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Alzano Lombardo (BG), 1 novembre - L’idea mi è balenata in testa durante il pesante lockdown del marzo/aprile 2020, in piena emergenza Covid. Il sesto senso mi diceva che per quest’anno le maratone sarebbe andate tutte a ramengo, fin quando a metà ottobre mi sono deciso ad iscrivermi a quella del Lago Maggiore, che sembrava, con tutte le precauzioni del caso, fattibile. Detto fatto: annullata pochi giorni dopo, per la recrudescenza del virus malefico!

Ma da mesi, ormai, avevo deciso che, in caso di impossibilità a correre la distanza dei 42,195 km in via ufficiale, l’avrei fatto da solo, per provare una nuova esperienza. Vorrei aggiungere, e non è cosa di poco conto, che abito ad Alzano Lombardo. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, tranne che la pandemia qui è passata come uno tsunami, così come un po’ in tutta la bergamasca.

Insomma, questo è il preambolo della faccenda. Il seguito racconta di una bellissima giornata di sole e sport, da casa fin quasi al Ponte del Costone, più conosciuto come Coston Beach, in quanto d’estate si può prendere il sole, con il fiume Serio che rinfresca mente e corpo. Poi dietrofront e ritorno in quel di Alzano, sempre sulla ciclabile della Valle Seriana.

Volevo godermi la mattinata correndo, entrando in quella dimensione tutta particolare, caratteristica delle corse di lunga lena. Certo, ancora “mi giravano” per quanto accaduto lo scorso 23 febbraio a Siviglia: avevo sofferto come un cane, finendo appena sotto le 4 ore, causa temperature sui 23/24 gradi e una preparazione farlocca, che sapevo non mi avrebbe lasciato scampo. Questa volta invece, incredibile ma vero, ero riuscito a fare un lungo di 33 km, con buone sensazioni, per cui mi sentivo pronto ad affrontare la sfida.

Ed eccomi qua, a raccontare com’è andata. Mi sono svegliato alle 6, ho avuto qualche problema di tipo gastroenterico, ma niente e nessuno poteva fermare la mia voglia di correre. Alle 8,01 sono partito per un lungo e meraviglioso viaggio, che mi ha portato a correre la prima maratona in solitaria. Devo però ringraziare l’amico Luca Bosio, che dopo essersi sparato una settimana di lavoro a 12 ore al giorno, ha voluto essere al mio fianco, sia come fotografo che in veste di addetto ai ristori.

L’inizio è stato davvero stentato, nonostante la temperatura perfetta, sui 10 gradi. Durante la prima ora sono riuscito a malapena a raggiungere gli 11 chilometri, proprio dove c’era Luca ad aspettarmi. La sua vista mi ha motivato tantissimo, perché la testa dava già segnali negativi, con non troppo malcelati propositi di ritiro o, per meglio dire, stop.

Invece ho preso un ritmo leggermente più veloce, si fa per dire, e ho cominciato a guardarmi un po’ in giro, per apprezzare la bellissima ciclabile della Valle Seriana, sulla quale avevo percorso ormai migliaia di chilometri. Qui si sono allenati, nel corso degli anni, i vari Migidio Bourifa, Emanuele Zenucchi, Giovanni Gualdi, Michele Palamini e Eliana Patelli, il meglio della maratona italiana, non solo orobica.

Bon, percorrendo due tratti un po’ diversi, giunto al km 20,6 ho girato i tacchi e iniziato la discesa verso Alzano. Il passaggio alla mezza maratona è stato di 1h53’56”, in linea con l’obiettivo che mi ero dato, vale a dire quello di finire in 3h48’. Allo scoccare delle due ore mi sentivo ancora fresco, con energie da spendere, ma non volevo incorrere nel classico errore, spingere troppo e trovarmi senza riserve di energie proprio sul più bello, diciamo dal 35esimo chilometro in poi.

Allora ho cercato la corsa-zen, più che guardare il cronometro. E poi, non sono conosciuto come un “metronomo”, una volta indossate le scarpette da running? D’altronde, di mestiere faccio il musicista! Ogni tre-quattro chilometri compariva alla vista Luca, con il bicchiere di Coca-Cola in una mano e la fida Canon nell’altra. Poche parole, sia da parte mia che sua, ma ottime per capire come stava andando il tutto. Il tempo è passato così in fretta che non me ne sono nemmeno reso conto.

Sono arrivato, così, al 34esimo chilometro in 3 ore e un minuto, ben sapendo che il bello doveva ancora materializzarsi. Ma non ho incontrato il “muro”, ho continuato a correre con il sorriso sulle labbra, accompagnato da qualche smorfia, certo, ma ormai conscio che sarei giunto al traguardo. Anzi, ho pure abbassato ancora di qualche secondo il passo, cosa che mi ha dato ancora più fiducia nei miei mezzi. Solo al km 38 la stanchezza ha iniziato a farsi più presente, ma niente di drammatico, ho stretto ancora di più i denti, fiero della consapevolezza, frutto di 30 anni di podismo amatoriale.

Ho pure chiuso in spinta, un po’ a zig-zag, tra biciclette, camminatori di ogni genere e passeggini vari, giungendo al parcheggio delle piscine di Alzano, con Luca pronto a scattarmi le foto più belle, quelle dell’arrivo. Tempo finale? 3 ore, 43 minuti e 31 secondi, 15 minuti meno del crono che avevo stampato a Siviglia. Pazzesco, sono andato più forte in questa gara che mi sono inventato: ho vinto perché ero da solo, ma pure per essere giunto alla meta.

Non mi sento nemmeno tanto stanco, sono al computer a scrivere e mi scende qualche lacrima. Ho corso con la maglia dell’Atalanta, con il numero 89 dedicato a mamma Odilia. Questa maratona la dedico a lei. Cosa mi riserverà il futuro? Non lo so, ma questa “Solo Marathon” ha sconfitto tutte le mie paure, lasciandomi con ancora tanta voglia di fare e di vivere.

 
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11 novembre - Ci hanno provato quelli di Reggio Emilia, niente da fare, troppe incertezze e condizioni di alto rischio, come ben spiegato nel comunicato che segue. Alzano bandiera bianca per la maratona di tutti; anche qui ci sarà una partecipazione virtuale, per chi ne ha ancora voglia. Sono state tante, forse troppe le gare a distanza, ma vediamo quale sarà la formula che adotteranno.

Si salva il campionato italiano assoluti di specialità, ovvero riservato a tutti gli atleti che posseggono i minimi per partecipare. Quanti saranno? Dipende dai minimi, provo a dire un centinaio se fissano 2h40 per gli uomini e 3 ore per le donne, altrimenti scendono, anche parecchio.

Dove si correrà? Di certo non sul percorso tradizionale, potrebbe essere al Campo Volo, o altra soluzione similare, magari su un anello. Ma su questo ed altro a breve ci saranno tutte le informazioni, compresi gli importanti dettagli operativi: per quanto si tratterà di un evento in formato ridotto, si dovranno soddisfare tutte le regole in materia di covid, una complicazione non da poco per chi organizza. 

Ecco il comunicato completo degli organizzatori, Tricolore Sport Marathon ASD. 

Salve a tutti,
a un mese dall’evento comunichiamo purtroppo che la Maratona di Reggio Emilia, nella sua veste classica, è rinviata al 2021.

Ma a Reggio si correrà lo stesso: in accordo con Regione, Amministrazione Comunale e Federazione Italiana di Atletica Leggera si disputeranno i Campionati Italiani Assoluti di Maratona, gara aperta a tutti gli atleti in possesso di minimi di partecipazione.

Inoltre si disputerà un evento a distanza a scopo benefico, al quale tutti potranno partecipare.

Queste, in breve, le novità; ma vediamo di scendere un po’ più nel dettaglio: ci siamo confrontati con le autorità, abbiamo studiato i protocolli e chiesto consulenze, ma la maratona nella versione classica non è possibile disputarla, perché anche se si tratta di un evento ammesso, in quanto gara nazionale, andrebbe svolta in assenza di pubblico, e questo non è umanamente possibile garantirlo; inoltre non avremmo potuto utilizzare strutture al chiuso (il nostro famoso Palazzetto), e non potendo avere una zona di partenza e arrivo enorme, sarebbe stato difficile mantenere le distanze, e il discorso “sicurezza“ per noi deve venire assolutamente al primo posto. Poi sarebbe mancata la festa, il ritrovarci tutti insieme, quelle piccole grandi cose che fanno di una maratona non solo un evento sportivo, ma un momento di gioia e socialità: pensare di vedervi tagliare un traguardo senza neanche darvi un “cinque” o non potervi mettere al collo la meritata medaglia con un bacio o un abbraccio e sulle spalle il nostro asciugamano, sono cose a cui facciamo molta fatica ad adattarci.

Quest’anno ospitavamo i Campionati Italiani assoluti e almeno a questi non abbiamo voluto rinunciare. Stiamo terminando di sistemare il regolamento di questo evento che si disputerà in un’altra location che consentirà di correre senza pubblico, nella massima sicurezza, con azioni anche innovative per il nostro settore. Potranno partecipare atleti in possesso di tempi di ammissione che stiamo finendo di definire insieme alla Federazione, non solo assoluti ma anche master. Entro sabato o al massimo lunedì sarà pubblicato il regolamento.

Abbiamo infine pensato di fare qualcosa anche per chi ha Reggio nel cuore, e con Reggio vuole continuare a correre. Vi proporremo un evento a distanza (la parola virtuale non ci piace): ci penserà la corsa ad unirci, e correndo cercheremo di aiutare realtà ed enti che si adoperano abitualmente per aiutare il prossimo. A breve vi illustreremo il progetto, ma fin d’ora vi diciamo che tutto quanto raccoglieremo con questa iniziativa verrà devoluto in beneficenza.

Che dire, questo è sicuramente il post che ci è costato più fatica scrivere e che non avremmo voluto pubblicare ma, come si vede nell’immagine, la festa è solo rinviata.
Comportiamoci bene, rispettiamo le regole e il 12 dicembre 2021 ci ritroveremo tutti insieme per una grande festa.
L’hashtag rimane sempre quello: #daicandom!

 
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Domenica, 08 Novembre 2020 01:54

Lockdown 2: i runner non sono più nel mirino?

Con il nuovo lockdown e limitandoci solo al nostro piccolo mondo della corsa, sembra che qualcosa stia cambiando, fortunatamente in meglio, per noi runner. In primo luogo, parlando di regole, anche nelle zone “rosse” non è più obbligatorio rimanere “in prossimità” dell’abitazione. Concetto che avevamo cercato di spiegare a suo tempo in questo articolo. Ora il limite è quello dei confini comunali che è più ampio, molto più chiaro ed in generale consente di arrangiarsi abbastanza bene, con l’esclusione forse dei comuni molto piccoli. Ovviamente bisogna girare da soli. E purtroppo non basta uscire singolarmente. Bisogna anche evitare che qualche “minus habens”, senza invito, non ci si incolli addosso. Proprio ieri, mentre ero in bici da corsa da solo, sono stato immediatamente agganciato da un paio di fenomeni che non conoscevo e che volevano stare a ruota. Giusto per farsi l’aerosol col respiro di un perfetto sconosciuto… Quando li ho fatti andare via si sono offesi.

Altro salto di qualità è quello relativo ai rapporti sociali, anche se ci rendiamo conto che sia passato troppo poco tempo per tirare delle conclusioni. In ogni caso, mentre annotiamo che nulla è cambiato per quanto riguarda i continui litigi tra maggioranza ed opposizione e tra governo centrale e regioni, per i podisti c’è una novità…

Di runner untori non si parla più. Mentre si corre, non si viene apostrofati dai balconi o da altri passanti o indicati come assassini. Siamo ripiombati in quella zona d’ombra dove al massimo veniamo guardati con compatimento. Siamo tornati quei poveri scemi che corrono, ma almeno non siamo più accusati di essere degli untori, come raccontavo lo scorso marzo in questo articolo.

Quindi bene così. Continuiamo a correre. Continuiamo a farlo in solitaria o al massimo con dei congiunti. Evitiamo di uscire in gruppo, magari con la ciliegina sulla torta di postare delle foto sui social media, stando senza mascherina a un centimetro dai compagni di allenamento. Sorridenti. Come degli scemi.

Quanto alla pandemia, colgo l’occasione per fare gli auguri di pronta guarigione a tutti i runner ed ai loro cari che sfortunatamente si sono ammalati ed hanno dei problemi. Speriamo che presto arrivi il vaccino e si possa uscire da questa situazione che definisco orribile, mentre c’è chi, alcuni senza assolutamente avere dei titoli di studio o esperienza nel settore, continuano a pontificare ed a considerare il Covid19 come una bagattella. Presuntuosi idioti.

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

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5 novembre. La notizia ci ha raggiunto nel tardo pomeriggio. Abbiamo subito contattato l’amico e collaboratore, enciclopedia vivente dell’atletica, che nemmeno all’ospedale perde il vizio del giornalismo e ci ha mandato la sua cronaca perfettamente incentrata sulle quattro W del reporter. A lui la parola, naturalmente coi nostri auguri, nella speranza di poterlo di nuovo salutare con l’esclamazione bolognese che ci anticipa lui [F.M.]

Proprio non so dove posso averlo preso: ai primi d’ottobre ero andato ad Arezzo per i campionati Master [ricordiamo le sue telecronache sul sito della Fidal] ma ho sempre indossato la mascherina, e al 90% lo facevano anche atleti e addetti, come avevo anche scritto nel comunicato che vi ho inviato. Poi a Bologna sono andato alla scuola di ballo per aggiustare un impianto-voce, ma sempre con mascherina; lì facevano balli di gruppo, tutti con mascherina. Sono uscito l'ultima volta la domenica sera 25 ottobre ad una cena, con tavoli per due distanziati, sempre da seduti, e mascherina dopo cena: ma in questo caso alcune persone non la tenevano! Poi il martedì 27 mattina ho fatto il mio solito giro di un ora al laghetto Cà  Bura [periferia nord di Bologna] con una amica, entrambi con mascherina abbassata solo quando camminavamo veloci, secondo le prescrizioni del DPCM relative all’attività ludico-motoria. Il martedì sera e il mercoledì sono andato dal dentista per un dente che mi ha tolto (che male bestiale!); in serata avendo già avuto sia il lunedì sera sia il martedì sensazioni di caldo mi sono misurato la febbre ed è stata una escalation. Quando, giovedì 29, è arrivata a 38,4 il mio medico mi ha prenotato un tampone per il lunedì mattina, ma nonostante un pastiglia al giorno di antibiotico e tachipirina tutte le sere, la febbre c'era sempre, con alti e bassi ma mai meno di 37,4. Lunedì 2 novembre ho fatto il tampone, e mercoledì mattina alle 9,00 mi hanno comunicato che ero positivo al Covid. A quel punto il mio medico ha chiamato lui stesso il 118  con richiesta di ricovero urgente: ho passato tutto il pomeriggio al Pronto soccorso del S. Orsola [uno dei due maggiori ospedali di Bologna], e alle 19,30 mi hanno che avevo la polmonite bilaterale, e sono stato messo in reparto alle 21,15.
Sono tuttora nel reparto Covid, ma non ho bisogno dell'ossigeno e, tra flebo e punture di cortisone (che a me, da sportivo, non piacciono per niente), la febbre ora è sparita. Considerate pure che io sono allergico alla penicillina… Adesso spero di guarire dalla polmonite; per il Covid dovrò attendere un tampone negativo, ma prevedo che sarà lunga. Stamattina svegliandomi avevo pensato di essere in un centro di bellezza, peccato che non fosse così.
Mi permetto, vista la situazione qui in ospedale, avendo notato persone su barelle sotto ossigeno, infermieri e dottori vestiti come astronauti, e in alcuni momenti carenza di personale, di consigliare vivamente di fare molta attenzione: non scherziamo con la salute e di conseguenza con il lavoro. Quando starò bene (e lo spero tanto) farò una inchiesta sui negazionisti, e su tutti questi superinformati sia da una parte che dall'altra, sui propinatori di soluzioni mediche o stregonerie varie, su annunci di gruppi di medici, che forse hanno perso clienti nei loro studi privati e che si dedicano a scrivere certe cavolate, mentre sarebbe meglio che stessero tutti in prima linea dentro gli ospedali. Non è passato lo straniero nel 1915-18, e nemmeno nel 1943-45, col cavolo che dobbiamo lasciarci conquistare da questo st* di Coronavirus. Io non mollo e voi abbiate la pazienza di aspettarmi, e magari poi nel rivedermi  direte “socc-mel, ech du m*!”, ma io continuerò a volervi bene.

 
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Finalmente è arrivato il momento di tornare a correre.
Per i tanti appassionati di running e di sport all’aria aperta, la data di domenica 13 settembre 2020 è senza dubbio una di quelle da cerchiare in rosso sul calendario, e quello che solo fino a qualche settimana fa sembrava un lontano miraggio adesso è realtà.  

Grazie all’organizzazione e la gestione tecnica del Roma Road Runners Club e al contributo della Regione Lazio, torna la CINECITTA’ WORLD RUN, sotto l’egida del Centro Sportivo Italiano, comitato provinciale di Roma e comitato regionale del Lazio. 

Giunta alla IV edizione, la  Cinecittà World Run  - che prende il nome dal celebre parco dei divertimenti - prenderà il via dalla Cinecittà Street per poi svilupparsi in un unico percorso di 3 chilometri, con partenze individuali a cronometro a cui potranno partecipare tutti.

Per i più piccoli, invece, sarà possibile partecipare alla Cinecittà World Race, batterie di velocità di 50 metri che renderanno ancora più divertente e coinvolgente la giornata.

Dopo mesi di inquietudine, lock-down e di allenamenti casalinghi, questa manifestazione unica nel suo genere, ambientata tra le suggestive attrazioni e gli scenari del parco dei divertimenti  Cinecittà World  sarà ancora una volta indimenticabile. 

La Cinecittà World Run vivrà un’anteprima Sabato 5 Settembre presso l’Ippodromo Capannelle con lo stage di atletica giovanile gratuito “Correre per Educare” sotto la guida di tecnici federali e CSI.
Le due iniziative saranno collegate fra loro, grazie ad una collaborazione tra il Roma Road Runners Club, il parco divertimenti Cinecittà World e la Hippogroup Roma Capannelle. 

5 Settembre 2020  - Correre per Educare presso il Running Camp Capannelle 

13 Settembre 2020 - Cinecittà World Run presso Cinecittà World

 

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Lunedì, 11 Maggio 2020 23:59

Sars-CoV 2: la corsa ci salverà!

Carissimi, oggi non vi parlerò di allenamento e di tempi al Km. Mi avevate richiesto un commento circa l’attuale situazione sanitaria e ho preferito attendere, data la valanga di “pontificatori” (alcuni dei quali li conosco personalmente) che si trovano nelle varie trasmissioni televisive, sui giornali, sul web, insomma dappertutto. Ma sono sempre più amareggiato e quindi oggi mi aggrego alla miriade di loquaci esaminatori della pandemia, presentando questo post sul sito della Michetta ASD. Cominciamo dalla foto, si tratta di una tappa del trofeo Monga 10 anni fa a Cinisello dopo una nevicata; quel giorno mi venne a trovare un collega (cardiologo come me) al traguardo e mi disse meravigliato: “Ma qui siete tutti magri!”. Certo i runner nella maggioranza scelgono e praticano “stili di vita” ragionevoli e prescritti da tutte le linee guida delle società mediche: in genere non fumano, mantengono un peso corporeo ottimale, ovviamente fanno attività fisica regolare e con la visita annuale controllano la pressione arteriosa e altri parametri. Insomma non siamo certo immortali, ma invecchiamo meglio e “costiamo” molto meno alla società rispetto ai sedentari in termine di farmaci, terapie e interventi. Ebbene la tanto bistrattata Organizzazione Mondiale della Sanità il 20 marzo 2020 aveva segnalato alcuni comportamenti da seguire nel corso della pandemia, in particolare segnalava di mangiare correttamente (non solo carne rossa e fritti senza verdure e frutta!) perché le difese immunitarie partono dal cosiddetto “MICROBIOTA” intestinale, evitare bevande zuccherate artificialmente, eccessivo consumo di alcoolici, non fumare nel modo più assoluto perché si riducono i meccanismi di difesa contro un virus respiratorio; e soprattutto la necessità di almeno un’ora di movimento per bambini e giovani e di almeno mezz’ora per gli adulti. Eppure, avete per caso mai ascoltato un epidemiologo, un virologo, un infettivologo esprimere anche solo brevemente queste indicazioni? No, nessuno, nessuno si è nemmeno preoccupato di dire: “Per favore non fumate”. L’unica cosa: distanziamento, mascherine (ragionevole) e “prigionia” assoluta per 50 giorni. E adesso dopo 30.500 morti ufficiali di cui la metà nella nostra regione Lombardia, un’economia già fragile completamente sconquassata, siamo nuovamente alla partenza del “Gioco dell’oca” senza ovviamente nessuna certezza per il futuro tranne: “Speriamo che il virus si ammosci con il caldo e speriamo di cavarcela nel prossimo autunno/inverno” (ovviamente mi auguro che avvenga tutto ciò, ma è solamente un auspicio).

Quando andiamo dal medico per un problema di salute, tutti (anch’io) speriamo che ci ragguagli perfettamente sul nostro futuro, è un po’ come andare dalla Sibilla di qualche millennio fa. Purtroppo non è così, rimangono sempre molte incertezze sul futuro e sull’evoluzione delle malattie. Inoltre nei lavori scientifici di medicina (come quelli di economia) si trova di tutto e il suo contrario. Ogni anno vengono presentate nuove tecniche operatorie: quasi tutte efficaci con bassissimo rischio per il paziente e con ottimo risultato a distanza; poi dopo qualche tempo molte di esse vengono abbandonate e non si trova più nulla. In genere questo avviene senza una riflessione pubblica dei limiti delle ricerche precedentemente presentate, scompaiono solamente confidando nell’amnesia del mondo.

Vi voglio portare un esempio dei paradossi in campo medico: tutti sapete che si sostiene che mangiare troppe uova faccia male, in pratica si guarda con diffidenza quei popoli che per abitudine si preparano almeno un “ovetto” con la colazione del mattino. Ebbene circa 2 anni fa è stato pubblicato uno studio asiatico che sosteneva l’innocuità del consumo di uova per la genesi delle malattie cardiovascolari, dopo circa 1 mese il lavoro stesso venne “spernacchiato” in quanto presentava incongruenze statistiche. Tutto terminato, neanche per sogno! Quest’anno esce su una nota rivista inglese un nuovo lavoro (si chiama metanalisi e in pratica si rivedono i dati di numerose altre pubblicazioni) che analizza il rischio cardiovascolare (cioè la malattia aterosclerotica dei vasi) in relazione al consumo quotidiano di uova. Si conclude che inglesi, tedeschi ed americani possono tranquillamente mangiarsi il famoso ovetto a colazione perché non fa male ai vasi. L’esempio portato affronta, se vogliamo, un problema marginale (uova a colazione), ma se pensiamo al cuore che rappresenta la mia materia e coinvolge l’organo probabilmente più studiato, posso tranquillamente affermare che a tutt’oggi non si sa quale sia il trattamento più corretto anche per malattie diffuse quali la cardiopatia ischemica cronica e la fibrillazione atriale (non entro nei dettagli per non annoiarvi).

Ma c’è di più: i medici litigano tra di loro (avete visto gli insulti che si rivolgono tra di loro i virologi sul web), molto frequentemente non concordano su terapie e indagini sanitarie e presìdi (ricordate la diatriba circa le mascherine e i tamponi). Non solo, secondo un’autorevole rivista inglese circa 1/3 dei decessi sono imputabili in parte o totalmente ad errori medici: forse è un dato esagerato, ma sicuramente fa riflettere. Oggi ci troviamo in una pandemia (evento già noto e relativamente frequente) scatenata da un agente completamente sconosciuto su cui praticamente nessuno ha certezze; certo nella globalità delle affermazioni qualcuno imbroccherà delle conclusioni, forse più per fortuna (casualità) che per reali capacità intellettive. Ci troviamo unicamente ad applicare la famosa quarantena come nella città di Ragusa in Dalmazia, oggi Dubrovnik. Accidenti, siamo nel 2020 e ripetiamo quanto fatto per la prima volta nel 1377!

L’umanità è curiosa: 7,5 miliardi di uomini affidano il loro destino a VIROLOGI, ma i virologi non visitano mai le persone, sono chiusi nei laboratori. Non ho dubbi nell’affermare che non affiderei mai la mia salute a un medico che non ha mai auscultato il cuore di una persona, non ha mai sentito il rumore del respiro polmonare e non ha mai messo una mano sull’addome di una persona. Eppure sta accadendo proprio questo. Ma dico di più, se devo affidare la mia vita a un medico desidero che il sanitario dimostri nei fatti che si “occupa” anche del proprio corpo, non mi va di farmi seguire da un collega che fuma, è … grasso come un porcello e non ha mai fatto qualsiasi attività fisica tranne imboscarsi alla Montagnetta di Milano con una giovincella per fare il … gallo cedrone. Quando uscivo il pomeriggio dal Sacco e mi recavo ad allenarmi alla Montagnetta, prima di tornare a casa ne ho incontrati di colleghi intenti nell’operazione, anche alcune star odierne.

Ecco perché sono amareggiato, probabilmente sarebbe auspicabile un po’ più di modestia nel riconoscere la nostra ignoranza circa il virus Sars-CoV 2. Voglio però lanciarvi un messaggio di speranza e ottimismo: gli sportivi e ancor più i runner rappresentano una delle componenti migliori della società umana, non solo per il famoso “rispetto” degli stili di vita (tanto bistrattati, ma assieme ai vaccini sono il metodo più efficace per contenere la spesa sanitaria), ma creano in un mondo sempre più frammentato, diviso, senza ideali e incollato agli smartphone una coesione sociale e un’appartenenza di gruppo fondamentale per il genere umano (ovviamente non mi rivolgo solamente alla Michetta ASD, ma a tutte le formazioni). Quindi … correte sempre con passione.
PS: Non posso resistere, dopo 4 giorni sono riuscito a recuperare 6” al Km, ne mancano ancora tanti (circa 15-20”), ma arriveranno… Un abbraccio. 

 
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Lunedì, 11 Maggio 2020 11:42

Basta poco per tornare ad essere dei mostri

E’ passata solo una settimana, ma sembra un secolo. Siamo usciti ed abbiamo pienamente apprezzato tutto quanto ci pareva scontata normalità. Correre lontano da casa, per i nostri soliti giri. Senza restare attaccati ad una catena lunga 200 metri, come pericolosi cani da guardia. Senza nessuno che ci gridasse “Dove vai scemo?” oppure “Devi morire!”. Siamo tornati trasparenti. Non ci notano più. Al massimo torniamo ad essere quegli stupidi che corrono, bontà loro. In compagnia degli amici di sempre, giusto con qualche accortezza, come mantenere il distanziamento e le mascherine.

Ecco, da quello che ho visto correndo in giro, parlando con altri podisti o vedendo alcune immagini alla televisione, ritengo che il discorso mascherine non sia stato ben compreso da tutti noi. Se praticamente in tutta Italia è ormai possibile correre senza indossare la mascherina, a non tutti sono chiari due concetti. O meglio fanno finta di non ricordarli.

Il primo è che anche quando si corre esistono un prima e un dopo. Due fasi durante le quali si ritorna ad essere cittadini normali, obbligati a coprirsi naso e bocca.

Il secondo è che se mentre corri incontri altre persone, passando vicino a loro, è altrettanto obbligatorio e prima ancora un tuo dovere non diventare fonte di contagio o quantomeno di preoccupazione per il tuo prossimo. Bene cercare di passare al largo, ma se anche al posto di un metro ce ne sono due o tre, credo che tirarsi su la mascherina o una scaldacollo per qualche secondo resti un dovere morale prima ancora che giuridico.

Per favore, continuiamo a restare trasparenti agli occhi dell’opinione pubblica e dei media, non roviniamo l’onorabilità della nostra categoria con comportamenti irresponsabili. Facciamo in modo che i legislatori si occupino di altri argomenti e appena sarà possibile, consentano di ritornare a gareggiare.

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Luciano Gattinoni, rianimatore; ma è difficile racchiudere una storia così importante in un’unica parola: “uno scienziato di prestigio mondiale”, non ricordo dove l’ho letto, ma calza davvero bene. Ci vorrebbero un paio di articoli solo per raccontare una lunga carriera in ambito anestesia e rianimazione, in Italia ed all’estero. Mi limito ad alcuni principali passaggi che meglio conosco; nella mia vita precedente all’ambito sportivo ho operato per quasi trent’anni nel settore medicale, proprio nelle specialità anestesia e rianimazione. Il professor Gattinoni ha lavorato molti anni in ambito Università degli Studi di Milano, in termini ospedalieri significa soprattutto Policlinico. 4 anni primario dell’ospedale San Gerardo di Monza e poi ancora Policlinico come direttore scientifico, per lungo tempo.  Nel corso degli anni è stato presidente delle società italiana, europea e mondiale di terapia intensiva. Dal 2016 è guest professor all’Università di Göttingen (Germania).

Buongiorno professore, la situazione in Italia comincia a migliorare, calano i morti ed i ricoveri in terapia intensiva, un segnale positivo.

Certamente sì, abbiamo imparato a gestire meglio i pazienti, poi c’è il fatto che ora gli ospedali sono meno congestionati ed ovviamente si seguono meglio i pazienti; inoltre le prime settimane è ovvio che si andasse per tentativi. Può anche essere che il virus oggi abbia perso parte della sua carica virale, quella componente che lo rende aggressivo e più pericoloso. 

Come deve essere trattato il paziente affetto da coronavirus?

La domanda è corretta, “trattato”, non curato. Potrà sembrare strano ma in terapia intensiva i pazienti non vengono curati, bensì trattati e seguiti con le necessarie competenze ed i farmaci di cui si dispone, sino al punto che le difese naturali non hanno il sopravvento sulla malattia; il virus, nella fattispecie. Una polmonite che dura 2-3 settimane, durante le quali forniamo ventilazione meccanica al paziente nel modo migliore possibile, tenendo conto che essa genera ulteriore stress a polmoni già fortemente infiammati di loro.

Gli operatori sanitari hanno pagato un tributo altissimo, 11.000 contagiati, 150 morti, cosa è mancato?

Innanzitutto i mezzi di protezione (e non solo per loro), poi un’organizzazione adeguata ad affrontare la situazione, non tanto in termini di terapia intensiva, tutto sommato siamo abituati a gestire situazioni “al limite”. Mi riferisco ad esempio al Pronto Soccorso, e più in generale ai reparti dove venivano movimentati i pazienti.  Poi è chiaro che le condizioni oggettive non consentivano il livello di attenzione dovuto, in particolare nella fase iniziale.

La Lombardia, quella che è stata la sua regione per lunghissimo tempo, è in assoluto l’area che ha sofferto di più. Che idea si è fatta?

Conosco il dramma di questa regione, sono quotidianamente in contatto con tanti colleghi. Intanto garantisco che a livello di terapia intensiva respiratoria ci sono delle autentiche eccellenze, siamo presi ad esempio da tante altre realtà, anche in diversi paesi del mondo. Cosa è successo? Un esagerato afflusso di pazienti critici in un tempo estremamente ridotto, unito ad un’organizzazione con diverse carenze ed impreparazioni. Emblematico il problema della mancanza di mascherine, ma non è mancato solo quello.

Che si dovrebbe fare, da ora in poi?

In estrema sintesi, parlare di meno, fare di più. Vedo tanta gente in televisione, ognuno ha la sua medicina; i toni usati spesso sono stati catastrofici per indurre ascolto ed attenzione. Troppa gente che parla e che troppo spesso genera confusione, disagio in chi ascolta. E poi entra in gioco la natura stessa dell’italiano, tendente all’emotività, all’irrazionalità. E’ necessario stare tranquilli e ragionare, osservare cosa accade nelle altre nazioni, scambiare esperienze senza pensare di essere più bravi degli altri; anzi, copiare se vediamo che gli altri sanno fare meglio.

In Germania stanno gestendo meglio il problema?

Tornando al passaggio precedente, la Cancelliera Merkel avrà parlato 2 o 3 volte di questo problema, quante volte il premier Conte? Se si vuole essere ascoltati si deve fare di più, piuttosto che ripetere messaggi che talvolta finiscono per essere contraddittori. Non si può cavarsela dicendo che in Germania ci sono molti più posti intensivi che in Italia, perché non è vero, dipende cosa si intende per posto letto di terapia intensiva, che può essere attrezzato in modo diverso secondo le esigenze. Inoltre, si sono preoccupati meno del consenso politico e maggiormente dei problemi reali, soprattutto in termini di prevenzione. Certo che politicamente “paga” meno.

Nel padiglione della fiera di Milano è stato costruito un reparto di terapia intensiva, ad oggi 53 posti letto di cui 10 occupati da pazienti. Dal suo punto di vista è stata una buona scelta?

Si è abituati a pensare al posto letto di terapia intensiva come un qualcosa a sé stante, un ventilatore, un monitor, un letto… in realtà non è così. A parte che per far girare un reparto del genere ci vogliono elevate competenze e tanto personale sanitario, ma non si può ridurre il coronavirus ad un problema polmonare, ci sono spesso tante e tali complicazioni e patologie da rendere necessaria la presenza di altri specialisti. In pratica, ci deve essere un ospedale intorno ad un reparto di terapia intensiva.  

Grazie e buon lavoro.

 

  

 

 
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Lunedì, 04 Maggio 2020 02:31

Fuga di mezzanotte

I ritocchi del campanile hanno appena scandito le ore dodici. Siamo entrati nella giornata di lunedi 4 maggio 2020, quella della fase 2 e della liberazione dei runner dalle catene. La mano è già sulla maniglia della porta. Sono fuori e m’incammino verso il ritrovo dove incontrerò gli amici di sempre. Partiamo per un giretto di corsa, non ce la facevamo più. E’ una fuga di mezzanotte, ma a differenza del noto film del 1978 dove un americano scappava dalle prigioni turche, qui la sceneggiatura non è affidata ad Oliver Stone e ci sono meno colpi di scena. Però anche noi scappiamo dalla prigionia dovuta alla forzata permanenza a casa o “in prossimità” della stessa.

Subito un bel regalo. Abbiamo appena iniziato, rigorosamente ben spaziati e passa un’automobile con tre ragazze a bordo. Al posto d’insultare ci fanno i complimenti e si capisce che sono sinceri e non canzonatori. Nel giro incrociamo una ventina di altri podisti e tenuto presente che non abitiamo in una metropoli, ma in un comune da circa 20.000 abitanti, non è poi così male pensare che non siamo gli unici pazzi in giro e probabilmente non ne abbiamo incrociati degli altri.

E’ tempo di tornare a casa. Nove chilometri scarsi, non a grande velocità, ma in fondo non siamo dei campioni e la categoria è ormai over 60. Però più che sufficenti e farci finalmente riabbracciare la nostra beneamata congiunta. Si chiama Corsa.

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Con la benvenuta ripartenza delle attività motorie senza l’obbligo di restare nei pressi della propria abitazione, molti podisti rimetteranno il naso fuori casa. Anche perché noi tutti ci auguriamo che al netto delle disposizioni in materia, la vergognosa parentesi della caccia all’untore-runner si sia definitivamente conclusa. Con buona probabilità, uscendo chiameremo i compagni di sempre per correre insieme, beninteso nel rispetto delle regole. Quello che ci preme di far notare è che anche mantenendo il “distaccamento sociale” richiesto dal Decreto della Presidenza del Consiglio o dalle varie ordinanze locali, ovvero al massimo 3 metri nel caso migliore, potremmo correre il rischio d’infettarci correndo in scia ai nostri amici.

Queste sono infatti le conclusioni di una ricerca dedicata ai runner ed ai ciclisti, condotta da Bert Bolcken e Fabio Malizia dell’University of Technology di Eindhoven (NL) e del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Leuven (B), in collaborazione con T. van Druenen  e T. Marchal. Ecco qui il link dello studio: “Towards aerodynamically equivalent COVID‐19 1,5 m social distancing for walking and running".

Per chi non avesse la conoscenza della lingua inglese o tempo e voglia di leggerlo, riassumiamo qui di seguito le conclusioni che peraltro simulano un caso neutro, ovvero in assenza di vento. Se si rimane in scia si suggerisce di mantenere una distanza di 5 metri se si cammina a 4 km/h nella stessa direzione di marcia, di 10 metri se si corre o pedala lentamente a 14,4 km/h (equivalenti a 4’10” al chilometro) e di 20 metri alla velocità di 30 km/h. Ovviamente in questo ultimo caso ci si riferisce solo ai ciclisti. Se invece si procede affiancati o “sfalsati” in diagonale, insomma non in scia o a ruota per usare una terminologia ciclistica, il rischio di catturare particelle di saliva di chi ci precede diminuisce notevolmente. Precauzione da tenere anche in caso di sorpasso, da effettuare stando molto “larghi”.

Ecco un video che spiega meglio di tante parole.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=18&v=PLsuUz4m5Lg&feature=emb_title

Quindi Vi auguro buone corse o anche pedalate, ma mi raccomando: state attenti e mantenete la distanza di sicurezza!

 

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Venerdì, 24 Aprile 2020 00:26

Criceto Cup: Antonio elimina Max

Nei giorni scorsi a Cornaredo (MI) si è disputato uno degli incontri podistici ad eliminazione diretta valido per i centoventottesimi di finale della Hamster Cup, meglio conosciuta come Criceto Cup. Trofeo intitolato agli animaletti che attualmente più somigliano ai poveri runner. Gente che ormai corre solo nel giardino di casa o al massimo in quello condominiale, non azzardandosi più a mettere il piede fuori dal portone d’ingresso.

Sfida secca e rigorosamente a distanza, nella quale i concorrenti devono sottostare a rigide regole. La prima è l’anonimato. Non si corre per avere il nome e cognome pubblicati, ma solo per la voglia di muoversi e di competere. La seconda riguarda l’eventuale beneficenza: chi vuole la fa da solo, senza mettere manifesti in giro. La terza è legata ai criteri che consentono di passare il turno. Squisitamente artistici. Legati alle traiettorie che vengono disegnate dal segnale del GPS sulla cartina.

Il confronto vedeva impegnati Max ed Antonio. Cominciamo col primo, sulla sinistra. Il moto evidenzia un frenetico movimento nella miglior Tradizione Spazialista. Era dai tempi del fondatore Lucio Fontana che non vedevamo un’intensità di tratto vicino alla totale confusione e che lascia chiaramente trasparire l’impellente necessità di correre liberamente all’aperto, lungo interminabili rettilinei. Bella anche la rappresentazione di Antonio che richiama, seppur con una connotazione molto personale, il Precisionismo. Anche qui il fondatore del movimento, Charles Demuth, avrebbe apprezzato. Lo sforzo di rievocare nel giardinetto l’anello di una pista di atletica, ricordando i bei tempi in cui ci poteva liberamente scorrazzare, è ben riuscita.

Il giudice monocratico che doveva decidere il vincitore, ovvero il sottoscritto, si è trovato in grossa difficoltà, in quanto entrambi meritavano il passaggio del turno. In effetti si è trattato di una finale anticipata e tenendo presente la suscettibilità di Antonio, per il quieto vivere ho deciso di far vincere lui che si qualifica per i sessantaquattresimi di finale. La Criceto Cup si concluderà alle ore 24 del prossimo 3 Maggio. Poi con la fase due e seguenti, speriamo tutti di mettere in soffitta queste corse claustrofobiche e perdonateci se stanotte abbiamo voluto scherzarci sopra un po’.

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Giovedì, 23 Aprile 2020 14:25

Valle d'Aosta: i magistrati scendono in campo?

Se facessimo una classifica delle regioni che maggiormente limitano gli spostamenti la Valle d’Aosta vincerebbe per distacco anche se, a dire il vero, da ieri non è più così. Ma andiamo per gradi.

Almeno fino ad oggi qui le limitazioni erano totali, o quasi; si legge dall’ordinanza (allegata) del 19 marzo “l’attività motoria per ragioni di salute o l’uscita con l’animale di compagnia per le sue esigenze fisiologiche, sono ammessi solo in prossimità della propria abitazione”. Dove le “ragioni di salute” andavano comprovate da certificato medico. La cosa ha indotto a più di una riflessione un gruppo di nove magistrati i quali, armati carta e penna (si fa per dire), hanno scritto la lettera che vedete più sotto. Si parla di cose di legge, ma io ci vedo anche tanto buon senso.

Sempre in questi giorni c’è stata un’altra iniziativa in regione, una petizione che ha raccolto rapidamente 7.000 firme, finalizzata ad allentare le misure restrittive.

Se…due indizi fanno una prova, si può immaginare che il presidente della regione, Renzo Testolin, grazie a questi sia stato indotto a rivedere qualcosa? Forse è solo un caso che proprio ieri abbia comunicato che “è permessa l’attività motoria nei pressi della propria abitazione”. Il resto del comunicato ribadisce tutti gli altri limiti, parchi e giardini chiusi, etc, richiamando la disposizione del ministro Speranza del 25 marzo. Ha infine fatto intendere che non nessun passo avventato sarà fatto, in merito alle attività non lavorative all’aria aperta, almeno sino al 4 maggio.

La sostanza è che, di fatto, la Valle d’Aosta viene adesso equiparata alla normativa nazionale, un piccolo passo in avanti. Certamente non è molto per una regione con un’elevata percentuale di sportivi praticanti, chiuse le palestre, le piste da sci, le ciclabili, l’impossibilità di girare in bicicletta …. saranno in tanti che si sono messi a correre, o quantomeno avrebbero voluto farlo.

Questo il testo completa della lettera (fonte Ansa)

"Con estremo sconforto - soprattutto morale - abbiamo assistito - ed ancora assistiamo - ad ampi dispiegamenti di mezzi per perseguire illeciti che non esistono, poiché è manifestamente insussistente qualsiasi offesa all'interesse giuridico (e sociale) protetto". Lo affermano, in riferimento al divieto di passeggiate, nove magistrati di Aosta in qualità di "cittadini": Eugenio Gramola, presidente del tribunale, i giudici Anna Bonfilio, Maurizio D'Abrusco, Luca Fadda, Davide Paladino, Marco Tornatore, Stefania Cugge (giudice a Ivrea) e i pm Luca Ceccanti ed Eugenia Menichetti.
    "In un territorio - scrivono in una lettera aperta - qual è quello valdostano - ma anche altrove, in zone di campagna o collinari su tutto il territorio italiano - ove molti comuni hanno una densità di popolazione assai limitata a fronte di un territorio in gran parte esteso in zona rurale, che pericolosità rivestono le condotte di chi, per sopravvivere alla situazione pesante in cui tutti viviamo, avendo la fortuna di abitare in comune montano - o comunque in zone isolate - (con gli inconvenienti ben noti in condizioni normali, soprattutto in stagione invernale, per spostamenti anche ordinari) faccia una passeggiata nei boschi 'osando' allontanarsi anche per qualche chilometro dalla propria abitazione, laddove superate le 'quattro case' del paese - proprio nel raggio delle poche centinaia di metri di spostamento consentito od almeno tollerato - si spinga fino alle zone solitarie di montagna dove - se ha fortuna - potrà incontrare forse qualche marmotta, o capriolo o volpe, transitando al più in prossimità di qualche alpeggio, al momento anche chiuso".
Quindi "fermo restando che è compito delle Forze di Polizia, e prima ancora dell'autorità politica che ne dirige l'operare, decidere come e dove concentrare i controlli sull'osservanza delle disposizioni emanate dal Governo, è difficile non chiedersi se davvero non si sappia immaginare un modo più utile per spendere il danaro pubblico, in settori ove ce n'è ben più bisogno per le tante necessità urgenti delle strutture sanitarie o per più seri interventi di prevenzione e protezione degli anziani in strutture di accoglienza".

"Tutto ciò - aggiungono i magistrati - avviene con sacrificio estremo, manifestamente non necessario, di diritti fondamentali di libertà personale e di circolazione dei cittadini di cui alla parte I della Costituzione, che meriterebbe rinnovata lettura ed attenta meditazione. Non dimentichiamo che le norme che vengano ad incidere e sacrificare diritti costituzionalmente garantiti, anche a tutela di altri diritti di pari rango che vengano a confliggervi, sono comunque sempre soggette a stretta interpretazione e perdono ogni legittimazione laddove le condotte sanzionate siano prive di lesività per il bene preminente salvaguardato".
Nell'ambito dell'emergenza da coronavirus, in Valle d'Aosta è prevista "in senso ulteriormente restrittivo" rispetto alla normativa nazionale (per via di una ordinanza regionale) la possibilità di svolgere attività motoria e di uscire con l'animale da compagnia "solo in prossimità della propria abitazione", ricordano giudici e pm. Nella lettera aperta fanno riferimento in particolare alla "Circolare del Ministero dell'Interno 31.03.2020", in cui si ricorda che "la finalità dei divieti" risiede "nell'esigenza di prevenire e ridurre la propagazione del contagio" e che "il perseguimento della predetta esigenza implichi valutazioni ponderate rispetto alla specificità delle situazioni concrete".
Inoltre "non sarebbe forse 'strategicamente' più utile limitare l'applicazione dei provvedimenti in vigore nell'ambito effettivamente necessario per il perseguimento dei fini loro propri di contenimento dei rischi reali - e non immaginari - di diffusione dell'epidemia in atto, salvaguardando il più possibile le libertà fondamentali dei cittadini? Ciò perché i cittadini stessi, ben consapevoli e largamente convinti della necessità di un regime comunque restrittivo, poiché coscienti - per la maggior parte almeno - dei rischi conseguenti al mancato contenimento della diffusione epidemiologica in atto, sarebbero così assai più motivati e spontaneamente disposti al pieno rispetto della normativa vigente, ragionevole ed equilibrata, e non si sentirebbero invece costretti a cercare i più umilianti sotterfugi per sottrarsi a solerti controlli che finiscono per essere percepiti come gratuite persecuzioni di nessuna utilità per l'effettiva tutela del bene della salute pubblica". Infine "se superassimo il pericolo da coronavirus lasciando sul tappeto libertà fondamentali e diritti primari di libertà che oggi vengono seriamente posti a rischio da condotte repressive non adeguate rispetto ai fini perseguiti, che risultato avremmo conseguito?".
   

 

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Il “Lercio – Lo sporco che fa notizia” è il nome di un portale satirico molto visitato, dove una nutrita e vivace redazione pubblica a raffica notizie assolutamente false. La peculiarità sta nel fatto che a differenza di altre fonti, compreso purtroppo anche casi di giornalisti iscritti all’albo, risulta subito evidente che si tratti di una provocazione. Non c’è la volontà di diffondere fake news. L’obiettivo è la risata del lettore. In alcuni casi amara. Lo schema di base è quello di prendere spunto dai fatti del momento o dai luoghi comuni che vanno per la maggiore, inventando situazioni provocatorie e/o paradossali. Il risultato è assicurato, sebbene a volte non in maniera elegantissima, ma già il nome della “testata” fa intuire ai lettori come l’arma più usata non sia il fioretto.

Quindi cosa di meglio che non giocare su questa storia che i runner ai tempi del coronavirus sono diventati i nemici pubblici numero uno, avrà pensato Augusto Rasori che il 21/4 ha scritto un articolo dal titolo: “Pentito di mafia ottiene sconto di pena rivelando i nomi di quelli che escono per fare jogging”.

Il pezzo racconta di un fatto avvenuto nel fantomatico paese di Montevicata. Un boss mafioso, pluricondannato e latitante, viene riconosciuto e subito arrestato nel corso di uno dei tantissimi controlli che caratterizzano questi tempi di pandemia. Durante il primo interrogatorio il boss si dimostra subito molto collaborativo, offrendosi pronto a rilevare importanti informazioni su tutti i casi irrisolti legati alla mafia, a partire dalla strage di Portella della Ginestra del lontano 1947 fino ai giorni nostri. Le numerose proposte non sembrano tuttavia interessare gli inquirenti fino a quando i loro occhi s’illuminano davanti alla possibilità di conoscere i nomi di coloro che escono di corsa...

Complimenti a www.lercio.it , anche questa volta hanno colto nel segno. Mi hanno già risposto così: "E non ti preoccupare che ritorneremo a correre, nelle riserve naturali e con i bracconieri che ci daranno la caccia". Fantastici.

 

 
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21 aprile - Secondo le decisioni prese, e comunicate nel corso della odierna conferenza stampa del Senato di Berlino, è stata annullata la maratona di Berlino del prossimo 27 settembre. La scelta è quella di proibire l’organizzazione di manifestazioni con oltre 5.000 partecipanti fino al 24 ottobre. Con questa limitazione salta una delle più importanti e partecipate maratone al mondo, che nel 2019 vide all’arrivo 30.742 classificati.

Importante rilevare che la decisione è stata presa dal Senato di Berlino, pertanto riguarda solo le gare organizzate in quella specifica regione (un Land all'interno della Repubblica  federale di Germania). E quindi, parlando di manifestazioni podistiche, solo la maratona (ed altre eventuali gare ad alta partecipazione, come la celebre 25 km).

La decisione "di secondo livello", cioè relativa solo a un singolo Land, viene in applicazione della delibera, presa questa volta dal governo federale (quello, per intenderci, presieduto dalla cancelliera Angela Merkel) a séguito di una consultazione con tutti i presidenti dei Laender (cioè degli stati federali tedeschi) svoltasi il 15 aprile. A rigore, il testo vieta le grosse manifestazioni (nello specifico: concerti, feste patronali, sagre e fiere; non si citano gli eventi sportivi) fino al 31 agosto, come appare dal testo originale: 

Bundeskanzlerin Angela Merkel (CDU) hat gemeinsam mit den Ministerpräsidenten der Bundesländer beschlossen, dass alle Großveranstaltungen in Deutschland bis zum 31. August grundsätzlich untersagt werden. 
Vom Verbot betroffen seien unter anderem größere Konzerte, Schützenfeste, Messen oder Kirmes-Veranstaltungen.

Lasciando peraltro ai singoli Laender regole più dettagliate, che tengano conto per esempio del numero dei partecipanti:

Konkrete Regelungen zur Absage von Großveranstaltungen, etwa zur Anzahl der Teilnehmer, sollen demnach von den Bundesländern selbst getroffen werden. 

Il numero di 5000 e la data del 24 ottobre sono state autonomamente scelte dal governo del solo Land di Berlino. Da notare che a meno di 300 chilometri e due settimane di distanza (13 settembre) è prevista la maratona di Amburgo (quasi 10.000 classificati nel 2019) che, in quanto appartenente ad un altro Land, si potrebbe correre: infatti il relativo sito al momento nulla dice in merito ad annullamenti o rinvii.
Ora, anche in Italia, come abbiamo visto, ci sono differenti applicazioni delle normative nazionali in tempi di coronavirus, però credo che difficilmente sarebbero ammesse a macchia di leopardo gare di questa portata. Ma è chiaro che ogni nazione si muove come crede, come abbiamo ben visto sinora.

A seguire in Germania sono previste altre manifestazioni ad elevata partecipazione che, al momento, non hanno comunicato alcuna variazione: Colonia (4 ottobre), mezza e maratona (nel 2019 sono stati 16.229 i classificati complessivi sulle due distanze). Monaco (11 ottobre), che tra mezza e maratona nel 2019 ha totalizzato 11.097 arrivi. Vedremo se saranno confermate: come visto sopra, la delibera federale non si spinge oltre agosto.

Una curiosità: se la decisione di Berlino (in quanto Land, non in quanto governo federale) fosse applicata in tutta la Germania, guardando il calendario se la scamperebbe Francoforte, programmata proprio per il 25 ottobre, un giorno dopo il blocco.

Ora cosa succederà, maratona di Berlino annullata? Probabile. Rinviata? Difficile, il calendario è già pieno e comunque da novembre diventa complicato anche per ragioni climatiche. Il sito ufficiale annuncia che in questi giorni si sta decidendo che fare, e prega gli iscritti a non rivolgersi ai canali di contatto usuali.

Wir werden uns nun mit den Konsequenzen der behördlichen Untersagung unserer Veranstaltungen beschäftigen, uns über die weiteren Schritte abstimmen und euch dann informieren. Bitte seht bis dahin von der Kontaktaufnahme per Mail, Telefon, Kontaktformular und über Social Media Kanäle ab.

Invece certamente annullata la 187esima edizione dell’Oktoberfest (periodo 19/9 – 4/10/2020, naturalmente Land della Baviera), una manifestazione che poco c'entra con lo sport (perlomeno come comunemente lo si intende) ma che ogni anno richiama 6 milioni di visitatori. Resta alquanto dubbio che, una settimana dopo, sia autorizzata la maratona.

 
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Lunedì, 20 Aprile 2020 10:52

Basterebbe il distanziamento

Oggi vogliamo dare spazio ad un nostro lettore e precisamente Leonardo Costa che ci ha inviato questo commento ad uno dei tanti articoli con i quali cerchiamo di tenervi aggiornati sulle norme e livello nazionale, regionale e locale. Regole sfornate in continuazione che hanno la caratteristica di essere spesso una diversa dall’altra. Talvolta anche in contraddizione tra loro, ma in generale di ostacolo allo svolgimento dell’attività podistica. Mertitava un articolo dedicato. Eccolo:

“L'unico metodo scientifico per arginare il contagio è il distanziamento, coadiuvato dall'utilizzo di mascherine, all'uso dei guanti non ho ancora trovato una spiegazione logica, se non che un loro utilizzo sbagliato fa pure più danni. Le mani puoi lavartele in continuazione, i guanti invece accumulano potenziali virus dando un falso senso di protezione. E il distanziamento non lo si ottiene con norme sparate a casaccio, così come i divieti di correre o di allontanarsi di più di tot metri. Semplicemente perché a seconda del caso questi "metri" dovrebbero variare da 2 a 200, in funzione di dove si vive. Già il distanziamento ufficiale di 1 metro è sbagliato, palesemente smentito da qualsiasi studio scientifico, a seconda dei casi (semplice parlare, colpo di tosse, starnuto, soffio del naso, etc etc) e senza un criterio che ne garantisse l'applicazione. Si va da almeno 1,5 metri a 4/5 metri necessari per impedire il contagio, qui da noi si è scesi insensatamente sotto. In altri Paesi, tra l'altro meno colpiti del nostro, il distanziamento richiesto è di 2 metri. I mezzi pubblici (ndr: le cui corse sono state in molti casi ridotte per risparmiare e mantenere un adeguato livello di affollamento…) sono un esempio lampante. Andrebbero immediatamente chiusi, non garantiscono alcuna distanza, ne igiene, mentre la corsa solitaria nei campi ha probabilità di causare contagio dello 0%, forse dello 0,00001% se il contagiato cadendo si rompe un femore e l'infermiere che lo soccorre lo fa senza mascherina, una situazione surreale da film comico e comunque possibile anche andando al supermercato o stando seduti in poltrona”.

Fateci sapere cosa ne pensate, del testo e se volete anche di questa immagine, opera del vignettista Ghisberto che ci ha gentilmente dato l’OK alla pubblicazione.

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Speravamo che non succedesse, ma temevamo il contrario. Il clima di odio nei confronti dei runner è ormai diffuso, nell’indifferenza di chi ci amministra e con la complicità di coloro che dovrebbero fare un’informazione più completa, ovvero che vada oltre il “tuttiacasa”.

Protagonista della disavventura un ingegnere di Sant’Agostino di Albignasego, in provincia di Padova. Stava correndo con il suo cane, ma non indossava la mascherina. Era sicuramente in difetto e noi non vogliamo difenderlo per questo, di certo fino ad oggi non abbiamo mai avuto notizie di persone a cui sia stata spaccata la faccia per questo motivo. Soltanto che lui non era solo senza mascherina, ma reo di un peccato molto più grave: essere un podista! Ovvero l’untore del Coronavirus. Il povero cinquantenne si è ritrovato con fratture al naso ed il volto tumefatto. A www.mattinopadova.gelocal.it ha dichiarato che “C’è un clima da caccia alle streghe”. Purtroppo ce ne siamo accorti da tempo.

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Le restrizioni all’attività sportiva sull’intero territorio nazionale a seguito della diffusione del covid-19 che limitano, nel migliore dei casi, l’attività motoria alla prossimità della propria abitazione, hanno creato problemi soprattutto agli atleti agonisti: ecco la proposta dell’Atletica Val di Cembra, una delle società con maggior numero di tesserati in Trentino, che chiede di permettere gli allenamenti ai tesserati Fidal, esclusivamente in due fasce orarie dalle 5 alle 9 e dalle 18 alle 20, con distanza interpersonale di almeno due metri. 

Ecco quanto riportato sul sito societario: 

Per noi società sportive non cambia niente dopo questo decreto (del 2 aprile, che ha confermato in Trentino l’attività motoria in prossimità della propria abitazione, ndr), anche se sembra assurdo che un atleta non possa, da solo, fare un allenamento di 30 minuti in una strada/sentiero che sia poco o nulla trafficato … praticamente contagio zero.
Soprattutto perché a livello di atletica leggera non ci si può permettere di perdere più di un mese di attività, altrimenti va vanificato proprio tutto quanto acquisito durante l’inverno; e non si parla di categorie di bambini o delle categorie ragazzi, ma dagli allievi in su, ove cominciano ad esserci agonisti, cioè, secondo la Fidal, dove si comincia ad avere una mentalità che poi potrebbe portare a qualcosa di serio.
Non bastano gli allenamenti in casa, ovvero, non bastano a tenere la forma.
Abbiamo ricevuto anche tanti contributi negli anni, da parte proprio della Provincia per mantenere questi giovani, sommati a tanti sacrifici e soldi spesi per noi società sportive in modo da portare in alto giovani talentuosi e capaci di riuscire nello sport: vederseli andare in fumo con il rischio di abbandono proprio è un delitto per loro, per noi, per i genitori.
Questo preme, preme molto sinceramente
.

Siamo sempre sul filo di lana con questi giovani.
Non possiamo rimetterci tutti noi atleti e società, per colpa di quelli che sentendo che si può correre o fare jogging in strada, solo allora si mettevano la tuta e scendevano a correre, con la scusa per rimanevano ore sulla strada. Non si può perderci così per colpa loro!
SI CONTRAE IL VIRUS PIU’ FACILMENTE A RIMANERE IN FILA AL SUPERMERCATO O IN ALTRI NEGOZI CHE A CORRERE DA SOLI, SIA BEN CHIARO A TUTTI.

Con molti Presidenti e addetti ai lavori ci siamo confrontati al telefono, tutti abbiamo la stessa opinione e questa proposta: chiediamo che possano allenarsi gli atleti dai cadetti in su, quelli tesserati Fidal, riconoscibili con tessera. L’attività sportiva sia consentita solo dalle ore 5 alle ore 9 e dalle ore 18 alle ore 20, ai soli soggetti tesserati a livello federale e in regola con il certificato medico agonistico, purché individualmente e mantenendo la distanza di almeno 2 metri.
Oltre a tessera, aggiungiamo divisa sociale, canotta o tuta, o comunque abbigliamento con denominazione di società o rappresentativa, o addirittura della nazionale azzurra per i professionisti, così risulterebbero più riconoscibili e soprattutto credibili, senza generare difficoltà alle forze dell’ordine. Una canotta anche sopra la maglia generica non dovrebbe creare problema”.

La proposta ha avuto subito ampio risalto in tutta Italia, venendo ripresa da diversi organi di stampa: la domanda che nasce spontanea è che, ammesso che sia logico abbassare la guardia quando sembra che le misure contenitive abbiano registrato dei risultati, e a pochi giorni dalla cosiddetta fase 2 che dovrebbe portare a minori restrizioni, è legittimo differenziare tra cittadini tesserati Fidal, quelli tesserati per gli enti di promozione sportiva, e il resto della popolazione?

Interessante quanto espresso da Pietro Netti sulla pagina facebook “Corriamo in Puglia”:

Vorrei condividere con tutti voi una serena riflessione sulla proposta (che leggo da più parti) di consentire ai soli tesserati di potersi allenare, derogando alle misure restrittive per il contenimento del Covid 19 vigenti per il resto della popolazione, ovvero oltre i famosi 200 metri dalla propria abitazione.
Per onestà intellettuale devo fare una doverosa premessa: sono stato tesserato FIDAL per moltissimi anni; al momento presente, per motivi lavorativi e personali, non lo sono più, pur effettuando annualmente la visita medica per l’idoneità all’attività sportiva agonistica ed allenandomi per mio conto, ma non finalizzando l’allenamento alla preparazione delle gare.
Personalmente troverei iniquo il consentire eventualmente ai soli tesserati (a quali enti, poi? FIDAL? FITRI? UISP?) la possibilità di uscire ad allenarsi derogando agli attuali limiti.
Forse il tesseramento rende immuni dalla possibilità di contagiarsi o di contagiare? I tesserati hanno acquisito più diritti del resto della popolazione?
La libertà di allenarsi all’aperto, se è un diritto (ed io credo fermamente che lo sia), non si acquista con una tessera: deve valere per tutti o per nessuno.
Ritengo, invece, che sarebbe più corretto consentire a tutti i cittadini di praticare attività fisica all’aperto, secondo determinate modalità e nel rispetto di alcune regole prestabilite (distanziamento interpersonale, rispetto di fasce orarie o di zone). Voi che cosa ne pensate?”

Ecco, nella speranza che ben presto i dati del contagio possano calare e si riescano a consentire dal 3 maggio, con il nuovo decreto e l’avvio della “fase 2”, maggiori libertà a tutti (evitando che gli atleti occasionali debbano inventarsi podisti per uscire di casa), a mio parere sarebbe meglio non introdurre questa discriminazione, che porterebbe ad accrescere ulteriormente l’odio nei confronti dei runners ‘privilegiati’, che già vivono un clima da caccia alle streghe.  

ARTICOLO COLLEGATO: "Proposta dal Trentino: lodevole, ma perfettibile, forse impraticabile

 
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Lunedì, 13 Aprile 2020 11:36

Che fine hanno fatto i politici runner?

Queste riflessioni prendono spunto dal pezzo del collega Roberto Annoscia dedicato all’assessore regionale lombardo al Welfare Giulio Gallera che malgrado si dichiari un runner, nelle sue numerosissime esternazioni, non abbia mai trovato tempo di:

- difendere i runner che nel rispetto delle regole corrono vicino all'abitazione;

- ricordare che ciò è permesso a chi semplifica troppo il concetto “resta a casa”;

- stigmatizzare gli eccessi verbali nei loro confronti da parte di cittadini, ma anche di rappresentanti delle istituzioni, compreso sindaci del milanese.

Ecco, in assenza di queste esternazioni che dovrebbero essere dovute anche ad un politico con la passione per gli scacchi, francamente sapere che il personaggio in questione sia un runner lascia quantomeno perplessi.

Diciamo che da un runner, oltre il minimo sindacale sopra elencato, ci saremmo aspettati anche il colpo d’ala. Una proposta migliorativa, ad esempio consentire ai runner lombardi di andare oltre i 200 metri da casa, oppure permettere di correre senza mascherina, magari aumentando a 10/20 metri il distanziamento sociale. Il tutto con il supporto di esperti come il presidente dell’ISS che peraltro si è già ampiamente espresso su mascherina e corsa in isolamento… Invece niente, malgrado al soggetto non manchi il coraggio di prendere posizioni forti, da quanto leggo nel summenzionato articolo che descrive anche fatti che poca attinenza hanno con la corsa.

Insomma, io di questo politico-runner, lui come gli altri suoi colleghi, da podista non me ne faccio nulla. E quando un giorno li rivedrò ad una conferenza stampa di presentazione di una manifestazione, oppure al termine di una gara, non potrò fare altro che sentire un certo fastidio.

 

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“Il mezzofondo modenese in questa calda estate 2006 sta vivendo momenti d’alta tensione agonistica, ai suoi capi ci sono atleti come Mohamed Moro, Elisa Cusma e Matteo Villani che stanno riportando le cronache sportive dell’atletica modenese a livelli internazionali.
Mohamed Moro è reduce da una serie di prestazioni che hanno fatto vacillare il record sui 1500 metri detenuto da oltre 40 anni dall’ex olimpionico Renzo Finelli, allenatore dello stesso atleta. Moro nel meeting di Ponzano Veneto è andato vicino a quel record stabilito da Finelli nel 1966… A Ponzano Veneto, dopo aver vinto la gara degli 800 metri nel meeting internazionale di San Marino, con il tempo di 1: 49.66, Moro sì è presentato ai nastri di partenza del meeting Veneto riuscendo a strappare l’invidiabile risultato di 3’46”19, e da quanto ha affermato il suo tecnico, ha ancora ampi margini di miglioramento.
Altro atleta ma stesso allenatore, Matteo Villani, forte siepista italiano, dopo aver mancato per ben due volte il minimo di partecipazione ai campionati europei per solo un decimo di secondo sì e rifatto ampiamente vincendo nella stessa serata di gare con il tempo di 8’28”63, conquistando il lasciapassare per la rassegna continentale di Göteborg. Quasi un incubo quello vissuto dal giovane atleta d’origini parmensi, di casa a Modena da svariati anni ed iscritto alla facoltà di Medicina dell’università di Modena. Villani dopo due gare, a cui aveva dato tutto se stesso, aveva per un solo decimo perso la possibilità di dormire sogni tranquilli, basti pensare che nel meeting internazionale tra Italia Russia Cina e Polonia, era giunto secondo con il tempo di 8’35”10, invece a Ponzano Veneto ha rotto subito gli indugi partendo fortissimo, il passaggio al primo chilometro e stato in 2 minuti e 51 secondi il secondo ha visto transitare Villani in 2 minuti e 53 secondi mentre l’ultimo chilometro ha visto il cronometro fermarsi sui 2 minuti e 45 secondi, ampiamente al di sotto del minimo richiesto”.

L’abbiamo ripescato (senza correggere qualche errorino lessicale) dall’archivio della società modenese Fratellanza 1874, dove in tanti ricordano “il Villo”, a cominciare dai suoi compagni di squadra di allora, Moro appunto, o Giancarlo Bonfiglioli, che insieme a  lui affrontò in quel 2006 la classica “Corrida di San Geminiano”, dove Matteo arrivò terzo italiano (11° assoluto) in 40:41 sui 13,200 km (e Giancarlo 46° in 46:21).
Tutti ricordano anche come in Fratellanza nacque l’idillio che ha portato Matteo, all’epoca specializzando in medicina, a impalmare una giovane e bellissima modenese di San Felice, Giulia Bellini: atleta di valore a sua volta, classe 1984, 18:01 sui 5mila, 37:13 sui 10mila, 1.21:26 alla maratonina di Udine 2007, 1.23 a quella di Rubiera; e in maratona, guidata da Gianni Ferraguti, 2.51 a Firenze nel 2006 e ancora 2.58 a Reggio nel 2012. Da allora in poi, Giulia ha dato a Matteo tre figli, l’ultima 5 mesi fa, e si dedica dunque alla più nobile delle attività umane: per lo sport, c’è sempre tempo, e l’occasione magari verrà buona quando… lo si dirà in fondo.

Matteo Villani

Quattordici anni più tardi, dopo un’olimpiade (Pechino 2008, a 26 anni: Villani ne compirà 38 il prossimo 29 agosto), le cronache hanno riportato Matteo alla ribalta, su un fronte ben più drammatico ma affrontato con la solita determinazione: quello del Covid, che lo vede impegnato come anestesista-rianimatore all’ospedale di Piacenza (dove suo padre Giovanni è primario a Cardiologia e direttore del dipartimento di Emergenza- Urgenza): si era laureato in medicina due mesi dopo le olimpiadi cinesi, il suo lavoro sarebbe a Lugano ma in questi mesi c'è più bisogno qui.
L’ospedale di Piacenza, come sappiamo, per la sua vicinanza a Codogno è stato fin dall’inizio in prima linea nell’emergenza epidemica. Il superlavoro è cominciato in quel drammatico 20 febbraio, quando fu diagnosticata con certezza la presenza del virus in un paziente ricoverato per altre ragioni (anche se i medici sono convinti che la malattia si aggirasse nell’Italia del nord già da un mese): sono stati dieci giorni terribili, durante i quali l’ospedale è riuscito a portare da 10 a 45 i posti di terapia intensiva, ed a Matteo toccava uno dei compiti più ingrati, quello di portare in coma farmacologico e intubare i più gravi (anche se, precisa, è una procedura che si attua solo in casi estremi, perché rappresenta comunque una ‘lesione’ dell’ammalato, che alla fine deve trovare in sé le forze per risorgere), sia per curarli a Piacenza sia per sottoporli ad un rischioso trasferimento verso altri ospedali perché Piacenza non ce la faceva più.

Il dottor Villani, impegnato in turni anche di 14 ore al giorno, conditi da attimi di gioia per una guarigione, e da tante ore di disperazione, ha ‘messo in salvo’ la famiglia, facendola traslocare appunto a San Felice dai suoceri, e si è adattato a una vita monacale (ora et labora) tra la casa di Fidenza e l’ospedale. Salvare un ammalato è come una medaglia olimpica: come ha raccontato a Dario Ricci per “Avvenire” sabato scorso 4 aprile, “Il momento più bello è stato quando il nostro primo paziente, che avevamo intubato giorni prima, si è risvegliato e ci ha chiesto se era già in paradiso. In quel momento lui non vedeva, perché la terapia antivirale può dare anche una cecità temporanea, come effetto collaterale. Coi miei colleghi ci siamo avvicinati e gli abbiamo detto che no, era ancora qui, con noi, ed era in buone mani. Ora è a casa, completamente guarito”.

E la sua generosità di medico l’ha portato, malgrado le precauzioni, a beccarsi il virus pure lui (ne ha parlato il Tg1 dell’8 aprile; facendo venire in mente, a noi vecchi letterati, il manzoniano padre Cristoforo che volontariamente va al lazzaretto e contrae la peste): giunto a casa dopo un’altra giornata piena in reparto, è cominciata la febbre alta, la tosse, l’insufficienza respiratoria. Nei tre giorni più duri Matteo ha recuperato quella grinta che ben ricorda il suo primo allenatore, Gian Paolo Chittolini (gemello del mitico “Spino” patron della maratona verdiana e a sua volta allenatore di Lambruschini e tanti altri campioni): di quando il ragazzino veniva agli allenamenti in bicicletta attraversando campi coltivati e fangosi, dove una volta cadde rompendosi un braccio. Ma una settimana dopo si ripresentò all’allenamento col braccio ingessato. Al che “Chitto” lo scongiurò di non venire, perché rischiava di rompersi anche l’altro braccio: cosa che puntualmente accadde, come tuttavia puntualmente accadde che il Matteo tredicenne si ripresentasse al campo con due gessi. “Tu andrai alle Olimpiadi di Pechino per la maratona”, gli disse Chittolini, sbagliando solo la specialità: anche se Gian Paolo continua a giurare che Matteo era più portato per le distanze lunghe, e che se avesse potuto allenarsi due volte al giorno (cosa che non faceva mai, perché doveva studiare) oggi sarebbe ricordato come uno dei più forti maratoneti della storia italiana.

Comunque, si diceva, il dottor Villani si è comportato oggi, in emergenza sanitaria, come si comportava a metà anni Novanta: gesso o non gesso, tirando dritto. Grazie anche alle cure di papà Giovanni (2.45:06 in maratona, a 50 anni senza troppa preparazione - il quale peraltro si dice “sorpreso” di come il figlio abbia saputo gestirsi da solo), sta finendo la sua quarantena, approfittando del tempo forzatamente libero si allena in casa, ma non vede l’ora che un ‘tampone’ negativo (previsto appunto in questi giorni) lo riporti in pista, pardon in corsia e nelle stanze della rianimazione.

E alla fine dell’avventura, ci piacerebbe vedere finalmente il dottor Matteo a dimostrare quello che vale sul ‘nostro’ terreno, magari giusto in quella maratona di casa sua, la Salso-Fidenza-Busseto creata, come si diceva, dall’altro “Chitto”: dove qualche volta Matteo-atleta ha fatto capolino, giungendo per esempio secondo, dietro Lambruschini (in una sfida fratricida tra gli allievi dei due gemelli Chittolini), nella 10 km Salso-Fidenza; oppure vincendo simbolicamente, con Sara Galimberti, la Roncole-Busseto organizzata da “Spino” nel 2013, bicentenario verdiano, in anteprima della maratona.
È quasi un invito.

 
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8 aprile - E’ scomparso questa notte a Potenza Donato Sabia, 56 anni, mezzofondista di valore mondiale: a portarlo via il maledetto covid-19, che giovedì scorso aveva ammazzato anche il papà. 

Da qualche giorno ricoverato in terapia intensiva al San Carlo di Potenza, sembrava aver dato segni di reazione e di ripresa, poi il terribile epilogo.   

Sabia, 56 anni, è stato mezzofondista di livello internazionale: due volte finalista olimpico degli 800 metri piani, a Los Angeles 1984 e a Seul 1988, chiudendo rispettivamente in quinta e settima posizione, si era laureato campione europeo indoor a Goteborg, sempre negli 800, nel 1984. Con un personale di 1’43”88 (ancora oggi la terza prestazione italiana di sempre), Sabia aveva corso gli 800 ben quattro volte sotto 1’45”. Nel 1984 stabilì anche la miglior prestazione mondiale dei 500 metri, 1’00”08, rimasta imbattuta per oltre 29 anni. Peccato per i tanti, troppi infortuni che non gli hanno mai permesso di esprimere tutto il suo potenziale.   

Lo conoscevo personalmente, una persona seria, discreta umile, forse troppo sportiva e poco politica, tanto da non durare molto alla presidenza del Comitato Regionale di Basilicata, poi commissariato. 

Di seguito il ricordo del presidente federale, Alfio Giomi: “Una tragedia nella tragedia,  Donato era una persona a cui non potevi non voler bene”. Anche Stefano Mei, suo compagno di nazionale negli anni Ottanta, lo giudica "il ragazzo più forte e più onesto che abbia mai conosciuto", che avrebbe potuto issarsi ai vertici mondiali se muscoli e tendini glielo avessero permesso. Sulla stessa lunghezza d'onda Sandro Donati, che fu suo allenatore e lo definisce "un eroe, uno dei migliori rappresentanti dell'atletica vera".

Al seguente link il giorno del personale degli 800, a Firenze, il 13 giugno 1984: https://www.youtube.com/embed/BerZf7MRHPo?feature=oembed

 

 

 

 

 
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Lunedì, 06 Aprile 2020 16:27

Annullati i Campionati Mondiali dei 100 km

La IAU, l’International Association of Ultrarunners, ha annunciato sul proprio sito la cancellazione dei Campionati Mondiali sui 100 chilometri, che avrebbero dovuto svolgersi il 12 settembre nei Paesi Bassi, e dell’abbinato Congresso IAU, a seguito della pandemia del virus Covid-19 nel mondo.

Ecco il comunicato:

A seguito della diffusione del coronavirus nei Paesi Bassi, in Europa e nel mondo, è con rammarico che dobbiamo informarvi della cancellazione del campionato mondiale IAU dei 100 km in calendario per il 12 settembre 2020 a Winschoten, nei Paesi Bassi. Ciò vale anche per il Congresso IAU 2020. Lavoreremo con il Consiglio IAU per stabilire una data futura del Congresso e delle elezioni.
L'attuale situazione internazionale avrebbe gravemente compromesso i campionati poiché molti paesi stanno limitando i viaggi internazionali, fissando quarantene e consigliando ai cittadini di rimanere in casa per prevenire le infezioni. Anche se la situazione si attenuasse prima di settembre, qualsiasi forma di partecipazione internazionale sarebbe notevolmente ridotta. Nel prendere questa decisione abbiamo dovuto, prima di ogni cosa, considerare la salute e il benessere dei nostri atleti, funzionari e spettatori.

 

 

 

 
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Nel puzzle normativo legato al Coronavirus, molto complicato ed in costante evoluzione (qui un utile riassunto regione per regione), qualche ora fa è arrivato l’ennesimo tassello del mosaico, con la nuova ordinanza della Regione Lombardia datata 4/4/2020 (qui il testo completo) che “introduce l'obbligo per chi esce dalla propria abitazione di proteggere sé stessi e gli altri coprendosi naso e bocca con mascherine o anche attraverso semplici foulard e sciarpe”.

Non essendoci al momento altre indicazioni, riteniamo che a questa norma debbano attenersi anche i runner, a cui l'ordinanza dedica il seguente capoverso: "resta consentito svolgere individualmente attività motoria nelle immediate vicinanze dell’abitazione in cui ha la propria dimora, residenza o domicilio e comunque a distanza non superiore a 200 metri e nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona".

L'indicazione della distanza massima di 200 metri rende chiaro fino a dove è possibile correre restando vicini a casa. Al contrario nelle altre regioni che non hanno emesso specifiche ordinanze, resta valido il concetto di "in prossimità" indicato dall'ultimo DPCM - Decreto Presidenza Consiglio dei Ministri. Qui un altro nostro articolo che illustra cosa significhi "in prossimità".

A questo proposito il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, ritiene che correre con una mascherina: “Non solo è inutile ma è anche uno spreco. A parte che dà fastidio e si riempie di saliva, ma poi non serve a nulla. C’è proprio un cortocircuito in questo senso”, secondo quanto dichiarato alla Gazzetta dello Sport lo scorso 17 Marzo.

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Monterenzio (BO), 3 aprile “Un grande gesto di solidarietà dimostrato dagli iscritti alle nostre gare -  afferma Riccardo Cavara, responsabile del comitato organizzatore della quarta edizione Ultra Trail® Via degli Dei di 125 chilometri da Bologna  a Fiesole, della terza edizione della Flaminia Militare Trail di 55 chilometri da  Monte di Fò, e della seconda edizione del Monte Senario Trail di 32 chilometri – La solidarietà è nel DNA degli atleti che gareggiano in eventi di trail competitivi, dove l’aiuto reciproco  a superare situazioni di difficoltà viene sempre messo davanti all’ordine di arrivo“.
Con lo stesso spirito un numero notevole di iscritti alle gare che dovevano partire il 3 aprile, ma sono state posticipate al 16 aprile del prossimo anno per l’epidemia in corso, ha deciso di accogliere la proposta degli organizzatori di rinunciare al rimborso della quota di adesione per donare 4000  euro all’Azienda Ospedaliero-Sanitaria di Bologna, quale contributo all’acquisto di dispositivi medici e materiali sanitari urgenti per affrontare l’emergenza Covid-19.

Come organizzatori di gare in ambiente naturale siamo abituati ad affrontare situazioni di criticità anche impreviste che abbiamo sempre superato  - continua Cavara - Con la stessa determinazione siamo impegnati a sconfiggere un avversario vigliacco che si attacca in scia e sfrutta la nostra energia per sfiancarci.  Sono certo che da questa sfida usciremo con la medaglia d’oro di vincitori“.
Al comitato organizzatore delle gare, e agli atleti che hanno rinunciato al rimborso sono arrivati i ringraziamenti di Chiara Gibertoni, Direttrice Generale Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna - Policlinico S. Orsola-Malpighi, anche a nome di tutti i professionisti  ed operatori sanitari quotidianamente impegnati in prima linea nell’affrontare l’attuale emergenza sanitaria.

 
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3/4/2020, le cancellazioni ormai si estendono al mese di luglio, in particolare quelle relative alle corse in montagna, che per le loro caratteristiche sono molto difficili da recuperare in altri periodi. Diverse manifestazioni hanno fatto richiesta di spostamento e sono attesa in indicazioni da parte della Fidal (sono quelle indicate con GARA RINVIATA), per quanto riguarda la possibilità che esse si svolgano dopo il periodo estivo 

27/3/2020, IMPORTANTE AGGIORNAMENTO: a seguito della riunione odierna in federazione è stata decisa l'interruzione di tutta l'attività agonistica sino al 31 maggio

27/3/2020, messaggio (vedi pdf in fondo) ai tesserati del presidente di Kenya Athletics, Jackson K.Tuwei: raccomanda di non gareggiare e di evitare allenamenti collettivi  

Riepilogo ultime notizie 26/3/2020

In generale, il mese di aprile è stato azzerato dal punto di vista del calendario, così come gran parte, anzi tutto maggio almeno sotto l'egida Fidal.

Sono numerose le richieste di rinvio; qualcuna ha già trovato collocazione (Maratona di Padova 20 settembre, mezza di Lecco 13 giugno), la maggior parte è in attesa. Si prospetta un periodo settembre-novembre "difficile", con un calendario ancora più trafficato. 

Rimandate le Olimpiadi di Tokio al 2021 LEGGI QUI

Fidal Lombardia aveva già prorogato la sospensione delle gare in regione sino al 30 aprile (prima era 3 aprile) LEGGI QUI

Kenya: la federazione mantiene la sospensione dei viaggi per i suoi tesserati ed ha formalmente proibito gli allenamenti di gruppo. Formalmente ancora in calendario la maratona più importante (Eldoret, 19 aprile, super premiata per gli standard keniani). Al momento sono 25 i casi accertati/dichiarati, tutti scoperti al momento del rientro in paese (controlli aeroportuali). Da sperare davvero che il virus non si diffonda in un paese dotato di soli 150 posti letto di terapia intensiva e quasi tutti concentrati nella capitale, Nairobi. Teniamo conto che si parla di un paese grande due volte l'Italia e con collegamenti molto difficili. Eliud Kipchoge in quarantena LEGGI QUI

Qui cerchiamo di dare tutte le notizie utili relativamente solo alle gare in calendario (da 1/3/2020), delle quali abbiamo notizie certe. ATTENZIONE: quando scriviamo manifestazione confermata è perché gli organizzatori scrivono questo sul loro sito e pagina fb, oppure perché da noi contattati ci hanno confermato la manifestazione. Tuttavia vi invitiamo a seguire gli sviluppi perché gli annullamenti sono in costante aumento.  

Gare italiane, aggiornamento al 6/04/2020

1/3/2020 Lecce, mezza maratona, RINVIATA AL 17/5/2020  (vedi disposizioni in testa all'articolo)

1/3/2020 Bologna, maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020 LEGGI QUI

1/3/2020 Lecco, maratonina di Lecco, RINVIATA AL 13 GIUGNO

1/3/2020 S.Benedetto sul Tronto (AP), maratona, RINVIATA al 22/11/2020

8/3/2020  Brescia, Maratona, RINVIATA 

8/3/2020  Parabiago (MI) Parabiago Run, RINVIATA AL 18 OTTOBRE  

8/3/2020, Cagliari - SoloWomen Run, RINVIATA AL 6 GIUGNO 

14/3/2020 Latina - Giocagin, RINVIATA AL 26 MAGGIO (vedi disposizioni in testa all'articolo)

15/3/2020 Brescia, Corritalia, RINVIATA AL 31 MAGGIO (vedi disposizione in testa all'articolo)

15/3/2020 Savona, mezza maratona, RINVIATA AL 14/6/2020

20-22/3/2020 Radda in Chianti (SI), Chianti Ultra Trail, RINVIATA AL 9/5/2020 (vedi disposizione in testa all'articolo)

22/3/2020 Milano, Stramilano, RINVIATA, IN ATTESA DI NUOVA DATA. Possibile il 20 settembre

22/3/2020 Biella, Biella-Piedicavallo, RINVIATA AL 25/4/2020 (vedi disposizione in testa all'articolo)

22/3/2020 Agropoli, mezza maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020 (prossima data 14/3/2021)  

29/3/2020 Treviso, maratona, RINVIATA, FATTA RICHIESTA PER IL 20 settembre LEGGI QUI 

29/3/2020 San Michele Tiorre (PR), Trail del salame, RINVIATA AL 2/6/2020

29/3/2020 Caldaro (BZ), mezza maratona RINVIATA 

29/3/2020 Orzinuovi (BS), mezza maratona RINVIATA AL 13/4/2020 (vedi disposizione in testa all'articolo)

5/4/2020  Milano, maratona, RINVIATA, IN ATTESA DI NUOVA DATA LEGGI QUI 

5/4/2020  Russi (RA), maratona del Lamone, ANNULLATA EDIZIONE 2020 ( prossima data 5/4/2021)

5/4/2020  Fossombrone (PU), mezza maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020, (prossima data 11/4/2021)

5/4/2020  Firenze, mezza maratona, RINVIATA

5/4/2020  Torino, 10 K Fast, RINVIATA AL 17/5/2020 (vedi disposizione in testa all'articolo)

11/4/2020 Pedavena (BL), Dolomiti Beer Trail, RINVIATA A 11/10/2020

10-13/4/2020 Gozzano (NO), QuadOrtaThon, 4 maratone, ANNULLATA EDIZIONE 2020 (prossima data aprile 2021)

19/4/2020 Padova, maratona, RINVIATA AL 20/9/2020

19/4/2020 Verbania (VCO), mezza maratona del lago Maggiore, RINVIATA AL 1/11/2020 (incorporata nella maratona già in calendario, stessa data)

19/4/2020 Bagno a Ripoli (FI), Ecomaratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020 (prossima data aprile 2021) 

19/4/2020 Genova, mezza maratona RINVIATA 

19/4/2020 Bari, mezza maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

19/4/2020 Roma, Roma Appia Run, RINVIATA 

19/4/2020 Saluzzo (CN), mezza maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

25/4/2020 Cornuda (TV), Due Rocche, ANNULLATA EDIZIONE 2020 (prossima data 25/4/2021)

25/4/2020 Castel Bolognese (BO), 50 K di Romagna, ANNULLATA EDIZIONE 2020

26/4/2020 Sarnico (BS), Sarnico-Lovere, ANNULLATA EDIZIONE 2020

26/4/2020 Vezzano sul Crostolo (RE), Canossa Trail, ANNULLATA EDIZIONE 2020

26/4/2020 Numana (AN), mezza maratona (campionato italiano), decisione a breve

1/5/2020  Santhià (VC), maratona, RINVIATA AL 13/9/2020

1/5/2020  Oderzo (TV), Giro podistico di Oderzo, RINVIATA IN AUTUNNO

3/5/2020  Piacenza, mezza maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

3/5/2020  Monza (MB), Wings for life, ANNULLATA EDIZIONE 2020

3/5/2020  Cinisello Balsamo (MI), 6 ore del Parco Nord, ANNULLATA EDIZIONE 2020  

3/5/2020  Barchi-Fano (PU), maratona, RINVIATA 

3/5/2020  Barletta (BT), Maratona delle Cattedrali, ANNULLATA EDIZIONE 2020 (prossima data 2/5/2021)

3/5/2020  Trieste, mezza maratona, RINVIATA 

10/5/2020 Buccinasco (MI), mezza maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

10/5/2020 Carpineti (RE), Amorotto Trail, ANNULLATA EDIZIONE 2020 LEGGI QUI

10/5/2020 Bibione (VE), mezza maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

10/5/2020 Isola d'Elba (LI), maratona, RINVIATA AL 4/10/2020 

10/5/2020 Pontassieve (FI), mezza maratona RINVIATA a 8/11/2020 

16/5/2020 Jesolo (VE), mezza maratona, RINVIATA 

17/5/2020 Isola d'Elba (LI), giro podistico, RINVIATO a 11-18/10/2020 

23-24/5/2020 Firenze, 100 k del Passatore, ANNULLATA EDIZIONE 2020 LEGGI QUI

30/5/2020 Cortina d'Ampezzo (BL), Cortina-Dobbiaco, ANNULLATA EDIZIONE 2020 (prossima data 30/5/2021)

7/6/2020  Suviana (BO), maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

13-14/6/2020 Forno di Zoldo (BL), ANNULLATA EDIZIONE 2020 (prossima data 12-13/6/2020) LEGGI QUI

13/6/2020 Prato allo Stelvio (BZ), maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020 (prossima data 19/6/2021)

14/6/2020 Pian del Cansiglio (BL), Cansiglio Run, ANNULLATA EDIZIONE 2020 (prossima data 13/6/2021)

20/6/2020 Chiavari (GE), mezza maratona, RINVIATA 

21/7/2020 Livigno (SO), Skymarathon, ANNULLATA EDIZIONE 2020 LEGGI QUI

26/6/2020 Cortina d'Ampezzo (BL), Lavaredo Ultratrail, ANNULLATA EDIZIONE 2020

4/7/2020   Bressanone (BZ), Brixen Dolomiten Marathon, ANNULLATA EDIZIONE 2020 (prossima data 3/7/2021) LEGGI QUI

5/7/2020  Corteno Golgi (BS), maratona del Cielo, ANNULLATA EDIZIONE 2020

19/7/2020 Listolade (BL), Transcivetta, ANNULLATA EDIZIONE 2020

20/9/2020 Borgo S.Lorenzo, maratona, RINVIATA AL 4/10/2020

Gare estere, aggiornamento al 6/4/2020

15/3/2020 Barcellona (ESP), maratona, RINVIATA AL 25/10/2020 LEGGI QUI

15/3/2020 New York (USA), mezza maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020, previsto rimborso o spostamento iscrizione al 2021 

20/3/2020 Gerusalemme (ISR), RINVIATA AL 6 NOVEMBRE

22/3/2020 Atene (GR), mezza maratona, RINVIATA

22/3/2020 Lisbona, mezza maratona, RINVIATA AL 6 SETTEMBRE 

29/3/2020 Gdynia (Pol) campionati mondiali di mezza maratona, RINVIATA AL 17/10/2020

28/3/2020 Praga (CZE), mezza maratona, RINVIATA AL 6/9/2020

4/4/2020 Ibiza (ES), maratona, RINVIATA A OTTOBRE, data da destinarsi

5/4/2020 Parigi (FRA), maratona, RINVIATA AL 18/10/2020 LEGGI QUI

5/472020 Rotterdam (NL), maratona, RINVIATA IN AUTUNNO

5/4/2020 Berlino (DE), mezza maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

5/4/2020 Istanbul (TR), mezza maratona, RINVIATA AL 20/9/2020

3-13/4/2020 Marocco, MARATHON DES SABLES, RINVIATA AL 18-28 SETTEMBRE 2020

12/4/2020 Creta, maratona, RINVIATA

13/4/2020 Dongio (CH), Media Blenio, ANNULLATA EDIZIONE 2020

19/4/2020 Amburgo (DE), ANNULLATA EDIZIONE 2020  

19/4/2020 Vienna, maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

19/4/2020 Enschede (NED), maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

20/4/2020 Boston (USA), maratona RINVIATA AL 14/9/2020 LEGGI QUI

26/4/2020 Londra (GB), maratona, RINVIATA AL 4/10/2020 LEGGI QUI

26/4/2020 Hannover (DE), maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

26/4/2020 Cracovia (POL), RINVIATA IN AUTUNNO

26/4/2020 Zurigo (CH), ANNULLATA EDIZIONE 2020

26/4/2020 Düsseldorf (DE), maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

3/5/2020  Praga (CZE), maratona, RINVIATA

3/5/2020  Rodi (GR), maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020 

10/5/2020 Ginevra (CH), maratona, RINVIATA

10/5/2020 Bucarest (ROM), mezza maratona, RINVIATA AL 6/9/2020

16/5/2020 Helsinki (SF), RINVIATA AL 22/8/2020

16-17/5/2020 Lugano (CH), RINVIATA AL 29/30 agosto 2020 LEGGI QUI

17/5/2020 Salisburgo(AT), maratona, ANNULLATA EDIZIONE 2020

17/5/2020 Riga (LAT), maratona RINVIATA IN AUTUNNO

23/5/2020 Varsavia (POL), maratona, RINVIATA AL 27/9/2020

31/5/2020 Stoccolma (SWE), maratona, RINVIATA AL 5/9/2020 

20/6/2020 Tromso (SWE), maratona ANNULLATA EDIZIONE 2020  

 

 

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Giovedì, 02 Aprile 2020 22:37

Rocco Biscione ci ha lasciato, vittima del virus

Rocco Biscione ci ha lasciato oggi: quel maledetto virus ci ha portato via il nostro gigante buono.

Rocco aveva un fisico possente, una grande mole, certamente non era nato per fare il runner, il maratoneta: ma con la sua incredibile forza di volontà per anni ha partecipato ad ogni gara, su tutte le distanze, 'vincendo' ogni volta che tagliava il traguardo.

Ha sempre indossato la canotta della “San Nicola Runners”, era la sua società, il suo gruppo, la sua famiglia.

Ma la sua famiglia era anche l’intero popolo dei corridori, perché Rocco aveva un sorriso per tutti, una parola gentile, un incitamento. Era anche maestro di umiltà, partiva sempre tra gli ultimi e, se poteva, recuperava posizioni.

Da un po’ di tempo, causa problemi personali, aveva abbandonato le corse agonistiche; partecipava se poteva alle non competitive, ma non mancava di venirci a trovare sulla sua bicicletta con cui andava pure al 'lavoro', nel volontariato del servizio di assistenza dell’Associazione alla quale era iscritto.

Senza retorica, senza piaggeria, confermo che a lasciarci presto sono sempre i migliori.

Allego di seguito il messaggio delle società baresi che ricordano Rocco:

I runners baresi sono davvero una grande famiglia e oggi hanno perso uno di loro. Le società podistiche di Bari si stringono tutte insieme nel dolore per la scomparsa di Rocco Biscione. Riposa in pace gigante buono

Acquamarina
Amici strada del tesoro
Asopico Runners
Atleticamente
Atletica Azzurra
Bari Road Runners
Bersaglieri
Bio Ambra New Age
Cral Acquedotto Pugliese
Cus Bari
La Fabrica di Corsa
Per Aspera ad Astra
Quelli della Pineta
Runner del Levante
Runners for Emergency
Running Team D’Angela Sport
San Giuseppe Madonnella
San Nicola Runners
Strarunners

 

 
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A Caldarola, in provincia di Macerata, come in tutta Italia, erano continui gli inviti a rimanere a casa per limitare la diffusione del coronavirus.
E il sindaco del paese, Luca Giuseppetti, alcuni giorni fa, aveva postato sui social un video di richiamo dove invitava con decisione la popolazione a rispettare le direttive del Governo: “Vedo troppa gente in giro, c'è chi va ai supermercati due volte al giorno. Mi sono rotto le pa***, dovete stare a casa. È possibile che non riusciate a capire l’importanza di stare a casa? Non lo so se in questo modo riusciremo a venirne fuori, ve lo dico prima. Dite ai medici e agli infermieri degli ospedali che siete stanchi di stare a casa. Trovate sempre una scusa per uscire, malgrado abbiamo attivato un servizio con la Protezione civile per portare la spesa e i medicinali a casa... Non vi è bastato vedere i camion dell’esercito che portavano via le bare?!”.

Ma la sorpresa qualche giorno dopo, quando il vicesindaco, Giovanni Ciarlantini, convinto podista, è finito nei guai. Sul suo profilo Facebook infatti è apparsa l'immagine di una app con il tracciato, i chilometri percorsi e la durata della corsa giornaliera: 30 chilometri. A tradirlo l'applicazione sul cellulare che Ciarlantini si era dimenticato di disattivare, o forse quel certo esibizionismo social che ha preso quasi tutti (non solo podisti), e che al vicesindaco è valsa la multa dei Carabinieri per 560 euro.   

Inutili le scuse e le giustificazioni (“Non ho incontrato nessuno. Ma ho sbagliato e per questo sono stato multato giustamente dalle autorità. Chiedo scusa ai miei concittadini. Per me lo sport è vita e in passato con lo sport ho risolto i miei problemi di natura fisica"), aggiungendo anche che come allenatore di calcio doveva tenersi in forma: a quel punto, Ciarlantini ha dovuto rassegnare le dimissioni dalla carica: “Preso atto della incresciosa situazione venutasi a creare, per la quale rinnovo il dispiacere e le scuse a tutta la cittadinanza, con pieno senso di responsabilità rassegno le dimissioni dall'incarico di assessore e vicesindaco del comune di Caldarola attualmente ricoperti da me”.

Al Sindaco non è rimasto che nominare un nuovo vicesindaco e un nuovo assessore... Improbabile che sia podista, almeno in questo periodo.

 

 
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Ieri era il primo di Aprile, giornata dedicata agli scherzi anche se non siamo nel periodo giusto. A Buccinasco (MI), un anonimo buontempone non ha perso la voglia di far sorridere e si è inventato il cartello nell'immagine di apertura, firmato dal primo cittadino.

Un falso ben fatto, ma un falso. Ormai non si può più nemmeno scrivere che è evidente si tratti di un falso, in quanto tra le mille disposizioni a carattere nazionale, regionale e comunale non ci si capisce più nulla. Anche perché sempre sul web lo stesso giorno ti capita di ascoltare le deliranti esternazioni di un altro primo cittadino che sempre nel milanese, tra parolacce, minacce ed istigazione all'odio mostra il peggio di se, rendendo credibilissima una comunicazione del genere.

Al netto dei toni usati e che non condividiamo, vorremmo anche noi unirci al messaggio di fondo destinato a tutti quelli che si sono inventati runner pur di uscir di casa. Speriamo che finita la pandemia non abbandonino queste buone abitudini.

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I runner sono brava gente, resistente agli sforzi fisici, così come all’ingiustificato linciaggio mediatico di cui sono bersaglio negli ultimi tempi. A Milano da oltre 30 anni è attivo il Gruppo Sportivo Montestella, società conosciuta anche per le manifestazioni che organizza. Bene. Quindi non avevamo dubbi che anche in questa gara di solidarietà avrebbe risposto presente.

Lasciamo la parola a Sergio Lanzarone, Vicepresidente ma Presidente in pectore, in sostituzione di Loris Pagani che a causa dei suoi impegni lavorativi fuori dalla Lombardia ha preferito lasciare il passo a chi può essere sempre presente sul campo. Lanzarone avrebbe dovuto essere eletto un mese fa, se l’assemblea societaria non fosse stata posticipata a data da destinarsi per i motivi che potete ben immaginare: “La nostra associazione, vista la situazione contingente di emergenza sanitaria, ha indetto una staffetta virtuale di raccolta fondi per un’ospedale in prima linea nella lotta al al virus covid-19. Non era necessario dimostrare nessuna particolare attività fisica o chilometri coperti. I soci sono attivissimi, si stanno allenando e scambiano le loro esperienze sui nostri gruppi “social”. Attività ovviamente svolte nel pieno rispetto delle norme vigenti. La raccolta è iniziata il 6 marzo e si è conclusa il 31 marzo per un totale di 2.180 euro. Una cifra importante per il nostro gruppo. Abbiamo deciso di devolvere i fondi all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, struttura in prima linea nell’emergenza sanitaria. Ringrazio tutti i soci che hanno risposto prontamente all’accorato appello della società, a dimostrazione del grande cuore del GS Montestella, sempre pronto ad aiutare il prossimo”.

 
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Martedì, 31 Marzo 2020 12:20

Divieti: facciamo il punto regione per regione

04,04.2020 aggiornamento: le 5 regioni nelle quali sono in vigore ordinanze restrittive, Valle d'Aosta, Emilia Romagna, Friuli, Campania e Sicilia, hanno tutte prorogato la scadenza delle ordinanze al 13/04, sino ad allora, quindi, in queste regioni non si puo' correre se non nel proprio giardino.

31.03.2020 ore 21.00 - Dopo un balletto interpretativo di una nuova circolare nella quale il ministero ammette che a livello nazionale un genitore possa camminare con un figlio, nulla è cambiato circa l'attività della corsa che, rimane possibile o no, come riepilogato nella tabella in fondo a questo articolo.

22.03.2020 ore 12.30 - Facciamo il punto della situazione regione per regione in relazione alle ordinanze regionali, che -ricordiamo- vanno, ove presenti, a restringere il campo delle cose che ancora si possono fare secondo i decreti governativi.

Rimarcando che l'attività sportiva è permessa all'interno della propria abitazione e nel proprio parco/giardino, ci concentriamo naturalmente sul tema dell'attività sportiva all'aperto in aree pubbliche.
Al momento la regione più rigida è la Campania, De Luca ha emesso un'ordinanza che non lascia dubbi in relazione al fatto che NON si può fare sportiva sino al 3 Aprile.
Divieto totale ad ogni forma di attività fisica all'aperto per Friuli Venezia Giulia e Sicilia.
La Valle d'Aosta e l'Emilia Romagna consentono attività fisica SOLO per ragioni di salute; nel caso dell'Emilia Romagna ci risultano interpretazioni non uniformi tra un comune e l'altro.
Nel resto d'Italia si può correre "in prossimità della propria abitazione", definizione che lascia spazio alle più originali interpretazioni.

Intanto sulla Gazzetta del Sport di questa mattina il professor Silvio Garattini, scienziato e farmacologo italiano, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche “Mario Negri”, 
ha dichiarato: “Non condivido il divieto. Dobbiamo vietare assembramenti e tenere le distanze. Fare attività motoria, camminare o correre fa bene alla salute, rinforza le difese immunitarie. Al contrario la sedentarietà non le aiuta. Se alcuni runner non rispettano il divieto di assembramento puniamoli, ma non impediamo a tutti di fare un’attività sana.”


NORME NAZIONALI - In vigore in tutta italia salvo dove siano intervenute ordinanze regionali più restrittive.
In vigore l'ordinanza del Ministero della Sanità del 20/03/2020 che nell'articolo 1 prescrive:

a) è vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici; b) non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona; 

Leggi l'ordinanza completa QUI


VALLE D'AOSTA 
In vigore sino al 13/04 l'ordinanza regionale del 19/03/2020 che cita:

L'attività motoria per ragioni di salute o l'uscita con l'animale da compagnia per le esigenze fisiologiche, sono ammessi solo in prossimità della propria abitazione. 

Leggi l'ordinanza completa QUI


REGIONE PIEMONTE 
In vigore sino al 13/04 l'ordinanza regionale del 20/03/2020 che al punto 22 impone:

22) Il divieto di accesso a parchi, ville, aree gioco e giardini pubblici. Il divieto di svolgere all'aperto attività ludica o ricreativa, nonché qualsivoglia attività motorie svolte, anche singolarmente se non nei pressi delle proprie abitazioni.

Leggi l'ordinanza completa QUI


REGIONE LOMBARDIA 
In vigore l'ordinanza regionale del 20/03/2020 che al punto 17 cita:

17) È vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco ed ai giardini pubblici. Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; Sono altresì vietati lo sport e le attività motorie svolte all’aperto, anche singolarmente, se non nei pressi delle proprie abitazioni. Nel caso di uscita con l'animale di compagnia per le sue necessità fisiologiche, la persona è obbligata a rimanere nelle immediate vicinanze della residenza o domicilio e comunque a distanza non superiore a 200 metri, con obbligo di documentazione agli organi di controllo del luogo di residenza o domicilio.

Leggi l'ordinanza completa QUI


REGIONE VENETO 
In vigore l'ordinanza regionale del 20/03/2020 che al punto 3 impone:

3) ....Nel caso in cui la motivazione degli spostamenti suddetti sia l'attività motoria o l'uscita con l'animale di compagnia per le sue necessità fisiologiche, la persona è obbligata a rimanere nelle immediate vicinanze della residenza o dimora e comunque a distanza non superiore a 200 metri, con obbligo di documentazione agli organi di controllo del luogo di residenza o dimora;


Leggi l'ordinanza completa QUI


PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
In vigore l'ordinanza regionale del 20/03/2020 che, rispetto alla nazionale, deroga solo in relazione all'interdizione di tutte le piste ciclo pedonali.

Leggi l'ordinanza completa QUI


PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
In vigore l'ordinanza regionale del 21/03/2020 che, rispetto alla nazionale, deroga solo in relazione alla distanza da tenere tra le persone indicando 3 metri anzichè 1.

B) Il divieto di svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno tre (3) metri da ogni altra persona;

Leggi l'ordinanza completa QUI


REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

In vigore, sino al 13/04, l'ordinanza regionale del 21/03/2020 che, rispetto alla nazionale, deroga solo in relazione alla distanza da tenere tra le persone indicando 3 metri anzichè 1.

1. in attuazione del divieto di spostamento dal proprio domicilio, dalla propria residenza o dalla propria dimora, ad eccezione delle specifiche necessità normativamente individuate, è fatto divieto di svolgere, all’aperto in luoghi pubblici, attività motorie o sportive e passeggiate, anche in forma individuale;


Leggi l'ordinanza completa QUI


REGIONE EMILIA ROMAGNA 
In vigore, sino al 13/04, l'ordinanza regionale del 18/03/2020 che al punto 1 cita:

1) Al fine di evitare assembramenti di persone, sono chiusi al pubblico parchi e giardini pubblici. L’uso della bicicletta e lo spostamento a piedi sono consentiti esclusivamente per le motivazioni ammesse per gli spostamenti delle persone fisiche (lavoro, ragioni di salute o altre necessità come gli acquisti di generi alimentari). Nel caso in cui la motivazione sia l’attività motoria (passeggiata per ragioni di salute) o l’uscita con l’animale di compagnia per le sue esigenze fisiologiche, si è obbligati a restare in prossimità della propria abitazione.

Leggi l'ordinanza completa QUI


REGIONE CAMPANIA 
In vigore sino al 304 l'ordinanza regionale del 15/03/2020 che circoscrive in modo molto limitativo la possibilità di uscire senza considerare per nessuna ragione l'attività fisica. Ai punto 1 e 2 cita:

1) Con decorrenza immediata e fino al 25 marzo 2020, su tutto il territorio regionale e' fatto obbligo a tutti i cittadini di rimanere nelle proprie abitazioni. Sono consentiti esclusivamente spostamenti temporanei ed individuali, motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute.
2) Ai sensi della presente ordinanza, sono considerate situazioni di necessità quelle correlate ad esigenze primarie delle persone, per il tempo strettamente indispensabile, e degli animali d'affezione, per il tempo strettamente indispensabile e comunque in aree contigue alla propria residenza, domicilio o dimora.

Leggi l'ordinanza completa QUI


REGIONE SICILIA
In vigore, sino al 13/04 l'ordinanza regionale del 19/03/2020 che vieta ogni forma di attività fisica all'aperto, infatti al comma A) dell'articolo 1 cita:

E’ vietata la pratica di ogni attività motoria e sportiva all’aperto, anche in forma individuale.

Leggi l'ordinanza completa QUI

 

TABELLE RIEPILOGATIVA:

VALLE D'AOSTA REGOLE REGIONALI  NON SI PUO' CORRERE SINO AL 13/04 COMPRESO
PIEMONTE REGOLE REGIONALI  SI PUO' CORRERE NEI PRESSI DELLA PROPRIA ABITAZIONE
LIGURIA REGOLE NAZIONALI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE
LOMBARDIA REGOLE REGIONALI  SI PUO' CORRERE NEI PRESSI DELLA PROPRIA ABITAZIONE
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO REGOLE NAZIONALI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO REGOLE PROVINCIALEI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE MANTENENDO 3 METRI DI DISTANZA
VENETO REGOLE REGIONALI  SI PUO' CORRERE SINO A 200 METRI DELLA PROPRIA ABITAZIONE
FRIULI VENEZIA GIULIA REGOLE REGIONALI  NON SI PUO' CORRERE SINO AL 13/04 COMPRESO
EMILIA ROMAGNA REGOLE REGIONALI  NON SI PUO' CORRERE SINO AL 13/04 COMPRESO
TOSCANA REGOLE NAZIONALI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE
MARCHE REGOLE NAZIONALI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE
UMBRIA REGOLE NAZIONALI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE
MARCHE REGOLE NAZIONALI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE
LAZIO REGOLE NAZIONALI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE
MOLISE REGOLE NAZIONALI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE
CAMPANIA REGOLE REGIONALI  NON SI PUO' CORRERE SINO AL 13/04 COMPRESO
PUGLIA REGOLE NAZIONALI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE
CALABRIA REGOLE NAZIONALI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE
SICILIA  REGOLE REGIONALI NON SI PUO' CORRERE SINO AL 13/04 COMPRESO
SARDEGNA  REGOLE NAZIONALI SI PUO' CORRERE SOLO IN PROSSIMITA' DELLA PROPRIA ABITAZIONE
 
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In tempi di Coronavirus non si gareggia e quindi cosa hanno fatto i runner delle due società in oggetto? Lo facciamo raccontare al presidente della Libertas Luciano Trezzi a cui chiediamo anche un breve profilo della sua società:

“Oltre 120 tesserati, una presenza attiva e radicata sul territorio Sestese dal 1953. Uniti da una grande passione per il running in tutte le sue espressioni; dal cross alle maratone, dal trailrunning alle ultra maratone, Libertas Sesto c’è. Da questo anno abbiamo anche il triathlon. Visto che non possiamo partecipare a delle gare, ma i soldi delle iscrizioni avevamo già previsto di spenderli, alcuni nostri soci, come Renato e Stefano hanno proposto di donarli agli ospedali di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, anche loro in prima linea contro il Coronavirus. In breve tempo abbiamo raccolto 2000 (ndr: ci hanno anche inviato copia del bonifico effettuato)”. 

E così, mentre i podisti vengono limitati nella loro pratica anche quando essa non crea nessun pericolo di ulteriore contagio, mentre è in corso un linciaggio anche mediatico di chi corre in solitudine e sicurezza, come rispondono i runner? Con tante donazioni.

Un invito a tutte le società o i gruppi podistici: non esitate a segnalarci analoghe iniziative e sarà per noi un piacere dare la giusta evidenza.

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