Direttore: Fabio Marri

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Il Plogging unisce la corsa e l’attenzione all’ambiente con la raccolta di ogni tipo di rifiuti. Una pratica sportiva in crescita sia dal punto di vista del movimento che della qualità dell’offerta agonistica. Le prestazioni degli atleti sono valutate sulla base di tre parametri: la distanza percorsa, il dislivello positivo effettuato (elemento valido solo per la gara di Trail Plogging), la qualità e la quantità dei rifiuti raccolti misurati in base alla CO2 equivalente non emessa in atmosfera. Un algoritmo somma tutti i dati, assegnando ad ogni plogger un punteggio che determina la classifica finale.

A Bergamo il 28 e 29 settembre si è svolta la IV edizione del Campionato del Mondo. Ottanta i partecipanti provenienti da tredici nazioni. Tra loro anche Mimmo Piombo, atleta 55enne di origine palermitana.

Mimmo, ci puoi illustrare le novità dell’edizione 2024 del Campionato del Mondo di plogging?

La novità principale è stata la prima edizione dell’Urban Plogging che si è svolta a Bergamo. Il sabato, a Gandino, splendida località lombarda, si è corso invece il Trail Plogging. Nelle due giornate sono stati raccolti 1289kg di rifiuti: 926 nel Trail e circa 360 nell’Urban. La vincitrice della gara Trail è stata Donatella Boglioni, tra gli uomini il serbo Milos Stanojević. Per la prima edizione dell’Urban Plogging, il primo campione del mondo è lo svedese Robert Svensson, mentre tra le donne la piemontese Elena Canuto. Le classifiche sono comunque qualcosa di marginale, conta molto di più l’attività di liberare il mondo dai rifiuti.

Hai partecipato ad altre edizioni di questo Campionato. Come ti è sembrata l’organizzazione italiana dell’evento 2024?

Sono stato impressionato in maniera positiva dai luoghi che abbiamo visitato. Il territorio è tenuto con cura. E’ la mia quarta partecipazione consecutiva, sono riuscito infatti a qualificarmi in tutte le edizioni. L’organizzazione è stata molto curata; gli organizzatori hanno cercato di risolvere ogni problema che si poteva presentare. E al termine si sperimenta la bellezza di sentirsi un’unica famiglia. Le partecipazioni a questo campionati mi hanno dato la possibilità di conoscere tanta gente e tanti luoghi. Sto cominciando a programmare il 2025, anche se la sede del campionato non è stata ancora resa ufficiale. Comunque ho già ricominciato gli allenamenti.

Veniamo alla tua prestazione. Sei soddisfatto dei tuoi risultati? Quali le difficoltà che hai incontrato nelle due gare?

Chiudo questa quarta partecipazione con soddisfazione, sono riuscito a classificarmi nell’ordine di arrivo finale e, soprattutto, sono soddisfatto per aver conosciuto posti incantevoli. Nel mio territorio palermitano non mancano i rifiuti, cercherò nel mio piccolo di lasciare il mio territorio più pulito.

Il Campionato Mondiale di Plogging è organizzato dal Comitato Internazionale di Plogging, composto da AICA (Associazione Internazionale per le Comunicazione Ambientale), ERICA soc. coop., ACEA Pinerolese Industriale, Erik Ahlström (Plogga), Carlo Degiovanni (Podistica Valle Infernotto) e Sandro Fioravanti (RAI Sport).

 

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Modena, 2 ottobre – Ci si ritrova, un po’ più tardi della cronologia solita (l’anno scorso fu il 13 settembre: https://podisti.net/index.php/cronache/item/10758-modena-7-corri-con-ail-una-buona-causa-e-l-acqua-calda-non-ditelo-a-giangi.html ) anche perché la prima data prevista era saltata per “allerta gialla” –sebbene in realtà su Modena non sia piovuto - : oggi invece piove forte fino a due ore dal via fissato per le 18,30, cosa più che prevedibile avendolo già messo in endecasillabi Peppino Gagliardi quando il podismo non esisteva ancora:

Fra qualche giorno finirà l'estate - E sulla spiaggia niente resterà - Le ore passate saranno un ricordo - Che noi porteremo lontano, io e te. - L'estate se ne andrà insieme al sole - L'amore se ne è andato già con lei - Le prime gocce baciano la sabbia - E stanno già bagnando gli occhi miei.

E’ forse il clima a giustificare la scarsità di convenuti per questa 8^ edizione: al via esatto, non più di 150, inclusi quelli che solitamente partono prima; l’unico assente all’appello sembra Giangi, che era stato visto mezz’ora prima polemizzare per la mancanza di tè al ristoro, il che a suo parere rende “non obbligatorio” (parole sue) pagare i tre euro di iscrizione, quantunque devoluti a sostegno dell’Associazione contro le Leucemie.

Tre euro (bè, uno in più del 2023) peraltro compensati dal premio finale di 10 tigelle che nei negozi si vendono a 4,70, oltre che da un ristoro dove all’acqua da Giangi detestata si aggiungono biscottini dolci e crackers. Senza dire che l’allestimento di una gara costa sia in termini monetari sia organizzativi sia in disponibilità umana, ad esempio per la chiusura al traffico (non però in corso Cavour dove non è chiaro il ruolo della sbandieratrice all’angolo con Ganaceto); e insomma piange il cuore pensando a quanto misero sia stato l’incasso a fronte della nobile causa e dell’impegno di tanti.

Stesso giro di sempre, che ormai ci esce dai capelli visto che appartiene a tutte le corsette urbane di Modena, anche per la pretesa di quantificarlo in 5 km (che pochi volonterosi vogliono bissare) mentre sono 4,3; la novità sono certe scritte rosse stampate sull’asfalto in zona viali, che dobbiamo spiegare ai pochi amici non indigeni ipotizzando che alludano a qualche percorso ciclopedonale col museo Ferrari come capolinea, o chissà, forse al percorso ancora incerto della futura Mezza Maratona ferrarista. La popolazione è la solita, quasi totalmente cittadina vista l’assenza delle società più distanti di 15 km dal capoluogo: forse i due che hanno viaggiato di più sono Giuseppe Cuoghi da Piumazzo e Angelo Giaroli da Reggio, che con l’aggiunta di Paolino Malavasi da Albareto formano con lo scrivente il quartetto usuale di questa serata, il cui tema-clou di conversazione è la maratona di Berlino appena corsa dalla famiglia Malavasi, appena dopo la maratona del Presidente “indu’a gh’era anch cla lè cl’ha finii la squalifica, e al soo ex ambros al gh’à girèe a la lèrga”.

Fa un po’ specie vedere la tribuna del vecchio ippodromo (ora ribattezzato Parco Novi Sad a perenne suggello delle simpatie politiche delle giunte comunali), sui cui gradoni noi podisti solevamo accomodarci per metterci in tenuta da corsa, poi rivestirci, vuota e lucchettata (fatta salva l’apertura di un cancelletto per lo speakeraggio di Roberto Brighenti), cosicché non resta che cambiarsi sui muretti bagnati. Suppongo che il Comune, vista la frequentazione, o meglio l’occupazione del luogo da parte di una certa ‘società’, abbia risolto il problema togliendolo anche ai modenesi; più o meno come quello che si tagliò gli ammennicoli per dare un dispiacere alla moglie. Prossima tappa, magari, sarà chiudere le stazioni dei treni e delle corriere in modo da evitare consimili usufrutti.

E via per il solito doppio giro, quando ormai cala la notte; al ritorno, noto che una coppietta si è issata sulla tribuna alle spalle di Brighenti, non precisamente per ragioni podistiche; nessun altro sale, per non disturbare. Mi sembra chiuso anche il bar del parco, teoricamente “un’isola contro il degrado”, e in mancanza della sua musica non resta che ricantare sottovoce il testo di Guccini:

Quando è tardi e per le strade scivolano sguardi - di gente che ha sol fretta di tornare - e i cinema si chiudono e i caffè si vuotano - Per le strade, assieme al freddo e ai tristi canti opachi - sono rimasti gli ultimi ubriachi - un ciondolare stanco verso il nuovo bianco giorno che verrà…

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Venerdì, 07 Giugno 2024 10:39

Magreta (MO): Corrimagreta da idillio per 661

6 giugno – I forzati del podismo, in questa giornata modenese, si sono alzati verso le 5, hanno versato l’obolo di 15 euro ai furbi organizzatori della Run 5,30 (che li hanno compensati con una maglietta dal valore stimato tra i 2 euro e i 20 centesimi, con ciliegie offerte dagli sponsor e dichiarando di versare un euro in beneficenza), e hanno fatto finta di correre selfeggiandosi sui viali modenesi; poi alle 19,30, in rapporto di 1 a 10,  si sono presentati a Magreta (cittadina collocata in comune di Formigine sebbene sia più comoda a Sassuolo, e nota per aver dato le origini al partigiano “bianco” Ermanno Gorrieri) per una gara relativamente nuova, raccomandata perfino da Giangi (“Magreta giovedì 6 giugno meglio tutta campagna e poi bellissima festa dove si mangia benissimo”), e dove la devoluzione in beneficenza (ancora Giangi: “MIO parere non mi sembra giusto obbligare con la scusa solidale e aumentare i prezzi inscrizione”) non incideva sul prezzo d’iscrizione, il minimo sindacale di 2 euro (a fronte di una confezione di piadine, e di ricche premiazioni di società oltre che individuali).

Risultano 661 i partecipanti, con la scontata prevalenza della truppa di Peppino Valentini (72 iscritti) sulla Pod. Formiginese che contribuiva all’organizzazione. Notare che la mattina alle 5,30 risultano distribuite 6750 magliette… è questo il podismo della società liquida e del gender indefinito?

Il percorso lungo di Magreta (9,5 km, con uno intermedio da 6,5 e uno ancora più corto), perfettamente presidiato da vigili e volontari (compreso Giorgio Reginato, oggi esentato dalle funzioni di speaker, su cui vedi sotto) si snoda sulle campagne a nord del paesone, fin quasi alla modenese Baggiovara, ricalcando in piccola parte il giro della corsa lunga di Cittanova; ma in questa stagione si respira il profumo dell’erba tagliata di fresco e dei tigli a inizio fioritura, delizia sensoriale che si aggiunge a quella visiva di stupende partecipanti come Alessandra e Fatima (quest’ultima, anche velocissima, se verrà premiata come terza donna). Presenti pure i reggiani del clan Giaroli-Iotti-Petti-Nerino Carri con l’aggiunta del reggiano per diocesi Italo Spina; e autorità del podismo modenese come i due Giuliano, Macchitelli e Vecchiè, coi quali scambiare pareri sulle 5,30 e sui candidati podisti alle imminenti elezioni (si dice che il presidente nazionale dell’Aics sia molto bravo e abbia nel suo programma la valorizzazione delle piccole società sportive, in via d’estinzione anche grazie all’ex prefetto Gabrielli, che ora da parte sua si propone sulla sponda opposta come “consulente” politico al candidato sindaco di Reggio).

Giro in piena tranquillità, su strade tranquille esenti da traffico, con rilassanti tratti campestri. Alla fine (quando la campana suona le 20,30), lunghe e dettagliate “quelle che sono le premiazioni”, dove, stando all’intercalare dello speaker, sono premiate “quelle che sono le società più numerose”, e anche “quelli che sono i primi 5 arrivati”, con in più i meritati festeggiamenti a “quella che è la nostra concittadina, finisher del Passatore” in meno di 10 ore.

Non manca la passerella per “quella che è la nostra sindaca – o ex sindaca?”, benedetta dagli automobilisti che vanno a Sassuolo e debbono sottostare a un suo autovelox fissato ai 90 orari (prima erano 110) in un tratto dove la superstrada a due corsie separate corre sotto il livello del suolo, in assenza assoluta di abitazioni.

Invece qui, in un angolo di Magreta quasi all’ombra del campanile (chi si ricorda di don Walter Sirotti e della sua accoglienza a base di parmigiano e lambrusco?), la festa continua nella cena raccomandata da Giangi. Viva tutti, tranne una.

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4 giugno – Prudentemente, gli organizzatori almeno dal 2010 non danno il numero dell’edizione, dunque  per ricostruire da quando si svolge questa corsa devo squadernare i miei zibaldoni, dai quali risalgo alla prima Corricharitas del 2005, sempre all’inizio di giugno, quando a presiedere il Charitas era il vecchio amico, quasi d'infanzia, Gabriele Benatti. Dunque, se non ci fosse stato il Covid, che fece saltare le edizioni 2020 e (credo) 2021, saremmo alla ventesima, sempre sullo stesso percorso in quella che temporibus illis era chiamata “la palude del Vescovo”, essendo di proprietà ecclesiastica tutti i terreni a sud di Modena, dove si stava letteralmente sott’acqua fino a marzo, e noi ragazzini per giocare a calcio dovevamo trovare dei rialzi di terra, oppure fruire dei campetti allestiti alla meno peggio soprattutto all’ombra dei campanili (ricordo quelli vicini di Saliceta o dell’istituto Pellegrini per i sordomuti).
Adesso la città si è allargata, e la via Fratelli Rosselli (ex stradello Tabaroni), dove un tempo sorgeva isolato il Charitas, come 500 metri più a nord era isolato l’Istituto Buon Pastore che non esiste più ma dà il nome alla via, è fiancheggiata da case e casermoni; addirittura nella via Panni (che recinge dal lato sud il Charitas) hanno appena inaugurato, dopo quasi due anni di chiusura, il sottopasso ferroviario (il più inutile dei tre sottopassi che andrebbero fatti in zona), con l’aggiunta di una immaginosa pista ciclabile che consiste in due strisce tratteggiate alla cui destra dovrebbero stare le bici, e alla cui sinistra le auto non ci possono stare in larghezza (accortasi della cavolata, l’assessora in merito ha dichiarato che le strisce sono facoltative, una semplice indicazione che lì si potrebbero incontrare delle bici).

Il Charitas è una benemerita istituzione che, da ben più di mezzo secolo, si occupa di handicappati gravi, e la sua apertura, almeno una volta all’anno, al popolo dei podisti credo che faccia bene a entrambi, ricoverati e podisti. Per accrescere l’appetibilità (è la parola esatta), al termine della gara era allestita una magnazza con piatti di pasta che venivano presi d’assalto dai soliti morti di fame che non mancano mai e spesso facevano il bis o il tris, creando ingorghi indecorosi: da qualche tempo, il rimedio è consistito nel fare una doppia tariffa di iscrizione, 2 miserabili euro quella “normale”, che oltretutto dà anche diritto a un barattolo di marmellata “della nonna”; 5 euro quella “super”, con cui si riceve una t-shirt e il buono-pasto. E devo dire che, se erano numerose le maglie gialle indossate dai partecipanti, al tavolo della pasta c’era poca gente, e perbene. Il prossimo passo, come dicevo in recenti occasioni consimili, sarà di abolire il premio.

Partenza piuttosto tardiva, alle 19.30 (mi faceva comodo quando lavoravo a Bologna, scendevo dal treno e andavo direttamente al Charitas), disciplinata da un cordone teso lungo la trafficatissima via Rosselli chiusa per l’occasione, poi via per il quartiere Buon Pastore-S. Agnese, con due passaggi dal parco della Repubblica, uno dal parco della Resistenza (che quando non si chiamava così veniva detto dai miei figli parchetto delle caprette, per un piccolo gregge che stazionava in un vagone merci abbandonato), e che nel 1970 ospitò la prima prova del primo campionato provinciale di corsa campestre, vinto da un certo Ezio Venturelli di Castelnuovo. Forse il posto (un grosso spiazzo incolto alle spalle delle ferrovie provinciali) l’aveva scelto il grande Alberto Benassi, operaio Fiat insieme a Ermes Luppi, perché stava di fronte a casa sua in via Morane, quando ancora le Morane erano costeggiate da un canale scoperto.

Oggi, solito giro di 8,700 (e di 2,5), a occhio e croce con 4-500 partenti all’ora giusta più i non moltissimi camminatori-anticipatori; in massima parte su piste chiuse al traffico, con 3-4 attraversamenti delicati ma presidiati ottimamente dai vigili e qualche volontario. Solito ristoro di sola acqua all’altezza della Polisportiva Nasi, un tempo organizzatrice di una maratonina invernale e dove invece oggi fatico a riconoscere l’ex campo di calcio in cui si allenava mio figlio e dove oggi c'è erbaccia alta un metro. In compenso, l’orizzonte sudest è chiuso dai palazzoni del cosiddetto comparto Vaciglio, là dove vidi mietere il grano ma poi la coopcementificazione cominciò all’indomani dell’elezione del sindaco all’insegna del consumo zero di suolo, e dura tuttora che il sindaco scade ma ha già designato il suo successore, che di sicuro non cambierà metodi (basta, l’ho già detto troppe volte, forse anche a Paolo Giaroli che oggi mi accompagna paziente per buona parte del giro).

Si ritorna al Charitas: Peppino Valentini (la cui Pol. Cittanova ha contribuito all’organizzazione) può godersi la meritata razione di pasta, mentre altri capigruppo scappano in fretta per non perdersi la partita della Nazionale, molto meno godibile perfino di un piatto di maccheroni charitatevoli.
E’ cominciato il giugno delle corse serali: e se non basteranno gli appuntamenti di martedì, giovedì e venerdì, i modenesi e reggiani la domenica che viene avranno addirittura una gara al mattino e una al pomeriggio.

PS- Solo per chi non ne ha abbastanza, segnalo una curiosità modenese, legata al nome stesso di Charitas scritto con l’acca, quando invece la Caritas diocesana non ha l’acca: al sommo Lodovico Antonio Muratori, che alla Pomposa aveva fondato la Compagnia della Carità, costringendo i ricchi a dare sostentamento ai suoi poveri parrocchiani, e aveva scritto un libro in proposito (libro che piace molto anche al regnante arcivescovo di Modena e Carpi), nel 1728 scrisse da Venezia un certo Johann Hertzhauser, tipografo tedesco, che stava per stampare le opere di Bembo. Sconcertato perché Bembo scriveva sempre charità con l’acca, affidò a Muratori la decisione se lasciare o no quell’acca. Muratori, che rispondeva anche ai rompiscatole, gli ripetè quello che aveva già scritto nel suo trattato sulla Carità cristiana: usare la H è un’usanza medievale sbagliata, perché caritas deriva da caro e non dal greco charis ‘grazia‘; però è una “bagattella“, dato che “l’ortografia è un paese pieno di liti e pieno d’arbitrii“, e quello che conta è farla, la carità, non questionare su come si scrive. Vedete un po‘ come da Muratori c’è sempre da imparare, in fatto e in diritto.

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Domenica, 02 Giugno 2024 16:03

Modena (Torrazzo) - 2° Nurses Run. Con postilla

2 giugno – Caso strano, la provincia (o, diciamo, la “città metropolitana”) di Modena proponeva oggi due corse in un raggio di 20 km. 
(Melius abundare, dicevano i classici; purché poi non capiti che in altri fini settimana ci sia un certo deficere. Ho già ricordato quando l’Accademia militare lanciò una gara nello stesso giorno di un’altra già calendariata: fulmini immediati del Roncoordinamento, salvo che adesso la corsa dell’Accademia è uno dei clou del calendario attuale).

Comunque, dovendo scegliere, sono andato alla classica corsa del Torrazzo, sebbene dall’anno scorso abbia cambiato nome assumendo quello anglofilo di Nurses Run, cioè “gli infermieri corrono” o “la corsa degli infermieri”. Solo i più vecchi possono aver  equivocato col significato antico di nurse, cioè bambinaia ovvero baby sitter, ed essere venuti qui sperando di incontrare prosperose nutrici che facessero loro compagnia nel solito giro verso Albareto, la collina dei rifiuti (chissà se l’aspirante nuovo sindaco deciderà di farne un Montestella come a Milano), vista sull’ inceneritore (che altri aspiranti sindaci verdastri vogliono spegnere, mentre io gli farei bruciare tutti i rifiuti di Roma e Napoli, purché ci paghino) e ritorno al Torrazzo, in quel campetto di calcio dove la mia compagnia (inclusiva di Lello Vernacchia e Giulio Spagni) si incontrava negli anni Ottanta, rigorosamente alle 14,30 in qualunque stagione, per tre partite ai 5, seguite da una meravigliosa doccia nelle baracche provenienti dalla dismessa scuola “Circondariale Sud” (viale Amendola). Diceva Paolo, il più bravo di noi (esclusi i succitati), venuto dal rovigotto per aprire da queste parti una fabbrica “detruciolatrice”: al mument più bel ed la stmana l’è quand a vag sotta a sta doccia (e ora Paolo farà, spero, la doccia in Paradiso).

Torniamo a questa domenica e a questa gara, con tariffa leggermente rialzata per lo scopo benefico di sovvenzionare la chirurgia pediatrica: 3 euro, il che ha suscitato le ire di Giangi: “mio parere la beneficenza la faccio dove voglio non mi devono obbligare, per alluvionati 2023 ho fatto bonifico; non credo che andrò”. Ce ne siamo fatti una ragione, consolandoci con la presenza della nurse modenese per eccellenza, quella Tatiana Marchi che ha sulla coscienza il salvataggio della vita di un podista; e con lei, di Lucio Casali che dopo aver fatto il cammino di Santiago, otto giorni fa ha concluso il suo ennesimo Passatore, in 15 ore o poco più. E in più, della famiglia Morselli da Mirandola, degli immancabili Rambo e Mastrolia sotto l’egida dell’accogliente tenda di Peppino Valentini (dove si è accomodata anche la splendida Morena Baldini), e di Vanni Casarini, col quale non dimentico uno sprint al traguardo di Malcesine nella maratona del Garda. Non essendoci neanche un gatto di fotografo, ho fatto due o tre scattini io affidandoli poi a Roberto Mandelli per la consueta rielaborazione.

Soliti giri torrazziani tra i 4 e i 12,5 km, partenza libera/regolamentata dalle 8,30, e ufficiale alle 9, quando sotto la impeccabile direzione di Roberto Brighenti eravamo forse in 3-400. Simpatiche ragazze in magliette blu ci incoraggiavano alle svolte, e il sole ci ha premiati, fino all’eccellente ristoro finale, per di più con un premio a scelta che poteva giungere fino a una maglietta tecnica: questo è troppo, mi sono permesso di dire, aspettando il giorno che le gare di beneficenza non assegneranno nessun premio materiale perché tutto il ricavato andrà a fine di bene.

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POSTILLA 3 giugno

Con vivo piacere pubblichiamo questo messaggio ricevuto alle 10,27 di lunedì, che dà l’occasione per precisare il nostro pensiero dove era stato poco chiaro o eventualmente non capito.

 

Buongiorno,

apprezzo l'articolo scritto con tempismo da parte vostra, ma ahimè sono presenti molte inesattezze. Intanto ci tengo a precisare che l'evento "Nurses Run" era già calendarizzato da diverso tempo e probabilmente altri che si sono aggiunti in un secondo tempo dovrebbero farsi qualche domanda. Ma non vogliamo assolutamente entrare in polemica con niente e con nessuno. Il nostro spirito è quello di far in modo che tutti restino contenti dell'evento e lo scopo come abbiamo sempre detto saranno sempre e solo gli stessi, dare visibilità alla nostra professione e al contempo fare beneficenza per i nostri servizi sanitari a beneficio dei cittadini. Credo che il nostro sforzo debba essere rispettato e nient'altro. Sarebbe opportuno prima di scrivere inesattezze chiedere informazioni:

1) Intanto va detto che la Nurses Run è un evento a sé e che non ha nulla a che fare la classica del Torrazzo.

2) La tariffa non è stata assolutamente aumentata, lo scorso anno nella prima edizione a Carpi si pagò la stessa cifra e lo scopo era sempre e comunque la beneficenza per il pronto soccorso di Carpi... (articoli di giornali e sito usl possono evidenziare tutto).

3) I numeri di partecipanti non sono affatto 300 / 400, ma almeno il doppio (700/800).

Per il resto ringraziamo dell'articolo e dei complimenti ricevuti in merito al ristoro e a gadget.

Senza nessuna polemica, ma è giusto precisare.

Segretario Prov.le NurSind Modena

 Dr. Piragine Gino

 

Insigne dottore, la sfido a trovare una sola parola del pezzo (l’unico apparso su testate online, pochissime ore dopo l’evento, e senza supporto di comunicati ufficiali) che manchi di “rispetto” nei vostri confronti, come lei sembra adombrare.

- Prendo volentieri atto che la corsa del Torrazzo riprenderà: l’anno scorso non mi risulta si sia svolta, invece quest’anno la vedo calendariata il 22 settembre, sulle stesse distanze con la sola aggiunta di una 15 km.  Quanto alla concomitanza odierna con la corsa di Spilamberto, non so chi abbia la precedenza, ma sta di fatto che anche nel 2023 la stessa gara spilambertese si svolse nello stesso 2 giugno, mentre la vostra (cui lei fa riferimento) andò in scena il 2 luglio. Al Coordinamento andrà bene così, o non può farci niente.

- La menzione della “tariffa leggermente rialzata per lo scopo benefico” si riferiva non ai vostri prezzi del 2023 ma al prezzo usuale nelle corse modenesi (2-2,5 euro), e continuava con un’allusione che i podisti modenesi (non obbligatoriamente i membri del Nursind) capiscono.

- Quanto ai numeri di partecipanti, la frase “alle 9, quando sotto la impeccabile direzione di Roberto Brighenti eravamo forse in 3-400” non si presta a equivoci (anzi, devo dire che forse ero stato largo nella valutazione: guardando ora, da Modenacorre, una vostra foto di quell’ora direi che stiamo sotto i 200  ), ed era preceduta dall’info secondo cui le partenze erano in corso dalle 8,30. Benissimo per le cifre complessive che dichiara (sebbene da un'altra foto vostra gli iscritti risultino 671): senza la concomitanza sopra citata, ne avreste avuti il doppio, e magari qualche fotografo o cronista ancor più largo d’elogi e attento a non disturbare il manovratore [dote, il vincenzomollichismo, che purtroppo manca al sottoscritto F.M.]

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Il progetto 42,195 Road to New York inizia dal sogno di un ragazzo nello spettro autistico, Francesco Salerno, monzese di 25 anni che corre e si allena da diversi anni. Francesco ha espresso il desiderio di correre almeno una volta la New York City Marathon e di portare con sé il suo compagno di squadra Jacopo Munegato, coetaneo di Segrate.
I due atleti si allenano presso l’ASD Silvia Tremolada di Monza, associazione sportiva che si occupa di sport ed inclusione sul territorio monzese da oltre trent’anni.

Da questo desiderio è partita una raccolta fondi finalizzata a sostenere le spese di viaggio per i due ragazzi e gli educatori/allenatori. Jacopo e Francesco, per realizzare questo sogno, vogliono essere partecipi attivamente, dando il loro contributo a chi li sosterrà in questo percorso:
Francesco è un ragazzo autistico verbale e mette a disposizione le sue qualità oratorie in funzione del coinvolgimento delle persone nel progetto;
Jacopo è un ragazzo con autismo non verbale che dipinge da molti anni e mette a disposizione la sua arte in funzione del completamento della raccolta fondi.

Da questa unione di forze nasce il progetto “sportivo-artistico” di una mostra itinerante intitolata “42,195 Road to New York Marathon”, ospitata presso il Grattacielo Pirelli di Milano dal 7 al 17 maggio.

LA MOSTRA e il desiderio espresso dai due ragazzi è stato accolto dal comitato organizzativo della Vedan da Cursa , che  si è fatto promotore di una raccolta fondi volta a sostenere il viaggio di Francesco e Jacopo. La Vedan da Cursa è l’annuale manifestazione podistica non competitiva che si svolge tra le strade di Vedano al Lambro e il Parco di Monza, un evento che unisce la passione per la corsa e la bellezza del paesaggio circostante.

La rassegna “WE HAVE A DREAM. Francesco e Jacopo in corsa per New York”, inaugurata in concomitanza con la gara podistica vedanese e ospitata presso la Sala Consiliare Aldo Moro del Comune di Vedano al Lambro da venerdì 24 maggio a domenica 26 maggio, comprende una selezione di dipinti realizzati appositamente e che testimoniano in modo significativo il percorso artistico di Jacopo Munegato, la cui arte è ora disponibile per contribuire al completamento della raccolta fondi. Le sue opere sono caratterizzate da un cromatismo vivace e da accostamenti di colore molto originali, un’espressione non solo di bellezza artistica, ma anche un importante mezzo di comunicazione e auto-espressione: i dipinti divengono infatti veicolo di un messaggio importante legato all’inclusione sociale e al sostegno efficace a favore dei ragazzi autistici e delle loro famiglie.

Lo scopo dell’intero progetto e di questa mostra, oltre a dare visibilità all’impresa del completamento dei 42 Km della Maratona newyorkese, è dimostrare che le persone con disabilità possono partecipare pienamente alla vita, quando si offre loro un’opportunità. È anche quello di sorreggere, confortare, mostrare a tutte le famiglie che si trovano coinvolte nello spettro autistico, ma in generale nella disabilità, che è possibile anche se faticoso dare alla vita dei propri figli un senso uguale a tutte le persone del mondo, perché il mondo appartiene a tutti ed è anche di questi ragazzi.

 “WE HAVE A DREAM. Francesco e Jacopo due ragazzi autistici in corsa per New York”

Mostra personale di Jacopo Munegato

A cura di Domus Art con la collaborazione del Comune di Vedano al Lambro

Dal 24 al 26 maggio 2024

Inaugurazione venerdì 24 maggio ore 19.00
Sala Consiliare Aldo Moro- Vedano al Lambro-Largo Repubblica 4

Orario di apertura al pubblico: ven. ore 19-21     sab.-dom. ore 10-12   16-19

 

 


La finalità della mostra è completare la raccolta fondi già avviata a novembre 2023.

Le Associazioni promotrici dell’impresa atletica sono:

ASD SILVIA TREMOLADA Monza (MB)

Associazione I RAGAZZI DI ROBIN Segrate (MI)

Informazioni aggiuntive

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9 maggio – Messaggi della vigilia da Giangi:  “Vai domani 9 maggio  CORSA MADONNINA MO .. IO NO - Ti piace così tanto la ciclabile che va dalla madonnina allo stadio e ritorno” (i punti interrogativi sono un optional, non così gli emoticon corrucciati e lacrimosi).

Malgrado questi, andiamo dunque, al primo dei tanti appuntamenti serali che contrassegnano d’ora in poi la stagione del podismo modenese, sia per la voglia di socializzare (condita da un simpatico tramonto) sia per l’occasione benefica, patrocinata dal Rotary Club “Muratori” di Modena (il grande Lodovico Antonio patrocinò fin dai suoi tempi la costruzione di un “Albergo dei poveri” e di uno “Spedale”, divenuto poi il S. Agostino attivo fino a pochi anni fa) a supporto del Centro oncologico modenese, per l’acquisto di una nuova apparecchiatura stimata 10mila euro.

Dieci euro l’iscrizione “sostenitrice”, che dava diritto a una maglietta gialla, luminosa come gli occhi di Morena Baldini; soli 2,50 l’iscrizione normale, oltre tutto premiata con mezzo kg di pasta e una bottiglia di moscato del Rubicone a 7 gradi (chissà se Werter Torricelli chiamerebbe vino anche questo); insomma sembrava quasi che i podisti ricevessero, non facessero la beneficenza.

Ma a giudicare dal colpo d’occhio, forse la metà dei 754 partecipanti avevano pagato i 10 €, facendo un’opera buona sotto l’occhio e la voce del principe dei narratori orali del podismo, Roberto Brighenti: che da qui mosse i primi passi, tra la vecchia ferrovia e i prati non ancora cementificati di quella che allora si chiamava “la Russia di Modena”, e in era podistica divenne il nodo della maratona di Carpi, qualunque fosse il luogo di partenza, anche Reggio nel ‘97.

Quanto al percorso attuale, aveva ragione Giangi: niente più i tracciati per la Barchetta fino al fiume che facevano apprezzare le trasferte da queste parti, ma la stessa stessissima ciclabile “diagonale” usata due settimane fa per la corsa “della Libertà”: dalla sede della società (e del Partito) al cimitero e alla ferrovia attuale, occhiello, ritorno alla Madonnina, altro occhiello nella zona sud-via Saltini, in prossimità della nostra Ilva - le fonderie coop di via Zarlati -, passaggio sul traguardo dopo 5 km e, per chi voleva proseguire, secondo giro identico.

Le calorie bruciate sono le stesse, qualunque sia il panorama circostante; e i km passano presto se impiegati a raccontare progetti e a dirne quattro che il tacere è bello, nel primo giro con Maurito e nel secondo con Paolino Malavasi, sorpassando e venendo sorpassati da Maurizio Pivetti (che adotta la tattica di Pizzolato per vincere a New York), o dal Grossi di Soliera-Ravensburg che non può evitare la scorta finale a Simona Malavasi.

Ma siamo tutti giustificati dall’occasione benefica, e dalla sua tomba alla vicina Pomposa il buon Lodovico Antonio (podista quotidiano, dalla biblioteca Estense alla sua casetta della Punta), che tutta la vita si impegnò per la “pubblica felicità”, e spendeva i propri soldi per acquistare sui mercati esteri il chinino utile ai concittadini ammalati, ci benedice.

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Correre e faticare, nel segno della solidarietà, per dare un piccolo ma prezioso contributo a tre realtà solidali del territorio, domenica 19 maggio, alla 12a Reale Mutua Monza Montevecchia Eco Trail (Reale Mutua MOMOT), organizzata da Monza Marathon Team. Le coppie al via saranno protagoniste di sfide che andranno oltre il mero risultato sportivo. Anche quest’anno, sulla scia di un percorso che li ha portati a raccogliere circa 290.000 € nelle scorse stagioni, gli organizzatori sosterranno, con parte del ricavato derivante dalle quote di iscrizione, tre iniziative messe in campo da Barth Italia, Brianza per il Cuore e dal Comune di Montevecchia.

ISCRIZIONI – Un tracciato spettacolare e affascinante con partenza dalla maestosa Reggia di Monza, appuntamento da non perdere: fino a sabato 20 aprile ci si potrà iscrivere ad un prezzo speciale (quota di € 120/coppia) mentre da domenica 21 aprile invece ci sarà un leggero rincaro della quota d’iscrizione con una quota di € 130/coppia. MOMOT devolverà € 55 di ogni quota d’iscrizione a sostegno dei tre progetti solidali sposati per questa edizione e, come consuetudine, i bonifici solidali saranno eseguiti e pubblicati sul sito dell’evento prima dello “start”.

BARTH ITALIA – La Sindrome di Barth è una malattia genetica rara e ad oggi non c’è una cura. Tuttavia esistono delle ipotesi di intervento a più livelli, comprendenti la terapia genica, la somministrazione di enzimi e le terapie di supporto. Questa malattia colpisce i maschi, manifestandosi principalmente con cardiomiopatia dilatativa, episodica o cronica, neutropenia ed immunodeficienza, affaticamento severo e seria debolezza muscolare, difficoltà di crescita e problemi di apprendimento. Da dieci anni Barth Italia è riuscita a riunire tutte le famiglie che presentano al proprio interno un soggetto affetto dalla Sindrome di Barth, iniziando un lungo e impegnativo percorso su più livelli. “Parliamo di una sindrome rarissima, dato che i casi in Italia sono 15 e nel mondo circa 300. Di conseguenza il lavoro di comunicazione, la formazione di medici specializzati e la ricerca di future cure è molto complicato, dunque ha bisogno di un supporto comunitario e di un’azione sinergica”, spiega la fondatrice di Barth Italia Paola Cazzaniga. Quest’ultima, psicologa e psicoterapeuta di professione, aggiunge come: “Abbiamo chiesto una mano al Monza Marathon Team perché crediamo fortemente nelle sinergie, anche al di fuori degli ospedali. Nello specifico, la MOMOT sosterrà parte delle spese del viaggio che quest’estate vedrà partire alla volta della Florida e di una serie di conferenze internazionali le famiglie dei nostri associati e un pool di medici, provenienti da tutta Italia, che stiamo accompagnando nella formazione specifica dedicata alla Sindrome di Barth”.

BRIANZA PER IL CUORE – Il secondo progetto solidale coinvolto in questa MOMOT 2024 è legato visceralmente al territorio, teatro della competizione. Brianza per il Cuore, nata nel 1995, è una onlus che promuove e coordina tutte le iniziative territoriale sociali e sanitarie rivolte a prevenire e combattere le malattie cardiovascolari a tutte le età. Il nuovo progetto, nello specifico sostenuto da MOMOT, è denominato “Per il cuore del bambino” ed è rivolto alla diagnosi e la cura di bambini cardiopatici, pazienti all’Ospedale San Gerardo di Monza. “Crediamo fortemente – sottolinea la Presidente della Onlus Laura Colombo – nella prevenzione delle malattie cardiovascolari fino dalla giovane età. Educare alla prevenzione le nuove generazioni è un dovere che stiamo portando avanti in questi anni entrando, per esempio, negli istituti scolastici o fornendo tutte le scuole e le associazioni della zona di defibrillatori e corsi di formazione. Ci siamo accorti che l’ospedale San Gerardo necessita di nuovi strumenti e nuovi spazi per approfondire la propria attenzione ai bambini, che presentano sintomi di malattie cardiovascolari. Con la MOMOT il rapporto di fiducia e forte collaborazione è ormai consolidato. Lo sport può essere uno strumento prezioso di prevenzione: prova ne è la manifestazione podistica non agonistica che organizziamo ogni anno alla Cascina San Fedele di Monza, in occasione della Giornata Mondiale del cuore, e che sfruttiamo per effettuare screening gratuiti a tutti i partecipanti e agli interessati”.

COMUNE DI MONTEVECCHIA – Anche in questo 2024 un contributo solidale sarà devoluto al Comune di Montevecchia e destinato all’ultimazione del progetto di un parco giochi inclusivo, fruibile anche da persone con limitata capacità motoria e situato proprio nei pressi dell’area d’arrivo della 12a Reale Mutua Monza Montevecchia Eco Trail. “Questo appuntamento sportivo – racconta il Sindaco del Comune di Montevecchia Ivan Pendeggia - promuove, con forza e grande impegno, dei valori di attenzione al sociale che non possiamo non condividere. Come amministrazione crediamo fortemente nell’inclusione e nel dovere di muoversi concretamente per dare, soprattutto alle nuove generazioni, strumenti e occasioni per capire che, fin dalla tenera età, c’è posto e spazio per tutti in questa società senza alcuna distinzione”.

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Guinness World Record per i montoresi Carmine Federico e Gianluca Russo, è loro il nuovo primato mondiale di maratona, spingendo la carrozzina, alla Milano Marathon 2024.

42,195 km in 2h 48' 57" per battere il precedente record, detenuto da una coppia spagnola, di 2h 52’ 39’’.

Una storia meravigliosa con il finale più emozionante di sempre. Una storia di amicizia, di sofferenza, di rivincita, di sacrifici, di speranza, di forza di volontà, di coraggio, di energia, di passione. Una storia degna di una sceneggiatura hollywoodiana.

https://podisti.net/index.php/notizie/item/11507-a-milano-per-coronare-un-sogno-lungo-42-195-chilometri.html

Una corsa a due verso il traguardo piena di difficoltà, dall’ideazione del sogno all’organizzazione del viaggio, dal trovare i fondi necessari ai duri allenamenti fino all’arrivo a Milano. Due cuori che sono stati il motore di questa impresa, un’amicizia ritrovata dopo anni e dopo l’incidente che ha inchiodato Gianluca a quella sedia, un incidente che non ha intaccato però la sua tenacia, identica a quella di Carmine!

Un’impresa che ha visto parenti, amici e cittadini montoresi seguirli e sostenerli:  a loro, alla propria comunità, Carmine e Gianluca si sono rivolti per ringraziare della sentita vicinanza e dedicare a loro la vittoria.

A Milano è grande festa insieme a chi è potuto andare ad assistere personalmente al trionfo ma, siamo certi, c’è tutta Montoro ad attendere il ritorno dei suoi campioni.

Grazie Ragazzi!!!

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Venerdì, 09 Febbraio 2024 15:38

A Verona l'11maggio l’EcoMaratona del Pellegrino

Siamo l’Associazione Noi Corriamo da Dio, e organizziamo ogni secondo sabato di maggio l’EcoMaratona del Pellegrino, corsa non competitiva con partenza da Verona e arrivo al santuario Madonna della Corona nel comune di Ferrara di Monte Baldo. Trattasi di una corsa a tappe, ognuna di circa 11 km, accompagnata dal motto “Per non lasciare indietro Nessuno” e con l’obiettivo “spirituale” di donare la propria fatica ad una persona cara.

Le informazioni dettagliate si possono trovare sulla nostra pagina facebook https://www.facebook.com/noicorriamodadio/ o sul sito www.noicorriamodadio.it .

In sintesi:

Data evento 11/05/2024

Orario e luogo di ritrovo: Dalle ore 7:00 al Centro di formazione Camilliano di via Astico 11 a Verona. Partenza ore 8:00. Percorso 39 km di corsa quasi esclusivamente su ciclopedonale più 2,5 km di camminata in salita su sentiero nel bosco

Quota iscrizione 25 €

Modalità iscrizione: Indicazioni al seguente link

https://www.noicorriamodadio.it/iscriviti.html (max 100 iscritti)

Con la tua iscrizione sostieni il Centro Accoglienza Minori di Verona - https://www.centroaccoglienzaminori.it/

 

 

Associazione "Noi corriamo da Dio"

Via Apollo 9/c

37135 Verona

c.f. 93256390233

 

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Domenica, 24 Dicembre 2023 19:01

A Spezzano, il Christmas trail festoso dei modenesi

24 dicembre - È un’antica consuetudine modenese (e, sicuramente, di altri cento posti d’Italia) ritrovarsi alla vigilia di Natale per una camminata/corsa autogestita, preferibilmente sui colli, fuori dall’orgasmo mercantile delle città. Scomparsi, ormai da tempo, i ritrovi allestiti dal compianto Gianni Vaccari, da qualche anno (Covid permettendo) il testimone è stato raccolto da Stefano Cappelli, col generoso apporto di tanti amici e di varie società della provincia, per un appuntamento dove il comprensorio ceramico cede il posto alle prime dolci colline che salgono verso il Frignano: in comune di Fiorano, per l’esattezza alla chiesa di Spezzano quest’anno abbellita da un monumentale presepe in legno a grandezza naturale, e con lo sguardo rivolto verso le alture di Nirano e il parco naturale delle “salse”,  i vulcanetti che si innalzano a vista d’occhio anche se non fumano più, e non si può nemmeno più salire in cima buttandoci dentro fiammiferi accesi. In compenso, il parco è stato messo a posto, con strade, parcheggi, viottoli, pontili e sentieri ben curati, cartelli e centri museali; e continua ad essere meta di allenamenti individuali e di gruppo (anni annorum fa, il ristorante alla base delle salite fu anche luogo di una gara ufficiale, che se ricordo bene ebbe un epilogo drammatico).

A questo “XMastrail 2023”, per essere annoverato tra le corse canoniche del coordinamento mancava solo la quota di iscrizione, perché il resta c’era tutto, compresi i vigili urbani che disciplinavano partenza-arrivo e attraversamenti delle poche strade con traffico; in aggiunta, un certo numero di volontari sul percorso, una segnatura mediante fettucce degna dei veri trail da un euro a km, e un ristoro finale (senza lesinare su panettoni e  spumanti) tanto abbondante che ne è avanzato, come nelle famose moltiplicazioni evangeliche, tanto da poterlo devolvere alla Caritas locale.

Percorsi alla portata di tutte le gambe, da 5 a 17 km (in realtà, un paio in meno), con salita iniziale al castello di Spezzano, alias Rocca Coccapani, dove passava le vacanze estive il sommo Lodovico Antonio Muratori: e piace immaginare che i sentieri di oggi abbiano conosciuto all’epoca anche le passeggiate del Padre della storia. Dopo 5 km l’itinerario ridiscendeva a Torre delle Oche (da dove un’antica strada conduce in territorio di Serramazzoni) e da lì, passato il ponte sul torrente Fossa, si poteva salire alle Salse, non più di un centinaio di metri in verticale per 3-5 km di lunghezza a seconda del percorso scelto, infine rimettersi sulla stradetta di partenza e concludere nella piazza del ritrovo, scaravoltata da lavori in corso e del tutto insufficiente per il paio di centinaia di auto (a occhio) convenute.

Tempo sereno, appena più fresco del clima tropicale di ieri, qualche gloria del podismo e del fotografismo podistico (ringraziando, come sempre, Italo Spina), fascino femminile garantito da Alessandra Fava (che qui organizza abitualmente i suoi ritrovi), Sonia Del Carlo (“la trail runner della porta accanto”), e sicuramente tante altre; in campo maschile, alcuni reduci da Casalgrande del giorno prima (la famiglia di Italo in testa-coda), con l’aggiunta di Micio e Lorella Cenci in discesa da Fanano, e Maurito & Paolino Malavasi, il quale ultimo si è prestato, in onore al Natale, a riprendere in mano gli antichi attrezzi di lavoro per confezionare prodotti d’arte pellettiera come ormai non se ne fanno più.

Le armi del podismo saranno affilate, e le lancette del cronometro messe in posizione di sparo, posdomani al Santo Stefano santagatese: per ora, e di tutto cuore, Buon Natale.

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Domenica, 26 Novembre 2023 23:02

Villasanta (MB) ha corso per solidarietà

26 novembre - Una giornata solidale in cui i giovani hanno corso, accanto a chi da anni, ha saputo “tracciare il percorso” verso l'Altro. La Stravillasanta, oggi più che mai, ha come obiettivo di porre lo sport come ponte tra  giovani e i bisogni sociali.
Il contributo di 1.000 €, grazie ai 300 e più partecipanti, è stato devoluto all'associazione S. Vincenzo che offre il suo servizio a favore delle famiglie in difficoltà del comune brianzolo.

La manifestazione era valevole per il Campionato Villasantese e Campionato Intersociale di Villasanta per non competitivi, riservati rispettivamente ai soli residenti di Villasanta e appartenenti a società sportive di Villasanta.
Spiccano per i loro risultati, secondo l’ordine di arrivo: Lo Russo Giorgio, Murero Federico,  Pifferi Mauro; al femminile: Ceddia Laura, Terraneo Giovanna e Cirino Chiara.

Un caloroso grazie a tutte le società sportive, a tutti i runners, a tutti i volontari, al comune di Villasanta e soprattutto a tutti i giovani che hanno saputo rendere unica questa fredda giornata. 
Un ringraziamento speciale a Roberto Mandelli che con i suoi scatti regala imperdibili momenti di felicità. Grazie agli amici di Affari & Sport che supportano i nostri eventi e grazie al contributo di Asics.

Un caloroso abbraccio da tutto lo staff e l'augurio di un solidale 2024.
Vi aspettiamo ai prossimi eventi:

-sabato 16 dicembre: 17° Allenamento di Natale by Affari&Sport

-sabato 10 febbraio ‘24: prova GPV del Campionato Brianzolo di corsa campestre nel Parco di Monza.

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Martedì, 07 Novembre 2023 16:05

Con Michele alla San Francesco

Io sono un ultra trail runner, faccio gare a livello agonistico di corsa in montagna. 

Michele Santirosi è un mio amico carissimo disabile con cui ho fatto tante avventure e condiviso momenti importanti, come per esempio la nostra laurea: abbiamo studiato insieme e ci siamo laureati insieme a Perugia,  sempre in una bellissima amicizia. 

Alla San Francesco Marathon abbiamo vissuto una giornata splendida, piena di emozioni sportive, ma soprattutto spirituali. Lungo il percorso abbiamo ricevuto tanto incitamento e supporto da parte degli spettatori, ma anche degli organizzatori. Le urla di incitamento, gli applausi, erano commoventi.

Michele controllava la velocità sul telefono e si divertiva a vedere quanto andavamo forte. Mi diceva: stiamo a 13 km/h; ed era felice.

Per me spingere contro vento e sul terreno bagnato è stato faticoso, ma la voglia di far conquistare a Michele la medaglia, mi ha dato la forza di accompagnarlo fino in fondo. 

Vedere Michele con il sorriso ricevere la medaglia al traguardo è stata per me la più grande vittoria: un’altra grande prova della nostra lunga e bellissima amicizia. 

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14 ottobre – In un pomeriggio caldo al punto giusto, Maranello ripresenta la sua camminata “di solidarietà” (3 euro l’iscrizione normale, 8 quella sostenitrice) per i bambini di Rio de Janeiro e delle missioni in Amazzonia gestite dall’eroico don Maurizio Setti (per dieci anni parroco a Modena dopo esserlo stato a Fiorano, e dal 1998 missionario oltreoceano) e sostenute anche dall’Uisp Modena.

Non moltissimi i partecipanti (a occhio, quelli partiti all’orario ufficiale delle 16 non superavano i duecento, e aggiungi pure un centinaio di partiti alla spicciolata); fa piacere l’aver visto varie famiglie con bambini piccoli, perlopiù sul percorso corto di 3.4 km, ma alcuni sul tracciato di 7.8 km, un gradevole “otto” ricavato in prevalenza sui parchi collinari immediatamente a sud del centro storico, con un dislivello complessivo di quasi 200 metri. Giro ottimamente presidiato dai vigili nel tratto urbano, e da molti volontari nelle zone campagnole. In discesa supero una giovane mamma che sta spiegando al suo bimbo (3 anni al massimo) che gli alberi hanno le radici per stare fermi; aggiungo che con le radici bevono l'acqua e mangiano anche la cacca, che per loro è buona. E lui mi chiede: anche la pipì? Certo, gli dico; se fai pipì sotto un albero lui ti dice grazie. Ma - aggiunge la mamma - i vigili ti fanno la multa.

Tra i podisti adulti che non mancano mai, c’erano specialmente gli affiliati alle società di Cittanova e Madonnina: dalla Cecilia con sorella, figlio e marito Italo (cui devo le foto usate per il collage), ai Malavasi al completo (Simona, Paolino & Maurito), a Giuseppe Cuoghi felice della sua nuova residenza a Piumazzo dove respira senza più ossido di carbonio la stessa aria dell’insigne Valerio Massimo Manfredi; a Micio Cenci, oggi in veste di fotografo mentre a corcamminare provvedeva la moglie Lella;  fino a Giangi, al cui arrivo dopo un’ora e trenta era per fortuna ancora presente il ristoro dotato di frutta e di tè, davvero squisito (al pari di quello del ristoro intermedio): ho detto a chi l’ha preparato che è, senza esagerare, tra i migliori del calendario podistico di quest’anno, non troppo felice per le corsette.

Domani si penserà al cronometro, e le occasioni non mancano: per oggi, siamo felici di aver “dato” in questo modo.

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14 luglio - Altra levataccia per un’altra 5,30, ormai è un vizio, stavolta molto fuori porta: a Sestola (provincia di Modena, ma a suo tempo famosa come patria adottiva di Alberto Tomba), un’ottantina di km da casa: e fortuna che la mia amica Paola ha buon cuore e una casetta in loco e mi offre un letto per passare la breve notte. Perché, per correre o camminare alle 5,30 . la sveglia suona alle 4,30 e bisogna buttarsi immediatamente giù dal letto altrimenti il corpo si rifiuta!

Ma esserci ne vale la pena, l’alba ha un fascino incredibile! Questa 5,30 è stata pensata ed organizzata da maestre e mamme delle Scuole elementari  di Sestola per finanziare progetti culturali. Bella pensata il darsi da fare, e bello farlo così con un’attività sportiva un po’ fuori dalle norme, all’alba, un gioco e un’avventura. E i bambini si divertono un sacco!

Il luogo è molto bello, per boschi e sentieri, un piccolo trail di 5 km e 300, con salitone e discese un po’ insidiose. Avventura nell’avventura, ed è bella l’atmosfera, il sentirsi parte di un gruppo,  tutti vestiti con le magliette gialle che almeno si distinguono nel bosco. E’ bello poter dire io c’ero! Molto bravi tutti e generosi anche gli sponsor che hanno offerto premi, magliette e il ristoro dell’arrivo, acqua e sacchettini con pezzi di parmigiano appena tagliato dalla forma, e pizzette! Unico difetto le indicazioni, non sempre chiarissime e un po’ piccine nel sottobosco scuro.

Tutto il ricavato, dai 10 euro per gli adulti e 5 per i bambini, sarà interamente donato alle Scuole elementari di Sestola.  Bellissimo stimolante inizio di giornata, peccato che la povera sottoscritta debba ritornare alla realtà e scendere a valle, in quella bolgia bollente in pianura. Ma ci saranno ancora altre avventure!

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È entrato nel vivo il 23° Circuito Podistico Corsa in Montagna SAT (Società Alpinisti Tridentini.).

Sette tappe, con l' esordio a Lavis domenica scorsa 28 maggio, dove è prevista anche la premiazione e festa finale venerdì 20 ottobre.

La seconda tappa é in programma venerdì 2 giugno ad Arco per il  6° Memorial Daria Morandi, con partenza alle 9.00 dal Largo SAT ed arrivo a Baita Cargoni dopo 12 km e 1200 m di dislivello. 

Percorso impegnativo disegnato nella cornice spettacolare dell' Alto Garda Trentino, dove sono attesi i migliori specialisti della corsa in montagna tradizionale. 

Previsto anche un percorso a carattere non competitivo di km 6.600, con partenza dalla Chiesetta di San Giovanni al Monte alle 10.30 ed arrivo sempre a Baita Cargoni, dove la manifestazione si concluderà con festa e premiazione.

Il tutto a cura della storica Sezione SAT di Arco, ormai prossima al centenario di vita, con la collaborazione delle associazioni locali. Sezione, quella arcense, impegnata anche a difendere il titolo nel Circuito conquistato nell' edizione 2022 con un leggero margine davanti alle Sezioni di Povo e Pinè. 

Unitamente al traguardo agonistico c' é, comunque, un altro traguardo a cui ormai da diversi anni è orientato in modo molto significativo il Circuito Podistico della SAT: il traguardo della Solidarietà. 

In totale 22 progetti di piccole dimensioni che, grazie soprattutto al contributo di atleti e sponsor, hanno contribuito ad elevare il livello di vita di molte persone in varie parti del mondo. 

Quest' anno il ricavato del Circuito -  spiega il coordinatore Giorgio Giacomelli. - sarà devoluto all' Associazione no profit "Helambu.Arcobaleno" presieduta da Giuseppe Dallavalle, che opera in Nepal impegnandosi a realizzare servizi e strutture di base, quali acquedotti, ambulatori, scuole elementari nelle zone del Paese devastato dal terremoto nel 2015.

Alla tappa di Arco faranno seguito le prove di Centa San Nicolò 18 giugno. -  Malè 15 luglio. -  Pinè 17 settembre. -  Vigolo Vattaro 24 settembre. -  Mattarello 8 ottobre. 

Per info ed iscrizioni, possibili  anche alla partenza delle singole prove:

www.circuitocorsainmontagna.it 

Nella foto alcuni atleti della Sezione SAT di Arco con il trofeo 2022, in compagnia del presidente Massimo Amistadi e dell' assistente spirituale don Franco Torresani.

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A circa cinque mesi di distanza dalla Hoka Maratona di Ravenna Città d’Arte 2022, è stato consegnato allo IOR, Istituto Oncologico Romagnolo, l’assegno firmato da Ravenna Runners Club legato al progetto attuato durante l’ultima edizione dell’evento ravennate. Si tratta di un appuntamento ormai tradizionale che conferma l’importanza e il peso specifico di questo legame che non si ferma solo al gesto simbolico, ma sostiene una battaglia sempre più attuale che si sofferma su tutte quelle malattie che ogni singolo giorno devono essere combattute.

Nella sede cesenate del Prime Center, centro multifunzionale dedicato alla prevenzione e alla medicina integrativa, il presidente di Ravenna Runners Club Stefano Righini ha consegnato nelle mani di Mario Pretolani Presidente Associazione Volontari e Amici dell’Istituto Oncologico Romagnolo, l’assegno di 5mila Euro alla presenza anche di Tommaso, testimonial del progetto che l’ha visto in primo piano in occasione della 23esima edizione della Hoka Maratona di Ravenna. Per Ravenna Runners Club la consegna dell’assegno allo IOR è l’ultima fase di un progetto charity che negli anni precedenti ha coinvolto numerose Onlus per una raccolta che ammonta complessivamente a 68.498 Euro donati.

Studente presso il Liceo Scientifico “A. Serpieri” di Rimini, il ragazzo diciassettenne ha deciso di prendere parte alla manifestazione bizantina vestendo i colori della Romagna che lotta contro il cancro per una ragione molto particolare: a luglio 2021, dunque poco più di un anno prima di presentarsi ai nastri di partenza della corsa dei mosaici, gli viene diagnosticato un tumore al ginocchio. «Ho reagito con positività – spiega – nella consapevolezza che fosse un problema che si poteva affrontare: anzi, spesso mi sono ritrovato io a dover tranquillizzare i miei genitori, che hanno appreso quella diagnosi in maniera sicuramente meno serena, anche perché mio padre in quel periodo era via per lavoro e non poteva essere presente».

Quando la professoressa di educazione fisica propone alla classe, per conto dell’Istituto Oncologico Romagnolo, se ci fosse stato qualcuno interessato a prendere parte alla “Maratona di Ravenna” anche come gesto a sostegno del percorso di cura di un proprio parente o di un proprio caro, Tommaso ha fatto un passo avanti e ha risposto presente. Non solo: ha deciso di proporre a compagni di classe ed amici di altre sezioni di accompagnarlo in questa piccola impresa. «Ciò che mi premeva era di mandare un doppio messaggio. Il primo è che quando ci sono delle difficoltà che sembrano più grandi di noi, in grado di travolgerci, occorre affrontarle comunque con grande positività e cercare di guardare il lato più bello delle cose anche quando sembra proprio non esserci. Certo: è molto più facile mantenere un atteggiamento di questo tipo quando sei circondato da persone che ti vogliono bene, che credono in te e decidono di supportarti in tutto quello che fai perché sanno che è qualcosa a cui tieni particolarmente. Ed è questo il secondo messaggio che volevo lanciare: l’amicizia, in questo tipo di percorsi, può rappresentare davvero un grandissimo valore aggiunto, che rende anche l’ostacolo all’apparenza più complicato qualcosa che invece sai di poter superare».

“Per noi si tratta di un altro passo fatto verso un progetto fantastico che è quello di raccogliere fondi per lo IOR – dice Stefano Righini, Presidente di Ravenna Runners Club –, da diversi anni siamo a fianco di questa realtà e anno dopo anno siamo sempre più orgogliosi di poter essere veicolo di promozione di messaggi importanti come quello lanciato da Tommaso. Inoltre, siamo felici di poter essere, con la Maratona di Ravenna, il teatro di valori come la grinta, la forza e lo spirito di gruppo che ha coinvolto Tommaso e i suoi compagni. Con questa consegna si chiude l’edizione 2022 e noi siamo pronti a ripartire per una nuova edizione”.

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Run for life è un evento sportivo organizzato per il settimo anno consecutivo da Socialtime odv, ad apertura della settimana dedicata alle donne, per promuovere la parità di genere e il rispetto reciproco quale condizione necessaria per una convivenza civile.
Si svolgerà il 5 marzo nel fantastico scenario del Parco di Monza con base organizzativa in Cascina San Fedele e partenza da viale Cavriga.

L’iniziativa, al di là del suo profilo tecnico fatto di 2 distanze competitive (21 e 10 km) e 3 non competitive (21, 10 e 5 km), è a scopo benefico: il ricavato andrà devoluto all’associazione il Veliero di Monza per contribuire alla ristrutturazione di Villa Valentina, che diverrà luogo di aggregazione e di inclusione per persone con disabilità fisiche e/o cognitive. 
Questo progetto, organizzato in collaborazione con I Gamber de Cuncuress, è stato sposato dal Comune di Monza, ha ottenuto un contributo da Regione Lombardia ed è patrocinato dalla Fondazione della Comunità Monza e Brianza, dal Centro Servizi per il Volontariato Monza-Lecco-Sondrio e da Fidal Lombardia.

Ci preme evidenziare che questo evento ha una forte valenza inclusiva. Saranno coinvolti nel processo organizzativo 80 disabili che si occuperanno dalla composizione dei pacchi gara, della gestione dei ristori e della distribuzione delle medaglie ai partecipanti.
Run for life ha spalancato la porta anche a 70 studenti appartenenti ad istituti scolastici superiori  (Porta, Floriani ed Hensemberger) che, con PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento) attivati tramite il progetto “Green Energy”, potranno avvicinarsi al mondo del volontariato, apprendere metodologie organizzative, sviluppare competenze e scoprire le proprie soft skills.
L’evento diventa un punto di forza anche per diffondere su larga scala progettazioni territoriali sulla prevenzione del gioco d’azzardo e campagne #noslot.
A rendere ancora più speciale questa edizione sarà la partecipazione straordinaria della Rai e di Radio Rai 1 che conferiranno un premio speciale per le squadre ed i gruppi più numerosi.

https://www.podisti.net/index.php/calendario/16651-run-for-life.html?date=2023-03-05-09-15

Info ed iscrizioni su www.runforlifeitaly.it

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Villar Perosa (TO), 1-2 ottobre - Impressionano alcuni dati alla conclusione della seconda edizione del Campionato Mondiale di plogging andato in scena lo scorso fine settimana a Villar Perosa. In sette ore i settanta atleti classificati al traguardo hanno raccolto 1152kg di rifiuti (una media di 16,5kg a testa!) hanno pulito 2243km di sentieri, hanno privato l’atmosfera di 1.650 kg di CO2 (l’equivalente di 3 mesi di emissioni di un italiano medio).

La pratica sportiva, nata in Svezia, che unisce la corsa a piedi alla raccolta dei rifiuti, sta suscitando consensi a tutte le latitudini del pianeta. E il Campionato del mondo ha regalato uno spettacolo completo, connubio di prestazione atletica e rispetto ambientale.

Il giorno dell’apertura, al teatro sociale di Pinerolo, il direttore di gara Roberto Cavallo dava le coordinate dell’evento sottolineando le differenze e i miglioramenti rispetto alla prima edizione Tra i presenti anche Erik Ahlström, il corridore svedese primo ideatore del termine “plogging”.

Il primo ottobre la gara valevole per il titolo mondiale con partenza e arrivo nel Parco Agnelli di Villar Perosa, partita puntuale alle 9.
76 gli atleti alla partenza (84 erano sulla carta quelli classificatisi per la finale nelle gare di avvicinamento) in rappresentanza di nove Paesi, sette ore di gara, una montagna di rifiuti raccolti e 70 gli atleti giunti al traguardo.

Le gare di plogging sono originali anche per un altro motivo: non è detto che chi taglia per primo il traguardo sia il vincitore della competizione. I giudici di gara svolgono infatti un particolare calcolo che unisce la prestazione atletica al punteggio ambientale. Quest’ultimo è legato alla ‘qualità’ dei rifiuti raccolti e cioè alla quantità di CO2 tolta dall’ambiente. In parole povere una lattina raccolta vale più punti di un pezzo di carta. E un oggetto di alluminio conta ancora di più della piccola lattina.

La cerimonia di premiazione si è svolta domenica 2 ottobre presso l’impianto sportivo del comune di Pomaretto dove sono stati incoronati i nuovi campioni mondiali. Donatella Boglione che ha collezionato 56258 punti (44483 punteggio ambientale + 11775 punteggio atletico) e Renato Zanelli con 99994 punti (84116 punteggio ambientale + 15878 punteggio atletico).

Classifiche complete e informazioni sul sito https://worldploggingchampionship.com/.

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4 ottobre - È San Francesco, Patrono d’Italia; qualche decennio fa era festa nazionale, adesso non più (c’era da ridurre le feste per incrementare la produttività, ma salvando quelle ‘politiche’), cosicché pochi hanno in mente la ricorrenza. Pochi (al di fuori degli scolari) anche a Bologna, dove oggi si celebrerebbe il santo Patrono, e fino a una ventina d’anni fa si correva la 50 km Bologna-Zocca, ora presso che dimenticata.

Non da “Vito” Alberghini però, ultramaratoneta di lunghissimo corso, e da una vita (56 anni) panettiere a Modena, che questa ultramaratona l’ha fatta due volte, ma quasi come allenamento, rispetto ai suoi dieci “Passatore” (miglior tempo 11h15; il doppio l’ultima volta...), o alla maratona corsa in 3h09 a Ferrara sotto la guida di Gigliotti, o alla Corrida di San Geminiano in 52:37, per non dire della 100 km su 250 giri di pista (a San Romolo, sopra Sanremo)…

Ma Vito (all’anagrafe Settimo, perché tale fu, di 9 figli complessivi), e Francesco in memoria del nonno, ha un altro motivo per non dimenticare il giorno di San Francesco (come non lo dimentica la moglie Francesca, pure lei panettiera, per 12 anni titolare anche di uno stand al mercato centrale, e sposata da 52 anni): perché ogni anno, questo 4 ottobre mattina, regala un filone del suo pane ai bisognosi (abitudine che si aggiunge a quella quotidiana di donare il pane avanzato ogni sera ai poveri della vicina abbazia benedettina di San Pietro).

Lo faccio – dice al sottoscritto, vecchio compagno e rivale di corsa e di sfottò – ricordandomi di quando, bambino a Cento di Ferrara (dove stavo in via Marescalca, segno del destino per l’inevitabile incontro sulle strade coll’omonimo Michele), poi a Modena, con la mamma bussavo alle porte altrui chiedendo, non soldi, ma farina, latte, uova per farci il pane e magari lo zucchero per qualche dolcino.

A 11 anni cominciò a fare il pane professionalmente: lo ricordiamo in gran spolvero nella bottega di viale Moreali, quartiere Sant’Agnese, dove la sua iniziativa di sfornare pane, pizza e dolci (i mitici bomboloni) e altro, ogni sera alle 23,30, aveva creato una happy hour tale da provocare intasamenti per la grande affluenza di giovani, fino alle 5,30. Si è poi trasferito a poche centinaia di metri, nella via Vignolese  (seminascosto da un Conad cui i suoi clienti contendono lo smilzo parcheggio), e mantiene l’happy hour al sabato e domenica.

- Ma i ragazzi vengono anche in altri giorni; tanto, io dalle 3 sono lì a impastare e cuocere, tutti prodotti tipici modenesi, bensoni con la marmellata, amaretti, stria ripiena, pasta fresca, tortellini fatti a mano passandoci in mezzo il dito mignolo: abbiamo insegnato il mestiere  anche a nostra figlia Annalisa, e chissà che qualcuno dei nipoti non voglia metterci il ditino anche lui…

Il discorso scivola sul podismo, che è stato per decenni la nostra ragione di vita comune: ma la Nove Colli l’hai mai finita?

- No, mi ci provai una settimana dopo il Passatore, e dovetti ritirarmi al 199° km (dieci km dalla fine…), e tu mi prendevi in giro mentre correvamo la maratona di Ferrara su pista…

- Da vergognarsi! Ma ne sono stato punito: dieci giorni dopo quella maratona mi è venuta un’ulcera pazzesca. Però anche tu, non eri male quanto a sfottò: ricordi quella volta che al Giro a tappe di Carpi raggiungemmo il povero Ermete, e tu lo prendesti in giro “Non ti vergogni a farti raggiungere da uno scarso come Marri?” (che era uno sfottò a due in un colpo solo).

-Bei tempi comunque: e tu che avevi promesso di non correre mai gare dove fossi costretto a camminare...? Adesso ho messo le scarpette da parte, un po’ per il mal di schiena, molto perché mi è passata la voglia. Però appena ho smesso mi sono venute quattro ernie…

-Forse faresti bene a riprendere le corse…

Ma quest’ultima frase non la sente nemmeno: è già nel retrobottega a infarinarsi le mani. Si avvicina l’ora di chiusura, stasera niente happy hour ma ci sarà ancora qualche bisognoso cui alleviare i morsi della fame.

Buon San Francesco, Vito.

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Sabato 1° ottobre a Villar Perosa va in onda il secondo Campionato mondiale di ‘plogging’ (per i dettagli si veda https://worldploggingchampionship.com/

Tra i cento atleti selezionati a partecipare al Campionato mondiale di ‘plogging’, sabato 1 ottobre, ci sarà anche Mimmo Piombo, atleta palermitano. La manifestazione che abbina la corsa alla raccolta di rifiuti, si svolge al Parco Agnelli di Villar Perosa (To). Nei mesi passati, Mimmo si è preparato con cura a questa gara particolare tenendo accese le sue due grandi passioni: la corsa e l’amore per la città di Palermo.

 

Mimmo, il termine ‘plogging’ è ormai abbastanza noto. Puoi riassumerci di cosa si tratta?

E’ una pratica sportiva che fa bene sia a chi la pratica che all’ambiente. E’ nata in Svezia qualche anno fa e unisce la corsa alla raccolta dei rifiuti cercando di sensibilizzare la comunità a non lasciare rifiuti, a non produrne e a differenziare correttamente per il rispetto dell’ambiente. In quest’ultimo decennio la pratica si è sviluppata in tutto il mondo. Il termine deriva da due parole “plocka upp” che in svedese significa “raccogliere” e “jogging” che indica la corsa. Dunque si tratta di correre e raccogliere rifiuti lungo i percorsi.

Quando nasce il tuo interesse per il ‘plogging’?

Da sempre. Da quando ho cominciato a correre ho sempre cercato di rispettare l’ambiente. Era una mia passione. Soprattutto quando ci allenavamo al Parco della Favorita, vedendo l’abbandono di rifiuti ingombranti, cercavo sempre di ripulire dove ogni giorno ci allenavamo, E’ qualcosa di innato. Quindi è un trentennio che pratico questo sport, che non sapevo sarebbe diventato tale.

Cosa significa fare ‘plogging’ a Palermo?

Per me è diventata un’abitudine. L’abbandono di rifiuti a Palermo è un problema serio e io non voglio che la mia città diventi un grande contenitore. In ogni uscita che faccio, nel mio piccolo, cerco di raccogliere rifiuti e soprattutto differenziarli. Nei miei percorsi giornalieri ci sono aree ecologiche che ormai conosco molto bene; cerco di raccogliere e di differenziare: plastica, vetro e cartone. Faccio la mia parte. Certo a volte cadono le braccia a terra, perché quello che avevo pulito il giorno prima il giorno dopo è già sporco. Mi gratifica comunque vedere che qualche altro “pazzo” come me fa la stessa pratica. E questo mi incoraggia.

Sabato sarai presente alla seconda edizione dei Campionati mondiali di ‘plogging’. In cosa consiste precisamente la manifestazione?

La selezione per la mia partecipazione è partita il 1° maggio scorso. Praticamente ogni volta che si faceva una sessione di ‘plogging’ bisognava inviare le foto dei rifiuti raccolti e selezionati, i chilometri percorsi e l’altimetria. Sono stato selezionato tra i 100 atleti che partecipano a questa seconda edizione del Campionato. Due anni fa partecipai all’edizione pilota vincendo il Gran Premio speciale per la quantità di rifiuti raccolta. Certo, ho vinto “a mani basse” perché a Palermo non è tanto difficile trovare rifiuti. Dopo aver vinto il premio iniziai a seguire queste iniziative. Sabato vestirò i colori dell’ACSI Sicilia occidentale e ASD Sicilia Promo Sport Vacanze. Agonisticamente non sarà facile. Si partirà alle 9 per concludere alle 17 cercando di percorrere più chilometri possibile, più altimetria e più rifiuti possibili. Per i rifiuti c’è una tabella di riscontro; dunque non vincerà l’atleta che ha fatto più chilometri, ma bisogna fare dei calcoli in base ai rifiuti raccolti. Proprio per questo motivo la cerimonia di premiazione avverrà il giorno seguente.

Cosa diresti ad una persona interessata a cominciare?

Direi di avere tanta pazienza e perseverare. Molte volte ripulisco un percorso che l’indomani è nuovamente sporco. Pazienza. Lo ripulisco nuovamente: il mio sogno è avere un futuro più pulito. Dobbiamo lasciare ai nostri posteri il mondo nel miglior modo possibile. Ricordo che il giorno del compleanno della mia bambina, il 25 marzo scorso, abbiamo fatto una seduta di ‘plogging’ e lei si è divertita tantissimo. Ognuno con il suo sacco e i suoi guanti… Ho cercato di sensibilizzare i miei figli, ma anche gli amici. Fa sempre bene a sé stessi, all’ambiente e soprattutto al prossimo.

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Domenica, 15 Maggio 2022 23:37

Greenway del Sile 2022: alba magica

Lungo Sile (TV), 14 maggio - Non c'è un primo e neppure un ultimo. E' un viaggio di 60 km che inizia a Jesolo e termina a Treviso costeggiando tutto il percorso del fiume Sile. Lo scopo di questa manifestazione è la raccolta di fondi per una struttura trevigiana che ospita ragazzi con problematiche psicosociali. Ho sempre partecipato a questo viaggio, mai uguale, sempre con scorci della Greenway suggestivi.
Quest'anno è stata un avventura unica.

Partenza a mezzanotte di sabato sera dal lungomare di Jesolo. Soltanto 50 i partecipanti ammessi causa la gestione complessa dell'evento.Tutti però con il pettorale personalizzato con il proprio nome, e anche un bellissimo pacco gara.
Partiamo a razzo tra risate e allegria. Ciclisti che aprono la strada e ciclisti scope che chiudono. La luna illumina il sentiero e dopo una decina di chilometri vediamo oltre il Sile Venezia e le sue luci.

Ogni 7/8 chilometri vengono preparati dei ristori che fanno invidia ai trail blasonati. Fino al 20mo chilometro, la carovana di "eroi" continua a procedere a passo spedito. A questo punto la truppa inizia a sentire i primi sintomi di stanchezza. Siamo già a Pontegrandi e mancano ancora 40 km.

Assieme a un manipolo di coraggiosi io parto. Alle 5 del mattino, finalmente l'Alba Magica. A Quarto d'Altino un sole meraviglioso esce dalle acque del Sile offrendo uno spettacolo unico. Con la luce posso ammirare le bellissime ville che si affacciano sul fiume, le piante acquatiche e i cigni che guardano questo gruppetto di pazzi. Inizia a fare caldo e procedo un po' correndo e un po' camminando con i compagni di avventura. Siamo sempre nella Restera lungo il fiume e arriviamo a Casier.Manca poco, passato l'arco delle Alzaie del Sile già si vede il Ponte dea Goba e la Piazza dei Signori di Treviso.

8 ore e 40 minuti. Ma chissenefrega. Siamo tutti primi e tutti ultimi. Dopo la foto di rito, felici e pimpanti, tutti a fare festa. Un hotel di Treviso ha offerto a tutti un mega buffet. Organizzazione ottima. Non è mancato nulla.

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Corrono insieme dal 2015. E sarà così anche quest’anno, perché squadra che vince non si cambia. Treviso in rosa e la LILT Associazione Provinciale di Treviso stanno per lanciare il conto alla rovescia in vista dell’edizione 2022 dell’evento al femminile che anche quest’anno promette di realizzare numeri da record. 

L’appuntamento è in calendario per domenica 8 maggio, giorno della Festa della Mamma. Per Treviso in rosa sarà una sorta di ritorno al passato, dopo che l’emergenza sanitaria ha determinato l’annullamento dell’edizione 2020 (svoltasi in maniera solo virtuale) e penalizzato l’evento dell’anno scorso, andato in scena in piena estate e con le limitazioni imposte dai protocolli di contenimento della pandemia. 

Sarà una domenica di condivisione, divertimento e solidarietà che avrà anche un obiettivo concreto, proposto dalla stessa LILT: l’acquisto delle attrezzature necessarie per arredare e rendere pienamente funzionante la palestra riabilitativa nella nuova sede dell’associazione, in via Venzone a Treviso. 

“La LILT, oltre alla prevenzione primaria e secondaria, si è sempre occupata anche di prevenzione terziaria, cioè di seguire il paziente dopo la cura per limitare le complicanze delle terapie e assicurare il ritorno alla normalità, intesa come possibilità di tornare ad una vita simile a quella che precedeva la comparsa della malattia neoplastica - spiega il dottor Alessandro Gava, presidente di LILT associazione provinciale di Treviso ODV -. Nella nuova sede intendiamo realizzare una palestra che offra ai pazienti la possibilità di completare il percorso di riabilitazione, in modo da ridurre al minimo gli esiti della cura”. 

Ogni anno, oltre duemila malati oncologici si rivolgono alla LILT di Treviso per affrontare la malattia. Grazie al coinvolgimento di circa 800 volontari, l’associazione offre un sostegno basato su attività di prevenzione, formazione, riabilitazione, fisioterapia, animazione per i più piccoli, senza dimenticare i servizi di trasporto pazienti, dermopigmentazione e consulenza alimentare. 

La grande famiglia di LILT Treviso ha, in via Venzone, una nuova sede di mille metri quadri e cinque ambulatori, in cui i volontari, figure professionali come medici, psicologi e fisioterapisti, i malati e i loro cari possono incontrarsi e vivere al meglio i momenti che li uniscono. Nella nuova sede vi è anche la disponibilità di una palestra riabilitativa, che i fondi raccolti dall’edizione 2022 di Treviso in rosa contribuiranno a rendere pienamente operativa.    

L’evento dell’8 maggio si conferma così una grande occasione di condivisione e solidarietà, tutta al femminile. E la risposta delle donne non poteva che essere all’insegna dell’entusiasmo. 

“A oltre tre settimane dall’evento abbiamo già superato le tremila iscritte - spiegano gli organizzatori di Trevisatletica e Corritreviso -. Significa che le adesioni, già adesso, sono oltre il doppio dell’anno scorso. Abbiamo attivato una cinquantina di punti d’iscrizione fisici, disseminati fra le province di Treviso, Venezia e Padova, che stanno lavorando a pieno regime. E continuano naturalmente ad essere attive le procedure d’iscrizione online. Ogni informazione per l’iscrizione è disponibile nel nostro sito, all’indirizzo www.trevisoinrosa.it, e nei canali social ufficiali”. 

Non solo: domani, sabato 16 aprile, tra le 9 e le 13, un gazebo di Treviso in rosa sarà presente in città, nei pressi di Porta San Tomaso, insieme ai volontari della LILT, per raccogliere iscrizioni e presentare i contenuti dell’evento. 

L’edizione 2022 di Treviso in rosa si svilupperà su un percorso di 7 km che toccherà i luoghi più suggestivi del centro storico cittadino. La partenza – adesso è ufficiale – sarà in viale Bartolomeo d’Alviano, ai piedi delle Mura. Mentre il traguardo, il village dell’evento e la grande festa finale animata dai deejay di Radio Company troveranno posto in cima alle Mura, sfruttando l’ampio spazio del Bastione San Marco.  

Tutte le iscritte a Treviso in rosa riceveranno la t-shirt ufficiale, ovviamente di colore rosa, e un simpatico zainetto, oltre al pettorale personalizzato con il proprio nome. Il rosa, a Treviso, è più che mai il colore del divertimento e della solidarietà. Appuntamento a domenica 8 maggio. Di corsa o camminando, non fa differenza.   

 

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Venerdì, 15 Aprile 2022 22:07

4 Passi per il Mondo: fai del bene correndo!

Tutto è pronto per la partenza di un nuovo evento innovativo nel panorama delle corse amatoriali brianzole.

“4 passi per il mondo” è una corsa non competitiva per adulti, bambini e famiglie che riserva qualcosa di davvero speciale: sia che tu voglia camminare o correre, farai del bene! Tutto il ricavato sarà devoluto all’associazione “In Missione Onlus- Amici del Sidamo” che da 40 anni sostiene importanti progetti umanitari e missioni in tutta l’Etiopia. 

Il 22 maggio si partirà dall’Oratorio San Mauro di Bernareggio (MB), in Via Obizzone 24, per poi attraversare sentieri e strade del comune di Bernareggio, fino a Ronco Briantino e Carnate. Ogni partecipante potrà liberamente partire tra le ore 8.30 e le ore 11.00. Ci sarà la possibilità di scegliere tra due percorsi alternativi: quello da 5 km o da 10 km. 

L’arrivo finale della corsa sarà sempre all’Oratorio San Mauro, dove saranno presenti numerosi stand dedicati alle diverse realtà di volontariato. Inoltre, sia per i più piccoli che per i più grandi, ci saranno attività ludiche e d’intrattenimento per tutto il pomeriggio. 

Dalle ore 11.30, ci sarà la possibilità di pranzare in Oratorio, con diverse specialità. 

Grazie alla quota di partecipazione alla corsa pari a 7€ (gratuita per i minori di 12 anni) sarà possibile sostenere progetti in Etiopia per aiutare donne, giovani e bambini a costruirsi un futuro di speranza. 

Il Comune di Bernareggio ha garantito il patrocinio per questa iniziativa, riconoscendone le potenzialità. Infatti, l’evento sarà in grado di radunare la comunità del paese e dintorni, diventando così un importante momento di aggregazione e di legame con il territorio. 

Sito WEB: www.amicidelsidamo.org/4-passi-per-il-mondo/ 

Seguiteci anche su Facebook e Instagram: @4_passiperilmondo

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