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Lettera aperta di Stefano Mei alla FIDAL in favore delle Società affiliate
26 Maggio - Nel momento di maggiore difficoltà dopo l’epidemia per il coronavirus, e il conseguente blocco dell’attività con pesanti danni per tutte le Società affiliate, alla vigilia del Consiglio Federale di domani 27 maggio, Stefano Mei, candidato alla presidenza della FIDAL per il prossimo quadriennio olimpico, alla guida di “Orgoglio Del Riscatto”, ha scritto una lettera aperta all’attuale presidente Giomi e al Consiglio Federale, chiedendo urgenti e concreti interventi a favore delle suddette Società.
In particolare, si chiede di restituire l’intera (o parte) quota di tesseramento relativa al 2020 e l’erogazione di contributi a favore delle stesse facendo ricorso “agli avanzi di gestione, a capitoli di spesa non più impegnati o ad altre sezioni del bilancio che vedranno una minore priorità”.
Di seguito la lettera indirizzata al Consiglio Federale:
Gentile Presidente,
Gentili Consiglieri,
cosa accadrebbe se le Società sportive non riuscissero a ripartire dopo questi ultimi mesi?
L’Atletica italiana è stata pesantemente colpita dalla pandemia in atto in tutte le proprie diramazioni, in prevalenza a causa del periodo di lockdown e delle varie misure di contenimento messe in campo dalle istituzioni sportive e non. D’un tratto si è interrotto il corso ordinario della stagione agonistica, degli allenamenti, delle manifestazioni e di tutta la programmazione posta in essere tra Federazione, Comitati, Tecnici, Atleti e Società sportive.
Queste ultime rappresentano il mattone fondante e principale del nostro movimento: sono i pilastri su cui pesa l’esistenza stessa del nostro sport, impegnate ogni giorno sui territori nel reclutamento, nell’avviamento, nel perfezionamento, nell’assistenza e nell’organizzazione di tutte le figure che incontriamo sui nostri campi, sia in allenamento che in gara, assorbendo, inoltre, dall’economia locale tante risorse economiche e umane che poi fungono da benzina per il motore federale.
Abbiamo stimato che ad oggi almeno l’85% delle Società sportive è ancora fermo con le proprie attività!
Per questo abbiamo più volte ribadito in queste settimane una linea a nostro avviso prioritaria su tutte le altre: è necessario sostenere le Società e farlo fin da subito!
Ci sono realtà che gestiscono impianti e hanno comunque dovuto far fronte alle utenze e alla manutenzione, altre che sostentano la maggior parte degli atleti non militari e che si sentono in difficoltà nei confronti di impegni presi con i propri tesserati, siano essi anche tecnici e collaboratori; altre ancora che hanno costruito negli anni delle reti territoriali per la promozione dell’Atletica e che vedono piste e palestre vuote, ma anche le tantissime che organizzano corsi, manifestazioni ed eventi in ogni parte dello stivale e che hanno già anticipato risorse nella programmazione dei propri appuntamenti in calendario, e così via… ecco, è a tutte queste realtà che va il nostro pensiero ed è a loro che crediamo che la Federazione debba dare supporto e sostegno, non soltanto discutendo sulle importanti linee guida utili alla ripresa delle attività, ma anche e soprattutto immettendo liquidità nel sistema (e NO, non è denaro da distogliere ad altre attività).
Vanno aiutate quelle Società che sono economicamente esposte fornendo un po’ di linfa vitale a quelle compagini che purtroppo rischiano di non proseguire la propria stagione e la propria esistenza, compromettendo così la pratica stessa dell’Atletica in alcuni territori.
Per questo chiediamo formalmente al Consiglio Federale e al suo Presidente di stabilire rapidamente dei parametri chiari, precisi, trasparenti, oggettivi ed equi, da condividere subito con tutti gli attori dell’Atletica italiana, ed erogare quelle somme già nelle disponibilità della Federazione e di cui già si è fatta menzione nei recenti verbali, attingendo a strettissimo giro agli avanzi di gestione, a capitoli di spesa non più impegnati o ad altre sezioni del bilancio che vedranno una minore priorità, se non addirittura il disimpegno.
Oltre ai più ampi interventi che potranno essere valutati dalla Federazione, riteniamo che la Federazione possa cogliere i seguenti suggerimenti di immediata applicazione e che rispettano i suddetti requisiti:
- rimborso parziale o totale dei costi di tesseramento 2020 (e NON l’estensione del tesseramento al 2021);
- identificazione di parametri oggettivi per assegnare contributi alle società che gestiscono impianti (in base al tipo di spese sostenute);
- erogare un parziale contributo, proporzionale al totale erogato nella stagione 2019 (ad esempio pari ad almeno il 50% del totale di contributi e rimborsi maturati nella scorsa annualità), su cui effettuare un conguaglio al termine della stagione 2020.
Certi che la sensibilità del Consiglio su tale argomento prevarrà su ogni altra sorta di logica o richiesta, restiamo coerenti con la nostra disponibilità nel contribuire alla rinascita della nostra Atletica.
Stefano Mei e il Direttivo di Orgoglio Del Riscatto
FIDAL: si può dare di più!
Sono sempre più stupito per la sostanziale inerzia federale in un anno di rinnovo cariche, anche se probabilmente, causa Coronavirus, le elezioni slitteranno. Da che mondo è mondo, in periodo preelettorale, la giunta uscente cerca di fare qualcosa di più per dare un buon ricordo ed accaparrarsi i voti degli indecisi. Qui invece regna l’inazione o il “braccino corto”, ecco tre esempi di quanto si poteva fare e non si è fatto:
Caccia all’untore runner: durante il periodo delle limitazioni all’attività motoria, i runner sono stati spesso apostrofati mentre correvano, anche se nel rispetto delle regole. Talvolta si è passati dalle parole ai fatti. Aggressioni, sputi, sassate, come descrivevamo in questo pezzo. Avete sentito una voce levarsi dalla FIDAL, per ricordare a tutti che il teorema “tutti a casa” aveva delle eccezioni se si correva in sicurezza e nel rispetto delle norme? Niente.
Rimborsi: anche sui soldi sono andati lunghi e non si sono sforzati molto. Mentre altre federazioni rimborsavano prontamente tasse gara per manifestazioni non disputate e decidevano o annunciavano sconti sulle tariffe per la prossima stagione sportiva, in FIDAL si sono mossi in ritardo e solamente regalando il tesseramento giovanile anche per il 2021. Non molto, visto che tanti non avevano ancora fatto il tesseramento. Per i master ovviamente, nessuna mossa, ma tanto si sa che sono solo vacche da mungere. Idem per le società che avevano pagato per manifestazioni cancellate o già rimandate all’anno prossimo. Leggete qui il bel pezzo del collega Lorenzini su questo tema.
Possibilità di dare evidenza all’atletica: questa invece temo che sarà una bella occasione persa. Il campionato del "dio calcio” sarà fermo fino a quasi metà giugno. Sport se ne vede pochino alla televisione. Ma perché non organizzare una gara elite sui 3 o 5 chilometri in un parco da trasmettere in diretta televisiva. Una bellissima passerella per il nostro sport. Invece si pensa solo ai campionati assoluti che saranno ad agosto, vedi qui l’annuncio, quando i media saranno concentrati su calcio, motorismo ed altri eventi sportivi con più appeal. Una ghiotta occasione persa, si poteva fare ai primi di giugno, come hanno già fatto in Norvegia (ecco qui il pezzo del collega Annoscia, sempre bravo e puntualissimo ad informarci su quanto accade nel mondo). E non venitemi a dire che ci sarebbero stati dei problemi per il contagio, protocolli o quant’altro. Spiegatemi allora com’é possibile che in serie A si allenino 11 contro 11 e noi non si possa fare una gara con una ventina di atleti d’interesse nazionale. Anzi due, una maschile ed una femminile. Evento infinitamente meno pericoloso di una serata di movida in una città a Vostra scelta o del gioco dei bambini in un pomeriggio ai giardini pubblici.
Si può dare di più, cantavano Morandi, Tozzi e Ruggeri a Sanremo nel lontano 1987, canzone vecchia, ma testo tuttora valido in via Flaminia Nuova a Roma.
Situazione impianti sportivi in Lombardia: domande e risposte
Un tema molto dibattuto, e non solo in Lombardia. Le norme emanate dal governo nazionale hanno autorizzato la riapertura, dettando tutta una serie di precauzioni da prendere ed è proprio questa la prima difficoltà. Sono regole tanto doverose quanto difficili da applicare, non si tratta solo di chiudere gli spogliatoi, bensì di esercitare il controllo degli ingressi contingentando il numero di persone; sanificare gli attrezzi, avere dei teli da sostituire per il salto in alto, disporre di mascherine e guanti e di garantire lo smaltimento, disporre di strumenti per misurare la temperatura corporea……
Quali sono i centri sportivi, riferendomi in particolare alle piste di atletica, che possono/vogliono garantire tutto questo? Al momento non è previsto alcun contributo a sostegno, pertanto si tratterebbe solo di iniziative private, eventualmente autorizzate dai singoli comuni. Scrivo “eventualmente” perché sappiamo come spesso diversi comuni si siano mossi autonomamente.
Oppure, caso Lombardia (ma sono certo ci siano altre simili realtà in Italia), appassionati di atletica, tecnici, dirigenti, gli stessi atleti, che si mettono a disposizione per mandare avanti la baracca dell’atletica. Proprio grazie a queste persone sono stati aperti diversi centri sportivi, eccone alcuni:
XXV aprile (MI); Sesto SG (MI); Legnano (MI); Lodi; Canegrate (MI); Saronno (VA); Cairate (VA); Vigevano (PV); Mariano Comense (CO); Rovellasca (CO); Brembate (BG); Alzano (BG); Rodengo Saiano (BS); Concesio (BS); Nave (BS); Rezzato (BS). Altri apriranno a breve, come Bergamo (Via delle Valli); Chiari (BS).
Ma si tratta di un elenco che si aggiorna costantemente, è buona cosa rivolgersi al comitato lombardo per informazioni: Il presidente del Comitato Regionale FIDAL Lombardia Gianni Mauri (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.); i vicepresidenti Roberto Goffi (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) e Luca Barzaghi (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.); il segretario generale Rolando Perri (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), ma anche ai comitati provinciali di pertinenza. Sono a disposizione delle società per tutte le problematiche inerenti e per agevolare l'opera di ripresa, in maniera sicura e controllata, delle attività.
Qui sotto riporto un comunicato di Fidal Lombardia, che cerca di spiegare come stanno le cose. Il titolo è quantomai opportuno “Facciamo chiarezza”, perché dall’esterno non è facile comprendere le dinamiche che ci sono dietro queste scelte.
In relazione alle ordinanze emanate da Regione Lombardia e dai Comuni in merito alla ripresa dell’attività negli impianti sportivi, si ravvisa che spesso tali ordinanze sono in contraddizione tra loro e che in alcuni casi permettano la pratica all’aperto, in altri casi consiglino la pratica all’aperto, in altri casi ancora permettano oppure neghino l’uso degli impianti sportivi.
La Federazione Italiana di Atletica Leggera, nel pieno rispetto delle norme emanate dal Governo nazionale, ha consentito, al momento, esclusivamente l’allenamento in forma individuale degli atleti di interesse nazionale come da elenchi inviati alle società. È evidente che FIDAL Lombardia non può predisporre piani di riapertura dell’attività sportiva sulla base di decine di ordinanze comunali di differente contenuto. Pertanto, la Federazione continuerà ad attenersi alle disposizioni del Governo nazionale che per loro natura stabiliscono regole e parametri uguali per tutto il territorio nazionale.
Si sottolinea infine che, laddove le ordinanze locali lo consentano, la riapertura dell’attività esula dalle autorizzazioni federali per la ripresa dell’attività e per l’eventuale riapertura degli impianti. La responsabilità di tali aperture ed il rispetto di tutti i protocolli igienico-sanitari sono di esclusiva competenza e responsabilità di chi ha la responsabilità della gestione (Comuni, Fondazioni, Privati, Società Sportive ecc) e nel pieno rispetto di tutte le tutele previste dai protocolli di sicurezza sanitaria che devono essere rispettati verificando inoltre la validità delle coperture assicurative per lo svolgimento dell’attività all’interno degli impianti sportivi.
Malagò: elezioni CONI e Federazioni ad inizio 2021?
5 Maggio - “L'impressione è che siamo solo all'inizio della querelle”, concludeva Maurizio Lorenzini nel suo preciso pezzo: https://www.podisti.net/index.php/commenti/item/6045-elezioni-fidal-rinviate-anzi-no.html; e una nuova puntata è stata scritta oggi, con il pezzo apparso sul "Corriere dello Sport" a firma Franco Fava, dal titolo: “Malagò riflette: elezioni pre-Tokyo?”.
In effetti, la pandemia che ha portato al rinvio al 2021 dei Giochi Olimpici di Tokyo ha creato il grande problema delle elezioni del CONI e delle varie Federazioni, tra le quali la FIDAL.
Farle svolgere come previsto nel 2020 o rinviarle nel 2021, dopo i Giochi Olimpici, “quindi non più al termine del tradizionale quadriennio olimpico, ma a quello che è divenuto ormai un quinquennio? Sul posticipo confliggono da una parte la Carta Olimpica, che indica l’appuntamento con le urne dei Comitati Olimpici all'indomani dell'Olimpiade, dall'altra la legge Melandri del 1999, che impone il rinnovo delle cariche ogni quattro anni”.
Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, si era detto inizialmente favorevole al rinvio a fine 2021 delle assemblee elettive federali, con le elezioni Coni a seguire nella primavera 2022, ma sta forse cominciando a riflettere e vedere la questione in maniera un po’ diversa.
Infatti, come scrive Fava: “nelle consultazioni avute la scorsa settimana, il presidente Malagò avrebbe avanzato l'ipotesi di un rinvio di soli pochi mesi. Causa anche le difficoltà a convocare assemblee di centinaia di delegati per ogni federazione il prossimo autunno, Malagò starebbe pensando di proporre la fase elettiva tra gennaio e febbraio 2021. Si pensa al voto telematico, che favorirebbe un taglio dei costi, ma solleverebbe dubbi tecnici e legali (remote, interventi candidati in streaming e presenza di un notaio).
A scalpitare per elezioni nei tempi stabiliti sono federazioni importanti come l'atletica, il cui presidente Giorni non è ricandidabile. I tre aspiranti - Roberto Fabbricini, Stefano Mei e Vincenzo Parrinello (attuale vice in Fidal) - sarebbero favorevoli a impegnarsi a non modificare, se eletti, la struttura tecnica a pochi mesi dai Giochi. Tra le federazioni favorevoli a vario titolo a un rinvio al 2021 spiccano anche calcio, ciclismo e rugby. Altri fanno notare che in caso di cancellazione di Tokyo, si creerebbe un pericoloso corto circuito”.
E, in effetti, c’è molto da meditare su quest’ultima frase: in caso di annullamento definitivo dei Giochi Olimpici, cosa accadrebbe? Presidenti e consiglieri fin quando rimarrebbero in carica?
Speriamo si possa decidere a breve, trovando la miglior soluzione: per il futuro del nostro sport.
Corsa su strada: difficoltà relazionali tra segretario Fidal e manifestazioni Gold e Silver
Da tempo è in atto un confronto tra gli organizzatori delle gare su strada e la Federazione; tutto è partito dai famosi certificati medici, con l’obiettivo di ridurre le problematiche che limitano fortemente la partecipazione degli stranieri. Poi si sono identificati altri buoni motivi per continuare il dialogo, non fosse altro grazie al coronavirus.
Pare proprio che in merito al modo di procedere siano nate delle controversie, formalmente lamentate dal gruppo delegati running (rappresentano tutte le gare gold e silver) con la lettera che segue. Come si può notare, pare che il segretario Fidal, Fabio Pagliara, non abbia atteso un documento che i rappresentanti stavano predisponendo, invece muovendosi direttamente presso i comitati regionali.
Questa la lettera che abbiamo ricevuto:
Spett. redazione podisti.net
Nei giorni scorsi sono apparse sui media alcune dichiarazioni da parte del Segretario della Fidal, nelle quali si parlava di una collaborazione con il gruppo delegati running e della stesura di un documento a più mani, a seguito dei suggerimenti ricevuti dagli organizzatori.
Da parte del nostro gruppo di delegati running, ancora non c’era stata una risposta ufficiale sull’argomento, sul quale abbiamo invece chiesto agli organizzatori delle gare Gold e Silver di ricevere delle indicazioni per poter fare delle controproposte condivise alla Federazione.
Vi inoltriamo una lettera appena inviata al Segretario, nella quale come gruppo prendiamo le distanze dalle affermazioni del segretario sulla condivisione del documento bozza presentato dallo stesso, ripromettendoci di dare dei suggerimenti che siano frutto, sì, di una presa di coscienza delle condizioni imposte dall’emergenza, ma anche di una realistica prospettiva di ciò che si può e di ciò che invece non si può fare.
Firmato, I delegati Running
Questo il testo della lettera inviata al segretario:
Caro Segretario,
abbiamo avuto modo di apprendere che la Federazione starebbe scrivendo a quattro mani con i rappresentanti degli organizzatori delle Linee Guida per tornare alla pratica agonistica delle corse su strada.
Lo abbiamo appreso dalle sue interviste al Corriere dello Sport e dal blog di Cesare Monetti, oltre che da una mail inviata ai Presidenti Regionali nella quale la Fidal conferma che la bozza Linee Guida discende dai suggerimenti ricevuti dai Presidenti Regionali e dal gruppo di lavoro formato dagli organizzatori di maratone e mezze Gold e Silver.
Siamo a rilevare che il fitto scambio di idee di cui si parla nei suddetti articoli, tra noi e la Federazione, in realtà ad oggi si limita all’aver ricevuto da parte della Federazione stessa una bozza di Linee Guida, non in esclusiva, e poi una nuova bozza che veniva presentata come lavoro comune anche fra Delegati Running e Federazione. Il che non è.
Siamo a contestare tale modo di descrivere i rapporti fra ufficio Running e Delegati delle maratone e mezze Gold e Silver che fino ad oggi limita il confronto all’invio unidirezionale da parte vostra delle bozze di Linee Guida da presentare al Governo. Da parte nostra stavamo preparando una risposta che raccogliesse le posizioni del maggior numero possibile di organizzatori.
Gli organizzatori si pongono in questo momento più di un problema sul ritorno alla normalità, sul superamento della paura e degli effetti del virus, per poter eliminare il distanziamento sociale, per tornare a stare insieme a gareggiare. I mass event comportano necessariamente forti assembramenti in partenza, arrivo e nelle fasi preliminari e successive alle gare. Le manifestazioni sono esperienze di socialità e comportano spostamenti sul territorio, in funzione turistico-sportiva, la presenza di pubblico, sponsor che vogliono esser legati a feeling positivi.
La situazione attuale non permette tutto questo e stiamo verificando noi con gli organizzatori Gold e Silver, su cui pesano responsabilità e costi delle manifestazioni, se e come in questa situazione sia il caso di rimettere in moto. Le nostre risposte non tarderanno ad arrivare.
La invitiamo però a non richiamare la nostra condivisione di decisioni della Federazione, né in interviste, né in comunicazioni ufficiali ad altri organismi federali perché questo non corrisponde alla realtà dei fatti.
Ne approfittiamo anche per ribadire che i temi del dialogo da aprire subito fra Fidal e organizzatori riguarda anche la proposta da noi inviata e che chiedeva per il 2021
- l’abbandono delle tasse gara
- l’eliminazione delle tasse di affiliazione delle società
- il procrastinare la validità delle tessere di tutte le categorie al 31/12/2021 ed il mantenimento dei label delle gare per il 2021.
Su questo restiamo in attesa di risposta da parte della Federazione. Questo tema è nelle corde delle decisioni che la Fidal può assumere ed è stato presentato in modo formale e preciso. Vorremmo una risposta, a maggior ragione ora che apprendiamo che la Federnuoto e la Federazione del Volley hanno previsto l’azzeramento di questi costi e di costi similari per le loro società, mentre la Fidal ha parlato di un intervento ai soli iscritti delle categorie promozionali, i cui costi di tesseramento sono fra l’altro irrisori rispetto a quelli delle categorie master, che sono quelle maggiormente interessate ai nostri eventi di massa.
I protocolli di sicurezza si muovono al momento verso una situazione ignota e hanno bisogno di interpretare scenari in divenire. Vorremmo poter interpretare con la Fidal quanto sentiamo da organizzatori e runner e difendere quelle posizioni per le responsabilità che portiamo sul futuro della corsa. Questa volta non è scontato che affrontando la situazione senza una cassetta degli attrezzi adeguata e senza capire le esigenze di tutti, vi sia un futuro anche per la Federazione.
Ci riserviamo infine di inviarvi entro la entrante settimana le osservazioni sulla bozza di linee guida inviateci.
I Delegati Running
Lorenzo Cortesi (Venice Marathon)
Ferruccio Demadonna (Trento Running Festival)
Laura Duchi (Roma-Ostia)
Stefano Righini (maratona di Ravenna)
Fidal, qualcosa succede: proroga tesseramenti nel settore giovanile. E i master?
Non sarà da fare i salti di gioia ma il gesto è da apprezzare. Nell’ambito delle iniziative di sostegno alle associazioni sportive, la federazione ha deciso di prorogare il tesseramento al 2021 per alcune categorie del settore giovanile, più precisamente quella degli esordienti (sono 3 fasce, nati da 2009 al 2015); ragazzi (nati nel 2007 e 2008) e cadetti (nati nel 2005 e 2006).
In realtà bisogna dire che difficilmente se ne potrà usufruire già nel corso del 2020, proprio per l’assenza di gare; inoltre non so al momento del blocco (febbraio) quanti tesseramenti erano già stati effettuati. In ogni caso la sostanza è che nel 2021 non si dovrà pagare la quota annuale.
Ma, come si dice, in soldoni di quanto/cosa stiamo parlando? Queste tre categorie insieme totalizzano circa 70.000 tesserati, su un totale di circa 300.000. Dal punto di vista prettamente economico non sono grandi cifre, anche se messe insieme un peso ce l’hanno; secondo il tariffario ufficiale Fidal per la categoria degli esordienti è previsto un costo annuo pari a tre euro, invece 10 per ragazzi e cadetti. Ovviamente le singole società possono chiedere contributi per la copertura delle notevoli spese che devono sostenere, salvo interventi degli sponsor (ahimè, generalmente pochini per il settore giovanili): pensate a divise, borse, affitto campi sportivi, tecnici, etc.
E i master? A noi tocca aspettare, di certo la situazione è sempre più grave. Francamente non penso solo/soprattutto al costo del tesseramento (costo base 20 euro/anno), invece a tutte attività che i gruppi sportivi mettono in piedi; diversi di questi organizzano gare che però non si possono e non si potranno fare per lungo tempo, ed invece costituiscono un’entrata importante per la sopravvivenza del gruppo sportivo. Ma anche tutte le attività collaterali, come organizzazione corsi, per alcuni i costi di affitto dei centri sportivi e iniziative sociali di vario tipo.
Fidal dovrebbe porre attenzione a questa categoria, che rappresenta un importante entrata nelle casse federali. Non si tratta solo dell’introito derivante dal costo del tesseramento, peraltro si tratta di qualche milione di euro, ma tutto ciò che è connesso alle attività dei master, in primis la partecipazione alle gare. Una mezza maratona livello “bronze” costa 1200 euro, poi c’è la nota “tapascion tax”, un euro a partecipante/gara, giusto per citare le prime cose che vengono in mente. Oggi il master è arrabbiato perché non può correre come vuole, non potrà gareggiare per un bel po', non vede l’ora di riprendere. E’ chiaro che ciò non dipende dalla federazione, ma un occhio di riguardo per la categoria è meritato. Anzi dovuto.
La presidente Fidal Agrigento scrive a Giomi
Volentieri rilanciamo questo appello che la presidente del Comitato provinciale Fidal Agrigento, la campionessa della strada Liliana Scibetta, ha lanciato al proprio presidente nazionale. In una stagione in cui l’attività è ferma, ma i ‘costi costanti’ rimangono invariati; in cui, per esempio (venendo al mondo civile), le assicurazioni auto (almeno alcune) offrono la riduzione delle tariffe data la minore o nulla incidenza del traffico, o i teatri rimborsano le quote di abbonamento non godute, o – infine – dal governo centrale giungono, o almeno sono promessi, sussidi a imprese o famiglie, sarebbe stonato che la Fidal mantenesse le proprie ‘tasse’, sia quelle di tesseramento per un’attività che non c’è, e ancor più i taglieggiamenti come quello indicato al punto 6. [F.M.]
Carissimo Presidente della Fidal Alfio Giomi,
chi scrive è Liliana Scibetta presidente del Comitato Provinciale della FIDAL di
Agrigento.
La gravissima crisi sportiva e finanziaria che sta colpendo tutto il mondo sportivo ed in particolare il “nostro mondo”, quello dell’Atletica Leggera, se da un lato sta destando allarme e preoccupazione, dall’altro non può e non deve scoraggiarci.
Ad oggi, nell'ottica di una ripresa che al momento appare ancora lontana, deve essere nostra priorità cominciare a riprogrammare la ripartenza, per questo mi appello a Lei affinché sin d’ora si cominci a delineare e a tracciare un percorso di incentivi a sostegno dell’Atletica Leggera.
Le società oggi sono in gravissime difficoltà, ancora di più quelle siciliane, penalizzate dalla posizione geografica, dalla carenza di impianti e dai costi esosi che le stesse sono costrette ad affrontare, quando devono prendere parte alle manifestazioni programmate fuori dal territorio siciliano.
Stesso discorso vale per gli organizzatori delle manifestazioni, che si troveranno, oltre al quasi azzeramento di sponsorizzazioni, a dovere fare i conti con aumenti di costi relativi alla sicurezza sanitaria, imposti a seguito delle nuove disposizioni in materia di lotta al Covid 19.
Per questo e, alla luce del prolungarsi della situazione di criticità, credo che la Federazione, dovrebbe sin da ora, cominciare ad emanare delle linee guida e prospettare aiuti a sostegno delle società martoriate dall’emergenza sanitaria.
A tal proposito mi permetto di mettere nero su bianco, una serie di proposte che potrebbero rappresentare il volano per poter rilanciare con entusiasmo e nel migliore dei modi la prossima stagione agonistica.
1- Esenzione tassa di affiliazione 2021 per le A.S.D. affiliate per la stagione 2020;
2- Riduzione del 50% della tassa di tesseramento per il 2021 per i gli atleti già tesserati nel 2020;
3- Sostegno alle A.S.D. che promuovono l’attività promozionale;
4- Riduzione drastica delle tasse di tesseramento delle figure come Dirigenti, Tecnici e medici;
5- Creazione di un fondo che sostenga le A.S.D. geograficamente penalizzate, che nel corso della stagione 2021, parteciperanno a C.D.S.;
6- Abolizione in via straordinaria della tassa gare di € 1 a partecipante per le gare su strada;
7- Sostegno agli organizzatori attraverso convenzioni con società di cronometraggio e di protezione civile, per l’abbattimento dei costi di cronometraggio e sicurezza.
Tutto ciò costituirebbe oltre che un aiuto non indifferente per le società, dirigenti ed atleti, un meraviglioso segnale di vicinanza delle Federazione e uno stimolo per andare avanti.
L’occasione è gradita per augurarle un caro saluto ed un buon lavoro.
Agrigento 27 Aprile 2020
FIDAL Comitato Provinciale di Agrigento c.o. Palazzo CONI – 92100 – Agrigento
Il Presidente
Liliana Scibetta
Tornare a correre, e non solo: Fidal propone
Forse qualcosa succede, sul fronte Fidal. Si potrebbe anche dire…finalmente. Si tratta di una proposta mirata a favorire gli allenamenti degli atleti tesserati; la trovo concettualmente ben congegnata e strutturata, tenendo presente le difficoltà attuali. Questo il titolo della proposta:
PROPOSTA DI LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE DI UN DISCIPLINARE DI ACCESSO E MODALITA’ DI SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’ DI ALLENAMENTO NEGLI IMPIANTI DI ALTETICA LEGGERA IN PREVISIONE DELLA LORO RIAPERTURA DURANTE IL PERIODO DELL’EMERGENZA DA COVID-19
Ovviamente le criticità sono molte, tuttavia personalmente apprezzo il tentativo di ripartire, sia pure con tutte le precauzioni e limiti del caso. Si tratta comunque di una proposta, che le autorità competenti, in primis l’Istituto Superiore di Sanità, dovranno valutare e sperabilmente approvare. Sono iter che di norma nel nostro paese prendono parecchio tempo, figuriamoci in tempi di coronavirus ma…cerchiamo di essere ottimisti.
Leggendo il documento ci sono le risposte alle domande che è inevitabile porsi. Ecco le principali:
Quali sono gli impianti di atletica leggera? Essenzialmente le piste ed i centri sportivi, quindi solo luoghi circoscritti dove è facile disciplinare gli ingressi ed i controlli. Fermo restando alcune limitazioni (no utilizzo spogliatoi, palestre, etc) sarà necessario mettere a disposizione mezzi e persone per gestire il tutto, cosa non facile, e non solo per un problema di costi. Si potrà correre anche attorno alla pista (perimetro esterno), sempre che il centro abbia un ingresso di controllo.
Chi dovrà occuparsi dell’organizzazione? I gestori dei centri, i quali dovranno mettere in atto tutte le misure idonee a garantire la sicurezza. Si legge che Fidal non fornirà contributi economici diretti, invece si conterà sul supporto delle società sportive, che dovranno mettere a disposizione un adeguato numeri di addetti.
Quando si potrebbe partire? Non c’è una data precisa, di certo dopo il 4 maggio o comunque dopo il via libera del governo
Cosa si potrà fare nei centri sportivi? Allenamento per tutte le specialità dell’atletica leggera, e solo questo, sono da escludere le competizioni di ogni tipo. Naturalmente anche gli allenamenti stessi non potranno svolgersi liberamente, ma seguendo una serie di regole ed indicazioni.
Chi può beneficiare dell’iniziativa: tutti gli atleti tesserati Fidal, a partire dai cadetti e fino ai master. Per questi ultimi ci sono delle riserve nelle fasce superiori a M/F 60, per le quali potrebbe essere richiesto un approfondimento in sede di valutazione. Anche le categorie ragazze/i e le attività delle scuole di atletiche potrebbero essere ricomprese in determinati casi (esempio centri sportivi di gestione diretta Fidal)
Ci sono molti altri aspetti che potete leggere nel documento allegato.
Di certo non sarà la stessa cosa di prima, però ripartire sarebbe già un bel segnale. Non sarà semplice; ad esempio, secondo quanto proposto da Fidal ci vorranno almeno 4 addetti dedicati al controllo, oltre al personale per le pulizie, perché è chiaro che si dovrà provvedere alla sanificazione dei locali, degli attrezzi. Ci saranno limitazione orarie nell’utilizzo della pista, quindi si può immaginare un intasamento in certe fasce, tipicamente 18-21). Non credo proprio si potranno fare i “lunghi”, anche le ripetute probabilmente dovranno essere ridotte come distanza; salti e lanci dovranno essere ben coordinati.
In definitiva, io auspico che tale proposta verrà accettata, e confido che non si mettano per traverso governatori e amministratori di enti locali, di questi tempi ne abbiamo visti di interventi quantomeno discutibili (quelli che ...la corsa non è attività motoria…). E possibilmente che si possa “tornare in pista” anche in tempi rapidi. Ripartiamo lentamente, ma… ripartiamo.
Resta un dubbio, un grosso dubbio: si potranno raggiungere i centri sportivi? Autocertificazione?
Giomi e il consiglio federale: avanti così sino al 2021
Si sapeva che era una possibilità assolutamente concreta, lo aveva “bisbigliato” lo stesso presidente Giomi: “Sarebbe un peccato non poter completare il nostro lavoro fino alle Olimpiadi, per il bene stesso degli atleti”. Sulla legittimità della scelta di continuare con l’attuale consiglio federale si è discusso e si discuterà ancora, ma pare che esista la possibilità di una deroga al mandato che prevede il quadriennio (non a caso coincidente con le Olimpiadi), in considerazione dell’eccezionalità della situazione.
Semmai ci sarebbe argomentare sul “bene degli atleti”: se da una parte è ovvio che esiste un programma in atto, dall’altro non si può dare per scontato che “un altro” programma non sarebbe stato ugualmente valido, o forse anche migliore, visti i risultati sinora ottenuti. Al tempo stesso gli eventuali subentranti avrebbe chiaramente tenuto in considerazione il programma sinora svolto; infine, un periodo di 8 mesi apparirebbe adeguato per presentarsi al meglio a Tokio 2021 (23 luglio – 8 agosto, LEGGI QUI). Aggiungo, ancora, che sono gli atleti a correre, saltare e lanciare, certamente non i componenti del consiglio federale.
Insomma, seppure la decisione di continuare abbia più di un senso, il dubbio che si tratti anche di una scelta opportunistica, ovvero un anno in più di poltrona, c’è tutto. Ora comunque speriamo che tutti i componenti del consiglio federale affrontino con serietà e senso di responsabilità quest’ultima fase, e che da questo lavoro venga fuori un qualcosa di buono dal loro mandato, sinora deludente.
La decisione di rinviare le elezioni ovviamente riguarda tutte le federazioni sportive; di riflesso certamente anche le elezioni regionali saranno rinviate. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha precisato che la decisione è stata presa in accordo col CIO e col ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, persona che sinora non pare abbia brillato sulle decisioni in materia di sport.
Parla il presidente Fidal: il calendario agonistico, gli atleti, i dubbi
Il 27 marzo ci sarà una riunione del consiglio federale, già programmata da tempo. La ragione principale, per quanto a mia conoscenza, è (era?) la rivisitazione del calendario gare, completamente rivoluzionato dagli eventi legati al coronavirus. C’è chi ha semplicemente annullato l’edizione 2020 ed altri invece che cercano disperatamente una data, facile prevedere un affollamento nel periodo settembre-novembre, organizzatori che magari si litigheranno i clienti/podisti a colpi di sconti e offerte speciali. Non sarà facile, per nessuno. In ogni caso la mia impressione è che, in base al recente sviluppo della situazione, sia oggi prematuro fare ipotesi di calendario, anche se sarebbe bello, una sorta di segnale che la vita sportiva riprenderà. Sarà quindi una riunione dalla quale emergerà poco o nulla.
Alfio Giomi, presidente della Fidal:
Quando questa mattina, dopo aver letto delle ennesime, immani difficoltà in cui si sta dibattendo il nostro Paese, mi sono apprestato ad approfondire i temi del Consiglio federale del 27 marzo, mi sono chiesto quanto fosse congruo, in un momento come questo, pensare all’attività sportiva. E la risposta è stata: lo è più di sempre, perché ci aiuta ad affrontare una fase difficilissima, sapendo che ne usciremo e che c’è un domani. È quindi con questo spirito che affrontiamo le difficoltà di oggi, preparandoci al meglio per quando finiranno.
Dobbiamo però ammetterlo: quando tutto questo sarà finito, non potremo ripartire come se nulla fosse stato. I tempi per il ritorno alla normalità saranno lunghi, e dovremo, tutti insieme, organizzarci per superarli al meglio. Con questo spirito ci prepariamo alla riunione di Consiglio del 27 marzo, nell’ambito del quale costruiremo e rafforzeremo tutti quegli strumenti che ci consentiranno di superare l’ostacolo. Sarà allora, che i valori fondanti dell’Atletica Italiana potranno fare la differenza.
Tutti insieme, ce la faremo.
Un messaggio un po’ banale, un po’ scontato, ma forse in questo momento è difficile dire di più. Invece ci sono dei problemi da mettere sul tavolo, certamente molto meno gravi rispetto a quanto sta accadendo, tuttavia si deve pensare che la vita continua, deve continuare. Non credo che sia blasfemo cominciare a pensare o immaginare il dopo coronavirus, vale per tutte le attività, vale per l’atletica. Ed allora, nel frattempo, piacerebbe sapere cosa sta effettivamente facendo la federazione rispetto al movimento dell’atletica; la domanda più immediata riguarda gli atleti che possono o potrebbero concorrere per le gare più importanti; il primo pensiero va alle Olimpiadi di Tokio (se si faranno) ma anche più semplicemente ai campionati italiani. Per accedere ci vogliono dei minimi, in termini di tempi e misure, ma senza gare, come si fa ad ottenerli? Prima ancora, in mezzo a tutti gli stop che la situazione impone, come possono allenarsi? Per chi vale la possibilità di farlo? Fidal ha definito una lista di atleti autorizzati, questi i criteri:
Atleti-di-interesse-nazionale-ecco-i-requisiti
Con questo si definisce un primo elenco di atleti che potrebbero allenarsi. Bene, ma dove? Gli atleti dei gruppi militari (Esercito, Aeronautica, Fiamme Gialle, etc) di norma hanno a disposizione i propri centri sportivi, opportunità utile soprattutto per le specialità classiche dell’atletica (salti, lanci, prove veloci e multiple, mezzofondo). Per tutti gli altri è più complicato, semplicemente perché i centri sportivi sono chiusi. A proposito degli altri: ci sono diversi atleti che non appartengono ai gruppi militari, né sono inclusi nella lista “atleti di interesse nazionale”, eppure posseggono già i minimi per i campionati italiani. Ne cito alcuni che mi vengono subito in mente: Omar Bouamer (29:48 sui 10.000 mt), Francesco Carrera (29:29, 10.000 mt), Nicola Bonzi (1:05:14, mezza maratona). Allargando il discorso ci sono altri atleti meno noti ma comunque in possesso dei cosiddetti “minimi”, che sono ad esempio in campo maschile 3:51 per i 1500 metri; 31’ per i 10.000; 9’20 per i 3.000 mt siepi. Quali possibilità riserva loro la federazione di potersi allenarsi? Vale a tutti gli effetti l’autocertificazione?
In mezzo a tutti questi discorsi c’è un’altra complicazione: grazie alla battaglia scatenata contro chi corre allenarsi per strada diventa un’attività ad alto rischio, sono in aumento gli episodi di intolleranza.
Giomi: la preparazione per i Giochi di Tokyo va avanti
In questo particolare momento nero del mondo tutto, e dello sport in particolare, legato all’emergenza Coronavirus, un’interessante intervista del presidente Alfio Giomi è stata pubblicata sul sito della Fidal.
Il presidente, dopo aver riconosciuto all’atletica il ruolo di “grande agenzia educativa, capace di stare alle regole”, evidenzia l’importanza delle società che “sono il punto di riferimento del movimento” e si dice pronto a raccoglierne le istanze; al contempo si dice pronto per il prossimo Consiglio Federale (del 27 marzo, in teleconferenza) a formalizzare nuove ipotesi per il nuovo calendario nazionale, per essere pronti non appena si potrà ripartire.
Per quanto riguarda le Olimpiadi di Tokyo, Giomi dichiara che la preparazione degli atleti va avanti, che occorre continuare ad allenarsi, pur tra le mille difficoltà del momento, pensando che i Giochi Olimpici si svolgano regolarmente, come i susseguenti Europei di Parigi.
Conclude dichiarando che è tutto in itinere per il Golden Gala di Napoli del 28 maggio, come per tutti gli altri eventi internazionali che l’Italia dovrebbe ospitare.
Di seguito il testo integrale:
La famiglia dell’atletica italiana sta attraversando giorni difficili, come l’intero Paese. Qual è il sentimento comune?
“Più che mai, questo momento è la dimostrazione che l’atletica è una grande agenzia educativa, capace di stare alle regole. E di farlo anche con il sorriso, come dimostrato dal gran numero di foto e video che sono arrivati per la nostra campagna sui social network per sensibilizzare agli allenamenti da casa. Emerge la capacità del nostro mondo di guardare avanti, cercando di cogliere gli aspetti positivi, e con un sentimento di appartenenza: essere distanti ma uniti e far tutti parte della stessa comunità”.
Come sta lavorando la Federazione per sostenere le società che operano sul territorio?
“Le società restano il nostro primo pensiero. Sono il punto di riferimento e più che mai in questo momento sono le forze che sul territorio interpretano meglio le necessità delle migliaia di tesserati. A questo proposito, stiamo preparando un questionario che approveremo nel Consiglio federale del 27 marzo per raccogliere le istanze, farcene carico e presentarle al Governo quando sarà il momento: penso alle esigenze delle società che gestiscono impianti, o che utilizzano impianti di proprietà altrui, o agli organizzatori di eventi, insomma vogliamo continuare a far sentire che c’è grandissima attenzione per tutti i club”.
Tantissimi i rinvii: come si lavorerà sulle nuove date?
“Dopo il prossimo Consiglio federale, sentito il parere dei Comitati Regionali e degli organizzatori, formalizzeremo varie ipotesi per un nuovo calendario nazionale, in modo da essere pronti immediatamente a ripartire, quando sarà possibile. Ovviamente la ripresa sarà graduale ma il nostro primo obiettivo è che i ragazzi possano tornare ad allenarsi. Poter operare in spazi ampi come un campo d’atletica ci può favorire, sempre nel massimo rispetto delle regole, come fatto fin dall’inizio, perché la salute è l’aspetto principale da tutelare”.
È l’anno olimpico. In attesa di ulteriori indicazioni dal CIO, che linea si è data la Federazione?
“Un messaggio chiaro: la stagione va avanti, la preparazione va avanti. Dobbiamo continuare ad allenarci pensando che i Giochi olimpici si svolgano regolarmente. Ma non solo Tokyo: subito dopo ci dovremo far trovare pronti per gli Europei di Parigi. Conosco le difficoltà ma anche la grande capacità di adattamento di tecnici e di atleti: così si riesce ad andare avanti. Rispettare le indicazioni del Governo potrà farci uscire prima di tanti altri Paesi da questa situazione mai vissuta al mondo”.
La Diamond League, proprio oggi, ha rinviato le prime tre tappe 2020. Com’è la situazione per il Golden Gala di Napoli del 28 maggio?
“Più che mai in itinere. Siamo alla finestra e monitoriamo ciò che accade. Valuteremo l’evolvere della situazione, tenendo conto anche del calendario del calcio e della disponibilità degli atleti stranieri”.
E per gli altri eventi internazionali che l’Italia ospiterà quest’anno?
“Stessa cosa: monitoriamo giorno per giorno, è inutile fare fughe in avanti. Per l’incontro internazionale di staffette del 2-3 maggio a Rieti siamo al limite, diventa molto complesso. Per quanto riguarda invece gli Europei under 18 che sono in calendario dal 16 al 19 luglio, sempre a Rieti, continuo a restare fiducioso”.
PS: Sull'acquiescenza della Fidal al quasi-divieto di correre per i podisti normali, si veda qui:
Elezioni Fidal: e se arrivasse una ventata di “Aria pura”?
E’ vero, in questo momento ci sono altre emergenze, ma il 29 novembre a Ostia ci sarà l’assemblea ordinaria FIDAL per l’elezione del nuovo Presidente e del Consiglio Nazionale, che dovranno guidare la nostra atletica lontano dal virus che ormai l’ha posta in quarantena da trent’anni, un tempo forse eccessivo.
Al momento ci sono tre candidature, ma deludenti: Roberto Fabbricini, 75 anni, nel CONI dal 1972, sempre nelle zone alte del potere sportivo; un uomo per tutte le stagioni, da Federcalcio a Sport e Salute, nessuna o quasi esperienza nell’atletica, non ha ancora presentato un programma, solo la disponibilità a riunire l’Atletica sotto una sola bandiera.
Stefano Mei, 57 anni, buon passato da atleta, consigliere nazionale nel 2001 e 2009, già candidato alle scorse elezioni, è l’unico che ha presentato un programma in cui si parla solo di atletica top e in pista; oltre a tutto denota una scarsa conoscenza della Federazione mettendo al bando la Runcard, senza ricordare che il contratto (,rinnovabile) con Infront scade nel 2024, e uno dei pilastri è proprio la Runcard; ma forse è una concessione alle società che la osteggiano.
A giorni dovrebbe uscire il programma dei “Volonterosi”, capeggiati dal Generale Vincenzo Parrinello 62 anni, da otto vice di Alfio Giomi, un altro Comandante delle Fiamme Gialle come Gianni Gola, che salì al potere proprio trent’anni fa: non è certo una garanzia di discontinuità e rinnovamento.
E’ stato pubblicato in questi giorni il prospetto con i voti a disposizione delle società, e quindi si possono cominciare a fare delle considerazioni.
Stranamente ci sono meno voti a disposizione, 68.630 contro i 106.667 del 2016, difficile capire il perché vista la complessità dei calcoli che tengono conto di 24 voci: di cui solo quattro dedicate ai Master, con 777,5 voti, quattro ai Cadetti (11.055) e due alla Montagna (55).
Ci sono poi 10 punti a testa per le 2.780 società, pari a 27.800, e 395 per gli organizzatori di manifestazioni in pista. Il resto (28.911) viene assegnato in base all’attività assoluta su pista. Il totale fa 68.994,5 voti, ma 364,5 vengono persi per arrotondamenti.
Si conferma, insomma, l’errore di concetto esistente: praticamente i voti vengono attribuiti solo per l’attività su pista. In 30 anni non si sono rivisti i criteri della loro attribuzione, la strada è completamente ignorata, pur essendo almeno il 60% dell’attività federale; i Master e la montagna ricevono un quantitativo ridicolo se non offensivo.
Ho esaminato i dati delle ultime elezioni FIDAL: Giomi fu eletto con 47.469 voti pari al 61,56 %, Mei ne prese 29.408, 38,14% ; bianche 237 , 0,30%
Ciò vuol dire che non furono assegnati 29.553 voti, cioè più del risultato di Mei.
Ancor più significativo il fatto che le società votanti furono 740, ma 407 con deleghe, di fronte alle 2.462 aventi diritto: praticamente il 23,5% decise la governance della FIDAL per il quadriennio 2017 – 2020. Gridare allo scandalo non sarebbe eccessivo.
Dai conti fatti, questa volta le società che possono contare da 10 a 50 voti sono 2.514, con 34.980 voti pari al 51 %; le altre sono 266 col 49%. Se consideriamo che le liste in campo saranno forse tre, ma quasi sicuramente uno dei contendenti si ritirerà, troviamo che se le società “podistiche”, anziché dare la delega alle società che contano, formassero una lista “aria pura”, cosa potrebbe succedere?
Il problema è trovare chi possa portare al successo un Movimento “Aria Pura”: ho in mente alcuni nomi, ma preferisco che sia il “popolo” ad esprimersi. Mi limito a tracciare un personale identikit: deve essere giovane (40 – 50 anni), avere un passato di discreto atleta, deve conoscere e amare sia la pista che la strada, essere un valido organizzatore e, soprattutto, aver voglia e tempo di impegnarsi.
Naturalmente a lui si deve poter affiancare un valido gruppo di collaboratori che non vadano in Consiglio solo per fare gli interessi della propria società, insomma una squadra di persone serie che diano una ventata di freschezza. Insomma, sarebbe ora di smettere con la rassegnazione e il fatalismo.
“Sembra sempre impossibile, finché non viene realizzato” (Nelson Mandela).
% SOCIETA' |
60 |
30,4 |
4,9 |
3,1 |
0,9 |
0,7 |
100 |
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% VOTI |
24,2 |
26,8 |
14,2 |
16,7 |
8,7 |
9,4 |
100 |
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Imposizioni Fidal e Run Project: storia di un naufragio
Per comprendere un fatto occorre risalire alle origini, “chi non conosce la storia è destinato a ripeterne gli errori.”
La FIDAL nacque nel 1898 come Unione Podistica Torinese, e viene riconosciuta dal CIO come unica Federazione per l’Atletica Leggera in Italia.
Nel frattempo, con la rivoluzione industriale in atto, si formarono all’interno delle aziende i circoli dei lavoratori per utilizzare il tempo libero. Nacquero così i Centri di Promozione Sociale nei quali lo sport era al primo posto.
Le due realtà andarono affiancate senza disturbarsi, anzi gli Enti di Promozione Sportiva svolgevano un compito importante anche nel settore giovanile, sia dal punto di vista dell’attività motoria che nella cura del vivaio in accordo con le Società di Atletica Leggera.
Tutto saltò con l’avvento del Fascismo che si appropriò di tutta la vita sociale italiana, dai Boy Scout agli Enti alla FIDAL.
Nel primo dopoguerra si cercò di tornare alla normalità: sulle ceneri del GUF sorse il CUSI per gli universitari, le ACLI fondarono una loro Unione Sportiva, i Salesiani avevano le polisportive PGS, all’interno dei centri ricreativi aziendali si formarono altre aggregazioni, che non potevano sfuggire ai fini politici dell’epoca, per cui il Fronte Popolare creò l’UISP, De Gasperi la Libertas e Almirante la Fiamma: la politica era entrata a piedi uniti nello sport, ci fu l’ENDAS che cercò di riportare lo sport al centro dell’associazionismo, ma con scarsi risultati; anche la Confindustria, preoccupata per la nuova situazione, fondò lo CSAIN nel quale sarebbero dovuti confluire tutti i dopolavori industriali.
La situazione si fece ancor più magmatica con l’esplosione del podismo negli anni ’70, e così il CONI decise di regolamentare la materia, legando il riconoscimento degli Enti ad alcune condizioni: Statuto in linea con le regole del CONI, minimo 1000 società affiliate, 100.000 tesserati, presenza in almeno 15 regioni. A fronte di ciò il CONI s’impegnava a dare dei contributi che tenessero conto del numero di società e tesserati, e dell’attività svolta.
Oggi sono ben 15 gli Enti riconosciuti, la cui sopravvivenza è legata al numero di tesserati, e questa è la vera origine della disputa, più gente si tessera e più soldi s’incassano: se si fosse stabilita l’unicità del tesseramento si sarebbe fatta chiarezza e pulizia, con questo sistema il CONI rischia di pagare più volte lo stesso soggetto (tesserato per Enti diversi).
Altro errore del CONI, l’aver affidato alla FIDAL il podismo: decisione logica dal punto di vista formale, ma errata dal punto di vista pratico; è come affidare al sovrintendente alla Scala un concerto di Jovanotti in quanto trattasi di “musica”. La soluzione corretta sarebbe stata riconoscere una Federazione Podistica Italiana.
Aggravante, il ritardo con cui fu presa la decisione, ben 26 anni dopo la nascita del podismo: anni durante i quali si era creata una situazione di gestione spontanea dove accanto alla FIDAL agivano gli Enti più attivi e spregiudicati, e una nebulosa di organizzatori improvvisati difficilmente controllabile.
Il CONI per mettere pace puntò sulle Convenzioni tra FIDAL ed EPS, ma, come sosteneva Otto von Bismarck e insegna la storia, i trattati sono “chiffons de papier”, pezzi di carta, se non c’è la volontà di rispettarli.
La Federazione allora, quattro anni fa decise di prendere il toro per le corna e lanciò il Run Project, riforma del sistema delle competizioni FIDAL.
Perno del sistema, la Regola 240 del Regolamento Tecnico Internazionale, ovvero l’attribuzione esclusiva alla FIDAL delle gare su distanze standard: 10 km, 15 km, 20 km, Mezza maratona, 25 km, 30 km, Maratona, 100 km e staffetta su strada sulla distanza della Maratona.
La base legale è che l’omologazione delle distanze e dei risultati è attribuita esclusivamente alla FIDAL.
Ovviamente, varata la legge trovato l’inganno: prima di tutto il termine “Maratona” è generico e usato in tante occasioni, sia nel podismo (ad es. “Maratona delle Canalette” di 16 km), e al di fuori dell’atletica, la Maratona Telethon per esempio, o le maratone parlamentari per approvare la legge di bilancio: su questo, non esiste il copyright della Fidal, Secondo: basta scrivere 21 o 42 km (invece di Maratonina o Maratona) e il gioco è fatto.
Naturalmente i risultati non saranno omologati e non potranno entrare nelle graduatorie federali, ma questo aspetto non interessa alla gran massa dei podisti. D’altra parte, a un M75 come me fa più piacere che non si veda il tempo impiegato…
Imola, assegnati i titoli regionali di cross Fidal
23 febbraio - Assegnati a Imola (BO) i titoli regionali individuali di tutte le categorie e quelli societari master e giovanili di cross.
Poco oltre i 700 il numero di atleti classificati a questo appuntamento al Parco delle Acque Minerali di Imola, organizzato dalla Atl. Imola Sacmi Avis.
Le gare hanno preso avvio con le 3 serie master, 2 maschili e 1 femminile.
Nella prima gara, con i master 35-40-45-50, Elia Generali (Atl. Castenaso Celtic Druid) festeggia il suo primo Campionato Regionale da master, essendo "over 35" da quest'anno: vince alla grande la serie, aggiudicandosi quindi il titolo regionale sm35. Precede Jacopo Mantovani (Csi Sasso Marconi), 1° negli sm40 e Mohamed Errami (Circolo Minerva) 1° negli sm50; nell'altra categoria, sm45, il titolo regionale va a Faical Boumalik (Circolo Minerva).
Nella gara per i master da sm55 e oltre, 1° posto nella serie per Claudio Valeri (Avis Castel San Pietro) davanti a Marco Moracas (Fratellanza 1874 Modena). Gli altri titoli regionali sono assegnati a Daniele Dottori (Atl. Imola Sacmi Avis) negli sm60, Aris Giordani (Atl. Castenaso Celtic Druid) negli sm65, Araldo Viroli (Avis Castel San Pietro) negli sm70, Onelio Galeazzi (Atl. 75 Cattolica) negli sm75, Bruno Buonfiglioli (Atl. Castenaso Celtic Druid) negli sm80, Giovanni Sirotti /Atl. Mameli Ravenna) negli sm85.
Terza gara è stata la serie unica master femminile: Rosa Alfieri (Circolo Minerva), categoria sf50, ripete i primi posti di Bologna e Correggio, precedendo al traguardo le master più giovani. Le altre campionesse regionali di categoria sono Lisa Ferrari (Circolo Minerva) nelle sf35, Judit Varga (Edera Forlì), seconda assoluta nella serie e prima nelle sf40, Manuela Brasini (Atl. 85 Faenza) nelle sf45, Roberta Maestri (Circolo Minerva) nelle sf55, Paola Bertolucci (Atl. 85 Faenza) nelle sf60, Diana Raccagni (Lughesina) nelle sf65, Nadia Spezzati (Lughesina) nelle sf70, Mariagrazia Bedogni (Fratellanza 1874 Modena) nelle sf75.
Dopo i master è stata la volta delle categorie giovanili, iniziando con la categoria ragazze: le gemelle Sofia e Giada Ferrari (Corradini Rubiera) dominano la gara e precedono di parecchi secondi la terza classificata, Zoe Fiorentini (Atl. 85 Faenza).
Nei ragazzi altra doppietta degli atleti della Corradini Rubiera: vince Alessandro Casoni e 2° posto per Gilberto Ibraimo, mentre al 3° posto si piazza Lorenzo Correct (Atletica Parma Sprint).
Nelle cadette le prime 4 arrivano vicinissime l'un l'altra: campionessa regionale è Giulia Casadei (Libertas Rimini), seguita da Margherita Giannotti (Corradini Rubiera), Sara Arrigoni e Anna Galli (Atletica Parma Sprint).
Nei cadetti prevale Abraham Angino Asado (Polisportiva Centese) davanti ad Andrea Gaulli (Atletica Parma Sprint) e a Ignazio Pio Racciopoli (Atl. Piacenza).
Dopo le gare giovanili si sono assegnati i titoli regionali nelle categorie assolute. Nelle allieve non poteva certo essere messo in discussione il successo di Emma Casati (Atl. Piacenza), che vince la gara con oltre 1 minuto di vantaggio su Maria Celeste Veroli (Atl. Lugo) e Demetra Tarozzi (Pontevecchio Bologna).
Negli allievi Nicolò Cornali (Atl. Reggio) nel finale ha la meglio su Alessandro Pasquinucci (Fratellanza 1874 Modena) che aveva condotto inizialmente la gara; 3° posto per Mattia Marazzoli (Rcm Casinalbo).
Anche nelle juniores f. il successo di Sara Nestola (Self Montanari Gruzza) è piuttosto scontato, ma si difende bene la seconda classificata, Giulia Cordazzo (Fratellanza 1874 Modena) che mantiene un distacco contenuto di soli 32 secondi. Al 3° posto un'altra atleta della Fratellanza 1874 Modena, Francesca Badiali.
Negli juniores m. in 4 della Corradini Rubiera si piazzano nelle prime 5 posizioni. Vince il titolo regionale Federico Rondoni, 3° posto per Davide Vandelli, 4° Fabio Lusuardi, 5° Jose Catelani; fra loro si inserisce Gian Marco Ronchetti (Fratellanza 1874 Modena) che si piazza al 2° posto.
Nel cross lungo femminile successo per Giulia Pasini (Cus Parma), che precede Daniela Paterlini (Corradini Rubiera) e Giada Serafini (Fratellanza 1874 Modena). La Paterlini fu campionessa regionale nel cross assoluto 12 anni fa. Fra le promesse, 1° posto per Chiara Cocchi (Fratellanza 1874 Modena).
Nel cross corto femminile vince il titolo regionale Giada Fuligni (Modena Atletica), che precede Melania Tizzi (Endas Cesena) e Ralitsa Nenkova Mihaylova (Corradini Rubiera). Alla Fuligni va anche il titolo regionale promesse.
Nel cross lungo maschile doppietta degli atleti di Casone Noceto. Vince il titolo regionale assoluto e promesse Nfamara Njie, che precede il compagno di squadra Pasquale Selvarolo. 3° posto nella gara, fuori classifica, per l’ “ospite” Antonio Pio Catallo (US Foggia Atletica Leggera), e 3° posto in regione per Adimasu Angino Asado (Virtus Emilsider Bologna).
Nel cross corto maschile 1° posto per Pietro De Santis (Virtus Emilsider Bologna), che precede Marco Casini (Delta Sassuolo), che vince il titolo regionale promesse; 3° posto per Giacomo Mulloni (Virtus Emilsider Bologna).
Per master e categorie giovanili era la terza e ultima prova del C.d.S.
Nelle master donne l'Atl. 85 Faenza ha la meglio anche oggi sul Circolo Minerva per 10 punti e vince la classifica finale con un divario di 47 punti; 3° posto per la Lughesina.
Nei master uomini titolo regionale per l'Avis Castel San Pietro, che precede Atl. Castenaso Celtic Druid e Atl. Casone Noceto.
Nelle ragazze, dopo le prime 2 prove, la Corradini Rubiera vantava un bel vantaggio sulle altre compagini. Nella prova di oggi, con solo 4 atlete classificate, la Corradini si è piazzata al 5° posto, ma ha conservato il 1° posto nella classifica finale, precedendo Atl. 85 Faenza e Pontevecchio Bologna.
Anche nei ragazzi il titolo regionale è per la Corradini Rubiera, che nella prova di oggi consolida il 1° posto, come lo consolidano Atletica Parma Sprint e Atl. Lugo per il 2° e 3° posto.
Nelle cadette posizioni confermate con i primi 3 posti per Atletica Parma Sprint, Corradini Rubiera e Atl. Frignano Pavullo.
Nei cadetti il successo della Atl. Piacenza è nettissimo, con oltre 200 punti di vantaggio nella classifica finale, nei confronti della Corradini Rubiera e di Atletica Parma Sprint.
NdR. Come partecipante, posso solo elogiare la perfetta organizzazione logistica dell’evento, con un’ampia segnaletica sia stradale sia nel precisissimo dépliant, che ci ha permesso di raggiungere il luogo (a pochi passi dallo stadio, dove erano disponibili docce ampie e calde) e dall’autodromo, dove alle 10,30 è partita una non competitiva frequentata anche da alcuni crossisti che avevano finito la propria gara. Rapida l’esposizione delle classifiche e le conseguenti premiazioni. Unico neo, il percorso, non troppo vario, pressoché piatto e gravitante soprattutto nel pratone del ritrovo e nella sua immediata periferia: il bellissimo parco delle Acque Minerali offriva anche possibilità di salite, che per esempio erano state moderatamente concesse nella precedente prova di Correggio. Ma tutto scompare di fronte allo scampato pericolo della sospensione delle gare, che in mattinata era arrivata a una cinquantina di km da Imola, e purtroppo nel tardo pomeriggio si è estesa a tutta la regione, con la sensazione che non sia finita qui. [Fabio Marri]
Dopo la sentenza su Canelli: per capire chi fa cosa
Antefatto:
e link interni, tra cui quello alla sentenza:
http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen05_2020TF_AMANDOLA%2B6_Procn36PF45TF.pdf
Le sentenze vanno accettate, questo è indubbio, ma per evitare a qualche organizzatore brutte avventure sarebbe opportuno chiarire certi aspetti della complessa materia relativa all’organizzazione delle manifestazioni su strada.
L’organizzatore ha due obblighi fondamentali: la redazione del dispositivo e, se il percorso è su distanze standard, il certificato di omologazione.
Leggendo la sentenza sui “fatti” di Canelli sembra di capire che l’organizzatore ha commesso gravi mancanze organizzative e di percorso, ma la domanda che sorge spontanea è: se il dispositivo è stato approvato dalla FIDAL, e il percorso da un Giudice FIDAL specializzato, quale responsabilità si può addebitare all’organizzatore?
L’organizzatore deve presentare un regolamento tecnico organizzativo, ma il regolamento tecnico è stato redatto dalla FIDAL in quanto Campionato Italiano a firma Simone Fuso, il Delegato Tecnico, e vi si legge chiaramente:
ore 9 partenza Allieve km.6 (due giri)
9,35 Junior/Promesse/Senior femminili km. 10 (3 giri)
10,35 Junior/Promesse/Senior maschili km. 10 (3 giri)
Possibilità di modificare gli orari di domenica in base agli iscritti.
Altro punto non rispettato, la call room:
“l’accesso alla zona di partenza sarà stabilito dal Direttore di Riunione.
“Gli atleti accederanno alla zona di partenza attraverso il percorso obbligato e seguendo il giudice incaricato”
Nulla di tutto ciò è avvenuto, chi ci doveva pensare?
Per chiarire le responsabilità delle parti, l’articolo 39 delle Norme stabilisce il diritto dell’organizzatore ad usufruire del servizio di gestione tecnica della manifestazione: Delegato Tecnico, Direttore di gara, Direttore di Riunione, Giuria d’Appello.
Da tutto ciò sembrerebbe che la responsabilità dell’organizzatore termina il giorno della manifestazione, in cui il Gruppo Giudici Gare assume la totale conduzione e, quindi, la responsabilità dello svolgimento della manifestazione.
Il responsabile organizzativo è a disposizione del Delegato Tecnico per ogni e qualunque necessità egli abbia, purché glielo chieda.
I rapporti tra tutti i soggetti coinvolti nelle manifestazioni devono essere ispirati a principi generali di cooperazione, mutualità e solidarietà: se la FIDAL chiede alle sue Società che organizzino le manifestazioni e i Campionati Federali dovrebbe, nell’interesse di tutti, stabilire in maniera inequivocabile i ruoli di ognuno.
Assoluti-disastro di Canelli: inibiti per 6 mesi Presidente e Delegato Tecnico
Ricorderete cosa successe lo scorso 8 settembre, a Canelli, in occasione del Campionato Italiano Assoluti di 10km: un naufragio organizzativo, un serio infortunio per Pietro Riva, come testimoniato dai pezzi di Lollini e Scuderi pubblicati su questo sito https://www.podisti.net/index.php/cronache/item/4781-canelli-at-continuiamo-cosi-facciamoci-del-male.html e http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/4787-assoluti-di-canelli-cronaca-di-un-naufragio.html
La questione è finita alla Procura Federale con successivo dibattimento al Tribunale Federale, che il 7 gennaio ha riconosciuto colpevoli il presidente dell’ASD Brancaleone, organizzatrice dell’evento, Fabio Amandola, condannandolo all’inibizione dalla carica per 6 mesi e al pagamento di 700 euro; e il giudice Simone Fuso, in qualità di delegato tecnico, inibito per 6 mesi (provvedimenti in esecuzione dal 23 gennaio 2020).
Sono stati viceversa assolti i consiglieri della società organizzatrice, Massimo Cantarelli e Loredana Fausone, e i giudici Diego Comunanza ed Elio Ferrato per non aver commesso il fatto, e lo speaker Fausto De Andrea perché il fatto non costituisce violazione disciplinare.
Per chi vuole approfondire, la sentenza è visibile al seguente link: http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen05_2020TF_AMANDOLA%2B6_Procn36PF45TF.pdf
Davvero so’ finiti i tempi cupi?
Tutti felici, tutti entusiasti per l’approvazione “bulgara” della mozione dell’onorevole Lupi
http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/5549-fidal-tempi-da-lupi-e-regolamenti-cupi.html
Ma chi come me vive nell’Atletica dal lontano 1955 (avevo i calzoncini corti) non lo è altrettanto.
Pensiamo proprio che una eventuale legge che dicesse agli stranieri “venite pure, nessuno vi farà pagare gabelle ai medici di medicina sportiva” sarà sufficiente ad invertire la scarsa partecipazione alle nostre Maratone?
Roma, che era il nostro fiore all’occhiello, è precipitata nel giro di cinque anni da 14.875 a 8.817 classificati. Dall’altra parte, non parliamo di New York, ma limitiamoci a Valencia 2019 con 21.542 classificati!
Qual è il problema? Ce ne sono tanti e di difficile soluzione, già con questo provvedimento, basta leggere gli atti degli “apostoli”: l’interrogazione riguarda “atleti italiani e stranieri non tesserati né con la Fidal né con federazioni straniere affiliate alla Iaaf”; il parere espresso dal Ministero della salute ricita “l’evento sportivo a cui fa riferimento l’interrogazione per i tesserati FIDAL o EPS affiliati alla Federazione Internazionale di Atletica Leggera (IAAF)”.
Prima di tutto la IAAF non esiste più, da qualche mese si chiama World Athletics: ma questa è una sottigliezza, il Ministero ha cose più importanti a cui pensare. In secondo luogo gli EPS NON sono affiliati al W.A. alias IAAF ma al CONI. Ma il Comitato Olimpico Internazionale riconosce una sola Federazione per ogni sport olimpico, per l’Atletica Leggera è la FIDAL che in questa sua veste, lei sì, è affiliata al W.A.; i tesserati EPS possono partecipare ad una Maratona o Maratonina FIDAL solo in virtù di una Runcard EPS (costo 15 euro).
Questa situazione pone già un grosso problema, la legge che sarà varata riguarderà SOLO le Maratone e Maratonine FIDAL e non anche le altre non omologate dalla Fidal ma solo dagli EPS?
Parrebbe proprio “la prima che hai detto”, le altre non possono entrare nelle graduatorie e quindi non hanno valore; e sarebbe difficile far capire a uno straniero la nostra visione dello sport, la Convenzione FIDAL – EPS ha valore solo in Italia e non si può dire che sia un esempio di bon ton.
Esiste poi un problema nazionale più volte segnalato, l’esosità della FIDAL forte della sua posizione dominante: un organizzatore solo per avere l’autorizzazione ad una Maratona Gold (almeno 3.500 classificati) deve sborsare 4.500 euro, e se putacaso volesse raggiungere i partecipanti di Valencia dovrebbe versare alla fine 27.000 euro! Quale interesse ha a raggiungere certi risultati? Meglio inventarsi distanze intermedie non omologate, ad esempio 15, 30 km largamente non competitive in modo da non dover pagare la tassa partecipazione gare, cioè un euro a iscritto. La FIDAL quest’anno ha tentato di arginare il fenomeno prevedendo 5.000 euro di multa per la presenza di non tesserati alle manifestazioni territoriali, oltre che nazionali, ma gli organizzatori sanno benissimo come dribblare i regolamenti.
Esiste poi un ultimo problema importante legato alla legge del 1982, la visita medica agonistica obbligatoria.
Purtroppo il nostro Bel Paese è il paradiso dei legulei amministrato da burosauri, uno Stato con 10.000 leggi, che tutti cercano di addomesticare o girare a proprio vantaggio.
Che la visita medica di idoneità agonistica sia utile nessuno lo nega, che sia un pannicello caldo è altrettanto risaputo: “al momento non presenta controindicazioni alla pratica sportiva agonistica”; basterebbe vedere a quali esami vengono sottoposti i calciatori per rendersi conto della enorme differenza, ma i costi sarebbero proibitivi, e già così sborsare ogni anno da 60 a 100 euro per poter correre non è piacevole. Questo è il motivo principale per cui oggi sono in numero predominante e crescente le “manifestazioni ludico motorie” per le quali non è richiesto alcun certificato.
E la soluzione?
All’americana: “io sottoscritto Pinco Pallino sono a conoscenza della normativa sulla tutela sanitaria in Atletica Leggera ed ho ottemperato a quanto in essa disposto”, un’autodichiarazione da consegnare all’organizzatore, che non deve essere obbligato a fare il Carabiniere.
L’auspicio è che da questo primo riconoscimento delle criticità esistenti a tutti i livelli si possa arrivare ad una revisione completa della corsa su strada, la vera materia del contendere. Certo che finché le Società “podistiche” non riusciranno ad avere rappresentanti nella stanza dei bottoni federale, in quanto lo Statuto esistente in pratica le estromette (i voti vengono attribuiti alle Società sulla base delle graduatorie relative solo all'attività su pista dell'anno precedente, questo di fatto esclude le Società che non fanno pista cioè i due terzi), nessuno penserà seriamente a “tempi sereni”.
Fidal: con Lupi, so' finiti i tempi cupi?
Aggiornamento del 9 gennaio, ore 18: la Camera ha approvato, con una maggioranza che dire "bulgara" è poco (413 a zero!), la mozione Lupi di cui dicevamo due giorni fa. Il parere favorevole del governo era stato espresso dall'on. Sandra Zampa, prodiana di ferro e dunque ben coinvolta anche nella passione maratonesca del suo ispiratore. Romolo Augustolo Giomi esulta, anche perché la mozione continua a coinvolgere solo la Fidal, il Coni e Sport Salute (l'ente governativo che ha assunto alcune funzioni già del Coni), ignorando gli Eps e le altre realtà che possono o potrebbero organizzare corse su strada. Adesso, nell'ipotesi (assai improbabile) che il governo (quale governo?) metta in cantiere un disegno di legge, e che questo sia approvato prima della fine della legislatura, che succederà? Che alle nostre maratone parteciperanno stranieri senza certificato medico, mentre gli italiani dovranno averlo? Ci sarà lavoro per avvocati, Tar e perdigiorno [F.M.]
Aprendo il sito FIDAL a principio gennaio, si legge “Giomi: Sostegno a mozione Lupi sui certificati”.
L’8 e il 9 gennaio la camera dei Deputati voterà sulla mozione presentata dall’onorevole Lupi il 17 dicembre, che ricalca quanto già presentato quasi quattro anni fa dall’onorevole Sbrollini sull’annosa questione dei certificati medici agonistici obbligatori per tutti i partecipanti alle maratone e mezze maratone, in cui si richiede per gli stranieri il rispetto delle leggi sulla tutela sanitaria del loro Paese e non del nostro. (La riportiamo in coda, segnalando col corsivo i punti salienti, NdR).
Intanto la FIDAL ha pubblicato le Norme Organizzazione Manifestazioni Non Stadia 2020 con alcune gustose novità.
Conferma all’articolo 26 comma 4 delle non competitive con finalità turistico sportive per gli stranieri, associate a maratone e maratonine, ma senza l’egida federale, sotto l’unica e sola responsabilità degli organizzatori (Ponzio Pilato docet).
All’articolo 27 comma 4 si ribadisce che “nella stessa manifestazione non possono essere organizzate gare Non Competitive con partecipazione di cittadini italiani non tesserati”
Per maggiore chiarezza all’articolo 46 Sanzioni al comma 2 leggiamo: “partecipazione a manifestazioni inserite in calendario nazionale o nei calendari territoriali di atleti non tesserati FIDAL o non tesserati: € 2.000,00”; comma 4, non osservanza articolo 26.4 e seguenti: euro 5.000,00.
Ma i “problemi” per gli organizzatori non finiscono qui.
Articolo 28, Soggetti organizzatori. In base al comma c) le Società sportive affiliate devono avere sia al momento della richiesta d’inserimento nel calendario, sia 60 giorni prima dello svolgimento della manifestazione almeno 15 atleti tesserati e che almeno uno abbia partecipato all’attività ufficiale federale sia nei 12 mesi precedenti la richiesta, sia nei 12 mesi precedenti l’organizzazione.
Norma di difficile comprensione e, quindi, osservanza.
Ma la norma più “suggestiva” si scopre all’articolo 32 Disposizioni tecnico - economico – organizzative.
Comma 5 – Tassa iscrizione gara.
La tassa iscrizione dà diritto ai seguenti servizi:
- Pettorale di gara
- Rilevazione dei tempi (crono manuale o chip)
- Stesura ordine di arrivo (?)
- Assistenza medica (medico di servizio, ambulanza)
- Eventuali premi di classifica (?)
- Servizi igienici sia alla partenza che all’arrivo
- Acqua potabile, spugnaggi, ristoro secondo Regola 248 RTI
- Percorso chiuso al traffico o comunque non accessibile ad autoveicoli
- Locale per deposito borse.
Che tutti questi servizi siano graditi ed auspicabili non c’è dubbio, ma la domanda sorge spontanea, quale tassa d’iscrizione può ritenersi adeguata ad essi?
E poi, il percorso chiuso al traffico deve essere garantito solo nelle manifestazioni inserite nel calendario Nazionale, non in quelle territoriali.
L’ordine di arrivo non è compito dei Giudici, che devono anche stilare le classifiche?
I premi di classifica sono una caratteristica delle manifestazioni agonistiche, perché “eventuali”?
Norme spesso in contraddizione l’una con l’altra o di difficile comprensione e, quindi, di conseguente inosservanza, costituiscono un motivo di scarsa affezione dei tesserati alla Federazione.
Solitamente alla fine di ogni anno si fanno buoni propositi per l’anno che verrà, speriamo che il nuovo Consiglio Federale che verrà eletto nel 2020 si decida a licenziare i burosauri ed emettere poche norme, chiare e sensate.
Di seguito la mozione Lupi
Mozione 1-00190 presentata da LUPI Maurizio
testo presentato Venerdì 31 maggio 2019 - modificato Martedì 17 dicembre 2019, seduta n. 279
La Camera, premesso che:
le maratone (42,195 chilometri) e le mezze maratone (21,0975 chilometri) sono tra gli eventi sportivi agonistici, a vocazione popolare, più partecipati e diffusi al mondo;
i numeri economici delle maratone mondiali, degli ultimi 15 anni, registrano dati di partecipazione in continua crescita con un contestuale beneficio economico per le città che le organizzano, collegato alla parte logistica e culturale, e legato non solo ai partecipanti ma anche agli accompagnatori;
le cosiddette «6 Major Marathon», New York, Londra, Berlino, Chicago, Boston e Tokyo oggi registrano la partecipazione di circa 250.000 persone, la maggior parte da qualificarsi quali amatoriali, muovendo un giro di affari che si avvicina ai 2 miliardi di dollari;
la TCS New York City Marathon, la corsa più partecipata al mondo, è ormai una voce nel bilancio della Città di New York City;
secondo il Sole 24 Ore (articolo del 5 novembre 2018) la maratona di New York genera ormai un impatto economico di circa 415 milioni di dollari, un record di oltre 50.000 partecipanti provenienti da 130 paesi, e circa 258.000 ospiti collegati ai partecipanti che visitano la Grande Mela durante la settimana di maratona;
la Boston Marathon, la più antica maratona del mondo, secondo la Greater Boston Convention & Visitors Bureau (Gbcvb) nel 2016 ha portato alla città di Boston una cifra vicina ai 200 milioni di dollari (e un giro di affari totale che ha sfiorato i 300 milioni di dollari), poco più di 30.000 partecipanti ufficiali alla maratona, tra cui più di 6.400 atleti provenienti da 98 paesi al di fuori degli Stati Uniti;
in Giappone negli ultimi dieci anni i finisher sono aumentati di quasi 8 volte, passando dai 74.000 del 2006 ai 576.000 del 2015, superando così anche gli Stati Uniti e i numeri economici correlati dimostrano l'importanza di queste manifestazioni nello sviluppo economico-turistico del Paese;
in Francia, dove si registrano i dati di maggior crescita a livello europeo, il mercato vale ad oggi un miliardo di euro. Il delegato generale della Fifas (Federazione francese delle industrie sport e tempo libero), Virgile Caillet, ha dichiarato al quotidiano francese Les Echos, che «il mercato francese correlato alle maratone registra ogni anno una crescita del 40 per cento. La corsa è un fenomeno che in Francia è esploso»;
oggi, grazie ai runner, il mercato francese è uno dei più grandi in Europa, con un fatturato di 80 milioni di euro;
in Italia, la Federazione italiana atletica leggera – Fidai (2 maggio 2019) comunica che al 31 dicembre 2018 ha registrato 220.724 tesserati, cifra record mai registrata nella storia della Federazione italiana di atletica leggera;
una cifra che non comprende i 50.996 runner tesserati con runcard, per un totale di praticanti dell'atletica leggera in Italia che raggiunge i 271.720 mila;
la maratona di Roma ha visto crescere i propri iscritti dai 9100 del 2005 ai 13.224 dell'edizione del 2018, con un soggiorno medio, per maratoneti e accompagnatori, di tre giorni;
gli atleti italiani partecipano alle grandi maratone internazionali in numero sempre crescente, senza avere norme limitative differenziate rispetto agli atleti locali;
tra le grandi maratone del mondo, la più amata dagli italiani si conferma ancora una volta la New York City Marathon (4 novembre) con 2.762 nostri connazionali arrivati; per il secondo anno consecutivo, al secondo posto si piazza la maratona di Valencia (2 dicembre) con 1.559 italiani, seguita da Berlino (953, 16 settembre), Parigi (905, 8 aprile), Barcellona (634, 11 marzo) e Atene (517, 11 novembre);
le presenze di italiani sono state rintracciate in 127 maratone nel mondo (fonte Ansa aprile 2018);
va constatato che la maratona non è solo un semplice evento sportivo ma una fonte qualificata per il mercato locale, generando occupazione e indotto economico;
in Italia sono state inserite nel calendario della Federazione italiana atletica leggera 37 maratone e 161 mezze maratone;
i dati della Fidal indicano che il numero medio di partecipanti per le maratone, basandosi su dati riferiti ai risultati del 2018, è di 1.416,02 atleti (italiani e stranieri), mentre lo stesso numero medio è di 949,24 atleti (italiani e stranieri) per le mezze maratone;
la partecipazione degli atleti stranieri a partire dal 2014 a seguito del decreto ministeriale del 24 aprile 2013 («decreto Balduzzi») e successivo articolo 42-bis del decreto-legge n. 69 del 21 giugno 2013 («decreto del Fare») convertito dalla legge n. 98 del 9 agosto 2013 e del decreto ministeriale dell'8 agosto 2014, non è aumentata, anzi si è andata con gli anni riducendosi, secondo quanto riportato dagli organizzatori;
detta riduzione di partecipazione si riflette sulla capacità da parte degli organizzatori di attrarre sponsor qualificati internazionali, oltre alla ricaduta economica negativa sull'indotto (data dall'attività turistica) per i territori interessati, visto che gli stranieri, invece di venire e partecipare alle maratone in Italia, preferiscono andare a gareggiare altrove;
questa limitazione è stata segnalata, con apposite lettere, dagli organizzatori delle principali maratone italiane;
quella di Roma, capitale culturale del mondo, è solo la ventesima maratona, frenata sicuramente dal limite dei certificati medici;
la tutela della salute degli individui è un bene primario presente in quasi tutte le legislazioni sanitarie nazionali;
la certificazione per l'attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare, quali la maratona e la mezza maratona, è disciplinata dal decreto ministeriale del 24 aprile 2013;
del 1° giugno 2016 per partecipare a manifestazioni organizzate sotto l'egida della Fidal occorre essere obbligatoriamente tesserati con la Fidal stessa, tramite una società affiliata oppure tramite la Runcard;
dal 1° gennaio 2017 le gare di mezza maratona e maratona potranno essere inserite solo nel calendario nazionale;
la partecipazione a manifestazioni agonistiche «no-stadia» di atleti italiani e stranieri non tesserati né con la Fidal né con federazioni straniere affiliate alla Iaaf, ma in possesso della «Runcard» o della «Mountain and trail runcard», è subordinata alla presentazione di un certificato medico di idoneità agonistica specifica per l'atletica leggera;
le norme per l'attività sportiva agonistica fanno riferimento al decreto del Ministero della sanità 18 febbraio 1982 «Norme per la tutela sanitaria dell'attività sportiva agonistica»;
la visita clinica e la valutazione globale degli accertamenti nonché l'atto certificatorio devono essere effettuati nelle sedi autorizzate esclusivamente e personalmente dallo specialista in medicina dello sport operante all'interno di strutture mediche autorizzate (ambulatori, centri, istituti, servizi pubblici o privati in possesso di precisi requisiti di organizzazione, strutture ed attrezzature in rapporto alla tipologia delle visite che s'intenda effettuare in base ai protocolli previsti dai decreto ministeriale 18 febbraio 1982 e 4 marzo 1993);
la Fidal ha emanato una nota informativa per l'organizzazione delle manifestazioni «No-stadia» che impone agli atleti stranieri non tesserati residenti all'estero, che vogliono partecipare ad una maratona italiana, di presentare documentazione medica conforme alla normativa stessa, e quindi l'effettuazione dei seguenti esami: visita medica, esame completo delle urine, elettrocardiogramma a riposo e dopo sforzo, pirografia;
questi esami, in molti Paesi, hanno un costo superiore anche di 5 volte rispetto al costo medio applicato in Italia (circa 80 euro). Inoltre, non essendo prevista la figura dello specialista in medicina dello sport, spesso si rende necessario effettuare gli esami in diverse strutture, e diventa difficile trovare il medico che si assume la responsabilità di firmare il certificato di idoneità alla pratica agonistica;
la normativa sanitaria attuale dettata dal decreto ministeriale 18 febbraio 1982, dall'articolo 3 del decreto ministeriale del 24 aprile 2013 («decreto Balduzzi») e successivo articolo 42-bis del decreto-legge n. 69 del 21 giugno 2013 («decreto del Fare») convertito dalla legge n. 98 del 9 agosto 2013 e del decreto ministeriale dell'8 agosto 2014 risulta limitante per la partecipazione degli atleti stranieri, pur in possesso di certificazione medico-sportiva valida nel loro Paese di origine;
tali limitazioni riducono di fatto la partecipazione degli atleti stranieri alle maratone italiane con danno economico per gli organizzatori e per il tessuto cittadino di riferimento,
impegna il Governo:
1) nel rispetto delle norme di tutela sanitaria presenti in Italia, ad adottare iniziative normative che consentano agli atleti stranieri di potersi iscrivere alle manifestazioni «no-stadia» che si svolgono sul territorio italiano (corsa e marcia su strada, corsa campestre, corsa in montagna, ultramaratona, trail running e nordic walking) basandosi sulle rispettive leggi di tutela sanitaria specifiche relative al proprio Paese di residenza (quindi consentendo, per esempio, ai runner statunitensi di poter presentare in Italia un'autocertificazione così come previsto dalla normativa statunitense);
2) a far sì, per quanto di competenza, che le norme di tutela sanitaria che riguardano gli italiani per le maratone e mezze maratone sul territorio italiano continuino ad essere rispettate;
3) a considerare le maratone e le mezze maratone nell'ambito di un piano strategico di sviluppo economico, attivando, insieme al Coni, alla Fidal e a Sport e salute spa, un tavolo di lavoro specifico;
4) ad adottare iniziative per individuare forme di sinergia con attività culturali da implementare nelle città, anche di concerto con l'Anci, in occasione delle maratone e delle mezze maratone a vantaggio degli atleti e dei loro accompagnatori, sia italiani che stranieri.
(1-00190) «Lupi, Occhionero, Zanella, Gagliardi, Schullian, Enrico Costa, Lattanzio, Versace, Pella».
NdD. Da un maratoneta internazionale come Lupi ci si può aspettare la conoscenza del fenomeno-maratona nel mondo; magari, ci piacerebbe vederlo presente più spesso alle maratone italiche, anziché cercarsi l’usuale visibilità (lui e i colleghi parlamentari) alla solita New York.
Che la presidenza Fidal uscente, in questi mesi da basso impero e quasi da caduta di Saigon, appoggi la mozione è comprensibile, anche perché la mozione stessa cita solo la Fidal e le sue disposizioni autocratiche per arrogarsi la “proprietà” di maratone e mezze e altro; come se non esistessero altri enti che organizzano o avallano identiche gare, con l’identica tutela alla salute degli atleti (anche una tessera agonistica Eps richiede l’idoneità specifica!) ma una minore farraginosità e soprattutto minore esosità economica, documentata invece per la Fidal da Scuderi sia in questo articolo sia nel precedente commento sul running o meglio falling project.
La Fidal dovrebbe anche mettersi d’accordo con sé stessa, se favorire l’approdo di podisti esteri in Italia o seppellirli sotto adempimenti mostruosi, oppure ancora lasciar loro il contentino risibile delle gare con “finalità turistico sportive”, senza classifica e anzi poste ai margini della competizione vera.
La mozione Lupi, approvata o no che sarà, lascerà il tempo che trova, perché occorrerebbero anni per un eventuale provvedimento legislativo che ne raccogliesse le istanze. Un regolamento Fidal, chiaro e ‘liberale’ (ma la L di Fidal non sta per “liberale”, per la contraddizion che nol consente), lo si emanerebbe in una settimana. Potreste chiederne la redazione a un fidaliano pluridecennale come Scuderi… [FM]
Maratone e Mezze 2019: “Running” o Falling Project?
Il secondo anno del "Run Project" della FIDAL conferma drammaticamente quanto già si era percepito nel 2018: fra Maratone e Maratonine c’è una perdita di 9.334 partecipanti.
Partiamo dalle Maratone: da 57.772 presenze del 2018 siamo passati a 53.019 con una perdita di 4.703 unità, da attribuire esclusivamente a FIDAL scesa da 54.149 a 49.282 pari a – 4.867 (- 9%), mentre gli EPS chiudono a 3.737 cioè + 164 (+ 4,6).
A parziale scusante c’è da tenere presente che anche il maltempo ci ha messo lo zampino bloccando la Napoli – Pompei al 30° km (56 classificati), e annullando la T Fast 42 a Torino (1266 iscritti) e la Maratona di Genova (770 classificati nel 2018).
Il dato “bruto” parla di 69 maratone, 34 FIDAL e 35 EPS, anche se occorre sempre tenere presente che tre manifestazioni EPS si sviluppano su più giorni: le 5 di Rieti, e le ormai consolidate Quadrortathon e “10 maratone in 10 giorni” sul Lago d’Orta: resta però il fatto che le gare FIDAL sono scese da 43 a 34, mentre le EPS sono salite da 28 a 35.
E’ chiaro che il preteso “monopolio” da parte della FIDAL sulle gare con distanze omologate (maratona, maratonina, 10 e 5 km) è miseramente fallito.
Nella classifica della partecipazione al primo posto sempre Roma con 8.817 classificati, ben lontana però dagli 11.705 dello scorso anno, ma sappiamo i travagli patiti nella sua organizzazione e l’approdo alla gestione diretta della FIDAL; al secondo posto ancora Firenze con 7.449, appena sotto i 7.604 del 2018; poi Milano in grande recupero con 6.308 contro i 5.556 precedenti, seguita da Venezia con 5.339 e un guadagno di 427; conclude la top ten Reggio Emilia con 2.448, praticamente stabile dopo i 2.457 nel 2018.
Interessante l’esame del Ranking per stabilire la qualità tecnica delle gare: come da regolamento FIDAL, la media dei tempi tiene conto dei primi tre classificati.
Al primo posto della classifica maschile troviamo Milano con 2h06’51” e un miglioramento di 2’09”, al secondo posto Roma con 2h09’16”, 36” in più rispetto al 2018, terza Venezia con 2h11’14” contro il 2h13’45” precedente.
Nella classifica femminile prevale Roma con 2h26’43”, ben 4’23” guadagnati; seconda Firenze 2h27’35” contro 2h30’16”; terza Venezia con 2h28’30” con un miglioramento di 8’39”.
Poco da dire sulla stagionalità, con due soli mesi “affollati”: a novembre 7 maratone, ma con le defezioni forzate di Torino e Pompei; e dicembre 10 (se Genova non fosse stata bloccata dal maltempo, 11).
C’est l’argent qui fait la guerre, non si può dimenticare il ritorno finanziario per la FIDAL da questo “bancomat”, con quattro Gold, sei Silver e 26 Bronze (anche se una manifestazione viene annullata, la tassa di approvazione deve essere pagata): dovrebbero essere 75.000 euro di tasse di base, cui sono da aggiungere circa 62.000 iscritti (dato che i 54.149 classificati mediamente sono inferiori del 12% agli iscritti), più i circa 2000 iscritti delle tre maratone annullate, per un totale di circa 139.000 euro; vale a dire una perdita stimata sul 2018 di 10.000.
Esaminiamo ora il panorama delle Maratonine, o Mezze maratone che dir si voglia, ben più complicato e numeroso.
Le manifestazioni sono 260 contro le 255 del 2018; della FIDAL 180, di cui 21 territoriali, degli EPS 80, anche se 19 fanno parte di tre manifestazioni a più giornate consecutive. Ma ben 40 sono sparite dal calendario, a testimoniare un mondo in grande fermento.
Qualcos’altro emerge calcolando le perdite e i guadagni: nel totale c’è una perdita di 4.631 partecipanti, ma nello specifico la FIDAL perde ben 9.433 “clienti” mentre gli EPS hanno un guadagno di 4.802.
Qui si tocca con mano il fallimento del Run Project, assolutamente velleitario non solo nei confronti degli EPS, ma anche al proprio interno federale, dove alcuni Comitati regionali lungimiranti adottano gli stessi criteri della “concorrenza”, con manifestazioni di 21,000 km anziché 21,097; in un caso c’è stata addirittura una NON competitiva!
Nella classifica dei partecipanti al primo posto troviamo la Roma – Ostia con 8.458, ma 707 partecipanti in meno; seconda la StraMilano con 6720 e un balzo in avanti di 1.093 classificati, poi Napoli 5.539, 248 in più del 2018, quindi Verona con 4.964 (ma perde 468 partecipanti), quinta la MI21 di Milano con 3490, tuttavia -217.
Le Maratonine con maggiori guadagni sono, oltre la StraMilano, le new entry (ma si tratta di un ritorno) di Mantova con 1.070 e L’Aquila con 801, poi Trani con 714, Ravenna con 653 e Rome By Night con 619; ma Roma paga abbondantemente la scomparsa della Mezza maratona di giugno, che aveva totalizzato 3.486 classificati nel 2018.
La classifica del Ranking maschile vede al primo posto la Roma-Ostia, 1h00’36”, cioè soli 5” in più rispetto al 2018; un balzo in avanti di Padova che sale al secondo posto con 1h00’54”, 3’06” meglio del 2018; terza la StraMilano 1h00’57”, 21” in più, quarta Arezzo con lo stesso risultato del 2018, 1h01’15” davanti ad Arezzo 1h01’19” con un miglioramento di 56”.
Ancora Roma-Ostia al primo posto nel Ranking femminile con 1h07’15”, 2’14” in meno del 2018; seconda Trento 1h09’19” con un miglioramento di 2’40”; terza StraMilano , stesso tempo del 2018, 1h10’17”; quarta Udine 1h10’22”, con tempo migliore di 1’28”; quinta Padova 1h11’15”, ben 6’23” guadagnati.
Veniamo alla parte pecuniaria, 3 Gold, 12 Silver, 144 Bronze a cui occorre aggiungere le 21 territoriali, più o meno 185.000 euro, aggiungiamo la tassa partecipazione gare pari a un euro per ogni iscritto: dal momento che i classificati sono 162.500 e percentualmente sono inferiori del 12% agli iscritti, si possono ipotizzare 182.000 euro, che portano a un totale di 367.000: un deficit per le casse federali rispetto al 2018 di 29.000 euro, da sommare ai meno 10.000 delle Maratone: resta tuttavia un introito complessivo di 506.000 euro.
Il calendario provvisorio FIDAL 2020 riporta 36 Maratone e 160 Maratonine, in linea col 2019 ed a conferma di un clima ancora propizio alla corsa su strada. Occorre saperlo gestire nel modo adeguato, ma come ammoniva Seneca tanti secoli fa, nessun vento è abbastanza favorevole per il marinaio che non sa a quale porto approdare.
STATISTICHE MARATONA qui (PDF)
RANKING EVENTI 2019 X CLASSIFICATI
RANKING EVENTI 2019 X TEMPI MASCHILI
RANKING EVENTI 2019 X TEMPI FEMMINILI
by Sebastiano Scuderi per Podisti.Net
STATISTICHE MEZZA MARATONA qui (PDF)
RANKING EVENTI 2019 X CLASSIFICATI
RANKING EVENTI 2019 X TEMPI MASCHILI
RANKING EVENTI 2019 X TEMPI FEMMINILI
by Sebastiano Scuderi per Podisti.Net
Stefano Mei si candida alla presidenza Fidal
Si è tenuta a Milano, presso il Centro Congressi della ConfCommercio, la conferenza di presentazione di Stefano Mei, che si propone alla candidatura di presidente Fidal per il prossimo quadriennio; le elezioni sono previste nel novembre 2020.
Se non me ne sono persa qualcuna, si tratta di una candidatura che si aggiunge a quelle già presentate di Vincenzo Parrinello, Roberto Fabbricini e Alberto Morini; poi c’è Insieme per l’Atletica, per ora si tratta solo di un manifesto, con una quarantina di nomi, diversi dei quali con una certa popolarità, tuttavia al momento manca il nome del candidato presidente. Infine, è lecito supporre che dall’area Smart Atletica (ex DTO Massimo Magnani) possa arrivare un’altra proposta. Tante candidature, forse troppe, immagino che, strada facendo, la conta dei voti personali porterà ad accordi e aggregazioni, perché ciò che conta, ovviamente, è vincere le elezioni. Per le spartizioni si vedrà dopo, o quantomeno le scopriremo più avanti.
Stefano Mei, 56 anni, spezzino, è persona ben nota nel mondo dell’atletica; campione europeo sui 10.000 metri, Stoccarda 1986, nella stessa edizione è medaglia d’argento sui 5.000 metri. Da allora ha continuato ad operare nel settore, oggi è presidente dell’Associazione Nazionale Atleti Azzurri d’Italia.
Nel corso dell’incontro ha toccato parecchi dei temi che compongono il suo programma elettorale: incentivazione delle attività nel settore giovanile, formazione delle figure che operano nella federazione (dirigenti, tecnici, Gruppo Giudici Gare, etc), istituzione di commissioni per valutare le manifestazioni e riorganizzazione del calendario eventi…E molto altro. Anche un accenno al settore master, non sarà atletica (riguarda soprattutto la corsa su strada) però costituisce un fondamentale supporto economico alla federazione. Meglio tenerne buon conto.
Al solito in questa fase che precede le elezioni, che peraltro mi pare stavolta iniziata con grande anticipo, si elencano i problemi (non è difficile) e si danno indicazioni piuttosto generiche sulle possibile soluzioni (anche per non scoprire le carte dei candidati, ovviamente confidando che ci siano idee e programmi dietro i proclami...).
Diverse le domande dalla platea, anche se molti si limitano ad esprimere opinioni personali.
Difficile esprimere valutazioni sulla base di programmi, e promesse, elettorali, ne abbiamo sentite molte, poi smentite dai fatti; del resto basti vedere come è combinata l’atletica di oggi. Di certo Stefano Mei mi appare un candidato credibile, per la sua storia e per l’impegno che ha sinora profuso. Nella scorsa elezione con un programma che mi è sembrato arrivare un tantino “last minute” ha portato a casa il 40% dei voti, ecco quindi che il candidato stesso ed i suoi sostenitori possono nutrire concrete speranze di successo.
Per chi volesse saperne di più:
www.stefanomei.it
Informazioni aggiuntive
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- Fotografo/i Roberto Mandelli
Stranieri “turisti” in gare agonistiche? Parola di Azzeccagarbugli
Da quando è partito il Project Running tre anni fa, la FIDAL ha continuato a sfornare norme e circolari spesso in contraddizione tra loro: come se non bastassero i 31 articoli relativi alle manifestazioni non stadia, ogni anno ci troviamo di fronte a novità sempre più cervellotiche che, cercando di venire incontro alle esigenze degli organizzatori, finiscono invece per complicarne la vita.
Pochi giorni fa è stata diramata una comunicazione relativa a un emendamento votato dal Consiglio Nazionale FIDAL:
“Nella stessa manifestazione agonistica è ora consentita l’organizzazione di gare non competitive con finalità turistica/sportiva [!?], con partecipazione dei soli atleti stranieri non tesserati in Italia. Tale evento NON competitivo non ricade sotto l’egida della FIDAL e dovrà essere fatto partire in coda alla manifestazione agonistica con una griglia separata. I partecipanti dovranno essere identificati con pettorali differenziati, dovranno essere inseriti in un ordine alfabetico di arrivo distinto dalle classifiche delle manifestazioni agonistiche e non potranno beneficiare di premi in natura, in denaro, buoni valore, bonus, ingaggi, rimborsi spese di qualsiasi genere. E’ di competenza degli organizzatori della manifestazione non competitiva con finalità turistico/sportive l’applicazione di quanto previsto dalla nota esplicativa del 17/06/2015 relativa al Decreto del Ministro della Salute del 8/8/2014, che consente la partecipazione di atleti stranieri non tesserati senza certificato medico”
[La nota esplicativa è reperibile in varie pagine online: ecco un link, ma per maggior evidenza ve la riproponiamo qui in fondo]:
http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=0&codLeg=52207&parte=1%20&serie=
Da anni gli organizzatori di Maratone e Mezze Maratone addebitano la scarsa partecipazione straniera alla normativa sulla visita medica agonistica obbligatoria per gareggiare in Italia.
L’onorevole Sbrollini un paio di anni fa aveva presentato alla Camera un’interrogazione parlamentare sull’argomento: a partire dal 2014, anno di uscita del “Decreto Balduzzi”, la partecipazione straniera alle maratone italiane era sicuramente diminuita, Roma era al ventesimo posto tra le Capitali come partecipazione; e probabilmente sarà ancora scesa, avendo raggiunto quest’anno il minimo storico.
La soluzione trovata da FIDAL al problema è un connubio tra Azzeccagarbugli e Pilato.
Si etichetta la Maratona come NON competitiva con finalità turistico/sportive, ma solo per gli STRANIERI. E gli Italiani?
E pensare che un’altra norma federale recita: “Nella stessa manifestazione non possono essere organizzate gare non competitive sulla distanza di maratona e mezza maratona anche se con partenza differita” (Art.27 comma 4). Allora, se sei straniero non vale (?!).
Pilato entra in gioco, sfruttando tutta l’acqua del suo lavabo, nel finale che abbiamo già citato sopra:
“E’ di competenza degli organizzatori della manifestazione non competitiva con finalità turistico/sportive l’applicazione di quanto previsto dalla nota esplicativa del 17/06/2015 relativa al Decreto del Ministro della Salute del 8/8/2014, che consente la partecipazione di atleti stranieri non tesserati senza certificato medico”.
Chi conosce il “Decreto Balduzzi” sa che per certe manifestazioni di particolare impegno fisico come la maratona e la mezza maratona (si parla indicativamente di gare oltre i 20 km) è richiesto l’ECG a riposo e dopo sforzo, ci sono poi prescrizioni relative all’età: oltre i 60 anni la visita dovrebbe essere richiesta.
In conclusione: “arrangiatevi”!
A beneficio dei lettori e delle società, abbiamo chiesto a Roberto Mandelli di scansionare le immagini pdf in cui si presenta la nota ministeriale del 17 giugno 2015, che ora offriamo in formato doc, scaricabile.
NOTA ESPLICATIVA DEL DECRETO DEL MINISTRO DELLA SALUTE IN DATA 8 AGOSTO 2014 RECANTE "LINEE GUIDA DI INDIRIZZO IN MATERIA DI CERTIFICATI MEDICI PER L'ATTIVITA SPORTIVA NON AGONISTICA".
Indice:
- Finalità del decreto del Ministro della salute 8 agosto 2014;
- Attività ludico motoria;
- Attività non agonistica: distinzione tra diverse tipologie di tesseramento ai fini della sussistenza, o meno, dell'obbligo di certificazione sanitaria
Finalità del decreto del Ministro della salute 8 agosto 2014
II Ministro della salute, in data 8 agosto 2014, ha adottato, con proprio decreto, le Linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l'attività sportiva non agonistica, seguendo la procedura prescritta dall'art. 42- bis, del decreto-legge n.69 del 2013, convertito in legge 98 del 2013 e s.m.
Con il supporto del Gruppo di lavoro in materia di medicina dello sport, nominato presso questo Ministero, si è ritenuto opportuno fornire ulteriori indicazioni per l’applicazione del decreto in esame.
Le Linee guida in oggetto, nel rispetto delle vigenti disposizioni, hanno ribadito che l'obbligo di certificazione è riferito solo a chi pratica attività sportiva non agonistica.
Le Linee guida hanno, inoltre, indicato le attività sportive non agonistiche - quindi soggette ad obbligo di certificazione - specificando che, per tali, si intendono quelle praticate dai seguenti soggetti:
- a) gli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dagli organi scolastici nell'ambito delle attività parascolastiche;
- b) coloro che svolgono attività organizzate dal CONI, da società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, che non siano considerati atleti agonisti ai sensi del decreto ministeriale 18 febbraio 1982;
- c) coloro che partecipano ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale.
Con riferimento alle definizioni dell'attività sportiva non agonistica, di cui al punto b), si ritiene opportuno precisare quanto segue:I
- ) per "coloro" si intendono le persone fisiche tesserate;
2) le definizioni riguardano esclusivamente i tesserati in Italia; le stesse non sono, pertanto, rivolte agli atleti stranieri non tesserati in Italia, anche quando questi ultimi partecipano ad attività non agonistiche che si svolgono in Italia.
Nel rispetto delle indicazioni fornite dalle disposizioni normative di riferimento, le Linee guida hanno, altresi, ribadito quali sono i medici che possono rilasciare il certificato; si tratta, segnatamente, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o dei medici specialisti in medicina dello sport ovvero dei medici della Federazione medico sportiva italiana del Comitato olimpico nazionale italiano.
E' stato, pure, ribadito che il controllo medico deve essere annuale e che, conseguentemente, il certificato medico ha validità annuale. Resta inteso che i certificati medici già rilasciati rimangono validi fino alla loro naturale scadenza annuale.
Sono stati, inoltre, specificati gli esami clinici che devono essere effettuati ai fini del rilascio del certificato, in particolare è necessario effettuare:
- a) l'anamnesi e l'esame obiettivo, completo di misurazione della pressione arteriosa;
- b) un elettrocardiogramma a riposo (basale), debitamente refertato, effettuato almeno una volta nella vita;
- c) un elettrocardiogramma a riposo (hassle) debitamente refertato con periodicità annuale per coloro che hanno superato i 60 anni di età e che associano altri fattori di rischio cardiovascolare;
- d) un elettrocardiogramma a riposo (basale) debitamente refertato con periodicità annuale per coloro che, a prescindere dall'età, hanno patologie croniche conclamate, comportanti un aumentato rischio cardiovascolare.
E' stato, inoltre, chiarito che il medico certificatore, tenuto conto delle evidenze cliniche e/o diagnostiche rilevate, si può avvalere anche di una prova da sforzo massimale e di altri accertamenti mirati agli specifici problemi di salute. Nei casi dubbi, il medico certificatore si avvale della consulenza del medico specialista in medicina dello sport o, secondo il giudizio clinico, dello specialista di branca.
Si è ritenuto opportuno chiarire, da ultimo, che il medico certificatore conserva copia dei referti di tutte le indagini diagnostiche eseguite, in conformità alle vigenti disposizioni e comunque per l'intervallo di tempo di validità del certificato. Per quanto riguarda i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta, è stato previsto che l'obbligo di conservazione dei documenti può essere assolto anche dalla registrazione dei referti nella scheda sanitaria individuale informatizzata, ove attivata.
Attività ludico motoria
Come è noto, l'attività ludico motoria non rientra nell'ambito di applicazione delle Linee guida in esame, tenuto conto che, per detta attività sportiva, il legislatore, nel mese di agosto 2013, ha soppresso l'obbligo della certificazione per lo svolgimento dell'attività ludico motoria che era stato introdotto dall'articolo 7, comma 11, del decreto-legge n.158 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 189 del 2012, nonché le correlate disposizioni recate dal decreto attuativo del Ministro della salute 24 aprile 2013.
Al fine di chiarire l'ambito delle attività sportive sottoposte ad obbligo di certificazione, rispetto a quelle, invece, escluse da tale obbligo, come il caso dell'attività sportiva ludico motoria, occorre fare riferimento alla definizione che il decreto ministeriale 24 aprile 2013, sopra citato, aveva fornito con riferimento a tale specifica attività ludico motoria.
Più precisamente, per attività ludico motoria, si intende l'attività praticata da soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, individuale o collettiva, non occasionale, finalizzata al raggiungimento e mantenimento del benessere psico-fisico della persona, non regolamentata da organismi sportivi, ivi compresa l'attività che il soggetto svolge in proprio, al di fuori di rapporti con organizzazioni o soggetti terzi.
Non sussiste, pertanto, obbligo di certificazione per chi esercita tale attività.
Attività non agonistica: distinzione tra diverse tipologie di tesseramento ai fini della sussistenza, o meno, dell'obbligo di certificazione sanitaria
Poiché continuano a pervenire a questo Ministero richieste di chiarimenti in ordine alla sussistenza, o meno, dell'obbligo della certificazione sanitaria, anche con riguardo alle attività che sembrano rientrare nella definizione di attività sportiva non agonistica, con specifico riguardo a coloro che svolgono attività organizzate dal CONI, da società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, si ritiene opportuno chiarire quanto segue.
Nell'ambito della attività non agonistica, il CONI provvederà, sentito il Ministero della salute, ad impartire, quanto prima e, auspicabilmente, entro il 31 ottobre 2015 [poi prorogato al 2016: NdR], idonee indicazioni alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate e agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dallo stesso CONI, affinché distinguano, nell'ambito di tali attività:
- a) i tesserati che svolgono attività sportive regolamentate;
- b) i tesserati che svolgono attività sportive che non comportano impegno fisico;
- c) i tesserati che non svolgono alcuna attività sportiva.
Ciò al fine di limitare alla sola categoria sub a) l'obbligo di certificazione sanitaria.
Real Time e Gun Time: in Italia solo il secondo!
Mi permetto di rispondere (cosa che faccio raramente) a quanto ormai è divenuto una sorta di consuetudine da parte dei Redattori di Podisti Net sui crono Gun Time e Real Time.
In primis come lessico la parola "lordo" non l'avevo mai sentita applicabile ai crono degli arrivati: in secondo, che la Fidal pubblichi il tempo "lordo" è errato: la Fidal da tempo erroneamente pubblica quanto gli viene fornito o dall'organizzazione o dallo stesso atleta al quale ovviamente conviene comunicare il Real Time.
Credo sia opportuno (lo dico da statistico mondiale) che andiate a leggervi i regolamenti IAAF e Fidal (e se non li trovate ve li mando io), dove si dice esattamente che il tempo valido da considerarsi è quello dello sparo dello Starter. Tanto per essere precisi, i complimenti al sig. Andrea Massimiliano Milani (cosi diamo anche il suo nome per esteso), che ha comunque ottenuto il personal best con il tempo allo sparo di 2.27'51", tanto per essere ancor più precisi nel 2018 il pur bravo Milani viene accreditato dalla stessa Fidal di un 2.28'55": in realtà è un 2.29'22", ed è quanto noi statistici riportiamo.
Se poi vi serve, vorrei ricordare a tutti che la grande maratona della Mela non riporta mai la classifica Gun Time: ma basta cliccare sul nome dell'atleta e vi troverete il tempo cosiddetto "brutto", diversamente da quanto fanno la maggioranza delle maratone dove trovate le due colonne. Inoltre la maratona di New York sta usando il sistema Real Time dal 2001, quindi i tanti risultati che appaiono nelle varie statistiche non sono quelli “veri”, poi ognuno scriva quel che vuole, e se un domani i regolamenti verranno cambiati ci dovremmo adeguare, ma per ora IAAF e FIDAL e anche altre nazioni (leggasi Francia per esempio) mettono il tempo “Gun Time” ovvero quello allo sparo.
Ultima annotazione: sono pienamente d'accordo che il concorrente che non parte davanti abbia la possibilità di sapere quanto realmente ha impiegato dal punto di partenza a quello d'arrivo, ma se io mi alzo prima e vado in fila prima non sono assolutamente d'accordo di vedermi dietro in classifica a chi è arrivato dopo di me.
NdD. Prendiamo atto, e già lo sapevamo, che ‘legalmente’ è così: e so che di questo avviso ci sono anche i redattori più 'fidaliani' di Podisti.net. Ma (dico io, che abbastanza spesso calpesto le strade estere) come si fa con le nazioni più evolute nel campo del podismo su strada (Germania, Inghilterra, Svizzera: altrocché la Francia dove non mettono nemmeno le docce all’arrivo), nazioni civili, ripeto, dove la classifica è basata sul real time? E come si fa, a New York, Chicago e altrove, dove la gran massa di partecipanti è suddivisa in tante ‘onde’? Al traguardo in Central Park il cronometro, ossia il tempo “lordo” (che male c’è a usare lordo e netto? È forse più bello “tempo brutto”?), segna il tempo intercorso dal primo sparo (quello dei vip): e se io, non perché mi sono alzato tardi, ma perché mi hanno sistemato in una onda che parte un’ora e mezzo dopo, ho il cronometro che segna 6h30 ma ci ho messo 5 ore, devo rassegnarmi a finire nelle statistiche con 6h30? Marescalchi replicherà che no, il mio tempo sarà quello intercorso dallo sparo della mia ‘onda’, e io commenterò che non mi basta ancora, perché dallo sparo di quell’onda al mio passaggio dal via magari intercorrono dieci minuti, non per colpa della mia pigrizia ma della folla che mi sta davanti. La prima volta che corsi la maratona di Berlino, già dotata di chip nei primi anni Novanta, rimasi colpito dalla calma assoluta con cui i podisti si avvicinavano, camminando anche dopo lo sparo, alla porta di Brandenburgo dove era sistemato il tappeto di rilevamento. Nessuna sgomitata o spintone o dribbling, come era ed è l’uso nelle maratone italiane, anche quelle miserelle da trecento partenti che non hanno nemmeno i soldi per mettere un rilevamento al via. I regolamenti Fidal Iaaf ecc. sono stati concepiti per le gare in pista dove al massimo partono in 12 o 15, tutti sulla stessa linea, o al massimo per le gare in strada dei tempi di Dorando Pietri, dove tutti i partenti stavano in tre metri e dunque il tempo era uguale per tutti... e il chip era al massimo la fiche da mettere prima di una mano di poker. Bisognerà pur adeguarsi a una realtà, impensabile per i soloni delle federazioni anteguerra, dove tra il primo e l’ultimo partente passano minuti o mezzore, e addirittura si scaglionano le partenze. Sono così scandalose le gare a cronometro nel ciclismo? E certamente, i primi dieci o cinquanta delle maratone saranno tutti a sgomitare in prima fila, e per loro valga pure il tempo “lordo”, tanto partono insieme. Ma il podismo di massa è altro, ed esige regole nuove: che poi, di fatto, sono applicate dalle grandi gare internazionali. [Fabio Marri]
Laus Half Marathon : tutti i campioni regionali master lombardi
Lo scorso 27 ottobre a Lodi si assegnava il titolo di campione regionale master, quindi tutte le categorie Fidal a partire da SF/SM 35. Il percorso e la giornata hanno favorito delle ottime prestazioni; molte sfide si sono giocate sul filo dei secondi e su dei livelli cronometrici piuttosto interessanti. Ad esempio, Ivana Di Martino, testimonial della manifestazione, categoria SF45, è rimasta ai piedi del podio pur correndo a 4’18/km (tempo finale 1:30:48).
Estrapolo alcune prestazioni, che mi sembrano particolarmente buone, confidando di non dispiacere a nessuno. Non…. fa testo Eliana Patelli, che si confronta bene con atlete ben più giovani di lei. Vince senza problemi la sua categoria (SF40) col grande tempo di 1:18:39; miglior tempo assoluto a livello Lombardia in questa manifestazione. Alessandro Claut, SM40, campione regionale in 1:11:04. Sfida (quasi) sino all’ultimo metro nella categoria SM35, con il podio racchiuso in 22 secondi: dopo Paolo Mattia Parravicini (1:12:00), arrivano Fabio Gala e Kris Zanotti, rispettivamente in 1:12:19 e 1:12:22. Giovanna Mondini, classe 1947, vince la sua categoria in 1:57:28. Tornando tra i maschi, nella categoria SM50 Mauro Gagliardini fa il botto, migliorando di due minuti il suo personal best e chiudendo in 1:15:29; vince così la sfida con l’amico e concorrente di sempre, Fabio Buccigrossi, che a sua volta fa il personale (1:17:31). Nel mezzo Marco Premoli (1:16:04).
Servizio fotografico Endu qui: https://www.endu.net/it/events/laushalfmarathon/photos
Ecco tutti i nuovi campioni:
SF35: Tamara Caselli (Aries Como Athletic Team) 1h33:13
SF40: Eliana Patelli (La Recastello Radici Group) 1h18:39
SF45: Loretta Catarina (FreeZone) 1h28:32
SF50: Lorenza Di Gregorio (Corro Ergo Sum Runners) 1h34:36
SF55: Aurelia Vasino (Sports Club Melegnano) 1h42:30
SF60: Carla Oriana Colombo (Euroatletica 2002) 1h48:47
SF65: Luigina Pagani (GS San Martino) 2h10:24
SF70: Giovanna Mondini (Marathon Cremona) 1h57:28
SF75: Maria Antonia Busatta (SC Libertas Sesto)2h30:25
SM35: Mattia Paolo Parravicini (Canturina San Marco) 1h12:00
SM40: Alessandro Claut (DK Runners Milano) 1h11:04
SM45: Alessandro Marini (Atl. Paratico) 1h16:11
SM50: Mauro Gagliardini (Atl. Cral Banco Popolare) 1h15:29
SM55: Gesuino Bussu (US Bormiese) 1h18:33
SM60: Pierangelo Gilberti (Running Cazzago San Martino) 1h26:51
SM65: Francesco Macrì (Atl. Pavese) 1h30:49
SM70: Luciano Faraguna (Atl. Paratico) 1h34:41
Fidal al voto post-Doha: Votantonio o … Alessandro Magno?
Articolo 10 dello Statuto FIDAL: “L’Assemblea Nazionale deve tenersi entro il 31 dicembre dell’anno di svolgimento dei Giochi Olimpici estivi”.
Dunque il 2020 sarà anno di proclami, promesse, colpi bassi e alti, una ridda di aria fritta e aria avvelenata, soprattutto di fronte all’umiliante spettacolo offerto dalla nostra Atletica da oltre 30 anni. Doha è ancora presente nella nostra memoria.
La campagna elettorale sembra però già essere iniziata, hanno fatto “outing” Vincenzo Parrinello e Alberto Morini.
Il Colonnello Parrinello, nato a Catania il 3 giugno 1958, Presidente delle Fiamme Gialle, Vicepresidente vicario di Alfio Giomi, degnissima persona, decisamente non sembra assicurare quel cambio di rotta di cui la Federazione ha urgente bisogno.
Il dottor Morini, nato a Lugo di Romagna il 16 novembre 1966, è stato Vicepresidente vicario di Franco Arese; ex atleta, nel 2012 fu catapultato ad assumere la leadership della squadra-Arese solo un mese prima delle elezioni, e fu inevitabilmente battuto da Alfio Giomi.
Probabilmente è solo una risposta di “pancia” a Parrinello, considerando la vicinanza di Morini a Stefano Mei, che, quasi sicuramente, sarà della partita per la Presidenza.
E’ palese che il tanto sospirato cambiamento è lontano da venire.
Bisogna cambiare rotta, ma il “sistema” ha la capacità di autodifendersi e mantenersi al vertice, in quanto è lui a stabilire le regole del gioco (se di gioco si può parlare).
La radice del male è la LEGGE ELETTORALE, il problema dei problemi.
Il sistema basato sulle graduatorie ha generato un’oligarchia, che tende a conservare le proprie posizioni nel proprio interesse, e quindi è restia a cercare nuove soluzioni e osare sperimentazioni innovative.
“L’atletica cambia presidente, ma non sa cambiare generazione” questo il titolo apparso su “La Stampa” del 3 dicembre 2012, che fotografava in modo spietato la realtà.
L’Assemblea dei delegati per l’elezione della nuova dirigenza nazionale era un rito bizantino, col lungo iter della verifica poteri, cui seguiva la “cerimonia” in cui i candidati presentavano il programma arcinoto e già votato dietro le quinte: si sapeva benissimo che le posizioni erano predefinite, bastava avere l’appoggio delle Società militari, che avevano in mano la maggioranza dei voti, e il gioco era fatto.
Nel 2016 la “riforma”: al posto dell’Assemblea dei delegati fu creata l’Assemblea delle Società , “ze pezo el tacon del buso”. Immaginiamo quante società si muovano a spese loro per recarsi, per esempio, a Taormina per partecipare ad un’assemblea col risultato predefinito. Probabilmente solo quelle con tanti voti, cioè quelle che fanno attività su pista, escludendo di fatto quelle podistiche che svolgono la maggior parte dell’attività e contribuiscono maggiormente alle casse della Federazione.
Alle ultime elezioni FIDAL 2462 Società avevano a disposizione 106.667 voti, poco più di 43 voti a testa, ma le “Sette Sorelle” disponevano di 2618 voti, cioè 374 a testa: è chiaro che le Società podistiche con 10 punti in tasca non vanno fino a Roma per votare. Per cui alla fine le Società presenti erano 740, ma 407 rappresentate per delega, pari al 30% delle aventi diritto, mentre il totale dei voti fu 77.612 pari al 73,7% .
Era stata proposta in sede di discussione dello Statuto un’Assemblea dislocata nel territorio, cioè 21 assemblee, - in 19 Comitati regionali, più Trento e Bolzano - in contemporanea in streaming, magari associate alle elezioni dei Comitati regionali e provinciali: un grande risparmio di tempo e denaro, ma fu rifiutato non si sa bene il perché.
E’ tuttavia essenziale un nuovo sistema di votazione capace di conciliare la qualità (graduatorie), con la quantità (si consideri che il settore Master rappresenta oggi circa il 70% dei tesserati e più o meno l’80 % degli introiti della Federazione).
La democrazia vorrebbe che ci fosse un voto per ogni tesserato: dirigente, atleta, tecnico, giudice, medico, procuratore, come proposto da alcuni, ma questo probabilmente andrebbe a detrimento della qualità; tuttavia occorre una maggiore attenzione alle società che curano particolarmente l’attività giovanile intrattenendo rapporti col mondo scolastico non solo dando supporto teorico, ma soprattutto pratico coi propri tecnici a fianco degli insegnanti di educazione fisica.
Occorre però non essere orientati solo alla pista, ma anche alla strada, dare più peso agli organizzatori, alle società che maggiormente partecipano alle manifestazioni non stadia, occorre una presa di coscienza di quello che l’atletica può comportare dal punto di vista economico: le sei maggiori maratone del mondo, New York, Londra, Berlino, Chicago, Boston e Tokyo registrano la partecipazione di 250.000 persone con un giro di affari di circa due miliardi di dollari.
Occorre soprattutto avere l’umiltà di riconoscere la stato di letargo in cui si trova l’atletica oggi, esaminare spassionatamente tutti gli aspetti che ne condizionano lo svolgimento, positivi e negativi, pensare gli interventi praticabili stabilendo le priorità, le risorse, le innovazioni, dandosi una roadmap da sviluppare in un orizzonte temporale medio e lungo; e poi iniziare, uscendo dagli schemi come Alessandro Magno a Gordio, che, non riuscendo a sciogliere il nodo, estrasse la spada e lo tagliò di netto.
elezioni |
FIDAL |
2016 |
||||||||||||||||
voti |
società |
100 + |
% VOTI |
100 + SOC |
-100 |
% SOC. |
voti |
società |
MILITARI |
|||||||||
ABRUZZO |
2.277 |
50 |
1.394 |
61 |
6 |
44 |
12 |
LOMBARDIA |
20.506 |
LOMBARDIA |
506 |
FF.GG |
325+ 482 |
807 |
||||
BASILICATA |
743 |
32 |
317 |
43 |
3 |
29 |
9,5 |
VENETO |
11.273 |
PUGLIA |
218 |
E.I. |
267 + 200 |
467 |
||||
BOLZANO |
2.299 |
53 |
1.259 |
55 |
7 |
46 |
13,2 |
EMILIA R |
9.013 |
PIEMONTE |
216 |
FF.OO |
535 |
|||||
CALABRIA |
1.102 |
47 |
0 |
0 |
0 |
47 |
0 |
LAZIO |
8.812 |
VENETO |
201 |
FORESTALE |
224 |
|||||
CAMPANIA |
3.821 |
106 |
2.117 |
55 |
9 |
97 |
8,5 |
PIEMONTE |
8.216 |
EMILIA R |
178 |
A.M. |
225 |
|||||
EMILIA R |
9.013 |
178 |
4.424 |
49 |
20 |
158 |
11,2 |
TOSCANA |
7.690 |
SICILIA |
158 |
FF.AA. |
200 |
|||||
FRIULI VG |
4.762 |
95 |
3.177 |
66,7 |
13 |
82 |
13,7 |
PUGLIA |
5.175 |
LAZIO |
133 |
CC BO |
160 |
|||||
LAZIO |
8.812 |
133 |
5.868 |
66,7 |
23 |
110 |
17,3 |
FRIULI VG |
4.762 |
TOSCANA |
126 |
2618 |
2,45 |
|||||
LIGURIA |
3.258 |
54 |
2.268 |
69,6 |
8 |
46 |
14,8 |
SICILIA |
4.439 |
SARDEGNA |
114 |
|||||||
LOMBARDIA |
20.506 |
506 |
12.089 |
59 |
45 |
461 |
8,9 |
CAMPANIA |
3.821 |
CAMPANIA |
106 |
CUS |
||||||
MARCHE |
3.739 |
74 |
2.148 |
57,5 |
7 |
67 |
9,5 |
MARCHE |
3.739 |
FRIULI VG |
95 |
TO |
663 |
|||||
MOLISE |
668 |
19 |
473 |
70,8 |
4 |
15 |
21,1 |
SARDEGNA |
3.484 |
MARCHE |
74 |
PR |
638 |
|||||
PIEMONTE |
8.216 |
216 |
4.701 |
57,2 |
20 |
196 |
9,3 |
LIGURIA |
3.258 |
LIGURIA |
54 |
PA |
610 |
|||||
PUGLIA |
5.175 |
218 |
2.096 |
40,5 |
13 |
205 |
6 |
TRENTO |
2.944 |
BOLZANO |
53 |
PI |
567 |
|||||
SARDEGNA |
3.484 |
114 |
1.223 |
35,1 |
6 |
108 |
5,3 |
BOLZANO |
2.299 |
ABRUZZO |
50 |
MI |
512 |
|||||
SICILIA |
4.439 |
158 |
1.548 |
34,8 |
8 |
150 |
5,1 |
ABRUZZO |
2.277 |
CALABRIA |
47 |
GE |
458 |
|||||
TOSCANA |
7.690 |
126 |
5.403 |
70,3 |
18 |
108 |
14,3 |
UMBRIA |
1.537 |
TRENTO |
36 |
CA |
280 |
|||||
TRENTO |
2.944 |
36 |
2.378 |
80,8 |
7 |
29 |
19,4 |
CALABRIA |
1.102 |
BASILICATA |
32 |
TS |
275 |
|||||
UMBRIA |
1.537 |
32 |
927 |
60,3 |
5 |
27 |
15,6 |
VDA |
909 |
UMBRIA |
32 |
BO |
250 |
|||||
VDA |
909 |
14 |
727 |
80 |
3 |
11 |
21,4 |
BASILICATA |
743 |
MOLISE |
19 |
PG |
235 |
|||||
VENETO |
11.273 |
201 |
7.570 |
66,7 |
29 |
172 |
14,4 |
MOLISE |
668 |
VDA |
14 |
BA |
199 |
|||||
106.667 |
2462 |
62.107 |
58,2 |
254 |
2208 |
11,5 |
106.667 |
2462 |
FG |
166 |
Fidal: l’appello di Alberto Morini
“Cinquantatrè anni, sposato, due figli, residente a Faenza, imprenditore, laureato in Ingegneria elettronica, socio e amministratore di due aziende specializzate nell’automazione industriale”... Così si presenta Alberto Morini nell’atto di annunciare il suo “impegno personale” per il rinnovo delle cariche nella Fidal alla conclusione del quadriennio olimpico.
Naturalmente, agli sportivi importa molto la sua attività sul campo e ai margini del campo: atleta di società faentine dal 1973 (dunque dai suoi 7 anni) al 1996, tre volte convocato in nazionale juniores nel 1984; poi dirigente, fino ad oggi, dell’ASD Atletica 85 Faenza . In campo federale, dal 2001 al 2004 Presidente della Fidal Emilia Romagna, e come tale a capo dell’organizzazione dei Campionati Mondiali Master Non Stadia (Riccione 2002); dal 2005 al 2012 vice Presidente vicario della Fidal, e fino al 2015 componente di commissioni presso le associazioni europea e mondiale di Atletica Leggera (EA, IAAF); insignito di Quercia di II^ grado della Fidal e di Stella d’Argento dal Coni.
Una carriera di tutto rispetto, che induce Morini a rimettersi in gioco dopo la sfortunata battaglia condotta contro l’attuale presidente Giomi nel 2012.
Il suo comunicato del 22 ottobre (che riportiamo integralmente) non parla esplicitamente di una candidatura alla presidenza, ma dell’intenzione di lavorare per creare un nuovo “gruppo dirigente”. Come è noto (ne abbiamo parlato anche su Podisti.net, e ne riparleremo a breve scadenza), oltre a Vincenzo Parrinello di cui Morini parla esplicitamente, si sono candidati o si stanno candidando per la presidenza o quanto meno l’alta dirigenza anche Stefano Mei, Giacomo Leone, Massimo Di Giorgio, più un altro nome che dovrà emergere dal gruppo raccolto intorno a Massimo Magnani. Come sempre accade, coll’approssimarsi della scadenza elettorale questi numeri diminuiranno per gli inevitabili accorpamenti, ed è verosimile che anche il potere politico vorrà dire la sua. Se guardiamo solo ai risultati sportivi, è difficile, in ogni caso, che l’atletica italiana possa andare peggio di come va ora. [F.M.]
Un Nuovo Impegno per l’Atletica Leggera e la sua Federazione
Negli ultimi anni, da Dirigente di Società e con un passato in ambito federale nazionale e regionale, ho avvertito in forma crescente un disaccordo nei confronti dell’attuale dirigenza federale presieduta da Alfio Giomi.
Nei tanti confronti con Società e Dirigenti dell’Atletica italiana, esce sempre più spesso una domanda: si può accettare la continuità o si può proporre qualcosa di migliore?
La risposta, almeno per me, è ovvia da sempre. Questo nostro mondo deve fare un atto di coraggio: svecchiare la dirigenza, ripensare organizzazioni, regolamenti e strutture figlie degli anni ‘70, attivare un confronto tra le varie anime del nostro movimento. Insomma un netto cambio di marcia.
La recente disponibilità alla candidatura a Presidente federale dell’attuale vice Presidente vicario, Vincenzo Parrinello, francamente mi ha spiazzato. Se prima di questa uscita guardavo con speranza alla volontà di confronto e collaborazioni su idee e persone per arrivare ad un candidato unitario di rottura col passato, oggi devo prendere atto che il passato vuole riproporsi.
Alla luce di questa considerazione e delle tante entità (Società, Dirigenti e Atleti) con cui mi sono relazionato fino ad ora, voglio rendere pubblico il mio impegno personale per il rinnovo delle cariche federali di fine 2020.
Da oggi lavorerò con Società, uomini e donne, già disponibili al fine di unire un gruppo Dirigente capace di produrre idee e persone per esprimere un Presidente che, riunendo le forze migliori del nostro movimento, sia inequivocabilmente in alternativa all’esperienza che il nostro movimento ha fatto, in questi anni, con il presidente uscente Alfio Giomi.
Alberto Morini
Post-Doha: “La strada verso Tokyo è quella giusta” ?!
Il 6 ottobre, al termine della ponderosa spedizione a Doha (65 atleti contro i 36 di Londra), il Presidente Fidal Alfio Giomi ha affermato con la solita ottimistica baldanza “La strada verso Tokyo è quella giusta”.
Dopo il disastro di Londra, terminavo il mio articolo Non vorremmo dover dire dopo Berlino “ parturient montes nascetur ridiculus mus”.
Purtroppo Doha conferma la stagnazione della nostra atletica, i numeri sono eloquenti: una medaglia di bronzo e cinque finalisti, 31° posto finale nel medagliere.
Andando più nel dettaglio troviamo 10 classificati dal terzo al decimo posto, 20 dall’11° al 20°, 13 dal 21° al 42°, 7 ritirati e 8 mai impiegati in quanto riserve delle staffette.
E’ vero, ci sono tre record italiani battuti, ma chi li ha stabiliti è arrivato sesto, settimo e ottavo, vale a dire che in campo internazionale siamo molto lontani dal podio.
Dal 1983, inizio dei Mondiali ad oggi, dopo 17 edizioni abbiamo conquistato 41 medaglie: 11 oro, 15 argento e 15 bronzo: due medaglie e mezzo a edizione.
“In Italia non si cresce, non vengono ammessi gli errori. Mi sono stancato, la mia asticella è alta. Ho sentito solo stilare bilanci positivi e parole di difesa del proprio operato. Non è così che si cresce. L’autocritica deve essere schietta e a caldo. Non sono queste le tempistiche con cui affrontare situazioni e problemi seri, tra qualche settimana tutto verrà annacquato”.
Così diceva Baldini sbattendo la porta della Federazione all’indomani dell’ennesima figuraccia internazionale.
Ho più volte elencato i lacci che tengono legata al suolo la nostra atletica e le impediscono di volare: il primo e più importante, secondo me, si ricava direttamente dai 65 convocati, 52 dei quali sono “professionisti” arruolati nelle Società militari e 13 provengono da meritorie società civili, che affrontano spese importanti per mantenere uno standard accettabile.
Il dilettantismo di Stato, ormai presente solo nel nostro Bel Paese, supplisce ad una mancanza di attenzione nei confronti dello sport italiano da parte dei governanti: non sarà certo “Sport e Salute” a migliorare la situazione, anzi, col CONI depauperato abbondantemente i fondi già scarsi per lo sport di vertice saranno ancora meno di quelli attuali.
L’atletica leggera deve scegliere: o continuare col dilettantismo a tutti i livelli, dai dirigenti, agli atleti, ai giudici o saltare il fosso e ammodernarsi col professionismo, con nuovi programmi e manifestazioni che creino attenzione nel pubblico e nei media, innescando un circolo virtuoso che, finalmente, porti nelle casse delle Società e nelle tasche degli atleti e dei tecnici il “vile” denaro.
Quando il figlio Tito si lamentò col padre Vespasiano perché temeva passasse ai posteri solo per la tassa sulle latrine, l’Imperatore rispose “Pecunia non olet”.
posizione | gara | nominativo | risultato | |||
3 | marcia 50 km | GIORGI Eleonora | 4h29'13" | |||
6 | 4 x 400 | Scotti, Aceti, Galvan, Re | 3'02"78 | R.I 3'01"60 b | ||
7 | 4 x 100 | Herrera, Hooper, Bongiorni, Siragusa | 42"98 | R.I 42"90 b | ||
8 | asta | STECCHI Claudio Michel | 5,70. | |||
8 | alto | TAMBERI Gianmarco | 2,27 | |||
8 | 10000 | CRIPPA Yemaneberhan | 27'10"76 | R.I. | ||
9 | 4 x 400 mista | Scotti, Trevisan, Lukundo, Lopez | 3'16"52 | |||
9 | 400 | RE Davide | 44"85 | sf | ||
9 | 4 x 400 | Chigbolu, Folorunso, Trevisan, Lukundo | 3'27"57 | |||
10 | 4 x 100 | Cattaneo, Jacobs, Manenti, Tortu | 38"11 | R.I | ||
12 | 110 hs | FOFANA Hassane | 13"52 | sf | ||
12 | maratona | RACHIK Yassine | 2h12'41" | |||
12 | martello | FANTINI Sara | 66,58 | |||
13 | marcia 20 km | PALMISANO Antonella | 1h37'36" | |||
13 | 400 hs | FOLORUNSO Ayomide | 55"36 | sf | ||
13 | peso | FABBRI Leonardo | 20,75 | |||
14 | asta | BRUNI Roberta | 4,35 | |||
14 | alto | TROST Alessia | 1,92 | |||
14 | marcia 20 km | STANO Massimo | 1h31'36" | |||
15 | 400 hs | PEDROSO Yadisledis | 55"78 | sf | ||
15 | maratona | FANIEL Eyoub | 2h13'57" | |||
16 | marcia 50 km | ANTONELLI Michele | 4h22'20" | |||
16 | alto | SOTTILE Stefano | 2,26 | |||
17 | alto | VALLORTIGARA Elena | 1,89 | |||
17 | triplo | CESTONARO Ottavia | 13,97 | |||
17 | marcia 20 km | TRAPLETTI Valentina | 1h38'22" | |||
17 | 400 | CHIGBOLU Maria Benedicta | 52"63 | |||
18 | 100 hs | BOGLIOLO Luminosa | 13"06 | sf | ||
19 | 100 | JACOBS Marcel | 10"20 | sf | ||
19 | 3000 st | CHIAPPINELLI Yohanes | 8'24"73 | |||
20 | disco | OSAKUE Daisy | 57,55 | |||
21 | 5000 | CRIPPA Yemaneberhan | 13'29"08 | |||
21 | 200 | DESALU Eseosa | 20"43 | sf | ||
25 | marcia 20 km | GIUPPONI Matteo | 1h34'29" | |||
27 | 110 hs | PERINI Lorenzo | 13"70 | |||
27 | 3000 st | ZOGLAMI Osama | 8'28"57 | |||
28 | 400 hs | OLIVIERI Linda | 56"82 | |||
28 | lungo | VICENZINO Tania | 6,23 | |||
30 | disco | FALOCI Giovanni | 59,77 | |||
31 | lungo | STRATI Laura | 6,05 | |||
32 | triplo | DALLAVALLE Andrea | 15,09 | |||
32 | 200 | HOOPER Gloria | 23"33 | |||
38 | 800 | VANDI Eleonora | 2'04"98 | |||
42 | 200 | INFANTINO Antonio | 20"89 | |||
riserva | staffetta | DOSSO Zanyab | ||||
riserva | staffetta | PAVESE Alessia | ||||
riserva | staffetta | BORGA Rebecca | ||||
riserva | staffetta | MANGIONE Alice | ||||
riserva | staffetta | MILANI Marta | ||||
riserva | staffetta | CORSA Daniele | ||||
riserva | staffetta | TRICCA Michele | ||||
riserva | staffetta | RIGALI Roberto | ||||
ritirata | maratona | DOSSENA Sara | ||||
ritirata | maratona | EPIS Giovanna | ||||
ritirata | marcia 50 km | BECCHETTI Maria Vittoria | ||||
ritirata | marcia 50 km | COLOMBI Nicole | ||||
ritirato | 5000 | EL OTMANI Said | ||||
ritirato | marcia 50 km | CAPORASO Teodosio | ||||
ritirato | maratona | MEUCCI Daniele |
Quanti italiani andranno a Tokyo? Per ora pochini…
Chi ha diritto a partecipare ai prossimi Giochi Olimpici? Come ci si qualifica? Mi sono fatta queste domande dopo la grande prestazione, domenica 29 settembre, di Yassine El Fathaoui, che alla Maratona di Berlino ha corso sotto il tempo minimo richiesto per partecipare a Tokyo. Sul sito della IAAF ho così cercato e trovato il regolamento per le qualificazioni.
Il documento riporta per prima cosa il numero di eventi, 40: 24 maschili, 23 femminili (non è prevista la 50km di marcia femminile) più 1 misto, la 4x400 misti; e il numero di partecipanti ammessi.
Nel regolamento si trovano anche le cosiddette “Milestones” cioè le indicazioni delle date per le qualificazioni:
- 1° gennaio 2019 inizio periodo qualificazioni per Maratona, Marcia, 10.000m e prove multiple
- 1° maggio 2019 inizio periodo di qualificazione per le altre discipline.
- 31 maggio 2020 fine periodo di qualificazione per Maratona e 50km di marcia
- 29 giugno 2020 fine periodo di qualificazione per tutte le atre discipline
- 24 luglio - 9 agosto 2020 Olimpiadi di Tokyo
Gli atleti ammessi sono in totale 1900, 3 rappresentanti al massimo per Paese per specialità e 1 staffetta per Nazione. Il numero di partecipanti e i risultati minimi richiesti per disciplina sono specificati chiaramente. Per le staffette invece, si qualificheranno le prime otto formazioni classificate ai Mondiali 2019, gli altri otto posti verranno assegnati attraverso il ranking internazionale aggiornato al 29 giugno 2020.
A rendere più complicate le norme di ammissione per quanto riguarda i nostri colori, è arrivata il 12 settembre l’emanazione da parte della FIDAL dei Criteri di partecipazione ai Giochi Olimpici:
Gare in Pista, saranno ritenuti selezionabili gli atleti che rispettino almeno uno dei seguenti requisiti:
- Si siano classificati nei primi 8 posti ai Campionati Mondiali di DOHA 2019 purché, al termine del Periodo di Qualificazione, rispondano alle modalità richieste dalla IAAF (standard o Ranking);
- Abbiano conseguito, nel corso del periodo di qualificazione compreso tra il 27 settembre 2019 e il 29 giugno 2020, gli standards indicati dalla tabella IAAF.
- Per coloro che abbiano conseguito nel corso del periodo di qualificazione compreso tra il 1 maggio 2019 (1 gennaio per 10.000, e prove multiple) e il 26 settembre 2019 gli standard indicati dalla tabella IAAF, la conferma della partecipazione sarà oggetto di valutazione per SCELTA TECNICA…”
Per le gare di Maratona e marcia i criteri sono i medesimi cambiano solo le date: per il punto 2, accesso diretto, il periodo è 27 settembre 2019 / 30 aprile 2020 per la Maratona; 27 settembre 2019 / 31 maggio 2020 per la Marcia Km 50.
Da questo si evince che vi sono 2 categorie di qualificati in base alle date in cui il risultato è stato ottenuto, un gruppo che passa automaticamente e un altro che invece sarà oggetto anche di una “scelta tecnica”.
Combinando tutte queste informazioni e i risultati dei nostri atleti, ho stilato questa tabella nella quale, specialità per specialità, ho inserito il numero totale di atleti ammessi (M o F), il risultato minimo richiesto (diviso per genere) e gli Italiani che già lo hanno raggiunto.
I nomi in grassetto sono gli atleti che hanno registrato il minimo dopo la data del 26/27 settembre e che quindi dovrebbero essere chiamati in automatico.
Specialità |
Minimo Maschile |
|
Minimo Femminile |
|
100m (56M + 56F) |
10.05 |
Marcell Jacobs 10.03 |
F 11.15 |
|
200m (56M + 56F) |
20.24 |
|
22.80 |
|
400m (48M + 48F) |
44.90 |
Davide Re 44.85 |
51.35 |
|
800m (48M + 48F) |
1:45.20 |
|
1:59.50 |
|
1500m (45M+45F) |
3:35.00 |
|
4:04.20 |
|
5000m (42M+ 42F) |
13:13.50 |
Yeman Crippa 13:07.84 |
15:10.00 |
|
10.000m (27M+27F) |
27:28.00 |
Yeman Crippa 27:10.76 |
31:25.00 |
|
110 hs/100 hs (40M+40F) |
13.32 |
|
12.84 |
Luminosa Bogliolo 12.80 |
400m hs (40M+40F) |
48.90 |
|
55.40 |
Ayomide Folorunso 55.20 – Yadisleidy Pedroso 55.40 |
3000m siepi (45M + 45F) |
8:22.00 |
Osama Zoghlami 8:20.88 |
9:30.00 |
|
4 x 100m Relay (16M + 16F) |
Ranking IAAF |
NA |
Ranking IAAF |
NA |
4 x 400m Relay (16M + 16F) |
Ranking IAAF |
NA |
Ranking IAAF |
NA |
Salto in alto (32M + 32F) |
2.33 |
Stefano Sottile 2,33 |
1.96 |
|
Salto con l’asta (32M + 32F) |
5.80 |
|
4.70 |
|
Lungo (32M + 32F) |
8.22 |
|
6.82 |
|
Salto triplo (32M + 32F) |
17.14 |
|
14.32 |
|
Peso (32M + 32F) |
21.10 |
|
18.50 |
|
Disco (32M + 32F) |
|
|
|
|
Martello (32M + 32F) |
77.50 |
|
72.50 |
|
Giavellotto (32M + 32F) |
85.00 |
|
64.00 |
|
Decathlon/Eptathlon (24 M+24F) |
8350 |
|
6420 |
|
20km Marcia (60M + 60F) |
1:21:00 |
Massimo Stano 1:17.45 – Giorgio Rubino 1:20.59 |
1:31:00 |
Eleonora Giorgi 1:27.46 – Eleonora Dominici 1:30.35 |
50km Marcia (60M) |
3:50:00 |
Stefano Chiesa 3:48.25 – Teodorico Caporaso 3:49:14 |
|
|
Maratona (80M+ 80F) |
2:11:30 |
Yassine El Fathaoui 2:11.08 – Yassine Rachik 2:08.05 |
2:29:30 |
Sara Dossena 2:24.00 – Giovanna Epis 2:29.11 |
Cosa vi salta all’occhio da questa tabella? Le caselle tristemente vuote? Da tifosa è la prima cosa che ho notato, soprattutto per quanto riguarda la colonna delle donne. Minimi troppo proibitivi o atletica Italiana in difficoltà? Lascio ai tecnici ed agli esperti del settore la valutazione. Da amante di questo sport spero solo che nei prossimi mesi tutte le specialità possano avere rappresentanti Azzurri.
Guardando i lati positivi, sono soprattutto 2 i risultati che personalmente mi entusiasmano.
I 10.000 m di Yeman Crippa, che ha saputo reagire nel modo migliore alla delusione nella gara dei 5000 m a Doha con una strepitosa ed appassionante prestazione che vale il record italiano e il biglietto per Tokyo.
La Maratona di Yassine El Fathaoui (citata all’inizio), un atleta del gruppo Forrest Minerva di Parma, che a sue spese è andato a Berlino portando a casa il 13° posto assoluto e arrivando 1° Italiano. Una bella storia di un ragazzo che ha raggiunto questo incredibile risultato allenandosi tutte le sere dopo 8/9 ore di lavoro in fabbrica. Un esempio di come il talento unito alla costanza, alla determinazione e alla volontà di sacrificio in questo sport paga ancora: e mi riprometto di approfondire il discorso con Yassine, quanto prima.
Quando finirà il declino dell’atletica Italiana?
Domenica scorsa a Doha si è conclusa la 17^ edizione dei campionati mondiali di atletica che hanno visto gli azzurri salire sul podio appena una volta, per merito di Eleonora Giorgi sui 50 chilometri di marcia. Grazie a questo bronzo quantomeno siamo inclusi nel medagliere, sebbene in 31^ posizione, ma per cercare di fare un bilancio più oggettivo e comprensivo delle prove degli azzurri non medagliati, ci affidamo al “Placing Table” della IAAF, ovvero la tabella che raccoglie tutti i piazzamenti per disciplina dal 1° fino all’8° posto, assegnando 8 punti per l’oro, 7 per l’argento e via via scendendo fino ad 1 punto per l’8° posto, come ad esempio quello conquistato da Crippa sui 10000 metri.
In questa classifica, dominata dagli USA con 310 punti, con la bellezza di 16 punti l’Italia si trova al 26° posto, in compagnia di Svizzera e Bahamas… Una posizione di rincalzo e che ormai ci appartiene da anni. Finiti i bei tempi della prima edizione dei mondiali ad Helsinki, dove avevamo raccolto 43 punti grazie anche all’oro di Cova sui 10000, l’argento della 4x100 uomini ed il bronzo di Mennea sui 200, oltre a tanti altri piazzamenti di prestigio che ci avevano proiettato all’8° posto tra le nazioni.
Quello che vedete nel grafico, preparato in esclusiva per i lettori di Podisti.net, è l’evoluzione dei punti conquistati dall’Italia in tutte le edizioni dei mondiali e l’inesorabile declino, complice certo una globalizzazione dell’atletica, ma anche per nostro demerito.
Nello scorso secolo eravamo fissi nella top ten, poi siamo passati alla fascia tra il decimo ed il ventesimo posto. Pechino 2015 ha ufficializzato lo scivolamento oltre la ventesima posizione del ranking, Londra 2017 oltre la trentesima. Speriamo che il 26° posto di Doha non sia un “rimbalzo”, per usare un termine dei borsisti quando registrano un rialzo di breve durata nel contesto di una continua fase discendente.
Gare Fidal : avanti gli stranieri, tutti
Sia pure in mancanza di una comunicazione ufficiale, pare ormai certo che gli stranieri potranno partecipare liberamente alle mezze e alle maratone italiane del calendario federale.
Una decisione che certamente farà felici gli organizzatori italiani, in particolare quelli che prevedono gare in località a vocazione turistica, come Venezia, Firenze, Napoli, Roma: ma in realtà ne beneficeranno un po’ tutti.
Di cosa si tratta esattamente? Fino a questi giorni la partecipazione di atleti stranieri era automaticamente accettata se appartenevano a team riconosciuti dalla federazione di appartenenza; in pratica erano equiparati a tutti gli effetti ad un tesseramento Fidal. In alternativa potevano sì partecipare, ma a condizione di disporre di certificato medico sportivo agonistico e di tesseramento Runcard. Per uno straniero non tesserato con una federazione significava doversi sottoporre a visita medica (costo in Italia da 50 a 80 euro, nei paesi europei qualche centinaio di euro). Non solo: era obbligatorio il tesseramento Runcard, altri 30 euro. Una richiesta che evidentemente appariva risibile, dato che la Runcard, a parte la possibilità di poter correre le gare agonistiche, fornisce sconti e vantaggi usufruibili solo in Italia. In sostanza, allo straniero, dei punti al supermercato Pinco Pallo o dello sconto per un acquisto di scarpe in qualche negozio italiano frega meno di niente.
Insomma, pareva loro un’autentica gabella, oltre ad una inspiegabile complicazione burocratica. E nulla più.
Di fatto queste limitazioni hanno sempre ridotto il numero di stranieri, anche se ogni organizzatore si è sempre ingegnato nell’escogitare “modalità” per aggirare l’ostacolo, sotto forma di autocertificazioni, dichiarazioni di essere in possesso dei requisiti, ecc ecc.
Siccome gli stranieri che partecipavano non erano comunque pochissimi, viene da pensare che la federazione italiana non abbia mai esercitato un severissimo controllo su queste pratiche.
La stessa Fidal che ora pare dia via libera, adeguandosi a quanto già avviene nella maggior parte dei paesi stranieri.
Che cosa accadrà, quindi, nelle gare agonistiche? Se non sono tesserati come agonisti a tutti gli effetti, cosa che invece sarebbe se appartenessero a gruppi sportivi nel loro paese (le nostre ASD, associazioni sportive dilettantistiche, per intenderci), potranno comunque essere regolarmente classificati? Concorrere per i premi assoluti e di categoria? Verranno equiparati ai nostri Runcardisti, quindi con alcune limitazioni (esempio no premi in denaro)? Oppure non potranno proprio essere classificati (tipo come si fa - raramente - con le non competitive: ti do il tempo, in ordine alfabetico, e via andare)?
Attendiamo che il tutto sia ufficializzato ed allora ne sapremo di più
Europei Master di corse su strada: “i soliti italiani”?
Ho pensato molto alla possibilità di scrivere o meno questo pezzo, trattenuta da una parte dalla gioia di essere a Jesolo per fare il tifo ai miei amici, dall'entusiasmo e dall'orgoglio con cui loro hanno gareggiato, ma spinta dall'altra parte dall'incredulità e dall'insofferenza verso errori organizzativi evitabili e imperdonabili. Alla fine ho deciso di scrivere perché sono stufa di sentire i commenti “i soliti Italiani!” ed è ora che noi stessi smettiamo di crearci alibi o giustificarci, è giusto analizzare anche le cose che non hanno funzionato, per evitare di ricadere ogni volta nelle stesse mancanze.
Domenica 15 settembre a Jesolo erano in programma le gare su strada degli Europei Master, 10 km e Mezza Maratona. C’era un bellissimo clima, non solo meteorologico, tante nazioni, rappresentanti di tutte le categorie di età e voglia di fare festa. La 10 km, che doveva partire alle 9:00, è partita invece con 8 minuti di ritardo, l’organizzazione si è giustificata con problemi nella chiusura delle strade.
È però nella Mezza Maratona che avviene la cosa più grave. La partenza è prevista per le 9:30, ma poco dopo lo sparo dello start, quando i concorrenti sono sfilati sulla linea di partenza, sopraggiunge dalla via laterale, un giudice correndo e sbraitando: “perché avete dato il via? È presto! Abbiamo al tavolo atleti che ancora devono fare la punzonatura!”. Controllo l’ora sul telefonino: 9:24; la partenza è stata data con 6 minuti d anticipo! Intanto il giudice continua sbigottito ad urlare ai suoi colleghi “stavo correndo qui per dirvi di aspettare! Non abbiamo completato ancora le punzonatore, alcuni atleti sono ancora ai tavoli”.
Mentre lui viene rimbalzato da un giudice all’altro con nessuno che sappia dargli una risposta, se non fare spallucce e poi passare la patata bollente ad un altro collega, vedo alcuni atleti sbucare dalla zona punzonatura cercando di recuperare il gap con il gruppo. Nel 2019 è proprio necessario eseguire ancora la punzonatura manuale? Il chip è nel pettorale e vi è il rilevamento in partenza, quindi che senso ha? Vi immaginate una StraMilano con punzonatura? Sarebbe un’odissea! I Giudici fra di loro non comunicano? Un telefonino, un walkie talkie per assicurarsi che tutte le operazioni preliminari fossero concluse non ce l’avevano? Che fretta c’era di dare lo start? Le due gare su strada hanno lo stesso arrivo e si sovrappongono ma se erano state studiate per avere mezz’ora l’una dall’altra che bisogno avevano di anticipare?
Capisco la portata dell’errore quando dopo circa mezz’ora vedo arrivare un atleta spagnolo che si avvicina ad un Giudice, molto probabilmente inglese. L’atleta accompagnato dalla moglie si lamenta per la partenza in anticipo. Sono mesi che sta preparando questo Europeo, è venuto fino qui per partecipare alla mezza maratona e loro facendola partire 6 minuti prima l’hanno costretto a ritirarsi. Molto probabilmente era uno di quegli atleti che ho visto sopraggiungere molto dopo lo sparo. Il giudice cerca di togliersi d’impiccio dalla situazione rispondendo: “I’m sorry, I don’t know these Italians ….” Queste parole mi fanno vergognare e arrabbiare nello stesso tempo. Comprendo e condivido la frustrazione dell’atleta, mesi di preparazione, un viaggio all’estero, l’ansia e le aspettative pregara, e tutto rovinato così! Mi fa rabbia invece la risposta del Giudice, era anche lui lì sulla linea di partenza con “quegli Italiani” che non conosce, non poteva fermarli prima? a cosa servono più giudici se non a garantire che tutto avvenga secondo le regole?
A questo grande e imperdonabile errore si aggiungono poi altri episodi. Turisti e famigliari dei partecipanti che chiedono informazioni sul percorso per poter seguire i loro cari, ma nessuno che sa dargli risposte. Una speaker che doveva tradurre in inglese quanto annunciato dal presentatore ufficiale, ma con una pronuncia alquanto discutibile (molto meglio invece quella dell’annunciatrice delle premiazioni). Il tracciato cambiato a pochi giorni dall’evento, mentre doveva essere quello della Moonlight Half Marathon.
Al termine delle gare, le premiazioni avvengono in Piazza Milano, molto vicino all’arrivo, una sede ampia, ma senza ripari dal sole. L’attesa per le classifiche è lunghissima e qualcuno accusa il colpo. Non si poteva pensare ad una soluzione per creare un po’ di ombra? La cerimonia inizia con i vincitori della 10 km, mentre le classifiche della mezza tardano ad arrivare. Da anni ormai, in parecchie gare, le classifiche sono disponibili online quasi in tempo reale. Qui invece dobbiamo aspettare ore, siamo ormai seduti a tavola quando vengono esposte e pubblicate.
Infine l’ultimo imprevisto della giornata, nella premiazioni a squadre della mezza non ci sono le medaglie, gli organizzatori assicurano che verranno spedite a casa. Fra il pubblico si fanno varie ipotesi, medaglie rubate, errore nel calcolo di quelle necessarie, ma poi il commento finale è sempre “I soliti Italiani”.
Avrei voluto raccontare solo delle emozioni di questa manifestazione e di quanto mi sono divertita a fare la tifosa, ma la partenza anticipata è stata un errore imperdonabile, che si sarebbe potuto facilmente evitare. Gli altri sono piccoli imprevisti, sui quali però non possiamo farci trovare impreparati in manifestazioni del genere.
NdD. Il comunicato stampa ufficiale della Fidal Veneto, ricevuto a conclusione dei campionati, punta soprattutto sui successi degli atleti italiani, titolando come sotto. A parte il provincialismo, di interessarsi soltanto agli italiani in un campionato europeo, sono naturalmente taciuti gli eventi di cui sopra, che parlano di una competizione su strada gravemente inficiata da incompetenza e dilettantismo. A pochi giorni di distanza dall’altra toppata dei campionati italiani Fidal sui 10 km a Canelli. Per fortuna esiste Podisti.net che, per quanto può, riesce ad andare oltre le veline di regime. Ecco comunque i passi salienti del comunicato ufficiale giunto nella serata del 15 settembre, con grande rilievo alle corse dei 10 e 21 km, complimenti e auto-complimenti (“spero che tutti gli atleti si siano trovati bene”, “Dobbiamo ringraziare gli organizzatori, per queste belle giornate che saranno un’esperienza utile in vista dei prossimi eventi” !!) ma nessun cenno a quanto realmente accaduto. Salviamo almeno i risultati finali delle corse su strada, sia pure chiedendo scusa agli stranieri che non figurano in queste classifiche per le ragioni già esposte.
Gli europei più azzurri: 127 ori! 337 medaglie per l’Italia. Azzurri primi nel medagliere davanti alla Germania
Jesolo, Caorle, Eraclea (Venezia ), 15 settembre 2019 – Si chiude l’edizione più vincente di sempre per l’Italia ai Campionati Europei Master. Dieci giornate di gare che hanno animato la provincia di Venezia, tra Jesolo, Caorle ed Eraclea, con un bottino senza precedenti di medaglie conquistate dagli atleti della nazione di casa: 127 ori, 106 argenti e 104 bronzi, per un totale di 337 piazzamenti sul podio. L’Italia è anche prima nel medagliere, davanti alla Germania, arrivata a 119 ori. Mai così tante vittorie per gli azzurri nella rassegna continentale “over 35”. Grandi numeri anche di partecipazione complessiva, con oltre cinquemila iscritti (5039 per l’esattezza) e un record di 43 paesi europei presenti nella manifestazione andata in scena per la ventunesima volta, la quarta in Italia dopo l’appuntamento inaugurale di Viareggio nel 1978, seguito poi da Verona (1988) e Cesenatico (1998). Stabiliti in tutto 10 primati mondiali di categoria, compreso quello realizzato a Jesolo nella mattinata conclusiva dalla genovese Silvia Bolognesi sulla mezza maratona W65 con il tempo di 1h32’51”. La portacolori del Cambiaso Risso Running Team, classe 1954, toglie cinque secondi al limite che dal 2009 apparteneva alla svizzera Emma Luthi, in 1h32’56”, e diventa così la migliore 65enne della storia sui 21.097 chilometri. Nella stessa gara, una nuova impresa dell’eterno Angelo Squadrone (Marathon Club Pisa), di origine pugliese ma residente nella città toscana. Con i suoi novant’anni compiuti in febbraio, il colonnello dei paracadutisti in congedo corre in 3h12’14” e firma il record europeo M90. Il bilancio finale è quindi di 10 primati del mondo, 12 continentali e 27 migliori prestazioni italiane.
L’ultima giornata si chiude con ben 26 titoli agli atleti azzurri. Nei 10 chilometri di corsa, sempre sulle strade di Jesolo, ancora vincenti il bellunese Said Boudalia (M50, Cagliari Marathon Club) in 31’20” e la sarda Claudia Pinna (W40, Cus Cagliari) con 35’39”, entrambi al secondo successo dopo quello nei 5000 su pista. Dalle staffette 4x400 metri a Caorle arrivano quattro ori azzurri: spicca il trionfo M70 di Aldo Del Rio (Road Runners Club Milano), Rudolf Frei (Sportclub Merano), Roberto Paesani (Romatletica Footworks) e Livio Bugiardini (Sef Macerata) che in 4’18”72 sfiorano il record mondiale. Tra le donne festeggiano Yolanda Clant (Pol. Caprioli), Cristina Gallì (Atl. Virtus Castenedolo), Paola Pascon (Atl. San Biagio), Maria Costanza Moroni (Gs Ermenegildo Zegna) nella gara W50 in 4’16”06 e Agnese Rossi (Liberatletica Roma), Simona Prunea (Gs Orecchiella Garfagnana), Lara Gualtieri (Atl. 85 Faenza), Cristina Sanulli (Atl. Endas Cesena) tra le W45 con 4’13”93, invece Marco Palmieri (Athletic Club 96 Alperia), Gianmattia Guglielmini (Centro Atl. Copparo), Alessandro Bartocci (Athlon Bastia), Massimo Furcas (Atl. Mogliano) si aggiudicano la 4x400 M35 in 3’29”49.
Poker d’oro per Bruno Baggia. Il mezzofondista trentino prevale anche nella mezza maratona M85 con 2h08’51”, dopo essere già riuscito a imporsi nei 1500 metri oltre che sui 5000 e nel cross. A Jesolo altri cinque azzurri si prendono l’oro sui 21,097 chilometri: Salvatore Gambino (M35, Dk Runners Milano), Fernando Gatti (Gruppo Pol. Assemini) in volata nella gara M75, Claudia Gelsomino (W50, Cardatletica), Loretta Bettin (W35, Atl. Paratico) e Giorgia Bocchetto (W55, Lbm Sport Team), mentre nei 10 chilometri primeggiano Franca Costantini (W70, Gp Pretuzi Runners Teramo) e Maria Cristina Fragiacomo (W80, Atl. Aviano). Poi dieci vittorie a squadre per gli atleti della mezza maratona, cinque maschili (M35, M40, M45, M50, M60) e altrettante femminili (W35, W45, W50, W55, W60).
“Sono stati dieci giorni di grande sport - le parole di Luciano Striuli, sindaco di Caorle - e spero che tutti gli atleti si siano trovati bene nei nostri impianti sportivi, così come le loro famiglie e gli accompagnatori nelle tre località. Tranne due giornate di maltempo, c’è stato il sole e quindi la possibilità di apprezzare le spiagge e il nostro mare. Siamo grati all’associazione europea, che ha scelto il Veneto per un evento così importante, e il ringraziamento più grande va ai volontari, che si sono impegnati al massimo”.
Esterina Idra, assessore allo sport del Comune di Jesolo, ha dichiarato: “Avere qui le bandiere di così tanti paesi vuol dire integrazione tra i popoli. Vogliamo continuare a vedere turismo da tutte le nazioni e rinnovo l’invito, a chi ha potuto visitare i nostri luoghi, a tornare qui nei prossimi anni”.
“Grazie agli atleti partecipanti - ha aggiunto Giuseppe Vivola, commissario prefettizio di Eraclea - che hanno reso viva la manifestazione. Spero che non sia una semplice vetrina internazionale, ma che possano comunicare a tutti che il litorale veneto è una destinazione per le loro vacanze”.
Vito Vittorio, presidente del comitato organizzatore locale, ha sottolineato: “C’è la gioia e la consapevolezza di aver dato al territorio, e spero a tutti i presenti, una straordinaria occasione di fratellanza. Il ringraziamento va alle amministrazioni locali, per aver messo a disposizione non solo gli impianti sportivi, ma anche il loro impegno e le loro strutture organizzative. Viva lo sport, viva l’atletica master”.
Kurt Kaschke, presidente EMA (European Masters Athletics), si è espresso così: “Dobbiamo ringraziare gli organizzatori, per queste belle giornate che saranno un’esperienza utile in vista dei prossimi eventi, e i volontari che non si sono mai risparmiati. Abbiamo operato fianco a fianco, ed è lavorando insieme che si può andare avanti”. Adesso il testimone passa a Tampere, in Finlandia, per gli Europei Master 2021.
MEDAGLIE ITALIANE - DECIMA GIORNATA
ORO (26)
Mezza maratona M35: Salvatore Gambino (Dk Runners Milano) 1h09’04”
Mezza maratona squadra M35: Salvatore Gambino (Dk Runners Milano), Fabio Gala (Atl. Brescia Marathon), Leonardo De Toni (Amatori Atl. Chirignago)
Mezza maratona squadra M40: Alessandro Claut (Dk Runners Milano), Cristian Marianelli (Tiferno Runners), Claudio Tanzi (Gs Italpose)
Mezza maratona squadra M45: Francesco Duca (Pol. Vodo di Cadore), Piero Panozzo (Atl. Vicentina), Alviero Atzeni (Cagliari Marathon Club)
10 km corsa M50: Said Boudalia (Cagliari Marathon Club) 31’20”
Mezza maratona squadra M50: Francesco Berardi (Fano Corre Tonelli), Daniele Sperindei (Atl. Banca di Pesaro Centrostorico), Paolo Martellini (#iloverun Athletic Terni)
Mezza maratona squadra M60: Virginio Trentin (Atl. San Biagio), Claudio Faraoni (Atl. Di Marco Sport), Fedele Badolato (Pol. Valli Giudicarie Esteriori)
Mezza maratona M75: Fernando Gatti (Gruppo Pol. Assemini) 1h43’34”
Mezza maratona M85: Bruno Baggia (Atl. Valli di Non e Sole) 2h08’51”
Mezza maratona M90: Angelo Squadrone (Marathon Club Pisa) 3h12’14”
Mezza maratona W35: Loretta Bettin (Atl. Paratico) 1h24’04”
Mezza maratona squadra W35: Loretta Bettin (Atl. Paratico), Fabiola Giudici (Athletic Club Apicilia), Mery Ellen Herman (Gp Santi Nuova Olonio)
10 km corsa W40: Claudia Pinna (Cus Cagliari) 35’39”
Mezza maratona squadra W45: Tatiana Betta (Podistica Messina), Moira Campagnaro (Pol. Brentella), Anna Busetto (Due Torri Sporting Noale)
Mezza maratona W50: Claudia Gelsomino (Cardatletica) 1h22’48”
Mezza maratona squadra W50: Claudia Gelsomino (Cardatletica), Manuela D’Andrea (Podisti Cordenons), Marilena Dall’Anese (Atl. Aviano)
Mezza maratona W55: Giorgia Bocchetto (Lbm Sport Team) 1h29’46”
Mezza maratona squadra W55: Giorgia Bocchetto (Lbm Sport Team), Anna Maria Caso (Positano Run & Trail), Lorenza Pennisi (Atl. Fortitudo Catania)
Mezza maratona squadra W60: Cristina Frontespezi (Atl. Roata Chiusani), Antonella Sassi (Gs Il Fiorino), Lorella Fumagalli (Road Runners Club Milano)
Mezza maratona W65: Silvia Bolognesi (Cambiaso Risso Running Team Genova) 1h32’51”
10 km corsa W70: Franca Costantini (Gp Pretuzi Runners Teramo) 52’16”
10 km corsa W80: Maria Cristina Fragiacomo (Atl. Aviano) 1h15’24”
ARGENTO (20)
10 km corsa M35: Domenico La Banca (Gs Il Fiorino) 33’42”
10 km corsa M40: Gianluca Borghesi (Atl. Avis Castel San Pietro) 32’23”
Mezza maratona M40: Alessandro Claut (Dk Runners Milano) 1h09’15”
Mezza maratona M45: Francesco Duca (Pol. Vodo di Cadore) 1h12’58”
10 km corsa M55: Enrico Eula (Atl. Casone Noceto) 35’53”
Mezza maratona M60: Virginio Trentin (Atl. San Biagio) 1h22’50”
10 km corsa M65: Rolando Di Marco (Atl. Di Marco Sport) 40’53”
10 km corsa M70: Salvatore Puglisi (Gs Tortellini Voltan Martellago) 43’40”
Mezza maratona M70: Rudy Bassani (Atl. Virtus Senago) 1h38’34”
10 km corsa M80: Cosimo Mongelli (Podistica Taras) 52’35”
Mezza maratona M80: Norico Cenci (Gs Pieve a Ripoli) 2h07’05”
Mezza maratona W35: Fabiola Giudici (Athletic Club Apicilia) 1h25’29”
Mezza maratona W45: Tatiana Betta (Podistica Messina) 1h29’15”
10 km corsa W50: Enrica Carrara (Atl. Lumezzane) 39’16”
10 km corsa W55: Elena Fustella (Atl. Lecco Colombo Costruzioni) 40’50”
10 km corsa W70: Liviana Piccolo (Expandia Atl. Insieme Verona) 55’11”
BRONZO (20)
10 km corsa M35: Luca Benini (Atl. Avis Castel San Pietro) 33’46”
Mezza maratona M40: Cristian Marianelli (Tiferno Runners) 1h09’52”
10 km corsa M45: Graziano Zugnoni (Gp Santi Nuova Olonio) 34’02”
10 km corsa M50: Francesco Turano (Cosenza K42) 34’25”
Mezza maratona M60: Claudio Faraoni (Atl. Di Marco Sport) 1h24’15”
10 km corsa M65: Romano Benzi (Atl. Piacenza) 42’54”
Mezza maratona squadra M65: Robert Knoll (Sarntal Raiffeisen), Mauro Bianchi (Cambiaso Risso Running Team Genova), Franco Mason (Atl. Audace Noale)
10 km corsa W35: Chiara Giachi (Atletica 2005) 38’13”
Mezza maratona W35: Mery Ellen Herman (Gp Santi Nuova Olonio) 1h25’35”
Mezza maratona W45: Moira Campagnaro (Pol. Brentella) 1h29’41”
Mezza maratona W50: Manuela D’Andrea (Podisti Cordenons) 1h28’13”
10 km corsa W55: Carmen Piani (Atl. Lecco Colombo Costruzioni) 42’13”
Mezza maratona W60: Cristina Frontespezi (Atl. Roata Chiusani) 1h38’37”
10 km corsa W65: Annamaria Galbani (La Michetta) 50’12”
10 km corsa W70: Donata Torcoli (Atl. Lumezzane) 58’25”