Direttore: Fabio Marri

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Fabio Marri

Fabio Marri

Probabilmente uno dei podisti più anziani d'Italia, avendo partecipato alle prime corse su strada nel 1972 (a ventun anni). Dal 1990 ha scoperto le maratone, ultimandone circa 280; dal 1999 le ultramaratone e i trail; dal 2006 gli Ultratrail. Pur col massimo rispetto per (quasi) tutte le maratone e ultra del Bel Paese, e pur tenendo conto dell'inclinazione italica per New York (dove è stato cinque volte), continua a pensare che il meglio delle maratone al mondo stia tra Svizzera (Davos e Interlaken; Biel/Bienne quanto alle 100 km) e Germania (Berlino, Amburgo). Nella vita pubblica insegna italiano all'università, nella vita privata ha moglie, due figli e tre nipoti (cifra che potrebbe ancora crescere). Ha scritto una decina di libri (generalmente noiosi) e qualche centinaio di saggi scientifici; tesserato per l'Ordine giornalisti dal 1980. Nel 1999 fondò Podisti.net con due amici podisti (presto divenuti tre); dopo un decennio da 'migrante' è tornato a vedere come i suoi tre amici, rimasti imperterriti sulla tolda, hanno saputo ingrandire una creatura che è più loro, quanto a meriti, che sua. 

27 marzo 2021 – Era il marzo 1968 quando un complesso, oggi dimenticato, “Giuliano e i notturni”, lanciò “Il ballo di Simone”, motivetto simpatico e di immediata presa: “Simone dice che è molto semplice - e lui queste cose le sa. - Batti in aria le mani - e poi falle vibrar. - Se fai come Simone - non puoi certo sbagliar”.
Era domenica scorsa 21 marzo; stavo tornando da Biella quando mi arriva un messaggio da Natalina Masiero (http://podisti.net/index.php/cronache/item/7046-florence-ecotrail-2021-43-km-di-grazie-al-sindaco.html), compagna e amica di tante competizioni trail, da quella prima Lavaredo Ultra di 125 km organizzata da Simone Brogioni (quando alla partenza lei mi confidò di avere paura… ma ce la fece, come sempre), fino all’ultima tremenda Ronda Ghibellina in cui era necessario anche saper nuotare…
Hanno confermato Firenze”. La mia prima reazione fu: alla maratona di Firenze c’è tanto tempo, cosa serve confermare adesso? Poi mi resi conto di cosa si trattava, l’Ecotrail: e vidi che infatti il 20 marzo erano state aperte le iscrizioni (con priorità agli orfani dell’edizione 2020). Ma restavano le nubi delle scelte politiche, con quei fatali e a volte cervellotici parametri che potevano spostare la Toscana arancione verso il rosso, rendendo tutto più difficile.
Altro messaggio di Natalina, 25 marzo (ultimo giorno utile per le iscrizioni): “Parlato con sindaco. Non chiuderà sabato per l’Ecotrail”. Alla Natalina-influencer stavolta rispondevo subito: “Sei grande! Se si fa è merito tuo contro i soliti disfattisti. Allora mi iscrivo. Sebbene Giani sia più in alto del sindaco…” (il neo-presidente della regione Toscana, dimentico delle epoche in cui dava il via al Passatore, aveva preavvisato che se si andava in rosso avrebbe sospeso la gara).
Del commento di Natalina tralascio il giudizio politico e trascrivo solo: “Risposta ore 11,56: CERTO”. Al che mi mettevo sul pc a compilare la domanda di iscrizione. Sorpresa amara, come da nuovo messaggio alla Siora: “La 43 km ha già chiuso le iscrizioni. Colpa mia, ma non mi faccio massacrare in una 65 per cui non sono preparato”. E nemmeno l’influencer del sindaco riusciva a sedurre l’organizzatore: “Mi dispiace molto, ma Simone non ha più pettorali della 43. Purtroppo tutti gli iscritti dello scorso anno hanno mantenuto l’iscrizione per il 2021” (ore 17,13).
2. E va bene, si vive una volta sola: mio messaggio delle 19,54 (6 minuti prima della scadenza finale): “Mi sono iscritto alla 65. Ecco a cosa si riducono le nostre programmazioni, dopo una settimana in cui il mio allenamento era consistito in 19 km di salita (su asfalto) e 22 km in piano. Ma a Firenze ci si va, cinque anni dopo aver partecipato alla terza edizione di quelli che allora erano 45 km +1100D: l’organizzazione ha pattuito tariffe preferenziali con un hotel a 4 stelle, il più vicino al ritrovo, dall’ottimo ristorante popolato quasi esclusivamente di podisti (ma quanti alberghi e ristoranti chiusi, alcuni pare per sempre! Un ironico cartello di un negozio chiuso garantisce che col governo attuale andrà tutto bene…).
A dare un’idea degli scrupoli anticovid cui si soggiace, dirò che arrivato allo spazioso e comodo Tuscany Hall per ritirare il pettorale, mi rimandano indietro perché avevo preso il primo ingresso trovato, e invece si entra solo dalla parte lato viale, dove ti misurano la temperatura (ho il solito 35,9 su cui concordano gli scanner), ci si sanifica, si lasciano i certificati ecc., per uscire poi dal lato-fiume. Così prescrivono là dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare.
C’è tempo per una passeggiata preserale nella Firenze semideserta (seppur ancora arancione): a Santa Croce, dove arrivavamo con la maratona di Firenze (quell’anno che non esistevano ancora i chip e ci fecero aspettare in fila per prendere giù i numeri! E l’altr’anno che dopo la gara ci pranzai con un amico maratoneta, alle prese coi primi sintomi del male che l’avrebbe portato alla tomba). La luna piena sopra il capo del monumento a Dante sembra un punto sopra un i gigante. E proseguo per Palazzo Vecchio e l’abside del Duomo, teatro in anni diversi delle partenze del Passatore: con Giani e la Natalina e tantissimi amici.
Al mattino di buon’ora (le 7 per noi del lunghissimo, le 8 per i maratoneti, ancora dopo per quelli dei 18 km), scaglionati in gruppi di 50 a 5 minuti l’uno dall’altro, su due file e con distanze segnate per terra (sebbene dall’amico Primario mi arrivi un articolo secondo cui l’aria, neppure quella inquinata, non trasmette il virus; e dal mio figlio 'americano' ma di passaporto italiano – poco più che un ragazzone - mi arriva invece copia della vaccinazione sua già avvenuta negli States, ovviamente Pfizer).
Cielo bigio, fa freschino e siamo tutti piuttosto vestiti; dopo un paio di km mi verrà anche l’istinto di togliere dallo zaino i guanti, ma resisterò; in compenso, 4-5 ore dopo, il sudore mi colerà in alto sugli occhi e in basso mi produrrà irritazioni all’interno-coscia, ma come predicava Donat Cattin padre ai democristiani bigotti, per fare un figlio bisogna pur fottere!

I primi 4 km lungarno non piacciono a Natalina (che rimpiange l’antica partenza da piazzale Michelangelo), mentre io li trovo meravigliosi: tolta finalmente la mascherina (“chirurgica o superiore”, è prescritto: no bandane e scaldacollo!) si scambiano impressioni, ritrovando amici visti due mesi prima alla Ronda Ghibellina, e conoscendone altri: tra cui uno che parla con perfetto accento bolognese, Hugo Eduardo Guzman de la Hoz (conterraneo e ammiratore di Cordoba e Cuadrado, ma tesserato Celitc Druid di Castenaso), insieme a cui faremo lunghi tratti fino al km 45, mostrandomi lui le sue scarpe zero-drop e a punta larga, comprate in liquidazione per 40 euro. Chiedo se arriveremo vicino a casa di Renzi, ma mi rispondono che Renzi ha fatto i soldi, non sta più a Rignano ma a Pian dei Giullari, e non fa più le maratone perché si è convertito alla formula Uno…
3. Al primo dei 4 ristori, nel meraviglioso Castel del Poggio dopo 11 km, mi raggiunge un volto noto, cui domando: “Ti ricordi che alla maratona di San Marino, giusto sei mesi fa, ti ho chiesto se voi della Pfizer avreste fatto qualcosa di ancor più utile del Viagra?”. Risposta: “Visto? E io mi sono già fatta le due iniezioni”. Al colloquio intervengono le addette al ristoro: “Ma la mì amiha l’affatto le du’ punture, ma la s’è beccaha ‘l Covid iguale!” – “Ma no! Pfizer? Non pol’essere!”.
E riprendiamo lo fatale andare: Ilaria che sorveglia dal fondo noi più tardoni, che ci sorpassiamo con fiato calante, nel tratto che giudico il più bello dell’intero percorso: boschi, panorami che richiamano in mente i versi di Foscolo (“te beata, gridai, per le felici - aure pregne di vita, e pei lavacri – che dai suoi gioghi a te versa Apennino!- … e le convalli – popolate di case e d’uliveti – mille di fiori al ciel mandano incensi”), stradette o sentieri ben pedalabili.
Dopo un paio d’ore cominciano a scorrere i maratoneti più veloci, ed è un’altra occasione per gioiosi incontri: “E’ lui o non è lui? Sì, è lui!”, sento dirmi alle spalle. Arriva Enrico Vedilei, il grande ultratrailer e organizzatore di Sei ore nella sua Romagna. “Dovremmo fare cambio – gli dico -, tu nazionale di ultramaratona sul mio percorso lungo, e io sul tuo…”. Ma ormai siamo al bivio, all’unica possibilità di fare per viltate il gran rifiuto: a sinistra per i 43, a destra invece per la città dolente dei 65, e senza altre vie di fuga. Ogni viltà convien che qui sia morta; andiamo pure a destra, sia pur cautelandoci col togliere dallo zaino i bastoncini e allungarli alla misura giusta. Purtroppo non seguo i consigli di Ilaria, secondo cui per i prossimi 5 km non mi servono, e armeggio con le solite viti a espansione una delle quali, come sempre, non stringe (e sì che l’avevo provata prima di partire!). Da testone, continuo a scancherarci mentre corro; noi tireremo diritto! così mi sfugge una freccina che mi avrebbe invece portato a destra. Finalmente i bastoncini tengono, la salita è dolce… ma dove sono le bandelle? Faccio un bel chilometrino, passo le “Case Meleto”, ma arrivato a un incrocio senza segnali mi rendo conto che non ci siamo.
Regola 1 del trailer: torna indietro fino all’ultimo segnale visto; il mio Gps segnerà il km 22 nello stesso punto dove aveva segnato il 20 (una voce interiore ammonisce: mica starai pensando di ritirarti?!), ma ecco mi raggiunge in bicicletta il Caronte della situazione: “ti sei un po’ rimbambito rispetto a quando facevamo insieme il Col du Bonhomme? [UTMB] Non farai mica polemiche?” – Polemico io? Davvero? – “Tu hai tre doti: sei forte, mai banale, sempre polemico”. Le sue parole e ‘l modo della pena m’avean di costui già letto il nome, però fu la risposta così piena. È il dottor Giovanni da Fiesole, di cui non farò il cognome perché una quindicina d’anni fa commise l’errore di riconoscere un grande uomo politico nell’atto di salire su un’auto durante una maratona… Fu un errore in buona fede: come spiegò l’uomo politico, il dottor Giovanni non aveva visto lui ma un suo sosia (d’altronde, si sa che i vip hanno sempre 3 o 4 sosia che mandano in giro a fare il lavoro sporco); e che il vip stesse correndo la maratona lo confermò… la Natalina, che raccontò di averlo accompagnato per chilometri insultandolo per le sue azioni politiche. Vedete come oggi sulle alture di Firenze riscoperte dal ballo di Simone ci ritroviamo quasi tutti, col nostro carico di storie, di aneddoti, di beffe boccaccesche, di battute toscanacce, di sfottò come quelli che Dante lanciava (“ma i vostri non appreser ben quell’arte…”).
Giovanni mi fa risalire esattamente (per la seconda volta) al bivio non segnalato, e di lì a destra in poche centinaia di metri alla diritta via non più smarrita. Ho tempo di dirgli che nell’ultimo anno sono polemico solo coi proibizionisti (condivido, ma ometto il commento del dottore sul colore politico dei suddetti…); intanto mi suona il telefono: è nientemeno il boss Simone che vuol sapere dove sono. E nel frattempo Giovanni rintraccia Ilaria e gli altri Virgilio della scorta; prima di lasciarmi, avvisa che i penultimi sono appena davanti e li prendo di sicuro!
4. Sbuca all’improvviso nel bosco la Madonna del Sasso, col suo bravo ristoro (e alla ristoratrice chiedo un par di foto, il luogo le merita); segue un tratto tecnico, fino al bellissimo paesello di Polcanto, già noto per i nostri transiti lungo il Passatore. Da qui però comincia il Purgatorio: un cartello del CAI informa che per Monte Senario occorrono 2h30; in soldoni, saranno 3 km che fanno salire di 433 metri, fino agli 811 slm che, al km 40, rappresentano il punto più alto della gara (e saranno già 1900 metri di salita accumulati). La pendenza è tale che, se nei km precedenti il mio tempo peggiore era stato di 18 minuti a km (poco dopo il Sasso), adesso il mio km 35 sarà fatto in 31 minuti; sopra me vedo un collega seduto su un pietrone: provo a raggiungerlo ma la spinta non basta e comincio ad andare … all’indietro. Gliè ttutto da rrifare.., ma finalmente eccoci al Senario, sul tracciato della via degli Dei che seguiremo per una decina di km fino a Olmo (altro luogo del Passatore). Il passaggio dal secondo cancello avviene con 1h20 sul margine, dunque ci mettiamo tranquilli: la scopa-Ilaria è dietro ad accudire altri più sfortunati, mentre io ritrovo Eduardo, iscritto appunto agli Dei e desideroso di conoscere il percorso che non è ancora riuscito a fare. Questo è il secondo tratto più bello dell’intero giro, con lo sguardo che spazia su Fiesole e tutto l’appennino emiliano – compreso quel monte Maggiore che ci trovò smarriti, il 1° marzo dell’anno scorso, davanti alla bufera che stava arrivando -, a volte su Firenze, per boschi prima e soffici prati poi.
In 3 gradevoli km scendiamo di 250 metri; a passi un po’ più lenti ci si avvicina a Maiano, km 55, ultimo cancello (virtuale: manca tanto, che non c’è nessuno collo scanner), e alle nostre spalle riecco le voci allegre delle Scope (a noi proibiscono di parlare, ma fra sé, se ne raccontano di ogni). Ma come, c’era tanta gente dietro?! “Sì, però si sono ritirati perché avevano la bua. Adesso abbiamo eletto iMMarri come Hapogruppo delle Scope. Vai benissimo, siamo tranquilli coi tempi” – Se state con me vado più forte… “Eh no, stiamo dietro e intanto tiriamo via le bandelle e congediamo gli alpini di scorta agli incroci”.
Nella mia memoria ci stava che dopo il 47 era tutta discesa, e invece all’ultimo ristoro della Fattoria, km 57, mentre bevo tre tazze di coca, una di tè, riempio la borraccia con un litro d’acqua (al traguardo arriverà vuota), mangio l’ennesima crostata di albicocca, l’addetta, appiè d'una scala di sasso verso le cave di marmo, mi dice: “Ovvia, c’è solo na pettatina, poi l’è ttutta in favore”. La parola “pettatina” è ignota al mio vocabolario. Profittando del fatto che nella vicina Settignano passeremo davanti al monumento di Tommaseo, interrogo il vocabolario di questo grandissimo: “PETTATA. Percotimento del petto, o fatto col petto”. Ma non pensate lubrico, per esempio a quella tale onorevole di queste parti le cui pettate tutti agogneremmo; l’esempio tommaseiano da un testo di lingua suona “vi faremo cadere colle pèttora de’ nostri cavalli, dando grandissime pettate e mettendovi per terra”. Segue il § 2 che spiega meglio: VIA A PETTATA. Che sale dolcemente, e il cavallo la fa con tirare di petto il barroccio. È men che ERTA. ‘Di qui a lassù c’è una bella pettata’”.
Che bella lingua il fiorentino: la tua loquela ti fa manifesto…

5. A Settignano, non lontano dal monumento a Tommaseo e dall’incrocio con la Capponcina dannunziana, si imbocca una bella discesina, ma no! c’è n’ultima pettatina in prossimità di un sottopassaggio stretto da paura. Poi, finalmente, si va giù, alla stazione di Rovezzano (e il sottopasso ingombro di masserizie è decisamente la cosa più squallida dei 65 km), poi al nuovo parco dello scultore Ivo Pazzagli, dove ad accoglierci c’è addirittura Simone Brogioni: “bravo, hai un’ora di margine sul tmax”- Veramente ne ho quasi due…
E siamo al Lungarno invocato, che le secrete vie del mio cor soavemente tiene; partono le chiamate dalle /alle Scope “vi vediamo, siete bellissimi!”-  Io veramente  non vedo il traguardo – È là dopo il ponte, da qui è 1 km esatto – Posso fermarmi a fare **? – Ammatto, la fai dopo! –
Non c’è verso di combinare l’arrivo di gruppo, mi lasciano transitare da solo (come quella volta a Bolzano mi comportai io con Govi, loro sapevano che il realtime gli dava comunque 20 secondi di vantaggio...).
I piedi bruciano, i quadricipiti sono fiaccati dalla discesa, dopo il passaggio sul tappetino chiedo di sedermi, ma prima devo indossare la mascherina; sacchetto chiuso con ristoro e medaglia di legno (se fossimo nel rugby mi spetterebbe il cucchiaio), vedo che ne avanzano varie decine per quelli che avevano la bua. Vedo pure che Eduardo è arrivato da dieci minuti a riveder le stelle: sono ormai le Palme, la Gerusalemme terrestre, dopo il lungo ballo di Simone, ci assegna il trionfo.
Quello che succederà fra due giorni, con la bandiera rossa del Covid che risplenderà sulle sciagure umane, per ora non ci importa. Noi ultratrailer siamo capaci di distruggere il tempio del nostro corpo, ma in tre giorni lo ricostruiremo, con l’aiuto di Simone e della Siora Nadaìna, alla faccia di Giuda e di Pilato.

 

Classifica 65 km (145 partiti, 112 arrivati)

Uomini:

1 ORNATI GIULIO

4:44:24

2 BORGIALLI RICCARDO

4:50:00

3 SÖRMAN CARL JOHAN (SWE)

4:51:06

Ecco il commento giunto dalla società Sport Project VCO dei primi due arrivati:

Primo Giulio Ornati, secondo Riccardo Borgiallidoppietta all’Ecotrail Florence 65 km. La vittoria è andata, dopo un lungo periodo di digiuno, a Giulio Ornati (4h44’24”) davanti a Riccardo Borgialli (4h50’00) e allo svedese Carlo Johan Sörman (4h51’06”), che precedette proprio Giulio all’Ultra Trail del Lago d’Orta 140 km del 2019: “Siamo partiti subito molto forte – spiega un raggiante Ornati - e ben presto siamo rimasti soli io e Riccardo; abbiamo tirato a turno e abbiamo preso un buon vantaggio. Intorno al 52^ km ho sentito di avere qualche briciolo di forza in più di Riccardo e ho provato ad allungare. È stata una grandissima soddisfazione perché tornare a vincere dopo un periodo piuttosto complesso sotto il profilo sportivo vuol dire che sono ancora in grado di dire la mia; vincere davanti al mio compagno di squadra, e praticamente fratello, Riccardo dà a questa vittoria ancora maggior valore. A proposito di squadra, devo ringraziare ancora una volta Sport Project VCO che ha mostrato di credere in me, proprio in questo momento di difficoltà, prima come persona e poi come atleta. Questo mi ha dato ulteriori stimoli e spero con questa vittoria di aver ripagato la fiducia del team!

Donne:

1 FANFANI LAURA

6:37:58

2 DAL RIO FRANCESCA

7:02:45

3 CORTI CATERINA

7:06:57

 

18 km (232 arrivati)

Uomini

  1. PEREGO DAVIDE 1:02:36
  2. PELIZZA MATTEO 1:05:30
  3. NUCERA GIOVANNI DOMENICO 1:06:26

Donne:

  1. BULUKIN SARA EMILY (Svezia) 1:16:32

21 marzo - Dopo la defezione (per ora la chiamano “rinvio”) di almeno tre gare a lunga gittata nel weekend, la scelta della Biella-Piedicavallo era non solo obbligata, ad esempio anche per i podisti dell’Aquadela di Bologna (visti in un autogrill, altrimenti deserto) che devono assoggettarsi a quasi 300 km di viaggio in auto: ma davvero proficua per conoscere angoli incantevoli e carichi di storia. Per cautelarsi da eventuali perdite di tempo causa fortuiti incontri con zelanti tutori dell’ordine, si parte che è ancora buio (torna nella memoria, almeno approssimativamente, lo slogan de “La classe operaia va in paradiso”: “operaio -  ti alzi – che è ancora buio – e torni – a casa – che è già tramontato – per te – il sole – non sorge mai”), arrivando a Biella un’ora abbondante prima del via; con tutto l’agio di ritirare i pettorali, vestirsi abbastanza pesantino dati i 4 gradi alla partenza (che al traguardo, tra la neve per terra e i candelotti di ghiaccio attaccati ai rubinetti dell’area picnic, saranno ancora meno), scaldarsi per le strade di Biella e soprattutto nell’ampio parco “Vittorio Veneto”, pieno di memorie della Grande Guerra e di quel Piemonte biellese che ha fatto l’Italia, a cominciare da Alfonso Lamarmora, Quintino e Vittorio Sella, fino a Giuseppe Pella, grandissimo economista, che piacque a Guareschi quando gli scappò detto che preferiva sapere di sua figlia morta per l’atomica piuttosto che prigioniera in Russia.
C’è tempo di rabbrividire rileggendo il sublime bollettino della vittoria firmato Diaz (molti italiani nati nel 1918-19 si chiamarono appunto “Firmato” per questa ragione), e c’è anche tempo di leggere i giornali: sul quotidiano biellese un (ex) podista protesta per l’effettuazione della gara, quando “si sa bene che correndo si sputa e si suda” (e vabbè, aggiungiamo il sudore tra i vettori del contagio), mentre si dovrebbe avere “rispetto di chi è da mesi chiuso come attività (palestre, piscine, ecc...)” (Sei chiuso tu, per rispetto chiudo anch’io; sei morto tu, allora io per rispetto tuo inghiotto veleno per topi: la legge del taglione in chiave antisportiva).
E parte l’ennesima richiesta al sindaco di non autorizzare la gara. In altri comuni, sindaci calabraghe avevano accondisceso (tornando a casa, da una sciagurata annunciatrice di Isoradio sentirò della protervìa – con accento sulla ì, come asinerìa – di certi ciclisti padovani che sono andati per strada, o dei vigili che li hanno multati); per fortuna il neo- sindaco di Biella Claudio Corradino precisa “che la gara non è stata autorizzata e non aveva necessità di autorizzazioni da parte del Comune di Biella. Si tratta di una gara di carattere nazionale e nel rispetto dei protocolli attualmente in vigore. I protocolli consentono lo svolgimento di manifestazioni di carattere nazionale, come tra poco si giocherà al Forum la partita Biella-Mantova di basket e a breve ripartiranno altri campionati come l’Eccellenza di calcio con la nostra Biellese”. (Al termine inserisco la dichiarazione ufficiale dell'organizzazione, di lunedì 22).
A proposito di sindaci piemontesi, l’intera pagina del Corrierone locale è dedicata ai vigili di Torino che multano, in base a un decretino del 2006, chi fa fare una passeggiata al cane senza avere i documenti (del cane!); la sezione barzellette prosegue alle pagine 12-13, dove Ronaldo “avvisa” l’Inter e dichiara che segnando al Benevento perforerà la porta dell’unica squadra cui non abbia mai fatto gol, e Belotti-Nicola annunciano che spesseranno le reni alla Zampdoria.
Per fortuna, è Biella a guidare le sorti dello sport, oggi, e il vecchio Piemonte, sebbene proclamato “rosso” da un ministro il cui pallore è misura della sua sportività, a insegnare all’Italia come si curano la salute e il benessere psicofisico. E a proposito delle goccioline virali in giro per l’aria (chissà al Palaindoor di Ancona dove si svolgono i campionati nazionali di atletica!), nella mia corsetta scioglimuscoli arrivo al Duomo e ci entro: la chiesa è abbastanza affollata, e insieme ai fedeli recito il “Padre nostro”: è probabile che sia maggiore il rischio in quel momento che in tutto il resto della giornata, ma lo affronto volentieri.
Fuori, è perfetta la sistemazione dell’area di partenza: davanti a noi, due auto dei vigili a farci strada; dietro, l’ambulanza che ci seguirà al passo dei più lenti (quorum ego). Tutti con la mascherina fino all’uscita dalla città, e via per la bellissima valle del Cervo al cui termine troneggiano le maestose Alpi innevate.
La strada è piena di storia: dall’eroico Pietro Micca, di cui sfioreremo la casa natale (nelle foto messe insieme da Roberto Mandelli vedrete questo e altro), ai grandi stabilimenti lanieri e ai cappellifici che fino agli anni Sessanta diedero lavoro e una relativa prosperità alla zona, alle distillerie del Ratafià di Andorno, liquore che ebbe un tale successo da indurre l’Accademia d’Italia ad adottare il suo nome invece dell’anglofilo cherry-brandy.
Come curiosità, i vari paesi attraversati adottano diverse interpretazioni delle leggi o leggine: “in ossequio al DPCM” Tal dei tali, come ammoniscono i cartelli, alcuni parchi sono chiusi e recintati, altri sono apertissimi. Per fortuna, la gente se ne frega del demenziale divieto di presenza del pubblico alle manifestazioni sportive, e lungo le strade ci applaude e incita. Noto pure a un certo punto due poliziotti, con mascherina d’ordinanza, che amichevolmente conversano con un conoscente, del tutto privo di mascherina: forse prevale quel “buon senso” raccomandato dal prefetto Gabrielli (ma non recepito dai vigili di Torino).
Podisticamente parlando (i risultati e primi commenti sono già qui: https://www.podisti.net/index.php/in-evidenza/item/7025-biella-40-biella-piedicavallo.htmlla strada sale con pendenza abbastanza costante e qualche discesina o falsopiano: il Gps mi darà 685 metri D+ e 100 D- su 18.870 metri. Prendetela con beneficio d’inventario, anche considerando che da metà percorso in su i telefonini non riescono più a navigare (penso agli scolari della Dad, come faranno a seguire le lezioni? A bè, a Campiglia c’è un cartello “Punto Wi-Fi”…).
La salita si fa più erta dal km 13: negli ultimi 6 km scarsi si va su di 300 metri verticali; gli ultimi 2 km sono i più duri e per fortuna riesco a rimontare (poche) posizioni, così da togliermi dai pressi i gas di scarico dell’ambulanza-scopa. Tre ristori, con bottigliette chiuse di acqua locale (non a caso si chiama anche “valle dell’acqua”, e si incontrano fontanelle lungo la strada); al traguardo, un sacchetto dove, oltre all’acqua Lauretana, non può mancare un’altra eccellenza locale, la birra Menabrea.
A Piedicavallo finisce la strada: da lì, solo bellissime mulattiere innevate portano verso località da favola come Gressoney o Gaby (maestosamente cantate da Carducci, non solo nel memorabile Piemonte), attraverso valichi oltre i 2000 metri. Il paese è addirittura Comune (180 abitanti), ma lo sci non è arrivato, molte case sembrano in sfacelo e l’unico bar del luogo è desolatamente chiuso. Per fortuna oggi la zona è ravvivata da noi podisti (450 in tutto, sugli oltre 500 iscritti), ma i frequentissimi pullmini dell’organizzazione (che all’una ha già finito le premiazioni) ci riportano giù abbastanza in fretta, previa misurazione della temperatura, per lasciarci mettere qualcosa sotto i denti oltre il gnocco e pizzetta del pacco-gara.
Resto a fare il turista, ma ben vestito perché il sole è alquanto temperato dal vento freddo: lascio indietro qualcosa (ad esempio l’oasi creata dal grande Ermenegildo Zegna) perché il clan di Claudio Piana da Pettinengo promette altri allestimenti (c’è anche Oropa da risalire), e dunque non mancheranno future occasioni. Vai vecchio Piemonte!

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Ufficio Stampa Biella Sport Promotion

Facendo seguito alle critiche pubblicate su varie pagine social nelle ore successive alla gara Biella-Balma-Piedicavallo, non entriamo nel merito delle opinioni di ciascuno, ma per tutelare la nostra immagine di organizzatori seri precisiamo che: 

- La gara è stata approvata dalla Fidal nazionale come corsa su strada nazionale bronze in regola con gli attuali dpcm in corso e protocolli Coni e Fidal

- Abbiamo ottenuto tutte le autorizzazioni allo svolgimento dell'evento da parte degli organi preposti, prefettura di Biella e Questura di Biella comprese

- Avevamo il patrocinio del Comune di Biella e le autorizzazioni degli altri comuni attraversati

- C'è stato controllo sui luoghi di partenza e arrivo da parte delle forze dell'ordine e lungo il percorso da parte dei volontari di protezione civile e AIB Biella

- Tutti i protocolli sono stati rispettati. 

Tutto questo esclusivamente per dare agli atleti iscritti la certezza della serietà organizzativa da parte nostra in un mondo dove ormai tutto viene messo in dubbio.

Ringraziamo gli atleti che hanno partecipato per la fattiva collaborazione: hanno dato dimostrazione di grande serietà.

Aggiornamento 19 marzo - La 40ª edizione della Biella-Piedicavallo andrà regolarmente in scena domenica 21 marzo. Ci voleva, in un primo giorno di primavera che rischiava di somigliare alla giornata dei defunti (nel senso di eventi sportivi annullati: Lake Garda marathon, mezze di Caldaro e di Saluzzo…). E viva il vecchio Piemonte, che una settimana dopo il felice esito della corsa di Trino ripropone una gara in salita che sembra destinata a un esito favorevole, cousta l’on ca cousta. E non è un caso che qui siamo in casa dell’eroico Pietro Micca, che a 29 anni nel 1706 si sacrificò per salvare Torino dall’invasione, dopo avere congedato il soldato a lui vicino con le parole “Gâvte da lì, tì 't'ses pi lungh ëd na giurnà sènsa pân! Lassa fé a mì, pènsa a salvéte!»). Tra gli ultimi iscritti, anche nomi di prestigio, come dai comunicati ufficiali del Gruppo Amici Corsa di Pettinengo e di Biella Sport Promotion:

Si tratta della burundiana Clementine Mukandanga, tesserata per l’Atletica Virtus Lucca, dell’azzurra Gloria Giudici tesserata per la Freezone di Iseo, e del ruandese Jean Baptiste Simukeka, tesserato per l’Orecchiella Garfagnana. 
Simukeka classe 1983 è atleta dal grande passato a livello internazionale, visto in gara anche in gare nel biellese: fu terzo alla maratonina del 2010 e nella top-10 al Giro di Pettinengo nel 2016. Recentemente, nel 2020 fu terzo assoluto nella prestigiosa maratona di Reggio Emilia e due settimane fa ha terminato al secondo posto la maratonina di Brugnera in Friuli chiudendo con il tempo di 1h05’03”. 
Mukandanga, classe 1985, invece, si candida quale favorita numero 1 per la vittoria in ambito femminile: la ricordiamo già vincitrice nel 2019 alla Biella-Oropa con 56’56”, nono tempo di sempre. Nel 2020 ha vinto la Marcialonga, la 10miglia del Garda, la maratona di Varna in Bulgaria, il giro di Pordenone, la “Arezzo riparte”,  chiudendo seconda la maratona di Reggio Emilia.
Giudici, classe 1987, è nel giro della nazionale di corsa in montagna e trail da parecchi anni: ha indossato la maglia azzurra ai mondiali del 2015, 2017 e 2019 e agli europei del 2018. Un’atleta a cui il dislivello della Biella-Piedicavallo potrebbe essere congeniale. Nel biellese partecipò, vincendola, alla 27ª edizione della Corsa di San Silvestro nel 2017 a Trivero.

Alla chiusura delle iscrizioni sono 390 gli iscritti alla 40ª edizione della Biella-Piedicavallo e 141 alla 4ª Balma-Piedicavallo. Tutte le iscrizioni saranno ri-verificate e il numero esatto verrà comunicato tra venerdì e sabato: la lista di partenza sarà poi reperibile sul sito www.biellasport.net.

Precedente comunicato:

Le restrizioni imposte dai decreti in corso permettono comunque lo svolgimento dell’evento, uno dei pochi in Piemonte inserito nell’elenco delle gare ritenute di interesse nazionale da parte del Coni e quindi autorizzato, nonostante la regione sia in zona rossa. E’ notizia delle ultime ore che la gara sarà anche valida quale 2ª prova del trofeo “CorriPiemonte” in sostituzione della “Mezza maratona del Marchesato” che era in programma lo stesso giorno a Saluzzo ma è stata annullata.
Biella Sport Promotion e Gac Pettinengo hanno alzato al massimo il livello di guardia ottemperando a tutte le prescrizioni ufficiali e alle regole non scritte del buonsenso, auspicando che anche tutti gli atleti partecipanti diano a loro volta prova di senso civico e di rispetto in un momento particolare come quello che stiamo vivendo.
Nelle ultime due edizioni disputate non si era andati al di là dei 200 partecipanti (191 nel 2018 e 188 nel 2019). Nel 2020 l’evento era stato prima posticipato e poi definitivamente annullato e ora, dopo una lunga attesa, la 40ª Biella-Piedicavallo si appresta a fare il tutto esaurito ed ha già superato quota 300 preiscritti, numero che potrebbe crescere ancora nelle prossime ore, le ultime possibili per iscriversi sul sito www.biellasport.net. La scadenza è fissata per le ore 24 di giovedì e quest’anno non saranno possibili adesioni last-minute, anche questo per ottemperare alle norme anti-Covid.
A questi 300 o più bisogna aggiungere un centinaio di preiscritti alla gara “figlia”, la Balma-Piedicavallo, giunta alla sua 4ª edizione: nel 2019 furono 124 i partenti, quota che potrebbe essere raggiunta anche quest’anno.

Anche in questa edizione Claudio Piana e il suo staff hanno incassato l’adesione di atleti di alto livello. In ambito maschile nella Biella-Piedicavallo, torneranno ad affrontare le ripide salite della Valle Cervo il dominatore del 2019, il valsesiano Italo Quazzola, e il vincitore del 2016, l’azzurro valdostano Xavier Chevrier. Ad infilarsi nella lotta tra i due ci proveranno anche i lombardi Michele Belluschi (vincitore con record della Trino-Crea domenica) e Andrea Astolfi, già sul podio a ottobre scorso alla Biella-Oropa. Al via anche Riccardo Montani, atleta selezionato per la nazionale azzurra per i prossimi mondiali di Trail in Thailandia.
Tra le donne non ci saranno Catherine Bertone e Elisa Stefani, precedentemente annunciate, e al momento non sembra esserci una superfavorita. Nomi ‘caldi’ sono quelli di Valentina Dameno, Nadia Re, Chiara Giovando, Lisa Borzani, della triverese Ilaria Zaccagni e della conterranea pluricampionessa italiana Elena Romagnolo.
Tra gli iscritti alla 4ª Balma-Piedicavallo, invece, spicca su tutti il nome del vincitore del 2019, il valsesiano Francesco Carrera. Per un posto sul podio si candida il giovane biellese Paolo Orsetto. Tra le donne ci riprova la biellese Arianna Reniero, vincitrice con record l’anno scorso: con lei al via le altre giovani compagne di squadra Matilde Bonino e Eloisa Marsengo. Iscritta anche la novarese Federica Cerutti.
Nonostante le difficoltà logistiche ed economiche legate al momento storico che stiamo vivendo, anche quest’anno la Biella-Balma-Piedicavallo ha un montepremi di valore grazie alla presenza di partner fedelissimi di Biella Sport Promotion e Gac Pettinengo. I primi 5 uomini e le prime 5 donne della Biella-Piedicavallo si divideranno circa 1.200 euro, mentre il montepremi per i primi tre uomini e le prime tre donne della Balma-Piedicavallo è di 500 euro.
Un premio in natura di valore decrescente verrà poi consegnato ai migliori 5 di ognuna delle 18 categorie d’età della Biella-Piedicavallo e ai migliori 3 delle altrettante categorie previste nella Balma-Piedicavallo.

Il percorso della 40ª Biella-Piedicavallo ricalca per buona parte quello storico che vide per la prima volta la partecipazione di 85 atleti nel lontano 1971. Dal 2017 è stato accorciato di circa 500 metri nella parte iniziale e dunque i record sono stati azzerati da quella edizione. A causa dell’interruzione della strada provinciale 100 della Valle Cervo poco dopo l’abitato della Balma, gli atleti percorreranno un tratto sterrato ricavato nell’alveo del torrente Cervo, attualmente adibito a cantiere per la ricostruzione della strada franata: tutto questo grazie all’interessamento del sindaco di Campiglia Cervo che ha concesso l’autorizzazione alla gara, così come hanno fatto i primi cittadini di Biella, Andorno Micca, Sagliano Micca, Rosazza e Piedicavallo.
Di fatto non cambierà il chilometraggio che rimane di 18,6 chilometri con 615 metri di dislivello positivo. Gli attuali record sono di Italo Quazzola (1h04’27” nel 2019) e di Giorgia Morano (1h17’57” nel 2018).
La variante sterrata verrà percorsa anche dai partecipanti alla 4ª Balma-Piedicavallo: per loro il percorso è confermato in 7 chilometri con 330 metri di dislivello. I record sono stati siglati nell’edizione 2019 da Francesco Carrera (24’58”) e da Arianna Reniero (32’13”).

A tutti gli atleti verrà richiesto di compilare l’autocertificazione anti-Covid (e quella per gli spostamenti) che può essere scaricata dal sito www.biellasport.net nella sezione dedicata alla corsa Biella-Piedicavallo. Tutti gli atleti, gli organizzatori e i volontari saranno tenuti ad indossare la mascherina prima della partenza, anche durante il riscaldamento, e dovranno mantenerla correttamente sul viso per i primi 500 metri di gara, conservandola durante la gara al fine di reindossarla subito dopo aver tagliato il traguardo.
Essendo il Piemonte in zona rossa non è possibile per il pubblico assistere all’evento a bordo strada, salvo che non sia al di fuori della propria abitazione se essa è sul percorso di gara. Non è previsto il ristoro finale e i ristori idrici lungo il percorso saranno predisposti esclusivamente con bottigliette chiuse. Per quanto non scritto sono in vigore le norme dettate dal Dpcm per quanto concerne il distanziamento sociale e dai protocolli Fidal per quanto riguarda il comportamento da tenere in gara.
"Il giardino dei piccoli" è un progetto che prevede la riqualificazione del parco dell'asilo e della scuola materna di Valdengo, promosso dal Rotary Club di Valle Mosso. L’idea è quella di offrire ai bambini la possibilità di esprimersi negli spazi esterni, facendo divenire il gioco una esplorazione in un contesto che gli offra gli stimoli nuovi e nuove sfide da affrontare. Nel progetto sono previste: sistemazione del prato (scarifica superficiale, terra da coltivo e inerbimento), arredi e giochi in legno (percorsi sensoriali, ponti, casette, travasi, tavoli, sedie), restauro giochi metallici storici, tende per la tettoia. Il costo totale dell'intervento è di circa 40mila euro. Il progetto completo completo è visualizzabile sul sito del Rotary Club Valle Mosso all'indirizzo: http://vallemosso.rotary2031.it/

La raccolta fondi viene organizzata usufruendo della piattaforma web “La rete del dono” dove è presente il progetto "IL GIARDINO DEI PICCOLI". Il link per accedere è https://www.retedeldono.it/it/iniziative/rotary-club-valle-mosso/corsa-podistica.biella-piedicavallo/corsa-podistica-biella.
"La rete del dono" è un sito sicuro e la transazione potrà essere effettuata mediante bonifico, carta di credito, PayPal o Satispay. La donazione sarà deducibile dalla dichiarazione dei redditi. Eventualmente potrà anche essere fatta in forma anonima.

 
 
 
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Se il calendario delle gare per questo weekend è decisamente ridotto, per il prossimo fine-settimana, in relazione all’inasprimento delle misure di contenimento dell’epidemia (leggi: zona rossa quasi ovunque), gli organizzatori annunciano il differimento delle gare previste.

Sabato 20 a Vicenza era programmato l’Ultrabericus: rinviato al 29 maggio come da comunicato odierno:

Il direttivo di Ultrabericus Team A.S.D., a seguito delll’ordinanza ministeriale che dispone il passaggio della regione Veneto in zona rossa, con conseguente sospensione degli eventi e delle competizioni di preminente interesse nazionale organizzati dagli Enti di Promozione Sportiva ai sensi dell’art. 41 del D.P.C.M. 2 marzo 2021, comunica che Ultrabericus Trail 2021 NON si svolgerà nella prevista data del 20 marzo 2021 ed è rinviato, condizioni normative ed organizzative permettendo, alla data del 29 maggio. Nelle prossime settimane saranno prese decisioni in merito alle eventuali opzioni di rinuncia e di nuova iscrizione in lista d’attesa.

Lo stesso sabato era previsto, a Radda (SI) il Chianti Ultratrail, su varie distanze: rinviato al 15 maggio (data di riserva già prevista)

Comunicato del 6 marzo 2021
A seguito dell’annullamento della data del 20 marzo , come da regolamento COVID , si conferma la data del 15 maggio già autorizzata dall’ente UISP in fase di richiesta nulla osta per la data del 20 marzo.
L’organizzazione sta espletando nuovamente gli iter autorizzativi per la successiva data, già comunicata in prima istanza alle autorità competenti. Per tutti gli iscritti viene garantita l’iscrizione automatica alla nuova data, vista la fortuita concomitanza con altri eventi è stata concessa la possibilità di spostare l’iscrizione all’edizione 2022 senza nessun costo da sostenere da parte dell’atleta previa richiesta mezzo mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro il giorno 20 marzo. Le iscrizioni verranno riattivate tramite la lista di attesa con l’invio di codice di attivazione mezzo mail, l’invio dei codici viene effettuato in ordine cronologico di iscrizione a decorrere dal giorno 21 Marzo.

 

Infine, la 5^ Supermarathon Fano, prevista per il 21 marzo, è rinviata al 2 giugno, “causa emergenza sanitaria”, come da scarno comunicato sul sito del Club Supermarathon Italia.

Nei giorni scorsi abbiamo già informato dell’annullamento della maratonina di Caldaro e del Cave Run free a Milano. Al momento sembrano sopravvivere la Balma-Piedicavallo e la Mezza di Saluzzo.

 
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12 marzo – Verso mezzogiorno si è finalmente conclusa la strana vicenda dello sport, che, Dio minore di questo nuovo governo nato esattamente da un mese e senza prevedere un Ministero apposito, non aveva finora ottenuto neppure un sottosegretario. La scelta sembra davvero eccellente, e una volta tanto nessuno obietterà qualcosa sulla “competenza”: il nome è quello di Valentina Vezzali, che compie gli anni (ora 47) non casualmente il giorno di San Valentino. È nata a Jesi, ma il cognome denota chiaramente la sua origine emiliana, anzi reggiana: il papà Lauro (prematuramente scomparso) era di Correggio, la mamma Enrica viene da Quattro Castella (di cui Valentina è cittadina onoraria); la famiglia si trasferì a Jesi tre anni prima della nascita di questa sua terza figlia.
Come sportiva, è stata definita la più grande schermidrice (fiorettista) di tutti i tempi, vincitrice di 16 titoli mondiali (il primo come “cadetta” a 15 anni), 13 europei, 3 ori individuali alle  Olimpiadi del 2000, 2004, 2008 (più un argento nel 1996 e un bronzo nel 2012), senza contare tre ori olimpici a squadre, e altri alle Universiadi, Giochi del Mediterraneo ecc.
Anche le sue prime parole sono da sportiva autentica e preoccupata: “Essere chiamata ad occuparmi di sport, cioè di quello che è il mio mondo e la famiglia dalla quale provengo, è per me una sfida importante che affronterò con tanta umiltà e forte determinazione. Mi metterò da subito al servizio della comunità sportiva del nostro Paese, ben consapevole che il momento che stiamo vivendo è, anche per il nostro mondo, particolarmente difficile e delicato.
Mi riferisco soprattutto allo sport di base: un universo di società, lavoratori sportivi, ma anche volontari ed appassionati e, soprattutto, tanti ragazzi, che stanno soffrendo più di altri per le costrizioni conseguenti alla pandemia, ed ai quali è stata tolta la bellezza della pratica sportiva e soprattutto i benefici, anche in termini di benessere e salute. L’impegno, così come in pedana, sarà volto ad onorare l’Italia. Per questo sarà anche necessario supportare quanti si preparano ad affrontare, sotto le insegne tricolore, i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo e le diverse competizioni internazionali, durante le quali ci sentiamo orgogliosi di essere italiani.
E’ necessario rilanciare lo Sport a 360 gradi e delineare, con scelte importanti, il suo futuro. Farò tesoro dell’esperienza maturata in questi anni; assicuro spirito di servizio, impegno, entusiasmo e dedizione. Sono e resterò una sportiva e spero di poter ricambiare allo sport quanto, in tanti anni, mi ha dato
” (AdnKronos).

La neo-sottosegretaria ha esperienza anche in campo politico, essendo stata deputata dal 2013 al 2018 per Scelta Civica (Monti), partito di cui è stata vicepresidente nazionale, poi nel Gruppo Misto, facendo parte della Commissione cultura, scienza e istruzione.

Molto positivi i primi commenti, a cominciare dal presidente del Coni, Giovanni Malagò. "Avevamo chiesto una persona competente, che conoscesse i nostri problemi che sono tanti e purtroppo urgenti. Valentina Vezzali, l’atleta donna più vincente nella ultracentenaria storia dello sport italiano, rappresenta una scelta che il Coni applaude. Brava Valentina, tu sei la nostra storia e il Coni sarà sempre la tua casa!"

Sulla stessa linea i giudizi del presidente della Federscherma, Paolo Azzi, e dell’altra ex campionessa Alessandra Sensini, vicepresidente del Coni. Paolo Barelli, presidente della Federnuoto e deputato di Forza Italia, per AdnKronos ha sintetizzato con: “Una spadaccina di classe per infilzare tutti i problemi dello sport italiano, lo stato drammatico in cui versano le società sportive italiane che hanno, fino ad oggi, ricevuto elemosine dai ristori e che ormai sono allo stremo. Il governo riabiliti le società sportive in Italia a beneficio dell'attività motoria per i cittadini, che significa salute, benessere psicologico ed etica. La Vezzali affronti immediatamente la questione e dia risposte certe, come faceva quando era in pedana. Vogliamo qualcuno che infilzi i problemi e dia la stoccata che non sarà facile, ma oggi le società sportive sono alla canna del gas, gli impianti stanno fallendo. Le società sportive sono state dimenticate dal governo in questo momento di dramma. La Vezzali subito, ventre a terra, affronti questo tema”.

A denti stretti, anche l'ex ministro dello sport, Spadafora, si complimenta con la Vezzali (nominata il giorno del compleanno dello stesso Spadafora: insomma, un bel regalo di compleanno, diciamo pure una torta in faccia). Dopo aver anticipato, a "L'aria che tira", le sue perplessità: "Saper portare avanti un ministero e aver la competenze di programmare, gestire fondi e scrivere decreti e delibere, è un conto, essere un grande atleta è un altro. Se poi sarà in grado di gestire la delega allo sport lo vedremo", in una successiva occasione si è augurato che Valentina continui le di lui grandiose riforme: "Sono sicuro che si metterà subito al lavoro per il Decreto Sostegni e per i bonus che avevamo impostato insieme ai contributi a fondo perduto per ASD e SSD". Ma il mondo dello sport si augura esattamente il contrario: la società sportiva in cui Valentina Vezzali si è formata, il club scherma Jesi, fucina di olimpionici tra cui Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca, Giovanna Trillini e Stefano Cerioni, spera invece che la vecchia Spada non sia più in Fora, e il fioretto faccia scoppiare certi palloncini mal gonfiati: "Ci auguriamo che Valentina possa adoperarsi per mitigare l'impatto della Riforma Spadafora sulle società sportive", - così ha detto all'Ansa il presidente Alberto Proietti Mosca.

Ci sono sicuramente problemi più grandi, ma vogliamo sperare che la neo-sottosegretaria metterà la sua voce anche nelle formulazioni dei prossimi decreti che regoleranno lo sport e tutta la nostra vita, ma spesso hanno dato spunto a dubbi e interpretazioni difformi: una fra tutte, quella del vigente DPCM del 2 marzo, che all’art. 41, relativo alle “zone rosse” (cioè, praticamente, a ciò che sta diventando quasi tutta l’Italia) prescrive: “È consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie. È altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all'aperto e in forma individuale”. A parte l’annosa questione della “prossimità”, secondo un’interpretazione estremistica sembrerebbe obbligatoria la mascherina anche per chi corre: non sarebbe male un chiarimento, o meglio ancora una formulazione meno ambigua.

E, per tornare alla terra reggiana da dove la sottosegretaria trae le origini, è oggi sulle prime pagine di tutti i giornali la notizia, diffusa dal sito di informazione giuridica Cassazione.net, che il Giudice per le indagini preliminari Dario De Luca, del tribunale di Reggio Emilia, il 27 gennaio scorso ha prosciolto una coppia che era stata rinviata a giudizio per essere stata fermata, proprio a Correggio, giusto un anno fa (13 marzo). Se ne stavano andando in giro in auto, malgrado il lockdown stabilito dal DPCM “Io resto a casa”, esibendo una autocertificazione falsa. Cosa poco commendevole,  ma che per il giudice è un “falso inutile” e non costituisce reato, essendo il DPCM  illegittimo, “incompatibile con lo stato di diritto del nostro Paese”. Gli arresti domiciliari (come quelli in pratica decisi dai vari Dpcm) possono essere decisi da “un giudice penale per alcuni reati all’esito del giudizio”, non da un Dpcm, “cioè un atto amministrativo”. Non c’è nemmeno bisogno di “rimettere la questione di legittimità costituzionale alla Corte Costituzionale”: la cosa è tanto chiara che il giudice “deve procedere, direttamente, alla disapplicazione dell’atto amministrativo illegittimo per violazione di legge”. 

Sulla dubbia costituzionalità dei Dpcm adottati con ingiustificata larghezza si erano già espressi insigni costituzionalisti, ex ministri ed ex giudici costituzionali; ma ora il Gip reggiano sembra dire che non c’è nemmeno da discutere. Dunque, per riecheggiare una frase celebre, "c'è un giudice a Reggio Emilia!".
Saggiamente, sembra che il nuovo governo voglia procedere coi più ‘costituzionali’ Decreti legge, da sottoporre all’approvazione parlamentare: a Valentina Vezzali il compito di reclamare rispetto e attenzione per il mondo degli sportivi.

 
 
 
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Mercoledì, 03 Marzo 2021 16:46

Il Giro dell’Umbria ci prova ad aprile

In questi tempi così difficili per la regione umbra, travolta dalla “variante inglese” e da cosiddetti “focolai” del coronavirus, con l’ottimismo della volontà si ufficializza il programma dell’edizione 2021 del Giro Podistico dell’Umbria, lanciando un messaggio di speranza e di fiducia (e vedremo se si riuscirà a svolgere anche la Strasimeno, ora prevista per l’11 aprile).

La gara a tappe lo scorso anno era stata spostata da aprile a inizio ottobre, con ottimo esito come non mancammo di segnalare, da testimoni diretti.

http://podisti.net/index.php/cronache/item/6551-giro-dell-umbria-la-prima-tappa-a-loitanyang-e-la-enriquez.html

(e così per le tre tappe seguenti).

Ora Sauro Mencaroni e il suo staff dell’Atletica Capanne e dell’Athletic Team ritornano alla formula abituale di aprile, prevedendo l’effettuazione delle tradizionali 4 tappe nel pieno rispetto dei protocolli sanitari come già accadde nello scorso autunno.

Delle tappe, rispetto al 2020 sono cambiate le prime due: il programma prevede infatti per giovedì 15 aprile la prima tappa a Campello sul Clitunno (fra Trevi e Spoleto), 10 km con partenza alle ore 17:00.

Stesso orario anche per le due frazioni successive, la seconda a Monte Buono (sul Trasimeno, non lontano da Magione dove si svolse la terza tappa del 2020), per 9,2 km; con la terza si torna nella bellissima Città della Pieve per 9,8 entusiasmanti km.

La chiusura di domenica 18 aprile si replica a Tuoro sul Trasimeno con la tappa più lunga, nei luoghi della battaglia di Annibale, 11,4 km con partenza alle ore 10:00.
Sempre a Tuoro, presso il campeggio Punta Navaccia al margine del parco archeologico, si svolgeranno le premiazioni finali, esattamente come sei mesi fa.

Le iscrizioni sono già aperte, il costo è di 45 euro fino al 31 marzo per poi passare a 55 euro. Chi ha preso parte ad almeno 10 edizioni dovrà versare solamente 40 euro.
Gli organizzatori hanno posto un tetto massimo di adesioni a 300 partecipanti, ma bisogna considerare che è possibile aderire anche alle singole gare giornaliere. Contattando gli organizzatori si potranno avere anche riferimenti logistici per la settimana di gara a prezzi convenzionati presso strutture poste in riva al lago Trasimeno.
Incrociamo le dita, ma 19esima edizione del Giro dell’Umbria potrebbe davvero essere il primo passo sulla via della rinascita.

Per informazioni: Atl. Capanne, tel. 347.4416086, www.atleticacapanne.it

 
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Nei tempi normali, le domeniche pomeriggio e sera per la nostra redazione (e sicuramente per tutte le redazioni sportive) erano ore spasmodiche: si trattava di inserire cronache, classifiche, fotografie, e c’era da scegliere, tra gli eventi del giorno, quelli più meritevoli di apparire in evidenza. Si faceva regolarmente l’una.
Oggi, ultimo giorno di febbraio 2021, quando la primavera è ormai nell’aria, e si comincia a correre in maniche corte e senza calzemaglie o ‘ciclistini’, è tanto se abbiamo da parlare di un record nella mezza maratona e di un altro in una lontana 42 giapponese: che si dividono l’evidenza con la lista delle corse annullate, gli auspicii per gare di giugno od oltre, e i riflessi di gare disputate una settimana fa.

C’è un amico che si occupa di calendari podistici e tutti i giorni mi messaggia con “ormai rinuncia alle corse, mettiti il cuore in pace – annullata questa – morta quest’altra – tutto in zona rossa - pandemia”. Crepi l’astrologo, però la situazione di oggi è così, e i titoli di prima pagina dei giornali si colorano di tinte da far invidia alle parrucchiere di Lilly Gruber e di Giovanna Botteri: “Avanza l’arancione scuro”, “La Romagna si tinge di scuro”. E serve poco fare dell’ironia sulla simbologia semaforica complicata dalle indecisioni e dalle ipocrisie dei governanti e amministratori: così è, se vi pare.
Poco vale se il professor Francesco Landi, primario di riabilitazione geriatrica al Gemelli di Roma, e particolarmente impegnato nel reparto dei contagiati da Covid, asserisce: “Non sono negazionista, conosco bene il Covid” (nb: l’accusa di “negazionismo” è l’arma più comoda per rifiutare il confronto con idee meno semplicistiche e grossolane del “chiudere tutto”; come se la scienza e le conoscenze non andassero avanti solo “negando” i pregiudizi vigenti), “ma dico che la pratica sportiva è essenziale per la salute e si può svolgerla senza rischi. Piscine e palestre sono un luogo di cura: la gente deve poter andare a ‘curarsi’”.

Qualche segnale di ripensamenti sta tuttavia nascendo tra chi dirige l’Unione Europea: dopo i grossolani errori di calcolo, da principio sui modi per arginare la pandemia, poi sui mezzi per combatterla (leggi vaccini, avallati a volte troppo presto a volte troppo tardi, e prenotati o pretesi con faciloneria come se bastasse un Dpcm per fabbricarli), si fa strada non solo tra pochi Stati, ma ai vertici comunitari, l’idea del ‘passaporto sanitario’, o come lo si chiama adesso,  “certificato digitale” (la parola “digitale” è magica, tutti le si inginocchiano davanti) “per aprire corsie preferenziali nei viaggi”, non solo ai vaccinati ma anche, ovviamente, a chi è guarito dalla malattia, e pure a chi abbia test negativo.
La cosa dovrebbe aprire spiragli di sicurezza e fattibilità anche per lo sport amatoriale, non solo quello disputato in stile-kermesse per pochi privilegiati cui far conseguire minimi olimpici o aggiornare gli albi d’oro, ma lo sport di tutti noi: quei “noi” la cui voglia di correre manda esauriti i numeri chiusi delle poche gare rimaste in programma (la mezza di San Benedetto, abolita 36 ore prima dello svolgimento, aveva chiuso le iscrizioni da una settimana: l’ultramaratona del Chianti, prevista fra tre settimane, ha già raggiunto la cifra massima di iscritti ed ha una lista d’attesa come i voli per la Sardegna a Ferragosto).

Un altro segnale più concreto ci viene da “fuori Italia”: “Poveri voi italiani, al ritmo d’Europa”, virgoletta un titolo del “Corriere della Sera” di questa stessa domenica 28, che nella prima riga del titolo chiarisce: “San Marino, tutti pazzi per lo Sputnik”. Mentre da noi si inauguravano le primule e i capannoni ad alto valore architettonico, ma i frigoriferi degli ospedali restavano semivuoti, nella vicina Repubblica (che, non dimentichiamo, fu la prima ad organizzare una maratona, disputatasi senza conseguenze sanitarie giusto cinque mesi fa) “ristoranti e caffè sono ancora aperti” (continuiamo a leggere il Corrierone): si conta di immunizzare in poche settimane 22mila residenti (con esclusione di chi è già guarito e dei giovanissimi) e qualche transfrontaliero lavoratore della sanità. Delle dosi necessarie, 7500 saranno del russo Sputnik, prontamente omologato; le altre saranno di Moderna e Pfizer (a proposito di Pfizer, ricordo i reciproci auguri che durante la maratona di San Marino facevamo con due atlete che allegramente correvano con la maglietta Pfizer).
L’articolo cita una sola volta anche AstraZeneca, ma solo per un paragone con lo Sputnik che (secondo un intervistato) sarebbe “più efficace”, e già impiegato con successo anche all’ombra del Titano. “Perché dovremmo farci problemi? – dicono quasi tutti” (prosegue l’articolo). Tralascio il “sarcasmo nei confronti dei dirimpettai”, cioè di noi italiani, attaccati ai si-dice sul prossimo Dpcm e sugli attuali Rt o indici di positività, e sui plateau dopo i picchi; e il rimando a Israele o Gran Bretagna che, non essendo euro-dipendenti, stanno vaccinando tutti a ritmi per noi impensabili.

In campo politico ci sono almeno due frasi storiche citabili: Vegna Franza vegna Spagna, purché se magna; o più nobilmente, non importa se il gatto è bianco o nero: basta che acchiappi i topi. Scusate se, nella settimana che vorrebbe stordirci di solo Sanremo, ci vengono in mente le parole di una canzone che vinse a Sanremo nel 1987, interpretata da tre cantanti-sportivi come Morandi, Tozzi e Ruggeri che allo sport si ispirarono:

Se la tua corsa finisse qui - Forse sarebbe meglio così - Ma se afferri un'idea - Che ti apre una via - E la tieni con te o ne segui la scia - Risalendo vedrai quanti cadono giù - E per loro tu puoi fare di più.

In questa barca persa nel blu - Noi siamo solo dei marinai - Tutti sommersi, non solo tu - Nelle bufere dei nostri guai…

Si può dare di più perché è dentro di noi - Si può osare di più senza essere eroi - Come fare non so, non lo sai neanche tu - Ma di certo si può dare di più.

 
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Trascrivo da un calendario (non ufficiale, ma largamente informativo per i soci del Club Supermarathon) che circolava a gennaio, relativamente alle maratone e ultra di questo febbraio (per la parte residua) e dell’imminente marzo:

21/02/2021 White Marble Marathon (Carrara) FIDAL

21/02/2021 Verdi Marathon (Salsomaggiore Terme) FIDAL

28/02/2021 Maratona della Pace sul Lamone – Bagnacavallo (RA) ENRICO VEDILEI

03.03.2021 Policoro (MT) 6 Days Ultra Marathon Festival ‐ Winter 1000 km su  – IUTA

07/03/2021 Strasimeno Marathon (Castiglione del Lago) FIDAL

14/03/2021 Maratona della Sabbia San Benedetto D.T. (AP) – CLUB SUPERMARATHON ITALIA

20/03/2021  Ultrabericus (Vicenza) – km 65

21/03/2021 Maratona "Antonello da Messina" FIDAL

21/03 Limone (BS)-Malcesine (Vr) 14° Lake Garda Marathon 42.195KM

21/03/2021 Supermarathon Fano  CLUB SUPERMARATHON ITALIA

27.03.2021 BIULTRA 24H Biella ‐ 24 ore su  – IUTA

28/03/2021 Treviso Marathon FIDAL

28/03/2021 Rimini Marathon FIDAL

28/03/2021 Mytho Marathon (Cividale) FIDAL

 

Confronto ora col calendario ufficiale presente sul sito della Fidal  oggi 15 febbraio, limitatamente a maratone e mezze maratone omologate dalla Federazione (dunque non può esserci la Maratona della Pace che ha altra omologazione, e che - da notizia ufficiale del 17 febbraio, è stata annullata). Come si vede, la parola più frequente è “annullata”, e come si vedrà alla fine, non è tutto…

 

21/02    B             Annullata - XXIV^ Verdi Marathon (km 42,195/21,097)   Salsomaggiore Terme (PR)

21/02    B             Annullata - VIII^ Mezza Maratona del Giudicato di Oristano km 21,097   Oristano (OR)

21/02    B             Annullata - V^ White Marble Marathon km 42,195/21,097                            Carrara (MS)

21/02    B             XIV^ Mezza Maratona di Trecate km 21,097                         Trecate (NO)

28/02    B             Annullata - XIX^ Maratonina Città di Treviglio km 21,097                               Treviglio (BG)

28/02    G            Annullata - VIII^ Napoli City Half Marathon km 21,097                    Napoli (NA)

07/03    B             Rinviata a D.D.D. - XIV^ City Maratonina di Lecco km 21,097                        Lecco (LC)

07/03    B             Annullata - I^ Mare&Sale Half Marathon km 21,097                         Margherita Di Savoia (BT)

07/03    B             XIV^ Strasimeno Half Marathon km 21,097/42,195                           Castiglione Del Lago (PG)

07/03    B             Rinviata a D.D.D. - XIV^ Trofeo dalle Gravine al Mare km 21,097 Marina Di Ginosa (TA)

07/03    B             XXII^ Maratonina Comune di Brugnera – Alto Livenza km 21,097 Brugnera (PN)

14/03    B             Annullata - XLVI^ Stracivitanova km 21,097                          Civitanova Marche (MC)

14/03    B             XXI^ Agropoli Paestum Half Marathon km 21,097                              Agropoli (SA)

14/03    B             Annullata - VI^ Rovigo Half Marathon km 21,097                               Rovigo (RO)

21/03    B             VII^ Mezza del Marchesato e dei Frutti in Fiore km 21,097                            Saluzzo (CN)

21/03    B             VII^ Maratonina della Vittoria km 21,097                              Vittorio Veneto (TV)

21/03    B             XV^ Under Armour Mezza Maratona Lago di Caldaro  km 21,097 Caldaro (BZ)

21/03    B             Annullata - VII^ StrAVicenza 21km - Half Marathon km 21,097                    Vicenza (VI)

21/03    B             Annullata - II^ La 21 di Reggio Emilia km 21,097                 Reggio Nell'emilia (RE)

21/03    B             XII^ Maratona "Antonello da Messina" km 42,195/21,097                             Messina (ME)

21/03    B             Annullata - XXXIII^ Maratonina Citta' di Pistoia km 21,097                             Pistoia (PT)

28/03    B             Annullata - VII^ Rimini Marathon km 42,195                        Rimini (RN)

28/03    B             X^ Mezza Maratona Città di Enna km 21,097                       Enna (EN)

28/03    B             XVII^ Treviso Marathon km 42,195                          Treviso (TV)

Per lo stesso 28 marzo, non c'è (e non pareva ci fosse mai stata sul sito Fidal) la maratona di Cividale alias Unesco Cities Marathon alias MITHO Marathon: il sito ufficiale continuava a calendariarla per quel giorno, ma una nota aggiungeva: "in tutta sincerità, crediamo che la situazione di fatto ci porterà a non poterla realizzare"; sono annunciate "nuove comunicazioni a breve". E infatti, nel pomeriggio del 18 febbraio giunge la notizia che la corsa è spostata a domenica 31 ottobre, "scelta in accordo con i dirigenti nazionali di FIDAL" (dice il comunicato). Strano "accordo" che va a ficcare la gara nello stesso giorno della maratona di Bologna (dove fino a poco fa stava anche Paestum, poi spostata al 7 novembre: .:Podisti.Net:. - Paestum Marahon): 31 ottobre  che a suo tempo fu sbandierato come autorizzato o "accordato" dalla Fidal. Tra Bologna e Cividale sono 283 km: tanto basta per stabilire che si possono correre entrambe? E allora, andiamo pur tutti a finire in quel "Cul-de-sac", chissà che alla fine, come Roman Polanski nel 1966, qualcuno non vinca l'orso d'oro!
Complimentiamoci allora con Padova, che ha deciso di spostarsi al 26 settembre: deve solo sfidare la concorrenza di Berlino e Madrid!

Ho messo in corsivo tre gare (Trasimeno, Vittorio Veneto, Treviso) che il calendario Fidal continua a indicare ma noi sappiamo essere già annullate nella data indicata.
Il16 febbraio arriva la notizia che per la Strasimeno si propone la data dell' 11 aprile, ma in attesa di approvazione le iscrizioni sono sospese.
Lo stesso 11 aprile è prevista la Maratona Maga Circe, con arrivo a Sabaudia e distanze di 42,195 e 10 km (annullate le altre).
Invece esterniamo i dubbi per la maratona e mezza di Messina del 21 marzo, il cui sito http://www.messinamarathon.com/ presenta in home la dicitura “Messina Marathon 2020. Rinviata”, e nulla dice sull’edizione 2021. Saggiamente, il calendario del nostro sito non ne tiene conto: http://podisti.net/index.php/calendario.html


Per non perderci troppe cose, dallo stesso nostro calendario aggiungo anche queste gare che non appaiono cancellate.

21/02  Sanremo Ultra Trail           Sanremo Forte di Santa Tecla     3000      60 km

28/02 Nizza Monferrato (At) 4° MonferRun 21.097KM

28/02 Porto d'Ascoli - San Benedetto del Tronto (Ap) 17° Maratonina dei Magi 21.097 km

20/03 Radda in Chianti (Si) 4° Chianti Ultra Trail 73 /43 km

 

Dopo di che (questi sono fatti, o per essere più precisi, dati, che ricaviamo dalle fonti più attendibili a nostra disposizione, inclusi i siti degli organizzatori quando siano aggiornati) continuiamo a fare gli scongiuri, o se preferite gli auguri:

  • anzitutto, che gli organizzatori ancora in lizza tengano duro, contro i benpensanti, i disfattisti, gli squalificati, le vedovone che ostentano lutto perenne, i manettari che ci vorrebbero tutti agli arresti domiciliari o a espiare le colpe del mondo
  • poi, che i vaccini “buoni” siano somministrati al più presto anche alle fasce di età più cospicue nei ranghi dei corridori: curiosamente, sul “Corriere della sera” di ieri 14 febbraio, p. 31, un medico “specialista in pediatria e neonatologia” esprime “dissenso ad eseguire vaccinazione con vaccino (omissis) non indicato per i medici e che come da modulo distribuito ha una copertura del 59,5% rispetto al 95% indicato dalla modulistica Pfizer”: disfattista da segnalare agli organi di disciplina, lui e gli organi di stampa che osano pubblicare le sue aberrazioni con titolo “Quel vaccino che non copre abbastanza noi medici”??)
  • Infine (ripeto), continuiamo ad auspicare l’introduzione del passaporto vaccinale, come già propongono alcune regioni italiane, nonché stati europei, ad esempio la Grecia (in Inghilterra sono anche più avanti): la proposta è in discussione presso la UE (dopo il parere favorevole della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e del presidente del Consiglio europeo Charles Michel).

Ovviamente anche chi ha ‘passato’ il Covid dovrebbe essere trattato come un vaccinato, fatti salvi gli eventuali accertamenti sul suo stato di salute polmonare come raccomandato dagli organi superiori di sanità.

D’accordo che solo il tempo dirà quanto durerà l’immunità dagli attuali vaccini o da post-Covid, e se ci sarà trasmissibilità del Sars-cov-2 da chi è vaccinato a chi non lo è: ma almeno, si suppone che chi è già vaccinato non possa ‘ricevere’ (o meglio, sviluppare) un eventuale virus trasmessogli dagli altri.

Il passaporto non significa ghettizzare chi non è vaccinato, alla stessa maniera che la vaccinazione contro (poniamo) colera o febbre gialla ti dà il pass per entrare in certi stati, e se non ce l’hai stai a casa senza lamentarti del ‘ghetto’; e una decina di altre vaccinazioni (anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse ecc.) sono necessarie ai nostri bambini per essere ammessi a scuola, a tenore della Legge 31 luglio 2017, n. 119.

Diciamo che, al momento, non dovrebbe esserci nessun ostacolo a frequentare luoghi pubblici (gare incluse) da parte di chi è immune; gli altri, nell’attesa, dovrebbero continuare a rispettare tutte le regole previste oggi, quelle condensate dai tedeschi nella sigla AHA, in traduzione “distanza, disinfezione delle mani, mascherina”, e che nel gergo dei giornali sportivi delle ultime settimane si riassume nella parola passepartout “bolla”. Leggiamo che tra i rappresentanti della Lega calcio e il governo sono in atto trattative per riammettere gli spettatori negli stadi a partire "dalla primavera", cominciando coi 1000 spettatori che già erano stati ammessi in autunno, ma con la prospettiva di arrivare fino al 30% delle capienze, e priorità per i vaccinati.

L’ultimo augurio, a completamento dell’auspicio fatto una settimana fa su queste pagine

http://podisti.net/index.php/commenti/item/6896-chiediamo-al-podista-draghi-di-nominare-un-ministro-dello-sport-competente.html

è che, dopo la cancellazione del ministero dello sport (per asserita incompetenza del precedente titolare, o più prosaicamente per una irrisolta alchimia cencelliana), adesso arrivi “un sottosegretario amico” (dello sport, s’intende). Nel frattempo (titolo del “Fatto quotidiano”, 14 febbraio) Al Coni festeggiano per la ritrovata centralità: “Giovanni Malagò torna a essere il vero punto di riferimento di tutto il settore”. Più problematica la “Repubblica” del 13 febbraio, che dopo le dichiarazioni di fiducia di alcuni esponenti di federazioni minori (ma spesso prodighe di medaglie olimpiche) registra l’urgenza di sapere a chi riferirsi, dato che (come ha detto il presidente della FederCanoa) “le Federazioni stanno vivendo un momento difficile: fra Coni, Sport e Salute e Dipartimento dello Sport, noi non sappiamo più a chi rivolgerci. Mi auguro che ci sia un intervento deciso e chiaro ascoltando anche il Coni per capire chi fare e che cosa”.
Come gli sciatori che ieri avevano raggiunto le località montane nell’attesa di poter tornare in pista oggi, e invece sono stati raggiunti dall’ennesima delibera instant con l’ordine di tornare indietro, anche a noi podisti (sebbene consci che il podismo non è la cosa principale dell’Italia d’oggi: però non è nemmeno l’ultima) piacerebbe sapere se possiamo programmare una gara, e magari una trasferta in famiglia, con qualche settimana di anticipo, oppure puntare solo sugli organizzatori e gli alberghi che non vogliono anticipi.

 
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Mercoledì, 10 Febbraio 2021 00:28

Altri annullamenti: we shall overcome (?)

9 febbraio – Non passa giorno senza che una “lunga” programmata non salti. Tra quelle più prossime nel tempo, la settimana scorsa è stato il momento per la Lake Garda Marathon di alzare, tardivamente, bandiera bianca (annullamento peraltro già previsto dai bene informati). Ieri i telegiornali ci hanno informato della “zona rossa” proclamata (non senza polemiche) nella provincia di Perugia; e oggi appare questo comunicato sul sito della Strasimeno di Castiglione del Lago:

Visto l'aggravarsi della situazione locale e l'impossibilità di fare programmi certi, l'organizzazione della Strasimeno sospende al momento le iscrizioni per la gara prevista il 7 Marzo e quasi sicuramente si vedrà costretta a posticipare la data di svolgimento che sarà quasi sicuramente ad Aprile. Nei prossimi giorni comunicheremo nuova programmazione.

E se per il 21 febbraio restano confermate, al momento, la mezza di Trecate e l’ultratrail di Sanremo (da tempo annullate le maratone di Carrara e Salso-Busseto); e per il 14 marzo la coraggiosa Maratona sulla sabbia di San Benedetto del Tronto; per il 20 marzo l’ultratrail di Radda in Chianti e per il 21 la maratona e supermaratona del Club Supermarathon a Fano (auguri a tutte, e chi vivrà ci vedrà)... Invece è annullata la  Rimini Marathon del 28 marzo, la Maratona del Lamone di Russi (5 aprile) è spostata per ora al 2 maggio, quando non si svolgerà invece (la notizia è ufficiosa, non confermata dal sito dell’evento, peraltro fermo da mesi, ma purtroppo ufficializzata da un post su Fb del 10 febbraio, che riproduco) la Collemarathon Barchi-Fano.

Con grande dispiacere comunichiamo che anche l'edizione 2021 della Collemar-athon è ufficialmente annullata. Lo stesso discorso, purtroppo, vale anche per la Half Collemar-athon. A meno di 3 mesi da quella che dovrebbe essere la data ufficiale della manifestazione, le condizioni della pandemia ancora in corso, non ci permettono di avere garanzie sulla possibilità di svolgimento del nostro evento.
Siamo molto dispiaciuti, perchè per il secondo anno consecutivo, non potremmo avervi festosi e sorridenti ai nastri di partenza, ma purtroppo la situazione non lo consente.

Coloro che avevo già l'iscrizione, in quanto posticipata dalla scorsa edizione, potranno decidere se posticiparla di nuovo oppure avere il rimborso. Vi aggiorneremo a breve, su questa pagina, sui termini e sulle modalità per comunicare la vostra scelta.

In attesa che i vaccini veri (non quelli taroccati con protezione al 10% e vietati agli over 55, che stanno cercando di farci ingugnare perché li hanno già comprati) producano l’immunità sul gregge italico, e nella speranza (con la minuscola) che i decisori della sanità nel nuovo governo sappiano distinguere tra una via del Corso affollata di sfaccendati e una via dei Fori Imperiali o qualsiasi altro stradone su cui troneggi l’arco gonfiabile con scritto “Traguardo”, prendiamo nota, al momento manovrando purtroppo più spesso il tasto Canc del tasto Ins.
We shall overcome (?) Tradotto: ne verremo fuori?

 
Lunedì, 01 Febbraio 2021 19:25

Ronda Ghibellina, sei bella e unica

1. Da buon suddito di San Geminiano, da più di quarant’anni consacro l’ultimo giorno di gennaio (che a Modena è festa comunque) alla “Corrida”. Ricordo di averne saltate due: una per andare alla maratona di Marrakesh e l’altra per la prima edizione della Ronda Ghibellina nel 2011 (ho fatto la Corrida persino l’anno scorso, 5 giorni dopo essere uscito dall’ospedale per un’operazione a un piede!). Ma quest’anno, come cantava Julio Iglesias, agli organizzatori “è mancatto il coradjo”; o forse sono tanti i bastoni tra le ruote messi dai benpensanti e dai ministri-bambini che non si fanno la barba, da indurre anche la gloriosa Fratellanza Modena a gettare la spugna con un cosiddetto “rinvio” che sa di annullamento, e la corsa virtuale utile solo per i selfie.
E allora si torna a Castiglion Fiorentino, dove gli organizzatori e gli amministratori sanno quello che fanno, adempiono tutti gli adempimenti, ci riempiono della modulistica necessaria a schivare o almeno attutire gli effetti dei controlli, e oltre tutto – vista la voglia di sport che legittimamente ci pervade – riescono a produrre il tutto esaurito negli alberghi della zona. Malgrado la durezza dei tracciati e la previsione di maltempo (che di questa stagione è quasi un must), sono almeno mille gli iscritti, e se ci aggiungiamo gli accompagnatori e familiari, due conti li potrebbero fare anche gli inventori dei ristori che non arrivano (al loro posto per ora danno… gli spugnaggi).
Doverosa la sosta ad Arezzo, una delle più belle città d’Italia (quella piazza Grande, dove si svolge la giostra del Saracino,  vale la piazza del Campo di Siena; aggiungi delle chiese favolose e tutte aperte; e dentro i tesori di Cimabue, di Piero della Francesca, i bassorilievi romanici, perfino il cadavere con spadone del vescovo morto nella battaglia di Campaldino dove combatté persino Dante). In più Arezzo è situata su una collina, come tantissime cittadine tosco-umbre (e compresa la stessa Castiglion Fiorentino che a sua volta è un gioiello), offrendo l’agio di visioni panoramiche; c’è la casa di Petrarca e la casa di Guido d’Arezzo inventore della musica moderna. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, e c’è perfino il casello autostradale voluto dalla buonanima di Amintore Fanfani: che, certo, deviò l’autostrada in direzione della sua città piuttosto che farla passare da Siena o Perugia; ma almeno, quella autostrada, la costruì, segnando un passo decisivo verso la ricchezza degli italiani, eppure continuando a vivere una vita quasi monastica, in una comunità religiosa dove erano stati Dossetti, La Pira, Lazzati; mentre agli italiani costruì le “case Fanfani”, che stanno in pedi benissimo anche dopo 70 anni. Se penso ai politici d’oggi mi viene da piangere: specie se vedo la ressa incontrollata in piazza San Francesco di Arezzo (foto 10-11), dove centinaia di ragazzotti si accalcano a sbevazzare e baccagliare, spesso senza mascherine e cheek-to-cheek; ma i vigili e poliziotti saranno impegnati altrove a controllare che non si faccia podismo.


2. Ad Arezzo si mangia pure da Dio: i pici, la salsiccia e cipolla, i cantucci nel vin santo non saranno il cibo ideale del pre-maratona, sed primum vivere deinde philosophari. Anche la cena serale nel nostro albergo a 5 km dal ritrovo-gara (pieno di soli podisti) prevede un antipasto fisso di salumi vari, e poi penne al tartufo, patate fritte e per chi vuole, i dolciumi: proteine, carboidrati e gioia del palato, a parziale compenso del mancato tradizionale pasta-party offerto dall’organizzazione. Questa, sentendosi in colpa, ci ha ridotto le quote di iscrizione rispetto a quanto indicato in origine!
Maltempo con pioggia prevista al 75% per le ore di partenza (scaglionate a seconda delle distanze); la 15 km parte e si conclude il sabato sera, all’asciutto, con 130 partecipanti di cui 12 gareggeranno anche nella 25 di domenica, per la classifica combinata. Eppure alle 8, quando iniziano le partenze della gara clou dei 45 km (siamo più di 300, ci mandano via a gruppi di una decina, scaglionati ogni 20 secondi, e tutti con mascherina, dopo misurazione della temperatura), smette di piovere. Ci scambiamo esperienze e battute allegre tra vicini di griglia: mi trovo in mezzo a un gruppone di mantovani (Mantova, Moglia, Viadana, addirittura una Laila che ha quasi il mio cognome ed è nata a 12 km da dove sono nato io), che apprezzano Fabio Rossi e ringraziano Podisti.net per il servizio che sta rendendo in questi mesi.
La pioggia ricomincerà dopo un’ora, poi smetterà, addirittura con la comparsa di un pallido sole sotto il quale ci saranno i primi arrivi; poi tornerà più forte per noi scarsi che ci attardiamo oltre le 7 ore. È già un progresso rispetto a quell’esordio del 2011 quando corremmo sulla neve, e ci abbuonarono la salita alla vetta più alta (750 metri), in un percorso che i gps di allora stabilirono di 40 km. Quell’evento ormai lontano ci illude: io progetto di stare tra l’una e le due ore sopra le 6.58 di allora, ma dal km 4 in avanti la natura, sotto forma di pantano e di salite ripide non meno che scivolose, chiederà il conto a tutti.


3. Allora lo spauracchio diventa il cancello delle 7 ore al km 33: già dopo il secondo dei cinque ristori (al km 17) cominciamo a chiederci, Laila e io che ci troviamo spesso insieme, se non dovremmo recuperare qualcosa per stare nei tempi (però di fronte a certi monumenti nel bosco, come una badia in rovina sulla cima di una salita maledetta, è obbligatorio fare una foto).
Mi rassereno un po’ al terzo ristoro (km 23, foto 15) abbracciando l’artista Adele Rasicci da Copparo, i cui occhi da Liz Taylor avevano illuminato tanti giri del campionato di Andora: se una come lei, che in fondo arriva sempre, se la prende comoda, significa che ha garanzie. Lo scampato pericolo si materializza però solo al fatidico cancello di Petreto (bellissimo villaggio in una vallata) dove lo scanner, manovrato da un compuntissimo bambino, sentenzia che passo in 6.59:29, dunque ben 31… secondi prima dello scadere. (Non so ancora che i tempi-limite sono stati prorogati). Dunque mi fermo un po’ più del solito al ristoro subito dopo: fornito, come tutti i precedenti, di tè caldo, acqua, sali, cola, gel energetici, crostate e formaggio parmigiano, che proprio non posso rifiutare sebbene poi mi darà sete e voglia di birra.
Ancor più sereno mi sento poco fuori del paese, quando a un guado e successiva risalita della sponda raggiungo una signora dall’accento inconfondibile: è la siora Nadaìna in compagnia del suo “angelo custode”. Finalmente possiamo litigare in santa pace (come Natalina ha raccontato nel suo pezzo già online) http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/6880-ronda-45-km-primissime-impressioni.html, peccato che delle tante facezie intercorse possa raccontare solo questa, della prospettiva sua di sbarcare alla stazione di Padova solo dopo il coprifuoco, e dunque di essere multata: “ma io non pago, perché il DL che ha imposto le sanzioni non è stato convertito, dunque è scaduto, e i DPCM sono incostituzionali e valgono come la carta straccia”. (Questa la riporto in quanto la faccio mia; le altre sulle multe pendenti e gli alimenti da pagare e le ispezioni della Finanza ecc., purtroppo devo tenerle per me).

Natalina ha ragione anche quando dico: “bè, da qui al traguardo non ci saranno quasi più salite”. Mi guarda compassionevole… infatti il mio Gps, che ha appena smesso di funzionare, segna “solo” 1400 metri saliti, ce ne mancano altri 1100! E anche sui km percorsi, la mancanza di supporto tecnologico ci induce a calcoli arbitrari: dopo un giro un po’ vizioso causa bandelle nel greto dell’ennesimo torrente, due segnalatori mi dicono che mancheranno 5 km. “Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto”, quando dopo un paio di km un vigile del fuoco, cui rivolgo la domanda rituale, risponderà: “calcola di essere adesso al km 40”. E infine, al quinto ristoro e controllo (dove, sebbene la ristoratrice stia dentro e noi fuori dell’edificio, siamo comunque obbligati a indossare la mascherina), l’addetto mi dice: “QUI siamo al 40, e hai ancora 200 m verticali di salita”, facendomi constatare che insomma, a tenore di chip, ho percorso gli ultimi 7 km in 1h58!

Questo almeno è un dato ufficiale, e mentre imbrunisce ci ributtiamo nella smalta e nel pacciugo (riconoscendoli solo dallo s-ciaf delle scarpe o dal brivido dell’acqua nei piedi), almeno con la sicurezza di quanto ci manchi. Nella sospirata discesa, quasi al buio, ci illuminano i passaggi degli eroi della 70 km (90 arrivati su 110 partiti), dotati obbligatoriamente di frontalino. Per fortuna, in un momento di solitudine (interrotta solo dai trilli del cellulare) vedo le bandelle che ci inoltrano per un prato a sinistra (sennò arrivavo … in centro di Castiglione): manca un paio di km, là in fondo ci sono le luci, e alla fine si arriva.

4. La grande concittadina Ermanna Boilini (foto 6), reduce da infiniti ultra-super-trail sulle Alpi, è arrivata da un’ora coi compagni di squadra Marco Centonze e Manuela Dallavalle, e per fortuna il suo Graziano ci lascia le foto ‘itineranti’ che ora abbelliscono il nostro magazine (https://foto.podisti.net/p739775417; Graziano è a cena nella foto 40); ancor prima è arrivato Maurito Malavasi, figlio d’arte (ma il padre Paolino non osa mettersi in gioco, adesso che potrebbe precedermi nella classifica di categoria). Ma da tre ore è in classifica Tommaso De Mottoni, patron della Bora di Trieste, insomma non un “armiamoci e partite”. Dopo la consegna del ristoro e di un artistico boccale a tema, riprendo la borsa e raggiungo le docce (novità rispetto al ‘trattamento’ dell’era-Covid), in un ampio tendone dove il distanziamento è assicurato; e anche le docce sono in tre settori diversi, dove non andiamo mai in più d’uno per volta (a dirla tutta, non c’è nemmeno una grande spinta a mettersi sotto un getto freddo: foto 23). Nel frattempo giungono le ultime compagne di questa faticosa ed emozionante avventura: Alessio “angelo custode” e Natalina sono già arrivati, ma il cronometro spietato li separa a seconda degli orari di partenza, mettendomi davanti Alessio, e Natalina dietro; è infine la volta di Adele a 9 minuti e di Laila a 13, mentre quelli del trail estremo continueranno fino alle 19, e qualcuno alla fine desisterà. La riconoscenza per questi ‘toscanacci’ del clan Ronda Ghibellina è tuttavia unanime.

https://www.podisti.net/index.php/in-evidenza/item/6874-castiglion-fiorentino-ar-ronda-ghibellina-ronda-assassina-plus.html


5. Non resta che rimettersi in viaggio, tenendo di scorta i papiri delle autorizzazioni e delle autocertificazioni. Internet fa circolare la notizia che il nuovo presidente Fidal è Stefano Mei, l’unico che nel suo programma aveva mostrato rispetto per i podisti: e dopo anni o decenni di generali o colonnelli, è ora che qualcosa cambi.
Ripassiamo da Arezzo e il pensiero torna al “fanfaniano” Ettore Bernabei, creatore di una tv che agli italiani ha insegnato a leggere e a ragionare, facendo cultura con Bongiorno e Tortora, col maestro Manzi e le commedie del venerdì, con gli sceneggiati televisivi di Sandro Bolchi e i Caroselli di Enrico Viarisio (“ullallà, è una cuccagna!”), Tognazzi e Vianello.
Arrivato a casa, accendo la tv: Fazio sta facendo la sua ennesima, diciamo così, promozione, stavolta in favore di Panariello: peccato che il lockdown impedisca la presenza dei cosiddetti “figuranti”, che ad ogni raschio in gola o risolino col singhiozzino di Fazio facevano partire l’applauso o la risata. Non c’è più niente da ridere. Da 21 anni giace al cimitero Flaminio nonno Amintore, autore dell’art. 1 della Costituzione, ispiratore di John Kennedy, attuatore della nazionalizzazione dell'energia elettrica e, tramite l’Eni del suo Enrico Mattei, di una relativa indipendenza energetica dell’Italia; padre dell'obbligo scolastico fino ai 14 anni, della scuola media unica (con i libri di testo gratuiti per chi non poteva permetterseli), colui che aumentò le pensioni del 30%, fece costruire trecentomila alloggi in un’Italia a pezzi per la guerra e, ripeto, eresse la Rai a “servizio pubblico”.
Pensate a chi c’è oggi, in Rai e in politica, e Arezzo vi sembrerà ancor più una grande madre rimpianta della nostra patria vilipesa.

 
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