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Ogni volta che la Convenzione tra la FIDAL e gli EPS viene rinnovata ci si interroga sulla sua validità e necessità: il problema è nato con l’attribuzione della corsa su strada alla FIDAL come unico organismo dirigente nazionale di tutta l’atletica leggera dilettantistica (Regola 4 “Appartenenza” dello Statuto IAAF).

https://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/12375-fidal-uisp-la-convenzione-a-breve-termine-tra-seppure-e-ancorche.html

Tutto cominciò con la nascita del Podismo come forma di aggregazione sociale e pratica salutare contro lo stress e la pigrizia, un movimento spontaneo degli inizi degli anni ’70, che (dopo qualche antefatto nel decennio precedente) presto si diffuse in tutta Italia: in una pubblicazione del 1975 della FIASP (Federazione Italiana Amatori Sport Podistici) ho contato 162 manifestazioni, alcune ancora in essere come la Torino – Saint Vincent, il Passatore, la Stratorino, il Miglianico Tour.

Dal 2 dicembre 1973 al 2 giugno 1974 fu bloccata la circolazione delle auto alla domenica: la crisi energetica, in un anno portò in Italia l’inflazione dal 5 al 25 %. In questa situazione, gli Italiani trovarono un modo intelligente di superare la crisi e la depressione con il podismo, e si moltiplicarono le camminate coi nomi più strani: “tapinate”, “tapasciate”, “corride”, soprattutto in occasione delle feste patronali, delle fiere, delle ricorrenze.

Erano quasi tutte manifestazioni non competitive (o almeno, non nel senso che si attribuisce oggi al termine: in genere, almeno il vincitore era proclamato, e in qualche caso era resa nota l’intera classifica) con l’unico scopo di stare insieme, di esorcizzare con la fatica i problemi sociali, economici e politici del tempo.

Nel 1982 lo Stato volle regolamentare la materia e così si arrivò alla Normativa sulla tutela sanitaria in Atletica Leggera, in cui venivano indicati TRE tipi di Certificato: Agonistico, Non Agonistico per tesserati EPS e FIDAL, e Ludico motorio.

Conseguentemente le manifestazioni su strada sono divise in tre grandi famiglie, con precisi obblighi che non sempre sono rispettati; alle gare competitive si può partecipare SOLO col certificato di idoneità agonistica, alle NON competitive anche col certificato di idoneità non agonistica; nessun certificato per le manifestazioni Ludico Motorie NON organizzate da società FIDAL ed EPS.

Lo Statuto FIDAL attualmente in vigore recita: La FIDAL è ente autonomo facente parte del CONI, che esercita i poteri di vigilanza e della normativa dell’ordinamento sportivo… Può stipulare accordi con gli altri soggetti riconosciuti dal CONI.

Quindi la Convenzione è autorizzata, ma nel rispetto, ovviamente, delle regole esistenti.

Come ho già scritto altre volte, lo Statuto prosegue al comma 5 c): Sono atleti i tesserati di qualsiasi categoria prevista nel Regolamento Organico, che svolgono attività sportiva agonistica e non agonistica di cui al Regolamento Organico.
Articolo 11 – 2): Gli Amatori (20 anni e oltre) svolgono attività ludico motoria e amatoriale. 

Sarebbe auspicabile che nelle norme sul tesseramento fosse ripristinata la fattispecie dell’Amatore (23 -34) soppressa nel 2015, da estendere anche ai “Veterani” dai 35 in poi: forse potremmo fare a meno della tanto chiacchierata Runcard.

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Il 9 ottobre, il neorieletto presidente Fidal Stefano Mei e il presidente Uisp Tiziano Pesce hanno finalmente rinnovato la convenzione tra i loro due enti, peraltro valida solo per gli 80 giorni che ci separano dalla fine dell’anno (forse anche di meno, siccome si lasciano 15 giorni di tempo alle parti per “depositarla”; divertente poi come l’art. 5 dia 60 giorni per istituire “Commissioni paritetiche” onde definire attività e calendari, dunque – se va male - arrivederci al 9 dicembre).

https://podistinet.zenfolio.com/convenzione_fidal-uisp_2024.pdf

L’impressione è che abbia vinto la Fidal, proclamata fin dal preambolo (che sembra quello dei Dieci Comandamenti “Non avrai altro Dio fuori che me”), al punto F, “L’unica rappresentante riconosciuta dagli organismi nazionali ed internazionali suddetti [CONI, WA, EA] per la disciplina

– sportiva dell’atletica leggera” (il trattino e il capoverso sono nell’originale, con una spezzatura ed evidenziazione immotivata, e che si ripete 5 righe sotto a proposito di “Quadri Tecnici e Ufficiali di Gara”).

La definizione dell’Uisp è leggermente ambigua, come dimostra il ricorso (qui al punto G del preambolo, e altrove) alle frasi che in grammatica si chiamano “concessive”, quelle cioè che (Zingarelli) “indicano una circostanza NONOSTANTE LA QUALE si verifica ciò che è detto nella reggente”. Si immagina insomma un dibattito del genere: “Noi Fidal siamo gli unici che possiamo fare atletica agonistica, voi Uisp dovete preoccuparvi solo della salute e del benessere sociale!” – “No, noi Uisp abbiamo il diritto anche di fare gare con le classifiche”.

Alla fine del quale vien fuori la definizione che l’Uisp “promuove e organizza attività… a carattere promozionale, amatoriale e dilettantistico”, cui si fa seguire la concessiva “seppure con modalità competitive”, ma ribadendo subito dopo gli “scopi di ricreazione, crescita, salute, maturazione personale e sociale”. Cioè: l’Uisp deve fare attività sociale, ma noi “concediamo, ammettiamo pure che” (è il significato di seppure) ogni tanto compili anche delle classifiche. Se nella convenzione fosse scritto pure, l’attività agonistica, quantunque collaterale, verrebbe indicata tra quelle praticate dall’Uisp; scrivendo seppure (e sottolineo se, cantava Mina) si rimarca l’eccezionalità della cosa.

Il fatto era già introdotto al punto B del preambolo, secondo cui il Coni riconosce il ruolo degli EPS per le “finalità ricreative e formative”, “nel rispetto dei princìpi, delle regole e delle competenze” delle Federazioni “ancorché con modalità competitive”. Ancorché è un altro sinonimo (più letterario: il burocrate autore della convenzione ama le finezze) di seppure, sebbene, benché ecc.: insomma, siamo sempre alle “concessioni”, va là, ogni tanto stila un ordine d’arrivo e stabilisci che X ha vinto e dagli perfino un premio.

La cosa e la parola sono ribadite al successivo punto H (siamo sempre al preambolo!), secondo cui all’Uisp spettano “finalità formative e ricreative, ancorché con modalità competitive”. Scrivere “anche” era troppo impegnativo, allora scriviamo un equivalente di “sebbene”, appunto concessivo. Volendo filosofeggiare, si potrebbe sostenere che le modalità competitive sono viste come un ostacolo, una deviazione rispetto alla formazione, ricreazione, promozione sociale ecc.; e, dal versante opposto, sostenere che alla Fidal non interessa produrre persone, ma macchine da record.

Vabbè, lasciamo stare la filosofia, e notiamo solo che la graziosa concessione torna nell’Allegato 1, articolo 3 comma 1, con parole quasi uguali al punto G del preambolo: l’Uisp organizza “attività… promozionali, amatoriali e dilettantistiche, seppure con modalità competitive”.

Mi viene in mente una frase che si usava quando ero bambino e non avevo i soldi per andare alla partita: qualche volta ci andavo con un adulto pagante, e l’usciere mi concedeva di “entrare allo stadio con lo scappellotto”. Vabbè, diranno all’Uisp: l’importante era che ce lo concedessero. E diranno alla Fidal: siamo buoni, ve lo lasciamo fare, sebbene/ancorché non sarebbe affar vostro.

E in compenso… si potrebbe proclamare una “santa alleanza”, come è lecito supporre dalle ultime righe del preambolo (dopo 2 pagine e 6 righe: i Dieci Comandamenti si sbrigavano più velocemente). Fidal e Uisp “condividono… una nuova visione strategica del sistema sportivo italiano in grado di aumentare la pratica sportiva nel paese… occupando quello spazio attualmente gestito da soggetti terzi che operano fuori dal sistema CONI e che, più frequente in alcune discipline e meno in altre, rappresenta comunque un fenomeno ampiamente diffuso”.

Formulazione ambigua, sintatticamente distorta (“e che, più frequente ecc.” si riferisce grammaticalmente allo spazio, ma vorrebbe riferirsi alla sua “occupazione”; o volevano scrivere “più frequentemente”?), oserei dire vagamente minacciosa. Verso chi? Non lo si dice. Le parrocchie che organizzano la camminata per la sagra patronale? Le scuole? (sarebbe grossa, non ci posso credere). L’ente benefico che raccoglie fondi per il morbo di Vattelapesca? Gli “enti/associazioni di secondo livello” esorcizzati nell’art. 2, comma 1? (e cosa sono? Le province?). Perdurando il mistero, se consentite un’altra reminiscenza, mi viene in mente il proclama di Badoglio dell’8 settembre: “ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”.

Pace fatta, fino a Capodanno, tra Fidal e Uisp; quanto ai “soggetti terzi”, di qualsiasi altra provenienza, stiano in guardia: perché l’articolo 1, comma 4, della convenzione vera e propria dichiara, altresì (come il però di Badoglio) “azioni comuni nei confronti di organizzazioni terze, non facenti parte del modello sportivo organizzato, che operano nell’ambito della stessa disciplina”; e dunque dovranno guardarsi (per tornare alla rievocazione bellica) sia dall’esercito regolare sia … dai partigiani.

Che però non sono proprio pari: solo la Fidal, impone l’art.  2.2, può usare i termini di campionato italiano, squadra italiana, atleti azzurri; mentre quelli dell’Uisp sono solo campionati nazionali Uisp e rappresentativa nazionale Uisp (con una battutaccia d'altri tempi, semmai, non azzurra ma rossa). E poco sotto l’art. 2.4 sancisce minacciosamente: “è fatto divieto di uso decettivo del nome, delle parole, di qualsiasi desinenza o riferimenti diretti comunque a richiamare detta disciplina sportiva e le attività ad essa correlate”. “Detta disciplina sportiva” è in questo caso l’atletica, che (si dice sopra) solo la Fidal è autorizzata a gestire; le sue “attività” sono per esempio le corse podistiche, citate all’Allegato 1, articolo 3.1: “maratona e mezza maratona, nonché tutte le distanze standard individuate da Word Atletics” (ancora a titolo di esempio e senza esaurire il campo, i 5000 e 10000 metri) “per le quali la Fidal è l’unico ente a certificare e omologare il percorso e le prestazioni”.

Siccome non avevo mai sentito la parola decettivo, l’ho cercata sul vocabolario: il De Mauro dice che è parola di “basso uso”, ed equivale a “ingannevole”. Dunque, è vietato a chiunque (esclusa, suppongo, la Fidal) di usare in modo “ingannevole” parole come maratona, ad esempio come le usano Mentana o la Telethon? (dove -thon sarebbe una “desinenza” proibita, da vietare anche al Club Supermarathon).

Proibite le desinenze, ma non i prefissi, dunque – se vogliamo spaccare il capello in quattro come invita a fare questo comma - parole come maraturismo e maratombola non sono vietate. Ma credo che il divieto si rivolga soprattutto a quegli organizzatori che denominano le proprie gare come “Maratona delle Canalette” o, con prefisso e suffisso decettivo, “Super Maratonina del Monte Delle 3 Croci”: attenti al lupo, o meglio, a qualche spia locale, emula di certi CarlMarc di non venerata memoria, che per invidia segnali le violazioni del divieto ai cosiddetti “gruppi Territoriali di Monitoraggio”…

E veniamo alle corse: l’art. 2 della convenzione vera e propria, sotto il titolo di “Attività sportiva”, non si occupa di organizzazione ma solo di tesseramento, ammettendo (2.1) il “doppio tesseramento”, per il quale si rinvia all’Allegato 1; e consentendo l’uso reciproco di giudici dell’altro ente (2.3). Nell’articolo 3 si parla di formazione e aggiornamento dei “quadri tecnici”, ricorrendo alla sigla non a tutti nota di SNaQ (già nel preambolo, punto D, senza spiegazione). Non c’è tra le sigle dello Zingarelli, allora ho dovuto ricorrere a internet scoprendo che questa sigla indica sia lo Short Nutritional Assessment Questionaire, sia, nel caso nostro, il Sistema Nazionale di Qualifiche degli Operatori Sportivi (SNQOS, a dirla tutta): insomma, anche i dirigenti e gli allenatori dovranno essere preparati e valutati secondo SNaQ come dettaglia meglio l’Allegato 2.

Quanto alle concrete modalità di pratica sportiva, è tempo di passare all’Allegato 1, che - come si suol dire – mette a terra tutti i bei propositi enunciati solennemente, e infatti è lungo all’incirca come la convenzione vera e propria. In soldoni, l’art. 2 consente ai tesserati Uisp di tesserarsi Fidal (evidentemente anche per una società diversa dalla propria Uisp, come non è detto qui ma all’art. 3.5), o di prendere la Runcard al prezzo dimezzato di 15 euro; con questa Runcard potranno far figurare in classifica anche il nome della società Uisp. Reciprocamente, i tesserati Fidal possono prendere la tessera Uisp.

A quali gare possano partecipare gli Uispini lo stabilisce l’art. 3, premesso che alla sola Fidal spettano “l’organizzazione e il controllo delle manifestazioni competitive-agonistiche”: cioè tutte quelle in pista, tutte quelle non-stadia timbrate Gold, Silver e Bronze; tutte le maratone, maratonine e altre “distanze standard”, come già detto. Anche l’Uisp può organizzare “le attività sopraindicate”, ma qui torna il “seppure con modalità competitive” già visto sopra. I tesserati Uisp possono competere in gare Fidal di pista solo se appartenenti a categorie giovanili; altrimenti è obbligatoria la tessera Fidal o Runcard, pure per le gare non-stadia Fidal nazionali o classificate Gold, Silver e Bronze.

Basta la tessera Uisp per le gare Fidal regionali e provinciali, ma con trattamento equiparato alla Runcard: niente premi in denaro, buoni valore o rimborsi spese, ma solo premi in natura. I tesserati Fidal possono partecipare alle gare Uisp regionali e provinciali (l’art. 3.3.2 non parla di manifestazioni Uisp nazionali, citate invece al comma 3.6 con l’avvertimento che i titoli possono andare solo ai tesserati Uisp; per sottinteso, si deduce che possono gareggiarvi anche gli atleti Fidal); purché le gare Uisp siano state comunicate e concordate con la Fidal territoriale, onde scongiurare concomitanze. Se l’Uisp non comunica alla Fidal, gli atleti Fidal non possono partecipare (salvo che non siano tesserati Uisp).

Un po’ nel vago il codicillo seguente: “La partecipazione non autorizzata sarà segnalata al Gruppo Nazionale di Monitoraggio, ovvero agli Organi di Giustizia competenti”. Cioè? Se un atleta solo-Fidal va a una gara solo-Uisp, sarà squalificato, cioè tolto dalla classifica dell’Uisp, oppure squalificato/punito dalla Fidal per aver fatto bella una manifestazione “nemica”? (la soluzione era già stata trovata nei mesi passati: iscriversi come “non tesserato”, sempre sperando che un CarlMarc di turno non ti fotografasse).

Le gare competitive organizzate dalla Uisp, secondo l’art. 3.7, non possono prevedere premi in denaro o buoni valore e simili; ma solo “sono ammessi i in natura” (la parola “premi” forse non era gradita, o non se ne è trovato un sinonimo: che ne direste di “riconoscimenti”?), di valore massimo sui 150 euro, e meno per i piazzamenti o i premi di categoria.

L’Uisp o le sue società possono anche organizzare gare “valide per l’inserimento nelle graduatorie federali”, come dice l’art. 3.8; meglio se si affiliano alla Fidal, ma se no, il Gruppo Giudici Gare della Fidal interverrà solo “previo l’assolvimento degli obblighi contributivi previsti”, tra cui l’ “affiliazione della società”: il che viene a contraddire la teorica possibilità di organizzare gare valide per la Fidal restando solo tesserate per l’Uisp. Vabbè, per la prima affiliazione le società di entrambi gli enti non pagheranno niente (art. 5). Ma per avere la gara valida anche per la Fidal, ci sarà da pagare la tassa di approvazione (chissà se comprendente anche il supplemento di 1 euro per arrivato), l’eventuale “omologazione del percorso”, e altre cosette da vedersi caso per caso.

Non mi è molto chiaro l’art. 3.10, che vorrebbe stabilire le sanzioni per le violazioni (non si dice di chi, ma presumo delle società organizzatrici, non degli atleti). Sono due commi quasi uguali, anzi troppo uguali: nel primo si dice che se è accertato “un inadempimento in occasione di manifestazioni Uisp”, il Gruppo Nazionale di Monitoraggio potrà sospendere la convenzione fino a 15 giorni “nei confronti di tutte le manifestazioni richieste dalla medesima Uisp nella specifica provincia ovvero regione” (e le sanzioni aumentano alla seconda e terza infrazione). Responsabilità collettiva insomma: se la Podistica Uisp Oratorio Castellino di Brocco (MO) dà un premio in denaro al vincitore della Serpiano-Monte Cantiere, tutte le gare Uisp di Gaggio in Piano o di Panzano di Campogalliano sono “vietate” per 15 giorni.

Ma il secondo comma ribadisce: se l’inadempimento è constatato, “da parte della Gruppo Nazionale di Monitoraggio, in occasione di manifestazioni della Fidal, la convenzione stessa potrà essere sospesa dalla Commissione per un massimo di 15 gg. nei confronti di tutte le manifestazioni richieste dalla medesima Uisp nella specifica provincia ovvero regione”. Come?! Se è una società della Fidal a commettere l’infrazione, si castigano le società Uisp?

La traballante grammatica della frase mi induce a supporre un copiaincolla malfatto, dimenticando di cancellare Uisp e scrivere Fidal. Ma qualcuno l’ha riletto? E se invece le cose stanno così (paga sempre Pantalone-Uisp), basterà che la società Fidal Migliarinapernoi (MO) dia come premio una torta nuziale di valore superiore a 150 euro, per ottenere la sospensione della gara Uisp organizzata dalla Budrioneperloro e dalla Barigazzopertutti?

Se mi sbaglio io, chiedo anticipatamente scusa e invoco correzione; ma se lo sbaglio è nel testo, chissà se si può ricorrere all’articolo 6.1 (strano mettere anche il numero del comma, pure se non ce ne sono altri dopo l’1), secondo cui “la presente Convenzione è soggetta alle modifiche ed integrazioni conseguenti all’armonizzazione con l’ordinamento sportivo” ecc. Se questa “armonizzazione” dovesse estendersi anche alla lingua italiana e ai precetti dell’Accademia della Crusca, si potrebbero “armonizzare” pure le concordanze di genere e numero dell’art. 1.5 “Fermo restando l’applicazione a tutti gli atleti delle norme”, dell’art. 2.1” sia alla sola Fidal che alla sola Uisp oppure a entrambi, le modalità di reciproca partecipazione… sarà regolata”, dell'art. 3.8 "L'Uisp o una società ad esso collegata", dell'art. 3.10 "La Fidal e l'Uisp saranno tenuti".

Ma, direbbe don Abbondio a Perpetua che, per tirarlo su, gli offre un bicchiere di vino: “Eh! ci vuol altro, ci vuol altro, ci vuol altro”.

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In attesa di conoscere gli ultimi sviluppi circa l’affaire Leone, lo sfidante di Mei alla Presidenza Federale che attualmente non è ammesso alle elezioni, lasciando Mei come candidato unico, oggi abbiamo intervistato Gianni Mauri, la voce più autorevole dell’opposizione. Quali sono i motivi della Tua candidatura al Consiglio Nazionale dopo due mandati come Presidente Regionale Lombardo? 

"La mia candidatura alle elezioni nazionali della FIDAL è un passaggio naturale e una scelta ragionata per mettere sul tavolo del Consiglio Federale idee e proposte frutto del lavoro compiuto in questi ultimi otto anni alla guida del Comitato Regionale e di una vita spesa al servizio dell’atletica".

Quali sono i ricordi più significativi e come intenderesti replicare il tutto a livello nazionale una volta eletto?

"Senza alcun dubbio partirei dal rapporto quotidiano con le società, perché ho sempre creduto in una FIDAL al loro fianco, che supporti i dirigenti che operano a volte eroicamente in mezzo a mille difficoltà e responsabilità; basti pensare alla recente legge dello sport. Offrire un sostegno concreto significa esserci e combattere le battaglie al loro fianco, anche quando il risultato non è quello sperato. Per questo ho voluto garantire un supporto sul piano legale, riguardo agli aspetti fiscali, sul piano della promozione, intervenendo sui territori anche tramite iniziative di street athletic. La federazione, per me, è la casa delle società, non un ente distante che impone solo regole e pagamenti".

Come hai vissuto questa esperienza nel contesto lombardo?

"Molto bene, come testimonia la crescita, soprattutto nel secondo quadriennio, dei rapporti con il territorio grazie alle partnership con istituzioni, scuole, aziende, media… Un esempio è la cooperazione con il mondo della scuola, di cui oggi siamo i primi partner – come federazione sportiva – a livello regionale, anche grazie al dialogo e alla collaborazione instauratasi con Giulio Rossini e Giuliana Cassani. per dare qualche numero ricordo il corso di formazione rivolto a più di 500 insegnanti di educazione fisica sull’atletica leggera, nelle 28 finali provinciali e nelle due finali regionali degli studenteschi, che negli ultimi anni sono state realizzate con il supporto del Comitato Lombardo".

Poi c’è il Progetto Talenti, ma ne parleremo su queste colonne dopo il primo appuntamento di questa stagione previsto per lunedì prossimo e l’impiantistica

"L’attenzione all’impiantistica sportiva è fondamentale ed è un lavoro che va svolto stando al fianco delle società, offrendo ai comuni la visione dell’indotto che un centro sportivo può portare in termini di fruitori e, soprattutto, di eventi che coinvolgono il territorio grazie a ciò che ne deriva. Negli ultimi sei anni in Lombardia sono 55 le piste rimesse a nuovo o ripristinate, oltre al non plus ultra dell’impianto indoor di Brescia, vera conquista del Comitato Regionale Lombardo e di FIDAL Brescia. Senza dimenticare la creazione dei diversi centri tecnici regionali (ostacoli a Bergamo, mezzofondo e fondo a Nembro, lanci a Mariano Comense, prove multiple a Saronno), che rappresentano le culle dei nostri talenti".

Tornando alle società ed in generale al rapporto con gli organizzatori degli eventi, cosa ci puoi dire?

"Senza alcun dubbio rappresentano un fulcro importante per il movimento e, nel rapporto con loro, la differenza la fa la capacità di aiutarli a risolvere i problemi, invece di crearli. Il rapporto è stato pressoché quotidiano in questi due mandati: non sarò riuscito a farli tutti felici ma li ho sicuramenti ascoltati e aiutati, quando possibile. Non dimentichiamo, poi, le risorse impiegate come 20000 euro di premi per il Gran Premio Lombardia su pista, i 12000 euro per la corsa campestre, l’istituzione di un Gran Prix Giovanile di Corsa in Montagna con premi adeguati alle società, o la valorizzazione delle nostre manifestazioni storiche come la Cinque Mulini, il Campaccio, il Trofeo Vanoni, il Trofeo Frigerio e tante altre, tramite aiuti concreti e costante supporto in termini di comunicazione e diffusione delle iniziative e dei personaggi che le animano".

Come sempre sei un fiume in piena e quindi ometto altre domande sulla Lombardia oppure sull’ultima iniziativa “Casagit Salute” che è nel presente e proviamo a proiettarci nel futuro. In caso di elezione, come si declineranno queste politiche a livello nazionale?

"Invito tutti a leggere il nostro programma o anche più semplicemente a dare un’occhiata alla tabella riepilogativa che abbiamo diffuso a luglio (Ndr: le trovate cliccando qui), oppure contattandomi o inviando una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo."

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Venerdì, 30 Agosto 2024 09:42

Tiriamo le somme per una nuova cultura federale

Che sia arrivato il momento di cambiare è chiaro a tutti, riassumiamo brevemente i temi fondamentali da affrontare.

ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE.

Il CONI ha eliminato i Comitati Provinciali, la FIDAL potrebbe procedere in tale direzione cancellando la struttura, ma mantenendo e possibilmente incrementando la presenza FIDAL sul territorio.

La figura già prevista dai Regolamenti è il Delegato nominato dal Consiglio Regionale; con l’eliminazione delle Province, si potrebbero individuare delle zone significative indipendentemente dalle Province: per fare un esempio si potrebbe dividere l’Emilia Romagna in due zone, in questo modo ci sarebbero più rappresentanti zonali per la promozione dell’Atletica col compito di tenere i contatti con gli Enti pubblici, la Scuola, le aziende, i media e fare da raccordo con le Società FIDAL.

Dovrebbero partecipare alle riunioni del Consiglio regionale dando un contributo essenziale alla conoscenza delle realtà locali e allo svolgimento delle iniziative programmate nel territorio e a livello regionale.

SISTEMA DI VOTAZIONE

E’ il punto nevralgico della FIDAL, sia per l’attribuzione dei voti che per le modalità di svolgimento.

Attualmente il sistema è basato quasi completamente sui risultati conseguiti dagli atleti in pista sulla base del Programma Tecnico Nazionale, sarebbe necessario prevedere un capitolo nuovo dando gli stessi punteggi per le stesse tipologie di atleti in base al ranking previsto dal Run Project e che dovrebbe essere già disponibile.

Si potrebbero anche dare voti alle società classificate nella Supercoppa non stadia, e per i Campionati Italiani Master strada 10 km e maratonina, cross e montagna.

Inoltre sulla base dei referti della Commissione Monitoraggio Manifestazioni si dovrebbero dare voti alle migliori società organizzatrici di manifestazioni inserite nel calendario nazionale: questo invoglierebbe a richiedere la collocazione nel calendario nazionale e ad una maggiore cura  nella gestione delle manifestazioni.

Questo passo avanti darebbe un riconoscimento ed una nuova dignità alle società podistiche meritevoli, con conseguente miglioramento del sentimento di appartenenza alla Federazione.

Il sistema di votazione basato sull’Assemblea Nazionale in una sola località è ormai antiquato e poco produttivo dal punto di vista della partecipazione: con l’evoluzione tecnologica attuale ogni candidato Presidente può presentare il suo programma attraverso il sito nazionale, la votazione può comodamente essere fatta da casa on line.

STRUTTURA OPERATIVA

L’evoluzione della cultura federale deve necessariamente portare ad un superamento della propria struttura centrale e periferica, da ente parastatale  “tutto regole e distintivo” a strumento di supporto alle Società impegnate sul territorio, come detta l’articolo 23 dello Statuto, Funzione Organi Territoriali: “I Comitati Regionali ed i Comitati Provinciali, laddove costituiti, costituiscono il nucleo di coordinamento e indirizzo delle società sportive operanti nel territorio e ne rappresentano le istanze, oltre a essere la struttura operativa e di rappresentanza della FIDAL sul territorio curandone i rapporti con le autorità sportive e pubbliche di competenza”

E’ chiaro che questa evoluzione deve necessariamente passare attraverso l’esame delle risorse a disposizione e delle procedure.

E’ necessario prima di tutto stabilire il fabbisogno di personale di ogni Comitato, in secondo luogo redigere un mansionario che dia precise disposizioni secondo la regola chi fa, che cosa, quando e a chi si deve rispondere. Altro  punto da attivare: la necessità di avere una Federazione sempre a disposizione: non è accettabile una chiusura totale soprattutto nelle feste di fine anno quando le società hanno più bisogno di essere supportate, le ferie collettive vanno disciplinate.

Ma il personale da solo non basta, occorre una guida per ogni settore di attività importante: pista, cross, montagna, strada, master, scuola, rapporti GGG, amministrazione e bilancio, regolamenti, risultati e classifiche, comunicazione e marketing, un “assessore” per uno o più item a seconda della dimensione operativa del Comitato e un Coordinatore che “diriga l’orchestra”.

Come fare? la soluzione più semplice ed economica  è rappresentata dai Consiglieri Regionali la cui funzione oggi è poco produttiva, una riunione ogni tre mesi in cui si vengono a discutere piani già (quasi) stabiliti senza un reale  coinvolgimento.

Dal momento che per Statuto devono esercitare la loro opera gratuitamente si potrebbe stabilire un obbiettivo concreto, misurabile e raggiungibile, e alla fine della stagione elargire un premio operativo per chi ha raggiunto l’obbiettivo, un incentivo e un riconoscimento del lavoro svolto. Se si superasse il “volontariato” una giusta retribuzione  non sarebbe una cattiva idea.

La domanda ovvia è: con quali mezzi?

L’eliminazione delle Province darebbe già un discreto contributo, c’è poi una risorsa “dormiente”: SIGMA.

Con la corsa su strada sono proliferate le Società di transponder, oggi hanno la gestione di quasi tutte le manifestazioni non stadia; SIGMA esiste praticamente solo su pista, potrebbe entrare nel mercato dei transponder in una sana concorrenza che farebbe bene a tutte le  società organizzatrici semplificando oltre a tutto l’operatività: iscrizioni con pagamento on line a FIDAL, accredito da FIDAL al netto dei “tributi” (tassa approvazione e tassa di partecipazione) entro 24- 48 ore dall’evento.

Non dimentichiamo poi il Campionato Italiano di Società nella nuova veste, che attirerebbe sicuramente gli sponsor sia per la Federazione che per le Società.

Le risorse finanziarie devono essere indirizzate primariamente per i progetti essenziali, per quelli secondari se è possibile: è per questo che è necessario e indispensabile stabilire le priorità

  1. Revisione dello Statuto e dei regolamenti
  2. Struttura operativa
  3. Personale: fabbisogno, compiti e mansionario
  4. Dirigenza: attribuzioni e riconoscimenti
  5. Ristrutturazione del territorio
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Se è vero che nessuna manifestazione agonistica può avere inizio senza la presenza dei Giudici (e del medico) è anche vero che senza i protagonisti lo spettacolo non può esistere.

Ai tempi dell’antica Grecia i protagonisti erano gli ATLETI,  dal termine athletes che vuol dire LOTTATORE: guerrieri che ogni quattro anni deponevano le armi e si sfidavano in modo incruento nelle Olimpiadi, dove tutte le specialità, non solo dell’atletica leggera, erano degli esercizi finalizzati all’attività bellica.

Dall’ultimo mezzo secolo il panorama è profondamente cambiato a causa del Podismo: l’atletica è l’unico sport in cui si può gareggiare coi campioni più prestigiosi, ma l’apertura democratica a TUTTI non correttamente gestita ha portato ad un impoverimento dell’atletica di vertice anziché ad un arricchimento dello sport di base.

Dagli ultimi dati disponibili 2023, per 244.385 tesserati, risulta che su 100 “atleti” 40 sono Master, 43 giovani e solo 17 ATLETI .

Dunque l’Atletica Leggera oggi è dei Master e delle gare non stadia, che a conti fatti, rappresentano circa il 70% di tutta l’attività.

Le Olimpiadi non sono agoni da Master (Berruti vinse le Olimpiadi a 22 anni, tanto per fare un esempio), quindi  è essenziale per l’Atletica trovare il modo perché questa élite possa crescere e presentarsi competitiva sulla scena internazionale. Ma come fare?

Anche le ultime Olimpiadi hanno messo in evidenza che il professionismo a livello mondiale non è più un tabù dell’Atletica, occorre quindi darsi una struttura molto più realistica e al passo con i tempi.

In quasi tutti gli altri sport le categorie esistenti sono divise in TRE settori, nell’Atletica si potrebbero dividere i tesserati in

Dilettanti: categorie giovanili da Esordienti a Cadetti, Amatori da 23 a 39 anni, Veterani da 40 a 99 anni in categoria unica, tesseramento con FIDAL ed EPS

Semiprofessionisti: Allievi e Master da 40 a 99 anni divisi per fasce  

Professionisti: Juniores, Promesse, Seniores da 23 a 39 anni, limite superabile con tempi di riferimento, o, meglio, come nel tennis, formando un ranking in base ai risultati; tutti tesserati solo FIDAL.

Questa nuova classificazione dovrebbe essere supportata da alcune regole, che diano un senso pratico e motivante. Me ne vengono in mente alcune: premi in denaro, rimborsi e ingaggi riservati solo al settore Professionisti, retribuzione fissa più bonus legato ai risultati.

I Semiprofessionisti possono percepire premi in denaro di entità ridotta da definire (es. 50% dei professionisti).

I Dilettanti hanno diritto solo a premi in natura di entità contenuta, coppe e medaglie.

Per quanto riguarda i Dilettanti si deve ammettere il tesseramento individuale, come esisteva una volta, con una tassa leggermente superiore a quella prevista per i “societari”.

Per quanto riguarda le Società si potrebbero prevedere tre tipi di adesione ad esempio: Dilettanti 100 euro, Semiprofessionisti (e Dilettanti) 400, Professionisti (comprensiva degli altri due) 1000.     

Le manifestazioni potrebbero essere riservate a un solo settore, oppure OPEN. In questo caso, quanto alle corse su strada, si può accettare un ordine di arrivo generale unico, ma classifiche e premiazioni separate per ogni settore; le classifiche di Società a punteggio possono riguardare solo le Società con adesione al Settore professionistico e semiprofessionistico.

Da anni si discute su come riformare il Campionato Italiano di Società su pista, perché non pensare agli altri campionati di squadra esistenti?

Il Campionato di Società di Atletica Leggera potrebbe articolarsi in Serie A, Serie B e Serie C.

La Serie A con 24 Società, incontri triangolari, 8 turni su due giorni, sabato e domenica, secondo il programma tradizionale, o in alternativa 16 giornate: ANDATA programma di sabato, RITORNO programma di domenica (si accontenterebbero più società organizzatrici e si creerebbe più interesse sviluppato nel tempo).

Ogni Società schiera due atleti per specialità.

Per ogni gara vengono assegnati 1 punto al primo, 2 al secondo... 6 al sesto, 7 ai non classificati, 8 ai non partiti.

Vince la Società col minor punteggio totale finale, a parità si tiene conto del miglior piazzamento individuale.

Per ogni giornata vengono assegnati alla vincitrice 1 punto, 2 alla 2^ e 3 alla 3^ .

Vince il Campionato chi fa meno punti; a parità di punteggio si tiene conto dello scontro diretto, se più Società sono a pari punti si ricorre alla classifica avulsa degli scontri diretti.

Retrocedono in B le ultime tre.

La serie B divisa in tre Gironi di 24 società ognuno: Nord, Centro e Sud Isole con le stesse regole sopraesposte, la prima di ogni Girone viene promossa in serie A. In caso si istituisse anche una serie C, retrocedono le ultime due.

Si potrebbe ipotizzare una Serie C sempre a 24 squadre a livello regionale o interregionale con promozione alla serie B di sei società coi migliori punteggi.

Primo Nebiolo fu il promotore dell’Atletica come spettacolo, si inventò le Universiadi e il Gran Gala; oggi i meeting, almeno in Italia, non attirano che gli appassionati, occorre suscitare l’interesse del pubblico;  un derby a tre, ad esempio  Cus Pro Patria – Pro Sesto Atl. Cernusco - Atletica Riccardi a Milano potrebbe attirare anche chi fino ad oggi non sa che esiste l’Arena Gianni Brera con la capienza di 30.000 spettatori.
Se all’attività su strada si aggiungerà l’attività su pista impostata su Campionati di Atletica Leggera, il quadro sarà completo e favorevole alla PROFESSIONE Atleta.

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Si arricchirà di una nuova puntata la “Telenovela” che vede come protagonisti Giacomo Leone, la Giustizia Federale e sullo sfondo Stefano Mei, ad oggi “Candidato Unico” per la Presidenza FIDAL alle elezioni del prossimo 8 Settembre, vista l'esclusione del suo unico antagonista.

Ieri, 23 Agosto, come Vi avevamo anticipato sul nostro precedente articolo che illustrava la vicenda (clicca qui), è stata pubblicata la decisione del Tribunale Federale sul ricorso presentato avverso l‘esclusione della candidatura di Leone alla Presidenza Federale. Riassumendo, la Commissione Elettorale Nazionale lo aveva escluso per due motivi, il suo ricorso al TAR del Lazio e quattro “imprecisioni” tra le 300 sottoscrizioni degli atleti, necessarie per presentare la candidatura. Mentre per il ricorso al TAR la Corte ha dato “ragione” a Leone, ha ritenuto valide le eccezioni “di forma” relative alla sottoscrizioni. La querelle vivrà il prossimo episodio al Tribunale d’Appello.   

Ecco le dichiarazioni di Leone:  “Sono state smontate parte delle motivazioni che avevano portato alla mia esclusione permanendo solo una questione di forma delle sottoscrizioni. Infatti in origine la Commissione Elettorale Nazionale aveva valutato inammissibile la mia candidatura per due motivi, ossia per l’esistenza di un ricorso innanzi al TAR Lazio, ricorso da me proposto per l’annullamento delle modifiche statutarie FIDAL ed indizione assemblea elettiva, prossima udienza fissata al 4 settembre 2024 e per la mancanza dell’indicazione del candidato in 4 sottoscrizioni atleti consegnate direttamente nelle mie mani! (NdR: a nulla sono valse le successive dichiarazioni integrative presentate dai 4 atleti e che confermavano la loro volontà di candidare Leone). Pertanto, al netto delle due riserve, in relazione a quest’ultimo motivo, sono stato escluso perché mancavano due sottoscrizioni atleti al numero richiesto. La motivazione dell’esclusione della mia candidatura riferita al ricorso pendente innanzi al TAR Lazio è stata travolta dal Tribunale Federale mentre sono state ritenute irregolari le sottoscrizioni in questione rilasciate in mio favore. Non solo, la Fidal aveva richiesto la mia condanna per “lite temeraria”.
Anche su questo punto, il Tribunale Federale ha respinto totalmente la richiesta degli avvocati federali. Ho pieno rispetto nella decisione del Tribunale Federale, ed ho apprezzato molto l’approccio dello stesso verso una questione tanto delicata. Complessità riconosciuta anche dallo stesso organo giudicante, nonostante ciò, mi sento di non condividere alcuni passaggi della decisione e stiamo valutando con i miei legali, la possibilità di un ricorso alla Corte D’Appello Federale. Sempre in relazione alle elezioni, come già evidenziato innanzi al TAR, non condivido il modo con cui è stato modificato lo Statuto Federale, non condivido le modalità di accentramento dei poteri in favore del Presidente Federale sottraendoli al controllo e alla ratifica del Consiglio Federale, non condivido le modalità d’indizione e di convocazione dell’assemblea. A mio parere tutto ciò aumenta la distanza tra la Federazione e la base quando invece dovrebbe essere il contrario.
Personalmente mi sento di battermi per una Federazione quanto più inclusiva possibile. Il traguardo ancora non è stato raggiunto, ma ci sono ancora tre appuntamenti: Il Tribunale d’Appello, il Collegio di Garanzia del CONI e il TAR: la strada è ancora lunga ed io confido nella forza che le giuste battaglie conferisce a chi le combatte”.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

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“Sarà il sistema federale a porsi al servizio delle Società con sostegni economici, ausili didattici e formativi, coinvolgimento delle famiglie e di altri organismi ed istituzioni che diano nuova linfa all’associazionismo ricco di tanti volontari che operano con dedizione e volontà”

Correva l’anno 2012 e Giomi apriva così il suo programma all’Assemblea nazionale federale per le elezioni, si sperava che l’approccio al tema “SOCIETÀ” mutasse il quadro disegnato dalla FIDAL, lontano dalla realtà, che  poneva a loro carico una serie d’incombenze più che di vantaggi autentici. Ad esempio, oltre a svolgere attività federale, assicurare agli atleti assistenza tecnica, morale e sanitaria, sorvegliare che il comportamento e l’abbigliamento dei propri atleti e tesserati siano decorosi, l’obbligo d’indossare la maglia sociale - un gravame in più  per le scarse risorse finanziarie a disposizione.

In più l’obbligo/diritto esclusivo di effettuare le iscrizioni e la responsabilità del controllo della visita medica dei propri atleti.

Da qui la necessità di tesserare almeno quattro dirigenti, un tecnico e un medico sociale, che, per molte società sono solo nominali e non partecipano alla vita della società, sono già tesserati per altri gruppi e, quindi, il loro ulteriore tesseramento è percepito come solo una “gabella”.

Un identikit disegnato sulla base dell’attività su pista, ben lontano dalla vita reale dove solo un decimo del totale svolge attività “stadia”, il resto è formato da società d’ispirazione “podistica” in cui anche solo un tecnico sarebbe un lusso; la pretesa per legge di dotare tutte le Società di un defibrillatore è ridicola e lontana dalla realtà, dal momento che i podisti si allenano dappertutto e non presso un’unica struttura come i pistaioli.

La maggior parte delle società è basata sul volontarismo, non ha una minima impostazione professionale, i dirigenti sono scelti con l’unico criterio della disponibilità, non hanno la necessaria preparazione sui regolamenti della Federazione, né sulla gestione di una società; e pochi hanno una preparazione informatica.

Per i più manca il senso di appartenenza e, quindi, la solidarietà; la Federazione è vista come un ente statale, che eroga un servizio e pretende cifre esose senza un’effettiva validità pratica.

Anche in questo caso la FIDAL dovrebbe recitare il mea culpa: solo poco più del 10% delle Società ha in mano la maggioranza dei voti e sono tutte società che svolgono attività quasi assolutamente su pista. Che senso avrebbe per le altre società spendere tempo e denaro per partecipare ad un’elezione dove il loro voto  vale NIENTE ?

Quando ci fu l’assemblea straordinaria, il 25 gennaio 2015, furono presentati due sistemi di votazione: assemblea in una sola sede o in videoconferenza con le regioni, questa avrebbe dato più possibilità di partecipazione e, forse, un risultato diverso (l’unione fa la forza comunque), e in ogni caso si sarebbe dato un segnale di considerazione verso le società minori.

Nei diritti previsti dallo Statuto esiste quello di organizzare le manifestazioni, un capitolo molto delicato; un grande organizzatore della mia regione si lamentava di contribuire alle casse della Federazione con 20.000 euro l’anno senza ricevere in cambio che regole e regolette, nessun aiuto nemmeno organizzativo, solo i giudici il giorno della manifestazione; e di contare poco o niente.

Avendo sempre trascurato il settore strada, non esiste, al momento, chi possa effettivamente assolvere al compito di Delegato Organizzativo, che dovrebbe supportare l’organizzatore nella preparazione della manifestazione, per cui esiste solo il Delegato Tecnico: un giudice, che, naturalmente, conosce solo i regolamenti.

La scarsa considerazione della Federazione nei riguardi della strada è saltata agli occhi quando l’assemblea straordinaria decise di attribuire un certo numero di voti agli organizzatori di manifestazioni nazionali e internazionali; furono accettate quelle di pista, cross, marcia e corsa in montagna, la strada fu BOCCIATA.

Il Run Project avrebbe dovuto dare risposte esaurienti e prospettive di sviluppo all’attività non stadia, purtroppo sembra che sia partito col piede sbagliato riservando alla FIDAL nazionale le manifestazioni su distanze standard, ex regola 240 del Regolamento Tecnico Internazionale, necessariamente da omologare, e manifestazioni “storiche”: quali ?

Concludendo, è indispensabile l’effettuazione di corsi di formazione, che diano almeno una base comune sulla quale dialogare e di una maggiore attenzione verso le esigenze di tutti, pistaioli e stradisti.

Occorre veramente intervenire con sostegni economici, ausili didattici e formativi e il coinvolgimento delle famiglie e degli atleti per la nascita di società di atletica leggera, che provvedano alla creazione di un centro di attività sportiva e culturale dai 6 ai 99 anni in cui tutti siano coinvolti e protagonisti, chi vuol gareggiare come agonista tesserandosi alla FIDAL, chi desidera partecipare come non competitivo tesserandosi per un EPS concordatario o anche in FIDAL come Amatore: la figura è prevista dallo Statuto, ma è scomparsa dalle categorie tesserabili. Tutti comunque con certificato medico, agonistico per atletica leggera nel primo caso, non agonistico nel secondo: sarebbe la fine auspicata da molte società della Runcard.

Questa può sembrare utopia, ma non lo è, è il superamento di uno steccato di diffidenza che non ha motivo di esistere, l’accettazione consapevole dell’esistenza di due realtà sancite dal CONI, lo sport agonistico e lo sport amatoriale, che devono e possono coesistere.

 

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Venerdì, 16 Agosto 2024 23:25

Giudici e tecnici: che pensa di fare la Fidal?

Finite le Olimpiadi, ora comincia la vera battaglia, Mei contro Leone - se verrà accolto il suo reclamo -; la solita stucchevole pantomima per le poltrone, nessuno sembra rendersi conto che in Atletica bisogna correre avanti e non stare alla finestra, in retroguardia al motto “finché la barca va”.

Prima di stilare un piano operativo è necessario raccogliere le informazioni necessarie, e la matematica è un valido aiuto.

Nel 2000 le Società erano 2.841, oggi 2.881 (+40), i Giudici 5.174, oggi 4.533  (- 641), i Tecnici 5.293, oggi 9.048 (+  3.755) , gli Atleti 127.041, oggi 244.405 (+ 117.364), cioè abbiamo un quasi raddoppio degli atleti e un buon incremento dei tecnici, anche se inferiore agli atleti.
Ma le Società sono rimaste praticamente ferme.

Queste sono le criticità da affrontare e possibilmente risolvere, partendo dal “peccato originale”, il tabù del dilettantismo, che non esiste più nemmeno alle Olimpiadi.

Partiamo dal problema numero UNO, altrimenti sintetizzabile col manzoniano CARNEADE! CHI ERA COSTUI?

Cos’è il GGG (Gruppo Giudici Gare)? è l’organismo della Federazione, che ha il compito di controllare le manifestazioni di atletica leggera, completa autonomia giudicante e competenza tecnica esclusiva nell’applicare le norme del R.T.I., nei regolamenti particolari delle manifestazioni e nelle disposizioni degli organi federali competenti, senza alcun vincolo di subordinazione.

Si può dire che i Giudici sono un tutt’uno con l’Atletica fin dal 776 a.C. quando in Grecia nacquero i Giochi Olimpici, e gli Ellanoidici costituivano l’organo giudicante chiamato a controllare il corretto svolgimento delle gare. Erano personaggi di grande carisma, stimati per autorevolezza e condotta irreprensibile, e di potere pressoché assoluto.

Con la rinascita dei Giochi nel 1896 tornò con uguale nobiltà la figura del Giudice, i primi Italiani furono Alberto Alberti e Eugenio Benucci nel 1906 ad Atene. Altra data storica il 12 gennaio 1936 quando per la prima volta fu deliberata la divisa ufficiale: pantaloni, calze, cintura e scarpe bianche con camicia nera (dati i tempi).

Questo breve excursus storico mette in evidenza come giustamente la figura e il ruolo del giudice siano l’essenza stessa dell’Atletica: non ci può essere gara senza che ci siano i risultati e chi garantisce la correttezza del loro conseguimento è solo ed esclusivamente il giudice.

Per questo motivo è garantita al GGG autonomia funzionale, organizzativa ed operativa interna. A livello regionale i giudici hanno una loro struttura autonoma con un Consiglio Regionale presieduto dal Fiduciario Regionale. Esiste poi una Commissione Regionale, che predispone il piano del fabbisogno economico relativo al funzionamento del Gruppo e coordina le attività regionali in armonia con il calendario approvato dal Comitato Regionale. Per questo motivo la stesura del calendario annuale territoriale viene concordata con la Commissione, e ogni eventuale inserimento nel corso dell’anno viene accettato eccezionalmente solo col suo  benestare, anche se questo può comportare la perdita di qualche manifestazione.

I nostri giudici sono quasi tutti ex atleti che portano nel loro lavoro, oltre alla passione, anche la conoscenza dei regolamenti e l’esperienza, acquisite negli anni di militanza attiva. Svolgono un’opera di volontariato altamente qualificata e meritoria oltre che di grande responsabilità, e sono per questo apprezzati da tutti gli sportivi degni di tale nome: sono la “benemerita” dell’Atletica.

Questo il quadro da idillio politicamente corretto: ma in realtà solo fino a pochi anni fa dovevano pagare la tessera annuale di adesione alla FIDAL, prestano la loro opera gratuitamente e se devono spostarsi con un mezzo ricevono un rimborso benzina irrisorio, meglio se vanno in quattro a bordo; partecipano a corsi di formazione e aggiornamento; stanno sui campi di gara almeno sei ore e hanno la responsabilità di tutto quanto avviene durante le manifestazioni.

Nel calcio si smette di fare l’arbitro a 45 anni, mentre l’età media dei giudici è 70 anni: è indispensabile reclutare nuove forze,  ma anche i pochi giovani che accettano di fare il corso, dopo al massimo un paio d’anni si allontanano. Chi starebbe otto ore il sabato e la domenica su un campo GRATIS ?

Occorre trovare un sistema che renda motivante il mestiere di giudice, sia dal punto di vista dell’immagine che del ritorno economico, anche in considerazione dell’evoluzione informatica nella gestione sul campo dei vari concorsi e gare.

Anche qui si paga un errore di impostazione: come esiste una Federazione Cronometristi autonoma e nel calcio esiste l’AIA, Associazione Italiana Arbitri, così si sarebbe dovuta creare una Associazione Italiana Giudici Atletica Leggera realmente autonoma, a cui la FIDAL e gli EPS dovrebbero rivolgersi per la gestione delle manifestazioni competitive pagando il servizio.

Si può ancora correre ai ripari stabilendo un piano di remunerazione in base al lavoro svolto, si potrebbero catalogare i compiti dei giudici su tre livelli a seconda dell’impegno richiesto con un gettone di presenza, per un importo da concordare, per ogni livello.

Ma esiste una forte resistenza anche all’interno del GGG: il motivo? Il tabù del professionismo.

C’è un’altra categoria di “carneadi”, i Tecnici, ma il termine è troppo “scientifico”, meglio chiamarli Formatori.

Sarebbe interessante promuovere un sondaggio su quanti italiani conoscono i tecnici degli atleti che hanno partecipato ai Giochi Olimpici, c’è da pensare che i risultati sarebbero desolanti.

Il mestiere non è certo appetibile dal punto di vista economico, sono degli amanti dell’Atletica che trovano appagamento nell’educare i loro ragazzi, nell’insegnare la loro specialità e nei risultati che essi ottengono.

Prima che “tecnici” sono “maestri di vita”. Il mio primo formatore - avevo solo 14 anni -  mi disse:  “Questo è il programma settimanale di allenamento, ma se un giorno non hai voglia non venire al campo, recupereremo un altro giorno”.

Deve trovare la giusta misura tra il rigore e il divertimento, deve insegnare a non esaltarsi per un successo e a non abbattersi per una sconfitta.

E’ una professione difficile, sospesa tra la tensione al risultato e la giusta considerazione delle necessità umane dell’atleta: Schwazer insegna, a un certo punto il suo equilibrio è saltato, il suo tecnico avrebbe dovuto intuire il suo malessere spirituale e intervenire.

Per le Società di Atletica su pista, i tecnici sono un notevole impegno economico, tra settore giovanile e settore assoluto le più strutturate ne hanno una cinquantina, quelle medie sulla ventina, ma queste società sono una minoranza nel vasto mondo dell’atletica italiana. Una su dieci secondo gli ultimi dati, il resto è formato dalle Società podistiche che devono tesserare un tecnico (già tesserato per le società “importanti”), ma che tale è solo di nome e spesso non conosce nemmeno i suoi “pupilli”.

L’obbligo ha un senso in una visione ideale del “podismo”: sarebbe oltremodo auspicabile che i podisti non fossero dei “fai da te” con tutti i guai connessi, dagli infortuni al doping dei poveri, ma questo sarebbe possibile solo con un’auspicabile evoluzione culturale delle società podistiche nell’attività non stadia, guidata e sostenuta dalla Federazione, invece sempre più lontana e irraggiungibile, .

I tecnici sono anch’essi dei volontari:, se si mettesse in piedi un circolo virtuoso di attenzione all’Atletica, ci sarebbe un riconoscimento tangibile, che porterebbe nuove leve e, quindi, maggiore supporto quantitativo e qualitativo agli atleti.

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Lunedì 12 agosto, il Tribunale Federale si è riunito per decidere sul ricorso presentato da Giacomo Leone avverso l’esclusione della sua candidatura alla Presidenza Fidal (qui il precedente) che ha rigettato le eccezioni di inammissibilità presentate dalla FIDAL, fissando fissato l’udienza per decidere nel merito il prossimo 23 agosto concedendo anche un ulteriore termine per la preparazione delle memorie difensive. In caso di accettazione saranno due i candidati alla presidenza FIDAL il prossimo 8 settembre, diversamente il candidato unico sarà Stefano Mei.

Qui di seguito un estratto delle dichiarazioni di Leone: “E’ stata una udienza dura (omissis) Ho estrema fiducia nel Tribunale Federale (omissis). Non sono abituato però al fatto che cavilli burocratici, a mio parere infondati, possano erigersi ad arbitro condizionando la corsa verso il traguardo. (omissis). Personalmente, a situazioni invertite, mi sarei comportato diversamente da Stefano Mei. Anche se fosse stato mio diritto costituirmi in giudizio, a maggior ragione se avessi ricoperto la carica di Presidente Federale, non l'avrei mai fatto lasciando decidere la questione alle istituzioni federali preposte e nel più breve tempo possibile. Attualmente la competizione si è trasferita nelle aule del Tribunale Federale e non nella volontà dei tesserati. Ripeto, è tutto legittimo ma sicuramente in antitesi rispetto a chi afferma di avere il 70/80 % del consenso. La verità è che sappiamo bene che ci sono numerose società, più del 50%, che sono stanche delle tante promesse non mantenute, dell’assenza di dialogo, dei format (vedi Challenge, CDS e Campionati Italiani) che le società hanno più volte sollecitato ad abolire o cambiare e non hanno mai avuto una risposta. Dei continui ritardi con cui si dovrebbe cambiare la Runcard, con l’ultima perla dei Master in partenza per i Mondiali a cui mancano le divise ufficiali (a pagamento). Per non parlare del clima in federazione con tre dipendenti licenziate ed una causa di lavoro che durerà anni. Ci vuole un nuovo impulso, per una Federazione che sia realmente e non solo a parole al servizio delle società.

I recenti risultati di Parigi vedono una nazionale sana frutto dei tanti anni di lavoro. Se pensate che dei 24 atleti che hanno contribuito alla placing table, tanto citata in questi giorni (quando fa comodo citiamo le medaglie, quando fa meno comodo la placing table): Aceti, Arese, Battocletti, Derkach, Desalu, Diaz Hernandez, Fabbri, Furlani, Iapichino, Jacobs, Mangione, Melluzzo, Molinarolo, Osakue, Palmisano, Patta, Polinari, Scotti, Sibilio, Sito, Sottile, Stano, Tortu, Trevisan, vestono la maglia azzurra in 3 dal 2012, in 5 dal 2013, in 2 dal 2014, in 7 dal 2016, 2 dal 2018, 2 dal 2019 e poi per ovvie ragioni anagrafiche e di eleggibilità, Furlani dal 2021, Sito dal 2022 e Diaz era all’esordio con la maglia azzurra. Ciò significa che sono ragazzi, che prima ancora di arrivare alla nazionale erano seguiti da tecnici preparati, da società giudiziose che non hanno affrettato i tempi di maturazione degli atleti stessi, e che successivamente sono stati supportati da società militari (10 dalle FF.GG., 5 dalle FF.OO., 2 da Aeronautica, Carabinieri e FF.AA. e 1 dall’Esercito). Due invece sono civili, Sito del Cus Pro Patria Milano e la Trevisan della Bracco Atletica. Quindi è indiscutibile che questa è la più forte nazionale di tutti i tempi. Costruita faticosamente in tanti anni di lavoro come potrebbe testimoniare Gabriella Dorio, per tanti anni al supporto di questi giovani azzurri, oggi diventati adulti.

(Omissis) Invito tutte le società che vogliono supportare me ed il nostro gruppo ad inviare entro il 24 agosto, via PEC all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , il verbale dell’assemblea dei tecnici e degli atleti e la dichiarazione di elezione di atleti e tecnici che saranno in assemblea a votare la componente dei consiglieri federali atleti, tecnici, il presidente federale e il revisore dei conti. Le società che saranno presenti a Fiuggi lo facciano presente ai nostri referenti regionali o ce lo segnalino attraverso la mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. “.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

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In un’estate già molto calda per gli impegni agonistici dei nostri azzurri agli europei ed ora ai giochi olimpici, c’è un’altro fattore extra sportivo a scaldare ulteriormente gli animi e non parliamo della temperatura ambiente, bensì delle elezioni FIDAL per il prossimo quadriennio. Elezioni che sono dietro l’angolo in quanto si svolgeranno l’8 settembre, data che storicamente per l’Italia non promette bene, ricordando gli eventi che seguirono a quel 1943.

Prima di entrare nella notizia permettetemi anche una riflessione sul meccanismo di queste elezioni, purtroppo comune a molte Federazioni Sportive. Come è possibile che nell’Anno Domini 2024, si debba ancora spostare gente da tutta Italia fino a Fiuggi (destinazione non comodissima peraltro) e non si possa votare on line? Votiamo on line per mille associazioni, per le politiche abbiamo seggi vicino a casa, ormai si può partecipare in video da remoto a riunioni importantissime, fare tutto, compreso votare. Se vogliamo restare nel medioevo, ma migliorare rispetto all’età della pietra, non si potrebbero istituire quantomeno delle sezioni nelle sedi regionali? Oppure garantire un modo più pratico per disporre delle deleghe?

Scusandomi per lo sfogo e tornando alla cronaca, ieri sul sito federale sono stati pubblicati gli elenchi dei candidati che si presenteranno all’assemblea elettiva a Fiuggi.

Da tempo è noto che le compagini contrapposte sono due. Quella che fa riferimento all’attuale presidente Stefano Mei e dall’altra parte quella di Giacomo Leone, attuale presidente di Fidal Puglia e sfidante unico di Mei. I suoi candidati consiglieri, annunciati nei giorni scorsi si trovano nell’elenco insieme a quelli legati all’attuale presidente.

Tutto bene? Si, ma non benissimo, nell’elenco uscito oggi c’è solo il nome di un candidato presidente, Stefano Mei. Giacomo Leone non compare. La sua candidatura sembra essere stata rifiutata dalla commissione elettorale per motivi burocratici che però non sono stati resi pubblici o spiegati all'interessato.

Riportiamo qui di seguito la dichiarazione che ci è stata inviata dal Comitato per l’elezione di Giacomo Leone, in merito ai summenzionati fatti e come sempre siamo disponibili a pubblicare eventuali repliche da parte di tutti i protagonisti della vicenda:

“Cari amici, come sapete, oggi alle 12,00 la Fidal ha pubblicato i nominativi dei candidati alle prossime elezioni ed il mio nome non c’è.
Alle ore 14,03 mi è stata inviata una PEC dalla Segreteria generale che mi informava della mia esclusione, senza alcuna motivazione.
Voglio rassicurare tutti coloro che mi hanno sostenuto e mi stanno sostenendo in queste ore che tutto sarà risolto al meglio. 

Alle ore 16,45 il mio avvocato ha inviato la richiesta di accesso agli atti per conoscere le motivazioni e produrre un ricorso motivato.
Il 29 luglio pomeriggio mi sono recato personalmente in Federazione per consegnare tutta la documentazione necessaria per la candidatura e nessuno ha eccepito nulla.
Sono certo che tramite gli avvocati, sarò reintegrato tra i candidati.

Chiedo a tutti i sostenitori, miei e dei candidati consiglieri, di non arretrare di un millimetro. Non voglio pensare neanche per un minuto che questa esclusione sia frutto di giochi di potere.
Ce la faremo sicuramente.
La federazione ha bisogno di un sereno e civile confronto e di una grande dose di democrazia.

Le elezioni ne devono essere il punto più alto.

Ora rivolgiamo un caloroso pensiero ai nostri atleti che si devono battere al meglio per la nostra bandiera. Oggi non è stata una bella giornata ma le prossime, ci auguriamo, saranno fantastiche per i colori azzurri.
Appena avremo notizie, le renderemo pubbliche.
Grazie a tutti e buone Olimpiadi.

Giacomo Leone"

 

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

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Domenica, 30 Giugno 2024 22:15

Dure contestazioni dell'opposizione alla FIDAL

NdA: In vista delle elezioni nazionali FIDAL, fissate per il prossimo 8/9 (e già data e luogo scelti sono motivi di contestazione), riceviamo e pubblichiamo questo duro comunicato da parte di www.latletica2024.it , composto dal gruppo che si candida a sostituire l'attuale guida federale e che vede, tra le sue fila, l'ex Presidente Alfio Giomi, ed il candidato alla presidenza Giacomo Leone (l'eroe di New York 1996). Le accuse lanciate all'attuale Presidente Stefano Mei ed al suo team sono molto gravi ed ovviamente noi restiamo a disposizione degli attuali vertici FIDAL, qualora volessero rispondere sulle nostre colonne. Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

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ORA BASTA!

Quello che è avvenuto in consiglio federale ha passato ogni limite si è cambiato lo statuto federale la nostra carta di riferimento le certezze della nostra vita in atletica il nostro Vangelo per credenti e per laici. 

Si è azzerato il principio base della nostra storia. 

Chi più produce chi più si impegna chi è più bravo ha più voti. 

Un principio democratico e meritocratico che si può anche cambiare. 

Ma lo decidono le società, non il consiglio federale senza una maggioranza qualificata

Da oggi, più di sempre il nostro mantra sarà il ritorno della legalità.

Le società devono sapere cosa è stato scritto dal Commissario ad Acta, e ci chiediamo quali poteri aveva a disposizione oltre a far rispettare i principi dettati dal CONI, per modificare delle parti che non sono conformi alla storia della nostra Federazione.

Da domani, puoi essere la Studentesca Milardi, la Fratellanza Modena, o la Firenze Marathon, ma la tua adesione per la candidatura del Presidente o dei Consiglieri, vale quanto la società affiliata da 12 mesi che ha fatto il minimo dell’attività. 

Dov’ è andata a finire la tanto sbandierata “meritocrazia” urlata nell’assemblea del 31 gennaio 2021?

Da domani avremo uno statuto pensato per le Federazioni che non hanno i voti plurimi, non solo, avremo articoli scritti con il “copia e incolla” da Statuti di Federazioni che hanno discipline diverse (vedi Triathlon, FITP o Fijlkam).

Delle macroscopiche inesattezze che dovevano evitare di far andare in votazione uno Statuto scritto in fretta e male.

Uno sfregio nei confronti delle società affiliate e finanche del CONI che nella Giunta del 5 giugno si era raccomandato di lasciare 60 giorni dalla messa a disposizione delle “regole” per la candidatura al momento della presentazione delle candidature stesse, ed invece ne passano solo 30 perché entro il 30 luglio bisognerà presentarle con un pastrocchio misto di società, Atleti e Tecnici che dovrebbero nel frattempo essere designati dalle società attraverso assemblee interne.

Un miscuglio assolutamente inaccettabile, solo ed esclusivamente per tagliare le gambe ad una opposizione che è già maggioranza. 

E questo il presidente lo sa, ha paura, e sta mettendo in atto una vergognosa limitazione del vivere democratico all’interno della nostra Federazione.

Uno schiaffo alle società, costrette a votare in una data in cui mai si era votato nella storia della Federazione, ad inizio settembre, con i nostri dirigenti, tecnici, atleti di cui molti ancora in vacanza.

Ma noi non ci fermeremo, per evitare questo scempio della democrazia. 

Lo Statuto può essere modificato esclusivamente dall’Assemblea Straordinaria. 

Il Commissario ad Acta poteva modificare solo le parti in contrasto con la legge odierna (Decreto Legge n. 71 del 31 maggio 2024).

LE REGOLE DELLA FEDERAZIONE LE DEFINISCONO SOLO LE SOCIETÀ AFFILIATE ALLA FEDERAZIONE. RIDATE L’ATLETICA A CHI AMA L’ATLETICA, NON A CHI HA SOLO SETE DI POTERE!

Firmato: Sabrina Fraccaroli, Giacomo Leone, Franco Angelotti, Concetta Balsorio, Marco Benati, Fabio Canaccini, Mario Cotogno, Luigi D’Onofrio, Roberto De Benedittis, Paolo Galimberti, Alfio Giomi, Carlo Giordani, Massimo Magnani, Marisa Masullo, Gianni Mauri, Ida Nicolini, Fabio Pagliara.

 

COSA CAMBIA NELLO STATUTO

 

I POTERI DEL PRESIDENTE

 

Art. 15. Il Presidente

I provvedimenti sulle materie di esplicita competenza del Presidente Federale e nell’esercizio delle deleghe a lui assegnate con precedenti provvedimenti del Consiglio Federale non sono sottoposti a ratifica del Consiglio Federale.

 

Art. 16. Il Consiglio federale

  1. f) ratifica le delibere di urgenza di propria competenza assunte dal Presidente, valutando caso per caso la sussistenza dei presupposti legittimanti l'adozione del provvedimento, ad eccezione delle materie di esplicita competenza del presidente federale e delle deleghe a lui assegnate con precedenti provvedimenti del Consiglio Federale;

 

Seppure queste norme fanno parte dei principi ispiratori del CONI, a nostro parere non possono ledere il principio di democrazia. Una delega data a maggioranza, seppur ristretta, consente al Presidente di non tornare mai più in Consiglio Federale sull’argomento. Un potere eccessivo dato al Presidente.

 

LE CANDIDATURE

 

Art. 37 bis - Presentazione Candidature

Si passa da un sistema a voto plurimo a quello a voto singolo, inserendo di fatto anche atleti e tecnici nel voto per le candidature:

In sostanza per candidarsi a Presidente servono:

301 sottoscrizioni di cui 60 atleti e 30 tecnici aventi diritto a voto

Per Candidarsi a Consigliere bastano

34 sottoscrizioni di cui 7 atleti e 3 tecnici aventi diritto a voto

 

Nell’art. 37 bis 2 quinques è inserita la norma: 

Fermi restando i limiti di cui al presente articolo è consentita la possibilità di prevedere la suddivisione delle sottoscrizioni delle candidature fra una o più discipline.

 

Questa norma si riferisce al 7° principio del CONI dell’elegibilità alle cariche federali. All’art. 9 che fa riferimento specifico a Federazioni che hanno più discipline! (Es. FIJLKAM) Quindi non c’entra nulla con la nostra Federazione!

 

LA VALIDITÀ DELLE ASSEMBLEE

 

Art. 12 Validità delle Assemblee

1 bis. Nelle sole Assemblee elettive, il quorum costitutivo in seconda convocazione è di almeno il 35% degli affiliati aventi diritti di voto. 

1 ter. Il quorum Assembleare dovrà calcolarsi esclusivamente sul numero delle società e associazioni presenti o delegate (senza considerare atleti e tecnici) e non sul numero di voti.

 

Si modifica dal 30 al 35% il quorum costitutivo in seconda convocazione delle assemblee elettive. Il quorum è solo sulla presenza del numero delle associazioni presenti o delegate e non sul numero dei voti. Praticamente su 2872 aventi diritti al voto debbono essere presenti 1006 società che potrebbero avere tutte 10 voti per 10060 voti contro i 69675 voti disponibili.

 

Il principio ispiratore del CONI (6. Principio assembleare) recita: Nelle sole Assemblee elettive, qualunque sia il sistema di voto prescelto (singolo o plurimo), gli statuti devono prevedere un quorum costitutivo in seconda convocazione tale, da garantire l’ampia partecipazione degli aventi diritto a voto e comunque non inferiore al 35% fatte salve le previsioni di cui al successivo principio fondamentale 7.2.  

 

Ma nelle Federazioni con voto plurimo è chiaro che si deve riferire al 35% dei voti assembleari

 

DEL METODO

 

Il 5 giugno scorso la Giunta nazionale del CONI ha indicato un Commissario ad Acta per le modifiche statutarie in seguito all’entrata in vigore del Decreto Legge n. 71 del 31 maggio 2024.

Malagò ha poi informato la Giunta che l’Autorità vigilante auspica adempimenti formali che agevolino la partecipazione di candidature a qualsiasi livello. Si invitano quindi tutte le Organizzazioni Sportive Nazionali che svolgeranno le assemblee a mettere a disposizione tutta la documentazione utile per proporre la propria candidatura almeno 60 giorni prima della scadenza delle presentazioni delle candidature stesse.

 

Da qui si evincono diversi aspetti:

 

  • Le modifiche allo Statuto potevano interessare solo quelle parti che andavano in contrasto con il Decreto legge n. 71.
  • Che il Commissario ad Acta non aveva alcun potere per modificare aspetti dello Statuto che sono prerogativa dell’Assemblea Straordinaria.
  • Che il Consiglio Federale non poteva mettere in votazione lo Statuto che contiene elementi per una Federazione a voto singolo mentre la nostra è a voto plurimo, ed oltretutto contiene elementi di Federazioni che hanno diverse discipline mentre la nostra ne contiene una sola: l’ATLETICA LEGGERA.
  • Che in funzione di questi errori si doveva rimandare la votazione sullo Statuto chiedendo al Commissario di modificare quelle parti che non sono conformi alla nostra Federazione.
  • Che comunque la votazione per l’approvazione dello Statuto, per similitudine doveva avere il consenso almeno dei 2/3 all’interno del Consiglio Federale invece è stato votato con 8 a favore e 5 contrari
  • Che devono passare 60 giorni dalla messa a disposizione delle regole per le candidature, alla scadenza delle presentazioni delle candidature stesse.
  • Che in base all’Art. 7 comma L dello Statuto del Coni, la Giunta “approva, ai fini sportivi, gli statuti, i regolamenti per l’attuazione dello statuto, i regolamenti di giustizia sportiva, valutandone la conformità alla legge, allo Statuto del CONI, ai principi fondamentali, agli indirizzi e ai criteri deliberati dal Consiglio Nazionale, rinviandoli eventualmente entro il termine di novanta giorni alle Federazioni Sportive Nazionali ed alle Discipline Sportive Associate per le opportune modifiche;”

 

 

Ne consegue che: 

L’assemblea non poteva essere indetta l’8 settembre ed i sottoscritti impugneranno la delibera di fronte al Collegio di Garanzia del CONI, e se servirà al TAR ed al Consiglio di Stato, fino alla Corte Europea per evitare questo scempio della democrazia. Ci appelliamo al Presidente del CONI Malagò, al Ministro Abodi, affinché si fermi questo ABUSO DI POTERE. 

 

Firmato: Sabrina Fraccaroli, Giacomo Leone, Franco Angelotti, Concetta Balsorio, Marco Benati, Oscar Campari, Fabio Canaccini, Mario Cotogno, Luigi D’Onofrio, Roberto De Benedittis, Paolo Galimberti, Alfio Giomi, Carlo Giordani, Massimo Magnani, Marisa Masullo, Gianni Mauri, Ida Nicolini,  Fabio Pagliara.






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Domenica 2 giugno, con partenza da San Feliciano (Magione-PG), uno dei più suggestivi borghi rivieraschi del lago Trasimeno, si è svolta la terza edizione della “Giorgissima”, manifestazione nata per commemorare la povera Giorgia Panciarola, giovanissima vittima di un grave incidente stradale avvenuto nel maggio del 2021. Si tratta di una manifestazione molto sentita dalla coesa comunità locale che, insieme ai podisti provenienti da ogni dove, si è nuovamente stretta in un grande abbraccio collettivo intorno ai familiari di Giorgia. 

La corsa era inoltre valida come sesta prova del Circuito Endas dell’Umbria 2023, oltre che essere inserita nel calendario regionale della Fidal. E qui purtroppo si sono verificati molti intoppi burocratici, che con il podismo amatoriale non dovrebbero mai entrare, legati alla storia infinita della convenzione tra la stessa Fidal ed alcuni Enti di promozione sportiva che non intendono firmarla.  Sta di fatto che, complice anche una giornata non molto fausta sul piano climatico, la partecipazione ha risentito di un regolamento imposto dalla Fidal, in cui ai tesserati degli Eps senza convenzione era stato impedito di partecipare. Tra questi inizialmente anche la citata Endas sebbene patrocinasse la gara. 

Alla fine, esercitando una sorta di moral suasion, sparute truppe dell’Endas sono riuscite a riportare parzialmente alla ragione i fautori del blocco, consentendo agli aderenti di iscriversi a questa splendida manifestazione. Dico parzialmente per il semplice motivo che, contrariamente a quanto accaduto due settimane orsono ad un’altra gara del circuito con la doppia egida, in cui non si è fatta distinzione di tessere, gli iscritti Endas sono stati tolti dalla classifica ufficiale, seppur ricevendo un premio a parte. 
Ciò, a mio avviso, testimonia un crescente impazzimento causato da una burocrazia sportiva che sta creando seri ostacoli alla diffusione della nostra antica e nobile disciplina sportiva. Tant’è che, soprattutto a seguito della querelle sulla convenzione, sembra che si stia creando un fronte composito di soggetti che contesta sempre più apertamente la pesantezza di alcuni lacci e laccioli che esistono solo in Italia.

Per il resto la Giorgissima si è svolta nel migliore dei modi sotto tutti i punti di vista. Il percorso, molto selettivo, quasi interamente chiuso al traffico e unico sul piano spettacolare, si presenta molto vario sul piano tecnico: un lungo tratto iniziale in salita – con tratti piuttosto arcigni -, una successiva picchiata che riporta i concorrenti in prossimità del lago e gli ultimi 4 chilometri in pianura, resi complicati da un continuo cambiamento del fondo stradale. 
Di grande impatto visivo il passaggio dentro il borghetto lacustre di Monte del Lago, conosciuto nel medioevo come Mons Fontegianus. A quanto pare, in questo piccolo gioiello del Trasimeno soggiornò spesso il grande Giacomo Puccini ospite del musicologo Riccardo Schnabl Rossi.

Molto buoni, infine, gli aspetti legati alla gestione della kermesse, che per gli affaticatissimi podisti giunti al traguardo si è tradotta in un corposo e corroborante ristoro finale.

Insomma, al di là dei tipici bizantinismi italici, che ahinoi da tempo caratterizzano lo sport amatoriale, la Giorgissima si è confermata come una splendida giornata di festa e di solidarietà, realizzando anche quest’anno una meritoria raccolta di fondi in favore dell’Istituto Serafico di Assisi.

Pertanto, soprattutto per noi che aderiamo agli Eps, figli minori del Dio dello sport amatoriale, la Giorgissima rappresenta un appuntamento da non mancare assolutamente negli anni a venire.

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Con il mancato rinnovo della convenzione tra Fidal e Uisp, noi presidenti di società possiamo tranquillamente abbandonare la romantica idea di continuare a fare le iscrizioni di gruppo alle gare podistiche. Sì, perché se era già complicato prima a causa dei costi di Endu (solo per fare un esempio che conosciamo tutti), e gli sconti/promozioni che saltano fuori ad ogni occasione (tipo il black Friday), i vincoli operativi tipo  quello del numero minimo di iscritti, il continuo susseguirsi di piattaforme on line di iscrizione che ti obbligano a fare 100 registrazioni all'anno, adesso si aggiunge questo ulteriore bastone tra le ruote.

Come ben sapete dal 31/03/24 tutti gli atleti tesserati Fidal che vogliono partecipare ad una gara organizzata dalla Uisp devono inviare il certificato medico e finiranno in classifica come "singoli" e non come tesserati per la propria società. Ovviamente questa cosa complica drasticamente le iscrizioni di gruppo perché ogni singolo atleta iscritto di gruppo dovrà poi fornire il proprio certificato medico in modo autonomo: capite bene che non tutti i podisti sono in grado/ hanno voglia di fare questo ulteriore passaggio rischiando così di vedersi negato il pettorale per correre il giorno della gara.
In un periodo storico dove gli iscritti alle gare competitive sono in continuo calo io credo che perdere la "spinta" delle iscrizioni di gruppo, che spesso sono il jackpot che regge il banco, sia il penultimo pugno prima di quello del KO.

Per quanto riguarda il Passo Capponi (la mia società) questa situazione ci disturba molto perché va in contrasto con i servizi che forniamo ai nostri tesserati, dove loro devono pensare solo a correre perché a tutto il resto ci pensiamo noi. Avanti di questo passo, si pone un'altra domanda: ha ancora senso tesserarsi per una società se al lato pratico tutti gli organizzatori ti obbligano ad iscriverti in autonomia e ti considerano come se fossi un singolo???

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21 aprile - L’edizione 2024 di “Per le vie della ceramica”, che tutti gli anni si corre a Deruta in provincia di Perugia, è stata funestata da una inverosimile sequela di squalifiche ai danni di atleti tesserati con gli Enti di promozione sportiva. A quanto riportato da alcuni dei podisti estromessi, ciò è la terza volta che accade nelle ultime settimane, e sempre ad opera di un giudice particolarmente ligio alle disposizioni, a mio avviso assai discutibili, della Fidal.

Fidal che, nel periodo della firma delle convenzioni con gli stessi Eps, ha emanato il 12 aprile una circolare di carattere draconiano, di cui riportiamo integralmente il testo:

“Come da indicazioni nazionali si comunica che alla data odierna gli Enti di Promozione Sportiva che hanno sottoscritto la convenzione con la Federazione Italiana di Atletica Leggera sono ASC, CSAIN e LIBERTAS.
Per quanto sopra, gli Enti che non hanno aderito non potranno far partecipare i propri tesserati alle manifestazioni regionali FIDAL e altresì non potranno inserire nel Calendario FIDAL condiviso le manifestazioni organizzate dagli Enti stessi o dai propri affiliati.
Conseguentemente, in tali eventi non potranno partecipare gli atleti tesserati della Federazione in virtù del solo tesseramento FIDAL, ma soltanto in funzione di un eventuale doppio tesseramento con l'EPS (non potendo fare apparire in classifica il codice ed il nome societario FIDAL).
Altresì non potranno essere presenti in tali manifestazioni i giudici di gara e i rappresentanti istituzionali federali, in funzione dei propri ruoli FIDAL.
Da non trascurare anche le possibili e discendenti conseguenze in punto assicurativo e fiscale.”

  Ora, secondo indiscrezioni, sembra che alcuni degli Enti più rappresentativi, come l’Uisp e l’Endas, abbiano iniziato un vero e proprio braccio di ferro con la Fidal per almeno ottenere la possibilità di far partecipare i propri iscritti alle gare nazionali di tipo “bronze”, ovvero di minor rilevanza rispetto alle “gold” e le “silver”.

Pertanto, la succitata circolare sembra tesa a fare pressione sugli stessi Enti, costringendoli, come fu ai tempi dell’istituzione della runcard – che personalmente considero un permesso a competere che contrasta con i principi di libertà insiti in ogni disciplina sportiva– a firmare le nuove convenzioni a prescindere dal loro effettivo contenuto.

  Tra l’altro, le squalifiche inflitte a Deruta, in questa triste mattinata di sport, appaiono assai discutibili, siccome la gara si svolgeva anche sotto l’egida dell’Endas, in quanto valevole come terza prova del suo circuito regionale. Quindi non si comprende su quale base un giudice Fidal possa impedire a persone tesserate con un altro Ente, che tra l’altro avevano già pagato la tassa di iscrizione, di gareggiare in una manifestazione del medesimo Ente.

  Mi sembra evidente, così come in molti altri settori della nostra vita sociale, che pure nello sport amatoriale il peso della burocrazia e delle norme, spesso insensate, tenda a paralizzare ogni attività, spingendo molti appassionati ad uscire dai circuiti organizzati. Tutto questo, almeno per quanto riguarda l’Umbria, sembra trovare una conferma nel continuo calo nel numero delle gare e nel livello di partecipazione alle stesse che si registra da quando è stata istituita la Runcard, alias permesso a competere.

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Venerdì, 05 Aprile 2024 11:01

Torino lascia sperare una rivincita del podismo?

Otto anni fa la FIDAL presentava il Progetto Running, gli obbiettivi erano semplici e condivisibili: a) regole semplici, b) certezza delle prestazioni, c) qualità di servizi, organizzatori, atleti e società.

Ma tra il dire e il fare, come sappiamo, c’è di mezzo il mare.

Oggi dopo otto anni  la realtà è molto diversa da quanto previsto, basta esaminare i risultati a cominciare dalla “chiacchierata” Roma Marathon: nelle manifestazioni certificate nella distanza e nelle prestazioni, i partecipanti alle gare aggiuntive sono spesso superiori a quelli “ufficiali”.

Il motivo è semplice: non si può pretendere da parte della Federazione la qualità, lasciando tutto sulle spalle degli organizzatori, con tasse elevate in base alla qualifica, gold, silver e bronze, e in più pretendere un euro per ogni iscritto.

Il vizio di origine è non conoscere cosa sia il PODISMO, fino al punto di ipotizzare un reinvestimento dei “guadagni” nella pista, offrendo una tariffa agevolata a chi svolge anche tale attività.

Ma il podismo ha un’anima, e alla fine nonostante tutto torna prepotentemente alla ribalta, con due manifestazioni, Just the woman I am che a Torino il 3 marzo ha consuntivato 27.357 partecipanti (dato certo su Evodata), con l’offerta libera di minimo 20 euro: l’iniziativa è molto importante col Villaggio della Prevenzione e del Benessere per le donne, ma questa caratteristica sociale è alla base del movimento podistico da sempre.

Altrettanto significativa nei numeri il 24 marzo,  sempre a Torino, la prima tappa del DJ Ten con due distanze 10 km, con 6342 arrivati, e 5 km con 4.109 (cfr. sempre Evodata).

Regole semplici e chiare: manifestazione ludico motoria (non è richiesto il certificato medico), minimo 16 anni per la 10, la 5 aperta anche ai minori di 12 anni purchè accompagnati da un adulto, euro 18 oltre i 13 anni.

Servizi completi, chip usa e getta, sacca con t shirt e pettorale, assicurazione, medaglia, sacca ristoro, spogliatoi, servizi igienici, deposito borse, iscrizioni via internet fino al 20 marzo, pagamento con bonifico bancario, carta di credito o satispay, eventuali iscrizioni sabato per pettorali avanzati.

Il circuito prevede altre quattro tappe a Bari il 21 aprile, Viareggio il 5 maggio, a Treviso il 19 maggio e Milano il 13 ottobre.

Mi sono soffermato su questa manifestazione perché ricalca migliorando quanto già da me goduto tanti anni fa, quando a Torino nacque la Stratorino, dove eravamo in 20.000. Insomma, sembra che, fallita la rivoluzione del Progetto Running, il Podismo abbia ritrovato la sua anima. Lasciamo l’agonismo ai pochi atleti veri e forse ritroveremo anche i campioni di una volta, mentre ora l’assenza della nostra Federazione ai mondiali di cross a Belgrado non è passata inosservata, anche se guardando i risultati c’è solo da piangere per noi occidentali: nei primi dieci delle varie gare individuali troviamo 18 Keniani, 15 Etiopi e 5 Ugandesi, a questi possiamo aggiungere uno “spagnolo” del Burundi e una “kazaka” del Kenya, ma questa è un’altra storia.

 

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Per vederci più chiaro sulle “maratone e mezze maratone turistiche” occorre come sempre andare a leggere le norme esistenti.

Articolo 26 – 4. Nella stessa manifestazione non possono essere organizzate gare non competitive con partecipazione di cittadini italiani tesserati e non tesserati sulla distanza di maratona e mezza maratona anche se con partenza separata.

E’ consentita l’organizzazione di gare non competitive con finalità turistico sportive sulla stessa distanza, svolte al di fuori dell’egida federale, con partecipazione dei soli cittadini stranieri non tesserati

4.1 Tale evento non competitivo con finalità turistico sportive non ricade sotto l’egida della FIDAL e i cittadini stranieri non tesserati potranno partire nelle griglie predisposte per la gara agonistica , fermo restando l’obbligatorietà degli stessi con pettorali dedicati.

Dovranno altresì essere inseriti in un ordine alfabetico di arrivo distinto dalle classifiche della manifestazione agonistica e non potranno beneficiare di premi in natura, in denaro, buoni valore, bonus, ingaggi, rimborsi spese di qualsiasi genere.

4.2 E’ di competenza degli organizzatori delle manifestazioni non competitive con finalità turistico/sportive l’applicazione di quanto previsto dalla nota esplicativa del Ministero della Salute del 17/6/2015 relativa al Decreto Ministeriale del 8/8/2014 che consente la partecipazione di cittadini stranieri  non tesserati senza certificato medico.

Fin qui i regolamenti, che impongono un paio di domande alle quali è difficile dare una risposta. Prima di tutto il punto 4.2, dove forse nemmeno Azzeccagarbugli sarebbe riuscito a trovare una risposta esauriente alla domanda: In pratica cosa deve fare l’organizzatore per rispettare i vari Decreti Ministeriali? ignorantia legis non excusat  è vero, ma un po’ meno di burocratese non sarebbe possibile ?

La seconda è in parte madre o figlia della prima: Cosa significa non ricade sotto l’egida della FIDAL ?

Non è sicuramente l’Egida ovvero la pelle della capra Amaltea usata come scudo di Zeus e di Atena, ma ha lo stesso significato:  vuol dire patrocinio, patronato, protezione, sostegno. In pratica la FIDAL se ne lava le mani come Ponzio Pilato pur pretendendo, come per la Maratona di Roma 4.500 euro di approvazione e oltre 8.000  per le iscrizioni.

C’è poi un aspetto da chiarire, l’assicurazione obbligatoria della FIDAL copre anche questa “maratona turistica”? l’assicurazione ha valore senza distinzione di attività praticata, purchè rientrante negli scopi della FIDAL.
Ai giuristi l’ardua sentenza.

Mentre Azzeccagarbugli, intento a squadernare le gride cominciando dal primo comma sopra riportato, a un Renzo che gli obiettasse le tante gare di contorno alle maratone ‘ufficiali’, risponderebbe che ad essere vietate sono le 21,097 e le 42,195 “aggiuntive”, ma ad esempio non le 30 km, né tantomeno le 20,950 o le 21,300: “a saper ben maneggiare le gride, nessuno è reo, e nessuno è innocente…”.

Cfr. https://podisti.net/index.php/commenti/item/11468-podismo-una-passione-invischiata-dalle-pastoie-legali.html

 

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Il recente record di partecipazione alla maratona di Roma, con un numero di atleti stranieri (circa 7700) che ha superato gli italiani (circa 7400), però non risulta dalle classifiche ufficiali dei competitivi, che risultano “soli” 7478, a fronte degli oltre 15mila complessivi dichiarati dal comunicato ufficiale (15175 per l’esattezza, su 19mila iscritti): ciò ha suscitato, soprattutto sui social, una serie di interrogativi, sulla singolare collocazione dei maratoneti cosiddetti “turisti”, non ammessi cioè alla gara agonistica (sebbene il loro sforzo, e il conseguente rischio sanitario, sia esattamente lo stesso degli agonisti) per la particolare normativa medica italiana (e, per ora, della sola Francia, dove però si annuncia un cambiamento da settembre), che impedisce la partecipazione a chi non sia tesserato per una Federazione riconosciuta a livello internazionale o non sia in possesso di una certificazione medica equivalente a quella richiesta per i tesserati italiani (ma che nessun paese al mondo richiede).

Abbiamo chiesto un commento a Sebastiano Scuderi, autore di numerosi interventi statistici e di commenti sul fenomeno (qui l’ultimo, sul “doppio conteggio imposto dalla Fidal: https://podisti.net/index.php/commenti/item/11202-maratone-e-soprattutto-mezze-2023-continua-la-crescita.html), che ben volentieri ce lo ha concesso.

Cos’è il podismo? 
Tutto cominciò, o almeno ebbe il suo incremento decisivo, il 2 dicembre 1973: da quella data fino al 2 giugno 1974 fu bloccata la circolazione delle auto alla domenica. La crisi energetica in un anno portò in Italia l’inflazione dal 5 al 25%. In questa situazione gli Italiani trovarono un modo intelligente di superare la crisi e la depressione, e si fecero largo le prime camminate coi nomi più strani, “tapinate”, “tapasciate”, “corride” soprattutto in occasione delle feste patronali, delle fiere, delle ricorrenze. Erano quasi tutte manifestazioni non competitive con l’unico scopo di stare insieme, di esorcizzare con la fatica i problemi sociali, economici e politici del tempo: oggi solo in Piemonte ogni anno sono in calendario FIDAL oltre 200 manifestazioni tra strada, cross e montagna, oltre al centinaio organizzato dagli Enti di Promozione Sportiva.

Ma, a parte queste manifestazioni organizzate, i parchi e le strade sono percorsi a tutte le ore da podisti di ogni età, perché correre fa bene alla salute non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale: quando si corre si è soli con se stessi e con i propri pensieri, il cervello si apre e tutto è più semplice; questa non è poesia, ma realtà, provare per credere. 
Alla fine degli anni ’70 all’interno dei Dopolavoro Aziendali si formò il Gruppo Podismo con lo scopo di aggregare tutti i podisti e sviluppare iniziative di socializzazione; in 30 anni i soci hanno percorso migliaia di chilometri, fino alla mitica maratona di New York.

Nel 1982 lo Stato volle regolamentare la materia e così si arrivò alla Normativa sulla tutela sanitaria in Atletica Leggera, in cui venivano indicati TRE tipi di Certificato: Agonistico, Non Agonistico per tesserati EPS e FIDAL e Ludico motorio.

Lo Statuto FIDAL attualmente in vigore, al comma 2 sul tesseramento recita: c) Gli Atleti. Sono atleti i tesserati di qualsiasi categoria prevista nel Regolamento Organico che svolgono attività sportiva agonistica e non agonistica di cui al Regolamento Organico. 
Il Regolamento Organico precisa, all’articolo 11 – 2: Gli Amatori  (20 anni e oltre) svolgono attività ludico motoria e amatoriale.

Dunque la FIDAL NON può rifiutare il tesseramento di un Amatore: deve prevedere questa categoria, anziché inventarsi prima il cartellino giornaliero e poi la Runcard. Questo darebbe modo alle Società di poter tesserare anche chi vuole semplicemente correre con gli altri, agonisti o non agonisti.

Ma questo non risolverebbe il problema degli stranieri, a meno che non si tesserassero anche loro come Amatori.

Forse non tutti conoscono la nostra Costituzione, ma l’articolo 32 stabilisce che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. E come ho scritto sopra, la legge autorizza la partecipazione col certificato non agonistico: che può essere rilasciato dal medico di base.

Postilla 12 aprile 2024: a un organizzatore che aveva chiesto lumi alla Fidal su una propria gara, la risposta è stata:

La partecipazione di cittadini stranieri a manifestazioni turistico-sportive non ricade sotto l'egida della Fidal, pertanto la Federazione non può rilasciare una modulistica dedicata.
Trattandosi di un'attività non competitiva gli organizzatori devono riferirsi in autonomia alla legislazione vigente sia in termini assicurativi che di eventuale certificazione medica necessaria.

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Bis per Giovanna Epis che oggi a Verona fa suo, per la seconda volta dopo Reggio Emilia 2020, il titolo italiano di maratona correndo nell'anno, per la terza volta, sotto le 2 ore e trenta, oggi in 2h29:29. Tra gli uomini primo titolo italiano per Francesco Agostini con 2h14:21.

Con il nr. 32 Giovanna Epis (ph Stefano Morselli/Racephoto by We Click)

L’
azzurra ha corso in maniera regolarissima chiudendo in 2h29:09 dopo essere passata alla mezza in 1h14:55.
Gara fotocopia per la veneziana che ha replicato sostanzialmente la prestazione ottenuta in agosto ai mondiali di Budapest dove corse in 2h29:10 seppur con condizioni climatiche molto diverse.
L’atleta dei Carabinieri quest’anno ha sfiorato il record nazionale con 2h23:46 ad Amburgo, ad appena due secondi dal primato di Valeria Straneo, e scende per la nona volta in carriera sotto le due ore e mezza.
Alle sue spalle due debuttanti sulla distanza: la siciliana Alessia Tuccitto (Caivano Runners) in 2h38:52 e Alice Franceschini (Atl. Spezia Duferco, 2h42:23), terza nel campionato italiano ma quarta assoluta, prima di lei è arrivata sul traguardo la britannica Alice Braham che arriva in 2h40:07.

Ordine d'arrivo maratona femminile:

1 32 EPIS GIOVANNA
ita, C.S. CARABINIERI SEZ. ATLETICA
2:29:09
-
2 33 TUCCITTO ALESSIA
ita, CAIVANO RUNNERS
2:38:52
+9:43
3 34 BRAHAM ALICE
gbr
2:40:07
+10:58
4 35 FRANCESCHINI ALICE
ita, ASD ATLETICA SPEZIA DUFERCO
2:42:23
+13:14
5 2112 GRISONI EVA
ita, ATL. PARATICO
2:47:22
+18:13
6 31 SILVERA SILVA ELIANA VALERIA
ita, DAINI CARATE BRIANZA
2:48:43
+19:34
7 2001 MILANESI CHIARA
ita, RUNNERS BERGAMO
2:50:12
+21:04
8 1238 SONMEZ AYSE BURCIN
ita, S.S. LAZIO ATLETICA LEGGERA
2:51:18
+22:09
9 2246 BRAVI FRANCESCA
ita, GROTTINI TEAM RECANATI ASD
2:52:22
+23:14
10 1403 MONFREDA DAMIANA
ita, AMATORI ATL. ACQUAVIVA
2:53:46
+24:37




Con il nr. 33 la 2^ della maratona Alessia Tuccitto (ph Stefano Morselli/Racephoto by We Click)

Tra gli uomini Francesco Agostini, 26enne bresciano figlio d'arte atleta dell'Atletica Casone Noceto, festeggia il suo primo titolo con 2h14:21 staccando gli avversari dopo il trentesimo chilometro migliorando il personale di 2h16:31 ottenuto a valencia nel 2021.


Il gruppo di testa guidato da Grano (ph Stefano Morselli/Racephoto by We Click)

Sul podio, alle spalle di Agostini, sono giunti due esordienti sulla distanza, si tratta del bergamasco Nicola Bonzi (Atl. Valle Brembana) che ha chiuso in 2h15:28 e del brianzolo Riccardo Mugnosso (Caivano Runners) che ha completato i 42 chilometri in 2h15:52, quarto il campione uscente, il modenese  Alessandro Giacobazzi (Aeronautica) in 2h18:21).


Francesco Agostini (ph Stefano Morselli/Racephoto by We Click)

Ordine d'arrivo maratona maschile:

1 24 AGOSTINI FRANCESCO
ita, ATL. CASONE NOCETO
2:14:21
-
2 14 BONZI NICOLA
ita, ATL. VALLE BREMBANA
2:15:28
+1:07
3 9 MUGNOSSO RICCARDO
ita, CAIVANO RUNNERS
2:15:52
+1:31
4 2 GIACOBAZZI ALESSANDRO
ita, C.S. AERONAUTICA MILITARE
2:18:21
+4:00
5 15 FERRATO GIANLUCA
ita, ATLETICA SALUZZO
2:18:31
+4:10
6 10 MOLETTO MARCO
ita, ATLETICA SALUZZO
2:18:57
+4:37
7 3 LOLLO ANTONINO
ita, G.P. PARCO ALPI APUANE
2:19:13
+4:53
8 1626 ESPOSITO GIACOMO
ita, ATLETICA SAN BIAGIO
2:20:36
+6:16
9 12 LANCELLOTTI ROCCO
ita, CLUB ATLETICO POTENZA
2:20:55
+6:34
10 984 GIANCATERINA ITALO
ita, ASD ATL. VOMANO
2:23:05
+8:44


Nella mezza maratona, brillante successo della siciliana Federica Sugamiele (Caivano Runners) - nella foto -  che in 1h12:06 toglie quasi un minuto al suo primato di 1h13:04 siglato nel 2020 proprio a Verona, pienamente ritrovata dopo l’incidente stradale di due anni fa che l’aveva costretta a un periodo di inattività. Al personale anche Marta Fabris (Team Km Sport, 1h14:39), terza la norvegese Eli Anne Dvergsdal con 1h15:44.



Tra gli uomini vittoria per Luca Cantoni (Atl. Valle Bergamasche Leffe) in 1h06:57, al secondo posto enrica Bartolotti (Liferunner) in 1h09:31, terzo Matteo Muraro (asd Team Treviso) in 1h09:39.


Con il nr. 10041 il vincitore della mezza Luca Cantoni (ph Stefano Morselli/Racephoto by We Click)

Il commento: un'edizione che ha brillato per la solita buona organizzazione ed un'elevata partecipazione, con 1958 classificati nella maratona (di cui 268 stranieri non competitivi), 3159 classificati nella mezza maratona (di cui 414 stranieri classificati come non competitivi) e 2469 classificati nella 10K non competitiva.
La città di Verona è straordinariamente bella ma la seconda parte della maratona, quella verso San Marino B.A., non è altrettanto bella, un compromesso con la città resosi probabilmente necessario per una sana convivenza con una città a vocazione turistica; 2/3 chilometri in centro nel finale la renderebbero ancor più spettacolare.
Relativamente alla gara, abbiamo visto correre diversi top atleti nel mondo del trail, del triathlon e dell'ultramaratona, in campo maschile bella gara per il triatleta Nicola Duchi che ha chiuso 14° in 2h26:09; l'ultramaratoneta Marco Menegardi ha finito in 2h41:40.
Bella prova dell'ultramaratoneta Simone Corsini che ha chiuso 4° la mezza in 1h09:41.

Passaggio alla Diga sull'Adige, a guidare il gruppo Francesco Nardone poi ritiratori e Giuseppe Molteni (1:1050) (ph Stefano Morselli / Racephoto by We Click)

Ritirati Giovanni Grano, Salvatore Gambino e Mohammed Morchid dopo che nella prima parte di gara sono stati a lungo nel gruppo di testa, stessa fine anche per Onesphore Nzikwinkunda e Francesco Nardone.
Michele Belluschi ha concluso in 2h45:08 dopo esser transitato alla mezza in 1h10:21; si è visto in gara anche Najbe Marco Salami ma solo come lepre della Tuccitto.


Michele Belluschi al ristoro del 40°km (ph Stefano Morselli/Racephoto by We Click)

Informazioni aggiuntive

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Spazientito per le continue imprecisioni che si trovano sui media (compreso il nostro, ma anche le classifiche ufficiali della Fidal), o per usare le sue parole, “stanco di chi non sa un  *** tubo”, Michele Marescalchi, indimenticato segretario dell’AMI (di cui si sente la mancanza), durante e dopo una delle sue chilometriche telefonate ci ha inviato in esclusiva la sua lista, che anche se non è ufficiale è comunque a prova di bomba, e come la Settimana enigmistica è oggetto di innumeri tentativi di imitazione o meglio di copiatura.

Peccato che il sanguigno Michele abbia messo il veto alla pubblicazione dei contenuti “orali” della telefonata: i dubbi su certe prestazioni o distanze certificate da chissà chi, le riflessioni sullo stato del maratonismo sotto la bandiera biancorossoverde, o sulla classificazione federale di “Maratona A” per certe 42 che non avrebbero le carte in regola nemmeno per la B.

Possiamo scrivere solo quanto basta a spiegare i tempi qui sotto, rigorosamente “Gun Time” che è l’unico ammesso a livello internazionale (anche se Marescalchi ammette che si possa transigere nel caso di partenze a ondate o individuali, come accaduto al tempo del Covid, e spera che prima o poi i regolamenti siano adeguati ai tempi); e i top runners che si ostinano a segnalare alla Fidal i propri real-time saranno inesorabilmente depennati dalla classifica di Marescalchi. Non parliamo di quelli che dichiarano tempi di fantasia alle iscrizioni, in modo da partire davanti…

Michele fa anche sapere che sarà prossimamente presente, in veste di speaker e addetto stampa, ai 10mila in pista a Ferrara (16 aprile), Piacenza HM (7 maggio), Bellaria HM (27 maggio), poi alla 50^ Scalata al Castello di Arezzo. Questa info serve anche come diffida ai giornalisti improvvisati dall’inviare cronache alle testate (come la nostra), perché ci pensa lui.

La mia replica però è stata: “Sì, ma i giornali hanno bisogno di uscire in giornata con le notizie delle corse domenicali, quindi o ci mandi i comunicati entro le 21 o noi prendiamo i comunicati che riceviamo, da qualunque parte provengano (come disse Badoglio l’8 settembre)”. [F.M.]

 

LISTA RISULTATI IN ORDINE DI TEMPO        IN DATA : 05-04-2023              

           = MARATONA MASCH. = (NELL'ANNO 2023)                                 

                                                                               

   1- 2.07.16.00 AOUANI ILIASS           (ITA)95  9 BARCELLONA      19/03/23

   2- 2.07.53.00 GHEBREHIWET EYOB FANIEL (ITA)92 14 OSAKA (JPN)     26/02/23

   3- 2.08.57.00 CRIPPA YEMANEBERHAN     (ITA)96  5 MILANO          02/04/23

   4- 2.09.46.00 CHIAPPINELLI YOHANES    (ITA)97 23 SIVIGLIA        19/02/23

   5- 2.12.11.00 CRIPPA NEKAGENET        (ITA)94  6 ROMA            19/03/23

   6- 2.14.44.00 GERRATANA GIUSEPPE      (ITA)92 13 MILANO          02/04/23

   7- 2.18.02.00 LA ROSA STEFANO         (ITA)85  8 ROMA            19/03/23

   8- 2.21.41.00 ESPOSITO GIACOMO        (ITA)94 94 SIVIGLIA        19/02/23

   9- 2.21.44.00 BUCCILLI CARMINE        (ITA)82  2 TERNI           19/02/23

  10- 2.22.14.00 GIACOBAZZI ALESSANDRO   (ITA)96  9 ROMA            19/03/23

  

LISTA RISULTATI IN ORDINE DI TEMPO          IN DATA : 05-04-2023              

           = MARATONA FEMM. = (NELL'ANNO 2023)                                 

                                                                                

   1- 2.34.08.00 SUGAMIELE FEDERICA    (ITA)96  8 MILANO          02/04/23

   2- 2.39.50.00 MAZZEI EMANUELA       (ITA)77 11 MILANO          02/04/23

   3- 2.47.01.00 COCCHI FRANCESCA      (ITA)93 14 MILANO          02/04/23

   4- 2.47.09.00 LUTTERI ARIANNA       (ITA)90  8 ROMA            19/03/23

   5- 2.47.51.00 MARIETTA CLAUDIA      (ITA)79  2 MARINA DI CARRA 19/02/23

   6- 2.47.57.00 SALVATORI PAOLA       (ITA)72  1 TERNI           19/02/23

   7- 2.50.32.00 GRISONI EVA           (ITA)77  1 BRESCIA         12/03/23

   8- 2.50.44.00 ANDRIGHETTONI CLAUDIA (ITA)81 15 MILANO          02/04/23

   9- 2.51.41.00 MILANESI CHIARA       (ITA)75 16 MILANO          02/04/23

  10- 2.51.56.00 LUNA SILVIA           (ITA)78  1 RUSSI           02/04/23

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La stagione 2022 sta per finire, ma già si avvertono i primi scricchiolii dell’anno che verrà.

Emblematica la situazione di Trino Vercellese, dove domenica 4 si è svolta la manifestazione Terre d’Acqua nelle sue tre componenti: 4^ Maratona, 16^ Mezza Maratona, e Trino che corre di 6 km. Risultati finali: maratona (campionato regionale) 92 classificati, mezza maratona 296, Trino che corre 82. Totale 470 classificati, ma tassa partecipazione gara (calcolata sugli iscritti) € 546.
Conseguenza immediata: istanza di annullamento della richiesta della Maratona per il 2023, saggia decisione considerata la sua storia: 309 classificati nel 2015, 263 nel 2016, poi quattro anni di stop, 94 lo scorso anno.
La mezza invece è sempre rimasta su valori accettabili: 452 al suo esordio nel 2017,  ed è la prima volta che scende sotto i 300, ma è un calo accettabile.

Trino lancia un messaggio che proviene già da molti organizzatori delle corse su strada italiane con la tendenza a “scendere” dalla gara più lunga a quella immediatamente sotto: la gloriosa Maratonina d’Autunno di Novi Ligure dopo 36 edizioni diventa la Dieci d’Autunno.

Esiste un problema di incomunicabilità della FIDAL col mondo delle corse su strada: la Federazione non ha saputo approfittare del vuoto nel quale ci aveva costretti la pandemia per mettere in agenda un confronto sui temi che più volte e da più parti erano stati portati alla sua attenzione riguardo alle corse su strada; e ancora oggi sembra sia concentrata su altro. 
Insomma, sembra non si sia accorta di quanto sia cambiato il mondo della corsa su strada nell’ultimo decennio. La regolamentazione è rimasta pressoché invariata per i grandi eventi e penalizzante per le minori manifestazioni, non ne ha favorito la crescita, come invece è avvenuto nel mondo.
Le uniche attenzioni al fenomeno partecipativo sono state rivolte alla ricerca di maggiori incassi per la Federazione: tasse gara, 1 euro per tesserato, e dall’adozione della Runcard che comporta l’aggravante della costituzione di maggiori pastoie burocratiche, vincoli e costi per gli organizzatori.
La ricerca di nuove entrate ha portato la Fidal all’assunzione in proprio anche delle gare di 10 e 5 chilometri, con tassazione per Gold e Silver sul parametro nazionale e, per fortuna, di tipo “territoriale” per le Bronze; ma non si sa fino a quando, perché si sta verificando un fenomeno logico, diverse richieste di Mezze Maratone sono state cambiate in 10 km e assistiamo a una crescita delle 5 km.

La corsa su strada e i suoi attori hanno bisogno di un progetto che dia la possibilità di far partecipare attivamente alle decisioni i soggetti che dovranno sottostarvi, ed è necessario attivare relazioni costruttive.  

Ma se Atene piange, Sparta non ride, continua infatti la ricerca di una nuova struttura dei campionati federali su pista.
Lo scorso anno era nata la novità dei “trials”, cioè di un Campionato di ammissione al Campionato individuale assoluto, quest’anno si è scesi a più miti consigli, pur mantenendo il Challenge, al quale si può accedere solo in possesso di minimi: al Campionato individuale si può partecipare anche solo avendo quei minimi (che senso ha?); dunque la maggior parte delle società si guarderà bene dall’affrontare una spesa inutile (già criticata quest’anno).

Altra novità “strana”, il prestito giornaliero di un atleta alle società per la partecipazione alle finali del Campionato di Società assoluto: non è previsto un indennizzo alla società cedente, ma è chiaro che nessuno lo farà gratis.
Anche le società “stadia” vengono dunque trattate da sudditi fedeli che devono obbedire: è vero, si dirà che i Consiglieri nazionali vengono eletti dalle società, ma sappiamo benissimo che è proprio il sistema di votazione il tallone d’Achille.

Per tutti, qualora fosse passato inosservato, vale il punto 10.14.3 delle norme tecniche:

I requisiti delle scarpe utilizzate in gara devono corrispondere a quanto previsto della Regola Tecnica n. 5 del RTI e dell’Athletics Shoe Regulation.
Ciascun atleta delle categorie Allievi, Juniores, Promesse, Seniores deve presentarsi in camera d’appello munito del Modulo di Autocertificazione di Conformità  precompilato, o accertare direttamente la regolarità.

Sono esclusi cross, montagna e trail (meno male). Ma vi sembra possibile che alle nostre gare ci si debba presentare adesso con questo nuovo modulo richiesto?
Già era un'incombenza fastidiosa e formale l’autocertificazione al tempo del COVID…

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Cosa succede in città? si chiede Rodolfo Lollini (https://podisti.net/index.php/notizie/item/9516-fidal-cosa-succede-in-citta-qualcosa-che-non-va.html). Ma lasciamo stare il problema pista, che prima non sembrava esistere ed ora invece sta scoppiando con le novità sempre meno gradite dalle società stadia, e soffermiamoci sul tema che sta più a cuore a noi podisti: “sul settore strada siamo in un limbo”, magari lo fossimo, almeno potremmo sperare in un Salvatore che ci porti in Paradiso.

Nel 2006 le maratone in Italia avevano visto 45.907 partecipanti, l’anno dopo saliti a 52.858, poi 53.828, calati nel 2009 a 49.023, ma poi risaliti con alti e bassi: 52.169, 55.344, 55.190, 53.833, 58.322 nel 2014. Questo trend innescò il Run Project, che dopo un anno di gestazione fu approvato e presentato trionfalmente con una circolare agli organizzatori il 5 luglio 2016: “sarà una svolta epocale”.

In effetti lo è stata, ma bisogna vedere come e per chi.

Tutte le maratone e mezze maratone diventarono di competenza esclusiva della Fidal Nazionale, assolutamente proibita l’organizzazione territoriale su distanze analoghe, corollario inevitabile l’omologazione del percorso per € 450, mentre l’approvazione fu differenziata a seconda del tipo: Gold € 4.500, Silver € 3.600, Bronze 1.500, su parametri di qualità agonistici e organizzativi  (costosi) stabiliti dalla Federazione, con la possibilità di quote agevolate, rispettivamente a 2.100, 1.500 e 1.000 euro, per “Società per cui è plausibile pensare che le entrate derivanti da manifestazioni di Running siano reinvestite in attività giovanile e su pista”. La Fidal sconta il suo “peccato originale”, la mentalità da pista, che privilegia le regole e le prestazioni, cioè l’élite, che è la ragion stessa della sua esistenza; adombrando il presupposto che organizzare una manifestazione su strada abbia come fine il lucro.

Non dimentichiamo poi la tassa di un euro per ogni iscritto, il tutto allo scopo (fu detto allora) di “riformulare la tassazione per l’approvazione delle manifestazioni affinché tutte le manifestazioni di running italiane possano stare sotto egida federale ed affinché il ruolo di servizio della Federazione sia evidente”

Ma quale servizio? Gli 11 parametri minimi per avere la qualifica Bronze o i 10 su 13 per essere Silver o i 13 su 16 per essere Gold sono validi, ma a carico dell’organizzatore; la Fidal si limita a fornire l’opera dei giudici, che, come si sa, sono volontari rimborsati solo delle spese vive, qualora le sostengano: in realtà la tassa di approvazione è percepita come una rendita feudale che i vassalli devono al Signore.

Ma alla Fidal sanno cosa deve fare un organizzatore?

Prima di tutto l’iter burocratico: richiesta annuale di inserimento nel calendario federale, nazionale o territoriale, indicando una data alternativa a quella indicata, anche se quasi sempre questa non è negoziabile perché legata a qualche avvenimento sul territorio. 
Ricevuta l’autorizzazione all’organizzazione con la pubblicazione del calendario, si deve inviare il regolamento della gara per l’approvazione, unitamente al 30% della tassa relativa. 
C’è poi la parte organizzativa sul territorio: richieste delle autorizzazioni agli organi competenti (Comune, Regione, ANAS, Carabinieri, Polizia eccetera); reperimento dei fondi; reclutamento dei collaboratori non solo interni, ma anche e soprattutto esterni (Protezione Civile, ANA, Carabinieri in pensione, eccetera); medico di servizio e ambulanza con defibrillatore.
E ancora, occorre scegliere la società di transponder (chip) alla quale affidare la gestione della manifestazione, che spesso comincia dalle iscrizioni, con la raccolta delle relative quote, e si chiude con la rilevazione dei tempi il giorno della gara, le classifiche, cui va aggiunta la pubblicazione sul sito, oltre all’invio dei risultati alla FIDAL (cosa che non sempre avviene). Dalle due ditte iniziali (che allora portavano i nomi di Championchip e Winningtime) al proliferare odierno di queste società (ne ho già contate sei e forse sono di più) c’è da pensare che sia un investimento proficuo, a carico, ovviamente, dell’organizzatore (che poi in parte si rivale sull’iscritto, cui viene quasi sempre richiesta una cifra suppletiva per spese di gestione). 
Segue la definizione dei premi di classifica con relativa scaletta - oggi ci sono una ventina di categorie per un minimo di cento premi individuali più quelli di società - e del premio di partecipazione per tutti gli iscritti. Una volta approvato il budget di spesa inizia la ricerca del fornitore al minor costo possibile, tenendo conto delle tasse da pagare alla FIDAL (o all’EPS) e delle regalie ai collaboratori. 
L’ultimo impegno, il più delicato, è la predisposizione di tutti i servizi previsti nel dispositivo, l’assegnazione ad ogni collaboratore dei suoi compiti, il controllo puntuale di ogni particolare; il giorno della gara, tutto deve essere in ordine, non parliamo poi dell’emergenza attuale che si protrae da oltre due anni. Il COVID è giunto come un fulmine a cielo già nuvoloso, le maratone dopo l’euforia del primo anno (2017, con 60.928 partecipanti) sono andate in calando. Se il 2017 aveva segnato un incremento di 5.480 partecipanti nelle maratone e oltre 207.000 presenze nelle mezze maratone, i risultati, soprattutto dal punto di vista economico, furono deludenti e il 2018 e il 2019 ne pagarono le spese: 53.019 classificati nel 2019 e il crollo del 2020 a 3.197; poi l’anno scorso 23.484, quest’anno a un mese dalla fine 30.246, forse si potrà arrivare a 40.000.

Ma intanto la FIDAL ne ha pensata un’altra, anche le gare su 5 e 10 chilometri entrano nel calendario Nazionale, con omologazione di 200 euro e tassa nazionale di € 2.250 per le Gold e € 1.800 per le Silver; per le Bronze (bontà sua) è ammessa l’approvazione regionale.

Chissà perché mi viene in mente la leggenda (falsa ma densa di simboli) sulla regina Maria Antonietta di Francia che chiedeva perché il popolo stesse protestando: quando le risposero “non ha il pane”, disse stizzita “Mangino le brioches”.

Il problema è “la stanza dei bottoni”: finché una legge elettorale ancorata ad uno Statuto obsoleto darà privilegi solo alla casta che svolge attività su pista, consentendo che la maggioranza dei voti sia in mano al dieci per cento delle società, nulla potrà cambiare. Occorrerebbe tenere conto non solo delle graduatorie basate sulle prestazioni su pista, ma anche a quelle su strada, premiando gli organizzatori delle manifestazioni realizzate con cura e professionalità.

La nascita di una nuova associazione degli organizzatori è l’occasione giusta per promuovere finalmente la corsa su strada: l’unione fa la forza, speriamo che sia la volta buona.

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Giovedì, 27 Ottobre 2022 17:53

Correre in salute da “amatori”: ma si può?

Noi podisti corriamo per sport nel senso letterale del termine, “diporto, svago”, e il Podismo è cominciato così.

Purtroppo l’inferno è lastricato di buone intenzioni e spesso le cose non vanno come si vorrebbe. Tutti noi abbiamo una spada di Damocle che ci pende sulla testa, la VISITA di idoneità agonistica annuale, 50/60 (più o meno) “euri”.

Può capitare, e capita, che qualcosa non vada bene e allora “per il rilascio di idoneità sportiva si richiede VISITA CARDIOLOGICA + ECOCARDIOGRAMMA”. Il centro medico di idoneità sportiva a cui ti sei rivolto, propone: “possiamo fare tutto noi”. “Costo?” 160 euro. A quel punto, armandoti di pazienza, vai del medico di base e ti fai ordinare gli esami richiesti. Poi vai a un centro medico convenzionato e comincia la via crucis: “per la visita cardiologica prima di TRE mesi non se ne parla, ci sarebbe un posto libero a…. (120 km), se vuole possiamo fargliela a pagamento fra TRE giorni, costo 60 euro”.
Per l’Eco presso una struttura pubblica il primo posto libero è fra SEI mesi: visto il costo prenoti da un privato, prima che si finisca a gennaio.

Intanto la stagione podistica passa e va, alla fine torni al centro medico sportivo con tutti i documenti richiesti, che a te sembrano positivi… e il dottore ti rilascia il sospirato certificato di idoneità, ma con la sorpresa: “Idoneità alla pratica sportiva NON agonistica.”

Allora vai a cercare una soluzione e scopri nello Statuto FIDAL:  Articolo 5 – Affiliati e tesserati, comma 2) Possono tesserarsi alla FIDAL: l) Gli AMATORI. Sono le persone fisiche appartenenti alle categorie individuate nel Regolamento Organico che svolgono esclusivamente attività ludico motorie e Amatoriali in maniera non organizzata e non continuativa.

Vedi, Regolamento Organico: Articolo 10, Categorie:

Gli AMATORi (20 anni e oltre). Svolgono attività ludico-motoria e amatoriale. Possono partecipare a occasionali manifestazioni Non Stadia, solo depositando, all’atto dell’iscrizione, certificazione idonea per il tipo di attività esercitata.
Gli AMATORI possono accedere al tesseramento individuale senza vincolo sportivo o associativo con alcuna società affiliata.

C’è dunque la possibilità di correre da Amatore anche col certificato “non agonistico” ricevuto. Ma vai ad esaminare i tesseramenti e le categorie federali e non trovi gli Amatori. Eppure ricordi che per molti anni la categoria Amatori è esistita, vai a controllare a ritroso e scopri che è sparita nel 2016, anno di introduzione della Runcard. Strana coincidenza.

Per chi ha vissuto il podismo fin dagli inizi - sono ormai passati 50 anni - appare chiaro lo stravolgimento che ha subito nel tempo. Basta prendere un Almanacco Illustrato degli anni ’90, e troviamo un elenco delle Società ben diverso da quello odierno, divise tra Maschili e Femminili: Assolute, Giovanili, Amatori, Montagna; anche le manifestazioni erano divise tra internazionali, nazionali, regionali, provinciali giovanili e amatori.

Il Decreto Ministeriale del 18/2/82 definiva Atleta non agonista tutti coloro che svolgono attività organizzate dal CONI, da Società Sportive affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali, agli Enti di Promozione Sportiva, che non siano considerati atleti agonisti; ma all’articolo 1 precisava: la qualità agonistica è demandata alle Federazioni Sportive Nazionali o agli EPS.

In un primo tempo, fino al 2015, la FIDAL limitò la categoria Amatori (TM) dai 23 ai 34 anni, con la postilla “Gli Amatori svolgono solo attività promozionale non agonistica”. E fece passare noi Veterani (chiamavamo così gli over 35/40) a Master agonisti
Qualora scelgano di fare attività agonistica si devono tesserare per le categorie agonistiche e possono effettuare il passaggio , nell’ambito della stessa società, anche nel corso della stagione sportiva.

Dal 2016, come ho detto prima, gli “amatori” Fidal sono totalmente spariti, stabilendosi che l’attività non agonistica riguarda solo la categoria Esordienti (5 – 12 anni).

Ma questo non è un abuso, dal momento che lo Statuto prevede la figura dell’Amatore, e il Regolamento Organico stabilisce le regole per il suo tesseramento?
Ai posteri l’ardua sentenza, noialtri sudditi chiniam la fronte….

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Due sentenze che riguardano il nostro mondo sono state pubblicate l‘8 agosto, a seguito di una lunga serie di accuse e controaccuse che hanno popolato i social nell’ultimo biennio.
Il Tribunale federale della Federazione Italiana di Atletica Leggera ha provveduto a squalificare l’ultrarunner Luisa Betti per dodici mesi per: “aver quantomeno dall’anno 2012 e sino all’anno 2019 prodotto, utilizzato e comunque beneficiato di un documento di identità falsamente alterato recante quale propria data di nascita il 27/08/1987 anziché la reale del 27/08/1985, utilizzando altresì e falsamente dichiarando mediante apposizione di rituale sottoscrizione, plurima certificazione medica recante tale data di nascita del 27/08/1987”. Lo stesso documento era stato prodotto anche al Tribunale Nazionale Antidoping nel procedimento a carico della stessa atleta.

Il Tribunale, accettando l’intervenuta prescrizione “per le condotte dell’incolpata tenute negli anni 2012 e 2013, in relazione alle competizioni alle quali l’incolpata aveva partecipato, essendosi concluse le relative stagioni sportive da oltre otto anni” e considerando “che non risulta provata la sussistenza di un effettivo vantaggio goduto dall’incolpata in ragione dei comportamenti antiregolamentari ascrittile né la sussistenza del dolo specifico, che giustificherebbe l’applicazione delle aggravanti richieste dal Sostituto Procuratore Federale”, ha applicato lo squalifica di dodici mesi, rispetto ai tre anni richiesti dall’accusa.

Infine, lo stesso Tribunale ha disposto “la trasmissione degli atti alla Procura Federale, per le valutazioni di competenza in ordine ad altri eventuali profili di responsabilità emersi nel corso dell’udienza innanzi al Tribunale Federale in relazione alle società coinvolte nei tesseramenti della signora tesserata Luisa Betti nonché in relazione alla redazione e sottoscrizione dei certificati di idoneità agonistica da parte dei medici sportivi che li hanno rilasciati”.

Altra sentenza del Tribunale Federale, con protagonista sempre la Betti, che aveva segnalato alla Procura federale “comportamenti disciplinarmente rilevanti posti in essere dal signor Carlo Esposito (all’epoca dei fatti non tesserato FIDAL e, pertanto non più oggetto del presente procedimento), dal tesserato signor Marco Mazzetto e dalla signora Federica Boifava (all’epoca dei fatti tesserata FIDAL), e la “pagina facebook aperta al pubblico e denominata ‘Carl Marc’ e amministrata dal signor Marco Mazzetto, per plurime frasi denigratorie e offensive della signora ”. La Procura aveva altresì ricevuto “segnalazione a firma del signor Marco Mazzetto, con la quale si evidenziava di aver ricevuto plurime offese da parte della signora Luisa Betti tramite la medesima pagina facebook aperta al pubblico e denominata Carl Marc”.

La Procura, considerando anche le responsabilità oggettiva delle società  per le quali Betti e Mazzetto erano stati tesserati, “all'esito dell'istruttoria e analizzata la documentazione in atti, nonché le difese delle parti costituite, ha ravvisato la responsabilità di tutti i soggetti deferiti, ad eccezione della Stars Bergamo Atletica”, mentre per la signora Boifava “non emergevano comportamenti illeciti nei confronti della signora Bett:, ma la stessa Boifava durante la prima audizione offendeva la Procura Federale e il suo operato, oltre a non partecipare alle successive audizioni”, applicando le seguenti sanzioni:

- l’ammonizione per la tesserata Luisa Betti (tess. JL000 310- Società MT073);

- la sanzione della sospensione di mesi 15 (quindici) per il signor Marco Mazzetto (tess. GB 7366 - Società BO468);

- la sanzione della sospensione di mesi 9 (nove) per la signora Federica Boifava (già tess. RR368826): non emergevano comportamenti illeciti nei confronti della signora Betti da parte della signora Boifava, la quale, tuttavia, durante la prima audizione offendeva la Procura Federale e il suo operato, oltre a non partecipare alle successive audizioni;

- la sanzione dell’ammenda pari a euro 500,00 (cinquecento/00) per la GS Athlos Matera (tess. MT073);

- la sanzione dell’ammenda pari a euro 333,33 (trecentotrentatre/00) per l’ASD Unione Sportiva Zola Predosa (già tess. BO571);

 - la sanzione dell’ammenda pari a euro 333,33 (trecentotrentatre/00) per l’ASD Triiron (tess. MT073)

 - l’assoluzione della società Stars Bergamo Atletica (tess. BG795). 

Per completezza informativa, precisiamo che le società Athlos MT  (condannata), Bergamo Stars (assolta)  sono quelle presso cui è stata tesserata Luisa Betti; la US Zola Predosa e la Triiron (condannate) sono le società di Mazzetto. 

DOWNLOAND PDF "SENTENZA FALSIFICAZIONE BETTI"

DOWNLOAD PDF "SENTENZA BETTI-MAZZETTO-BOIFAVA"

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Sabato, 25 Giugno 2022 21:23

Il generale Parrinello va in pensione

Fra pochi giorni il Generale Vincenzo Parrinello andrà in pensione, ha appena compiuto 64 anni, di cui 37 passati nello sport. (Qui sotto pubblichiamo un largo stralcio del suo saluto di congedo, e il comunicato della Guardia di Finanza su un cimelio tempestivamente assegnatogli). 
A leggere il suo curriculum da responsabile, iniziato dalla sezione Atletica Leggera delle Fiamme Gialle nell’85 fino ai giorni nostri, si resta colpiti dalla sua attività, che lo ha visto impegnato anche nella Pallavolo, nello Sci, nella Canoa e naturalmente nel CONI: un uomo per tutte le stagioni, verrebbe da dire.
Venendo agli ultimi tempi, è stato per otto anni alla Fidal il vice di Giomi; le elezioni del 2020 sembravano l’occasione per diventare presidente, ma il COVID ci ha messo la coda e a furia di rinvii  si è arrivati al 31 gennaio 2021.
La vittoria era a portata di mano, visti gli avversari: Stefano Mei, già battuto sonoramente quattro anni prima da Giomi, e Fabbricini, un outsider di 76 anni.  
A sostenere Parrinello i “Volonterosi” di Insieme per l’Atletica, che da due anni portavano avanti un progetto di cambiamento nella gestione dell’atletica, un rinnovamento richiesto e sperato da tutti. 
La prima votazione aveva visto Parrinello con 24.286 voti (41,17 %) davanti a Mei con 21.563 (36,56 %) e Fabbricini 13.140 (22,27 %), su un totale di voti 58.989.
Ma al ballottaggio Mei è salito a 31.051 (53,6%), contro i 26.917 di Parrinello (46,4% ): totale voti 57.968, un migliaio di astenuti; chiara manifestazione di sfiducia, visto che i Volonterosi di Parrinello avevano conquistato sette delle dodici poltrone: Sergio Baldo 24.581, Grazia Maria Vanni 22.745, Oscar Campari 22.396, Annarita Balzani 21.958, Sandro Del Naia 21.615 ai primi cinque posti dei dirigenti, e due atleti Elisabetta Artuso 61 e Margherita Magnani 93.

Cosa farà adesso Parrinello? Come tutti i pensionati si cercherà un hobby per passare le giornate o continuerà a occuparsi di Atletica; e con chi?
Dopo tanto impegno nello sport, gli auguro un meritato riposo. 

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Il Grazie! di Vincenzo Parrinello (24 giugno)

Dopo poco meno di 40 anni nella Guardia di Finanza, quasi interamente trascorsi nelle Fiamme Gialle e nello sport, giovedì 30 giugno lascerò il servizio attivo. È stato un percorso straordinario e ricchissimo di soddisfazioni, ed in questo momento sento il dovere di manifestare la mia profonda e sincera gratitudine per quanto, da varie parti, ricevuto.

Innanzitutto, il mio grazie va alla Guardia di Finanza, che mi ha dato la possibilità di maturare questa esperienza e di arricchire, negli anni, il mio bagaglio professionale, coniugando il mio lavoro con una delle mie più grandi passioni, lo sport. Di questo privilegio sono e sarò sempre consapevole e profondamente grato.

In secondo luogo, il mio ringraziamento va agli atleti, non soltanto per le tantissime ed irripetibili emozioni che mi hanno regalato in tutto questo tempo, ma anche per quello che mi hanno insegnato. E’ da alcuni di loro, infatti, che ho imparato il valore della tenacia, del tener duro e del sapersi rialzare superando momenti davvero terribili; da altri, ho cercato di mutuare l’equilibrio, la correttezza, e la capacità di saper rivestire ruoli anche molto diversi rimanendo se stessi; infine, da alcuni, che hanno ad esempio devoluto cospicui premi o in un caso un anno intero di stipendio agli orfani dei militari della Guardia di Finanza, ho avuto incredibili esempi di generosità e sensibilità verso i meno fortunati.

Ho sempre pensato che il primo compito di un dirigente sportivo fosse nei loro confronti, e consistesse nell’adoperarsi senza risparmio per metterli nelle migliori condizioni possibili per esprimere il loro potenziale: per questo fine ho impiegato tutte le mie energie, ma sento comunque di dover chiedere scusa a tutti coloro nei confronti dei quali, pur involontariamente, non fossi riuscito a raggiungerlo.

Non mi sono mai sentito un uomo solo al comando, e per questo desidero manifestare la mia gratitudine ai miei superiori, per la fiducia che mi hanno sempre dimostrato, a tutti i colleghi con i quali siamo riusciti a realizzare un grande gioco di squadra ed ai collaboratori che sono stati al mio fianco in questo lungo cammino: senza di loro non avrei potuto certo realizzare le iniziative ed i progetti con cui ho cercato di arricchire, spero riuscendo più spesso che fallendo, il percorso delle Fiamme Gialle, ed a loro riconosco come seguirmi e supportarmi non sia sempre stato facile.

Anche a tutti gli operatori della comunicazione devo il mio grazie, tanto a coloro che hanno sempre dimostrato vicinanza ed attenzione al mio operato, quanto a chi non mi ha risparmiato critiche, aiutandomi a mettermi in discussione e a capire prima e meglio dove avessi sbagliato.

Ed ancora, un grazie di cuore a tutte le donne e gli uomini delle Istituzioni, ai dirigenti sportivi, ai tanti partner, agli amici, che con passione ed entusiasmo ci sono stati vicini nelle nostre iniziative ed hanno reso possibili i nostri progetti, spesso ambiziosi ed altrettanto spesso innovativi. Mi piace ricordare, solo tra gli ultimi, l’Asta di beneficienza e il Meeting We run together organizzati con gli amici di Athletica Vaticana, la caratterizzazione della Metro Cipro in occasione del Centenario dell’atletica, il Premio Fiamme Gialle Studio e Sport, il Progetto Sport e Legalità, il Bilancio Sociale.

Come dicevo all’inizio, saluto tutti dopo un periodo lunghissimo e ricco di soddisfazioni professionali ed umane, ma anche di difficoltà, e tutto rimarrà per sempre nel mio cuore. Ma se mi dovessero chiedere se c’è qualcosa di cui oggi mi sento particolarmente fiero, risponderei di essere orgoglioso di due cose: di aver partecipato, con le Fiamme Gialle, ad una profonda e radicale trasformazione del modello di Gruppo Sportivo Militare, implementando la naturale vocazione dell’alta qualificazione tecnica con l’organizzazione di eventi, l’attenzione ai giovani ed al territorio, la collaborazione con la Scuola, l’attenzione al sociale; e di aver sempre orientato la mia azione al rispetto delle regole, restando sempre fedele a quei valori, con cui sono cresciuto e che sono stati alla base della mia educazione, anche quando questo è costato qualche risultato, o la rinuncia a perseguire qualche pur prestigioso obiettivo personale.

Lascio le Fiamme Gialle, cui mi lega un sentimento che potete ben immaginare, in ottime mani: solo una responsabile organizzazione può far crescere lo sport ed i suoi meravigliosi e straordinari valori.

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Comunicato stampa Fiamme Gialle (25 giugno)

Il Generale Vincenzo Parrinello e l’Avvocato Giovanni Fontana “Maestri di sci Honoris Causa”

Stamani, nell’ufficio del Presidente del Coni Giovanni Malagò, cerimonia di consegna dell’attestato di “Maestro di Sci Honoris Causa” al Gen. B. Vincenzo Parrinello e all’ Avv. Giovanni Fontana. Il riconoscimento, istituito dal Collegio Regionale Maestri di Sci del Lazio diversi anni fa, nasce con lo scopo di premiare tutte quelle persone che partecipano attivamente al mondo dello sci e alla formazione dei suoi maestri. Il Collegio quest’anno ha deciso di gratificare il Generale Parrinello come figura istituzionale e l’Avvocato Fontana per la sua presenza sul territorio.

Presenti alla Cerimonia, oltre al Presidente Malagò, il Presidente del Collegio Regionale Lazio Marco Bonamico, gli ex Presidenti Alessandro Falez ed Enrico Gabrielli, il Segretario del Collegio Giorgio Tognetti, il Vicepresidente del Collegio Simona Frigieri, il Consigliere del Collegio Stefano Magliocchetti e i maestri già insigniti del riconoscimento il Prof. Marco De Vincentiis, il Dott. Vittorio Angela e il Gen. Edoardo Valente.

 

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Mi è stato cortesemente chiesto un chiarimento sulla questione delle gare non competitive disputate insieme alle gare agonistiche sulle distanze in un certo senso ‘avocate’ dalla Fidal.

Bisogna anche partire da una nota esplicativa del Ministero della Salute del 17/6/2015 relativa al Decreto dello stesso Ministero dell’ 8/8/2014, secondo la quale “le definizioni riguardano esclusivamente i tesserati in Italia, anche quando questi ultimi partecipano ad attività non agonistiche che si svolgono in Italia”.

(Nella casistica non rientrano le manifestazioni ludico-motorie, non organizzate da FIDAL ed EPS, ad esempio per le feste patronali).

Lo Statuto Fidal all'articolo 5 parla degli Amatori, che possono tesserarsi liberamente: e la legge sulla tutela sanitaria ne teneva conto, infatti la visita agonistica è prevista per i competitivi, la visita "non competitiva" è prevista per i tesserati FIDAL ed EPS NON competitivi (di sana e robusta costituzione rilasciata dal medico di base).

Il problema, come è noto, risale alle limitazioni che leggi e circolari imponevano per gli atleti stranieri (per esempio, tedeschi, svizzeri, statunitensi ecc.), nelle cui nazioni non è prevista la visita agonistica per partecipare a una gara competitiva, ma in Italia erano ‘dissuasi’, danneggiando così gli organizzatori italiani rispetto ai loro omologhi stranieri.

Nel 2017 l’onorevole Sbrollini presentò una mozione sulla partecipazione degli stranieri alle maratone e mezze maratone italiane, frenata appunto dalla normativa vigente in tema di tutela sanitaria.

Tre anni dopo l’onorevole Lupi tornò alla carica chiedendo un intervento deciso in materia.

Finalmente la FIDAL nel 2020 introdusse una novità importante nell’organizzazione delle manifestazioni non stadia, apportando lievi modifiche, e giungendo così all’attuale normativa.

 

  1. Nella stessa manifestazione non possono essere organizzate gare non competitive con partecipazione di cittadini italiani tesserati e non tesserati sulla distanza di Maratona e Mezza Maratona anche se con partenza differita.

E’ consentita l’organizzazione di gare non competitive con finalità turistico/sportive sulla stessa distanza, svolte al di fuori dell’egida federale, con partecipazione dei soli cittadini stranieri non tesserati.

4.1 Tale evento non competitivo con finalità turistico/sportive non ricade sotto l’egida della FIDAL e i cittadini stranieri non tesserati potranno partire nelle griglie predisposte per la gara agonistica, fermo restando l’obbligatorietà di identificazione degli stessi con pettorali dedicati.

Dovranno altresì essere inseriti in ordine alfabetico di arrivo distinto.

4.2 E’ di competenza degli Organizzatori della manifestazione non competitiva con finalità turistico/sportive l’applicazione di quanto previsto dalla nota esplicativa del Ministero della Salute del 17/6/2015 relativa al Decreto  del Ministero della Salute del 8/8/2014.

 

Dunque largo agli stranieri, ma con limiti abbastanza stringenti, pur non essendoci l’egida della FIDAL: è un notevole passo avanti per la crescita delle nostre Maratone e Mezze maratone.

Ma toccherà, come sempre, agli Organizzatori applicare le disposizioni in maniera corretta indicando, ad esempio, la nazionalità dei partecipanti per il necessario controllo del Gruppo Giudici Gare, al quale compete la gestione tecnica ufficiale di tutte le manifestazioni, in base ai principi generali di cooperazione, mutualità e solidarietà.

Ciò comporta alcuni obblighi non scritti, ma logici per i Comitati  territoriali: se i "turisti" possono correre con gli agonisti pur con pettorale specifico (nelle griglie predisposte per la gara agonistica), il Gruppo Giudici Gara dovrebbe controllare che i non competitivi siano STRANIERI non tesserati, dunque occorrerebbe l'elenco degli iscritti "turisti" con la nazionalità (basarsi solo sul cognome oggi non chiarisce a sufficienza). Infine, sempre a carico dei Giudici è la stesura dell'ordine di arrivo, pur col supporto dei chip, quindi il Delegato Tecnico dovrà controllare due ordini di arrivo, quello agonistico e quello "turistico".

 

Non garantisco sulla facile applicabilità delle norme.

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Domenica scorsa si è disputata la Maratona del Lago di Garda (anzi, ufficialmente Lake Garda 42/21), con 657 classificati, e la Mezza 756; tempi modesti (la vincitrice, se avesse corso a Milano sarebbe arrivata dopo il 30° posto, mentre nell’assai più modesta Russi arrivava quinta; il vincitore uomo finiva dopo il 15° a Milano, e sarebbe stato secondo a Russi dove pure si è corso in versione amatoriale); ma numeri di partecipazione senza dubbio positivi, con quote d’iscrizione non certo contenute, dai 45 e 35 per le due distanze versando il 20 giugno 2021, ai 73 e 63 del 20 marzo 2022.

La domanda che è venuta agli esperti e un po’ anche agli ignari della materia: “Ma come è possibile che la FIDAL abbia consentito la presenza di una maratona e mezza maratona a 150 km da Milano dove si disputava la 20^ Gold Marathon?” (si veda anche il commento di "Tommaso" su queste colonne).

In base alla Convenzione appena firmata FIDAL – EPS l’allegato 1 al capitolo 3 “Attività sportiva” riporta quanto segue:

3.1 Maratona e Mezza Maratona, nonché tutte le distanze standard (5- 10- 15 – 20 – 25 – 30 – 100 km) individuate da World Athletics per le quali la FIDAL è l’unico ente a certificare e omologare il percorso e le prestazioni..

3.3 Nel caso di manifestazioni FIDAL non stadia inserite nel calendario da EPS i tesserati FIDAL, Runcard ed EPS potranno partecipare reciprocamente alle rispettive manifestazioni in forza del proprio tesseramento, a condizione che le manifestazioni EPS vengano comunicate e concordate limitatamente  e concordate limitatamente ai casi di concomitanza, al Comitato territoriale FIDAL di riferimento secondo le seguenti tempistiche: entro il 31 dicembre – primo quadrimestre, 30 aprile – secondo, 31 agosto terzo.

Non era possibile che la Lombardia avesse concesso una concomitanza, oltre a tutto irregolare in base al comma 3.1. Cosa era successo?

Accertato per quanto possibile che la Lake Garda non fosse FIDAL né EPS, la domanda era: chi è l’organizzatore? Sul sito della manifestazione si legge COMMUNICO GmbH, Prof-Max–Lange Platz 15 - 83646 Bad Toelz – GERMANIA (dunque, una cittadina termale a 50 km da Monaco di Baviera, e gemellata con San Giuliano Terme, Pisa).

Dunque si tratta di una Società tedesca specializzata in avvenimenti, che organizza in Italia una manifestazione INTERNAZIONALE senza chiedere permesso a nessuno; perfettamente regolare, la globalizzazione, oltre a tutto all’interno della Comunità europea, consente la libera concorrenza.

La pretesa esclusiva FIDAL sulle maratone e mezze maratone è una “grida” non sostenibile; l’omologazione del percorso e dei risultati sì, in base al Regolamento Internazionale; il calendario condiviso, sì, in base ad una Convenzione, che poi mostra falle da tutte le parti: in molti dispositivi EPS si legge tranquillamente km 21,097 o 42,195 omologati - giudici EPS (?!).

D’altra parte al podista medio poco importa il risultato quanto invece l’organizzazione e l’amenità del percorso (è più gratificante correre lungo le rive di un lago o nelle strade soffocanti di una città inquinata?).

E’ ora che la FIDAL riveda i criteri su cui ha impostato la sua politica non stadia: stop a regole e regolette, che nessuno o quasi rispetta; anche i Comitati territoriali si vedono costretti a scendere a patti con gli organizzatori e accettare manifestazioni su 21 o 42 km con nomi fantasiosi, purché non parlino di Maratona o Mezza Maratona (come nei primi tempi della peste di Milano, non si poteva parlare di peste; idem poi ai tempi del colera di Napoli secondo i tg Rai), in una commedia da “Io so che tu sai che io so” dove Alberto Sordi e Monica Vitti sanno tutto del coniuge ma preferiscono tirar diritto guadagnandoci entrambi.

 

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La notizia del giorno 20 luglio sul sito della Federazione non è la “mostruosa” spedizione su Tokyo (ma i Giochi si faranno?), la più imponente di sempre: 76 atleti, di cui 64 con le stellette, ma quella titolata Consiglio, ancora uno stop su Roma 2024.

Come già accaduto una settimana fa, l'assenza di sette consiglieri impedisce di deliberare la costituzione della nuova Fondazione per l'organizzazione degli Europei. Il Presidente Mei: ''Valuterò ogni azione con la dovuta urgenza''.

Cosa sta accadendo a Roma?

Nel comunicato si mette in evidenza l’assenza dei sette consiglieri aderenti ad “Insieme per l’Atletica”, problema che avevamo già evidenziato il giorno delle elezioni del nuovo Consiglio Federale, con un presidente che poteva contare solo su quattro dei dodici consiglieri.

Per amore della verità, occorre esaminare le mosse del Presidente in questi cinque mesi di mandato.

Nella prima riunione ha posto all’approvazione del Consiglio la nomina a Segretario Generale del dottor Alessandro Londi. Come ha fatto notare la consigliera Anna Rita Balzani, la nomina senza bando pubblico è un’anomalia grave, oltre tutto senza un’informativa ai consiglieri. La delibera è stata approvata a “maggioranza” con otto astenuti (!?)

- Revisione del contratto con Infront dal primo luglio con possibile annullamento, anche perché la pandemia ha prosciugato gli introiti.

- Ultimo colpo a sorpresa: la modifica dello statuto della Fondazione Roma 2024 sorta per gli Europei di Atletica leggera a Roma. Il presidente onorario Gianni Gola si è detto disponibile a entrare nel nuovo comitato organizzatore.

Il Consiglio Federale del 20 luglio aveva proprio questo argomento: Comitato organizzatore dei Campionati Europei di Atletica Leggera Roma 2024. - Costituzione nuova Fondazione e delega al Presidente Federale agli adempimenti conseguenti e all’eventuale nomina dei componenti il Consiglio di Amministrazione.

Il Presidente Mei dichiara: "Non comprendo questo atteggiamento, sicuramente non riferibile alla critica politica giacché, a leggere taluni comunicati, la maggioranza del Consiglio non sarebbe con me.”

Come stanno le cose?

La Fondazione Roma 2024 deliberata dalla FIDAL sta operando da sei mesi, lo Statuto prevede la partecipazione di FIDAL, CONI, Sport e Salute, Comune di Roma, Regione Lazio e Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio.
La Fondazione ha rispettato gli accordi con European Athletics, manca solo il versamento di € 100.000, già deliberato da FIDAL.

Mei propone di far recedere i soggetti aderenti alla Fondazione in quanto l’iter di riconoscimento e il conferimento della personalità giuridica necessitano della presenza del patrimonio, cioè il versamento di cui sopra: basta farlo e tutto è risolto.
Questa azione oltre a tutto non garantisce la nuova adesione dei soggetti interessati, i quali potrebbero portare in giudizio la FIDAL per mancato adempimento delle condizioni previste.

Nel comunicato di convocazione del Consiglio del 20 luglio si fa riferimento a delega al Presidente Federale agli adempimenti conseguenti e all’eventuale nomina dei componenti il Consiglio di Amministrazione.

“Chi pensa male fa peccato, ma spesso ci azzecca”… sembra di capire che il Presidente voglia avere carta bianca nella gestione di Roma 2024; fin dall’inizio del suo mandato ha posto un problema che non c’è, e che potrebbe portare ad una cancellazione degli Europei all’Italia.

C’è di più, la mancanza di una maggioranza coesa, e il timore di essere sconfessato da votazioni contrarie, obbliga il Presidente a trovare soluzioni al limite. E’ la situazione di stallo, che avevamo previsto il giorno delle elezioni: ma quanto di tutto ciò sarà realizzabile, a prescindere dalla situazione congiunturale sfavorevole, se la maggioranza del Consiglio, che aveva aderito ad un altro programma, non si sentirà di votare a favore? E’ questa la spada di Damocle che sarà difficile scansare.

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Lunedì, 17 Maggio 2021 20:10

Grifonissima: correte pure, ma fuori classifica

Alla fine il pasticciaccio brutto della “Grifonissima”, la stracittadina per eccellenza di Perugia, va a finire in una farsa.  I 10 figli di un dio minore tesserati con l’Endas,  ai quali era stata rigettata l’iscrizione alla gara con una modifica retroattiva del regolamento,  sono stati autorizzati a gareggiare dai locali sceriffi della Fidal.  Tutto questo a seguito della dura presa di posizione della Podistica Volumnia Sericap, la squadra a cui appartengono i citati 10 “eretici” amatori,  che minacciava di ricorrere alle vie legali per tutelare i diritti dei propri aderenti.

http://podisti.net/index.php/commenti/item/7175-grifonissima-ed-eps-leggi-retroattive-e-convenzioni-capestro.html

Ma, con la classica toppa peggiore del buco,  gli stessi sceriffi hanno successivamente imposto a chi gestisce le classifiche di depennare dall’ordine d’arrivo tutti coloro i quali non fossero in possesso almeno di una Runcard, ovvero il fantastico strumento burocratico inventato dalla Fidal per ottenere la felicità sportiva.

In questo modo l’unica soddisfazione che resta alla stragrande maggioranza dei podisti dopo la fatica di una corsa,  ossia la propria presenza in un ordine d’arrivo,  è stata negata all’esiguo manipolo di faticatori, rei di non voler sottostare all’obbligo del doppio tesseramento imposto dalla Fidal per partecipare alle competizioni che si svolgono sotto la propria egida e che, nell’era del Covid-19,  debbono essere tutte inserite nel calendario nazionale.

Trattasi di un impressionante labirinto burocratico che la gran parte dei podisti amatoriali italiani ignora completamente e che, così come accade in tanti altri settori della vita sociale ed economica del Paese,  rappresenta un elemento depressivo per la crescita dello stesso movimento amatoriale.

In questo, tanto per cambiare, l’Italia costituisce l’ennesimo cattivo esempio tra la nazioni europee, dato che fuori dei nostri confini si partecipa alle corse podistiche di massa con la semplice liberatoria.  Noi invece, che siamo senz’altro i più bravi nell’irreggimentare ogni attività umana,  imponiamo a tutti l’iscrizione ad una società sportiva,  una copertura assicurativa e il possesso di un certificato medico per l’attività agonistica.  Ma da qualche anno tutto ciò non basta più:  senza una tessera Fidal o una Runcard oramai non si va quasi più da nessuna parte.

Runcard che era stata proposta con l’intento,  sulla carta condivisibile,  di raccogliere i podisti che correvano senza alcuna tessera, i cosiddetti cani sciolti,  ma che alla fine si è trasformato in uno strumento utile per far cassa, trascinando letteralmente verso l’affiliazione alla Fidal una massa di atleti e di società che, almeno in molti casi, sembrano aver scelto il costoso male minore per poter continuare nella loro attività sportiva.

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Scriviamo per una breve precisazione riguardo ai commenti pubblicati in calce all’articolo “Se non siete Fidal non sarete Grifonissimi?” del 30/4.

http://podisti.net/index.php/commenti/item/7162-se-non-siete-fidal-non-sarete-grifonissimi.html

In merito al sospetto di nostra cattiva fede nella vicenda, pur non potendo produrre copia ufficiale del regolamento di gara valido fino al 30/4 e poi ritirato (lo abbiamo letto, non scaricato, non pensavamo certo di dover raccogliere delle “prove”…), segnaliamo comunque questo post della testata locale TuttoRunning che, il 24/4, lo ha pubblicato integralmente. (vedi sotto uno stralcio, da cui addirittura appare la possibilità di partecipare con semplice certificato medico agonistico! NdR)

Quanto invece alle critiche verso gli EPS non possiamo che associarci, in quanto anche su questo versante la situazione è sconfortante: basti ricordare l’insipienza mostrata in occasione della firma delle ultime convenzioni col CONI, in virtù delle quali è stata sancita, senza colpo ferire, la fine della reciprocità (che storicamente equiparava i tesserati FIDAL e quelli EPS ai fini della partecipazione alle gare di qualunque tipologia) per lasciare il posto ad un’autentica aberrazione come la RunCard-EPS: cosa che, almeno nella nostra regione, ha comportato la quasi totale scomparsa degli EPS nell’ambito del podismo.

 Del disegno egemonico della Fidal e dell’insipienza degli EPS – di cui anche l’increscioso evento occorso con la Grifonissima è un evidente risultato – fanno le spese le piccole società come la nostra (che non possono permettersi l’affiliazione alla Fidal), il calendario delle gare (che si impoverisce, essendo queste ultime sempre più difficili da organizzare) e i podisti stessi, che si trovano sempre più costretti entro regole inutili e scoraggianti, a gare e tesseramenti più costosi, a fruire di un’offerta di gare sul territorio sempre più uniformata sui soli grandi eventi e senza più quella ricchezza di iniziative di cui abbiamo goduto per decenni.

Non ci sembra un grande progresso…
Grazie dell’attenzione che avete voluto riservarci.

 

Estratto dal regolamento originale

La partecipazione è individuale, aperta a tutti coloro che hanno compiuto il 18° anno di età, tesserati FIDAL, Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI o in possesso di prescritta dichiarazione sanitaria di idoneità a svolgere atletica leggera a livello agonistico.

 

16° CRITERIUM NAZIONALE DIPENDENTI UNICREDIT

TROFEO “LUCA ROSI”

Regolamento

UniCredit Circolo Umbria, in occasione della manifestazione podistica Grifonissima, organizza il 16°Criterium Nazionale Dipendenti Gruppo Unicredit. Il Criterium è riservato ai dipendenti UniCredit in servizio e in quiescenza tesserati con FIDAL o altri enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI e in possesso di prescritta dichiarazione sanitaria di idoneità a svolgere atletica leggera a livello agonistico.

 

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Venerdì, 30 Aprile 2021 16:01

Se non siete Fidal non sarete Grifonissimi?

Ancora una volta, e almeno nella mia regione, l’Umbria,  la Fidal cerca di imporre in modo sempre più sfacciato il suo monopolio nel mondo del podismo amatoriale.  In una delle poche gare attualmente in calendario, la oramai storica Grifonissima, popolare kermesse perugina giunta alla 40° edizione in programma il 16 maggio,  è accaduto l’ennesimo fattaccio:  ad iscrizioni concluse,  la Fidal ha imposto agli organizzatori di escludere gli appartenenti agli enti di promozione sportiva che non fossero in possesso della famigerata runcard. 

Stiamo parlando di appena 16 podisti su 500,  i quali avevano già versato tramite bonifico la quota di iscrizione e che sono stati contattati informalmente dai responsabili della Dream Chrono, la società che gestisce le iscrizioni e il cronometraggio, che hanno comunicato loro di essere stati esclusi dalla gara a termini di regolamento Fidal.

Ora, a quanto si capisce dopo un rapido giro di telefonate,  sembra che la cosa sia andata in questi termini:  in origine la competizione era open, come lo è sempre stata, tant’è che gli ignari organizzatori, all’oscuro dei contorti regolamenti della Fidal nei quali è vietato far partecipare i tesserati agli Eps nella competizioni inserite nel calendario nazionale, hanno incluso anche questi ultimi, come è possibile osservare nel relativo regolamento ancora consultabile online.

(Si veda anche la dichiarazione dell’organizzatore al “Corriere dell’Umbria” del 12 marzo: “Sarà una corsa competitiva su un percorso cittadino di 10,4 chilometri; riservata ad atleti regolarmente tesserati o in possesso di certificato medico”).
Successivamente la Fidal regionale umbra avrebbe inviato il medesimo regolamento a Roma per l’approvazione, ricevendo risposta negativa dai vertici nazionali in merito alla partecipazione di chi non era almeno in possesso della succitata runcard.  A quel punto è scattata la tagliola nei confronti di un manipolo di sfortunati podisti i quali, dopo il lungo blocco delle competizioni dovuto all’emergenza sanitaria,  pensavano di poter riprendere la loro amata attività agonistica, pur nell’ambito dei demenziali protocolli imposti dalla Fidal.

Ma dodici di loro, tutti appartenenti all’agguerrita Podistica Volumnia Sericap,  non ci stanno ed hanno reagito con un durissimo comunicato inviato agli organizzatori, di cui riportiamo la parte saliente:  Il Regolamento della Grifonissima (consultato ora online ed anche prima dell'iscrizione) specifica che la partecipazione è aperta ai tesserati Fidal, Runcard o Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal Coni.
Bene, i nostri tesserati sono tesserati Endas, per cui è rispettato il requisito specificato nel Regolamento.
Non è accettabile che in corso d'opera si cambino le Regole, a voce per altro, perché in questo momento il Regolamento della Grifonissima nel vostro sito recita ancora che la partecipazione è aperta a tesserati Fidal, Runcard o Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal Coni.
Non è accettabile che si proponga di risolvere la questione con il rimborso della quota di iscrizione qualora non si presenti il tesseramento Runcard.
Aggiungo infine quanto riportato in questo articolo
https://www.podisti.net/index.php/commenti/item/7053-correre-e-lecito-facciamo-il-punto.html

per cui non è necessario che sia una gara Fidal per essere una gara di interesse nazionale ed inserita nel calendario, secondo quanto stabilisce il CONI.

Pertanto, sono a concludere che tutti i tesserati della Podistica Volumnia, regolarmente iscritti alla Grifonissima, sia quelli in possesso anche della Runcard sia quelli solo con tessera Endas, prenderanno parte alla Grifonissima e si recheranno a ritirare il numero di pettorale nella giornata di sabato 15 maggio 2021”.

Tra l’altro, a complicare ulteriormente questo ennesimo pasticciaccio brutto targato Fidal vi è il precedente dell’appena concluso Giro dell’Umbria a tappe, che si è fregiato della presenza del fresco presidente federale, Stefano Mei, nella veste di illustre starter della prima frazione di gara.  Ebbene, in quell’occasione nessuno ha avuto nulla da eccepire nei riguardi dei numerosi figli di un Dio minore che hanno corso con la sola tessere di Ente di promozione sportiva.  

Ricordo, a tale proposito, che nello stesso Giro dell’Umbria dello scorso anno, a cui partecipò anche il direttore Fabio Marri, la Fidal impose all’inizio il medesimo divieto. Divieto di cui mi occupai direttamente con un articolo pubblicato su questo giornale; a cui, guarda caso, fece seguito una comunicazione della stessa Fidal, la quale derogava alla norma, in considerazione del particolare momento determinato dall’emergenza sanitaria.

Solo che in questo caso specifico, la ragionevole deroga applicata per ben due anni allo splendido Giro dell’Umbria non sembra essere stata presa in considerazione. I maligni potrebbero sostenere che una gara popolare come la Grifonissima, la quale ha raggiunto in un batter d’occhio il numero massimo di iscritti, 500, può anche consentire alla Fidal il lusso di far partecipare solo i suoi addentellati,  imponendo con ancora maggior forza il suo monopolio sportivo su un settore che ha avuto per decenni come motore propulsivo quasi esclusivamente i tanto bistrattati Enti di promozione sportiva.

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