotto i pantaloncini.     

Cresce la fila ai bagni, la pulitissima struttura fissa in villa e quattro chimici (se ne aggiungiamo qualcuno in più, dati i numeri, non dispiace e si evitano scene poco eleganti); l’orario di partenza si avvicina, crescono tensioni, timori, speranze, voglia di crono, personal best, di sfide con l’amico, di sacrifici, di levatacce, di serate passate a correre, tutto per essere qui e ottenere il risultato. Definita la linea di partenza, si cerca di tenere indietro gli atleti, aiutano in questo gli Sbandieratori, schierati oltre la linea di via, che al ritmo dei tamburi fanno volare in altro le bandiere. Effetto scenografico di rilievo, gli atleti cominciano a rubare qualche metro, prontamente respinti dai giudici che li rimandano indietro, mentre i soci organizzatori predispongono un cordone umano. Gradita la presenza di Mimmo Ricatti, sempre gioviale e spigliato, che non lesina un incitamento ai partenti, triste per non poter essere della “disfida”.

Passano i minuti, gli sbandieratori si spostano, le due carrozzelle partono con un leggero  vantaggio, per garantire sicurezza agli atleti. Finalmente l’ok dal tracciato della Polizia Locale, Enzo Cascella sale sulla sua Vespa apripista, lo sparo del Giudice – con qualche minuto di ritardo - libera gli atleti.  Partenza sufficientemente veloce, sufficientemente largo il viale, la curva a sinistra porta gli atleti a defluire con un fisiologico rallentamento; il giro iniziale intorno al Castello, il passaggio di nuovo sul punto di partenza, siamo intorno al secondo chilometro, già comandano Rutigliano e Di Cecco,;i due primi posti sono oramai assegnati, ma la lotta dietro è interessantissima e appassionante.  

“E’ un’onda che va” cantava Jovanotti, qualche anno fa: in effetti si tratta di una lunga, lunghissima onda che invade le strade di Barletta e porta salute, colori, simpatia, gioia di vivere, emozioni, sensazioni e amore per questo sport.

I cittadini locali sembrano gradire, seguono con passione la corsa degli atleti che frattanto sono entrati in città e hanno proceduto ad un rapido tour centrale passando sotto la statua del buon Eraclio, trovando qualche difficoltà sull’antica pavimentazione.

“Barcollo ma non mollo”, si diceva una volta, e via sul Lungomare di Levante, il vento dovrebbe essere alle spalle, si scende ma bisogna tornare indietro e il vento è contrario; quanto mai gradita giunge la deviazione, circa al 13° km,  che porta a correre nel fossato del Castello, un tratto di sterrato non guasta. Tutti affacciati dall’alto, parenti, tifosi e speaker non fanno mancare l’incitamento, frattanto gli atleti escono e riprendono il lungomare, questa volta nel tratto di Ponente, forse il più difficile per il forte vento che aumenta di minuto in minuto.

Il giro di boa al 17°, due addetti fungono da birilli e meno male che ci sono, ad evitare che qualcuno vada lungo e fuori percorso. Si torna indietro, il rientro in città, gli ultimi metri che profumano di traguardo, sempre più desiderato, voluto, cercato.

Curva a sinistra-destra a tutta, il tappeto blu e via con l’ultimo sprint, di fronte l’ingresso del Castello, la foto, il bip del chip, i giudici ad indirizzare gli atleti negli imbuti e a rilevare il pettorale: è fatta.

In un attimo nella mente dei protagonisti cresce l’esaltazione se si è raggiunto il risultato  sperato; rimpianti e sofferenza se è andata male… Ricordo a tutti che tutti hanno vinto, tagliare il traguardo è sempre una vittoria, il risultato mancato si raggiungerà alla prossima gara.

E così gli atleti ritirano la splendida medaglia riportante il sempre caro Pietro (peccato per la data sbagliata sul retro, un giorno avanti), e si avvicinano al ricco ristoro con tanto cibo solido (opportunamente preconfezionato), acqua e the caldo, oggi particolarmente gradito.  

E’ il momento di cambiarsi, mentre proseguono gli arrivi.

Tracciato che ha attraversato l’intera Barletta, piatto, veloce ma rallentato dai tratti sui lastroni e sullo sterrato del fossato e soprattutto dal forte vento; blindato al traffico, sorvegliato da addetti, con ristori come da regolamento, andrà solo - come già scrissi l’anno scorso - soprattutto in città chiuso meglio con più nastri per evitare i tanti tagli sui marciapiedi che hanno così accorciato la distanza, quasi annullando la certificazione della distanza.

Aveva già vinto l’anno scorso e poiché “gli piace correre nella città di Pietro Mennea” come commenterà nel dopo gara, Pasquale Rutigliano, fortissimo atleta bitontino tesserato per la OlimpiaEur Camp di Roma, corre forte e s’impone in 1h12:07, lasciandosi alle spalle Alberico Di Cecco (Vini Fantini Pescara), olimpico ad Atene in maratona, secondo in 1h13:40. Terzo posto per Emanuele Coroneo (La Mandra Calimera), protagonista di una superba prestazione, in 1h14:45.

Dopo la vittoria a Margherita di Savoia della settimana prima, Francesco Marini – il cerignolano tesserato per la Tre Casali San Cesario - è quarto in 1h15:49, davanti al figlio d’arte Raffaele Nanula (Amatori Atletica Acquaviva), quinto in 1h15:54, che precede il compagno di squadra e di studi Giuseppe Bonavita, sesto in 1h16:09. In settima posizione, il sempre pacato e bravo Michele Uva (Free Runners Molfetta), che conclude in 1h16:25, davanti al capace Domenico Tucci (Libertas Atletica Lamezia), ottavo in 1h16:42, al determinato Davide D’Amico (Action Running Monteroni), nono in 1h16:44, e al valido Luciano Napoletano (GSD Amatori Caserta), decimo in 1h17:14.

Al femminile, eccellente prestazione per Ilaria Novelli (Polisporitva Molise Campobasso), sempre in testa, che s’impone con distacco in 1:26:48. Secondo posto per l’ottima Lorella Buzzelli (ASD Pietro Mennea Atletica Chieti), che chiude in 1:31:34; terzo posto al fotofinish, con la rimontante Raffaella Filannino (Atletica Disfida di Barletta), a tagliare il traguardo in 1:31:36, precedendo di un secondo la bravissima Marie France Zaccheo (Atletica Amatori Corato), quarta in 1:31:37. Sempre grintosa, la salentina Daniela Hajnal, ma tesserata per l’ASD Vini Fantini Pescara, è quinta in 1:32:47, davanti alla mai doma Libera Caputo (Running Club Torremaggiore), sesta in 1:33:02, e alla reattiva Ornella Donghia (Nadir on the road Putignano), settima in 1:33:39. La magiara di Molfetta Emoke Csilla Pummer (Free Runners Molfetta) è ottava in 1:34:53, a precedere Daniela Tropiano (Atletica Monopoli), che anche nelle vesti di pacer è tra le migliori, nona in 1:34:59, con l’abile Rosanna Sarno (Asd Irpinia Italia), decima in 1:35:53.

2532 gli arrivati con due squalificati, Daniele Donofrio (Daunia Running) e Nicola Tanzi (Barletta Sportiva): attendiamo le motivazioni…

Chiudono la graduatoria Eligio Lomuscio, Nicola Drago e Maurizio De Nuccio, tutti della Barletta Sportiva, in 3:38:04; a chiudere gli arrivi delle signore, viceversa, Lucrezia Salerno, sempre Barletta Sportiva, in 2:59:15.

E mentre ancora i suddetti ultimi (in graduatoria) atleti devono ancora arrivare, con il cielo che comincia a diventare sempre più grigio, le gocce di pioggia che cominciano a scendere e il vento che aumenta di potenza, si comincia con la cerimonia di premiazione nella suddetta Villa, in zona anfiteatro. Alla presenza dello storico primo allenatore di Mennea, Franco Mascolo, dell’assessore allo sport del Comune di Barletta, Patrizia Mele e di alcuni sponsor, si parte con il celebrare giustamente i protagonisti dei due podi, letteralmente “riempiti” di premi.

A seguire, in piena velocità causa pioggia, la chiamata dei primo otto (ribadisco: otto!) di ciascuna categoria per fascia di età: peccato che tanti non ci siano!

Ultimo atto ufficiale la premiazione delle prime cinque società per numero cumulativo di arrivati: vince con distacco la società organizzatrice, la Barletta Sportiva, con 99 finisher, ma per ospitalità rinuncia al premio. E allora, è prima la Associazione Maratoneti Andriesi con 65, davanti a, nell’ordine, Atletica Amatori Corato (48), I Podisti di Capitanata Foggia (43), Amici Strada del Tesoro Bari (43) e Free Runners Molfetta (35) -, stesso numero della Pro Canosa.

Si può a questo punto chiudere la manifestazione, gli addetti sono oramai al lavoro per riportare Barletta al suo volto quotidiano, la seconda edizione della Pietro Mennea Half Marathon è conclusa.

E concludiamo anche noi, facendo gli scontati complimenti a Cascella e soci per essere stati capaci di metter in piedi un evento così importante sin dal punto di vista numerico che organizzativo. E, aspettando di superare quota tremila scritti, diamo appuntamento fra dodici mesi sempre nella Barletta (Sportiva) di Pietro Mennea.     

“Correre sulle orme di San Francesco" è una manifestazione sportiva non competitiva a scopo benefico, un percorso di corsa e camminata non agonistiche in 4 tappe nei giorni dal 03.05.2018 al 06.05.2018. 

La finalità del progetto è adottare l’ospedale missionario di Sabou in Burkina Faso. L’indirizzo della missione: Paroisse Saint Luc de Sabou BP 40 – Burkina Faso (ouest Africa) – tel. (00226) 50445538. 

Il percorso è di circa 180 km ed è suddiviso in 4 tappe con arrivi che coincidono con le strutture disponibili presenti sul territorio, siano esse conventi dei frati francescani o altre strutture adatte ad accogliere i partecipanti. Chiunque può liberamente aderire in base alle proprie capacità, compiendo l’intero percorso o unendosi alla tappa scelta, versando la quota minima d’iscrizione o una quota superiore a quella stabilita per l’acquisto del pettorale poiché la finalità del versamento è un’offerta alla missione in Burkina Faso. Le quota d’iscrizione, tolte le spese di gestione dell’evento, sarà infatti interamente devoluta in beneficenza a tale missione. 

Le preiscrizioni all’intera spedizione (4 tappe) sono già aperte dal 1.01.2018 e si chiuderanno al raggiungimento di max 30 partecipanti. Tutti gli altri potranno iscriversi a ogni singola tappa o frazione iniziale o finale di tappa di km5. 

La quota di iscrizione è gratuita per chi correrà tutte e quattro le tappe e di € 5 per chi correrà una sola tappa o una frazione. 

Essendo una manifestazione a scopo benefico si esortano tutti i partecipanti a contribuire alla raccolta fondi per la missione in Burkina Faso attraverso una libera offerta. 

Le tappe:

1.    partenza giovedì 03/05/18 dal Santuario del Miracolo Eucaristico di Lanciano (CH), arrivo giovedì 03/05/18 presso il Convento Sant’Antonio di Pescara, di 48 km;

2.    partenza venerdì 04/05/18 dal Santuario del Volto Santo di Manoppello (PE), arrivo venerdì 04/05/18 presso il Convento San Francesco di Castelvecchio Subequo (AQ) di 50 km;

3.    partenza sabato 05/05/18 dal Convento San Francesco di Castelvecchio Subequo (AQ), arrivo sabato 05/05/18 presso il Convento San Pio X di L’Aquila di 48km;

4.               4.      partenza domenica 06/05/18 da Foligno (PG) arrivo domenica 06/05/18 presso il Sacro Convento di San Francesco d’Assisi di 20 km ((dalle ore 8 alle ore 11 – ore 12 S. Messa – a seguire preghiera sulla tomba di S. Francesco)    

Non casuale la scelta della sede di partenza, il Santuario del Miracolo Eucaristico di Lanciano, il santuario del primo miracolo eucaristico riconosciuto dalla Chiesa cattolica, e quella di arrivo, il Sacro Convento di San Francesco in Assisi, sulla tomba di San Francesco, il Santo povero, in un progetto che ha come unico fine finanziare la missione dei frati francescani conventuali in Burkina Faso, uno dei paesi più poveri del mondo. 

Oltre alla quota di iscrizione versata dagli atleti, chiunque potrà aiutare i suddetti missionari con:   

• Offerte libere presso i Conventi dei Frati Minori Conventuali, l’Info point “Correre sulle orme di San Francesco”

• Offerte tramite il bollettino postale Ccp n. 11681657 intestato a “Opere Missionarie Francescane” con causale “Correre sulle orme di San Francesco”

• Offerte tramite bonifico bancario Iban IT26K0100515499000000002533 - ccb N.002533 - BNL - Pescara Ag. n.2 - ABI 0100 - CAB 15499 intestato a “PROVINCIA D’ABRUZZO OFMCONV. - MISSIONI” con causale “Correre sulle orme di San Francesco”. 

Ai partecipanti alla spedizione completa sarà garantita assistenza medica, copertura assicurativa, trasporto bagagli, cena, doccia e pernottamento nei centri di accoglienza predisposti; sarà assicurata assistenza per i trasferimenti alle tappe successive e viaggio di ritorno a Lanciano.

Per ogni tappa saranno previste delle soste intermedie nelle località attraversate, per avere la possibilità di riempire le borracce di acqua e concedersi qualche minuto di riposo per recuperare le energie.

Durante la spedizione saranno effettuate riprese e fotografie per la diretta Facebook e la condivisione sui principali social. 

Alla spedizione completa potrà iscriversi solo chi avrà compiuto il 18° anno di età entro la data della manifestazione e sarà regolarmente in possesso di certificato medico in corso di validità rilasciato dalla Medicina dello sport o di tessera FIDAL, RUNCARD, UISP, CSEN e altri enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI. I non tesserati potranno tesserarsi UISP al costo di Euro 7 alla ASD BURKINA FASO. 

Nei mesi precedenti la spedizione saranno organizzate, in località da definire, uscite test di gruppo (gli aspiranti partecipanti a tutte e 4 le tappe dovranno obbligatoriamente effettuare almeno una delle uscite) per valutare lo stato di forma, ma soprattutto per imparare a correre con lo spirito di gruppo che sarà un aspetto fondamentale durante la spedizione da Lanciano ad Assisi. Tutti gli iscritti alle 4 tappe saranno contattati personalmente dall’organizzazione al fine di valutare il grado di forma per le lunghe distanze e per fornire eventualmente alcune linee guida riguardo agli allenamenti da effettuare e al tipo di alimentazione da adottare. 

Tutti i partecipanti delle 4 tappe dovranno essere equipaggiati con scarpe e abbigliamento running nonché con uno zainetto da running compatto, contenente:

- riserva idrica di almeno un litro di acqua;

- giacca antipioggia;

- maglia termica in caso di freddo durante i passaggi nei tratti montani;

- almeno 8 barrette energetiche al giorno o frutta secca. 

L’andatura del gruppo sarà in modalità spedizione seguendo “la legge del branco dei lupi”: il più veloce aiuterà il più lento:

- di passo sulle salite (circa 13-14’00” a km)

- di corsa lenta sulle discese (circa 6’30”- 6’45” a Km)

- di corsa molto lenta nelle pianure (circa 7’00”- 7’15” a Km). 

L’andatura del gruppo sarà regolata da 3 guide così disposte:

- una davanti a regolare il ritmo dei più lenti affinché non si stanchino;

- una al centro a controllare che il gruppo rimanga compatto;

- una dietro a chiudere il gruppo. 

Da segnalare infine il progetto scuole legato all’iniziativa: gli studenti potranno aderire percorrendo di corsa, o camminando, piccoli tratti di poche centinaia di metri, partendo direttamente dal loro Comune, con il supporto degli stessi insegnanti, o con progetti preparati in classe come la realizzazione di lavori manuali, disegni, racconti in grado di rappresentare il senso profondo della solidarietà e dell’aiuto verso il prossimo da esporre nelle scuole di appartenenza al fine di essere visionate dalle famiglie e dal personale scolastico, così da poter raccogliere (anche tramite piccoli salvadanai) le offerte libere di chiunque. Inoltre, i ragazzi potranno consegnare al gruppo dei podisti di testa piccole bustine sigillate contenenti preghiere, suppliche, intenzioni, ringraziamenti, anche anonimi. Verranno portate a spalla per tutto il percorso, e all’arrivo depositate sulla tomba di San Francesco la mattina del 6 maggio. Ai ragazzi verrà chiesta una piccola offerta libera come quota di partecipazione alla manifestazione podistica, con tutte le somme sempre da destinare alla missione in Burkina Faso. 

Per Info e iscrizioni:

ANTONIO VALENTINI Tel.329/4324207

LUCIO DI BIASE Tel.347/9358282

ANTONINO APPUGLIESE Tel.328/3381061

FRANCO SCHIAZZA Tel.347/4100924

Per le iscrizioni alle singole tappe e frazioni di esse inviare la richiesta via email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Per le iscrizioni all’intera spedizione (4 tappe) di max 30 partecipanti scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

facebook: Correre sulle orme di San Francesco 

L’evento è organizzato dall’A.s.d. Burkina Faso in collaborazione con l’Onlus Opere Missionarie Francescane, Uisp Abruzzo e Molise, A.s.d. G.P. Il Crampo, A.s.d. Manoppello Sogeda, A.s.d. Tribù Frentana, A.s.d. Vini Fantini e l’Atletica Winner Foligno. 

E come diceva San Francesco: “Incominciamo, fratelli, a servire il Signore Dio nostro, perché finora abbiamo combinato poco” e... "a correre" aggiungiamo noi.

 

 

La Fidal ha comunicato la lista dei convocati per i Campionati del Mondo Indoor in programma a Birmingham (Gran Bretagna) dall’1 al 4 marzo: il Direttore Tecnico dell'Alto Livello, Elio Locatelli ha selezionato 11 atleti (4 uomini e 7 donne), di seguito l’elenco:

UOMINI:

triplo/TJ: Fabrizio Donato (Fiamme Gialle)

60hs: Paolo Dal Molin (Fiamme Oro Padova)

60hs: Hassane Fofana (Fiamme Oro Padova)

3000m:Yassin Bouih (Fiamme Gialle)

DONNE

60m: Anna Bongiorni (Carabinieri)

60hs: Veronica Borsi (ACSI Italia Atletica)

400m/4x400: Ayomide Folorunso (Fiamme Oro Padova)

400m/4x400: Raphaela Lukudo (Esercito)

4x400: Chiara Bazzoni (Esercito)

           Marta Milani (Esercito)

           Maria Enrica Spacca (Carabinieri)

Ultim’ora: Grazie al meccanismo del target number, Alessia Trost (Fiamme Gialle) – alto e Elisa Maria Di Lazzaro (Carabinieri) – 60hs si aggiungono agli altri convocati italiani, portando la squadra azzurra a 13 unità (4 uomini e 9 donne).

La “Sciot & Vnot” (andata e ritorno), da Martina Franca a Locorotondo e rientro a Martina, non è solo una gara podistica, ma è l’esaltazione della bellezza, della ricchezza di uno degli scorci più belli d’Italia, la Valle d’Itria.

In quei quindici chilometri e passa (alcuni hanno parlato di 15,3 – altri di 15,5) c’è la possibilità di ammirare dapprima Martina Franca – grande, maestosa, ricca di arte – per passare all’immense distese verdi tra le quali spiccano quegli splendidi trulli e le case bianche, giungere a Locorotondo - panoramica e da scoprire – e ripercorrere le strade tra i vastissimi spazi verdi che qui ancora resistono - con persino animali al pascolo e ottime colture - e rientrare a Martina, dove il tour nel centro storico conduce al traguardo.

Per passare alla res podistica, un percorso tecnico, duro, allenante, da “prendere con le pinze” come si usa dire, perché se è diventato ancor più spettacolare rispetto alla precedente edizione, ha presentato una serie di difficoltà aggiuntive che si sono fatte sentire – e continueranno a farsi sentire nei prossimi giorni – nelle gambe. Salite, salite e salite, discese, discese e discese, gradini, tratti su sterrato, tratti sull’antica pavimentazione, curve e curvette nei centri storici, davvero il percorso non ha risparmiato nulla ai protagonisti.

Ma è un dolce faticare, al podista la fatica piace come piacciono i panorami, i ristori accoglienti con musica, l’ospitalità di queste gente, il panino con capocollo all’arrivo, il bocconotto, il vino, il the caldo, l’acqua, offerti a iosa, quasi a voler risarcire gli atleti della grande fatica.

Gara dura da rispettare, amare e tornare, quest’anno sono stati 1140, fra atleti Fidal, liberi e camminatori a scegliere questa manifestazione nonostante la ricca, ricchissima concorrenza contemporanea in regione.

Un plauso da subito all’associazione Martina Franca Running, al suo presidente Francesco Cervellera e a tutti i soci, per l’organizzazione, ma soprattutto per l’umanità che ci mettono, è piacevole vedere gli organizzatori – pur stressati dall’impegno in corso – sorridere, stringere la mano, abbracciare, ringraziare per esserci. 

Lasciata un po’ a fatica l’auto, il ritrovo è fissato nella lunghissima Piazza XX Settembre, con distribuzione pettorali e chip presso il Palazzo Ducale, oramai sede del locale Comune, uno volta superato la splendida Porta Santo Stefano.

In due distinti lati, con i “clienti” in attesa sulle scale del palazzo, divisi tra camminatori e competitivi, si ritirano con relativa rapidità, i pettorali e i chip, manca il pacco gara, ma per i 6 euro dell’iscrizione gli atleti si rifaranno nel dopo-gara.

Giornata dal cielo coperto, ma non troppo grigio, anche la temperatura è ragionevole, fa freddino ma si sta bene, avessi corso avrei indossato la canotta, anche se una magliettina tecnica da sotto non fa mai male.

E, parimenti, non fa mai male, la voce coinvolgente di speaker Paolo Liuzzi che in attimo con “quattro parole” attira su di sé e, conseguentemente sulla manifestazione, l’attenzione della piazza.

Partenza prevista sull’ampio Corso Italia: i bagni chimici posti intelligentemente sull’attigua piazza evitano ogni problema (bagni chimici che si aggiungono alle storiche strutture fisse in villa e sotto la scalinata), consentendo agli atleti una pre-via… tranquillo.

A proposito di via, alle ore 9.05 è stato dato il via ai camminatori, per evitare sovrapposizioni e pericoli, qualcuno corre, qualcuno marcia, altri avanzano molto lentamente.

Frattanto, mentre gli atleti più seri prolungano sino agli ultimi istanti il riscaldamento, la massa si va pian piano schierando e non disdegna il saluto, l’abbraccio con l’amico, un ballo a ritmo di musica diffusa dagli altoparlanti e chiaramente una foto da lasciare ai posteri.

Spicca Lorenza Verdura, capello, fischietto, berretto e manette da poliziotto americano sulla divisa sociale  la fanno tanto Village People, attirando l’attenzione generale.

Tra i maschi, gli occhi sono sempre e soprattutto sul favorito, Luigino Zullo, che sotto il completo nero indossa la sua pelle tatuata, ironico, sorridente e irriverente come sempre.

Attimi di attesa, il giudice Raffaele Russo è pronto a lasciar partire il colpo di start, finalmente giunge il via libera dalla Polizia locale e si può cominciare. Partenza in leggera discesa, i primi partono a mille, da subito Zullo distacca gli avversari, anche se Esposito lo tiene sotto controllo visivo. E così tra le donne, una scattante De Robertis sembra mettere dietro tutte, compresa la martinese d’azione Marisa Russo e la “storica” Emma Delfine.

Il percorso intanto, tra cambi di pendenza vari porta a Locorotondo, dove s’incontra la prima novità del tracciato, con il tratto in sterrato, con tunnel e difficoltosi gradini, prima di salire per imboccare il lungo Belvedere,  attraversare lo spettacolare ma difficoltoso centro storico, e avviarsi per il ritorno a Martina, dove però, dopo tanti saliscendi, occorre scalare la solita e tradizionale salita che non termina mai… Finalmente Martina, anche qui il centro storico, curve e curvette allungano il tratto finale, ma ecco, nello splendido scenario di Piazza Maria Immacolata, il traguardo da tagliare, il bip del chip, il giudice a rilevare il numero di pettorale e finalmente il ristoro finale per il meritato e agognato riposo finale.

“Tutto molto bello” diceva qualcuno, altamente spettacolare, da migliorare solo il traffico pedonale negli ultimi metri nel centro storico, qualche atleta si è fatto spazio con le grida, qualcuno ha dovuto rallentare, qualcuno ha rischiato di far e farsi male, tutto è finito bene, ma per le prossime edizioni bisognerà gestire meglio i cittadini locali, i turisti e i “testoni” di podisti che, terminata la propria gara, tornano indietro a prendere l’amico o l’amica, ostacolando gli altri atleti ancora in competizione.  

Avevamo lasciato Luigi Zullo in testa alla gara e così lo ritroviamo, una grande prova dell’uomo di punta del Running Team D’Angela Sport Turi che conclude vittorioso in 52:55, guadagnandosi gli applausi del pubblico e le lodi di speaker Paolo. E ci aggiungiamo anche noi, che ammiriamo chi s’impegna e merita il successo, sempre convinti che in atletica decide il giudice più imparziale che esiste, il cronometro!

Qualche difficoltà respiratoria, come confesserà l’indomani sui social, ma da combattente qual è Antonio “Tony” Esposito, non molla e va a conquistare la piazza d’onore, concludendo in 55:19. Terzo gradino del podio per Francesco Quarato (Team Pianeta Sport Massafra) che dimostra di essere finalmente quasi totalmente guarito affrontando un percorso simile, giungendo al traguardo in 55:40.

In preparazione per le lunghe, ma sempre prestante, Giuseppe Moliterni (Gravina festina lente!) è quarto in 57:00, seguito dal bravissimo Francesco Marotti (Giovani Atleti Bari), quinto 57:10. E, per la serie non si dimentica mai di come si corre, ecco Angelo Pazienza (Dynamyk Palo del Colle), il mister, classe 1968, sesto in 57:55; mentre, prima atleta di casa, tra gli onori del pubblico, ecco settimo in 58:32, l’arrivo dell’eccellente Pietro Carbotti (Martina Franca Running). Ennesima ottima gara per Pietro Torroni (Runners San Michele Salentino), ottavo in 59:01, a precedere lo scatenato Valerio Vinci (Amatori Cisternino), nono in 59:16, e il validissimo Antonio Cardone (Amatori Cisternino), decimo in 59:52.

Tra le donne, splendida prova per Roberta De Robertis (Atletica Crispiano), che sembra tornata agli antichi livelli e chiude meritamente prima in 1:09:03. Da lodare anche Marisa Russo (Marathon Massafra), che senza eccessi e senza social, è sempre sul podio e chiude seconda in 1:09:51, andando a precedere la magnifica Emma Delfine (Nadir on the road Putignano), compagna di tante maratone in tutte Italia, terza in 1:10:16.

La corsa ce l’ha nel sangue e non riesce a farne a meno: Nicoletta Ramunno (Montedoro Noci), è quarta in 1:11:47, seguita dall’abruzzese Cesira Paponetti, qui presente con una buona rappresentanza del suo team, la Plus Ultra Trasacco, quinta in 112:53. Elogi anche per Mariantonietta Amatulli (Montedoro Noci), che è sempre lì tra le prime, sesta in 1:13:00, e la reattiva Alessandra De Luca (Atletica Amatori Brindisi), che ritrovo sempre con piacere, settima in 1:13:14. Altro esempio di tenacia, Viviana Verri (GPDM Lecce), chiude in ottava posizione in 1:13:26, davanti all’abbronzatissima Cinzia Ammirato (Atletica Monopoli), che dimostra di cavarsela bene anche in altura, nona in 1:14:06, con la determinata Grazia Anastasia (Podistica Grottaglie), decima in 1:14:41.

833 gli atleti in classifica Fidal, manca però nonno Vincenzo Mirizzi (Amatori Putignano), che ha tagliato il traguardo oltre le 2:20; tra le donne chiude Francesca Gallo (Triathlon Taranto), in 2:09:11. 70 i liberi, i restanti tutti… camminatori.

Mentre gli organizzatori continuano a regalare panini con capocollo e gustosissimi bocconotti fino ad esaurimento, con celerità cominciano le premiazioni.

Si parte con la consegna della targa del Trofeo Alessandro Morricella, il calciatore-operaio morto accidentalmente al lavoro, per una colata di ghisa all’Ilva: lo vince il decimo arrivato al traguardo volante, decimo come la 10, la maglia dieci del compianto calciatore: vince Giuseppe Lacarbonara dell’Atletica Talsano.

La targa del Memorial Denis Lusi, il podista avezzanese sposato con una signora di Martina Franca, purtroppo deceduto troppo presto, va all’associazione Plus Ultra Trasacco, la società di Denis, come già anticipato venuta in forza a correre da queste parti, graditissima ospite e protagonista.

E un premio va pure all’Associazione di Cirò Marina, ai suoi ottimi atleti che son voluti essere presenti.  

Sale sul palco il colonnello Giampaolo Marin, comandante del 16° Stormo di stanza a Martina Franca: ha corso la gara, l’ha corsa in tempi da puro amatore, ma loda gli organizzatori e li invita ad estendere il tracciato fino alla distanza di mezza maratona, cosa peraltro già nei pensieri di Cervellera e company. Ritira il suo premio, mentre il crest dello Stormo lo consegna a Cosimo Girolamo, il validissimo atleta di Alberobello che corre sulle stampelle, e che merita il premio per la volontà, la dedizione e il coraggio.

E’ il turno finalmente degli atleti più veloci: salgono sul palco i primi tre uomini e le prime tre donne, per loro i premi sono tanti e tutti di qualità dal capocollo dop di Martina al cesto di frutta, alla medaglia e… non ricordo più!

A seguire, a ruota, i primi tre di ciascuna categoria per fascia di età con consegna di medaglia e ricco cesto con tanta frutta, i primi “liberi” (Domenico Di Turi e Arianna Abate), fino a concludere con le tre prime società per numero cumulativo di atleti arrivati: vince la Podistica Grottaglie con 41 finisher su Amatori Putignano (28) e Gioia Running (27).

I ringraziamenti del presidente Cervellera, i saluti di Paolo Liuzzi e la tradizionale foto di gruppo del team organizzatore, la Martina Franca Running, chiudono definitivamente la manifestazione.

 

Scontati i complimenti a Francesco e soci, da parte mia l’invito a non fermarsi, l’idea di portare su queste strade una mezza maratona può essere davvero felice, competenza, volontà, impegno, bravura, ospitalità e splendidi scenari naturali davvero non mancano.  

“Io ci metto la fatica, voi ci mettete il cuore!”, questo lo slogan scelto da Andrea Tiozzo, podista “amatore”  di  Mortara, per la sua doppia impresa da realizzare a breve: correre la 100km del Passatore a maggio e raccogliere fondi per sostenere la Anffas, Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale.

Prosegue Tiozzo sul volantino della raccolta fondi: “Insieme si può. Aiutami ad arrivare al traguardo di questa ultra maratona da cento chilometri, lo faremo insieme per fare del bene. Partecipa anche tu facendo una donazione!” Infatti, tramite bonifico bancario intestato ad “Anfass onlus Mortara e Lomellina” Iban IT78I0521656070000000104801 - causale donazione “insieme si può”, si partecipa attivamente ad aiutare la Onlus.  

A correre ci penserà lui, Andrea Tiozzo che, iniziato a muoversi seguendo l’esempio del papà, è rimasto coinvolto, ha  allungato sempre più la distanza fino a correre le maratone più importanti d’Italia, Roma, Firenze, Milano e Torino. Ora il grande salto, il prossimo 26-27 maggio, con la 100 km del Passatore, da Firenze a Faenza. 

“Tutto nasce dalla voglia di spingersi oltre il limite”, ha dichiarato Tiozzo al collega Vittorio Testa de L’Informatore Lomellino, aggiungendo di aver fatto una scommessa su stesso partecipando alla sfida del “Passatore”, quando un corridore amatoriale che non ha mai fatto agonismo decide di correre tanti chilometri”.

E per rendere tutto più stimolante, Tiozzo ha deciso di coinvolgere i suoi concittadini, i mortaresi (ma magari anche tutto il resto d’Italia – nda) con la raccolta fondi a favore dell’Anffas, un’associazione a servizio del territorio, con donazione libera.

Tiozzo ha così dovuto intensificare gli allenamenti, aumentando il numero dei chilometri: il prossimo 25 febbraio correrà la “Terre di Siena ultramarathon”, 50 chilometri da San Gimignano a Siena, su un percorso collinare, molto allenante per il Passatore; ad aprile parteciperà alla  60 chilometri di Seregno.

Andrea confessa: “L’ultramaratona è sostanzialmente gestione del fisico sotto sforzo e farlo per tutte quelle ore mi preoccupa non poco. Poi, dopo i primi 30 chilometri, subentra il discorso ‘testa’: non devi guardare il chilometro che passa, ma il tuo sguardo deve restare fisso sull’obiettivo che è sempre la linea del traguardo”.

Ma siamo sicuri che Andrea Tiozzo abbia la giusta testa per concludere la 100 chilometri, il fisico lo sta allenando e il cuore è già forte, come testimonia la sua battaglia per la Anfass.

Forza Andrea!

 

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