Rodolfo Lollini
Meglio doparsi e uccidere il coniuge che divorziare e correre con uno squalificato?
Da qualche anno gira in rete un bellissimo video dove Piercamillo Davigo spiega come sia possibile uccidere il coniuge e non finire nemmeno in prigione. Dai 30 anni previsti dal codice penale per questo crimine, grazie a tutta una serie di attenuanti generiche e prevalenti, presenza di figli minori, risarcimento del danno, rito abbreviato, affidamento ai servizi sociali, arresti domiciliari ed altri artifizi, uno se la può cavare con un annetto, senza mai entrare in carcere. In conclusione i tempi per ottenere il divorzio erano superiori a quelli per espiare, peraltro a casa, la pena. Ecco qui il link, dura un paio di minuti e merita di essere visto. Insomma, il sistema è criminogeno. Spinge all’uxoricidio, mezzo più rapido per sbarazzarsi della non più dolce metà. Questo il provocatorio messaggio di un altolocato addetto ai lavori, già membro del noto pool di “Mani Pulite”, non certo un comico. Non essendo degli esperti giuristi non sappiamo dove finisca la verità e cominci l’umorismo. Di certo fa pensare.
Ad analoghe conclusioni, qui senza nessun tasso di comicità, si può arrivare circa la giustizia sportiva, dopo la recente conferma in appello da parte del Tribunale Federale della pena di anni due per Alessio Guidi. Ricorso respinto. Cosa aveva combinato Guidi? Sostanzialmente aveva organizzato un allenamento collettivo, una maratona autogestita a Bologna a cui aveva partecipato anche un atleta plurisqualificato per doping. Ecco come raccontavo la storia a suo tempo.
Con una similitudine col potenziale divorziante/uxoricida, se si tiene conto che il “Regolamento dell’attività antidoping - Documento tecnico attuativo del Codice Mondiale Antidoping WADA” all’articolo 19.2 - Squalifica per uso di sostanze vietate e metodi proibiti”, infligge per la prima violazione la sanzione di due anni, sembrerebbe che i due “reati sportivi”, doping e “caso Guidi”, abbiano la stessa gravità. Tuttavia, leggendo il disposto dell’articolo successivo, ovvero il 19.3 - Sostanze specifiche di cui alla Lista tal dei tali, in combinazione con altre attenuanti, si dispone che la pena in caso di “Prima violazione” vada da “un minimo del richiamo con nota di biasimo - senza squalifica da futuri eventi sportivi (n.d.r.: praticamente un buffetto e la raccomandazione di non farlo più) - ad un massimo di un anno”.
Tutto ciò premesso ci sembra chiaro ed evidente quale sia il reato più grave: fare un allenamento con un dopato rispetto a ricorrere al doping.
Se ci siamo sbagliati e non abbiamo letto bene, siamo pronti ad accogliere altri contributi e precisazioni. Confermiamo altresì che con questo articolo non incitiamo a delinquere, non rispettando i regolamenti sul doping, né tantomeno ad uccidere la moglie o il marito per risparmiare tempo. Piuttosto invitiamo i giudici a riflettere un attimo su questa sentenza e successivo giudizio in appello a conferma della condanna.
PS del 30/1/2020 ore 16:45
Dalla Redazione mi è stato fatto notare che ho menzionato un Tribunale ed un regolamento sbagliati. Faccio ammenda, mi scuso per la topica. Non sono un esperto di doping o di squalifiche, come peraltro già indicato nel testo. L'organo competente e che ha emesso la sentenza è quello scritto nel link dell'articolo firmato dal più esperto collega Annoscia, ovvero la "Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping" e si fa riferimento alle "NSA - Norma Sportive Antidoping art. 2.9 e 4.3.4". Adesso inserirò anche un'immagine più appropriata. Fatta la dovuta precisazione, direi che nella sostanza nulla cambia, in quanto leggendo le stesse NSA, articoli 4.4 e 4.5, al verificarsi di determinate attenuanti, il "dopato" può ottenere in caso di "assenza di colpa o negligenza" riduzioni della pena fino alla cancellazione. Molto meno dei due anni inflitti a Guidi.
Tenacia 4.0 ovvero la tenacia in quattro volti da scoprire
Tenacia 4.0 è il titolo di quattro incontri promossi da Polisportiva Pregnanese - Run della Fontana con runners, camminatori, scalatori, sognatori, tenaci nelle loro passioni e nelle loro fatiche. Cediamo la parola a Stefano Cislaghi, del comitato promotore, per parlarcene in dettaglio:
"Inizieremo il 14 febbraio alle ore 21:00, presso la Sala Zucchetti della Biblioteca Comunale di Pregnana Milanese, in Via Liguria, con la presentazione del "Cammino nelle Terremutate", itinerario di 250 Km da Fabriano a L'Aquila suddiviso in 14 tappe, che si propone di promuovere le terre stravolte dei terremoti del 2016. Presenterà il progetto Enrico Sgarella. Avvocato in pensione e appassionato di ecologia. Enrico è il fondatore di “Movimento tellurico”, associazione di promozione sociale nata durante la prima “Lunga Marcia per l’Aquila”, il trekking di solidarietà svoltosi nel 2012, a sostegno della ricostruzione del capoluogo abruzzese e delle zone colpite dal terremoto.
Il 6 marzo, sempre presso la sala Zucchetti ore 21:00, incontreremo Yonny e Patrizia Chaves, genitori di Andrea, giovane scalatore e appassionato di Dante, morto nel 2017 durante l'ascesa di una parete del Monte Bianco Durante la serata verrà presentato il libro "Il Poeta e le Montagne", i cui proventi saranno destinati alla creazione di borse di studio, che racconta le passioni di Andrea, giovane ed eclettico sportivo, appassionato di montagna e di Dante.
Il 3 aprile, sempre presso la sala Zucchetti, alle ore 21:00, sarà con noi Claudio Cunegatti, uno degli organizzatori della Ultraubericus Trail e della Trans d'Havet, la corsa delle 52 gallerie nelle Piccole Dolomiti, ed Istruttore Tecnico Nazionale di Trailrunning. Claudio ci racconterà il mondo del trail dal punto di vista dell'organizzatore di eventi a rilevanza internazionale, ma anche dell'impronta lasciata su tracciati ed eventi che, svuotati dall'aspetto agonistico e competitivo, fanno assaporare il piacere del vivere il trail in compagnia, dal semplice "TA" ai 360° sulle Dolomiti, oggetti misteriosi che ci verranno raccontati da lui.
Chiuderemo il 2 maggio, alle ore 21:00, presso l'Auditorium Comunale di Via Varese, con Giorgio Calcaterra, ultra maratoneta e leggenda dell'atletica italiana. Giorgio nel 2000 stabilisce il RECORD MONDIALE di Maratone corse in un anno sotto le 2h 20’ (16), ricevendo per questo un prestigioso riconoscimento dalla rivista specializzata americana RUNNER’S WORLD. Dopo alcune esperienze nelle gare di 50 km, nel 2006 decide di fare il grande salto partecipando alla 100 km del Passatore. L’esordio è da urlo: vittoria in 6h 45’ e titolo italiano, cui seguiranno altre 11 vittorie consecutive, Campione Italiano e Mondiale della 100 Km. Giorgio presenterà il suo ultimo libro "La corsa perfetta. I miei segreti per correre al top". E' lecito chiedersi se ha percorso più chilometri con il suo taxi o con le sue gambe... Al termine delle quattro serate brinderemo in compagnia dei nostri ospiti, con la birra artigianale del Birrificio Rhodense".
Australia: trappole con chiodi anti-runner!
Non c’è pace per i podisti anche in zone che dovrebbero essere il classico paradiso per chi ama correre in tranquillità, senza pericoli, mezzo alla natura. Uno di questi luoghi è certamente il Lago Macquarie in Australia, un centinaio di chilometri a Nord-Est di Sidney.
Settimana scorsa Paul Roberts stava correndo nella boscaglia. Un giro che conosce molto bene, quando in mezzo al sentiero ha notato un mucchio di foglie. Era un mucchio un po’ anomalo ed allora Paul, come se fosse a casa sua, ha cercato di spazzare via col piede le foglie. Nel farlo ha scoperto che le stesse nascondevano dei tappi di bottiglia in sughero a cui erano stati infilati diversi chiodi in modo da trasformarle in una trappola micidiale per runner, ciclisti ma anche semplici pedoni che frequentano quelle parti. Praticamente erano diventati dei “Piedi di porco”, armi di difesa passiva già impiegate ai tempi dei Romani ed ancora prima da Alessandro Magno per ferire ai piedi gli avversari e disperdere le loro cavallerie.
Purtroppo non c’era soltanto questo mucchio, ma anche altre simili trappole che nascondevano i pericolosi tappi chiodati. La Polizia locale è stata informata, ma al momento non sono ancora stati individuati i responsabili di questo atto vigliacco.
Maratona: tempo limite 4 ore
L’altro giorno stavo guardando il profilo facebook dei Road Runners Club Milano, la società che se non sono cambiate le cose, vanta il maggior numero di tesserati FIDAL Master a Milano e presumibilmente in tutta la Lombardia. Una foto raffigurava un quadro appeso nella storica sede di via Canonica. Il manifesto pubblicitario dell’ottava edizione della Maratona d’Inverno che si correva nel parco di Monza. Immagine ripresa in apertura di questo pezzo. Anno 1979. Quanti paragoni con la situazione attuale. Dalle modalità di comunicazione nel mondo senza internet. Ai metodi di pagamento con vaglia postale. Alle arcaiche procedure d’iscrizione. Al costo: 3000 lire, pari a circa 9 €, compresa la rivalutazione. Ai gadget: medaglia e diploma per tutti. Niente capo tecnico. Tecnico cosa? Niente foto. Immaginiamo anche i servizi accessori. Spogliatoi, docce, massaggi ecc ecc. Molto probabilmente assenti. Ma in tutto questo contesto c’è un’informazione che ci fa pensare. Il tempo limite. Quattro ore. Anzi se guardate bene la foto erano quattro e mezzo, ma poi il manifesto è stato corretto con il “bianchetto”.
Insomma, dopo quattro ore tutti a casa. Chi non ce la faceva, probabilmente arrivava che il traguardo era già stato smontato ed i giudici sulla via del ritorno a casa. Ma in quanti non riuscivano? Pochi. Perché tutti andavano molto forte. Rammento che il mio coach Loris Pagani, mi raccontava che facendo il suo personale alla maratona di Cesano Boscone (MI), 2 ore e 37 minuti, arrivò attorno al centesimo posto. D’accordo che allora la Milano Marathon ancora non esisteva e Cesano era un’appuntamento importante, ma averne cento davanti. Adesso con quel tempo in qualche gara minore rischi di salire sul podio e di certo tra gli italiani puoi finire tra i premiati.
Torniamo alle quattro ore di tempo limite che per motivi commerciali si è allungato a dismisura. Se guardiamo in casa nostra ad esempio a Roma e Milano da qualche tempo siamo a sei ore e mezzo che corrisponde a 6,5 km/h oppure oltre 9 minuti al chilometro. Una passeggiata veloce. A New York dove sono dei maestri a livello commerciale, se abbiamo letto bene si arriva a otto ore e mezzo. Meno di 5 Km/h. Ho fatto la maratona di NY! No, hai fatto la lunga passeggiata del turista. Forse sarebbe il caso di stabilire il confine che esiste tra fare e correre una maratona.
Niente Golden Gala per Milano: meno male!
Con la solita precisione e puntualità, circa una settimana fa il collega Roberto Annoscia ha pubblicato la notizia relativa alla sede della prossima edizione del Golden Gala. Stiamo parlando della tappa italiana, l’unica, del più importante circuito di atletica leggera al mondo. La Diamond League. Il prossimo 28 maggio sarà infatti lo stadio San Paolo di Napoli ad ospitare l’edizione 2020 del Golden Gala, intitolato a Pietro Mennea. Ottima scelta in quanto la pista e l’impianto partenopeo erano stati oggetto di ristrutturazione in occasione delle recenti Universiadi.
Indisponibile lo Stadio Olimpico di Roma, a causa dei lavori di adeguamento in vista dei Campionati Europei di calcio, in un primo momento era stato annunciato che la quinta tappa di questo prestigioso circuito avrebbe avuto luogo presso l’Arena di Milano.
Oggi vorremmo fare alcune riflessioni su questo primo tentativo, andato miseramente a vuoto. Ma come è possibile si sia pensato di muovere la tappa all’Arena, dove sarebbero serviti investimenti ingenti a fronte di quali prospettive? Non certo quella di ospitare in via continuativa il Golden Gala, in quanto in quarant’anni la gara si è spostata da Roma solo in situazione di emergenza. Leggi lavori legati alle esigenze del dio pallone. Prima dei Mondiali del 1990 ed ora per gli Europei. Ben sapendo che già dal 2021 si ritornerà alla sede naturale. Milano pensa di ospitare un’Olimpiade estiva? Direi che per un ventennio, come minimo non se ne parla. Ci sono altre occasioni fruibili a così alto livello? Pochine. E allora perché spendere dei soldi, tanti soldi, per predisporre una costosissima tribuna stampa. Duecento postazioni da circa mezzo milione di euro. Per una struttura con un tasso di utilizzazione vicino allo zero per quanto riguarda gli eventi di alto livello. E come pensare non solo di di farlo, ma farlo alla svelta, in Italia ed in un impianto monumento, quindi legato a mille vincoli? Provate per esempio a cercare di togliere le cancellate che disturbano la vista al pubblico nelle prime file di posti a sedere. Non se ne parla.
Per fortuna abbiamo risparmiato questo inutile esborso. Ovviamente il rinnovo della pista, ormai usurata e durissima, è il benvenuto. Circa un migliaio di ragazzi praticano lì atletica. Stesso ragionamento per quanto riguarda le attrezzature. Quanto ai soldi non spesi per la tribuna stampa ed altri gadget, speriamo vengano destinati ad interventi analoghi sugli altri impianti di atletica meneghini. La lista dei lavori da fare è lunghissima, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
La “Veneranda Fabbrica della pistina d’atletica” a Milano
A Milano, quando si parla di lavori interminabili, si cita in dialetto la “Fabbrica del Domm”, per “tutt quej lavorà che finissen pù!”. Stiamo parlando dell’ente che dal lontano 1387 si è occupato della costruzione della più importante chiesa milanese. Organizzazione tuttora in pieno esercizio in quanto, come potete immaginare, i lavori di manutenzione sono sempre tantissimi ed all’ordine del giorno.
A fianco di questa storica istituzione, da ormai una decina di anni è nata una sorella gemella. Ecco il nome esatto, si tratta della “Veneranda Fabbrica della pista coperta del XXV Aprile”. Qual è, o meglio quale sarebbe la missione di questa organizzazione? Quella di costruire una pista coperta d’atletica all’interno del Centro Sportivo milanese di via Cimabue. Per essere precisi non un anello da 200 metri, bensì una pistina, in quanto a differenza dei cugini del Duomo, cattedrale bella e maestosa, all’insegna delle grandi misure, i progettisti contemporanei erano stati incaricati di ricavarne una per velocisti, da soli 60 metri. Almeno questo sembra sia stato il mandato originario. Purtroppo non abbiamo certezze, in quanto la delibera comunale in questione, persa nella notte dei tempi, è ormai stata distrutta dai tarli.
Insieme alla pista, in un eccesso di grandeur, ma d’altra parte “Milan l'è on gran Milan” recita una strofa di una famosa canzone scritta dal maestro D’Anzi, il progetto includeva anche, nello stesso spazio, una pedana per il salto con l’asta, specialità a quei tempi ancora agli albori.
E’ qui che il destino, cinico e baro, ci mette lo zampino. Eh sì, perché dai 402 cm del primo record stabilito dallo statunitense Mark Wright nel 1912, l’evoluzione della disciplina, in poco più di un secolo ha portato il primato, detenuto dal transalpino Renaud Lavinellie a quota 616 cm. Qui ci si è accorti che il soffitto dell’impianto meneghino, nel frattempo quasi completato, non è alto a sufficienza. A dire il vero troppo basso anche per salti ben più modesti… Insomma, tutto da rifare o da correggere. Ci sarebbero poi anche altre “magagne”, ma per oggi ci fermiamo qui. Avremo modo di occuparci ancora della “Veneranda Fabbrica della pista coperta del XXV Aprile”. Sebbene già avanti con l’età, in uno slancio ottimistico contiamo addirittura di scrivere un articolo in occasione dell’inaugurazione. Oggi vogliamo pensare in positivo.
KiloMetrObliquO: chi corre a Capodanno…
Tutti bravi a correre il 31 Dicembre, per poi abbandonarsi ad abbondanti libagioni ed eccessi di varia natura. E’ la mattina del primo giorno dell’anno che si vedono in giro i runner più pervicaci. In questa categoria va di certo annoverato il raduno organizzato dai Road Runner Milano presso la montagnetta di San Siro, il Montestella.
Il KiloMetrObliquO, l’alternanza tra maiuscole e minuscole non è casuale, parte poco dopo i panettoni che bloccano il traffico vicino al parcheggio del Campo Sportivo XXV Aprile, e si conclude proprio in cima al Montestella. Una gara a cronometro individuale lunga circa un chilometro. Il tracciato, tutto in sterrato, prevede uno strappo iniziale, seguito da un falsopiano fino al primo tornante. In seguito le pendenze si fanno più dure, specialmente dopo il secondo tornante. Prima dell’ultima rampa che porta in vetta, una leggera discesa permette di fare velocità e prendere il fiato per la progressione finale. In totale sono solo una cinquantina di metri di dislivello, ma ne vale la pena e poi la veduta dall’alto è suggestiva, specialmente nelle giornate più limpide.
Anche oggi la gara, se così si può chiamarla, ha raccolto circa un centinaio di adesioni. Manifestazione all’insegna del fair play e nella massima semplicità, come simpaticamente descritto nel sito del club: “il KiloMetrObliquO è gratuito ed aperto a tutti, non necessita di iscrizioni, pettorali, chip e quant'altro; ognuno è responsabile di se stesso… i tempi verranno rilevati col consolidato PTS (Personal Timing System) ovvero ognuno si piglia il proprio tempo (dunque portatevi un cronometro) e all'arrivo lo comunica all'addetto (se ci sarà) o lo memorizza per consentire, comunque, di stilare una classifica ufficiale”.
In realtà tutto è ben organizzato. Le partenze sono gestite e scaglionate ogni 15 secondi, il percorso è segnalato da freccie e “cinesini” e ritornati al campo base non manca un ristoro finale. Ringraziamo Riccardo Ghidotti, anima di questo evento, ed il “giudice” Ettore Comparelli che ci hanno fornito i nomi dei due piè veloci: Alice Fusco col tempo di 4’56” e Massimo Cenci in 4’11”.
KiloMetrObliquO: chi corre a Capodanno… corre tutto l’anno!
Buon Miglio 2020: ecco le date in calendario
Come promesso, ritorniamo oggi da Fulvio Frazzei, “The voice of the Mile” ma non solo, essendo l’anima, il cuore e la mente del Club del Miglio.
Fulvio, non ci crederai, ma qualcuno ancora non sa cos’è il Club del Miglio. “Nato alcuni anni fa dalla passione per questa specialità da parte di alcune Società lombarde, il Club si rivolge a tutti coloro che hanno avuto a che fare con questa prova classica o vorranno cimentarsi nel prossimo futuro, proponendo anche nel 2020 un circuito di gare aventi lo stesso regolamento e una classifica finale comune che premierà le società e gli atleti sia per la prestazione che per la partecipazione”.
Quindi roba da professionisti della pista o gente che va forte? “No, nulla di più sbagliato. Si gareggia per divertimento e l’unico vero avversario può essere il record personale, per il resto s’instaura un clima di amicizia e sano cameratismo”.
Allora vanno tutti piano? “Beh, non esageriamo. Abbiamo anche delle eccellenze, come testimoniato dai record nazionali di categoria che vengono siglati ad ogni edizione, oppure dai lusinghieri piazzamenti che alcuni dei nostri ottengono in ambito nazionale ed internazionale. Però Ti posso assicurare una cosa: ci sono sempre sinceri applausi per tutti”.
Si può gareggiare anche ad una sola tappa? Quante prove servono per andare in classifica finale? “Non ci sono limiti minimi, si può partecipare anche ad una sola gara ed inoltre abbiamo abbassato a cinque il numero di tappe per il calcolo della classifica generale finale, in maniera di non costringere a partecipazioni “forzate” gli atleti”.
Dove si correrà? “Il 28/3 a Pioltello (MI), il 4/4 a Voghera (PV), il 18/4 all’Arena di Milano (NdR: se sarà pronta dopo la manutenzione, altrimenti scatterà il piano “B”), il 16/5 a Carate Brianza (MB), il 23/5 a Segrate (MI), sulla rinnovata Pista del Centro Saini, il 13/6 a Vignate, una gradita new entry. Il 18/7 l’unica tappa stradale a Lonato (BS), poi l’ultimo appuntamento a Chiavenna (SO), il 3/10. In questa maniera i concorrenti saranno liberi di partecipare a tutte e otto le tappe o scegliere le cinque date/località che saranno loro più convenienti”.
Categorie in gara? Tutte. Dai ragazzini più giovani, gli Esordienti, ovviamente su distanze ridotte, agli assoluti, fino ai master più anziani”.
E il passaporto? “Confermato e sempre molto richiesto. E’ una sorta di abbonamento che assegna un pettorale personalizzato e semplifica le modalità d’iscrizione alle varie tappe, risparmiando. Regala inoltre l’iscrizione gratuita a due prove sul miglio extra calendario, in programma a Castel Guelfo (BO) e Novi Ligure (AL)”.
Grazie Fulvio, quando ci rivediamo? “Vi aspettiamo il 28 marzo a Pioltello: è un sabato, poi potete gareggiare anche alla domenica, tanto qui correrete solo un miglio. Venite a provare, non ve ne pentirete!”
Una brumosa, ma preziosa StraMoncucco
Nella mattinata del 29 Dicembre, per smaltire pranzi e cene natalizie, cosa meglio di un bell’allenamento? Se poi si trovano avversari che viaggiano a buona velocità, ecco che ci si può anche affrancare da un noioso lungo lento, stimolati come solo in gara può succedere.
Provando a rendere più frizzante la brumosa mattinata nelle campagne del basso milanese, vicini alla provincia pavese, oltre un migliaio di atleti si sono quindi radunati a Moncucco di Vernate (MI), dove da 22 anni ha luogo una “Manifestazione Podistica Internazionale a carattere non competitivo”. Così recita, un po’ pomposamente il volantino. Ma è una gara ben organizzata. Ci sono due percorsi da 6 e 12,5 km, pianeggianti e ben presidiati. Le strade sono in verità aperte al traffico che però è inesistente. In 12,25 km, secondo il mio GPS, ne ho viste solo un paio che peraltro si muovevano lentamente e con grande rispetto per tutti i partecipanti. Percorso nel quali gli unici gran premi della montagna sono i due cavalcavia che servono a superare l’autostrada Milano-Genova.
Centro operativo nella calda ed accogliente palestra scolastica, dove si trovava un gran bel ristoro e con 5,5 euro si potevano ricevere due bottiglie di ottimo vino. Per gli astemi la quota “senza riconoscimento” era contenuta in soli 3 euro. Come dicevamo in apertura, oltre alla possibilità di camminare o correre a piacimento sui due percorsi, con partenza libera da orari precisi, alle ore 9 è scattata la gara “competitiva”. Per partecipare, con un tuffo nel passato rispetto a questi tempi di microchip, bisognava richiedere un cartellino da far spuntare alla partenza e poi consegnare una volta terminata la fatica. In palio dei cesti gastronomici che sono meritatamente andati a dei piedi veloci. Dal nostro amico carabiniere Fabio Ercoli che ha preceduto tutti e si è fatto il suo allenamento a circa 3’15” al chilometro. Passando per Sarah Martinelli, prima fra le donne. Anche tra le classifiche per fasce d’età, non era affatto semplice primeggiare in quanto erano presenti “califfoni” come Nadia Calvi, Aziz Meliani, Massimo Martelli, Marco Torrente, Vincenzo Anfuso. Tra le donne diversamente giovani è andata ovviamente a segno anche Annamaria Galbani, una signora che vanta con invidiabile curriculum di titoli e medaglie a livello europeo e mondiale.
Complimenti vivissimi agli “Amici di Moncucco”, all’Amministrazione Comunale di Vernate, all’Atletica Certosa ed a tutti i volontari.
Parte la gara più difficile per Andrea Grilli
Alla vigilia di Natale di solito non si gareggia, ma per Andrea Grilli, atleta trentaseienne tesserato per l'ASD Falchi di Lecco è scattata la gara più importante delle sua vita, perché in palio c’è proprio il ritorno ad un’esistenza normale.
Tutto comincia il 30 novembre scorso, sui sentieri del monte Resegone. Nel corso di un allenamento solitario, di ritorno dalla cima, Andrea cade in un canalone, perde coscienza, si procura un sacco di fratture, ma è ancora vivo. Il destino vuole che un altro escursionista lo veda dopo circa un’ora. Molto per caso, perché di solito non si finisce volontariamente in un burrone… Anche lui cade, ma resta cosciente e viene soccorso. Con lui anche Andrea. Quando arrivano i soccorsi Grilli è in stato di ipotermia, con una temperatura corporea di 24 gradi. Uno normale non ce l’avrebbe fatta, ma lui è un runner. Un super atleta.
Da quel momento parte una veglia durata quasi un mese, quando alla vigilia di Natale, mentre la moglie gli sta parlando, apre gli occhi e risponde: “ciao amore”. Chiamatelo miracolo o meravigliosa combinazione, poco importa. Adesso Andrea è ripartito e ci auguriamo che possa completare anche questa prova, tornando in perfetta forma.